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Author: Dr. Walter La Gatta

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L'Analisi Transazionale: un modello teorico e un metodo terapeutico

L’Analisi Transazionale: un modello teorico e un metodo terapeutico

L’Analisi Transazionale: un modello teorico e un metodo terapeutico

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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L’Analisi Transazionale (AT) è un modello teorico e un metodo terapeutico sviluppato da Eric Berne negli anni ’50, concepito per studiare e migliorare le dinamiche relazionali e la comunicazione tra le persone. Questo modello combina elementi della psicologia comportamentale e psicodinamica e si focalizza sulle modalità di interazione tra gli individui, fornendo strumenti per comprendere e cambiare i modelli di comportamento che limitano il benessere personale e relazionale. Cerchiamo di saperne di più.

Cos’è l’Analisi Transazionale?

L’analisi transazionale (o AT, come viene spesso chiamata) è un modello psicologico sviluppato negli anni ’60 da Eric Berne. Si basa su due nozioni: vi sono tre parti o “stati-ego” nella “personalità” ed esse sono in relazione tra loro attraverso le “transazioni”. L’AT è un modello molto utilizzato anche in psicoterapia, ma soprattutto si tratta di una concezione dell’essere umano che nasce da una filosofia positiva, in cui ogni persona è fondamentalmente “O.K.”

Da cosa deriva il nome?

Il nome deriva da “transazione” cioè “scambio”.

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Dal 2002 parole che curano, orientano e fanno pensare.

Quali sono le basi teoriche dell’analisi transazionale?

L’Analisi Transazionale parte dal presupposto che ogni persona ha una propria struttura di personalità composta da tre stati dell’Io, definiti come:

Il Genitore è un insieme di registrazioni di eventi vissuti durante l’infanzia, nei primi cinque anni di vita, cioè prima della nascita sociale dell’individuo; ciò che è contenuto nello stato Genitore è stato registrato per così dire ‘in diretta’, senza mediazioni, senza spiegazioni o commenti. Nello stato del Genitore vengono registrate anche situazioni esterne gestite da adulti, come ad esempio le prime esperienze scolastiche, in cui gli adulti importanti sono gli insegnanti e non i genitori. Rappresenta quindi il sistema di valori, norme e atteggiamenti acquisiti principalmente dai genitori e dalle figure autoritarie durante l’infanzia. Questo stato si suddivide in due sotto-stati:

– Genitore Affettivo: Attitudini di protezione, sostegno e accoglienza.
– Genitore Normativo: Attitudini di controllo, giudizio e direttive comportamentali.

L’Adulto è la parte della personalità che elabora, come un computer, le informazioni che gli si danno, producendo risposte assolutamente logiche e razionali; questo stato comincia a nascere verso i dieci mesi, quando il bambino inizia a muoversi autonomamente e a fare esperienze personali. Sin dai primi anni di vita compito dell’Adulto è quello di verificare i dati registrati nel Genitore e nel Bambino, valutandone l’importanza e la veridicità al momento attuale, per poi accettarli o rifiutarli. L’Adulto è dunque la parte razionale e logica della personalità, che si basa sull’analisi oggettiva delle situazioni e risponde in modo adeguato e realistico. È lo stato che gestisce i dati di realtà, senza farsi influenzare da emozioni o giudizi preconfezionati.

Il Bambino rappresenta la parte più emotiva e spontanea della personalità; in questo stato vengono registrate le sensazioni interne del bambino nelle sue relazioni con l’ambiente ed in particolare i sensi di inferiorità causatigli dai rapporti con gli adulti. Lo stato dell’Io Bambino rappresenta dunque le emozioni, le reazioni spontanee e i bisogni che si sono sviluppati durante l’infanzia. Anch’esso è diviso in due sotto-stati:

– Bambino Libero: La parte creativa, curiosa e gioiosa del sé, caratterizzata dalla spontaneità.
– Bambino Adattato: La parte che si conforma alle aspettative esterne, spesso per ricevere approvazione o evitare il conflitto.

Questi stati dell’Io influenzano il modo in cui ci relazioniamo con gli altri, creando specifici modelli di comunicazione chiamati “transazioni”.

