1908 Congresso di Salisburgo – La psicoanalisi trova una casa e un futuro
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A più di un secolo di distanza, l’incontro di Salisburgo continua a essere ricordato come l’atto fondativo di una nuova visione dell’essere umano: non più soltanto corpo e ragione, ma anche desiderio, conflitto, simbolo e sogno. In quell’aprile del 1908, un piccolo gruppo di pionieri decise di dare voce all’inconscio. Da quel momento, la psicoanalisi non sarebbe più rimasta soltanto una teoria, ma sarebbe diventata una pratica, un linguaggio e una lente per comprendere l’animo umano.
Cerchiamo di saperne di più.
La scelta di Salisburgo
Il 27 aprile 1908, a Salisburgo, si tenne il Primo Congresso di Psicoanalisi Internazionale. L’incontro, organizzato da Sigmund Freud e dai suoi primi collaboratori, rappresentò il momento in cui la psicoanalisi, fino ad allora diffusa solo in ristretti circoli viennesi, iniziò a configurarsi come un movimento scientifico autonomo e internazionale.
L’iniziativa nacque in un clima di fermento intellettuale, ma anche di isolamento accademico. Freud, ancora visto con sospetto da gran parte della comunità medica europea, trovò nel giovane psichiatra svizzero Carl Gustav Jung un interlocutore entusiasta e influente.
Fu proprio Jung, che allora lavorava al Burghölzli di Zurigo, a proporre la città di Salisburgo come sede del congresso, punto di incontro geografico tra Vienna e Zurigo.
L’incontro ebbe luogo presso l’Hotel Bristol e riunì figure che avrebbero segnato in modo indelebile la storia del pensiero psicologico: oltre a Freud e Jung, erano presenti tanti psicoanalisti che poi sarebbero diventati famosi, come Karl Abraham, Sándor Ferenczi, Ernest Jones, Otto Rank, Eduard Hitschmann e Max Eitingon.
L’organizzazione del Congresso
Freud sembrava poco interessato ad assumere l’incarico di Presidente del Congresso, perché gli sembrava che se fosse stato un altro a farlo, una persona autorevole, la psicoanalisi ci avrebbe sicuramente guadagnato. Per questo scrisse a Jung: “Il Congresso di Salisburgo sarebbe un grande onore per me; ma immagino che sarei di impiccio e che perciò non verrò indicato”. Jung rispose: “Lei si sbaglia di grosso se pensa che noi le permetteremo di mancare a Salisburgo o a Innsbruck!”.
I protagonisti
Ernest Jones. Arrivò a Salisburgo il giorno prima che iniziasse il Congresso. Quando varcò la soglia dell’Hotel Bristol si sentì “distintamente nervoso in quanto ultimo arrivato, relativamente parlando, fra un gruppo numeroso di persone che si conoscevano già”. Jones aveva allora 29 anni e fu presentato a Freud da Jung la sera prima del Congresso. Jones conosceva già i libri di Freud, che aveva iniziato a leggere a Londra. “Mi impressionò molto che a Vienna ci fosse un uomo realmente capace di ascoltare ogni singola parola detta dai suoi pazienti… Non avevo mai sentito di qualcun altro che lo facesse”.
Ernest Jones descrisse i colleghi di questo Congresso: “tutti medici, in maggioranza seri professionisti, ed è vero che portavano un capotto più ampio ed un cappello a tesa più larga di quelli che si vedevano di solito a Zurigo, Londra o Berlino… Ma si trattava di una moda comune a Vienna”.
Tuttavia, ebbe a dire Jones, “erano decisamente piccolo-borghesi e non possedevano l’educazione e la classe cui ero abituato a Londra”.
