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Author: Dr. Giuliana Proietti

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Come scegliere un sessuologo

La medicina sessuale: come scegliere un sessuologo

La medicina sessuale: come scegliere un sessuologo

Psicolinea

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COME SCEGLIERE UN SESSUOLOGO

La medicina sessuale è una branca della medicina che riguarda la sessualità umana e i suoi disturbi, ed ha lo scopo di migliorare la salute sessuale dei pazienti. Molte persone tuttavia esitano prima di consultare uno specialista. Ecco allora qualche spiegazione, che può permettere di superare alcuni pregiudizi.

La medicina sessuale si occupa di una vasta gamma di aspetti legati alla sessualità: funzione sessuale, esperienza e comportamento sessuale, questioni relative alla identità di genere, traumi sessuali e loro conseguenze.

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Essa svolge anche un ruolo di prevenzione generale, perché la consultazione di uno specialista è anche un’opportunità per fare un controllo completo sulla salute. La medicina sessuale si basa su alcuni principi fondamentali: in primo luogo, tiene sempre conto della dimensione individuale e di coppia e utilizza la conoscenza e la metodologia delle scienze mediche, psicologiche e sociali.

Lo specialista dunque potrà essere un medico, interessato ai problemi relativi alle patologie organiche, oppure uno psicologo, che potrà occuparsi delle condizioni psicologiche e sociali del paziente. Per poter usufruire di diversi tipi di specializzazioni, spesso i sessuologi lavorano in team.

La medicina sessuale applica rigorosamente le conoscenze acquisite dalla ricerca scientifica più aggiornata nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi sessuali.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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In genere, in presenza di un disturbo sessuale, ci si può rivolgere, per avere consiglio, direttamente al proprio medico di famiglia o ad un sessuologo iscritto alle categorie professionali (In Italia si può consultare l’Albo del CIS o della FISS). Il sessuologo stabilirà se il paziente ha un problema organico o psicologico (o entrambi) e, se necessario, potrà inviarlo ad altri specialisti per effettuare altri test e/o trattamenti.

Tuttavia, molti medici di base hanno ancora difficoltà a parlare di sessualità, anche perché molti non hanno ricevuto una formazione adeguata, sia per quanto riguarda la psicosessuologia, sia per quanto riguarda lo stile di comunicazione più adatto per parlare di questi argomenti con i propri pazienti. Molti inoltre sottovalutano il possibile impatto delle problematiche sessuali sulla salute e il benessere del paziente.

Troppo spesso, quando si parla di salute generale, la questione della sessualità non viene neanche menzionata dal medico, e molti pazienti hanno difficoltà a parlarne. Quando ci si sente disagio o si teme un giudizio critico da parte del medico di medicina generale, si consiglia di consultare direttamente un sessuologo.

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Lo specialista in sessuologia è formato per ascoltare e comprendere, senza giudicare. Teoricamente dovrebbe saper esplorare il disturbo sessuale e capire come il paziente lo vive, sentendosi totalmente a proprio agio nel parlare di sessualità, sotto tutti i punti di vista.

Dovrebbe anche cercare di capire la persona a livello globale, considerando la sua esperienza, la sua storia, la sua cultura. Il terapeuta deve permettere alla persona che incontra in studio di superare l’imbarazzo, parlare liberamente ed esprimere le proprie paure, il senso di vergogna o di colpa, senza sentirsi giudicato.

Il sessuologo collabora e interagisce con il paziente per decidere la terapia più appropriata, senza cercare di imporre alcun trattamento. Il professionista deve perseguire obiettivi realistici: una persona che ha un certo orientamento sessuale è difficile che possa cambiarlo, grazie ad una terapia. Se il professionista non rispetta questi canoni, è consigliabile sentire un secondo parere.

Attenzione ai ciarlatani! Il titolo di sessuologo non è ancora completamente definito, ed è per questo essenziale sapere se si sta prendendo appuntamento con una persona realmente qualificata (vedi sopra).

Si noti che solo i medici sessuologi sono autorizzati a visitare i pazienti, prescrivere esami o farmaci.

