Vai al contenuto
Psicolinea.it

Sito di psicologia, online dal 2001

  • About – Tutte le Info
  • Articoli
  • Terapia online
  • Contatti
  • Privacy
  • Disclaimer
  • Credits
  • Psicolinea Sitemap Page
  • Contatti
Psicolinea.it

Sito di psicologia, online dal 2001

  • Contatti
  • About – Tutte le Info
  • Articoli
  • Terapia online
  • Contatti
  • Privacy
  • Disclaimer
  • Credits
  • Psicolinea Sitemap Page

Tag Archives: Uomini

  1. Home
  2.  :: 
  3. Posts tagged "Uomini"
  4. ( Page41 )
Dentro e Fuori di te

Consulenza online Dentro e Fuori di Te 10

Lettere a Dr. Giuliana Proietti

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta sessuologa

DENTRO E FUORI DI TE
Archivio Storico 2001-2011  
Pagina n. 10

VOGLIO MORIRE

Gentile Dottoressa,
voglio morire. ho 15 anni e voglio morire…la mia vita fa schifo…come me del resto. mi faccio schifo. quando avevo 6 anni mi hanno stuprata. mio padre
picchia mia madre e più di una volta lo ha fatto davanti a me. non mi accetto e di conseguenza neanche gli altri mi accettano. basta io non ce l’ha faccio più!
basta veramente. mi scusi.
15anni

Cara 15anni,
La tua lettera è così breve, ma così intensa. Dici delle cose veramente terribili… Io spero tanto che chi ti è intorno possa capire quanto tu abbia bisogno di aiuto psicologico. Se nessuno lo capisse, prova a chiederlo tu. Ci sono tanti consultori e centri per gli adolescenti, dove non si paga.
Mi raccomando, prova a dire ai tuoi genitori che hai bisogno di aiuto, oppure parlane con le tue insegnanti, prova a dirlo al tuo parroco… Fatti aiutare, perché quando le cose che si mettono insieme sono troppe, è difficile farcela da soli.
In ogni caso, non tutti i giorni sono uguali, spero che tu mi abbia scritto in un momento in cui ti sentivi particolarmente giù. L’estate è in arrivo e porterà con sé tante belle giornate. Dai, 15anni, hai tutto un futuro davanti da costruire, tutto per te!
Un forte abbraccio.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

PARLIAMO DI TUTTO

sto con un ragazzo da non molti mesi, ma sento che è la persona giusta per me. Possiamo parlare di tutto. L’ho conosciuto mentre avevo appena concluso una brevissima storia con un’altra persona. Abbiamo trascorso bellissimi istanti insieme, anche se io, che esternamente ho un carattere forte, ma che sono molto fragile, sono particolarmente gelosa,anche se mi fido ciecamente di lui. Mi sono sempre tenuta in contatto con il mio ex sperando di poter instaurare un rapporto di amicizia. Lui mi ha sempre fatto capire di volere molto di più.
Sopratutto in questo periodo io ho cercato di sentirlo e lui mi ha confessato di stare male, che ha avuto altre storia ma io sono importante ecc… IO amo il mio ragazzo e questa persona ormai non mi interessa più…allora perchè mi sono sentita turbata, tanto che il mio ragazzo si è accorto del mio cambiamento di umore?
grazie per le delucidazioni
Mary

Cara Mary,
Forse con il tuo ex non ‘parlavi di tutto’, come ti accade con il tuo ragazzo attuale, ma probabilmente sei ancora legata a lui. Ecco perché vuoi restarci amica, anche quando sai benissimo che non è questo che lui vuole da te. Credo tuttavia che sia una cosa abbastanza normale quando, dopo una storia molto intensa, ci si innamora di un altro… Per qualche tempo, forse anche solo per abitudine, non si può fare a meno di pensare anche all’ ex e questo genera confusione sulla chiarezza dei propri sentimenti.
Non mi preoccuperei di questo ma, se ci tieni a questo ragazzo, credo che non abbia senso tenere il piede su due staffe.
Voglio anche darti una spiegazione in più, di tipo freudiano: volevi evidenziare, alla fine della tua lettera, la parola ‘amo’ ed invece hai evidenziato la parola ‘io’: uno psicoanalista ti direbbe subito che in realtà tu ami solo te stessa…
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

TIMIDEZZA

Sono un ragazzo di 24 anni della citta’ di C. , le scrivo per avere un suo parere sulla mia condizione di vita che reputo condizionata a causa di una timidezza che mi blocca, sono arrivato ad un punto che ormai ho perso le speranze di poterne uscire e questo mi fa star male da morire,la mia vita si riconduce a due semplici quanto odiate parole casa-lavoro infatti non ho amici con cui parlare, svagarsi,confrontarsi ne tanto meno una ragazza, anzi per dirla tutta non ne ho mai avuta una,c’e’ da dire che di gente ne vedo parecchia con il lavoro che svolgo (faccio l’edicolante) ma mai con nessuno/a ho mai instaurato un rapporto,questo mi crea un mix di rabbia,odio,invidia soprattutto nel vedere gli altri coetanei che svolgono una vita normale,sto vedendo il mondo che gira mentre io faccio da semplice spettatore buttando gli anni migliori della mia vita,la società’ che ci circonda certo non mi aiuta a mettermi a mio agio anzi mi fa sentire un emarginato,sembra ormai che chi non sa ballare e non frequenta le discoteche non conti assolutamente niente, l’obiettivo e’ essere trasgressivo e di certo chi e’ nella mia condizione viene escluso,i miei genitori, anche loro stanno male per questa cosa e piu’ volte mi hanno detto di frequentare posti dove potrei socializzare ma per me e’ come scalare una montagna e non ho mai fatto niente;vorrei riprendermi la mia vita ma non so neanche da che parte cominciare,avevo anche pensato di mettermi alle cure di uno psicologo ma alla fine quando tutto era pronto mi sono tirato indietro, il fatto e’ che vivo questa mia condizione come una vergogna,come qualcosa da nascondere e non parlarne con nessuno. Spero che lei mi dia un buon consiglio per uscire da questa mia situazione, le porgo i miei piu’ sentiti saluti.
Newspaperboy

Caro newspaperboy,
Smettiamola anzitutto di pensare che, se le cose non girano bene, è sempre colpa della società. Questo è un facile rimedio psicologico per chi, attribuendo sempre la colpa a qualcosa o a qualcuno, ama leccarsi le ferite e non fare assolutamente nulla per uscire da questa situazione. Tu non ti rendi nemmeno conto di quanto, con il tuo lavoro e con la tua maturità, possa essere ambito dalle ragazze che condividono i tuoi stessi ideali! Fai qualcosa per tirarti fuori da questa apatia, datti degli obiettivi, rischia. E se fai brutta figura? Pazienza, riprovaci, alla fine vedrai, è una legge matematica, dovrà andare bene anche a te.
Ti consiglio intanto di andare sul sito www.clinicadellatimidezza.it, dove potrai trovare tanti utili consigli. Coraggio !
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti

