Come e perché Freud abbandonò l’ipotesi della seduzione infantile
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Freud per un certo periodo di tempo pensò che la salute psichica dell’età adulta potesse dipendere da esperienze infantili di seduzione, da parte di figure adulte. Abbandonò poi questa ipotesi, perché ritenne che i ricordi di seduzione che i suoi pazienti portavano in analisi, fossero solo delle fantasie, e non delle realtà. I racconti riguardavano fantasie connesse con qualcosa che il paziente aveva desiderato, ma che in realtà non era avvenuto (n.b. questa nuova ipotesi ribalta completamente la precedente, quella del ‘trauma infantile’)
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Come il sogno, nel suo contenuto manifesto, rappresenta l’esaudimento mascherato di un desiderio, così anche il sintomo nevrotico e la nevrosi di traslazione esprimono l’esaudimento mascherato di un desiderio rimosso. Il desiderio rimosso era stato originalmente sperimentato sotto forma di fantasie infantili: Freud arrivò così gradualmente ad apprezzare il grandissimo significato della fantasia nella vita psichica e nello sviluppo degli esseri umani.
Un’altra conclusione era a questo punto inevitabile: che il bambino ha fantasie sessuali le quali includono desideri di natura proibita o incestuosa. Tali desideri possono essere presentati in forma distorta e mascherata nel materiale dei sogni. Ormai era chiaro che la sessualità svolgeva un ruolo importante, sia durante l’infanzia, sia nell’adolescenza.
Il crollo dell’ipotesi della seduzione, che era sembrato un ostacolo, divenne così una nuova prospettiva di lavoro per Freud: l’accento veniva ora posto sulla sessualità infantile e sulla fondamentale importanza delle pulsioni, come causa della formazione della fantasia e come fonte delle proprietà dinamiche dell’apparato psichico.
Fonte: Zetzel-Meissner, Psichiatria psicoanalitica, Boringhieri
Dott.ssa Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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