Wilhelm Reich, l’inventore della liberazione sessuale
Chi era Wilhelm Reich
Wilhelm Reich fu uno psicoanalista austriaco, membro della seconda generazione di psicoanalisti dopo Sigmund Freud. Fu autore di diversi libri molto influenti, in particolare Analisi del Carattere (1933), Psicologia di massa del Fascismo (1933) e La Rivoluzione Sessuale (1936). Reich è considerato come una delle figure più radicali nella storia della psichiatria, tanto che durante le rivolte studentesche del 1968 a Parigi e Berlino, gli studenti scrissero il suo nome sui muri e gettarono copie di La psicologia di massa del fascismo alla polizia.
Infanzia e Adolescenza
Wilhelm Reich ebbe un’infanzia quasi melodrammatica e psicoanaliticamente affascinante: nato il 24 marzo 1897 in una fattoria in Galizia (territorio oggi ucraino), da genitori benestanti di origine ebraica, all’età di 12 anni scoprì la madre fare sesso con uno dei suoi insegnanti privati. Lo disse a suo padre, il quale picchiò violentemente la moglie, fino a che questa non si suicidò. Quattro anni dopo morì anche il padre e Wilhelm si fece carico, diciassettenne, di gestire l’impresa familiare ed i possedimenti agricoli, ma la guerra gli portò via tutto.
La guerra
Inviato nell’esercito austroungarico durante la prima guerra mondiale, sul fronte italiano, con il grado di sottotenente, Reich constatò nell’impresa bellica “l’inumanità dell’uomo verso l’uomo” . Tornato a casa, si iscrisse a medicina presso l’Università di Vienna, mantenendosi agli studi grazie alle lezioni private che impartiva agli altri studenti. Poté laurearsi in breve tempo in quanto ai reduci di guerra era consentito concludere il corso di laurea in quattro anni anziché in sei. Trovava la medicina troppo meccanicistica e per questo si interessò subito di psicoanalisi.
L’incontro con Freud
Nel 1919 incontrò Sigmund Freud, il quale lo trovò un ragazzo molto brillante ( lo definì der beste Kopfe, la migliore mente in psicoanalisi) e lo introdusse al lavoro di psicoanalista, già all’età di 22 anni. Nel 1922 si sposò con una sua ex paziente e futura psicoanalista, Annie Pink (dalla quale ebbe due figlie). Nel 1926 morì il fratello minore Robert, di tubercolosi, a soli 27 anni. In questi anni lavorò come Assistente presso la Clinica Psicoanalitica e come docente di Training Psicoanalitico a Vienna.
La funzione dell’orgasmo
Nel 1927 Reich pubblicò il suo libro più importante: “La funzione dell’orgasmo”. Nel libro l’autore riprendeva le teorie di Freud, ma le sviluppava a suo modo, cercando di conciliarle con il marxismo. A suo avviso la nevrosi è radicata nelle condizioni sessuali e socio-economiche, e in in particolare nella mancanza di quella che chiamava potenza orgastica. Partendo dal collegamento freudiano fra repressione sessuale e nevrosi (poi precisate nel saggio freudiano Disagio della civiltà, 1929), Reich teorizzava che fosse l’impossibilità fisica di arrendersi all’orgasmo ciò che portava le persone verso la nevrosi e la psicosi: non il difficile adattamento sociale, come sosteneva Freud. E’ solo attraverso la comprensione della funzione dell’orgasmo e dunque del piacere sessuale, che l’uomo avrebbe potuto tornare ad aspirare alla felicità.
Psicoterapia e Marxismo
Reich riteneva che psicoterapia e marxismo avessero delle potenzialità per comprendere l’infelicità ed espandere la libertà umana. Se della psicoterapia intravedeva il limite di trattare l’individuo come se il suo dolore avvenisse nel vuoto, non mediato dalla società, nel marxismo non vedeva riconosciuta l’importanza dell’esperienza emotiva. La terapia non era sufficiente, la politica non era abbastanza. Solo il sesso gli appariva come una forza sufficientemente potente per rimodellare la società. Come spiegò nel suo libro di memorie, People in Trouble, credeva che liberare il sesso da secoli di repressione avrebbe cambiato il mondo.
