Erotismo nel 1700

Prostitute, perversioni e pubblico scandalo: anche tre secoli fa non si parlava d’altro, secondo una recente ricerca della University of Leeds e la letteratura erotica era già un’attività sociale 300 anni fa. Uno studio, durato tre anni, di Jenny Skipp. ha esaminato, catalogato e categorizzato tutti i testi di letteratura erotica pubblicati nel diciottesimo secolo in Gran Bretagna: si tratta di un campo particolarmente sorprendente, secondo la ricercatrice.

“Molti possono aver sentito parlare di Fanny Hill, ma nel diciottesimo secolo c’erano tantissime pubblicazioni erotiche.” E, contrariamente a quanto un suo studio precedente sembrava aver dimostrato, e cioè che queste pubblicazioni fossero per uso solitario, a casa, dietro una porta chiusa, la Skipps ha ora scoperto che esse erano tutt’altro che per uso privato. Si leggevano in pubblico, nei salotti come nelle coffee house. Alcuni testi avevano anche domande e risposte ed erano concepiti per essere utilizzati come passatempo per gruppi di soli uomini, che li leggevano insieme, con qualcuno che faceva le domande e gli altri che fornivano le risposte. Le donne in questi libri sono tutti personaggi subordinati: cortigiane, prostitute, ecc. Altri testi parlano di sessualità femminile, in particolare delle donne lascive dell’aristocrazia.

Era il periodo del Libertinismo, uno stile di vita che cercava il piacere come unico scopo da raggiungere, il massimo dell’edonismo. Questo materiale tuttavia non era disponibile solo fra le classi colte. I poveri infatti, sebbene non sapessero scrivere, sapevano leggere: secondo la Skipp a Londra, in quel periodo, circa il 70 per cento degli uomini sapeva leggere. I costi dei volumi erano alla portata di tutti, anche dei lavoratori delle classi sociali meno agiate.

Lo stile descrittivo è molto diverso dalla pornografia che troviamo oggi nei libri: è più divertente, più letterario e più legato ai temi della vita e della politica del tempo.

Intorno al 1770 gli adultèri divennero un passatempo molto apprezzato. Per ottenere il divorzio, il tradito doveva prima di tutto citare il rivale, per aver violato la sua ‘proprietà privata’, poi fare una domanda al Parlamento, che concedeva il divorzio. In queste storie erotiche c’è un gusto voyeuristico che privilegiava il gossip sulle persone di classe più elevata, fantasticando i dettagli dei litigi degli adulteri, delle separazioni, proprio come si fa oggi leggendo le storie dei VIP sui giornali scandalistici.

La produzione di romanzi erotici era ispirata a storie vere di persone appartenenti all’aristocrazia: scrittori, politici, attrici e, occasionalmente, anche persone legate alla monarchia. Mogli e amanti erano, in questi libri, sia celebrate che derise. I lettori del diciottesimo secolo erano affascinati da queste storie erotiche tanto quanto lo siamo noi oggi, specialmente quando si scopriva le persone ‘famose’ di cui si narravano le gesta avevano anch’esse uno scheletro nell’armadio.

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Insomma, nulla di nuovo sotto il sole.

Link: University of Leeds

Fonte: Medical News

Giuliana Proietti

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