Disturbi alimentari: l’anoressia

Disturbi alimentari: l’anoressia

Costo: 70 euro/ Durata: 1 oraDr. Walter La Gatta

Cosa significa “anoressia”?

“Anoressia” deriva dalle parole greche “an” “òrexis” e significa “perdita dell’appetito”. In realtà la perdita vera e propria dell’appetito arriva solo nella fase avanzata della malattia, quando la persona è largamente sotto peso, l’organismo è fortemente indebolito e le funzioni digestive sono ormai compromesse. Nella fase iniziale della malattia invece, il soggetto anoressico prova appetito come tutti, solo che evita di portarlo a coscienza.

 

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Come si arriva all’anoressia?

Molte persone anoressiche sono state in passato in sovrappeso ed hanno cominciato la loro battaglia contro il cibo iniziando da una dieta. Si comincia eliminando dal proprio menù uno specifico alimento, considerato troppo calorico, per poi aggiungerne sempre degli altri; un’altra modalità è quella di cominciare ad alimentarsi solo con prodotti liquidi o semi-liquidi, disabituandosi gradualmente alla masticazione e dunque alla dieta completa; infine ci si può spingere verso l’anoressia attraverso una scelta di alimentazione esclusivamente vegetariana. (Il che non significa che tutti coloro che scelgono di essere vegetariani sono a rischio di anoressia, ovviamente….). In seguito gli obiettivi di dimagrimento possono diventare sempre più ambiziosi e così, talvolta, comincia l’anoressia.

Vi sono molti altri fattori che possono determinare l’insorgenza dell’anoressia: un violento shock emotivo, un trauma, uno stato depressivo (‘mi si chiude lo stomaco’), una fobia legata all’alimentazione (difficoltà nella deglutizione, paura che il cibo sia contaminato ecc.).

Quale fascia della popolazione colpisce prevalentemente l’anoressia?

L’anoressia colpisce prevalentemente le adolescenti fra i tredici ed i venti anni (in una percentuale che va dallo 0,5 all’ 1 %), specialmente soggetti di intelligenza elevata ed ottimo rendimento scolastico.

Come si vedono i soggetti anoressici?

Molto spesso i soggetti anoressici arrivano a perdere il senso della realtà, per cui vedono riflessa nello specchio la propria immagine deformata, mai abbastanza magra e sempre con qualche rotondità o ‘gonfiore’ di troppo, che desiderano far scomparire, specialmente nella zona dell’addome, dei glutei o delle cosce. Essi hanno un’enorme paura di ingrassare, anche quando sono già sottopeso, affamati o malnutriti.

Quando hanno raggiunto il peso che considerano ideale questi soggetti provano un senso di rilassamento?

No, paradossalmente, la perdita di peso non è mai rassicurante: una volta raggiunto questo obiettivo gli anoressici temono di ‘tornare indietro’ e di riacquistare peso.

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Gli anoressici perdono interesse per il cibo?

Assolutamente no. La cosa curiosa è che l’interesse per il cibo, anche in un caso di conclamata anoressia è, contrariamente a quanto si potrebbe credere, elevatissimo: non è infrequente ad esempio che una persona anoressica ami molto preparare per i familiari e per gli ospiti dei raffinati piatti e sia abbonata a riviste di cucina.

Cosa accade in caso di occasionale perdita di controllo ?

Se l’attrazione del cibo è stata troppo forte e la persona anoressica si è consentita una occasionale abbuffata, è molto probabile che poi ricorra ad alcune pratiche per eliminare parte del cibo ‘colpevolmente’ ingoiato. L’aver mangiato una grande quantità di cibo infatti comporta un’automatica “perdita di controllo”. Il comportamento di eliminazione comporta vomito autoindotto o abuso deliberato di lassativi, diuretici o clisteri per compensare il consumo di cibo.

Quale è il tipo di personalità del soggetto anoressico?

Dal punto di vista psicologico, la personalità del soggetto anoressico è molto rigida, ha difficoltà di interrelazione con gli altri, soffre di distimia e di sensi di inadeguatezza, è disinteressato alla sessualità. Gli individui con anoressia possono controllare il cibo e il peso come mezzo per gestire alcune aree della vita che sentono fuori controllo, o come modalità per esprimere emozioni complesse.

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L’anoressia è una malattia pericolosa?

Nei casi più gravi, la malattia si cronicizza e si può arrivare anche alla morte, causata da cachessia (gravissimo deperimento organico dovuto alla diminuzione di peso che arriva ad essere del 30% inferiore al peso normale), o da una banale malattia, non sufficientemente trattata dal sistema immunitario, anch’esso indebolito.

I rischi associati all’anoressia sono i seguenti:

  • Anemia (carenza di ferro);
  • Sistema immunitario compromesso (ad es. ci si ammala più spesso);
  • Problemi intestinali (ad esempio dolore addominale, stitichezza, diarrea);
  • Perdita delle mestruazioni nelle ragazze e nelle donne;
  • Aumento del rischio di infertilità negli uomini e nelle donne;
  • Insufficienza renale;
  • Osteoporosi – una condizione che porta le ossa a diventare fragili e facilmente fratturabili;
  • Problemi cardiaci (ad esempio anomalie cardiache, arresto cardiaco improvviso).