Gli psicologi o psicoterapeuti sessuologi hanno come campo di indagine i problemi psicologici e relazionali. Non essendo medici, non possono visitare il paziente o prescrivere esami o medicine, ma hanno tuttavia le conoscenze per capire quando è necessario l’intervento di un medico. Per scegliere dunque un vero e proprio specialista, a seconda delle problematiche che si stanno affrontando, è necessario conoscere la formazione di base del terapeuta  e a quale associazione professionale è iscritto.

Ahimè, le persone non qualificate che si professano “sessuologi” sono numerose, soprattutto su Internet. Molti siti offrono consultazioni e metodi di trattamento dando suggerimenti che non hanno alcun fondamento scientifico. A volte possono offrire trattamenti stravaganti, inefficaci o addirittura pericolosi, per cui conviene fare attenzione.

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Infine, va detto che la terapia sessuologica non implica alcun rapporto sessuale, né contatti sessuali con il terapeuta o con terze persone. Mai gli atti sessuali devono avvenire in presenza del terapeuta.

In generale, il paziente deve sentirsi a proprio agio con le pratiche che gli vengono consigliate. In caso contrario, meglio sospendere la terapia e rivolgersi ad un altro terapeuta.

Dr. Giuliana Proietti


PSICOLOGIA - SESSUOLOGIA
Come vivere bene anche se in coppiaCome vivere bene, anche se in coppia
Autori: Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta
Terapie Individuali e di Coppia

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Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

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  • 2 Ago 2019
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Un ragazzo tranquillo - Consulenza online

Un ragazzo tranquillo – Consulenza online

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

 Buongiorno sono una mamma di 42 anni di un 14enne un ragazzo tutto sommato tranquillo,molto bravo a scuola si impegna sempre in tutto ed è molto sensibile,e siamo una famiglia molto unita mi ritengo una mamma presente ,anche se non è mai abbastanza. Lui gioca a basket quest’anno si è iscritto a una nuova squadra che si trova fuori città quindi per gli allenamenti/partite lo dobbiamo portare io o mio marito .in questa squadra ha fatto amicizia con un suo coetaneo ( il ragazzo ha diversi problemi famigliari) il quale per tutto l’anno abbiamo portato e riportato a casa sua sia per gli allenamenti sia per le partite, nonostante fossero nel weekend quindi la madre a casa dal lavoro,ci faceva comunque piacere portarlo.ha mangiato parecchie volte a casa nostra addirittura è stato con noi anche a Pasqua .Naturalmente adesso la stagione sportiva è finita ,ieri l’”amico” in questione è venuto al campetto di basket con altri ragazzi senza salutare mio figlio come se non lo conoscesse,addirittura prendendolo anche in giro ,insomma non era il ragazzo che abbiamo conosciuto.Mio figlio in quel momento,essendoci rimasto molto male,non è riuscito a chiedergli il perché del suo comportamento.La mia domanda è :secondo lei mio figlio farebbe bene a scrivergli un messaggio per capire per lo meno il perché di questo suo modo di fare dato che di persona si sente bloccato a parlargli direttamente? E io come genitore,dato che ci sono rimasta veramente male visto che l’ho accolto in casa nostra come un figlio come mi devo comportare? Grazie per la vostra gentilissima risposta e vi auguro una buona giornata.

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Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test
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Le posizioni dell'amore: brevi descrizioni
Le posizioni dell’amore: dal Kamasutra a oggi

Gentilissima,

I quattordicenni e gli adolescenti in genere possono essere anche molto crudeli, con i pari e con gli adulti, anche senza accorgersene. E’ probabile infatti che a spingerlo verso questo comportamento non sia la persona di suo figlio, quanto le altre relazioni, evidentemente complicate, con gli altri ragazzi con cui è venuto al campetto.

Il consiglio è quello di parlarne con suo figlio e di sostenerlo per la sua inevitabile delusione, ma senza insistere sull’offesa ricevuta, spiegando ad esempio che potrebbe essere un debole, nel cercare di compiacere gli altri e di mostrarsi diverso da quello che è.

