Home » La “psicoterapia della dignità” ai pazienti terminali

1 thought on “La “psicoterapia della dignità” ai pazienti terminali

  1. Ho vissuto per circa un mese un’esperienza da “terminale” (poi il tumore si è rivelato benigno!). Passati due o tre giorni, l’idea della morte in sé viene accettata; non c’è paura, ma addirittura una strana e breve sensazione di eccitamento (incredibile). Quello che è insopportabile è l’atteggiamento delle persone attorno: vieni trattato da appestato. E’ quello che deprime maggiormente: non vedi un sorriso, ma solo facce lugubri. Per fortuna che è durata solo un mese. Comunque da mandare in terapia sono i sani non i malati.
    Davide

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