VERGINITA’

il fatto di consumare la propria verginità all’interno del matrimonio da maggiori garanzie di fedeltà e attaccamento da parte della donna verso l’uomo??? Credo nella logica dell’amore che anche se non si è piu’ vergini certamente si puo’ essere fedelissimi al coniuge ma il fatto (per la donna) di consumare la sua prima volta con il proprio marito non da una garanzia ,un beneficio in piu’ ,una sicurezza in piu’??Oggi viviamo nel libertinismo sessuale e il sesso si consuma con agilità in maniera molto precoce ma chi sceglie coscientemente, razionalmente di donare la sua verginità in ambito matrimoniale avrà delle conseguenze positive ??Un uomo che sposa una donna che dona la sua verginità come frutto dell suo totale amore assegnando grande importanza ad esso puo’ in linea di massima garantire una maggiore affidabilità, fedeltà???? Alcune statistiche sostengono che chi ha avuto rapporti prematrimoniali ha il doppio delle probabilità di tradire..voi cosa ne pensate??? Grazie, gentilmente Matteo.

Caro Matteo,
Nella sua lettera la domanda è sempre la stessa e sembra sottintendere quest’altra : ‘posso fidarmi della fedeltà della mia ragazza, che ha avuto rapporti con un altro prima di stare con me’?
Allora io le dirò, statistiche alla mano, che oggi la crisi matrimoniale arriva ben prima del settimo anno, che un matrimonio su quattro fallisce, che sette volte su dieci sono le donne a chiedere la separazione…
Pensa che in un mondo così tanto cambiato nei suoi valori di riferimento e nei costumi possa ancora avere un senso chiedersi se la verginità fa o meno la differenza in tema di fedeltà e di stabilità della coppia? Le persone oggi stanno insieme solo se riescono a crescere insieme, mantenendo vivo il fuoco dell’amore e del desiderio : le assicuro che è un grande impegno per i due partners ed infatti sono in pochi a riuscirci. Per conto mio dunque, l’attenzione da prestare al futuro conta molto più dell’attenzione da dedicare al passato e non vi sono, per nessuno, comportamenti ‘predittivi’, perché le persone nella vita cambiano continuamente e cambiano anche in funzione dei cambiamenti (e non cambiamenti) del partner.
Detto in altre parole, una ragazza ‘vergine’ non potrebbe darle assolutamente un briciolo di sicurezza in più.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

L’HO AMATO TANTO

Mi chiamo Daniela,ho 27 anni. Ieri,per caso,ho visitato il suo sito e l’ho trovato interessante. Le volevo domandare una cosa: oggi la mia vita sessuale va bene ma spesso ripenso a una mia vecchia passione,alla relazione con un uomo che ho amato tanto. Il mio dubbio era: come è possibile, oggi i miei rapporti con mio marito vanno bene, riesco a raggiungere l’orgasmo in 5 o 10 minuti di rapporto invece con la passata relazione in 3 ore non riuscivo.
Forse perchè stavo tradendo il mio fidanzato ed ero condizionata psicologicamente?
Mi piaceva tutto di lui,il modo in cui mi guardava mi faceva impazzire,il modo in cui si muoveva dentro di me non ne parliamo,ancora di più,quando stavo da sola il solo pensiero di fare sesso con lui mi eccitava allora perchè poi quando ci incontravamo, mi eccitavo da impazzire,godevo ma non riuscivo
a raggiungere l’orgasmo? quell’orgasmo che desideravo tanto ( non ci vedevamo spesso,un paio di volte al mese ed era una storia che durava da 3 anni).
E’ un dubbio che mi sovviene spesso,alla differenza di rapporto che ho adesso con mio marito e a quella storia. Anche una mia amica è nella mia stessa situazione tutt’oggi,è sposata ma la sua vecchia storia non è mai terminata,lei prova le mie stesse emozioni nel fare sesso con l’altro ma non riesce a raggiungere l’apice? quindi non succede solo a me? possono esistere rapporti così? Desiderare talmente tanto un uomo da non riuscire a raggiungere l’orgasmo? forse perché siamo troppo attaccate alle sensazioni che ci sta dando e non riusciamo a concentrarci sull’orgasmo? mi può dare delle risposte? mi ha fatto piacere scriverle, spero che leggerà questa email e mi risponderà al più presto.
Daniela

Cara Daniela,
Credo che la risposta potrebbe semplicemente essere : ‘l’erba del vicino è sempre più verde’. Se lei si fosse sposata con l’altro, probabilmente suo marito oggi sarebbe nei suoi sogni erotici. Nel ricordo le persone appaiono migliori perché fa piacere ricordarne solo gli aspetti positivi. Suo marito invece, pur permettendole una vita sessuale soddisfacente, ha il grave difetto di essere sempre presente nella sua vita, con tutti i suoi piccoli e grandi difetti. Quanto al fatto che con l’altro era eccitata, ma non raggiungeva l’orgasmo, forse lui non era altrettanto bravo come suo marito, forse l’anorgasmia era il prezzo che lei ‘pagava’ per lenire i sensi di colpa dovuti ad un rapporto trasgressivo che lei non accettava fino in fondo.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

