Donne, ciclismo e sessualità

Donne, ciclismo e sessualità

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Il ciclismo, come è stato appurato in molti studi, può produrre delle neuropatie, cioè delle patologie a carico del sistema nervoso periferico, fra cui la disfunzione erettile negli uomini. Cosa accade, invece, nelle donne?

Si è visto in diversi studi che anche le cicliste hanno buone probabilità di soffrire di disfunzioni sessuali.

Uno studio del 2019 della Stanford University School of Medicine e della University of California, San Francisco, pubblicato sul Journal of Sexual Medicine ha riscontrato che:

“La pressione dei sedili delle biciclette sul perineo può compromettere l’eccitazione e l’erezione del clitoride, probabilmente contribuendo al dolore genitale e all’intorpidimento sperimentato dalle cicliste”

Hanno partecipato allo studio 335 cicliste, di cui 178 (58,1%) avevano completato un sondaggio online utilizzando l’Indice di funzione sessuale femminile (FSFI). L’età media di tutte le partecipanti era di 48,1 anni e l’esperienza  media di ciclismo delle partecipanti era di 17,1 anni, principalmente con una bici da strada (98,1%).

Complessivamente, il 53,9% delle partecipanti al sondaggio ha soddisfatto i criteri diagnostici per la disfunzione sessuale femminile (FSD), insieme al 58,1% che provava intorpidimento genitale e il 69,1% con dolore genitale.

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Risultati dello studio

Le cicliste:

  • di età superiore ai 60 anni (che comprendono il 22,7% della popolazione dell’indagine) avevano meno probabilità di segnalare intorpidimento durante la corsa;
  • che usavano una sella di tipo largo avevano meno probabilità di avere problemi sessuali;
  • con una attività media di oltre 10 ore settimanali avevano maggiori probabilità di riferire dolore;
  • che avevano riportato intorpidimento genitale almeno la metà del tempo durante l’attività ciclistica avevano significativamente più probabilità di soffrire di disfunzioni sessuali, in particolare se il fastidio era localizzato nel clitoride;
  • che riportavano dolore genitale metà o più volte durante l’attività ciclistica avevano molte più probabilità di soffrire di disfunzioni sessuali;
  • che soffrivano di dolore genitale entro la prima ora di attività avevano maggiori probabilità di avere disfunzioni sessuali;
  • con frequenti sensazioni di intorpidimento provavano una diminuzione dell’eccitazione, dell’orgasmo e della soddisfazione durante il rapporto sessuale, mentre la frequenza del dolore riduceva significativamente l’eccitazione, l’orgasmo e la lubrificazione genitale.

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Uno studio del 2012 pubblicato sul Journal of Sexual Medicine (Partin Sarah et al.) aveva  invece scoperto che l’uso di un manubrio più basso rispetto alla sella poteva compromettere le sensazioni genitali delle cicliste.

Su 41 cicliste professioniste studiate, 19 guidavano la bici con manubrio relativamente basso: si è riscontrato così che esse erano esposte a soglie di vibrazione significativamente più elevate nella parte anteriore della vagina, in confronto alle cicliste che avevano il manubrio al livello del sellino della bici.

I ricercatori hanno misurato la pressione della sella sul perineo delle cicliste, concludendo che la correzione della posizione assunta dalle cicliste potrebbe essere un importante fattore per migliorare la loro sicurezza.

L’intorpidimento dei genitali è una sensazione nota sia ai ciclisti maschi che alle femmine: il dato riguardo alle donne era già emerso in un precedente studio condotto da Guess e colleghi su 48 cicliste e 22 corritrici, il quale aveva confermato una diminuzione della sensibilità nei genitali delle cicliste.

La giusta progettazione della sella fa sicuramente la differenza, ma i ricercatori hanno notato che c’è un altro fattore di rischio importante da prendere in considerazione, che è forse prevalente, ed è il modo in cui le cicliste si siedono sulla sella (esse siedono su un lato dominante, che risulta più colpito dell’altra parte).

Il manubrio basso, inoltre, permette alla ciclista di piegarsi in avanti in modo esagerato, diminuendo l’angolo del tronco e del bacino.

I dati di questo studio hanno indicato che il manubrio basso è all’origine della diminuzione di sensibilità delle zone genitali delle cicliste, in particolare sulle seguenti aree:  clitoride, uretra, labbra destra, perineo parte sinistra e destra (dovuto al modo di sedere delle cicliste).

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Uno studio del 2018 sempre pubblicato sul Journal of Sexual Medicine è invece arrivato a conclusioni molto diverse dai due precedenti:

Secondo questo studio le ore in sella non influiscono negativamente sulle funzioni sessuali femminili. Al contrario, le donne che pedalano regolarmente hanno riportato esperienze sessuali migliori delle donne che non praticano il ciclismo.

I nominativi delle partecipanti sono stati forniti ai ricercatori dell’Università della California di San Francisco da importanti gruppi di ciclismo, nuoto e corsa negli Stati Uniti, in Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda. Le cicliste erano divise in due gruppi separati; quelle che facevano attività intensa (più di tre volte alla settimana per più di 40 chilometri) e quelle che facevano attività meno intensa, ossia che andavano in bici meno delle altre del primo gruppo.

In totale, sulle 3.118 donne hanno completato il sondaggio, il 13% erano cicliste ad alta intensità, il 53% erano cicliste a bassa intensità e il 34% non era affatto ciclista. Ai partecipanti al sondaggio sono state chieste notizie sul tipo di bicicletta, la sella, il tipo di abbigliamento che usavano e il tipo di guida.

Lo studio ha confermato l’associazione tra ciclismo e problemi comunemente associati a una scarsa selezione della sella o ad altri allestimenti, come intorpidimento genitale e piaghe da sella. Altri svantaggi includevano una maggiore probabilità di sperimentare infezioni del tratto urinario. La ricerca non ha mostrato  però alcuna associazione tra intensità o durata del ciclismo e funzione sessuale o urinaria. In effetti, le donne che andavano in bici riportavano esperienze sessuali addirittura migliori.

In attesa che altri studi spieghino meglio come stanno le cose, la sfida è ora quella di progettare una bicicletta che permetta una posizione più aerodinamica, ma allo stesso tempo più ergonomica, per ridurre i problemi neurovascolari ai genitali delle cicliste.

Dr. Walter La Gatta

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