Non credo debba essere suo figlio a chiedere spiegazioni, se è sicurissimo di non aver a sua volta offeso il compagno. Sdrammatizzare l’evento e cercare nuove compagnie per suo figlio, aiutandolo ad inserirsi in qualche nuovo gruppo (sportivo, scout, viaggi-studio, ecc.) è quanto di meglio lei possa al momento fare.

Cordialmente,

Dr. Giuliana Proietti

Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti

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Giuliana Proietti
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  • 12 Lug 2019
  • Dr. Giuliana Proietti
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Anniversario infelice

Anniversario infelice – Consulenza online

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Salve, oggi sono 26 anni di matrimonio ma non ho la voglia di festeggiare (nemmeno i 25 ho festeggiato!), la mia razionalità mi dice che non c’è proprio nulla da festeggiare . Piano piano mi sto disamorando (come autodifesa, non voglio più soffrire nè x gelosia,nè per incomprensioni caratteriali …) di mio marito . Non ci sono più molte conversazioni tra noi se non quelle necessarie per l’andamento della famiglia (2 figli 25/20 anni) , niente coccole, sesso poco (ma per me è meglio), niente complimenti e/o segni di stima reciproci . Lui è preso dalle sue pseudo malattie autoimmuni (ipocondriaco in peggioramento con l’età e la mancanza di occupazione) e io debole x carattere non so come reagire , mi manca anche il coraggio di lasciarlo a casa e andare a cena fuori con i miei figli…non ho amiche e ho timore che quando i miei figli saranno economicamente autonomi , cadrò in una depressione senza fine.
So tutto ma non faccio niente …help me

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Le posizioni dell'amore: brevi descrizioni
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Gentilissima,

Visto che sa tutto, ma non fa niente per migliorare le cose questo fa pensare che anche restare in questa situazione le dia qualche soddisfazione, ad esempio la possibilità di compiangersi e di lamentarsi di suo marito.
Le suggerisco di rivolgersi ad un terapeuta, per cercare di reagire a questa vita che ormai sta lentamente perdendo di significato, e trovare nuove ragioni per alzarsi al mattino con la voglia di fare e di stare bene.

E’ importante che lei smetta di lamentarsi e di compiangersi, si faccia delle nuove amicizie, si dedichi a dei nuovi hobby e cominci a pensare che la vita non è poi così lunga come ci si aspetta, per cui ogni giorno dovrebbe essere vissuto pienamente.

Sono sicura che una sua “rinascita” sul piano psicologico non potrà che influenzare positivamente anche suo marito, oltre che lei stessa. Inoltre, perché non festeggiare questi 26 anni? Non è necessario farlo il giorno dell’anniversario: fatevi un bel viaggetto, toglietevi qualche soddisfazione, festeggiate la salute e la vita. Se suo marito non volesse partecipare, festeggi da sola! Sono comunque 26 anni importanti della sua vita, che le hanno regalato i suoi carissimi figli.

Cordialmente,

Dr. Giuliana Proietti

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  • 12 Lug 2019
  • Dr. Giuliana Proietti
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cosa possono fare i genitori

Adolescenti violenti: cosa possono fare i genitori

Adolescenti violenti: cosa possono fare i genitori

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Cosa possono fare i genitori di un adolescente violento? Essere genitori di un adolescente non è mai facile, ma quando il proprio figlio è violento, fa uso di alcol o droghe, mette in atto comportamenti vandalici o spericolati, ci si può sentire impotenti e inadeguati per la funzione genitoriale.

Per prima cosa, i genitori dovrebbero tentare di comprendere cosa sta accadendo ai propri figli.

Chiunque abbia cresciuto un adolescente sa quanto possa essere a volte sconcertante il comportamento di un giovane in questo periodo della vita: capricci, sfide, malumori, emozioni intense, condotte impulsive e spericolate. La prima cosa da comprendere è che, nonostante le apparenze, si ha a che fare con una persona che ancora deve completare il suo sviluppo e che dunque non ragiona nello stesso modo in cui ragionerebbe un adulto: la sua visione della realtà può essere completamente diversa.