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Le caratteristiche dei diversi stati dell’Io sono positive o negative?

Ogni stato dell’Io presenta caratteristiche positive e negative: : il Bambino, ad esempio, è fonte di energia positiva a causa della sua spontaneità, gioia, capacità intuitive, amore per l’immaginazione, il gioco, la musica etc., ma a volte, come del resto accade anche ai bambini, questo stato dell’Io, sperimenta sensi di inferiorità nei confronti degli adulti, oppure paura, insicurezza.

Come avviene la comunicazione secondo l’Analisi Transazionale?

La comunicazione, secondo l’Analisi Transazionale, avviene attraverso delle transazioni che possono essere di tre tipi principali:

– Transazioni Complementari: Si verificano quando due persone si relazionano con stati dell’Io che si supportano reciprocamente. Ad esempio, una persona che si esprime dallo stato dell’Io Adulto riceve una risposta dall’Adulto dell’altro interlocutore, mantenendo una comunicazione logica e chiara.

– Transazioni Incrociate: Avvengono quando la risposta non è diretta allo stato dell’Io che ha iniziato la comunicazione. Un esempio classico è quando un Adulto cerca di discutere razionalmente con qualcuno che risponde dal Genitore Normativo o dal Bambino, generando un’interazione conflittuale.

– Transazioni Ulteriori: Sono transazioni complesse, in cui un messaggio apparentemente chiaro nasconde un significato implicito, solitamente carico di ambiguità emotiva. Questo tipo di comunicazione è spesso presente in dinamiche conflittuali e manipolatorie.

Le transazioni incrociate e ulteriori sono spesso alla base dei conflitti interpersonali, poiché rivelano una disconnessione tra le intenzioni comunicative e le risposte ricevute. L’Analisi Transazionale mira a identificare e trasformare questi schemi problematici, favorendo comunicazioni più efficaci e sane.

Come si fa a restare sempre nello stato adulto?

Un Adulto forte si realizza ad esempio imparando a individuare il proprio Bambino, i suoi punti vulnerabili, le sue paure, i modi principali in cui esprime questi stati d’animo ed anche imparando a individuare il proprio Genitore, le sue ammonizioni, le sue ingiunzioni, i suoi atteggiamenti fissi, ed i modi in cui esprime tali ammonizioni e ingiunzioni. Mostrandosi sempre disponibili al Bambino degli altri, parlando a quel Bambino, carezzandolo, proteggendolo, cercando di comprendere i suoi sensi di inferiorità ma anche il suo bisogno di espressione creativa.

Cosa sono i “giochi psicologici”?

Sono schemi di interazione ripetitivi e disfunzionali che le persone adottano per soddisfare inconsciamente bisogni emotivi, spesso in modo disfunzionale. Berne descrive i giochi psicologici come sequenze prevedibili di interazioni, in cui una persona decide di assumere un ruolo specifico (come vittima, persecutore o salvatore) per ottenere una reazione altrettanto prevedibile dall’altro. Questi giochi si concludono quasi sempre in modo negativo, poiché rispondono a bisogni insoddisfatti e confermano convinzioni limitanti.

Un esempio comune è il “triangolo drammatico” descritto da Stephen Karpman, che coinvolge i ruoli di persecutore, vittima e salvatore. Questo schema, in cui le persone si spostano tra questi ruoli, tende a ripetersi in molte relazioni, portando a dinamiche manipolatorie e disfunzionali.

Cosa sono i “copioni di vita”?

Sono narrazioni inconsce su se stessi e sul proprio futuro, formate durante l’infanzia e alimentate dalle relazioni familiari e sociali. Questi copioni orientano le scelte e i comportamenti personali, spesso in modo autodistruttivo o limitante, poiché si basano su credenze interne su ciò che si merita o sulle capacità di successo.

Dr. Walter La Gatta

Cosa sono le “carezze” nell’AT?

