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sadico

Lui è sadico – Consulenza on Line

Da circa un anno e mezzo frequento un avvocato di 46 anni che vive solo non ha mai convissuto non si è mai sposato praticamente non ha amici ha frequenti crisi depressive che sfociano nella paranoia. inizialmente per il primo anno io ero la vittima di un suo sadismo ma non fisico – un sadismo psicologico – poi nel momento in cui io ho cominciato a reagire lui ha cominciato a chiedermi di maltrattarlo e di eseguire pratiche di masochismo sessuale … e ho scoperto che a casa aveva una valigia di attrezzi (tipo fruste catene corde manette) …vuole sentirmi forte questo io l’ho capito e comunque io non accetterei mai di essere maltrattata attraverso queste pratiche. adesso la nostra non è più una relazione stabile da quando io lo ho mandato al diavolo … ben sei mesi fa …anche se ne sono innamorata … la cosa che vorrei sapere è se ignorarlo, non cercarlo è per lui comunque come maltrattarlo ?
Rosy

Cara Rosy,

Credo che un sentimento sano e maturo verso un possibile partner dovrebbe riguardare tutta la sua persona, e non solo alcune sue caratteristiche. Nel suo caso invece, mi sembra di capire che lei si senta attratta da quest’uomo: verosimilmente interessante, colto, di buona posizione sociale, ma che presenta questo ‘lato B’ per lei poco rassicurante.

Infatti, per svolgere certe pratiche erotiche è necessario essere entrambi consenzienti: se a lei non piace il contenuto di quella valigia di ‘attrezzi’, non può in alcun modo pensare di prendere l’uomo senza la sua ‘pesante’ valigia.

Quanto alla sua domanda, rispondo con un’altra domanda: cosa vuole fare della sua vita? E’ in base a questo, e non al suo possibile, momentaneo innamoramento, che lei deve cercare la risposta di cui ha bisogno, dentro di sé.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

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  • 11 Gen 2007
  • Dr. Giuliana Proietti
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primo figlio

La sessualità e la nascita del primo figlio

Il primo figlio porta sempre uno sconvolgimento nella vita di coppia. Molti sono infatti i cambiamenti richiesti nello stile di vita cui si è abituati, molti i ritmi e le abitudini che devono essere modificati, per accordarli con quelli del/della partner.

Il secondo sconvolgimento è sicuramente quello che segue la nascita del primo figlio.
Anche qui, gli orari, l’organizzazione della giornata, il ritmo sonno-veglia vengono completamente alterati a causa della presenza in casa, niente affatto ‘discreta’, del neonato.
Del resto, il bambino piccolo ha un unico modo per comunicare, quello di piangere, qualsiasi sia il suo bisogno (cibo, coccole, pulizia, mal di pancia ecc.). E naturalmente ‘comunica’ spesso, e a tutto volume…

In questo clima di scombussolamento non si può pensare che la vita sessuale della coppia possa rimanere stabile e ricominciare come se nulla fosse accaduto. Generalmente, dal punto di vista sessuale, questo è un momento di forte crisi, che però in genere è temporaneo. Infatti, se i due partners sono capaci di spiegarsi, di capirsi, di sostenersi a vicenda, possono facilmente giungere a dei compromessi che soddisfino le esigenze di tutti. E piano piano si ritorna alla normalità.

Tra i due neo-genitori, è la donna ad essere meno che mai interessata al sesso e ne ha anche molti motivi:
1. E’ stanca e stressata dal lungo periodo di tensione dovuto alla gravidanza
2. Se ha avuto un parto difficile, un taglio cesareo, un’episiotomia, può avere dei disturbi fisici, sentirsi debole e poco attraente
3. L’attenzione verso il neonato, l’allattamento, il dover far fronte a questo nuovo ruolo possono farla sentire più mamma che donna. Questo è ancor più vero se si vive una depressione post-partum.
4. Alcune donne possono temere il rapporto sessuale, perché possono aver paura di soffrire, di rimanere di nuovo incinte, di non riuscire ad essere sufficientemente coinvolte, deludendo il partner.

Tutto ciò avviene anche per una causa biologica: l’innalzamento del livello della prolattina e ad un abbassamento del livello degli estrogeni, il che predispone la donna alla depressione e agli sbalzi d’umore e causa secchezza vaginale, rendendo i rapporti più dolorosi.

