Quando la libreria di Freud scricchiolò

Quando la libreria di Freud scricchiolò

Freudiana

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Sopra: la libreria di Freud.

Nel Marzo 1909 Carl Jung, insieme alla moglie Emma andarono a trovare i Freud presso la casa di berggasse. Tra i due psicoanalisti c’era ancora grande spirito di collaborazione e anche confidenza, tanto che Jung aveva da poco confessato a Freud che Sabina Spielrein, la giovane russa, un tempo sua paziente e collaboratrice al lavoro sul test associativo, si era innamorata di lui.

L’ultima sera che i due trascorsero nello studio di Freud successe un incidente che li sbalordì entrambi.

Prima di raccontare quanto avvenne occorre precisare che Jung si interessava ai fenomeni spiritici e che aveva addirittura incentrato la sua tesi di laurea sull’osservazione di una sua parente, Helene Preiswerk, che fungeva da medium. Freud invece non era religioso e non credeva ai fenomeni spiritici.

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Jung così raccontò il fatto:

Avevo una strana sensazione. Era come se il mio diaframma fosse di ferro e si fosse arroventato, come una volta incandescente. E in quel momento vi fu un tale schianto nella libreria che era accanto a noi, che entrambi ci alzammo in piedi spaventati, temendo che potesse caderci addosso. Dissi a Freud: Ecco, questo è un esempio del cosiddetto fenomeno di esteriorizzazione catalitica’.

E Freud:

“Suvvia, questa è una vera sciocchezza!”

Nel racconto di Jung:

Ma no  – si sbaglia Herr Professor, e per provarglielo ora le predico che ci sarà un altro scoppio!” E infatti non avevo finito di dirlo che si udì nella libreria un altro schianto uguale al primo. Freud guardò Jung con grande stupore, ma non disse nulla.

(Jung, Ricordi, sogni, riflessioni, Rizzoli).

Rientrato a Zurigo, Jung scrisse a Freud:

Quando ho lasciato Vienna soffrivo di un senso di incompiutezza a causa dell’ultima sera passata insieme. Mi sembrava che lei avesse trovato davvero troppo stupida e forse anche sgradevole la familiarità da me dimostrata con gli spiriti“.

Freud confessò al collega svizzero che all’inizio era stato quasi tentato di accettare l’episodio come dimostrazione dell’esistenza dei fenomeni occulti…

Dopo la partenza di Jung tuttavia, tutta la sua credulità, o meglio, il suo desiderio di credere era ormai svanito, insieme alla ‘magia della presenza’ del collega.

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Dott.ssa Giuliana Proietti


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