Nel linguaggio dell’A.T. i modi premurosi con i quali dobbiamo trattare le nostre parti O.K. della personalità (tutti ne abbiamo) si chiamano carezze. Le carezze non devono considerarsi un inutile spreco di energie: le carezze che riceviamo dagli altri ( sorrisi, strette di mano, regali, carezze fisiche, attenzioni particolari) sono importanti in quanto soddisfano il nostro bisogno di ricevere rinforzi e stimolazioni, ma forse ancor di più sono indispensabili le carezze interne, cioè quelle che partono dal nostro pensiero, dalla rievocazione di scene positive, dalle nuove idee o dalle fantasie.

L’individuo, quando riceve delle carezze, sia interne che esterne, le gradisce e le utilizza nello stesso modo: ecco perché non dovremmo stare sempre ad aspettare il riconoscimento degli altri, ma cercare di farci coraggio da soli, tentando di mantenere il nostro equilibrio psichico, ‘carezzandoci internamente’. Come si può tradurre tutto ciò in fatti? Ad esempio concedendosi nella giornata dei momenti per ascoltare buona musica, vedere un bel film, visitare un luogo interessante, ecc.

Secondo l’Analisi Transazionale tutti gli individui hanno una personalità positiva, che a volte emerge con facilità, mentre altre volte necessita di aiuto : le parti buone all’interno vanno cercate e trovate, ma poi anche curate, nutrite, ‘carezzate’. Questo tipo di ricerca interiore coinvolge la persona e la illumina in un produttivo processo di auto-realizzazione personale.

Le carezze vanno date anche agli altri. Presupposto della teoria è infatti che non solo Io sono O.K., ma anche tu sei O.K. Partendo da questo punto di vista, quando si ha a che fare con un’altra persona, si dovrebbe sempre cercare di individuare le sue parti O.K.

Quali sono le applicazioni pratiche dell’Analisi Transazionale?

L’Analisi Transazionale trova applicazioni in diversi ambiti, dalla terapia individuale e di coppia alla consulenza aziendale, grazie alla sua flessibilità e alla capacità di aiutare le persone a capire e migliorare i propri modelli comunicativi. Nei percorsi psicoterapeutici l’Analisi Transazionale aiuta le persone a identificare i propri giochi psicologici e copioni di vita, favorendo un cambiamento delle dinamiche inconsce che influenzano negativamente la loro vita.

Nei contesti professionali, l’Analisi Transazionale può essere utile per migliorare la comunicazione tra colleghi e il clima lavorativo, riducendo i conflitti interpersonali. 

Quali novità positive ha portato l’Analisi Transazionale?

Tra i principali benefici dell’Analisi Transazionale vi è la sua accessibilità e semplicità, poiché i concetti di Genitore, Adulto e Bambino sono intuitivi e facilmente comprensibili anche ai non ‘iniziati’ al linguaggio psicologico.

Quali sono i limiti?

Alcuni critici sostengono che la categorizzazione in stati dell’Io possa essere troppo semplicistica, riducendo la complessità della psiche umana. Inoltre, l’AT può non essere sufficiente in contesti terapeutici che richiedono interventi più approfonditi, come nel caso di disturbi psicologici gravi o traumi profondi.

Dr. Walter La Gatta

Terapia di Coppia

Dr. Walter La Gatta

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Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
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  • 4 Nov 2024
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Identità di genere e Orientamento sessuale

Identità di genere e Orientamento sessuale

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Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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L’identità di genere è uno degli aspetti più complessi e discussi dell’identità personale. Si tratta della percezione che una persona ha di sé rispetto al proprio genere: questa non sempre corrisponde al sesso biologico assegnato alla nascita e può variare lungo un continuum. Cerchiamo di saperne di più.

Cosa è l’identità di genere?

L’identità di genere si riferisce all’esperienza interna e individuale di sentirsi maschio, femmina, entrambi o nessuno dei due, e non è necessariamente legata all’aspetto fisico o al sesso biologico. Secondo l’American Psychological Association (APA), l’identità di genere è “l’esperienza di sé come appartenente a un determinato genere”, e può essere in linea con il sesso assegnato alla nascita oppure divergente. Tale identità si manifesta a livello individuale e può cambiare nel tempo, in risposta a esperienze e a una maggiore consapevolezza di sé.