D’altro canto, anche il papà, per quanto meno coinvolto, è sotto forte stress: da un giorno all’altro si ritrova spodestato dal neonato, che è ora al centro dei pensieri della sua donna. Può sentirsi dunque trascurato o respinto, ma queste sensazioni saranno sicuramente meno gravi se il papà si occuperà anche lui della cura del neonato, condividendo con la sua compagna ansia e soddisfazioni.

Dal punto di vista sessuale inoltre il neopapà potrebbe avere un calo del desiderio, vedendo nella sua compagna una figura più simile a sua madre che ad una persona sessualmente stimolante. Questo è ancor più vero se, senza preparazione adeguata e senza la predisposizione ad assistere a certe scene, è stato spinto ad assistere al parto, rimanendo traumatizzato dall’ambiente ospedaliero e dal sangue.

La prova di maturità che si richiede ai neo-genitori in questo periodo della vita è dunque quella di rimanere calmi, essere molto pazienti nei confronti dell’altro, cercare di cooperare al massimo. Una volta superata l’emergenza e ristabilito un po’ d’ordine nella propria giornata, entrambi dovrebbero sforzarsi per ritrovare il momento delle coccole, senza affrettare i tempi, ma neanche eccessivamente dilatarli, evitando così una crisi maggiore, in un momento, per altri versi, così bello.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

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  • 17 Gen 2007
  • Dr. Giuliana Proietti
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lei fa da se

Lei fa da sé – Consulenza on Line

Cara dottoressa.
sono Marco, da pochi giorno sto con una ragazza di 23 (io 32) è mi sembra siascoppiato un grande amore. Da premettere che da pochi mesi sono stato lasciatoda una con cui stavo o credevo di stare organzizando il matrimonio (poi leiinvaghita di un altro è andata via). Dopo 2,5 mesi di conoscenze varie (nientedi importante) ho conosciuto questa ragazza.. Ed è stato colpo di fulminereciproco. In pochi giorni stiamo bruciano le tappe e lei che era quasiinesperta mi dice qualche no, poi si lascia andare. C’è molto trasporto,passione.. Ci ha preso di brutto. La mia preoccupazione è che lei ha avuto ragazzi che non dimostravano di desiderarla o non la desideravano affatto. In questi ultimi anni ha fatto spessissimo da sola. Ed ora quando la tocco o le bacio il clitoride lei sembra stia raggiungendo l’orgasmo, ma poi si blocca…Le ho chiesto di ridurre un po’ la masturbazione e di stare serena e tranquilla. Di disabituarsi all’autoerotismo.. Credo, poi, che la cosa potrà superarla quando inizieremo ad avere un rapporto completo.. Per il momento cosa faccio, secondo lei??Grazie della disponibilità e del lavoro di volotariato che prestate.

Caro Marco,

Le cose verranno con sé, stia tranquillo. Per quanto riguarda l’autoerotismo di lei, lasci che sia la sua ragazza a decidere se continuare o smettere… Il suo autoerotismo ‘privato’ non può, in ogni caso ed in nessun modo, interferire col vostro rapporto di coppia.
Se la sua ragazza ‘si blocca’, le cause possono essere diverse: mancanza di tranquillità, ansia da prestazione, pensieri interferenti, sensi di colpa ecc.
Le consiglierei dunque di evitare di informarsi e di discutere sulla vita intima della sua ragazza, anche se, mi pare, l’idea che la sua lei possa coltivare delle fantasie e dei piaceri privati, ‘non controllabili’, la mette un po’ in ansia. Ma questo è un problema che riguarda lei, Marco, non la vostra coppia.
Cari saluti.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Giuliana Proietti
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  • 29 Gen 2007
  • Dr. Giuliana Proietti
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identità sessuale