LUI E LA MIA FAMIGLIA

Le scrivo per chiederLe un parere sul mio rapporto di coppia. Ho 40 anni e sono sposata da sette, stiamo insieme da 12 anni in tutto. Ma stiamo attraversando, da molti mesi ormai, una crisi. Sarebbe lungo spiegarLe tutto, e non sono di Ancona, nel qual caso sarei venuta sicuramente da Lei. Ma il Suo parere professionale conterebbe molto. Mio marito ed io non riusciamo a comunicare.
All’inizio vivevamo a Milano, i nostri genitori in altre città, lavoravamo entrambi con molto tempo libero. Per cui io andavo dai miei a metà settimana e lo raggiungevo dai suoi il fine settimana. Sono sempre stata gentile e disponibile con la sua famiglia, nonostante non mi fossero molto simpatici. A volte veniva lui dai miei. A quel tempo tenevo un diario, dove rileggo certe frasi del tipo”ho fatto il pieno della tua famiglia”!!. Lui non ha mai sopportato mia sorella, questo da molti anni, senza vero motivo. La salutava a malapena, nei pranzi non diceva una parola, serio anche alle battute. Dopo alcune malattie dei miei genitori e la sua perdita del lavoro a Milano,visto che a lui piaceva la mia città, siamo venuti a stare vicino a mia madre (mio padre è venuto a mancare). E’ stato molto carino, ha pagato lui certi lavori del condominio nonostante sia casa mia e non sua ed è venuto ad abitare con me accanto a mia madre (case separate, però). Beh, prima di ciò ebbe un semi litigio con lei, e da allora non le ha quasi più parlato. E’ venuto a mangiare da lei credo due volte in un anno, ai pranzi della mia famiglia non vuole venire. A Pasqua è stato da solo, io non ho voluto rinunciare a stare con loro. Si è comportato male più volte: non è venuto all’ultimo compleanno di mio padre, temevo fosse l’ultimo, io ci tenevo, e lui non è voluto venire. Dopo la sua morte, invece di capire che io avevo bisogno di stare vicino a mia madre, voleva portarmi via di continuo. Dice che ho un attaccamento morboso con la mia famiglia, e quando gli dico che io con la sua sono sempre stata carina, lui mi risponde che non devo sempre fare confronti. Ora suo padre è rimasto solo, quando andiamo da lui sono sempre disponibile, vedo spesso la sua famiglia, anche i parenti più noiosi. Se gli dico che anche a me farebbe piacere che lui fosse cordiale con la mia famiglia, che mi piacerebbe salutasse mia sorella con un semplice “ciao, come stai?”, e che magari sarei contenta rivolgesse un saluto al mio nipotino di cinque anni, mi risponde che ha già dato una grande prova d’amore a venire nella mia città e che non vuole diventare lo zerbino della mia famiglia. E che se voglio posso non andare più dalla sua. Ma che rapporto sarebbe?
In passato avevo pensato ad un figlio, ha sempre detto che non era il momento, ed ora che sono agli sgoccioli per poterne avere uno, dice che non ne vuole e che lo sapevo. E conclude dicendo:”le cose stanno così, non sopporto la tua famiglia e se verrò da loro sarà come farmi sodomizzare, e non voglio figli. Ti va bene così???”
Se discutiamo, alla fine la nostra crisi è sempre nata per colpa mia, sono troppo attaccata(malata, per lui) alla mia famiglia, sono cambiata, non sono più carina con lui come un tempo..
Che fare? Lui con me è molto affettuoso, ma il suo comportamento mi fa soffrire, e ancora di più il fatto che persegua con tale atteggiamento sapendo di farmi soffrire. Lui vorrebbe che tutto fosse armonioso tra di noi, ma non fa nulla di quello che mi piacerebbe.
Mesi fa ho conosciuto un altro uomo, ed è cominciata una relazione. Con lui sto bene, e vorrebbe stare insieme a me, senza però essere la causa della mia separazione. Io sono confusa, i problemi con mio marito sono precedenti a questa relazione, ma non so realmente cosa voglio. Così, ho deciso di provare a ricucire con mio marito, e lui anche (non sa della mia relazione)ma continua a non risparmiare battute ciniche sulla mia famiglia. Secondo lei ci farebbe bene una terapia di coppia o non sarebbe utile?
Se è arrivata a leggere fino a questo punto, Le faccio i miei complimenti per la pazienza e La ringrazio anticipatamente
Greta

Cara Greta,
Se dovessi ragionare in termini di ‘quantità’ credo che suo marito occupi ancora il posto principale nella sua vita, visto il lungo spazio che gli ha dedicato nell’economia della lettera. Questa sua nuova fiamma infatti viene citata solo alla fine e per poche righe. Tutto lascia dunque pensare che una terapia di coppia potrebbe farvi bene, dal momento che suo marito è ancora, per lei, una persona importante. Non altrettanto posso invece dire di lui nei suoi confronti perché, dopo sette anni di matrimonio, non sente ancora l’esigenza di assumersi delle responsabilità e di costruire una famiglia, anche per appagare un suo legittimo desiderio di maternità. Il comportamento di suo marito mi appare molto infantile, maleducato come può esserlo quello di un adolescente che vuole conservare la sua libertà e sente nel mondo adulto che lo circonda una pressione ad entrare in schemi e ruoli che lui rifiuta a priori.
Che dire? Credo che la soluzione migliore sia intraprendere una terapia di coppia se lei tiene davvero a suo marito, altrimenti meglio guardare alle opportunità che la vita le offre, con generosità, in alternativa.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

IL PENSIERO DI LEI

Espongo il quesito. da circa 4 anni sono rimasto vedovo e nonostante il tempo trascorso sono legato al pensiero di mia moglie; il trauma della sua precoce dipartita mi ha reso “di marmo” nei confronti della vita; non ho più l’entusiasmo dei tempi passati nel fare le cose anzi se posso evitare di fare,non faccio; mi rifugio nel dormire; penso continuamente a malattie, sofferenze, penso che la vita non abbia un senso, che tutto il tempo che corriamo a fare questo o quello non serva a niente. e questo nonostante abbia un figlio a cui potrei rivolgere, forse, più attenzione. potrei frequentare persone che mi dimostrano affetto e che potrebbero diventare anche compagne per un futuro, ma da parte mia non c’è un minimo d’interesse, in sostanza sono diventato apatico, mi sono chiuso in me e non riesco a trovare uno stimolo che mi dia il via a riprendere a vivere diciamo in maniera “normale” ( non so se a 45 anni sia normale una cosa del genere ). ho provato anche a suo tempo a rivolgermi a “specialisti” ma come vede non è giovato a molto, il fatto stesso che le sto scrivendo lo dimostra. non mi aspetto da Lei la risoluzione della mia situazione, non perchè Lei non sia capace, ma semplicemente perchè sono consapevole che un e-mail non sia sufficiente a dare il quadro della situazione.
non so perchè ho voluto importunarla e per questo le chiedo scusa, forse un momento di “debolezza”, comunque ora tolgo il disturbo porgendole
distinti saluti
Pippo

Caro Pippo,
La mia risposta è contenuta implicitamente nella sua lettera ed è stata espressa chiaramente dalle sue stesse parole. Lei è una persona che non si fida di nessuno e non vuole chiedere aiuto a nessuno, perché vede in questo una forma di debolezza. Quando si rivolge a qualcuno, come è successo con lo ‘specialista’ di cui mi parla, probabilmente è prevenuto da dubbi e sospetti e, come fa con me, lancia il sasso e poi ritira la mano. Con questo atteggiamento lei non ha e non avrà la possibilità di superare la depressione insorta in lei dopo la perdita di sua moglie. La inviterei pertanto a superare questo atteggiamento di rigidità e di chiusura, che dura ormai da ben quattro anni, se non altro per salvare dall’infelicità esistenziale suo figlio, che ha tutto il diritto di avere almeno un genitore, visto che non è un orfano. Questo sforzo interiore lei lo deve compiere soprattutto per lui, oltre che per sé stesso.
Non deve fare nulla, se non andare da un bravo psicoterapeuta e lasciare che egli (o ella) possa lavorare per la vostra serenità.
Cari saluti e molti auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