Perché è difficile definire l’identità di genere?

Perché, malgrado i tanti studi condotti in materia, è ancora difficile definirla in modo oggettivo, senza lasciarsi condizionare da pregiudizi o limiti culturali.

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Chi sono i cisgender?

Sono persone la cui identità di genere corrisponde al sesso biologico assegnato alla nascita.

Chi sono i transgender?

Sono persone che non si riconoscono nella corrispondenza fra identità di genere e sesso biologico assegnato alla nascita. Gli individui transgender possono scegliere di intraprendere un percorso di transizione per allineare il proprio corpo alla propria identità di genere attraverso trattamenti ormonali, chirurgici o cambiamenti sociali.

Chi sono le persone “non binarie”?

Sono persone che non si riconoscono pienamente nelle categorie tradizionali di “maschio” o “femmina”. Le identità non binarie possono comprendere termini come “genderqueer”, “genderfluid” o “agender”, ognuno dei quali rappresenta esperienze diverse. 

Come si costruisce l’identità di genere?

L’identità di genere è influenzata da una combinazione di fattori biologici, psicologici e culturali. Studi scientifici suggeriscono che fattori genetici e ormonali possano svolgere un ruolo importante nello sviluppo dell’identità di genere. Ad esempio, alcuni studi sull’anatomia cerebrale indicano che aree specifiche del cervello differiscono tra maschi e femmine e che queste differenze potrebbero contribuire alla costruzione del genere. Allo stesso tempo, fattori psicologici, come il modo in cui una persona cresce, l’educazione ricevuta e le esperienze personali, giocano un ruolo cruciale.

L’identità di genere fa parte dell’identità dell’individuo?

Assolutamente si. L’identità di genere è una componente importante dell’identità di un individuo e riflette il proprio concetto di sé sul piano sessuale. L’integrazione delle rispettive componenti identitarie (ad esempio morali, religiose, etniche, occupazionali, ecc.) vanno a formare un’identità generale più ampia.

L’ambiente sociale quanto influenza la costruzione dell’identità?

Molto. La cultura e la società influenzano fortemente l’identità di genere. 

L’identità di genere influisce sulla salute mentale?

Si. I dati dimostrano che le persone transgender e non binarie affrontano, ad esempio, tassi di depressione, ansia e suicidio più alti rispetto alla popolazione generale, a causa di esperienze di discriminazione, rifiuto familiare, isolamento e difficoltà nell’accesso a cure mediche e psicologiche adeguate. 

Cosa è l’orientamento sessuale?

E’ la direzione, l’oggetto, verso cui si rivolgono le pulsioni sessuali.

Identità di genere e orientamento sessuale sono sinonimi?

No. L’identità di genere si riferisce alla concezione di sé di un individuo (sono maschio, sono femmina), l’orientamento sessuale si riferisce all’attrazione provata nei confronti di persone dello stesso sesso o del sesso opposto (mi piacciono gli uomini, mi piacciono le donne, mi piacciono sia gli uomini, sia le donne).

Cosa si intende per sessualità senza etichetta?

La sessualità senza etichetta si ha quando un individuo sceglie di non etichettare la propria identità sessuale. Questa scelta potrebbe derivare dall’incertezza a riguardo della propria sessualità, o dalla riluttanza a conformarsi a un genere o a un orientamento sessuale.

Dr. Walter La Gatta



Immagine:
Photo by Magda Ehlers from Pexels

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  • 1 Nov 2024
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La psicologia della degustazione del vino

La psicologia della degustazione del vino

La psicologia della degustazione del vino

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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La degustazione del vino è un’esperienza sensoriale e psicologica che coinvolge non solo il gusto ma anche l’olfatto, la vista e perfino la memoria e le emozioni. Attraverso la psicologia della degustazione, possiamo comprendere meglio come le persone interpretano e reagiscono a questa esperienza multisensoriale, che è influenzata da aspetti individuali e culturali, oltre che dalla predisposizione e dalla memoria sensoriale.

Come si percepisce il vino?

