Il matrimonio non fa bene agli uomini?
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Il matrimonio non fa bene agli uomini?

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Una vecchia ricerca  (2008) di Hui Liu e Debra Umberson sosteneva che: “Le persone sposate sono ancora in migliore salute rispetto a quelle non sposate, ma la differenza si sta riducendo, specialmente per gli uomini”.

I ricercatori avevano analizzato gli studi prodotti dal National Health Survey scoprendo che il miglioramento nella salute psicofisica dei singles riguardava in particolare soggetti maschi che non si erano mai sposati.

La ragione di questo trend veniva spiegata nel fatto che i celibi (uomini) avevano allora un maggiore accesso alle risorse sociali e al supporto pubblico, che una volta poteva essere fornito solamente da una buona moglie.

Questo miglioramento generale delle condizioni di vita dei singles riguardava peraltro sia gli uomini che le donne, sia i bianchi sia i neri. 

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Dalla ricerca emergeva che chi stava peggio non era la persona che non si era mai sposata, specialmente se di sesso maschile: i più abbattuti sul piano psico-fisico, andando avanti con l’età, risultavano essere i vedovi, i divorziati ed i separati, i quali erano molto peggiorati fra il 1972 e il 2003 rispetto alle persone coniugate. 

Oggi la ricerca fa un’ulteriore riflessione su come debbano essere considerate le persone in base al loro stato civile, per trarne conclusioni adeguate, aiutando decisori politici e operatori sanitari a sviluppare strategie che riflettano le reali condizioni di vita della popolazione.

Uno studio danese del 2023, ad esempio, dimostra che la convivenza, pur non essendo formalmente riconosciuta come il matrimonio, rappresenta un fattore protettivo in termini di aspettativa di vita e riduzione dei costi assistenziali di fine vita. Solo che molti uomini conviventi si dichiarano “single” e questo falsa i dati.

Cerchiamo allora di capire meglio come stanno le cose, basandoci sulle conclusioni dello studio danese.

Perché è importante distinguere tra coppie sposate e coppie conviventi negli studi di salute pubblica?

La convivenza è un fenomeno in crescita in molte società e sta acquisendo una rilevanza sociale simile a quella del matrimonio. Tuttavia, mentre le coppie sposate sono facilmente identificabili grazie ai registri legali, le coppie conviventi risultano più difficili da individuare.

Questa distinzione è cruciale perché la convivenza sembra conferire benefici simili a quelli del matrimonio in termini di salute e benessere. Ignorare le coppie conviventi rischia di distorcere le analisi sui modelli di mortalità, l’utilizzo dei servizi sanitari e la partecipazione al mercato del lavoro.

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Quali dati sono stati utilizzati in questo studio per analizzare l’impatto dello stato civile sulla salute?

Lo studio si è basato sui registri danesi, noti per la loro completezza e precisione, che permettono di tracciare dettagliatamente lo stato civile, le condizioni di salute e le spese sanitarie di tutta la popolazione. Sono stati identificati sette gruppi: persone sposate, conviventi, single, vedovi, divorziati e mai sposati, con ulteriori suddivisioni tra conviventi e single.

Cosa è emerso sull’aspettativa di vita delle persone conviventi?

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Le persone conviventi mostrano un’aspettativa di vita più alta rispetto ai single, confermando che vivere in coppia, anche senza matrimonio, offre vantaggi significativi per la salute.

Tuttavia, l’effetto della convivenza varia in base alla storia personale: le persone conviventi vedove hanno un’aspettativa di vita simile a quella delle persone sposate, mentre i conviventi divorziati vivono mediamente meno.

I dati suggeriscono che i miglioramenti nella longevità stanno crescendo più rapidamente proprio tra chi convive, segno che la convivenza sta assumendo un ruolo sempre più importante nelle dinamiche di salute pubblica.

Come incidono lo stato civile e la convivenza sulle spese sanitarie di fine vita?

Il caso di studio sulle spese per l’assistenza a lungo termine negli ultimi 12 mesi di vita evidenzia una differenza sostanziale tra coppie (sposate o conviventi) e persone single. I costi per i conviventi sono significativamente più bassi rispetto ai single e molto simili a quelli dei coniugi sposati.

Questo risultato evidenzia il ruolo cruciale dei caregiver informali all’interno della coppia, non limitato al matrimonio ma esteso anche alle relazioni di convivenza.

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Quali implicazioni hanno questi risultati per la pianificazione sanitaria e previdenziale?

Comprendere come lo stato civile influisca sulla longevità è essenziale per previsioni accurate di spesa sanitaria e gestione del rischio di longevità, sia per i governi sia per il settore pensionistico. Sapere che le coppie conviventi presentano costi simili a quelle sposate suggerisce che entrambe le tipologie di relazione svolgono un ruolo di supporto che riduce il carico sui sistemi sanitari.

Quali sono le prospettive di ricerca futura?

Gli autori propongono di ampliare le classificazioni includendo coppie dello stesso sesso, coppie risposate, coppie con figli e l’integrazione del fattore socioeconomico. Rimangono da affrontare problemi metodologici legati alla ridotta numerosità dei campioni e alla necessità di criteri precisi per definire i gruppi. 

Dott.ssa Giuliana Proietti 

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Fonti principali:

Liu H, Umberson DJ. The times they are a changin’: marital status and health differentials from 1972 to 2003. J Health Soc Behav. 2008 Sep;49(3):239-53. doi: 10.1177/002214650804900301. PMID: 18771061; PMCID: PMC3150568.
Link: Michigan State University

Balter AG, Bjerre DS, Kallestrup-Lamb M. The effect of marital status on life expectancy: Is cohabitation as protective as marriage? Journal of Demographic Economics. 2023;89(3):373-394. doi:10.1017/dem.2023.10

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Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA ONLINE La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online. In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa. Per appuntamenti: 347 0375949 (anche whatsapp) mail: g.proietti@psicolinea.it Visita anche: www.giulianaproietti.it Pagina Facebook Profilo Facebook Instagram

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