L’approccio terapeutico
L’approccio di Reich alla terapia andava oltre la talking cure freudiana: il suo metodo consisteva anche dell’utilizzo di tecniche di respirazione e di massaggio profondo, spesso estremamente doloroso, affinché il paziente potesse rilasciare il trauma sepolto.
Il suo metodo terapeutico, denominato “analisi del carattere”, era progettato per aiutare i pazienti a superare i blocchi fisici e respiratori che impedivano loro di sperimentare il piacere orgasmico, per lui assolutamente centrale per la salute psichica.
Quello che Reich cercava nei pazienti non era un sintomo isterico da decodificare, ma piuttosto una sorta di rigidità che pervadeva l’intero essere di una persona: una tensione così impenetrabile che gli ricordava un’armatura. Pensava che fosse una difesa contro i sentimenti, in particolare l’ansia, la rabbia e l’eccitazione sessuale. Se le esperienze erano troppo dolorose e angoscianti, se l’espressione emotiva era proibita o il desiderio sessuale proibito, allora l’unica alternativa era irrigidirsi e chiuderla a chiave. Questo processo creava uno scudo fisico permanente attorno al sé vulnerabile, proteggendolo dal dolore.
Lo stile personale
Era un uomo dallo stile piuttosto trasandato, ma che poteva risultare a suo modo elegante (come lo descrisse la professoressa Elizabeth Danto nei suoi libri) ed era un attivista: visitava i pazienti direttamente nelle loro case, per vedere come vivevano, ed aveva allestito una clinica mobile, per promuovere la sessualità adolescenziale e la disponibilità di contraccettivi, aborto e divorzio, per “attaccare la nevrosi attraverso la prevenzione piuttosto che con il trattamento”. Naturalmente questo modo di lavorare e questi concetti facevano scandalo nell’Austria cattolica del tempo. Peraltro, nella cerchia dei colleghi, Reich era considerato una sorta di bullo, tanto da essere soprannominato “il fracassatore di caratteri”.
Come terapeuta iniziò a lavorare con i corpi dei suoi pazienti, prima verbalmente e poi toccandoli, un atto totalmente proibito in psicoanalisi. Con suo grande stupore, scoprì che quando lavorava su alcune aree di tensione – le espressioni abituali di paura, i pugni chiusi o le pance rigide – i sentimenti corrispondenti potevano essere portati in superficie e rilasciati.
I pazienti ricordavano episodi di vergogna o molestie indesiderate, sperimentando la furia o la disperazione che non erano stati in grado di provare in quel momento. Questa liberazione emotiva era spesso accompagnata da una piacevole sensazione che Reich chiamava “streaming”.
Pornografia e Omosessualità
Reich non amava la pornografia (“I giovani sono contaminati da un lato, da moralizzatori e sostenitori dell’astinenza e, dall’altro, dalla pornografia”, scriveva. “Entrambe le influenze sono estremamente pericolose, la prima non meno della seconda”), non vedeva di buon occhio neanche l’omosessualità.
La coppia
Reich si scagliò decisamente contro la monogamia, sostenendo che le relazioni d’amore non dovessero essere codificate per legge, ma tenute insieme attraverso l’amore; qualsiasi altra cosa avrebbe invece portato a “ottundimento sessuale.” Si era scagliato anche contro lo stato, economicamente dipendente delle donne, che rimanevano intrappolate in matrimoni forzati. Suggeriva che i piccoli fossero allevati da una comunità allargata, liberandoli così dalle nevrosi dei loro genitori biologici. (Paradossalmente, le sue compagne di vita lo considerarono un uomo crudele, infedele e geloso).
Una intervista sui rapporti familiari
Fascismo e Autoritarismo
Per Reich l’ incapacità di arrendersi all’orgasmo portava le persone non solo verso la nevrosi, ma anche verso il fascismo e l’autoritarismo. Il carattere fascista, ad esempio, secondo lo psicoanalista era dovuto ad un trauma precoce e ad un atteggiamento repressivo o offensivo nei confronti della sessualità, capace di indurre una certa “rigidità”, nel fisico e nello spirito. Questa sua convinzione portò Reich ad impegnarsi come attivista politico contro il fascismo, il che nell’Europa che si stava avviando al fascismo e al nazismo non venne visto molto di buon occhio.