Lo stesso Jung li aveva descritti a Jones come ‘un branco di intellettuali degenerati che fanno poco onore a Freud”. (Fonte: R.W. Clark, Freud, Rizzoli)
Karl Abraham. Abraham era uno psichiatra tedesco che aveva lavorato al Burghölzli sotto la direzione di Bleuler e Jung e che aveva ora aperto uno studio psicoanalitico a Berlino. Jung era geloso di lui, perché Freud mostrava avere una certa predilezione verso Abraham e non ne faceva mistero.
Una volta Freud scrisse a Jung: ” Sin dall’inizio sono stato molto ben disposto verso Abraham perché affronta di petto il problema della sessualità” sottintendendo che gli avrebbe fatto piacere vedere in Jung lo stesso interesse. (S. Freud – lettere fra Freud e Jung 1906-1913, Boringhieri).
Quando, dopo un lungo rapporto epistolare Freud conobbe personalmente Abraham, lo trovò inibito. “Penso che non riesca a rilassarsi perché lo tormentano incertezze che conosco fin troppo bene: è ebreo e si preoccupa per il suo futuro” ebbe a dire di lui Freud.
Sandor Ferenczi. Ferenczi aveva conosciuto Freud due mesi prima del Congresso di Salisburgo. Era un neurologo ungherese di 35 anni, il quale passò completamente dalla parte di Freud dopo il Congresso, introducendo in Ungheria le teorie freudiane, tra il sarcasmo dei colleghi. Eugen
Eugen Bleuler. Bleuler, direttore dell’ospedale psichiatrico Burghölzli di Zurigo era presente al Congresso di Salisburgo, ma decise di non presiedere l’assemblea, come Freud avrebbe voluto. Questo onore fu offerto a Alfred Adler.
Abraham Brill. Brill aveva appena finito di tradurre in inglese l’ultimo libro di Jung sulla schizofrenia, Psicologia della Dementia Praecox, e aveva dichiarato che senza dubbio dopo Freud quell’opera andava a gettare le fondamenta della moderna psichiatria interpretativa. Lui era l’allievo di Freud che avrebbe dovuto introdurre in America i concetti della psicoanalisi.
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Piccole e grandi rivalità
In questo Congresso molti dei ‘viennesi’ che avevano difeso la psicoanalisi nel 1902, ora guardavano con sospetto il gruppo di Zurigo, gli ultimi arrivati, cui Freud conferiva una posizione di enorme prestigio.
In particolare, Jung e Abraham non si piacevano e non si sarebbero mai piaciuti.
Freud ammonì Abraham: “Sia tollerante e non dimentichi che seguire il mio pensiero è davvero più facile per lei che per Jung, perché innanzi tutto lei è completamente indipendente, e poi i legami di razza la rendono più vicina alla mia costituzione intellettuale, mentre lui è cristiano e figlio di un pastore: può cercare di raggiungermi solo lottando contro grosse resistenze interne. Per questo la sua adesione è ancora più preziosa. Stavo quasi per dire che è solo da quando è entrato in scena lui che la psicoanalisi non corre più il rischio di diventare un affare di stato fra ebrei”.
Ed ancora, sulla razza: “Immagino che l’antisemitismo svizzero represso sia stato a me risparmiato e diretto con maggiore forza contro di lei. Ma penso che se noi ebrei vogliamo collaborare con altre persone dobbiamo sviluppare un po’ di masochismo, prepararci a sopportare una certa dose di ingiustizia. Non c’è altro modo di lavorare insieme… Ah, perché non riesco ad avervi tutti e due, lei con la sua dedizione e Jung con il suo entusiasmo?” (Ernest Jones, Vita e Opere di Freud).
L’obiettivo e lo spirito del Congresso
Il Congresso di Salisburgo non fu un semplice simposio accademico, ma un atto di fondazione. L’intento era duplice: consolidare la psicoanalisi come disciplina autonoma e creare una rete di studiosi in grado di diffonderne le idee oltre i confini austriaci. Si trattava, in altre parole, di dare alla psicoanalisi una legittimità scientifica e istituzionale, superando le resistenze del mondo medico tradizionale. Il clima dell’incontro fu intensamente collaborativo, ma anche carico di tensioni latenti.