La degustazione del vino si basa su una serie di percezioni sensoriali che lavorano in sinergia. Il cervello elabora ogni informazione ricevuta dai sensi per creare un’esperienza unica.

L’olfatto, ad esempio, gioca un ruolo primario nella degustazione del vino: molte delle sfumature aromatiche (come i sentori di frutta, fiori o spezie) sono percepite dalle cellule olfattive nel naso. Questa capacità di cogliere aromi complessi è una delle ragioni per cui le persone possono distinguere vini differenti anche a occhi chiusi.

Il gusto, invece, coinvolge il riconoscimento dei sapori fondamentali come dolce, salato, acido e amaro. Nel caso del vino, sono i recettori per l’amaro e l’acidità a essere maggiormente stimolati, poiché sono componenti cruciali della sua struttura.

Anche il tatto entra in gioco, poiché il corpo del vino, la sua “pienezza” e la consistenza vengono percepiti dalla bocca, influenzando la sensazione complessiva.

La vista non è da meno: non a caso “il vino si gusta anche con gli occhi”. Solo il colore, bianco o rosso, di un vino è infatti sufficiente per influenzare la percezione nella maggior parte dei bevitori, anche coloro che sono abbastanza esperti ed informati su ciò che stanno degustando. Ad esempio, colorando un vino di un colore atipico, come ad esempio il blu, si è visto che questo non solo influenza la vista, ma anche il sapore percepito. Inoltre, il vino va sempre osservato con una luce naturale: si è visto che i cambiamenti dovuti all’illuminazione artificiale influenzano le sensazioni, non solo in termini visivi, ma anche in caratteristiche quali la dolcezza, o perfino nel prezzo che si è disposti a pagare per acquistarlo.

I rituali. La degustazione di un vino in modo strutturato e informato comporta dei rituali, come ad esempio il far girare il vino nel bicchiere, o odorarlo, gesti che fondamentalmente servono per rilasciare le molecole volatili, permettendone la valutazione. 

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Che ruolo gioca la memoria?

Durante la degustazione del vino, le memorie sensoriali e le associazioni personali possono arricchire o influenzare l’esperienza. La psicologia mostra che il cervello, quando percepisce un aroma o un sapore familiare, tende ad associarlo a esperienze passate. Ad esempio, un vino con sentori di ciliegia o vaniglia potrebbe evocare ricordi d’infanzia, creando un’esperienza emotiva che va oltre la pura percezione sensoriale.

La percezione dei sapori e degli aromi è inevitabilmente legata al contesto in cui si sono vissute esperienze analoghe in passato. Questo significa che due persone che degustano lo stesso vino potrebbero avere reazioni diverse, poiché il cervello di ciascuna associa quegli aromi e sapori a ricordi e vissuti differenti.

Da cosa ci si lascia influenzare nella valutazione di un vino?

Le persone si aspettano che un vino con un’etichetta famosa o un prezzo elevato sia automaticamente di qualità superiore, il che può effettivamente alterare la percezione del gusto. È stato dimostrato che, quando i partecipanti a una degustazione pensano di stare bevendo un vino di alta qualità, tendono a giudicarlo più positivamente anche quando è identico a un vino a basso prezzo. Questo fenomeno dimostra come le aspettative possano plasmare le percezioni sensoriali.

L’influenza sociale è un altro fattore rilevante: la degustazione del vino è spesso un’esperienza condivisa e la reazione degli altri può condizionare la propria. In un contesto di gruppo, come una degustazione guidata, le opinioni degli esperti o dei partecipanti più esperti possono influenzare il modo in cui viene percepito il vino, portando le persone ad allinearsi con giudizi ritenuti competenti. 

Le variabili contestuali, quali la temperatura, la luce, la compagnia, il proprio stato individuale (umore, salute ecc.) al momento della degustazione influiscono notevolmente sulla valutazione. Si è visto che anche la qualità della musica presente nell’ambiente, può modificare le percezioni.

Dal modo in cui si percepisce un vino si può arrivare alla personalità di chi lo degusta?