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Freud e Reich
Freud fu a lungo ambivalente verso il suo discepolo; nel 1926 aveva scritto di non essere d’accordo sul tentativo di risolvere il problema della nevrosi nei termini indicati da Reich; nel 1927 così scriveva all’analista e amica Lou Andreas-Salomé: “Abbiamo il Dr. Reich, un giovane degno, ma impetuoso, appassionato al suo cavallo di battaglia, che ora vede nell’orgasmo genitale l’antidoto ad ogni nevrosi”.
In un altra occasione Freud parlò del libro di Reich, La funzione dell’orgasmo, di 206 pagine, come di “un mattone”. In seguito Freud cominciò ad allontanarsi dal suo discepolo e Reich, senza il sostegno di Freud, fu presto espulso dalla comunità psicoanalitica.
Reich, tuttavia, non accettò il giudizio negativo di Freud nei suoi confronti e chiese al suo maestro di essere da lui analizzato, ma il padre della psicoanalisi si rifiutò di farlo, della qual cosa Reich rimase profondamente ferito.
Il Comunismo
Deluso da tutto e da tutti, Reich nel 1926 entrò nel partito comunista. Testimoniò in quel periodo contro il comportamento della polizia, nella Rivolta del luglio 1927 a Vienna, la quale sparò indiscriminatamente uccidendo 84 lavoratori e ferendone 600. I poliziotti, osservò Reich, non erano solo brutali, ma robotici, rigidi.
Nel 1928 fondò la Società Socialista per la Consultazione e le Ricerche Sessuali con la quale portò avanti l’attività di terapeuta e di conferenziere.
Dopo aver portato la psicoanalisi nella classe operaia, occupandosi anche di educazione sessuale e contraccezione, nel 1933 Reich fu espulso dal partito comunista tedesco ed i suoi libri furono bruciati dai nazisti. Nello stesso anno uscì la prima edizione di Analisi del Carattere, Psicologia di Massa del Fascismo, in cui l’autore descrive la responsabilità delle masse nell’instaurarsi delle dittature.
Berlino
Dal 1930 al 1933 soggiornò Berlino, allora paradiso bohemien, giusto in tempo per assistere al sorgere del nazismo. A Berlino conobbe la sua seconda moglie, Elsa Lindenberg, ballerina presso l’Opera di Stato di Berlino, anche lei impegnata politicamente e con la quale ebbe un rapporto di coppia aperta.
Danimarca e Svezia
A seguito dell’instaurarsi della dittatura, Reich decise di recarsi in Danimarca, paese allora neutrale, per insegnare la psicoanalisi come didatta. Ebbe tuttavia un permesso di soggiorno di 6 mesi, che non gli fu rinnovato. Si trasferì dunque in una città della Svezia meridionale, facilmente accessibile dalla Danimarca, per continuare il training psicoanalitico ai suoi allievi, ma anche lì l’andirivieni di pazienti e psicoanalisti nella sua camera d’albergo fu ritenuta sospetta; le autorità gli negarono il prolungamento del permesso di soggiorno.
Fine dei legami con la Società di Psicoanalisi
Quando Reich si presentò alla conferenza dell’Associazione psicoanalitica internazionale a Lucerna, nel 1934, apprese di essere stato espulso l’anno precedente. Fece comunque una relazione alla conferenza come ospite, ma l’episodio segnò la fine dei suoi legami con la comunità scientifica ufficiale.
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La Sessuologia
Nel 1936 pubblicò La Rivoluzione Sessuale. Il termine “rivoluzione sessuale” veniva da lui usato per descrivere l’universo di felicità e amore che sarebbe sorto una volta che le persone si fossero liberate dalle catene, privando il mondo dei suoi atteggiamenti punitivi e pruriginosi.
Fu indubbiamente ingenuo in questo, come osserverà poi il filosofo-storico francese Michel Foucault nella sua Storia della Sessualità. Se l’orgasmo fosse così potente, le libertà sessuali, ampliate notevolmente negli anni successivi, avrebbero dovuto dissolvere il capitalismo, far cadere il patriarcato, e permettere tutte le ardenti aspettative di Reich per una società migliore.