Freud, consapevole del valore rivoluzionario della propria teoria della sessualità e dell’inconscio, trovava in Jung un alleato strategico: giovane, protestante, svizzero e dotato di carisma accademico, poteva rappresentare la via d’accesso per far accettare la psicoanalisi al mondo universitario europeo.
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Le relazioni presentate
Il Congresso cominciò alle otto del mattino di lunedì 27 Aprile 1908. Presso una sala dell’Hotel Bristol erano seduti 42 uomini, in maggioranza austriaci, fra i quali c’erano i maggiori allievi di Freud.
Furono presentate sei relazioni, fra le quali una di Freud, che riportava estratti di un caso clinico di un celebre paziente, ‘l’uomo dei topi’. Freud fu il primo a parlare. Fu un discorso fatto a bassa voce, con tono discorsivo.
Parlò dalle otto alle undici, sebbene fosse previsto l’intervento di un’ora. I colleghi però lo invitarono a continuare e così il discorso continuò fino alle 13.00. Parlò soprattutto dell’ ambivalenza, di odio e amore nei confronti della stessa persona e della precoce separazione dei due atteggiamenti che in genere risulta da una repressione dell’odio. A tale separazione di regola fa seguito una reazione all’odio, sotto forma di insolita tenerezza e orrore per la violenza. Questo è almeno il resoconto che ne fece Ernest Jones.
Karl Abraham parlò invece di schizofrenia, in pieno accordo con la visione di Freud, affermando che questa malattia aveva cause psichiche e risultava da un blocco massiccio dei processi sensoriali.
Jung andò invece contro-corrente: imputò infatti la schizofrenia alla presenza di tossine nel cervello, facendola quasi esulare dalle competenze della psicoanalisi.
Dopo il Congresso
In una lettera alla moglie, Freud scrisse che il Congresso era stato un ‘grande successo’. Sebbene gli atti del congresso non siano stati pubblicati integralmente, le lettere e i diari dei partecipanti restituiscono l’atmosfera di entusiasmo e di scoperta che pervase la giornata. Freud, in una lettera a Ferenczi, scrisse di aver avuto l’impressione che “la psicoanalisi avesse finalmente trovato una casa e un futuro”.
Il Congresso di Salisburgo segnò l’inizio della Comunità Psicoanalitica Internazionale. Pochi mesi dopo nacque la Rivista internazionale di psicoanalisi (Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschungen), diretta da Jung con la supervisione di Freud.
L’anno successivo, nel 1909, Freud, Jung e Ferenczi furono invitati a presentare le loro teorie alla Clark University negli Stati Uniti, evento che diede alla psicoanalisi una risonanza mondiale.
Quanto a Jung, dopo il Congresso Freud gli disse: “Non ho dubbi che dopo essersi allontanato da me di qualche passo Lei riuscirà ad imboccare la via del ritorno, e insieme potremo andare lontano. Non saprei spiegarle il motivo di questa certezza; probabilmente nasce da ciò che provo mentre la guardo”.
Jung, in realtà, pur affascinato dal pensiero freudiano, iniziava già a distanziarsene su temi cruciali come la centralità della sessualità e la concezione dell’inconscio. Le divergenze si sarebbero trasformate, pochi anni dopo, nella celebre rottura tra Freud e Jung (1913), che avrebbe dato vita a due scuole di pensiero distinte: la psicoanalisi freudiana e la psicologia analitica junghiana.
Dr. Giuliana Proietti
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Fonti principali:
R.W. Clark, Freud, Rizzoli
E. Jones, Vita e opere di Freud, Garzanti
S. Freud-C. Jung, Lettere fra Freud e Jung 1906-1913, Boringhieri
Donn, Freud e Jung, Leonardo
Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Boringhieri
Dr. Giuliana Proietti - Videopresentazione
Immagine:
Sala dell’Hotel Bristol di Salisburgo

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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