Disturbo bipolare e ciclotimia

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Disturbo bipolare e ciclotimia

Come dice la parola stessa, il disturbo bipolare consiste nell’oscillazione fra due polarità. Ad oscillare è il tono dell’umore, che passa da una polarità depressiva ad una euforica, con una certa ciclicità. Da qui anche l’altro termine che caratterizza questa condizione: la ciclotimia, che però si riferisce ad un disturbo meno grave, in quanto definisce un tratto di personalità e non una vera e propria patologia.

Nel disturbo bipolare gli episodi depressivi sono sovrapponibili a quelli del disturbo depressivo maggiore, che però in questo caso si presentano, con variazioni repentine, insieme a episodi maniacali o ipomaniacali.

La psicosi maniaco depressiva

Il disturbo bipolare fu chiamato inizialmente “psicosi maniaco-depressiva” : i due stati, di eccitamento maniacale e di depressione, venivano considerati la manifestazione di un unico processo morboso.

DSM-5

Nel DSM-5 i disturbi dello spettro bipolare si trovano tra i disturbi dello spettro schizofrenico e i disturbi depressivi, a sottolineare la posizione intermedia tra disturbi psicotici e dell’umore (Nel DB i sintomi psicotici sono molto più frequenti che nei disturbi depressivi).

Sintomi nel disturbo ciclotimico

I cicli di depressione ed euforia si alternano a periodi di completa ‘normalità’, per cui il soggetto riesce spesso a trovare un equilibrio. Inoltre, non sempre, dopo la fase depressiva, si ha quella maniacale. I sintomi non raggiungono i criteri di durata e intensità del disturbo bipolare. Questi sintomi, per fini diagnostici, devono presentarsi per almeno due anni (un anno nei bambini e negli adolescenti). Essi causano una compromissione del funzionamento e una marcata sofferenza personale.

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Sintomi nel disturbo bipolare:

FASE DEPRESSIVA

I sintomi osservabili nella fase depressiva sono quelli consueti della depressione:

  •  ansia e irrequietezza,
  •  demotivazione,
  •  noia,
  •  pessimismo,
  •  sensi di colpa,
  •  sensi di inadeguatezza,
  •  scarsa autostima,
  •  tendenza a piangere ed a commuoversi,
  •  scarse capacità di concentrazione,
  •  rallentamento nel pensiero, nell’eloquio, nella gestualità,
  •  alterazioni del sonno e dell’appetito,
  •  idee di morte e di suicidio,
    ecc.

FASE MANIACALE

Meno conosciuti, anche perché più facilmente scambiati per un tratto di personalità, sono i sintomi relativi alla fase euforica, o maniacale:

  • ottimismo eccessivo
  •  grande stima di sé,
  •  grande energia,
  •  espansività,
  •  eloquio e pensieri accelerati e inarrestabili,
  •  fuga delle idee,
  •  insonnia senza sensi di stanchezza,
  •  iperattività confusa,
  •  disinibizione sessuale,
  •  impulsività nelle spese (acquisto di cose inutili e dispendiose compromettendo la stabilità economica familiare),
  •  sottovalutazione della realtà,
  •  facile irritabilità, tendenza alla lite per futili questioni (scenate, cause in tribunale, ecc.)
  •  tendenza a comportamenti polemici
  •  deliri di onnipotenza ( la persona si attribuisce conoscenze importanti, poteri particolari, missioni per conto di Dio, ecc.)

Se i sintomi durano più di una settimana e la persona è incapace di assolvere ai suoi abituali compiti lavorativi e familiari, oppure è necessaria l’ospedalizzazione, si parla di episodio maniacale (disturbo bipolare di tipo I); se invece la durata dell’episodio è minore, o la compromissione è meno marcata, viene fatta diagnosi di episodio ipomaniacale (disturbo bipolare di tipo II).

L’episodio maniacale è molto grave e richiede quasi invariabilmente l’ospedalizzazione, spesso in regime di TSO, data l’assenza di consapevolezza di malattia.

L’episodio ipomaniacale può essere gestito anche ambulatorialmente, ma poiché potrebbe essere l’esordio di un episodio maniacale, va valutato attentamente il livello di gravità.

A4

Esordio della malattia:

L’età di esordio è tra i 15 e i 40 anni: spesso le prime manifestazioni del disturbo sono di tipo depressivo, a volte alternate a episodi ipomaniacali che non destano molta preoccupazione. Nel periodo adolescenziale questo disturbo può causare abbandono scolastico, perdita del lavoro e problemi di relazione.