INSICUREZZA

Ho 26 anni. Finora non ho mai avuto una ragazza e pochissime esperienze sessuali. Tutto questo mi rende insicuro e mi rende più difficile il trovare una ragazza. Ho pochi amici e quei pochi che ho sono sfigati come me e non possono certo farmi conoscere nuove ragazze. Da solo non riesco a fare conoscenze di ragazze. Sono troppo timido e impacciato e una volta data quest’impressione non faccio una bella figura. Sento tutto il disagio della mia condizione vedendo molti miei coetanei e conoscenti che hanno già avuto esperienze affettive e sentimentali e sono molto più avanti di me. Ho provato con alcune ragazze (non molte a dire il vero) e ho avuto la percezione che non fossero interessate a me. Una di sicuro, perchè si è fidanzata con un altro. Soprattutto nella ricerca di sicurezza ho corteggiato ultimamente delle ragazze meno ‘carine’ e più ‘timide’, meno belle sul piano fisico, sperando stupidamente che in questo modo le potessi conquistare più facilmente e invece ho fatto una cosa stupida, perché non solo mi hanno rifiutato, ma addirittura io a causa di tali rifiuti sono caduto in depressione più di prima e ho anche provato dei rimorsi perché ho pensato che sono stato davvero insensibile e curante solo di me stesso nel pensare di provarci con una ragazza solo perché ha dei problemi e sperando così di risolvere i miei e i suoi problemi. Il problema è che non riesco neppure a instaurare un’amicizia e una conoscenza più approfondita con una ragazza e credo che senza questo non può nascere un rapporto tenero e profondo, base credo imprescindibile per un eventuale amore. Ho paura per via della mia totale inesperienza e mi chiudo in me stesso complicando le cose. Eppure avrei così desiderio di vivere almeno un amore in vita mia! Ma come posso riuscirci se ho il terrore di avvicinami a una ragazza? (anche con le ragazze con cui mi sentivo sicuro, poi alla fine sono stato insicuro nel momento in cui ho dovuto loro chiedere per esempio se le andava di uscire con me o quando sono uscito con loro). Volevo poi chiedervi se il non avere avuto esperienze sessuali ed affettive nell’età che io ritengo giusta – tra i 15 e i 20 anni – incide poi nel tuo comportamento a un’età più matura, tipo come ho io ora 26 anni. Ho molta paura do dover rivelare alla mia ragazza, ammesso che mai riesca a conquistarne una, la mia inesperienza: avrei paura che mi lascerebbe o non mi vorrebbe più. Per questo, stupidamente, vorrei avere una ragazza inesperta come me. Per uno stupido desiderio di sicurezza.
Una sicurezza che non ho. Come vedete ho provato ad analizzarmi, per quel poco che riesca. Ma le mie paure rimangono e in questo periodo sto davvero molto male. Vorrei tanto che voi poteste darmi la soluzione ai miei problemi.
Ma so che più di tanto non potete fare e che molto spetta a me. Ma da solo non ce la faccio. Scusate la lunghezza della mail. Grazie
Andrea

Caro Andrea,
Per prima cosa vorrei invitarla a leggere le lettere pubblicate nel sito www.clinicadellatimidezza.it per accorgersi che questi sentimenti che lei prova sono condivisi da moltissimi ragazzi e ragazze. Il problema lo si può affrontare e risolvere agendo su due fronti: la psicoterapia e l’agenzia matrimoniale.
Se le condizioni economiche glielo consentono, potrebbe optare per entrambe. Infatti, la psicoterapia la aiuterà a cambiare il modo di pensare, di agire e di rapportarsi con gli altri; l’agenzia matrimoniale le sarà d’aiuto proponendole incontri ‘ravvicinati’ con ragazze interessate a cercare un partner stabile. Lei dovrebbe accostarsi a questa esperienza con umiltà, con lo spirito di chi vuole ‘imparare’ come ci si comporta con una ragazza. Dopo qualche mese di questa doppia cura ‘intensiva’ mi scriva ancora… E mi parli di lei (la sua lei).
Cordiali saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

GELOSIA

Il mio è un problema di gelosia. Sto con un ragazzo (poco più grande, ma molto più maturo di me) da più di un anno. E’ la prima persona che sento di amare sul serio e i miei sentimenti sono ricambiati in tutta la loro intensità… l’unico problema è che gli faccio scenate inutili, delle quali mi pento non appena ci penso razionalmente… poi mi scuso, ma oramai ho già rovinato la serata… in questo anno sono state di più le serate che ho rovinato con questo mio assurdo comportamento che non quelle che gli ho fatto passare in
tranquillità… ormai mi sopporta fin da troppo… sto uccidendo il nostro rapporto… non me lo perdonerei mai se dovessi perderlo a causa mia… ho provato mille volte a cambiare, ma ogni tentativo finora si è dimostrato vano perchè, puntualmente, faccio un’altra scenata davvero fuoriluogo… il mio problema è l’insicurezza… vengo considerata da tutti la ragazza perfetta : bella, intelligente, dolce e simpatica…. ma poi, con l’unico che vorrei mi reputasse tale, mi trasformo in un “mostro” che distrugge tutto ciò che si costruisce insieme… perchè mi comporto così?come posso guarire? secondo me la mia insicurezza si è trasformata in un terrore dell’abbandono, e, da quando è morto mio padre (pochi mesi), credo la cosa non sia affatto migliorata (preciso, il mio problema non è iniziato con la morte di mio padre, lo avevo già da prima)…
Ho letto di molte donne estenuate dalla gelosia del proprio compagno… non voglio che il mio ragazzo faccia quella fine! che poi io non gli impedisco di fare niente… può uscire con i suoi amici, andare in vacanza da solo, fare tutto ciò che vuole, ma quando lo vedo parlare con un’altra donna (anche se so che non lo attrae e che io sono l’unica che vuole al suo fianco..)… beh, in me cresce una sensazione fortissima che non si può spiegare con le parole… è troppo forte… praticamente non ci vedo più, non sento più, riesco solo a pensare quanto male mi fa assistere a quella scena!!!praticamente ho paura che lui si possa innamorare di un’altra…. la prego, mi aiuti, sto rovinando la cosa più bella che la vita mi abbia mai regalato per una stupidaggine…per favore, mi risponda, mi sono stancata di sentirmi stupida, inadeguata, infantile e “sbagliata”. grazie.
laura83

