No alla tortura psicologica
Cosa è la tortura?
La tortura è un metodo di coercizione fisica o psicologica, talvolta inflitta con il fine di punire o di estorcere delle informazioni o delle confessioni (in alcuni casi solo per puro divertimento e sadismo); molte volte viene accompagnata dall’uso di strumenti particolari atti ad infliggere punizioni corporali.
Cosa è la tortura psicologica?
La tortura psicologica è un tipo di tortura che si basa principalmente sugli effetti psicologici e solo secondariamente su qualsiasi altro danno fisico inflitto alla vittima.
C’è relazione fra la tortura fisica e quella psicologica?
Si, esiste un continuum tra la tortura psicologica e la tortura fisica. Spesso questi due tipi di tortura sono usati in combinazione tra loro, dal momento che la tortura fisica provoca paura e dolore, e questo non può che provocare effetti psicologici di lungo termine. Anche le torture prettamente psicologiche implicano qualche forma di dolore o coercizione.
A16
Cosa è la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura?
E’ un trattato internazionale sui diritti umani che mira a prevenire la tortura e altri atti crudeli, inumani o degradanti. La Convenzione impone agli Stati di adottare misure efficaci per prevenire la tortura e vieta di trasportare persone in qualsiasi paese in cui vi sia motivo di ritenere che la tortura potrebbe verificarsi. Il testo della Convenzione è stato adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite è entrato in vigore il 26 giugno 1987. Per questa ragione il 26 giugno è ora riconosciuto come la Giornata internazionale a sostegno delle vittime della tortura. A partire da maggio 2015, la Convenzione ha 158 Stati aderenti.
Come agiscono le torture psicologiche?
Esse tentano di distruggere la personalità del soggetto, impedendogli qualsiasi tipo di controllo sul suo ambiente, facendolo sentire impotente. Questi trattamenti prevedono che le vittime possano essere messe in stretto isolamento per settimane, mesi o anni, private della possibilità di dormire, lasciate senza vestiti in temperature estreme, obbligate a farsi i bisogni fisiologici addosso, essere minacciate da cani, ecc. Altre tecniche includono la rasatura della testa, l’incappucciamento e altre forme di deprivazione sensoriale. Per indurre la paura vi è l’esecuzione simulata, o altro genere di minacce.
Cosa è la tortura indiretta?
Un altro metodo è la tortura indiretta, in cui una vittima è costretta ad assistere alla tortura di un’altra persona, spesso una persona amata. Questo crea sensi di colpa e sofferenza indiretta per l’affetto e la lealtà della vittima verso il compagno, il parente, l’amico, il compagno d’armi ecc.
La tortura psicologica può lasciare danni permanenti?
La tortura psicologica non lascia alcun danno fisico permanente ed è questa spesso la ragione per cui viene preferita a quella fisica: può tuttavia provocare disturbi mentali permanenti nelle sue vittime.
In quali Paesi si usano metodi di tortura psicologica?
Gli Stati Uniti sono stati accusati di aver fatto ampio ricorso a tecniche di tortura psicologica in Iraq, Afghanistan, a Guantanamo, o nelle prigioni segrete della CIA, successivamente agli attacchi dell’11 settembre. Il governo americano ha smentito di aver usato dei veri e propri metodi di tortura, ma ha ammesso di essere ricorso a ‘tecniche alternative’. Secondo le testimonainze, ma anche secondo alcuni documenti ufficiali, queste tecniche si sono basate sulla completa sottomissione psicologica. Molti altri paesi sono stati accusati di usare torture psicologiche, fra cui l’Iran. Nel 1976 la Commissione europea per i diritti umani ha dichiarato colpevole il governo britannico di aver usato torture psicologiche sui detenuti politici dell’IRA nell’Irlanda del Nord.
Ci sono studi sulle vittime di torture psicologiche?
Si, l’autore più conosciuto è Metin Basoglu, fondatore ed ex direttore del Trauma Studies presso l’Istituto di Psichiatria del King’s College di Londra e fondatore del Centro di Ricerca e Terapia Comportamentale (DABATEM) di Istanbul, in Turchia. Negli studi condotti fra il 2000 e il 2002 su soggetti torturati nella guerra dell’ ex Iugoslavia (di cui l’86% erano uomini, avevano in media quaranta anni e avevano subito torture fisiche o psicologiche) si è visto che i problemi psicologici e le depressioni sono frequenti e durevoli sia nei soggetti che hanno subito torture fisiche, sia in coloro che hanno subito torture psicologiche.
Foto tratta da: Amnesty International
Dott.ssa Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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