La scelta del cibo riflette dei tratti di personalità

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John Hayes, professore associato di scienze alimentari presso la Pennsylvania State University sostiene che gli esseri umani non hanno mangiato, nel corso della loro storia, semplicemente quello che era disponibile nei propri tempi, ma si sono nutriti principalmente di ciò che ha imposto loro la cultura dominante. In questo senso, chi viveva negli anni cinquanta in Gran Bretagna, si nutriva di salsicce, patate bollite e verdure cotte. Il pollo, ad esempio, era disponibile, ma non si mangiava.

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Le tradizioni, la cultura e le abitudini sono dunque fattori molto importanti nel determinare quali cibi consumiamo, ma non dobbiamo dimenticare che anche i tratti di personalità influiscono su quello che decidiamo mettere in bocca.

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In una ricerca pubblicata nel 2013, Byrnes e Hayes hanno raccolto le risposte di 97 persone che dovevano valutare l’intensità dei campioni di capsaicina (il componente attivo dei peperoncini). Dopo aver analizzato le loro risposte a questo quesito e confrontato queste ai risultati di un test di personalità, si è scoperto che le persone che tendono a cercare sensazioni forti (ad esempio,
coloro che amano guidare velocemente su una strada tortuosa) erano più propense a gradire e dunque a nutrirsi di cibi più piccanti. Si è inoltre scoperto che le persone sensibili alla ricompensa (coloro che godono nell’essere lodati e sono molto competitivi nelle sfide) erano ugualmente più propense a mangiare alimenti piccanti.

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Un secondo studio ha confermato questi risultati, ma ha anche chiarito che chi mangia questi cibi speziati non sempre li gradisce davvero: la personalità influenza il piacere, che a sua volta influenza l’assunzione di quel cibo, ma la personalità può anche influenzare l’assunzione di quel cibo senza influenzarne effettivamente il relativo gradimento.

Nel 2011, alcuni ricercatori hanno scoperto che le persone che amano i dolci, come le caramelle e la torta al cioccolato, tendono ad essere più “dolci” nella vita, nel senso di mostrarsi più amichevoli e empatiche e disponibili verso gli altri.

Al contrario, una persona che gradisce caffè nero, acqua tonica o ravanelli potrebbe essere uno psicopatico. Secondo i lavori pubblicati lo scorso anno da ricercatori austriaci che hanno esaminato un totale di quasi 1.000 persone, coloro che preferiscono gli alimenti e le bevande di gusto amaro hanno maggiori probabilità di avere tratti di personalità anti-sociale, come essere manipolatori, insistenti e / o insensibili. Personalità per niente dolci, insomma…

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Alan Hirsch, un neurologo e psicologo specializzato nel trattamento delle perdita di odore e di gusto nel cibo, presso la Smell & Taste Treatment and Research Foundation, sta collegando le preferenze di gusto delle persone ai loro tratti di personalità. Ha scritto un certo numero di libri,
compreso What Flavor is Your Personality (di che sapore è la tua personalità), tra gli altri. Hirsch dice che lui e la sua squadra hanno esaminato le preferenze di gusto e i profili di personalità di più di 18.000 persone, facendo correlazioni su tutto, dagli spuntini agli alimenti per la colazione, fino ai gusti del gelato.

“Fondamentalmente tutto ciò che facciamo riflette la nostra personalità sottostante: la direzione in cui pettini i capelli, il colore della cravatta o le scarpe che indossi, la macchina che guidi…”, spiega Hirsch Broadly. E questo naturalmente si riflette anche nell’alimentazione.

Uno studio dello stesso autore ha esaminato le preferenze nel sapore della vodka. Commissionato nei primi anni 2000 dalla società che distribuiva all’epoca la vodka Stolichnay, i ricercatori hanno condotto diversi test mettendo a confronto gusti e personalità. I soggetti dovevano valutare i vari sapori della vodka, tra cui pesca, vaniglia, arancio e altri, producendo così una correlazione statistica tra preferenze nel sapore della vodka e aspetti della personalità.

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Secondo le conclusioni di Hirsch, le persone che dicono di preferire vodka alla pesca tendono ad essere “vivaci, istrioniche e entusiaste”. Al contrario, gli amanti della vodka al mirtillo tendono ad essere seri, incapaci a letto e portati a lavorare troppo. I bevitori di vodka alla vaniglia sono invece “impulsivi, emotivamente guidati” e vogliono essere circondati da altre persone.

Hirsch  spiega che la nostra personalità si sviluppa dalla nascita ai sette anni e, in questo periodo, si sviluppa anche il nostro gusto alimentare. Inoltre sottolinea che le parti del cervello che hanno a che fare con la personalità e la zona cerebrale dove si localizzano i sistemi olfattivi e gustativi sono molto vicine, il che per il ricercatore non è secondario.

Dr. Giuliana Proietti

 

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Fonte:
What the Foods You Eat Say About Your Personality, Broadly

Immagine:
Pexels



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