Cosa spinge i giovani verso il suicidio?

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Giovani e suicidio: la situazione in Italia

In Italia il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani. Secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza i tentativi di suicidio da parte dei teenager in due anni (dal 2015 al 2017) sono quasi raddoppiati: si è passati dal 3,3% al 5,9%, ovvero 6 su 100 di età tra i 14 e i 19 anni hanno provato a togliersi la vita. Un dramma che riguarda soprattutto le ragazze (71%). Il 24% degli adolescenti ha invece pensato almeno una volta a un gesto estremo.

Comportamento suicidario: definizioni

L’ideazione suicidaria si riferisce a pensieri di suicidio o alla volontà di togliersi la vita. Il comportamento suicidario si riferisce alle azioni intraprese da un soggetto che sta valutando o preparandosi a causare la propria morte. Il tentativo di suicidio si riferisce a un gesto atto a provocare la propria morte che non ha avuto successo nel suo intento. Il suicidio si riferisce all’aver causato intenzionalmente la propria morte.

Cosa provoca il desiderio di suicidio negli adolescenti?

L’adolescenza è un periodo dello sviluppo in cui avvengono importanti cambiamenti: nel corpo, nei pensieri e nei sentimenti. L’adolescente è preda di forti sentimenti di stress, confusione, paura e incertezza. Per alcuni adolescenti, i normali cambiamenti dello sviluppo, se sono aggravati da altri eventi o cambiamenti, nelle loro famiglie o nelle amicizie, così come difficoltà a scuola o nelle relazioni sociali, può essere molto sconvolgente. I problemi possono sembrare troppo difficili o imbarazzanti da superare per cui  per alcuni, il suicidio può sembrare una soluzione.

Il tentativo di suicidio

Il tentativo di suicidio può dipendere da un atto improvviso, ma può anche seguire un periodo di depressione. Infine, può essere un atto di emulazione, se si è visto qualcuno che abbia messo in atto questo comportamento nel proprio ambiente familiare o sociale. Molti ragazzi si fanno del male, ma non allo scopo di uccidersi realmente: è solo un modo per richiamare l’attenzione degli adulti. Alcuni ragazzi infatti si sentono particolarmente vulnerabili; essi avvertono che qualcosa nella loro vita non sta andando nel giusto verso e questo li conduce a provare costantemente un forte stato di ansia.

Appena qualcosa fuori del comune succede, come ad esempio il non riuscire ad entrare in un gruppo, essere derisi dai compagni ecc., lo sconforto può essere tale da spingere verso questo atto estremo, per ricevere attenzione. I ragazzi che tentano il suicidio in genere si sentono poco ‘normali’, non riescono a fare quello che fanno gli altri o a reagire nel modo opportuno: sono fragili, si fanno prendere facilmente dalla depressione.

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Quanto incidono gli episodi di bullismo?

Non è il bullismo in sé a causare ansia nel ragazzo, ma il modo in cui egli reagisce a questi atti di sopraffazione fra compagni. Qualsiasi tipo di risposta, aggressiva o passiva, potrebbe far provare al ragazzo un senso di fallimento, di incapacità.

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Editore: Xenia, Collana: I tascabili
Anno edizione: 2004 Pagine: 128 p., Brossura
Autori: Giuliana Proietti - Walter La Gatta

Cosa si sa del suicidio degli adolescenti?

Le ricerche scientifiche sul tema hanno scoperto quanto segue:

  • Ci sono 25 tentativi di suicidio per ogni suicidio completato, con un rapporto ancora più alto fra i giovani;
  • I più forti fattori di rischio per il tentativo di suicidio in gioventù sono: depressione, abuso di sostanze e comportamenti aggressivi o molesti;
  • I maschi hanno probabilità 4 volte maggiori di morire per suicidio rispetto alle femmine;
  • Le ragazze hanno maggiori probabilità di tentare il suicidio rispetto ai ragazzi.

Quale è il periodo più a rischio?