Cara Laura83,
Non credere che con le tue scenate di gelosia tu possa realmente mantenere il controllo sulla vita ed i pensieri del tuo ragazzo: solo basandoti sulle statistiche, puoi stare tranquilla che ti tradirà continuamente col pensiero e quasi sicuramente anche nei fatti e questo a prescindere dalla tua volontà, dai tuoi desideri e dalle tue scenate. Scenate di gelosia che, oltre tutto, danno di te l’immagine di una persona fragile e per questo di scarso valore. In questa situazione, una ragazza altrettanto bella, ma con una personalità più sicura di sé e con un modo di fare più pacato potrebbe avere la meglio. Inoltre, vorrei farti osservare che tu stessa in questo modo ti rendi una conquista troppo ‘scontata’, ormai fuori discussione. Impara piuttosto a tenere lui sul filo del rasoio, in modo che non possa mai sentirsi completamente sicuro di te. Infine, impara a dominare le emozioni: conta fino a cento prima di reagire e, quando assisti a queste scene ‘dolorose’ concentrati piuttosto su di te: pensa a quanto sei bella, a quanto sei diventata brava nel saperti gestire, a quanto sei elegante nei modi di fare, anche quando altri si aspetterebbero da te la solita scenata di gelosia, per trovarvi rassicurazione sul tuo amore.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

TRADIMENTO

Sono piena di dolore che mi sta divorando la vita. Due anni fa scoprii il tradimento di mio marito che confermò e mi chiese di perdonarlo, cosa che con tanta sofferenza ho cercato di fare,anche se la depressione era sempre in agguato.
Nonostante questa sofferenza terribile ho continuato a lavorare ed andare avanti fra alti e bassi,più bassi sicuramente imbottendomi di iperico ,fiori di bach e quantaltro.Ora dopo tutto questo tempo sono ricaduta in depressione e lui affrontando sempre il discorso mi ha confessato che mi tradiva con un uomo. Per me è stato doppiamente terribile. Ora non so più cosa fare,penso di avere toccato il fondo e non so se voglio stare ancora con un uomo così,abbiamo due figli uno di 29 e 18 anni.Non ho un reddito che mi permette di vivere,cosa potrei fare? penso che tra un po’ impazzirò
grazie un consiglio per favore.
Maria

Cara Maria,
Se non hai i mezzi per mantenerti da sola è inutile pensare di allontanarti da quest’uomo. Non vi è, d’altra parte, alcun motivo per continuare a sentirti sua moglie se non lo ami più e se pensi che lui ti abbia deluso.
A questo punto vi consiglierei di non parlare mai più di quanto accaduto e di rivolgervi piuttosto ad un terapeuta della coppia, che possa farvi capire fino in fondo se ci sono margini di recupero per la vostra unione o se è almeno possibile stabilire i termini per una civile convivenza in cui ciascuno abbia i suoi spazi, nel rispetto dell’altro.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

DIALOGA CON L’ALTRO

sono un uomo di 43 anni, sposato da 15 e con due figli di 11 e 5 anni.Fino a qualche giorno fa ero un uomo tutto sommato felice, con alti e bassi naturalmente, della mia vita familiare.Una sera mia moglie è tornata un po’ tardi dal lavoro per fare, ed io ne ero a conoscenza, una vista medica. Al suo ritorno ho chiesto come era andata ma dal suo racconto ho capito non era stata a questa visita; costretta dalle mie insistenze ha confessato che si era vista con un altro uomo (non sessualmente). Ebbene, senza dilungarmi troppo nella spiegazione, mi ha confessato di averlo voluto vedere e anche di continuare a vederlo, solo per dialogare, per capire come quest’uomo può turbare la sua vita e di conseguenza anche la nostra. Da premettere che lei di me non si lamenta, che non poteva pretendere di meglio da un uomo: presente, innamorato, intelligente e tutto il meglio che si possa dire e che diverse amiche le avevano detto di essere fortunata ad aver trovato un uomo così. Qui scatta la mia confusione. Perché tutto questo? Non so come comportarmi. Ho subito detto che sarei andato via di casa, che non accettavo questa situazione.Non posso pensare che lei torni più tardi dal lavoro perchè sta “dialogando” con l’altro, ed io a casa con i bambini e preparare anche la cena.Vorrei fargli provare la sensazione di non avermi più in modo che lei potesse capire meglio, ma i figli?
Non so cosa fare può darmi un consiglio? (Da premettere che l’uomo in questione lavora nello stesso stabile di mia moglie anche se durante il lavoro possono parlarsi raramente, a detta di lei).Potrei capire che se avessero lavorato insieme nel tempo sarebbe potuto nascere qualcosa, ma parlandosi 5-10 minuti
alla settimana, cosa è successo?
Quale potrebbe essere il mio migliore atteggiamento? Mi scuso per la lunghezza della lettera e spero di essere stato abbastanza chiaro. La saluto con speranza. Giuseppe

Gentile Giuseppe,
Complimenti anzitutto per la sua autostima, che non la fa mettere nemmeno per un istante in discussione… Lei sarà pure un uomo perfetto, ma se sua moglie vuole ‘dialogare’ con l’altro, evidentemente c’è qualcosa che non va nel vostro rapporto. Noia? Routine? Mancanza di dialogo, di stimoli, di divertimento? Di complicità? Di passione? Di piacere sessuale? A lei trovare le risposte. In ogni caso è ovvio che sua moglie non possa essere davvero innamorata di un uomo che vede 5-10 minuti a settimana: si tratta sicuramente di una infatuazione. Probabilmente, parlandoci di più, potrebbe rendersi conto di aver preso una cantonata.
Lei dunque, in questo momento così delicato, per salvare la sua famiglia, dovrebbe a mio avviso evitare di essere comprensivo, rimproverarla, minacciarla. Semplicemente dovrebbe evitare di parlarne. Siccome l’amore non si compra, né lo si può pretendere da chicchessia e poiché è suo interesse in questo momento riportare ‘a casa’ sua moglie, se non altro per evitare ai figli il trauma di una inutile e sciocca separazione, cerchi di fare del tutto per riservare alla sua donna attenzioni e coccole: guardate le foto dei bambini piccoli, di quando eravate fidanzati ecc. per rinforzare il senso della vostra unione, ma soprattutto fate progetti per il futuro, ritirate fuori i sogni che avete sepolto nel cassetto, rispolverate la vostra complicità, provate, quando fate l’amore, ad accarezzarvi lungamente, come forse non fate da tempo.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

STUPENDA STORIA D’AMORE

Ho purtroppo da qualche giorno concluso una stupenda storia d’amore. Il mio lui si è spaventato per l’impegno che stava comportando tutto. Non si sentiva pronto. Abitiamo in due città diverse, la lontananza ha contribuito molto al distacco. Mi sento distrutta, completamente vuota, come se mi avessero strappato tutti gli organi, il mio respiro è letteralmente spezzato. In tutto questo ho iniziato a fare dei sogni molto strani. Ho sognato una coppia di cavalli distesi a terra, apparentemente morti, con accanto il loro puledrino, morto anche lui. Mentre mi avvicino a loro i due cavalli si alzano, mentre il loro puledro era realmente morto. Un altro sogno molto particolare è stato quello di coltivare con molta cura una piantina di basilico dentro un piccolo vaso. Può aiutarmi a capire quale è il messaggio che il mio inconscio sta cercando di inviarmi e che io non riesco a recepire? La ringrazio infinitamente per la sua attenzione e spero di poter ricevere un suo consiglio prezioso.
Lorena

