1905: Tre saggi sulla Teoria Sessuale

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Freudiana

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Tre saggi sulla teoria sessuale, al di là di quello che farebbe pensare il titolo, è un libro abbastanza piccolo nel quale Freud espose la sue teorie sulla sessualità, che avrebbero poi avuto un’influenza straordinaria sulla cultura in generale e sulla scienza psicologica in particolare.

Le polemiche (e l’entusiasmo) che accolsero il breve volume di Freud erano principalmente dovute al secondo saggio, in cui si discute della sessualità nell’infanzia e nella adolescenza.

Al centro di questo libro c’è infatti la sessualità infantile;  Freud parla, come avevano fatto molti prima di lui, delle aberrazioni sessuali degli adulti, ma le collega a eventi inaspettati o anomali vissuti durante l’infanzia. Questa era la sostanziale novità del libro.

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Il primo saggio riguarda “Le perversioni sessuali”. Nel suo trattamento dell’omosessualità (per il quale usò il termine “inversione”), Freud contestò la teoria della degenerazione. Parlò invece di fattori innati o “costituzionali”, ai quali si doveva aggiungere l’impatto prodotto da cause accidentali vissuti durante l’infanzia.

Freud afferma: “sembra probabile che l’istinto sessuale sia in prima istanza indipendente dal suo oggetto” e sottolinea che bisogna distinguere tra tipi di perversione, a seconda che l’anomalia sessuale sia legata all’oggetto (come per l’omosessualità o alla zoofilia) o allo scopo, cioè alle attività che portano alla gratificazione sessuale.

Quanto all’omosessualità, Freud postula la presenza di una bisessualità anatomo-fisiologica e psichica che caratterizza ogni essere umano, dalla quale poi possono nascere scelte omosessuali o eterosessuali. Freud sostenne la sua argomentazione con il concetto delle pulsioni parziali: impulsi indipendenti, ciascuno associato a una zona erogena o a una fonte somatica, che non sono integrate fra loro. Si può così capire meglio perché numerose perversioni sono caratterizzate da comportamenti sessuali che coinvolgono preferenzialmente le zone erogene orali, e soprattutto anali: sono, cioè, il risultato di funzioni psichiche controllate da istinti infantili collegati a queste zone erogene.

Mentre i nevrotici reprimono il desiderio di gratificazione istintuale, l’anomalia della perversione negli adulti risiede nel fatto che le loro pratiche sessuali sono permanentemente e prevalentemente basate sulla soddisfazione di questi istinti.

Da questo ragionamento è emerso il concetto di Freud che “le nevrosi sono, per così dire, il negativo delle perversioni ”  idea che aveva precedentemente ripreso in una lettera a Fliess (24 gennaio 1897).

Le idee sviluppate nel primo saggio hanno portato logicamente alla trattazione del secondo, che parla della sessualità infantile.

Secondo saggio.  Ogni adulto è stato un bambino e, in linea di principio, dovrebbe essere in grado di ricordare l’infanzia in modo più che frammentario, ma la maggior parte non ne è capace. Secondo Freud l’amnesia infantile colpisce tutto ciò che riguarda la sessualità nell’infanzia e, a seguito della forte condanna morale che questa comporta, essa porta alla repressione o alla gratificazione attraverso la sublimazione.

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Freud propone un’idea molto audace e fertile che avrebbe portato a molti ulteriori sviluppi della psicoanalisi, sia teorici che clinici, e che avrebbe influenzato sia il suo pensiero successivo sia quello dei suoi successori.

L’attività di suzione osservata nel bambino, ad esempio, doveva essere considerata come il prototipo di ogni futura gratificazione sessuale. La suzione del pollice (o “succhiare sensuale”) non ha altro scopo che il piacere ed è separato, ma molto simile, al comportamento che il lattante ha per soddisfare il suo bisogno di nutrimento. Freud afferma esplicitamente che la gratificazione orale è un prototipo per ogni gratificazione sessuale, è piacevole in sé ed è autoerotica in quanto non richiede altro oggetto che il bambino stesso.

Le obiezioni all’idea della sessualità infantile divennero ancora più veementi con l’ulteriore dichiarazione di Freud che la suzione sensuale era di natura masturbatoria e fungeva da prototipo per tale gratificazione che, inoltre, si spostava, con la crescita, dalla zona labiale alla zona anale, e infine alla zona genitale.

Inoltre, Freud presenta in questo saggio un ulteriore concetto fondamentale. Il bambino, per il carattere diverso e polivalente delle zone erogene investite da pulsioni parziali e quindi interessato a vari mezzi di gratificazione, può essere definito un “perverso polimorfo”. Ovviamente, Freud non intende che il bambino diventerà perverso da adulto; al contrario, questo è semplicemente il fondamento della normale traiettoria dello sviluppo psicosessuale. La perversione negli adulti, infatti, è caratterizzata dalla persistenza anormale delle caratteristiche infantili. Nel cosiddetto sviluppo normale, i genitali diventano la zona erogena dominante, altre zone erogene diventano subordinate ad essa, e a questo segue l’integrazione delle fonti di eccitazione sessuale e delle modalità di soddisfazione sessuale.

