La menzogna: scopi e significati
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Definizione
Alterazione o falsificazione verbale della verità, perseguita con piena consapevolezza e determinazione.
Giustificazioni della menzogna
Che la menzogna sia un comportamento naturale, quasi universale, lo si riconosceva già nella Bibbia, nell’espressione “omnis homo mendax” (Salmo 115, 11). Nel II libro della Repubblica, Platone considerava la menzogna come un rimedio, una medicina, da utilizzare nell’interesse della polis. Niccolò Machiavelli (Il Principe) sosteneva che l’uomo di governo doveva essere abile nel simulare e dissimulare, nell’unire l’astuzia alla forza, pur senza apparire spergiuro e mentitore.
In epoca più contemporanea la filosofa Hannah Arendt (Verità e politica) ha scritto che “La menzogna ci è familiare fin dagli albori della storia scritta. L´abitudine a dire la verità non è mai stata annoverata tra le virtù politiche e le menzogne sono state sempre considerate giustificabili negli affari politici”.
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La Arendt, per questi motivi, giustificava la dissimulazione, l’inganno e la menzogna, considerandoli strumenti legittimi per l’ottenimento di fini politici, specialmente se se la menzogna era rivolta contro un nemico («Pentagons Papers») .
Anche fra gli scienziati il parere sulla menzogna non è dissimile. L’etologo e biologo britannico Richard Dawkins scrive nel suo best seller “Il gene egoista” (1976): “continueremo a imbatterci nella menzogna, nell’inganno e nello sfruttamento egoistico della comunicazione ogni qualvolta gli interessi dei geni di individui diversi non coincidono. Questo vale anche tra individui che appartengono alla stessa specie”.
Come dire: quando gli interessi sono contrastanti, per raggiungere i propri scopi l’organismo sembra avere la sola strada della menzogna. La menzogna sarebbe dunque una capacità adattiva, una abilità personale che si contrappone alla cooperazione e alla perfetta lealtà fra individui, la quale è auspicabile, ma non sempre possibile e non sempre svolta per ragioni del tutto trasparenti.
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Intenzionalità della menzogna
Poiché la menzogna è un atto intenzionale, in quanto chi mente deve essere consapevole di modificare volutamente la realtà che conosce, richiede sempre la presenza di tre elementi:
a) la falsità del contenuto di quanto si è detto,
b) la consapevolezza di tale falsità,
c) l’intenzione di ingannare il destinatario del messaggio.
Menzogna sotto forma di omissione
Si può ingannare l’altro non solo attraverso la comunicazione di una falsità, ma anche mantenendo l’interlocutore nell’ignoranza (cioè privandolo di conoscenze vere). Per questo motivo l’inganno non consiste sempre in una comunicazione falsa, ma anche nella possibile omissione della comunicazione, così come quando si forniscono informazioni parziali o secondarie, mascherando la realtà, in modo che l’altro si faccia un’idea falsa della situazione.
Scopi della menzogna
La menzogna può essere divisa in tre grandi categorie, rispetto allo scopo:
a) per proteggere i sentimenti di un’altra persona (evitarle la delusione o altri sentimenti negativi a un’altra persona. In questo caso si parla di bugie bianche);
b) per evitare una punizione (proteggere se stessi da una possibile sanzione);
c) mentire a se stessi (attraverso il meccanismo difensivo della razionalizzazione, ossia dell’ invenzione di spiegazioni rassicuranti o funzionali, anche se non veritiere, per costringersi a vedere la realtà in una determinata ottica, positiva o negativa che sia).
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Menzogna e psicopatologia
Ci sono persone tuttavia che raccontano bugie gratuite, al solo scopo di dare sfogo alla propria fantasia, oppure perché non riescono a farne a meno, come ad esempio nella paranoia o nella psicopatia, così come in particolari sindromi, come in quella di Munchausen.
Controllo emotivo
Il comportamento menzognero cambia anche in base alle abilità sociali che il mentitore pensa di possedere; chi non riesce a controllare pienamente le sue emozioni tende a scegliere situazioni in cui non è in contatto visivo con l’interlocutore, ad esempio utilizzando la comunicazione in forma scritta, o attraverso il telefono. In ogni caso, chi non è molto esperto, mente con maggiore facilità quando non si sente osservato negli occhi, quando non si trova al centro dell’attenzione, o in locali troppo luminosi.
Ironia
Si può mentire anche ricorrendo al classico espediente dell’ironia, per cui la verità viene mascherata dalla battuta spiritosa e dallo scherzo: si dice la verità, ma dissimulandone la sua vera natura o entità.
La menzogna nei bambini
L’essere umano comincia a mentire già nell’infanzia, non appena acquisisce la capacità di produrre un pensiero astratto: per mentire infatti occorre sapersi distanziare dalle percezioni immediate e avere una certa capacità di inventare, di concepire qualcosa che non sia immediatamente e direttamente osservabile, ma che sia allo stesso tempo credibile, logico, verosimile.
Quando il bambini è ben consapevole della possibilità di ingannare gli altri attraverso la menzogna, questo può essere dovuto a un sentimento di inadeguatezza, più che al desiderio di imbrogliare.
I bambini sottoposti a una forte pressione, ad esempio riguardo al rendimento scolastico, possono utilizzare l’inganno come meccanismo di autodifesa per far fronte alle aspettative troppo elevate di genitori e insegnanti.
Per prevenire l’abitudine alla menzogna nel bambino è bene dare sempre il buon esempio (non si può pretendere la sincerità del bambino quando si è i primi a usare per i propri fini la menzogna e l’inganno), evitare di far sentire al bambino un eccesso di aspettative nei suoi confronti, insegnare che vincere non è tutto e che si può anche perdere, senza che venga messo in discussione l’amore incondizionato dei genitori, o il rispetto da parte degli insegnanti.
Dr. Walter La Gatta
Immagine:
Pixabay
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Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche e Umbria
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