Eppure le donne mi piacciono! – Consulenza on Line

Buon giorno. Il mio problema è la mia identità sessuale: detto in altri termini, non ho ancora capito esattamente se sono attratto dagli uomini o dalle donne. Verso i 13 anni mi innamorai per la prima volta di una ragazza, per come ci si può innamorare a quell’età, ma a 15 mi venne il dubbio: “Ok, ti attraggono le ragazze, ma chi ti dice che non ti piacciano anche gli uomini?”Questa eventualità mi gettò nell’angoscia più profonda, da cui mi tirai fuori decisamente bene, poichè bene o male c’era sempre qualche ragazza che mi piaceva. Purtroppo però ero sempre troppo timido per provarci. Ogni tanto però,all’incirca una volta l’anno, il dubbio mi veniva e per qualche giorno stavo male. Le cose sono andate avanti così fino a quest’ estate, quando una ragazza a cui avevo fatto il filo, la prima con cui ci provavo davvero e di cui ero proprio perso, mi chiuse la porta in faccia. Stetti davvero malissimo, e,ricordo, una notte insonne sbottai: “Uffa, ma possibile che debba stare così male per una donna? Non è che devo indirizzarmi agli uomini?” Da quel momento l’angoscia non mi ha più abbandonato. Quello è stato un tappo che è saltato: spinto dal terrore che forse mi potevano piacere gli uomini, ho capito che mi ero sempre trattenuto e che avevo sempre vietato a me stesso di desiderare sessualmente una donna in carne e ossa, desiderando solo quelle finte alla Tv:addirittura non volevo toccare le ragazze, ritenendo la cosa sporca e da maiale. Ho scoperto di sapermi eccitare per le donne e di desiderarle. Però forse sono attratto anche dagli uomini. Così mi sono detto: “Ti piacciono gli uomini? Benissimo, desiderali, sognali! E quando lo stavo facendo dopo un po’mi veniva un senso di schifo istintivo e pensavo: “Beh, le donne sono ben meglio!” Però non riesco mai a trovare una risposta chiara, ogni giorno mi dico: caro mio, sei Gay! Poi però mi dico: eppure a me le donne piacciono!” Non so come muovermi, dovrei riuscire ad avere rapporti con le ragazze per capirlo davvero. é brutto perchè si vive nell’angoscia. Forse ho il terrore di finire come quelli che si sposano e poi lasciano moglie e figli per andare a stare con un uomo!!Grazie per l’aiuto!Giacobbe

Gentile Giacobbe,

Per una serie di ragioni che non starò qui ad elencarle, è impossibile provare tutte le esperienze che esistono al mondo prima di poter dire a sé stessi ‘so chi sono veramente’. Infatti, una volta sperimentato un rapporto omosessuale con un ragazzo, ventenne biondo e italiano, lei potrebbe chiedersi come potrebbe essere il rapporto omosessuale con un trentenne, moro e cinese, e così via… E da qui passare a tutti gli altri tipi di rapporti sessuali che esistono, fino ad arrivare a quelli, odiosissimi, con gli animali o con i bambini, solo al fine di poter ‘escludere’ questo tipo di desideri. Il problema, a mio parere, è un altro e non riguarda la sua attrazione o meno per altri uomini, quanto la necessità che sente di ‘trovare una risposta chiara’: perché doversi per forza dare un’etichetta prima di seguire il proprio istinto? In genere, prima si segue l’istinto e poi ci si dà un’etichetta. Inoltre, vorrei farle osservare, se lei vivesse una relazione, sentimentale o sessuale, con un altro uomo, non per questo non vi sarebbero problematiche del tutto simili a quelle che lei sperimenta con le donne… Le porte in faccia non hanno mica un sesso!
Questo suo insolubile dilemma sull’identità sessuale dunque potrebbe essere solo un meccanismo di difesa, una razionalizzazione, per darsi dei motivi, apparentemente validi e sensati, per non doverci provare con le donne, che la attraggono ma la spaventano, perché teme di essere rifiutato. E allora, forse più che un problema di identità sessuale, il suo potrebbe essere un problema di ansia sociale. Provi, se può, a parlarne con uno psicologo.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Giuliana Proietti
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  • 20 Feb 2007
  • Dr. Giuliana Proietti
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gay