Da un punto di vista organico la corteccia frontale, cioè  la parte del cervello che si usa per gestire le emozioni, prendere decisioni, ragionare e controllare le inibizioni si ristruttura proprio durante l’adolescenza, formando nuove sinapsi ad un ritmo molto intenso, mentre l’intero cervello raggiunge la piena maturità solo verso i 25 anni.


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Dal punto di vista psico-sociale, i genitori non dovrebbero fermarsi alle apparenze, ma cercare di comprendere cosa porta a mettere in atto i comportamenti impulsivi e ribelli, le sfide, le decisioni sbagliate. Non si tratta di giustificare o di assolvere gli adolescenti dalle loro responsabilità: si tratta di comprendere cosa stanno vivendo, le differenze, anche biologiche, che ci sono fra la mente di un adolescente e una mente adulta e quindi trovare modi per migliorare la comunicazione, al fine di rimanere in contatto con i propri figli e cercare di superare i problemi insieme.

Gli atti violenti degli adolescenti in genere riguardano episodi di:

  • Bullismo
  • Lotta, tra cui pugni, calci, schiaffi o colpi
  • Uso di armi, come coltelli o pistole
  • Vandalismo

Alcuni atti violenti possono causare più danni psicologici che danni fisici; altri possono invece portare a lesioni gravi, o addirittura alla morte.

Un importante fattore di rischio per la violenza negli adolescenti è il comportamento dei loro amici e compagni di classe; tra i giovani c’è molta emulazione. Per questa ragione i genitori dovrebbero sempre sapere chi frequentano i propri figli, cercando di avvicinare gli amici e di parlarci,  incoraggiando i ragazzi verso comportamenti e relazioni sane.

E’ importante inoltre riconoscere quando il comportamento del proprio figlio supera determinati limiti e diventa francamente problematico. Un adolescente che assume continuamente comportamenti a rischio, tra cui il consumo di alcolici, di droghe, sesso occasionale o violento, assenze da scuola, autolesionismo, taccheggio o altri atti criminali, segnala problematiche profonde, da non trascurare.

Come affrontare la rabbia adolescenziale

La rabbia può essere un’emozione provocatoria per molti adolescenti poiché spesso maschera altre emozioni di fondo come frustrazione, imbarazzo, tristezza, dolore, paura, vergogna o vulnerabilità. Quando gli adolescenti non riescono a far fronte a questi sentimenti, possono scatenare la rabbia, mettendo se stessi e gli altri a rischio. Nell’adolescenza, molti ragazzi hanno difficoltà a riconoscere i loro sentimenti, a esprimerli o a chiedere aiuto.

II genitore dovrebbe aiutare il figlio ad affrontare le emozioni in un modo più costruttivo: gli adolescenti hanno bisogno di conoscere le regole del vivere sociale e i limiti che non vanno superati. Inoltre, è bene capire se dietro la rabbia si nasconde la depressione, l’inadeguatezza verso i pari, il senso di fallimento.

Un suggerimento è quello di aiutare il giovane a cercare un nuovo gruppo di amici, ad esempio inserendosi in un gruppo sportivo o iniziando a praticare qualche hobby che lo appassiona (chitarra? ballo?)

L’importante è non perdere la pazienza, rimanere calmi e equilibrati, ascoltare senza giudicare e senza pretendere di avere sempre in tasca il consiglio giusto al momento giusto.

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Adolescenza

Editore: Xenia, Collana: I tascabili
Anno edizione: 2004 Pagine: 128 p., Brossura
Autori: Giuliana Proietti – Walter La Gatta

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  • 5 Lug 2019
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Le vacanze

Le vacanze: cosa significano e perché piacciono

Le vacanze: cosa significano e perché piacciono

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Cosa sono le vacanze?

Le vacanze sono dei congedi, più o meno lunghi, da un’occupazione regolare,  di solito a scopo ricreativo o turistico.

La vacanza può essere considerata un piacere?

Si, la vacanza è anzitutto un piacere lecito, che non comporta rimorsi, o fastidiosi sensi di colpa per chi decide di fuggire, di andarsene per un po’.

Quando si va in vacanza in genere?

In genere per le festività, in cui si può godere delle ferie, oppure per le vacanze estive, o anche per festeggiare particolari eventi (ad esempio, un anniversario).