Il periodo più a rischio è quello dell’inizio della scuola superiore. Questo è il momento in cui gli adolescenti tentano di stabilire quale è il loro posto nel mondo, come entità separate e non come semplici ‘figli di qualcuno’. E’ questa l’età in cui imparano nuove abilità, come quella di discriminare fra ciò che è socialmente accettabile e ciò che non lo è; è questo il momento in cui rinforzano la loro autostima. Se qualcosa va storto nella vita del ragazzo, è bene che i genitori lo seguano e lo aiutino a superare il suo periodo di difficoltà.

Quali sono i maggiori fattori di rischio per il suicidio?

I fattori di rischio per il suicidio variano a seconda dell’età, del genere, delle influenze culturali e sociali e possono variare nel tempo. I maggiori fattori di rischio sono:

  • Uso di sostanze;
  • Comportamenti impulsivi;
  • Eventi indesiderati della vita o perdite recenti (ad esempio, il decesso o il divorzio dei genitori);
  • Storia familiare di suicidio;
  • Violenza in famiglia, incluso abuso fisico, sessuale, verbale o psicologico;
  • Precedenti tentativi di suicidio;
  • Armi da fuoco in casa;
  • Carcere;
  • Esposizione al comportamento suicidario di altri, inclusi familiari, colleghi, o notizie di suicidio di persone sconosciute.
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Segnali di allarme

I segnali di allarme che possono destare sospetti, specialmente se si presentano associati sono:

  • Cambiamenti nelle abitudini alimentari e disturbi del sonno;
  • Perdita di interesse nelle attività abituali;
  • Ritiro da amici e familiari;
  • Tentativi di fuga;
  • Uso di alcool e droghe:
  • Trascuratezza nell’aspetto personale;
  • Assunzione di rischi non necessari;
  • Pensieri sulla morte e il morire;
  • Aumento dei disturbi fisici associati frequentemente a disagio emotivo, come mal di stomaco, mal di testa e stanchezza;
  • Perdita di interesse a scuola;
  • Sentimenti di tristezza e di noia;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Mancanza di piacere nel ricevere lodi;
  • Frasi tipo:  “Voglio uccidermi” o “Mi suiciderò”,  “Non sarò un problema per lungo tempo” o “Se mi succede qualcosa, voglio che tu sappia …”;
  • Regalare o buttare via i suoi oggetti preferiti;
  • Allegria ingiustificata dopo un periodo di depressione;
  • Espressione di pensieri bizzarri;
  • Tentativi o minacce di suicidio.

Cosa fare

Prendere sempre sul serio ogni segnale di allarme e parlarne con un terapeuta. Il trattamento varia a seconda dell’età del ragazzo, del suo stato di salute generale, della serietà dei suoi pensieri o del tentativo di suicidio, ecc. Una valutazione completa dell’adolescente e della famiglia contribuisce a prendere le migliori decisioni relative alle sue esigenze di trattamento. Le raccomandazioni terapeutiche possono riguardare una terapia individuale per l’adolescente, oppure una terapia familiare e,
se necessario, un ricovero prolungato per fornire all’adolescente un ambiente sorvegliato e sicuro.

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Prevenzione del suicidio

Il riconoscimento e l’intervento precoce nei disturbi psicologici adolescenziali  (gestione dell’ansia, dello stress e dei comportamenti aggressivi), così come nei comportamenti di abuso di sostanze è il modo più efficace per prevenire il suicidio.

I genitori conoscono il carattere dei figli, sanno che possono essere più o meno estroversi, ma ciò cui devono stare soprattutto attenti è il silenzio, il ritiro dalla vita sociale. Se si vede che il ragazzo cambia comportamento, diventa aggressivo oppure irritabile, facile al pianto, non bisogna lasciarsi sfuggire l’occasione di tentare di aprire un dialogo e soprattutto ascoltare, senza giudicare. E’ importante mantenere una comunicazione aperta, sia con il ragazzo sia con i suoi amici.

Dott.ssa Giuliana Proietti

 

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