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Dove sono finiti gli uomini “veri”? Riflessioni sulla mascolinità 

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Dove sono finiti gli uomini “veri”? Riflessioni sulla mascolinità 

Dove sono finiti gli uomini “veri”? Riflessioni sulla mascolinità 

Dove sono finiti gli uomini “veri”? Riflessioni sulla mascolinità 

Tariffe Psicoterapia

Un tempo, l’immagine dell’uomo era legata a valori come responsabilità, protezione, cavalleria, capacità di affrontare le sfide con assertività. L’uomo “macho” era colui che si prendeva cura della propria famiglia, lavorava sodo e corteggiava le donne. Oggi, molte donne lamentano la scomparsa di questa figura: l’uomo virile sembra essere diventato una rarità, sostituito da un modello più insicuro e confuso. In compenso i femminicidi crescono a un tasso spaventoso.

È colpa della Generazione Z?

Secondo alcune osservazioni, molti uomini della Generazione Z sembrano disorientati rispetto al proprio ruolo nelle relazioni e nella società. Sono descritti come “ragazzi molli”, spesso insicuri, che faticano a impegnarsi in relazioni serie e che talvolta sembrano più alla ricerca di una figura materna che di una compagna. Tuttavia, ridurre il fenomeno a un problema generazionale può essere semplicistico, dal momento che gli uomini non sono sempre stati “virili” nel senso classico del termine.

Una intervista sull'anorgasmia femminile

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Si pensi, ad esempio, agli etruschi: sembra che gli etruschi fossero uomini particolarmente attenti alla loro immagine, amanti del lusso e della bella vita, tanto da dedicare buona parte del loro tempo alla scelta dei tessuti, delle acconciature alla moda, dei gioielli preziosi e così via e che il loro rapporto con le donne fosse assolutamente paritario. I contemporanei li ritenevano uomini poco virili, soprattutto perché vivevano in una società molto paritaria, in cui anche le donne avevano il loro spazio, potevano uscire liberamente, mantenere il loro cognome anche da sposate, intraprendere attività commerciali.

Lo storico romano Tito Livio racconta, ad esempio, che la donna etrusca “esce spesso per essere esposta agli sguardi degli uomini senza arrossire”;  Aristotele afferma che “gli Etruschi banchettano con le loro mogli, sdraiati sotto la stessa coperta”, cosa che ai romani e ai greci sembrava scandalosa, poiché ai loro banchetti venivano ammesse solo le prostitute: le mogli dovevano stare presso il focolare. Gli Etruschi non beneficiavano dunque dei privilegi maschili che tradizionalmente erano conferiti, presso altri popoli, dall’ordine patriarcale. Questo li ha fatti considerare dai loro contemporanei, e non solo, degli uomini “molli”, con usanze e comportamenti non tipicamente mascolini. Dunque, la non virilità non è un comportamento esclusivamente moderno.

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Quali sono le caratteristiche dell’uomo moderno?

Secondo una ricerca di Mantorshift Research, il nuovo modello maschile si fonda su cinque qualità: empatia, inclusività, autenticità, consapevolezza di sé e intelligenza emotiva. Qualità che, sulla carta, appaiono desiderabili e che indicano un’evoluzione positiva. Tuttavia, nella realtà, molte donne riportano esperienze con partner che mancano di maturità emotiva, responsabilità e rispetto reciproco.

Gli stereotipi sugli uomini nei rapporti sentimentali sono reali?

Molte donne raccontano di uomini che reagiscono male ai rifiuti, che si aspettano relazioni sbilanciate, o che credono di “meritare” affetto e ammirazione solo in virtù di beni materiali o status. La delusione nasce dal fatto che queste aspettative non sono accompagnate da impegno reale nella relazione, né da una visione paritaria del rapporto di coppia.


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Perché molte donne scelgono la solitudine?

Sempre più donne preferiscono restare single piuttosto che affrontare relazioni insoddisfacenti. Desiderano un partner che le tratti come pari, ma incontrano spesso uomini che non sono disposti a condividere compiti, responsabilità o prospettive di crescita. In molti casi, viene riportata una mancanza di rispetto, empatia e collaborazione.

Leggi anche:  Gli uomini preferiscono ancora le vergini ?

Quali sono le conseguenze per gli uomini?

Alcuni uomini sembrano non rendersi conto del proprio disagio. Ironizzano sul fatto che le donne preferiscano restare single ma dietro a questi atteggiamenti apparentemente spiritosi si celano solitudine, frustrazione e difficoltà a costruire relazioni significative. 

È stato il femminismo a “uccidere” la mascolinità?

No. Il femminismo ha semplicemente promosso il rispetto e l’uguaglianza tra i generi. Non ha indebolito la mascolinità, ma ha messo in discussione modelli di potere obsoleti. È la società, con le sue dinamiche economiche e culturali, ad aver contribuito alla crisi dei ruoli. Grazie al femminismo, comunque, molti uomini non si vergognano più (come accadeva una volta), di piangere, di curarsi direttamente dei figli, di cucinare, di curare la propria estetica, ecc.

Fra loro, molti sono addirittura diventati piuttosto critici verso i classici valori maschili (portatori di guerra, competizione e dominio) ed hanno imparato a dominare l’aggressività, a rinunciare all’ambizione e alla carriera come valori assoluti, a mettere tra le loro priorità la partner e la famiglia, a partecipare al bene della comunità, e perfino a battersi per l’emancipazione della donna. Tra essi troviamo i militanti dei diritti umani, i pacifisti, gli ecologisti: uomini che hanno deciso di essere migliori, rinunciando ai tradizionali ruoli e comportamenti virili.

Come sono i giovani oggi?

Sicuramente appaiono meno virili rispetto agli uomini dei tempi passati, anche se per loro non si è trattato di una scelta consapevole: ciò dipende probabilmente dal fatto che le abilità tecniche manuali che hanno fatto la differenza fra i due generi nei tempi passati sono state ormai messe da parte, in favore di una società tecnologica che è sicuramente destinata ad implementarsi nei tempi futuri, e che ha più bisogno di conoscenza che di forza fisica. Oggi qualsiasi lavoro richiede basi di tecnologia, capacità di lavorare in team o in situazioni di stress, saper affrontare situazioni complesse, ecc, piuttosto che la forza muscolare o le abilità manuali. 

Ai giovani mancano modelli maschili positivi?

Molti ritengono di sì. I vecchi riferimenti – il padre presente, l’eroe onesto, il lavoratore instancabile – sono stati sostituiti da figure ambigue o superficiali: influencer, celebrità disimpegnate, politici autoreferenziali.

Qual è il rischio per la società?  

Relazione La sessualità femminile fra sapere e potere

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Convegno Diventare Donne
18 Marzo 2023, Castelferretti Ancona
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Il risultato è una generazione di uomini che fatica a costruire un’identità maschile sana, basata su rispetto, collaborazione e responsabilità. Speriamo che gli uomini del futuro sappiano riformulare una mascolinità più consona al nuovo linguaggio dei sessi, individuando nuovi codici per relazionarsi con le donne in modo paritario. Non è detto che tutto questo possa realizzarsi solamente in una società del futuro: forse basterebbe semplicemente prendere ispirazione dai “molli” etruschi.

Dr. Giuliana Proietti

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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

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