Quale è la percentuale di mortalità?

La percentuale di mortalità viene indicata tra il 5% e il 20% dei casi.

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Quali sono i segnali di allarme dell’anoressia?

Chi soffre di anoressia può mostrare una combinazione dei seguenti sintomi:

Segni fisici

  • Perdita di peso rapida o frequente cambio di peso; incapacità di mantenere il peso corporeo normale;
  • Perdita o disturbo delle mestruazioni nelle ragazze e nelle donne e diminuzione della libido negli uomini;
  • Svenimento o vertigini;
  • Sensazione di freddo per la maggior parte del tempo, anche con alte temperature (causato da cattiva circolazione);
  • Sensazione di gonfiore, costipazione o sviluppo di intolleranze alimentari;
  • Scarsa energia, sensazione di stanchezza e impossibilità di riposare correttamente;
  • Cambiamenti facciali (ad esempio occhi infossati);
  • Peluria sottile che appare sul viso e sul corpo.

Segni psicologici

  • Avere un’immagine corporea distorta (ad esempio vedersi in sovrappeso quando si è in realtà sottopeso)
  • Preoccupazione per il cibo, la forma del corpo e il peso;
  • Maggiore sensibilità ai commenti relativi al cibo, al peso, alla forma del corpo, all’esercizio fisico;
  • Perfezionismo;
  • Intensa paura di ingrassare ed estrema insoddisfazione riguardo all’immagine corporea;
  • Depressione e ansia, in particolare al momento del pasto;
  • Ridotta capacità di pensiero e maggiore difficoltà di concentrazione;
  • Pensiero “in bianco e nero” (ad esempio, pensieri rigidi sul fatto che il cibo sia “buono” o “cattivo”)
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Segni comportamentali

  • Seguire una dieta (ad esempio digiuno, conteggio delle calorie, evitamento di alcuni cibi);
  • Preoccupazione nel preparare il cibo per gli altri, sulle ricette e la nutrizione;
  • Cambiamenti radicali nelle preferenze alimentari (ad esempio improvvisamente si disprezza il cibo preferito, segnalando allergie o intolleranze alimentari, o diventando vegetariani);
  • Rituali ossessivi intorno alla preparazione e al consumo di cibo (ad esempio mangiando molto lentamente, tagliando il cibo in pezzi molto piccoli, insistendo sul fatto che i pasti debbano essere consumati esattamente alla stessa ora ogni giorno)
  • Bugie relative al mangiare (ad esempio affermare di aver già mangiato quando non è vero, nascondere cibo non consumato, evitare i pasti con altre persone);
  • Comportamento antisociale;
  • Comportamenti ripetitivi o ossessivi relativi alla forma del corpo e al peso (ad esempio pesarsi continuamente, guardarsi allo specchio ossessivamente);
  • Attività fisica compulsiva o eccessiva (ad esempioandare a correre anche in caso di maltempo, oppure in caso di influenza o altri disturbi: evitare l’esercizio fisico crea angoscia);
  • Abuso deliberato di lassativi, soppressori dell’appetito, clisteri e diuretici;
  • Autolesionismo, abuso di sostanze o tentativi di suicidio.

Come viene descritta la famiglia del soggetto anoressico?

La famiglia del paziente anoressico è in genere costituita da un padre debole, perlopiù assente, che ha un rapporto conflittuale con la madre. In questo tipo di famiglia le emozioni vengono difficilmente espresse: ci si perde nell’analisi dei dettagli e si rinuncia ad una visione complessiva della realtà.

Come viene descritta la madre del soggetto anoressico?

Viene descritta come una personalità rigida, iperprotettiva, onnipresente, ma non tenera, non affettuosa.

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L’anoressia è una forma di rifiuto delle regole familiari?

Attraverso il dimagrimento, il rifiuto del cibo, la continua attività fisica, il soggetto anoressico può cercare una sua via di auto-affermazione, basato anzitutto su un programma alimentare che si oppone al volere familiare e che richiede, per essere realizzato, molta forza di carattere.

Il soggetto anoressico ha scarsa stima di sé?

Al contrario: a causa di queste continue rinunce sul cibo l’anoressico acquisisce una crescente stima di sé, per il profondo senso di eccitazione, di purezza e di potere spirituale che il digiuno comporta. Perdere il controllo del cibo significa però far crollare immediatamente anche l’autostima.

Come si può curare l’anoressia?

È stato clinicamente dimostrato che il trattamento psicologico riduce la gravità, l’impatto e la durata dell’anoressia. Le terapie basate sull’evidenza da considerare per il trattamento dell’anoressia sono:

  • Terapia familiare
  • Terapia cognitivo-comportamentale
  • Terapia psicodinamica o psicoanalitica

A chi rivolgersi?

E’ importante contattare un professionista con conoscenze specialistiche in salute, nutrizione e disturbi alimentari o chiedere consiglio al medico di famiglia. Prima si cerca aiuto, maggiori sono le probabilità di recupero.

Dr. Walter La Gatta

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