Terzo saggio. Il terzo saggio è intitolato ‘Le trasformazioni della pubertà’ e parla dello spostamento delle pulsioni ‘parziali’, cioè limitate a determinate zone erogene del corpo, ad un oggetto sessuale completo (cioè un partner), consentendo così il passaggio dal piacere individuale (autoerotismo) al piacere al servizio della procreazione.

Nell’edizione del 1905, questo saggio poteva sembrare meno originale della sezione precedente. Tuttavia, Freud esaminava tre temi centrali della psicoanalisi: l’economia libidica dell’inizio della pubertà, la sessualità femminile e maschile e le relazioni oggettuali.

Dice Freud: “devo insistere sul fatto che una sensazione di tensione implica necessariamente dispiacere” e la stessa attività che cerca di diminuire la tensione è percepita come un piacere.  Come intendere, allora, la ricerca dell’eccitazione sessuale, che comunemente caratterizza ogni atto sessuale (compresi i preliminari) prima di culminare nell’orgasmo e nel rilassamento? Il problema,  rimase senza soluzione nell’edizione del 1905 e  sarà risolto solo molto più tardi, in opere come “Il problema economico del masochismo” (1924), in cui Freud tornò sull’argomento.

Un secondo tema discusso nel terzo saggio in una sezione intitolata “La differenziazione tra uomini e donne”, riguarda la sessualità delle bambine, che per Freud è di carattere “interamente maschile”, dal momento che la libido “è invariabilmente e necessariamente di natura maschile, sia che si manifesti negli uomini sia nelle donne”.

Il clitoride è il luogo del piacere masturbatorio per le bambine. Nella donna, il clitoride può essere visto come l’organo del piacere preliminare che trasmette l’eccitazione alle “parti femminili adiacenti”, scrive Freud, “proprio come – per usare una similitudine – trucioli di pino possono essere accesi per dare fuoco a un ceppo di legno più duro”. La sessualità femminile fu ripresa anche in altre pubblicazioni successive, come in Nuove lezioni introduttive alla psicoanalisi (1933), scatenando considerevoli e vivaci polemiche sulla natura della sessualità femminile.

Un altro tema trattato nel terzo saggio riguardava “Il ritrovamento di un oggetto” durante le trasformazioni della pubertà. Alla sessualità infantile, che supponeva essenzialmente autoerotica, opponeva la sessualità oggettuale sviluppata durante la pubertà. L’oggetto primario, il seno materno, è ormai da tempo perduto, cosicché l’investimento libidico nel partner sessuale dopo la pubertà è di fatto una “riscoperta”.

Passò poi a considerare l’angoscia infantile e la “barriera contro l’incesto” che vieta i rapporti sessuali tra bambino e genitore. Freud stabilì chiaramente qui quello che, a partire dal 1910, chiamò il “Complesso di Edipo .” I Tre Saggi si conclude con il riassunto di Freud dei temi principali del libro.

Nel 1923 (L’organizzazione genitale infantile) scrisse: “Il Lettore del mio Tre Saggi sulla Sessualità saprà che non ho mai intrapreso alcun rimodellamento completo di quell’opera nelle sue edizioni successive, ma ho mantenuto la disposizione originale e mi sono tenuto al passo con i progressi fatti nelle nostre conoscenze per mezzo di interpolazioni e alterazioni in il testo. Così facendo, può essere spesso accaduto che ciò che era antico e ciò che era più recente non ammettessero di fondersi in un tutto assolutamente non contraddittorio».

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tre saggi sulla teoria sessualeIl libro ebbe un’accoglienza gelida e distaccata, soprattutto perché non veniva accettata dalla comunità scientifica la teoria della sessualità infantile.

Per dovere di cronaca va tuttavia ricordato che il materiale utilizzato da Freud in questo libro circolava già liberamente nell’ambiente scientifico dell’epoca, specialmente dopo la pubblicazione della Psychopathia sexualis di Krafft-Ebing.

I termini autoerotismo, zone erogene e libido non sono invenzioni freudiane, ma termini già in uso nella sua epoca. La principale originalità di Freud fu di sintetizzare idee e concetti che per la maggior parte erano sparsi o parzialmente organizzati, e di applicarli direttamente alla psicoterapia.

Consulta: Sigmund Freud TRE SAGGI SULLA TEORIA SESSUALE (1905) in Opere Boringhieri

Fonti bibliografiche:
Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Boringhieri
Galimberti, Dizionario di psicologia, De Agostini

Dott.ssa Giuliana Proietti

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