Teoria dell’energia sessuale
E’ in questo periodo che Reich sviluppò la teoria dell’energia sessuale, definita orgone, che si esprimeva non solo nella risposta orgasmica, ma era l’energia della vita stessa. Questa energia, a suo avviso, permeava la natura e il cosmo e si esprimeva in fenomeno atmosferico come l’aurora boreale. Reich affermava che l’orgone poteva essere osservato oggettivamente: era composto da particelle di colore blu, chiamate bioni, osservabili al microscopio.
America
Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, Reich aveva 36 anni: fuggì in America, dove insegnò per due anni Psicologia medica presso la New School for Social Research a New York,. L’America aveva vissuto la sua prima rivoluzione sessuale nel 1920, in parte ispirata dagli scritti di Freud. Ma se Freud aveva una concezione poco consolante della sessualità umana, in cui la pulsione di morte faceva a gara con il vitalismo erotico, Reich sembrava ora promettere una nuova utopia orgasmica, per cui dalla metà degli anni quaranta si impose come il profeta del “nuovo culto del sesso e dell’anarchia”.
Prime disavventure scientifiche
Nel dicembre del 1939 si sposò con Ilse Ollendorf ed ebbe un figlio nel 1944. Nella sua casa di Forest Hills, a New York, fondò l’Orgone Institute.
Le teorie di Reich erano considerate comunque eccentriche anche per gli standard degli analisti americani, più eterodossi, ma le maggiori perplessità vi furono quando l’ex psicoanalista escogitò (e cominciò a vendere ed affittare), un dispositivo per la concentrazione e la direzione terapeutica dell’energia “orgone” (ipotetica energia cosmica bioelettrica primordiale, la forza gioiosa della vita stessa): si trattava di una cabina simile a quelle telefoniche, ricoperta da metallo e coibentata con lana d’acciaio. I materiali presenti nella cabina avevano, secondo la bizzarra idea di Reich, il potere di accumulare energia ed irradiarla all’interno della grande scatola di legno, in cui il paziente sedeva ed attendeva l’orgasmo, per liberarsi della sua nevrosi.
Reich cercò di dare un imprimatur scientifico a questa sua “scoperta” dell’ “accumulatore orgonico” (Einstein, invitato a sedersi nel box, affermò subito che il suo inventore era un ciarlatano) ma fu proprio questa sua invenzione a rovinarlo completamente.
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Il 12 dicembre 1941, cinque giorni dopo Pearl Harbor, fu arrestato dall’FBI a Ellis Island, in base all’Alien Enemy Act. In seguito si capì che si trattava di un caso di omonimia con il proprietario di una libreria comunista nel New Jersey, che si chiamava ugualmente Wilhelm Reich, ma l’ufficio competente non riconobbe il suo errore che due anni dopo, nel novembre del 1943.
Reich fu lasciato a dormire su un pavimento vicino al membri imprigionati della American Bund, un’organizzazione nazista americana. Non stupisce che in quel periodo Reich pensò che qualcuno, prima o poi, l’avrebbe ucciso. L’FBI rilasciò Reich dopo la sua minaccia di fare uno sciopero della fame, il 5 gennaio del 1942, ma il prigioniero restò sempre un sorvegliato speciale.
Nel 1948 pubblicò la Biopatia del Cancro, creò l’Associazione Americana di Orgonomia Medica (AAMO) e organizzò il Congresso Internazionale di Orgonomia ad Orgonon, Rangeley, Maine. Nel 1951 pubblicò“ Etere Dio e Diavolo”, sul funzionalismo orgonomico e “Superimposizione Cosmica” sull’Orgono-accumulatore, dove veniva descritta l’ipotesi per cui la superimposizione di due sistemi energetici fosse alla base della formazione degli uragani, delle galassie, delle aurore boreali e della gravità.
Sebbene apprezzato da artisti del calibro di Norman Mailer, Allen Ginsberg e William Burroughs (il quale sosteneva peraltro che l’accumulatore di orgone aveva effettivamente funzionato su di lui), questo approccio eccentrico di Reich, oltre tutto favorevole alla sessualità, scandalizzò non poco il pubblico americano e, praticamente, mise fine alla sua carriera.
