1908 Il Congresso di Salisburgo

Il Congresso di Salisburgo sarebbe un grande onore per me; ma immagino che sarei di impiccio e che perciò non verrò indicato” scrisse Freud a Jung, il quale rispose: “Lei si sbaglia di grosso se pensa che noi le permetteremo di mancare a Salisburgo o a Innsbruck!”.Freud sembrava poco interessato ad assumere l’incarico di Presidente, perché gli sembrava che se fosse stato un altro a farlo, una persona autorevole, la psicoanalisi ci avrebbe sicuramente guadagnato.

Il Congresso si fece poi a Salisburgo e cominciò alle otto del mattino di lunedì 27 Aprile 1908. Si teneva all’Hotel Bristol, dove erano seduti 42 uomini, in maggioranza austriaci, fra i quali c’erano i maggiori allievi di Freud, come Jung, Ferenczi, Jones, Brill, Abraham. Inoltre, c’era Eugen Bleuler, il personaggio di rispetto che Freud avrebbe visto bene come Presidente dell’assemblea, onore che fu invece offerto ad Alfred Adler.

Ernest Jones ce li descrive come ‘tutti medici, in maggioranza seri professionisti, ed è vero che portavano un capotto più ampio ed un cappello a tesa più larga di quelli che si vedevano di solito a Zurigo, Londra o Berlino… Ma si trattava di una moda comune a Vienna”. Tuttavia, continua Jones, “erano decisamente piccolo-borghesi e non possedevano l’educazione e la classe cui ero abituato a Londra’. Jung li aveva descritti a Jones come ‘un branco di intellettuali degenerati che fanno poco onore a Freud”. (Fonte: R.W. Clark, Freud, Rizzoli)

Molti dei ‘viennesi’ avevano difeso la psicoanalisi nel 1902, ma ora guardavano con sospetto il gruppo di Zurigo, gli ultimi arrivati, cui Freud conferiva una posizione di enorme prestigio.Furono presentate sei relazioni, fra le quali una di Freud, che riportava estratti di un caso clinico di un celebre paziente, ‘l’uomo dei topi’. In seguito questo Convegno sarebbe stato ricordato come il Primo Congresso Internazionale di Psicoanalisi. Freud fu il primo a parlare. Fu un discorso fatto a bassa voce, con tono discorsivo. Parlò dalle otto alle undici, sebbene fosse previsto l’intervento di un’ora. I colleghi però lo invitarono a continuare e così il discorso continuò fino alle 13.00. Parlò soprattutto dell’ ambivalenza, di odio e amore nei confronti della stessa persona e della precoce separazione dei due atteggiamenti che in genere risulta da una repressione dell’odio. A tale separazione di regola fa seguito una reazione all’odio, sotto forma di insolita tenerezza e orrore per la violenza. Questo è almeno quello che ci riferisce Ernest Jones.

Karl Abraham parlò poi di schizofrenia, in pieno accordo con la visione di Freud, affermando che questa malattia aveva cause psichiche e risultava da un blocco massiccio dei processi sensoriali. Jung andò invece contro-corrente: imputò infatti la schizofrenia alla presenza di tossine nel cervello, facendola quasi esulare dalle competenze della psicoanalisi. Jung e Abraham non si piacevano e non si sarebbero mai piaciuti.In una lettera alla moglie, Freud scrisse che il Congresso era stato un ‘grande successo’.

Quanto a Jung, dopo il Congresso Freud gli disse: “Non ho dubbi che dopo essersi allontanato da me di qualche passo Lei riuscirà ad imboccare la via del ritorno, e insieme potremo andare lontano. Non saprei spiegarle il motivo di questa certezza; probabilmente nasce da ciò che provo mentre la guardo”.

Fonti:
R.W. Clark, Freud, Rizzoli
E. Jones, Vita e opere di Freud, Garzanti
S. Freud-C. Jung, Lettere fra Freud e Jung 1906-1913, Boringhieri
Donn, Freud e Jung, Leonardo
Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Boringhieri

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Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Immagine:
Sala dell’Hotel Bristol di Salisburgo

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