Cara Lorena,
Come ho detto tante volte in questa rubrica, non è serio analizzare un sogno se non si conosce nulla della vita del sognatore: come si fa ad associare vissuto, desideri e simboli? Un’interpretazione molto generale potrebbe essere quella di aver perduto la progettualità futura. I due cavalli ‘anziani’ infatti possono sembrare morti, ma ognuno poi può rialzarsi e cercare un’altra strada: ciò che è definitivamente morto è il sogno di unire il proprio destino in un progetto comune (rappresentato dal cavallino morto). Credo che ogni storia d’amore che finisce lascia una ferita, specialmente se questa storia era davvero ‘stupenda’. Ci vorrà del tempo per elaborare il lutto di questa perdita. Mi permetta però una provocazione: come faceva ad essere una storia ‘stupenda’ con un tizio che non si sentiva pronto di amarla, che era ‘spaventato’dalla banale difficoltà rappresentata dal vivere in due città diverse? E’ sicura di non averci guadagnato al libertà di potersi scegliere un uomo capace di spaccare le montagne per venirla a trovare?
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

MI AUTODISTRUGGO

Vorrei poter dire di essermi imbattuta nel suo indirizzo per puro caso ma in realtà non è così. Mi trovo in un momento della mia vita dove in apparenza tutti credono che io stia bene e sia felice e sinceramente io non sto facendo niente per dissuaderli da questa convinzione, ma la realtà direi che è tutta un’altra. Se devo essere sincera sono una persona molto fortunata, ho una famiglia meravigliosa amici, sono carina quindi piaccio, ho raggiunto in quest’ultimo anno la condizione fisica migliore perdendo qualche kg,mi sono laureata a 24 anni, faccio il lavoro per cui per anni ho studiato, viaggio, quando decido di ottenere qualcosa mi impegno sino a farcela. Insomma niente di cui lamentarmi. Se non fosse che.. non è facile da spiegare.. Da tempo è come se qualcosa si fosse inesorabilmente spento in me faccio fatica ad essere felice è come se tutto mi scivolasse addosso. Tre anni fa ho conosciuto lui uscivo da tre anni di storia e stavo vivendo un momento di rinnovamento personale meraviglioso. Non è stato un colpo di fulmine, ma l’amore non ci ha neanche messo tanto a sbocciare. L’amore più grande che io abbia mai provato, il vero amore, non mi serviva niente se non avere lui nella mia vita. Ma le favole purtroppo nella realtà non esistono e così comincia una storia fatta di tira e molla che ogni volta è come mi portano via un po’ di me stessa.
La prima volta mi ha lasciato dopo poco che eravamo insieme, sa vacanze separate, paure, timori, non ci si conosceva bene… ma dopo qualche mese un caffè fu galeotto e ci siamo ritrovati. Tutto bene, anzi meravigliosamente per un anno e mezzo, poi io comincio a lavorare prima di laurearmi, una situazione orrenda che mi opprimeva ogni giorno che passava sempre di più e che minava tutte le mie certezze, cercavo di portare avanti tutto, ma lui di nuovo mi lascia. La disperazione, il dolore che ho provato è ancora così vivo in me che faccio fatica anche a ricordalo. Decido di lasciare il lavoro (e questo non centra niente con lui) e decido di andare 2 mesi in America da sola per ritrovare me stessa. Mi privo di un’estate con le persone a cui tengo e me ne vado per vivere un’esperienza che è stata per me fondamentale, che mi è molto servita, ma che mi ha anche fatto conoscere la vera solitudine e non perché non avessi persone intorno a me la solitudine io ce l’avevo dentro. Lui nel frattempo si fa risentire, ma quando torno niente è
cambiato. Ricomincio a fare la tesi e forse il troppo stare da sola chiusa in casa davanti a un pc non mi ha fatto tanto bene: quando non studiavo piangevo, quando non piangevo vivevo in una sorta di apatia. Ecco che a novembre però ci rivediamo, lui mi dice di aver capito tante cose e ricominciamo. Di nuovo amore, di nuovo tutto bello…anzi no…nonostante io avessi ottenuto quello che volevo bastava un cambio del tono della sua voce per farmi morire di terrore. Per cosa? L’essere lasciata. Ad Aprile mi laureo e una mia amica mi offre di andare con lei a S.Domingo per festeggiare ed ecco che mentre sono via lui torna in crisi. Torno lo raggiungo praticamente immediatamente e lui mi lascia. Come sono stata è difficile da piegare…innanzitutto non cercavo negli altri nessun tipo di conforto perché a questo giro sentivo di essermela cercata e quindi non ce la facevo a piangere sulle spalle altrui. Ero arrabbiata col mondo,l’universo con me stessa ma non con lui. Non sono mai riuscita ad odiarlo, neanche un minuto. La rabbia l’ho fatta diventare la mia forza per alzarmi la mattina, quando non ce la facevo. Io che della comprensione delle azioni altrui, avevo fatto una mia massima di vita ero diventata cattiva, cinica, categorica e la comprensione era diventata una di quelle cose che odiavo. Ma nello stesso tempo agli occhi degli altri ero allegra, spumeggiante e in piena forma. Passano i mesi e il mio umore è altalenante, gioia, dolore, disperazione, euforia, si alternano a volte nello spazio di una sola giornata. A ottobre lui mi cerca, ma questa volta ce la voglio fare e mi nego. A novembre i giù diventano troppi, vivo un momento di solitudine e così cedo: ci vediamo. Tutto bello tutto perfetto. Credo che questo si possa definire veramente l’inizio della fine. Ci vediamo ogni tanto, stiamo bene, finiamo a letto e poi lui mi parla delle sue paure, di come gli manco, di come si riinnamorebbe di me, ma sa che poi andrebbe a finire tutto male.. bla .. bla.. bla. E io? Non rispondo, faccio finta che questa situazione sia perfetta così una volta gli ho anche detto che non lo amavo più! Questo è il quadro più semplice che potevo farLe della mia complicata storia e mi scuso per la lunghezza. I miei problemi sono di due tipologie. 1-Ho 25 anni sia quando lui era di nuovo sparito che ora, non riesco a provare interesse per nessun ragazzo che non sia lui. Ci ho provato a uscire con qualcuno, mi sono anche lasciata baciare, ma niente il vuoto, non una emozione, non un battito di cuore o almeno una pura e semplice reazione fisica. Per 6 mesi nessuno è riuscito a farmi provare qualcosa. Mi sembra di essere morta. 2-Lui. Perché non riesco a smettere di vederlo? Fino a che punto è amore a fino a che punto sta diventando un’ossessione? Stiamo andando da qualche parte o mi sto solo lanciando in una folle corse che mi porterà ad autodistruggermi? A volte il solo fatto di provare amore per lui riesce a scaldarmi il cuore, mi rende felice, mi fa sentire piena. Perché una persona come me che ha tutte le carte in regola per poter essere felice si trova in una situazione del genere? Perché senza di lui tutto perde di senso? Sono combattuta e questa guerra dentro di me mi sta…. Non so neanche come definirlo… Vorrei solo sapere cosa devo fare. La ringrazio per il solo fatto di avermi ascoltato e nell’attesa di ricevere una sua risposta la saluto cordialmente.
Selly