Dopo molti anni di indagini, quando ormai la follia paranoica di Reich era a caccia di UFO e di immaginarie energie negative, Reich fu di nuovo imprigionato. La FDA infatti chiese a Reich, nel 1954, di comparire in tribunale per difendersi dalle accuse che gli venivano rivolte. Gli si imputava di aver creato i suoi accumulatori per frodare il pubblico e dunque se ne vietava la diffusione e si affermava che l’energia orgonica era solo un espediente per vendere i suoi prodotti pseudo-scientifici.
Reich rifiutò di presentarsi davanti alla Corte di Giustizia, affermando che le verità scientifiche si evidenziano grazie agli esperimenti e non alle sentenze di un tribunale. Fu dunque emessa un’ingiunzione contro la vendita o il trasporto dei suoi dispositivi attraverso i confini di stato, e si bruciarono sistematicamente i suoi libri e e sue riviste. Reich stesso fu arrestato per oltraggio alla corte e condannato a due anni di carcere, presso il Penitenziario Federale di Lewisburg, nel marzo 1957. (Nel frattempo, nel 1955 si era sposato con la sua quarta moglie, Aurora Karrer, una biologa di Washington).
Morte
Il 3 novembre 1957, all’età di 60 anni, morì per un attacco cardiaco, nella prigione in Lewisberg, Pennsylvania, accusato dal governo di essere un medico impostore, impegnato nell’organizzazione di attività sessuali illecite.
Così terminò l’avventura umana di uno dei più brillanti allievi di Freud, sopravvissuto a due guerre mondiali, che aveva fatto infuriare i nazisti e gli stalinisti, oltre che le comunità psicoanalitiche, mediche e scientifiche, in Europa e negli Stati Uniti. Non un solo giornale scientifico parlò della sua scomparsa.
La storia del declino di Reich, da pseudo-scienziato, impegnato in politica nei movimenti più radicali, a delirante paranoico, che pensava di aver trovato le origini della vita organica nelle sue creazioni, sarebbe solo un aneddoto a margine della storia della psicoanalisi, se le sue idee non fossero penetrate così a fondo nella cultura americana del dopoguerra.
Influenze culturali
Un decennio più tardi, a metà anni sessanta, Reich divenne il profeta della rivoluzione sessuale. La nascente controcultura americana, centrata sul Greenwich Village, aveva mitizzato Wilhelm Reich, non solo per le sue idee come terapeuta, ma anche per le sue teorie sulla sessualità e per il suo attivismo sociale. (Buona parte della rivolta degli anni Sessanta fu direttamente ispirata alla convinzione di Reich che vedeva nell’orgasmo una sorta di panacea universale).
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Le idee di Reich non sono mai state rivalutate dagli psicoanalisti che gli sono seguiti e anche lo stesso allievo, Alexander Lowen, lo definì “fuori di testa” riguardo al suo ultimo periodo di vita; eppure, le sue idee terapeutiche sono filtrate nella comunità psicoanalitica più ampia prendendo nuova forma con nomi diversi.
Le teorie di Reich sono presenti nella psicologia del corpo, nella psicologia dell’Io, nella terapia della Gestalt di Fritz Perls e nella terapia “primal scream” di Janov (che, come la terapia di Reich, utilizza urla e vocalizzazioni per aprire la corazza del paziente).
Insomma, Reich fu una mente particolarmente brillante, come aveva capito lo stesso Freud, anche se nell’ultima parte della sua vita, in qualche modo, si perse.
Fonti:
Sexual revolution all boxed up, Irish Times
Adventures in the Orgasmatron: Wilhelm Reich and the Invention of Sex By Christopher Turner. Fourth Estate
The Scientific Assassination of a Sexual Revolutionary: How America Interrupted Wilhelm Reich’s Orgasmic Utopia, Motherboard
https://en.wikipedia.org/wiki/Wilhelm_Reich
https://www.theguardian.com/books/2021/apr/17/wilhelm-reich-the-strange-prescient-sexologist-who-sought-to-set-us-free
Immagine:
The Guardian
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
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