Studi recenti indicano che persone con un alto livello di “apertura mentale” sono più inclini a provare nuovi tipi di vino e a esplorare sapori diversi. Al contrario, chi tende alla “stabilità emotiva” potrebbe preferire vini dai gusti familiari e rassicuranti, associati a esperienze positive e tranquille.

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Cosa si intende per “degustazione alla cieca”?

La degustazione del vino viene spesso effettuata con una benda sugli occhi.  La degustazione “alla cieca” ha lo scopo di superare i problemi di elaborazione cognitiva del vino. In primo luogo, questo metodo incoraggia a concentrare i sensi sul gusto, piuttosto che su qualsiasi altra sensazione. Nella maggiore attenzione data al senso del gusto, senza conoscere prezzo, colorazione, bottiglia o qualsiasi altra informazione, l’assaggiatore diventa molto più consapevole non solo della ricchezza del vino, ma  anche di altri aromi e segreti che riguardano la sua lavorazione.  Sul piano scientifico, il degustatore non attiverà tanto il sistema limbico, cioè l’insieme delle strutture cerebrali per l’emozione, il comportamento, la motivazione, la memoria e l’olfatto, ma renderà più attiva e vigile la parte “cognitiva” del cervello.

Il vino migliora il benessere psicologico?

La degustazione del vino non è solo una questione di percezione e gusto: può anche avere effetti positivi sul benessere psicologico. Il vino è storicamente associato alla convivialità e alla socialità, aspetti che contribuiscono a migliorare l’umore e ridurre lo stress. In piccole quantità e in un contesto piacevole, la degustazione di un buon vino può trasformarsi in un’esperienza rilassante e gratificante, che consente di vivere il momento presente e di apprezzare un rituale che coinvolge i sensi e la mente.

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Fonte principale:
A brief guide to wine tasting for psychologists BPS

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  • 30 Ott 2024
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La cannabis è migliore dell'alcol?

La cannabis è migliore dell’alcol?

La cannabis è migliore dell’alcol?

Una intervista sulla Timidezza

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La cannabis e l’alcol sono due sostanze comunemente utilizzate a livello globale, ma presentano differenze sostanziali in termini di rischi per la salute fisica, mentale e sociale.

Cerchiamo allora di comprendere meglio i pericoli associati all’uso di queste due sostanze, con un focus sui danni a breve e lungo termine, e di comprendere quale delle due rappresenta una minaccia maggiore per la salute pubblica.

Una intervista sulla Eiaculazione Precoce

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Alcol: perché è dannoso per la salute?

L’alcol può essere estremamente dannoso a livello fisico, perché ha effetti devastanti su diversi organi. Un consumo cronico di alcol può provocare danni irreversibili al fegato, come la cirrosi epatica, malattie cardiovascolari, ipertensione e una serie di disturbi neurologici.

Alcuni studi evidenziano invece che l’alcol è un potente cancerogeno, aumentando il rischio di tumori della bocca, gola, fegato, seno e intestino.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’alcol è una delle principali cause di morte prevenibili nel mondo, con circa 3 milioni di decessi annuali attribuibili al suo consumo.

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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Cannabis: perché è dannosa per la salute?

La cannabis, pur avendo un impatto meno letale dell’alcol a livello fisico, non è comunque priva di rischi. Uno dei principali problemi legati al consumo cronico di cannabis è l’impatto negativo sui polmoni, soprattutto se la sostanza viene assunta attraverso il fumo, con un aumento del rischio di bronchiti e altre malattie respiratorie (in misura assai minore se la mettiamo a confronto con i danni prodotti dal tabacco).

Inoltre, la cannabis può influenzare negativamente il sistema cardiovascolare, aumentando la frequenza cardiaca e, in rari casi, causando problemi cardiaci in soggetti predisposti .

Quali sono gli effetti di queste sostanze sulla psiche?

Le conseguenze sulla psiche rappresentano uno dei principali punti di differenza tra le due sostanze.

Il consumo prolungato di alcol può portare a disturbi dell’umore, ansia, depressione e, nei casi più gravi, a psicosi indotte da alcol o sindromi da astinenza, come il delirium tremens.