La presenza di un episodio maniacale indica la possibilità di una ricaduta futura nel 90% dei casi. 

Diagnosi:

Per la diagnosi di disturbo bipolare di tipo I è sufficiente la presenza di un episodio maniacale o misto (copresenza di sintomi maniacali e depressivi per almeno una settimana, con marcata compromissione).

Eziologia:

Si tratta di una malattia a forte componente genetica, tanto è vero che tutte le persone interessate hanno parenti o affini con sfumature simili di personalità. Chiaramente oltre alla predisposizione genetica, grande importanza hanno anche gli eventi della vita, le influenze dell’ambiente. L’alternarsi delle stagioni ha grande influenza su questa ciclicità del tono dell’umore, per cui in inverno, primavera ed autunno si tende più facilmente verso la depressione e durante l’estate verso l’euforia (o la mania).

Rischi:

Tra i rischi a cui sono esposte le persone con disturbo bipolare ci sono:

– il suicidio (durante gli episodi depressivi)
– la morte per cause accidentali (es. a causa di una guida spericolata) durante gli episodi maniacali;
– compromissione dei rapporti interpersonali,
– compromissione della stabilità economica (durante gli episodi maniacali, per shopping compulsivo)
– perdita del lavoro (es. per comportamenti inadeguati, tenuti durante gli episodi maniacali)
– uso di tranquillanti e droghe per automedicazione.

Leggi anche:  Farmaci antidepressivi e rischi di suicidio

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La terapia farmacologica

La terapia è prettamente farmacologica per i casi più gravi, soprattutto durante le fasi acute di depressione e di euforia; grande efficacia ha il litio, che riesce efficacemente a modulare il tono dell’umore. Il suo meccanismo d’azione è ad oggi ancora poco chiaro. Il farmaco ha una latenza d’azione fra i 7 e 10 giorni ed ha molti effetti collaterali:

  • Tremori
  • Disturbi gastro-intestinali
  • Funzionalità renale
  • Funzionalità tiroidea
  • Funzionalità cardiaca
  • Teratogenicità e Intossicazione

Trattamento psicologico

La psicoterapia è sempre consigliata, insieme al trattamento farmacologico, soprattutto per il sostegno e l’ascolto dato al paziente nelle due fasi della malattia, anche se, nella fase euforica, è ben difficile convincere il paziente che ha bisogno di cure.

Un trattamento ideale di psicoterapia dovrebbe collocarsi tra le due fasi, di mania o depressione, per 6/9 mesi.
La psicoterapia di sostegno deve permettere una graduale consapevolezza di malattia, tale da poter elaborare quanto è avvenuto durante l’episodio acuto.

Il trattamento psicoterapeutico dovrebbe includere:

  •  informazione. Approfondimento degli aspetti del disturbo bipolare;
  •  monitoraggio del tono dell’umore. Per capire quando ci sono in atto i cambiamenti;
  •  strategie di gestione dell’umore – Per aiutarsi a controllare meglio i cambiamenti;
  •  acquisizione di abilità – Per saper far fronte ai momenti di ricaduta nella malattia;
  •  terapia cognitivo-comportamentale – Per il trattamento della depressione.

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Diffusione:

Il Disturbo bipolare mostra tassi di prevalenza che raggiungono il 2%. L’incidenza nei due sessi è sovrapponibile, le donne però presentano più frequentemente episodi depressivi e DBII (disturbo bipolare II – almeno un episodio ipomaniacale ed un episodio depressivo; nessun episodio maniacale).

Prognosi:

L’evoluzione della malattia, se non diagnosticata e trattata, può arrivare a un punto in cui i periodi di stabilità sono sempre più brevi, mentre i sintomi degli episodi maniacali e depressivi sempre più gravi.

Con una adeguata terapia il decorso del disturbo è in genere benigno, con una remissione totale dei sintomi nei periodi intercritici nella maggior parte dei pazienti, che possono condurre una vita del tutto sana; esistono tuttavia persone affette da disturbo bipolare in cui il grado di disabilità è marcato, per il susseguirsi quasi ininterrotto di episodi di malattia, o per la cronicizzazione di una fase, in genere quella depressiva.

Dott.ssa Giuliana Proietti

 

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