L’ipotesi della seduzione infantile in Freud
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L’ipotesi della seduzione infantile – cioè del trauma sessuale sotto forma di una seduzione avvenuta nella prima infanzia – fu la prima fonte etiologica per Freud, sia per le nevrosi isteriche, sia per le nevrosi ossessive (anni 1893-1897).
Egli citò i molti casi che lo avevano convinto di questo trauma infantile in cui l’adulto seduceva e stimolava il bambino nei genitali, mentre il bambino si sottometteva a queste pratiche in modo passivo.
In un buon numero di casi Freud riuscì a farsi raccontare dai suoi pazienti alcuni ricordi che sembravano stati rimossi e che diedero ulteriore conferma alla sua teoria.
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In seguito però questa teoria della seduzione infantile, di cui all’inizio Freud sembrava assolutamente convinto, cominciò a vacillare.
Lo leggiamo in questa lettera che il padre della psicoanalisi scrisse, nel settembre 1897, all’amico Fliess:
Lascia che ti dica direttamente il grande segreto che è spuntato lentamente in me negli ultimi mesi. Non credo più ai miei neurotica. Non è possibile capire tutto ciò senza una spiegazione: del resto tu stesso trovasti degno di fede ciò che ti potei raccontare.
Voglio però cominciare in modo storico, e ti racconto le ragioni che mi hanno fatto dubitare. I continui insuccessi dei miei tentativi di portare le analisi ad una reale conclusione, lo sfuggirmi di individui che per un certo tempo sembravano i miei pazienti più convinti, la mancanza del completo successo sul quale avevo contato e la possibilità di spiegarmi i successi parziali alla maniera consueta: questo, il primo gruppo.
Poi, la sorpresa che in tutti i casi la colpa fosse sempre da attribuire alla perversità del padre… e l’accorgermi dell’inaspettata frequenta dell’isteria in ogni caso in cui si realizza la medesima condizione, mentre è difficile credere ad una tale diffusione delle perversioni verso i bambini… Viene, in terzo luogo, la precisa convinzione che non esista “un segno di realtà” nell’inconscio, così che è possibile fare distinzione fra verità e finzione emozionale. (Resta la spiegazione che la fantasia sessuale usi regolarmente l’argomento dei genitori). In quarto luogo la considerazione che anche nelle più profonde psicosi il ricordo inconscio non si fa strada, così che il segreto delle esperienze infantili non si rivela neppure nei più confusi stati di delirio.
Se dunque si constata che l’inconscio non vince mai la resistenza del conscio, naufraga anche la speranza che, durante il trattamento, si possa verificare il processo opposto, cioè che il conscio arrivi a dominare completamente l’inconscio.
(Freud 1887-1902 lettera 69)
Fonte: Aetzel Meissner, Psichiatria psicoanalitica, ed. Boringhieri
A cura di:
Dott.ssa Giuliana Proietti (sue le evidenziazioni)
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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