Cara Selly,
Per par condicio, una lunga lettera richiede una risposta breve. La risposta è che, quando il paziente è morto non serve a nulla l’accanimento terapeutico. Questa storia d’amore è finita ed è inutile tentare di rianimarla. Se continuerà con lui non si ‘autodistruggerà’come in un feuilleton di primo novecento: perderà solo del tempo. Coraggio, esca dal tunnel.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

NON RIESCO A PERDONARE

non riesco a perdonare il tradimento di mio marito. Non riesco ad aprire la porta di casa ed andarmene (per motivi economici e affettivi) e non riesco a convivere con questo dolore (sono passati ca. 15 mesi).Desidero spesso morire per non sentire dentro me la sofferenza, l’odio per la persona con cui mi ha tradito che è stata anche molto crudele con me dicendomi tra
le altre cose, che lui non mi ha mai amata (20 anni insieme) e invece con
lei era tenero e affettuoso (sono stati insieme contemporaneamente al mio
matrimonio ca.5 mesi).Che posso fare? mi aiuti per favore…
Nadia

Cara Nadia,
L’altra” le ha sicuramente detto quelle cose perché non è riuscita completamente nell’intento di manipolare suo marito a suo piacimento, per cui attribuisca a quelle parole il peso che meritano. Ora però lei deve reagire, regalandosi parte delle attenzioni che prima riservava solo a suo marito. E’ una forma di ‘narcisismo sano’, che aiuta nei momenti di difficoltà. Per il momento dunque si butti dietro le spalle questa dolorosa esperienza e non cerchi di ruminare troppo sui sentimenti che tutto ciò le ispira (dolore, sofferenza, odio). Tutte le ferite, anche quelle psicologiche, devono avere il tempo per rimarginarsi, dopo di che verrà il tempo delle decisioni e delle scelte.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

LA “LEGGEREZZA” DELL’ANIMO

Non ho un’idea ben chiara dei motivi per cui le scrivo, ma sono consapevole del fatto che non devono essere per forza definiti alcuni problemi per essere tali. I turbamenti e le ansie sono una costante nelle mia vita, non esistono momenti vissuti serenamente o con la “leggerezza” dell’animo anche quando apparentemente tutto va bene. Ho un rapporto con una donna splendida, procedo nell’ambito del lavoro, ma ho sempre le spalle alte dalla tensione che mi porta ad avere continui mal di testa e senso di sfinitezza. Sono ritenuto una splendida persona, molto intelligente e piena di risorse, ma l’insicurezza e il senso di inadeguatezza e di inferiorità costituiscono una gabbia che non mi fa uscire, se non ogni tanto con delle forzature incredibili. Sono sessualmente sano nel senso di  “normale”, non ho deviazioni di nessun genere o manie o ombre da nascondere di rilievo.Ma appunto, se ce ne fossero e fossero la causa del mio mal di vivere e della inquietudine costante ?Mi sembra che la serenità (non parlo di gioia…non mi interessa) sia sempre più avanti nelle mille porte che apro e delle esperienze che faccio.
La saluto cordialmente.
Giuseppe

Caro Giuseppe,
Questo stato di leggera ansia che lei vive quotidianamente sta ad indicare che in fondo non
è vero che tutto sta procedendo come lei vorrebbe. Dalla sua analisi tuttavia non emerge alcun punto debole al quale poter attribuire la responsabilità di questo suo male di vivere, se non per il generico senso di inadeguatezza e di inferiorità che ogni tanto la assale. Direi che le farebbe molto bene poter compiere un viaggio alla scoperta di sé con uno psicoterapeuta che l’aiuti a trovare la chiave di lettura della sua vita e a dissipare le tensioni che si manifestano con i continui mal di testa. Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

CURIOSA DI SAPERE

Ho un grosso problema, sto con un ragazzo da 10 anni e che amo tantissimo, desidero un figlio con lui, però l’ ho tradito. Non so perché e non vorrei mai averlo fatto. Non ho saputo resistere. In tutti questi anni non ho mai smessodi amarlo anche se la monotonia si è un po’ fatta sentire. Nell’
ambiente sportivo che frequento ho conosciuto uomini attraenti che mi hanno chiesto di uscire ed è successo che dai oggi e dai domani ho fissato un appuntamento. Ero solamente curiosa di sapere come erano a letto e appagata di me stessa perché mi sentivo piena di attenzioni forse solo per un unico fine da parte loro. Ho avuto 4 storie, la prima con quello che mi piaceva da molto tempo ma una sola serata, la seconda limitata ad una serata dopo una cena. La terza per due volte con uno che poi aveva un carattere che non apprezzavo, e l’ ultima che è stata la più intensa sessualmente per circa 3 mesi. Il tutto è durato 4 anni,adesso ho deciso di smettere con questa vita parallela anche se ne ho nostalgia, ma voglio stare con il mio ragazzo e creare una famiglia con lui.Non riesco a capire perché ho avuto questo comportamento, sono appagata tuttora della mia vita di coppia anche sessualmente.
Non ho mai provato niente per le persone con cui sono stata ho solo avuto voglia di fare sesso con loro e basta.Non so come posso andare avanti, ho paura che mi ricapiti, anche se ho smesso di frequentare quell’ ambiente, mi dia un consiglio su come superare questo mio comportamento e perché è capitato. Grazie
Lucia

Cara Lucia,

Lei si sta chiedendo ossessivamente ‘perché’ lo ha tradito e sembra non rendersi conto che la cosa anomala non è il tradire, che è la cosa più banale che si possa fare, ma lo scegliere consapevolmente di NON tradire, nonostante nella propria coppia i momenti di noia superino i momenti di gioia. Lo stare insieme dà sicurezza, fiducia nel futuro, senso di protezione. Tutto questo però uccide la passione, che reclama il rischio, il mistero, l’insicurezza, la curiosità.
Dunque, in qualsiasi coppia, dopo un po’ insorge questo desiderio di andare a scoprire cosa c’è dietro la porta di casa. Non tutti tradiscono: molte persone decidono di concedersi solo delle fantasie, senza passare all’atto. In qualche modo anche per lei è stato così: da una sola serata infatti lei non ha certo capito che tipo di uomo ha frequentato ed ‘amato’, seppure per poche ore. Evidentemente a lei non interessa conoscere approfonditamente altri uomini, ma ha bisogno di crearsi dei ricordi, delle piccole trasgressioni, che servono ad alimentare il suo immaginario erotico quando è con il suo ragazzo, che sarà pure, in prospettiva, un buon marito ed un buon padre, ma che manca di carica erotica e di imprevedibilità.
Bene: visto che lei ha capito tutto ciò, ora non le resta che modificare questa situazione, in modo che le scosse elettriche nel vostro rapporto di coppia incomincino a svilupparsi da un generatore interno, anziché esterno. Ad esempio da lei.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