Per quanto riguarda l’uso frequente di cannabis, si è visto che esso può aumentare il rischio di disturbi d’ansia, depressione e, in individui predisposti, psicosi e schizofrenia.

L’età di inizio del consumo è cruciale: quanto più precoce è l’esposizione, tanto più elevati sono i rischi di sviluppare problematiche psicologiche.

Inoltre, il consumo frequente di cannabis è correlato a un declino cognitivo, con effetti sulla memoria e la capacità di apprendimento.

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Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
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Quanto alla dipendenza, è più pericoloso l’alcol o la cannabis?

Alcol

L’alcol è una sostanza altamente additiva, e la dipendenza da alcol è un fenomeno comune che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Le persone dipendenti dall’alcol possono sviluppare una tolleranza, che le spinge a consumarne quantità sempre maggiori, con effetti devastanti su relazioni personali, lavoro e qualità della vita.

Cannabis

La cannabis, sebbene abbia un potenziale di dipendenza inferiore rispetto all’alcol, può comunque causare dipendenza, nota come “cannabis use disorder” (CUD).

Si stima che circa il 9-10% degli utenti sviluppi una dipendenza dalla cannabis, con sintomi come irritabilità, insonnia e desiderio compulsivo di usare la sostanza. Tuttavia, la sindrome da astinenza della cannabis è generalmente meno grave rispetto a quella da alcol.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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Quale delle due sostanze è più pericolosa a livello sociale?

Alcol

A livello sociale, l’alcol è associato a una maggiore incidenza di comportamenti violenti, incidenti stradali, crimini e disfunzioni familiari. Secondo le statistiche dell’OMS, circa il 5% delle morti globali per incidenti stradali sono legate all’alcol.

Numerose ricerche dimostrano che il consumo eccessivo di alcol, a causa della disinibizione che provoca, aumenta il rischio di aggressioni, violenza domestica e comportamenti antisociali. In molti paesi, una percentuale significativa dei crimini violenti è legata all’abuso di alcol. 

La guida sotto l’effetto dell’alcol compromette gravemente la capacità di prendere decisioni, la coordinazione e i riflessi, aumentando esponenzialmente il rischio di incidenti. Secondo l’OMS, circa il 5% delle morti globali per incidenti stradali sono attribuibili all’uso di alcol.

Infine, le persone che abusano di alcol tendono a compromettere le relazioni personali e professionali, provocando disfunzioni familiari e isolamento sociale.

Cannabis

La cannabis non è comunemente associata a comportamenti aggressivi o violenti. Anzi, in molti casi, gli effetti della cannabis tendono a indurre rilassamento e introspezione, piuttosto che disinibizione e aggressività.

Tuttavia, l’uso cronico di cannabis può portare a isolamento sociale e disfunzioni familiari, soprattutto quando l’individuo sviluppa una dipendenza o un uso problematico.

Sebbene la guida sotto l’influenza della cannabis sia un rischio, è meno pericolosa rispetto all’alcol in termini di incidenti stradali.

Tuttavia è bene sapere che l’uso della cannabis durante la guida può ridurre i tempi di reazione e compromettere la concentrazione, e quindi rappresenta un pericolo, anche se meno grave rispetto all’alcol.

Cosa si può concludere?

Si può concludere che l’alcol è sicuramente più pericoloso della cannabis in termini di impatto sul corpo, sulla mente e sui rapporti sociali. Anche la cannabis, tuttavia, ha effetti negativi rilevanti, soprattutto a livello mentale.

La cannabis non uccide sicuramente quanto l’alcol, tuttavia  soprattutto tra i giovani può promuovere comportamenti antisociali portando a furti, prostituzione, altri problemi di relazione.

Entrambe le sostanze, a parità di condizioni socio-economiche dell’infanzia, portano a una maggiore incidenza di punteggi QI più bassi, depressione e comportamento antisociale, motivazione più scarsa nel raggiungimento degli obiettivi, maggiori livelli di impulsività, rischio di condanne penali.

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  • 24 Ott 2024
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Le belle ragazze hanno la vita più facile?

Le belle ragazze hanno la vita più facile?