Pure tra i gay mi sento solo – Consulenza on Line

Mi chiamo Francesco, ho 22 anni, sono testardo, lunatico, permaloso, sensibile, polemico, introverso ed estroverso allo stesso tempo (a seconda di chi ho davanti ), amante della musica oltre ogni limite…basterebbe solo questo per descrivere me…Ho sempre pensato che il mio antidepressivo fosse proprio la musica e deve averlo pensato pure mia madre (9 anni fa fui iscritto ad una scuola di danza,che tutt’ora frequento, e 4 anni fa fui esortato ad iscrivermi ad una scuola di canto che ancora adesso frequento.) Mi basta cantare e ballare per allontanare dalla mia mente problemi che mi affliggono.Un tempo ero molto solare, molto sicuro di me stesso, un’ po’ menefreghista e soprattutto sereno…l’esatto contrario di adesso.S ono gay, e per molti anni questo ha lasciato spazio ad autoanalisi a volte estenuanti…non riuscivo a capire perché (allora 13 enne) io e mio cugino (lui piu’ grande di 4 anni) spesso ci ritrovavamo sotto le coperte con atteggiamenti intimi che dopo mi incutevano senso di colpa e di sporco…non ricordo la mia prima volta (sono sicuro sia stata con lui), non ricordo come possa essere iniziata, non ricordo le mie sensazioni…non ricordo niente, è come se l’avessi cancellata.. e spesso sentire parlare amici della loro prima volta mi fa male…perche’ io non la ricordo.Quello di cui sono certo è che questo pseudo-rapporto sessuale tra me e mio cugino è stato l’ inizio della mia infelicità…mi sono sentito per molto tempo sbagliato, sporco e reduce da questo genere di sensazioni ho trovato rifugio nell’anoressia e poi nella bulimia (che ho da solo sconfitto o quasi)…La mia omosessualità è stata per molto tempo una cosa da tenere nascosta, una sorta di segreto…e per mantenere ancor piu’ questo segreto ho iniziato a recitare ruoli lontani anni luce da me.. ero diventato la persona perfetta,tutto cio’ che dicevo era calcolato, non mi esponevo piu’ di tanto per evitare i problemi, insomma un automa…e se nella realtà tutto sembrava facile (nonostante la scuola fosse un inferno) all’interno delle mura domestiche diventava dilaniante, sofferente, triste (recitavo pure con i miei genitori). All’eta’ di 18 anni ho deciso di lottare per essere felice, o meglio di provare ad essere felice, ho detto ai miei genitori di essere gay, e dopo varie e plausibili tragedie (i miei genitori in quei 5 minuti di realizzazione hanno fatto morire il proprio figlio per farlo resuscitare qualche mese dopo) adesso i miei accettano in todo quello che sono come è giusto che sia.Ho avuto varie storie che oltre a non lasciare niente sono state un’ inutile perdita di tempo sia per me che per i miei compagni.. avevo cosi’ deciso di concedermi una pausa… adesso eccomi qui nell’arco di un mese sono uscito da due storie devastanti (il primo mi ha praticamente fatto cattiva pubblicità in giro ed il secondo dopo settimane di corteggiamento avuta la nottata di sesso mi ha sbattuto la porta in faccia dicendomi di aver ottenuto quello che voleva), adesso mi frequento con un ragazzo che non riesco a capire…insomma piu’ passa il tempo e piu’ mi accorgo che la felicità che cercavo di raggiungere tanto non mi sembra piu’ di trovarla, non mi sembra piu’ di volerla trovare…sono profondamente infelice e lo sono da tutta una vita.Ascolto gli altri parlare d’amore e mi eclisso perche’ ho 22 anni e l’amore sembra non voler trovare la mia porta, vedo gli altri che vivono un sereno e felice rapporto di coppia ed io incontro persone sbagliate… nemmeno la musica riesce ormai a farmi volare…mi sento bloccato in una realtà che non voglio piu’vivere, che mi ha stancato, mi sento ormai “un pesce fuor d’acqua” pure tra i gay, mi sento solo…

Gentile Francesco,

Credo che la sua lettera sia stata scritta in un momento di malinconia e mi auguro che adesso le cose vadano un po’ meglio. Non sembra infatti che lei soffra di depressione, perché vi sono molti riferimenti nella sua lettera, a situazioni e cose che sembrano tutt’ora interessarla e gratificarla. Sicuramente l’esperienza con suo cugino è stata traumatica, ma da come racconta, sembra più per questioni che hanno a che fare con la parentela (rapporto pseudo-incestuoso) piuttosto che per il rapporto omosessuale in sé che, mi sembra, abbia poi continuato a praticare senza provare particolari sensi di colpa. La sua lettera, in questo periodo in cui si parla tanto di omosessualità e DICO, dimostra quanto siano ‘normali’ i rapporti omosessuali, nei quali possiamo ritrovare i sospiri, le ansie, le felicità e le infelicità che caratterizzano qualsiasi rapporto d’amore.
E quando l’amore non c’è si soffre e si sta male, tra gli etero quanto fra i gay.
Cerchi dunque di ritrovare un po’ di ottimismo, perché sicuramente prima o poi anche lei troverà una persona adatta, con la quale costruire un bel rapporto: questo sarà più facile se lei sarà aperto e positivo nei confronti degli altri.
Quanto ai sensi di colpa e alle amnesie che riguardano la sua ‘prima volta’, potrebbe essere un’idea quella di parlarne con uno psicoterapeuta, che la aiuti a rielaborare il suo vissuto, per ritrovare un più stabile equilibrio e rinforzare la sua autostima.
Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Immagine : Artbabyart

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  • 9 Mar 2007
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