Con chi si trascorrono, in genere, le vacanze?

In genere, le vacanze vengono trascorse insieme ad amici e familiari.

Vi sono altri motivi per cui si va in vacanza?

Si: una persona può, ad esempio, decidere di prendersi una pausa più lunga dal lavoro, come un anno sabbatico, o prendere una lunga aspettativa. In genere questa scelta precede un cambiamento di vita molto importante.

Clinica della Timidezza
Dal 2002 parole che curano, orientano e fanno pensare.

Da quanto tempo si va in vacanza?

Le vacanze sono una recente invenzione, sviluppatasi negli ultimi due secoli. Storicamente, l’idea di viaggiare per divertimento era un lusso che solo i ricchi potevano un tempo permettersi (ricordiamo l’ottocentesco Grand Tour verso l’Italia).

La tecnologia ha cambiato lo spirito della vacanza?

Si. Una volta, quando si partiva per le vacanze, si staccava completamente la spina con la propria vita e il proprio lavoro. Oggi, tramite il cellulare e le varie applicazioni, restiamo tutto il giorno in contatto con tutti. Da una parte questo impedisce di vivere la vacanza con lo stesso spirito di completo relax di un tempo, dall’altra, oggi anche la vita quotidiana può essere vacanza, dal momento che si può lavorare con il computer anche da una barca o sotto una palma.

Le vacanze comportano necessariamente il viaggiare?

No, si possono trascorrere le vacanze anche in un luogo di destinazione fisso, vicino o lontano dalla propria abitazione.


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Tariffe Psicoterapia

Un periodo in casa, senza andare a lavorare, può essere considerato “vacanza”?

Si, se le persone lo considerano un periodo piacevole di relax e amano la casa e le persone che la frequentano.

Le vacanze sono necessarie?

Si, tanto è vero che in quasi tutti i paesi del mondo, ci sono requisiti minimi per le ferie annuali che devono essere concesse a un dipendente. La “fuga” dal proprio mondo consente di liberarsi completamente di tutti i problemi: dalla routine quotidiana, al maledetto suono della sveglia, dalle frequentazioni sociali non sempre gradite, ai compiti gravosi e stressanti richiesti dal proprio lavoro.

Come ci si sente poco prima delle vacanze?

Più si avvicina il periodo delle ferie, più le persone si sentono depresse, stanche, irritabili, prive di energia. Non a caso, prima del periodo di vacanze non succede mai nulla: ogni decisione, ogni cambiamento, viene rimandato e postposto. Al ritorno, tutto potrà essere rimesso in discussione. Inoltre, prima delle vacanze si può alzare il livello di stress: con le valigie da completare, le piante da annaffiare, il gas da chiudere, il portiere da avvisare, si raggiunge forse il massimo del malessere nei giorni che precedono la vacanza, tanto che molti arrivano a dire che avrebbero preferito non partire, in modo da non aggiungere stress a stress.

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Staccare la spina per andare in vacanza può anche comportare sentimenti negativi?

Si. Per molti può esserci l’ansia da separazione con le persone care, il dispiacere di allontanarsi dai propri affetti, siano essi persone, animali o cose.

Cosa succede quando comincia la vacanza?

Quando, finalmente, arriva la vacanza vera e propria, essa è in genere balsamica e ristoratrice, capace di far allentare tutte le tensioni e di predisporre alla ricerca dei propri piaceri o alla soddisfazione dei propri bisogni.

La vacanza parla della persona che la sceglie?

Sicuramente si. Poiché la vacanza è sempre, in qualche modo, una risposta ai propri bisogni interiori, ai propri desideri di autorealizzazione, si può dire che essa sia in grado di spiegare molto di chi la sceglie: il tipo di personalità, il tono dell’umore, gli interessi, il modo di trovare il piacere di vivere.

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Cosa si può dire di chi sceglie una vacanza di mare?