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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La bellezza fisica è da tempo riconosciuta come un attributo che facilita l’interazione sociale. Numerosi studi dimostrano che l’aspetto fisico gioca un ruolo determinante nel plasmare le relazioni sociali, influenzando il modo in cui le persone vengono percepite, trattate e giudicate.

In particolare, le donne tendono a sperimentare un impatto maggiore della bellezza sui loro percorsi sociali e professionali. Cerchiamo di saperne di più.

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Cosa è, in psicologia sociale, l’effetto alone?

L’effetto alone si verifica quando una caratteristica positiva (come l’aspetto fisico) influisce sulle percezioni globali che riguardano una determinata persona. Secondo lo psicologo Edward Thorndike, che coniò questo termine, le persone tendono ad attribuire qualità positive, come l’intelligenza e l’affidabilità, a coloro che appaiono attraenti.

Per esempio, uno studio condotto da Dion, Berscheid e Walster (1972) ha mostrato che gli individui fisicamente attraenti vengono giudicati più competenti e di successo rispetto a quelli meno attraenti. Questo fenomeno è particolarmente forte per le donne, poiché l’attrattiva fisica è spesso enfatizzata come una delle loro qualità socialmente più desiderabili.

La bellezza può facilitare le donne nelle condizioni sociali e lavorative?

Si. Per molte donne, la bellezza può facilitare l’accesso a opportunità sociali e lavorative. Uno studio di Hosoda, Stone-Romero e Coats (2003) ha dimostrato che le persone fisicamente attraenti hanno maggiori probabilità di essere assunte e ricevere valutazioni lavorative positive rispetto a quelle meno attraenti. Inoltre, un altro studio ha rilevato che le donne percepite come più belle guadagnano mediamente di più rispetto alle loro controparti meno attraenti.

Ci sono situazioni in cui la bellezza può essere un limite?

Si. In certi ambienti lavorativi, le donne particolarmente attraenti possono essere giudicate meno competenti o prese meno sul serio, specialmente in settori tradizionalmente dominati dagli uomini. Alcuni ricercatori hanno parlato del cosiddetto “bellezza contro competenza”, dove la percezione di bellezza è talvolta associata a stereotipi di superficialità.

La bellezza facilita anche le relazioni sociali?

Si. Numerosi studi hanno dimostrato che le persone belle tendono a essere considerate più desiderabili come partner, e ciò è particolarmente vero per le donne. Lo studio di Eastwick et al. (2011) ha rilevato che l’attrattiva fisica è uno dei criteri più forti nella scelta del partner, e questo criterio si applica con maggiore insistenza alle donne rispetto agli uomini, per i quali conta più lo status sociale ed economico.

In ogni caso, nei contesti sociali le persone fisicamente attraenti ricevono maggiori attenzioni positive, come sorrisi e contatti visivi prolungati, rispetto a coloro che non sono percepiti come attraenti. Questa maggiore attenzione si traduce spesso in una maggiore fiducia e facilitazione nell’instaurare relazioni amicali e romantiche. 

Dr. Walter La Gatta

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Vivere in una società che valorizza fortemente la bellezza fisica può comportare stress e pressioni psicologiche?

Si. Molte persone provano una crescente insoddisfazione corporea, alimentata dalle aspettative sociali di conformarsi a determinati standard estetici. Questa pressione può avere un impatto negativo sul benessere psicologico e sul senso di autostima. Nei casi più gravi può portare a problemi come depressione, disturbi alimentari, dismorfofobia.

I Social Media che ruolo hanno in tutto ciò?

I social media hanno amplificato la percezione della bellezza, creando un ambiente sociale in cui l’ansia da paragone è all’ordine del giorno, specialmente fra i più giovani. L’uso di filtri e l’esposizione a immagini curate alimentano un circolo vizioso che distorce il valore dell’autenticità e dell’unicità.

Tuttavia, i social media possono anche servire come piattaforme per promuovere movimenti come il body positivity, che incoraggiano le donne ad accettarsi al di là dei canoni diffusi attraverso il mainstream.

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Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

Psicoterapie individuali e di coppia
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Tecniche di Rilassamento e Ipnosi
Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali.

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