Gli animali provano l’orgasmo?

GLI ANIMALI PROVANO L’ORGASMO?

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La scienza ha studiato l’orgasmo negli animali?

L’unica attenzione riservata al piacere sessuale degli animali è tutta concentrata nella teriogenologia, la scienza della riproduzione animale. Si tratta di una cospicua letteratura sulla inseminazione artificiale, pubblicata su riviste veterinarie.

In questi testi si parla di “libido” negli animali (maschi), ma solo perché si è interessati a conoscere le tecniche per stimolare sessualmente gli animali e portarli all’eiaculazione, la quale servirà poi per l’inseminazione artificiale delle femmine della stessa specie.

Le ricerche per comprendere se e come gli animali arrivano al piacere sono veramente poche, anche perché non è un argomento facile da studiare.

A differenza degli esseri umani, infatti, gli animali non possono descrivere i loro orgasmi, quindi è difficile capire se essi li provino davvero, e in che modo.

L’eiaculazione maschile fa supporre che i maschi provino l’orgasmo?

Si. In genere si ritiene che i maschi provino effettivamente l’orgasmo, perché è possibile osservare la loro eiaculazione (la quale tuttavia potrebbe anche avvenire senza orgasmo, non si può sapere…).

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… E le femmine?

La questione dell’orgasmo femminile animale è ancora poco documentata, anche se si sa che tutti i mammiferi di sesso femminile posseggono il clitoride, ovvero l’organo principale per l’orgasmo nella donna.

Per quale ragione fanno sesso gli animali?

Sicuramente non fanno sesso perché desiderano avere dei figli, in quanto non sono in grado di comprendere questo passaggio. Essi si accoppiano seguendo il solo istinto del piacere, cercando una ricompensa immediata. Questo fa dunque pensare che la gratificazione ottenuta sia abbastanza forte, tanto da compensare il dispendio di energia e il pericolo di subire lesioni  o difficoltà durante il corteggiamento, ad esempio nell’affrontare le lotte con altri soggetti per la conquista della femmina, oppure nell’esporsi in situazioni rischiose, divenendo facile oggetto di caccia dei predatori, che potrebbero attaccare l’animale mentre è coinvolto in un rapporto sessuale.

Gli animali fanno sesso, per istinto, solo nei periodi fecondi?

No. E’ un’idea sbagliata, anche se piuttosto comune, che gli animali facciano sesso solo in coppie eterosessuali e solo quando la femmina è fertile.

I bonobo sono stati i primi a dimostrare questo errore, ma sono tutt’altro che gli unici a farlo. Gli accoppiamenti omosessuali sono la norma in alcuni animali, tra cui leoni maschi e delfini. Entrambi i sessi di molti primati, cercano sia maschi, sia femmine per gli incontri sessuali e fanno sesso anche quando non sono in grado di riprodursi, come durante una gravidanza.
Questi comportamenti mostrano che il sesso serve a qualcosa di più che a un semplice scopo riproduttivo.

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Che tipo di ricerche sono state fin qui condotte sugli animali?

Gli scienziati hanno potuto dedurre che gli animali – per lo più i primati – provino l’orgasmo, attraverso la registrazione di aspetti fisiologici o comportamentali , come le contrazioni muscolari o i cambiamenti di vocalizzazione.

Gli studi sessuologici sui primati sono stati condotti principalmente sui macachi, specie di scimmie spesso usate a fini di ricerca, in quanto geneticamente simili agli esseri umani e con sistemi riproduttivi non dissimili dai nostri.

Secondo lo psichiatra Alfonso Troisi,  che ha studiato l’orgasmo femminile sui macachi giapponesi, questi animali sono più facili da studiare in laboratorio rispetto ai gorilla o agli scimpanzé, perché i macachi tendono ad avere accoppiamenti più lunghi di altre specie di primati, come ad esempio i gorilla, il che è un vantaggio se si vuole osservare il loro comportamento di accoppiamento .

In uno studio del 1998, Troisi  e il suo co-autore scrissero che ” In particolari circostanze, le femmine dei primati possono provare l’orgasmo “. Sono state osservate tuttavia numerose differenze individuali e si è scoperto che il livello di posizione dominante del macaco maschio potrebbe avere un ruolo non secondario in fase di accoppiamento.  E’ certo inoltre, in quanto lo hanno dichiarato alla stampa questi ricercatori, che in laboratorio, attraverso la stimolazione artificiale, è stato possibile ottenere l’orgasmo femminile in quasi tutte le specie di primati.

Presso l’Institute for Primate Studies di Norman, Oklahoma, lo psicologo William Lemmon e il suo assistente Mel Allen, hanno scoperto che ” lo scimpanzé femmina manifesta la maggior parte, se non tutti, gli indici di eccitazione sessuale e di orgasmo che si verificano nelle donne”.