Chi opta per la classica vacanza in una località di mare, in tutto prevedibile e dunque non ansiogena, dove il piacere viene dalla possibilità di riposare, di godersi un cibo sano, dal gusto differente, passeggiate al sole, bagni di mare (se non vi sono alghe e inquinamento…)  feste di piazza o eventi sulla spiaggia: il ritmo è scandito da abitudini semplici, che vengono rapidamente a sostituire le precedenti e che donano tranquillità allo spirito e tregua ai tormenti interiori (per chi ce li ha).

Cosa si può dire di chi sceglie una vacanza di “ricerca”?

Tranquilla, ma solo in apparenza è invece la vacanza ‘di ricerca’, dove il viaggio è più interiore che fisico, anche se si raggiungono mete lontanissime: questo tipo di vacanza è un cammino all’interno di se stessi, alla continua ricerca di conoscenze e saggezza, allo scopo di migliorarsi, di crescere come persone. Quello che si cerca è il rilassamento profondo, tecniche di meditazione, trattamenti con medicine alternative o orientali, yoga, viaggi sciamanici volti al ‘risveglio’ delle energie sopite. In questo caso ci si può ritrovare a trascorrere le vacanze in un ashram indiano o in un monastero buddista, o in luogo di ritiro e meditazione francescano.

Cosa dire di chi sceglie una vacanza avventurosa?

Andarsene via dalla pazza folla, magari a bordo di un catamarano o di un caicco turco, o perfino con una banale barca a vela può essere una ricerca dei propri limiti, sul piano fisico, sulle capacità di adattamento, sulla sensazione inebriante e allo stesso tempo paurosa di essere soli in balìa delle forze della natura, da domare e sconfiggere, oppure da capire e rispettare, per sfruttarle a proprio favore e non esserne sopraffatti. Ciò che si ricava da questa vacanza è un brivido di onnipotenza la dimostrazione di saper badare a se stessi, anche quando si è soli contro tutto. Sensazioni simili le si possono ricavare con gli sport estremi, tipo il rafting, il jumping, il parapendio: anche questi sono dei modi per regalarsi una scossa, una sorta di ‘tremo, ergo sum’.


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Cosa dire della vacanza di lusso?

La scelta della vacanza a cinque stelle è quella con alberghi ‘vista mare’ a 360 gradi, crociere fantastiche, villaggi turistici da sogno. Tutto è perfetto, tutto è organizzato. In questi luoghi di vacanza si dimentica il mondo che c’è fuori, con i suoi problemi e le tante ingiustizie. A disposizione si hanno stuoli di efficienti camerieri, servizievoli portieri d’albergo, simpatici e disponibili animatori, tutti con un unico obiettivo in testa: il divertimento degli ospiti.

Cosa succede quando la vacanza finisce?

Come accadde a Ulisse, dopo aver conosciuto maghe, ciclopi e sirene, si comincia a desiderare di tornare finalmente alla propria Itaca. In vacanza ci si è sentiti degli eroi, dei privilegiati, ora si vuole tornare ad essere semplici persone che vivono la loro ‘normalità’. In fondo si parte proprio per questo: per poter ritrovare le proprie cose ed i propri affetti, per scoprire quanto essi siano migliori di tutto quello che è lontano e dal sapore esotico.

Perché piace raccontare la vacanza?

Mentre ancora la mente è affollata di bei ricordi, immagini, emozioni, risate, si prova a rendere gli altri partecipi delle proprie recenti esperienze, dei propri vissuti vacanzieri, ma questo momento, tanto atteso, è spesso deludente. Il più delle volte infatti è difficile trovare un orecchio attento per più di cinque-dieci minuti, mentre sono tante le cose che si vorrebbero raccontare. (Ovviamente anche noi stessi ci comportiamo così quando sono “gli altri” a tornare dalle vacanze…).

In genere, il replay della vacanza ad uso degli amici e dei parenti viene presto interrotto dalla comunicazione, da parte di chi ascolta, di qualche notizia capace di riportare bruscamente il vacanziere alla realtà quotidiana, infrangendo l’incantesimo: sai, mentre tu non c’eri, è morto Tizio, Caio ha perso il lavoro, Sempronio ha lasciato la moglie… Fine della vacanza !

Dott.ssa Giuliana Proietti

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  • 27 Giu 2019
  • Dr. Giuliana Proietti
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