Religione, spiritualità e psicoterapia
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Freud non amava la religione: ne aveva parlato, con grande scandalo, come di una forma di patologia. Per il fondatore della psicoanalisi la religione era infatti assimilabile ad un’illusione, in cui il credente smarriva il senso della realtà, a tutto vantaggio di fantasie psichiche, che potevano diventare delirio collettivo, nell’acquiescenza del gruppo. Ne “L’avvenire di un’illusione” (1927) Freud concludeva che sarebbe stato un bene se un giorno l’umanità si fosse riuscita a liberare di questa illusione, per poter usufruire di energie razionali, preziosissime per la costruzione della stessa “civiltà”.
A32/11
La psicoterapia dunque è nata laica e, da allora, si è sempre tenuta alla larga dalle religioni. Oggi però ci sono nuove tendenze ed in alcuni ambienti si sta cercando di integrare l’approccio terapeutico classico con aspetti spirituali (forse come forma di concorrenza alle tante filosofie e religioni orientali, che attirano sempre più persone con problemi psicologici, più che appassionati dello spirito…).
Il massimo esperto del genere è Kenneth I. Pargament psicologo clinico, docente di psicologia presso la Bowling Green State University e studioso presso l’Istituto di Spiritualità e salute presso il Texas Medical Center. Ha pubblicato The psychology of religion and coping: Theory, research, practice nel 1997 e Spiritually integrated psychotherapy: Understanding and addressing the sacred nel 2007. Recentemente è stato intervistato dall’APA su questi argomenti. Vi riportiamo una sintesi delle sue risposte.
Le persone si rivolgono alla fede religiosa per cercarvi conforto e sostegno nei momenti difficili. In particolare, ci sono alcuni gruppi, come ad esempio gli anziani o soggetti che appartengono a minoranze, i quali sono più propensi a guardare alla fede come ad una forma di aiuto.
Studi empirici hanno dimostrato che in presenza di disastri naturali, malattie, perdita di persone care, divorzio, ecc. la religione e la spiritualità possono essere utili per si trova a dover fronteggiare problemi su cui ha scarso controllo ed ha scarsi mezzi personali per farvi fronte. In tempi di crisi, ad esempio, la religione può essere molto importante, perché permette di sentire il supporto spirituale di una divinità. Altrettanto utili sono quei rituali che facilitano la vita spirituale, il perdono, il sostegno da parte di qualche sacerdote: tutto questo aiuta a riformulare una situazione stressante in un sistema più grande, maggiormente benevolo e più ricco di significato.
Per molti anni, gli psicologi hanno evitato di inserire religione e spiritualità nella pratica clinica. Questo è stato forse dovuto al fatto che c’era qualche antipatia religiosa tra i pionieri della psicologia come Sigmund Freud e BF Skinner, o forse perché gli psicologi generalmente mancano di formazione in questo settore. Eppure, ci sono diversi motivi scientificamente fondati per inserire la religione e la spiritualità nella pratica clinica. Per molte persone, la religione e la spiritualità sono le risorse chiave che possono facilitare la propria crescita personale. Le ricerche mostrano che le persone vorrebbero poter parlare di questioni relative alla fede nel loro trattamento psicologico e che gli approcci spiritualmente integrati sono efficaci come gli altri trattamenti. Gli psicologi sono comunque obbligati per ragioni etiche ad essere rispettosi e attenti nei confronti della diversità culturale dei loro pazienti (ricordando che la religione e la spiritualità contribuiscono alla nostra identità personale e sociale).
Oggi si stanno sviluppando e valutando una varietà di approcci spirituali integrati al trattamento, tra cui: interventi di perdono, per aiutare le persone divorziate a venire a patti con amarezza e rabbia; programmi per aiutare le vittime di abusi sessuali a superare i loro problemi conflittuali interni; trattamenti per persone con disturbi alimentari e programmi che aiutano i tossicodipendenti a riconnettersi al proprio sé superiore. Questi programmi sono ancora nelle loro prime fasi di sviluppo, ma i risultati preliminari sono promettenti. Agli psicologi che non hanno familiarità con il lavoro in questo settore, dico di cominciare a “mettere i piedi in acqua” semplicemente ponendo ai loro pazienti qualche domanda su religione e spiritualità. La maggior parte dei pazienti sono felici di parlare di questi temi. Comunicando il proprio interesse per la religione e la spiritualità, gli psicologi aprono la porta a quella che potrebbe diventare una più ricca e più profonda conversazione.
La psicologia ha ormai cominciato a comprendere ed esplorare una serie di nuovi interessanti argomenti: meditazione, perdono, accettazione, gratitudine, speranza e amore. Ciascuno di questi fenomeni ha radici profonde nelle tradizioni e nelle filosofie religiose orientali e occidentali. “Non c’è bisogno di essere religiosi per meditare” è ormai diventato un mantra in letteratura. La ricerca su questi aspetti della vita ha iniziato a dare importanza vitale a intuizioni psicologiche e sociali, con implicazioni potenti per il cambiamento e la crescita umana.
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Alcune ricerche hanno dimostrato che la meditazione basata sulla preghiera è più efficace nel ridurre il dolore fisico di una meditazione basata su una frase laica. Allo stesso modo, altri studi hanno dimostrato che le forme spirituali di sostegno portano salute e benessere al di là degli effetti del sostegno laico. A differenza di qualsiasi altra dimensione della vita, la religione e la spiritualità hanno un focus esclusivo sul dominio del sacro: la trascendenza, la verità ultima, ecc. Qualsiasi psicologia che si dedichi a queste parti della vita rimane incompleta.
Purtroppo, la grande maggioranza degli psicologi non riceve alcuna formazione in religione e spiritualità durante il corso di laurea e la formazione post-lauream. Questo stato di cose dovrebbe cambiare, perché sarebbe utile acquisire le abilità per valutare e affrontare le questioni religiose e spirituali che si presentano nel trattamento.
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Fonte:
What Role Do Religion and Spirituality Play In Mental Health? APA
Immagine:
Unsplash
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