 

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In un loro studio del 1981 si legge che:

Le risposte sessuali rilevate includono secrezione di trasudato, tumescenza del clitoride, ispessimento ed espansione vaginale, iperventilazione, tensione muscolare involontaria, spasmi alle braccia e alle gambe,  espressioni facciali particolari (ad esempio: leggero ghigno aperto, leggero ghigno chiuso, eversione delle labbra, protrusione della lingua ) e vocalizzazione ansimante .

Allen ha stimolato manualmente i clitoridi e le vagine di scimpanzé di sesso femminile per scrivere la sua tesi di Master presso l’Università dell’Oklahoma , dal titolo  “Sexual response and orgasm in the female chimpanzee (Pan troglodytes).  Allen e Lemmon hanno scritto in uno studio successivo che:

La maggior parte di queste femmine hanno permesso che la stimolazione continuasse fino all’eccitazione sessuale. Una di esse ha permesso che la stimolazione continuasse fino a raggiungere l’orgasmo in dieci occasioni diverse.

Precisamente, il numero medio di ” spinte digitali ” richieste ( eseguite ” ad una velocità di circa 1-2 al secondo ” ) prima della comparsa delle contrazioni del muscolo vaginale sono state 20,3 .

Leggi anche:  Cosa è l'odio e perché lo proviamo

L’antropologa Suzanne Chevalier – Skolnikoff , che lavora presso la Stanford University, nel 1974 , scrivendo su incontri omosessuali tra macachi femmine,  ha così descritto la situazione:

Nelle tre occasioni registrate , il montatore-femmina ha mostrato tutte le manifestazioni comportamentali di orgasmo generalmente visualizzate nei maschi: una pausa seguita da spasmi muscolari del corpo, accompagnati dalla caratteristica espressione dello sguardo fisso, la bocca aperta, la vocalizzazione ritmica.

(Vedi illustrazione nella pagina, tratta da Stumptail Monkey Orgasms, Suzanne Chevalier-Skolnikoff, Archives of Sexual Behavior, 1974)

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E’ così anche per le altre specie?

Fra gli uccelli, il tessitore dei bufali beccorosso (Bubalornis niger) è l’unica specie che esibisce, secondo Tim Birkhead,  professore nel Dipartimento di Animal and Plant Sciences della Sheffield University, un comportamento orgasmico. Birkhead ha passato anni osservando il comportamento di questi uccelli, culminato con uno studio pubblicato nel 2001.

Questo tipo di uccello, originario dell’Africa sub-sahariana , ha un pene finto, nel senso che non ha dotti spermatici e il suo pene non diventa eretto, ma quando Birkhead ed i suoi colleghi hanno stimolato manualmente questo organo, l’uccello ha mostrato quello che è sembrato essere un orgasmo: ha mosso convulsivamente le ali e avvicinato i piedi. Questo non significa che abbia provato l’orgasmo e futuri studi potranno spiegare meglio questi comportamenti.

Quanto ai delfini, Tadamichi Morisaka , un assistente presso il Wildlife Research Center della Kyoto University, sostiene che i delfini si impegnino soprattutto in comportamenti masturbatori senza eiaculazione e lo fanno ” molto spesso”, in particolare tra maschi. Tuttavia, sostiene lo scienziato, “non abbiamo idea se i delfini provino o meno l’orgasmo , perché non esiste uno studio per misurare la loro risposta cerebrale durante l’attività sessuale”.

Morisaka tuttavia ha effettivamente osservato e documentato in un video una eiaculazione spontanea (mai registrata in un delfino) , che ha pubblicato anche in uno studio su PLoS ONE . (Nello studio si dice che eiaculazioni spontanee sono state finora registrate nei ratti, nei gatti domestici , nei facoceri , nei cavalli e negli scimpanzé).

Perché le ricerche sull’argomento sono così poche?

Il ricercatore italiano Troisi sostiene che gli anni Settanta e Ottanta siano stati gli anni d’oro per la ricerca sui primati e sull’etologia animale: al giorno d’oggi ci sono pochi soldi in giro (anche negli Stati Uniti) e i ricercatori in questo campo sono senza fondi, anche per l’opposizione dei gruppi animalisti. Inoltre, gli animali andrebbero studiati nel loro habitat, il che comporta qualche difficoltà.

Le stimolazioni degli organi genitali degli animali a fine di ricerca sono considerate etiche?

No, il tipo di studi sugli animali approvati negli anni ’70 e ’80 non sarebbero più accettati al giorno d’oggi. Stimolare una scimmia con un dildo, ad esempio, oggi non sarebbe permesso.

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Immagine:
Orgasmo nel gatto. Guarda altre espressioni animali durante quello che si ritiene essere un orgasmo. BBC

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