Quando Freud svenne, parlando di cadaveri (1909)

Racconta Jung:

“L’anno 1909 fu decisivo per i nostri rapporti. Ero stato invitato a tenere delle conferenze sugli esperimenti di associazione alla Clark University (Worcester, Mass.). Indipendentemente da me, anche Freud aveva ricevuto un invito e decidemmo di fare il viaggio insieme. Ci incontrammo a Brema, dove si unì a noi Ferenczi. A Brema capitò l’incidente dello svenimento di Freud, del quale si è tanto discusso. Fu indirettamente provocato da me, per il mio interesse per i “cadaveri delle paludi”. Sapevo che in certe regioni della Germania settentrionale si trovavano questi cosidetti “cadaveri delle paludi”: sono corpi di uomini preistorici che, o annegarono nelle paludi o vi furono seppelliti. L’acqua degli acquitrini nella quale giacciono i corpi contine acidi dell’humus, che consumano le ossa e nello stesso tempo conciano la pelle, si che questa e i capelli sono conservati perfettamente. Sostanzialmente si tratta di un processo di mummificazione naturale, nel corso del quale i corpi sono schiacciati sino ad appiattirsi sotto il peso della torba. Tali resti vengono occasionalmente ritrovati da scavatori di torba nello Holstein, in Danimarca e in Svezia.

Avendo letto di questi cadaveri di palude, me ricordai quando eravamo a Brema ma, essendo un poco frastornato, li confusi con le mummie delle cantine di piombo della città. Questo mio interesse diede sui nervi a Freud. Più volte mi chiese: “Perché ci tenete tanto a questi cadaveri”?

Si arrabbiò esageratamente, e a tavola, mentre conversavamo sull’argomento, improvvisamente svenne. In seguito mi disse di essere convinto che tutto questo chiacchierare di cadaveri significava che io avevo desideri di morte nei suoi riguardi. Fui più che sbalordito dalla sua interpretazione: ero allarmato specialmente per l’intensità delle sue fantasie, tanto forti che potevano, come era evidente, causargli uno svenimento.

Fonte: Carl Gustav Jung, Ricordi, sogni, riflessioni. ed. Rizzoli

Cosa successe a Freud? Diverse sono state le interpretazioni: uno svenimento ‘isterico’, perché malgrado la psicoanalisi avesse ormai 14 anni di vita, Freud non si era mai sottoposto a questo trattamento (anche se trascorse anni facendo auto-analisi). Il pensiero della morte poteva averlo in qualche modo turbato; seconda spiegazione è che avesse bevuto un po’ troppo e che quindi i cadaveri c’entrassero poco con lo svenimento; terza spiegazione fu che era rimasto colpito dal desiderio inconscio di morte da parte di Jung nei suoi riguardi (per Freud Jung era allora una sorta di ‘principe ereditario’ della psicoanalisi).
Il fatto è comunque davvero molto strano, ma il bello è che non è l’unico: la cosa si ripeterà ancora, in presenza di Jung, nel 1912.

Dott.ssa Giuliana Proietti

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