ATTRATTO DAI PIEDI

Mi chiamo Mimmo , ho 31 ,anni , confesso che vivo la mia vita sessuale in maniera anomala , sin da quando ero ragazzino ero attratto dai piedi sia delle ragazze che dei ragazzi , invece adesso mi piacciono le donne ,ma mi eccitano i bei ragazzi ,e sopratutto sono attratto moltissimo dai piedi non so perche mi puo accadere una cosa simile , mentre fino ad oggi o fatto solo sesso orale o imparte con donne e uomini , ad esempio non o fatto ancora sesso completo e mi fa paura , farlo , anche perche mi troverei impreparato , a diciasette anni o leccato per la prima volta i piedi a mio cugino , e questo rapporto e durato per due anni, lui e un anno piu grande di me, mentre le altre occasioni sono state solamente con prostitute e prostituti la mia sola richiesta sono stati sempre i piedi , mentre altri rapporti con ragazze solo baci e qualche toccata , ma questo mio malessere sta limitando le mie prestazioni sessuali, è un casino , io vivo sessualmente per i piedi , a volte appena vedo qualcuno a piedi nudi , specie in estate , quando tutti usano gli infradito io ne soffro , mi si attizza il pene , sono molto malato , non lo so, e come posso uscire fuori .

Caro Mimmo,
la lunga lettera che ha scritto esprime in maniera completa il profondo disagio che vive. Mi chiedo come mai non abbia ancora pensato di intraprendere un percorso psicoterapeutico che la possa aiutare a liberarsi da questa ossessione feticistica, per orientare il suo interesse su una persona completa, uomo o donna che sia.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

ANDARE DALLO PSICOLOGO

Mia moglie è una donna eccezionale, ma da sempre afflitta da paure, stati ansiosi che nel tempo sono andati acuendosi. il primo figlio, il ritorno al lavoro, la morte prima di mio padre e poi di suo padre, i problemi sul lavoro e di famiglia, la portano spesso a stati di ansia, con palpitazioni (in passato) ma soprattutto con paure immaginarie che si aggravano nel tempo. Per es. il tumore del padre che lo ha portato alla morte ‘ha indotta a pensare che anche lei avesse un tumore simile e solo dopo tante visite si è tranquillizzata. ancora: la notizia al telegiornale di una mamma che è impazzita e ha ucciso il figlio l’ha fatta cadere da 5 giorni in uno stato di ansia che la porta a pensare che anche lei abbia una malattia mentale che può portarla a fare del male ai bambini. io per il lavoro che faccio non posso starle vicino. lei ogni pomeriggio va via di casa perché vuole distrarsi e non
cadere in questo stato di confusione mentale (la mattina va al lavoro). Da tener conto che anche quando eravamo fidanzati aveva paura dei tumori delle malattie in genere e alla notizia di qualche malattia del genere “si procurava” gli stessi sintomi per giorni e giorni. ora la cosa si fa più frequente e mi preoccupa. cosa possiamo fare? a chi rivolgerci? non è facile farle accettare di andare dallo psicologo, magari un supporto on line o telefonico potrebbe aiutarla a capire.
vi prego aiutatemi…
Giovanni

Caro Giovanni,

Dalla situazione che mi descrive, sua moglie sta attraversando un momento di difficoltà esistenziale, che ha riacceso il sintomo ipocondriaco che la accompagna da tempo. L’ipocondria è caratterizzata proprio dalla paura di ammalarsi e dalla percezione su sé stessi dei sintomi delle varie patologie letti sulle enciclopedie mediche, o ascoltati nei racconti di chi ne soffre realmente. Purtroppo la vita ha voluto che sua moglie sperimentasse proprio da vicino esperienze molto traumatiche dovute alle malattie di persone a lei care, che hanno acuito i suoi sintomi.
Per prima cosa consiglierei a sua moglie di usufruire dei consigli di uno psicologo, che possa seguirla quando le crisi si fanno più acute, come in questo ultimo periodo. Potrebbe dirle, per convincerla, diverse cose. Ad esempio, che lo psicologo è sempre più una figura che aiuta nella prevenzione piuttosto che nella cura di persone che hanno problemi patologici, oppure puntare sui figli, cui sua moglie tiene sicuramente molto e dirle che lo fa per loro: per farli crescere serenamente ed in perfetto equilibrio psicologico. Mi sembrano argomenti abbastanza convincenti: ci provi!
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

BLOCCO D’AMORE

Sono qui per salvare un amore tra me e la mia ragazza. Un amore che lei ha bloccato dovuto a cause ancora ignote ma credo solo spiegabili tramite psicoanalisi.Parlo di Lei (la mia ragazza 23 anni) : ha avuto una difficile infanzia,la madre è stata abbastanza presente forse troppo nella sua vita ed all’età di 8 anni è capitato un bel trauma.La madre,dopo 10 anni di matrimonio, si è separata dal marito perchè amava un altro e ovviamente la vita della mia ragazza è cambiata radicalmente. La mia ragazza è andata vivere con il padre insieme al fratello in un’altra casa rompendo le amicizie.I rapporti con la madre si sono rotti e ancora oggi sono difficili, con rimorsi, anche se la madre vorrebbe ristabilirli. Purtroppo nemmeno con il padre ha molto dialogo.Forse per questo a volte lei è forte , emotiva o lunatica. Il problema è questo:A 18 anni ha avuto la prima vera storia d’amore troncata dopo due anni senza un motivo reale, non sentiva più amore ed era confusa senza capire. La seconda storia ha avuto gli stessi effetti(sempre dopo due anni), anche se credo dovuti al diverso carattere del suo ragazzo.La terza storia è stata con me e ci siamo amati serenamente, se non per due volte che mi sono fatto troppo sentire(per cercarla quando non la sentivo) e lei si allontanava da me.Finchè tre mesi fa un blocco d’amore di lei mi ha fatto impaurire e mi ha reso sempre più angosciante rendendo sempre più difficile il nostro rapporto d’amore anche se noi due stiamo bene insieme e parliamo senza contrasti.Lei dice che è come vedere da fuori la sua vita e non la vive a pieno, non da il massimo che sente.
Se serve io sono di carattere molto sensibile ,distratto,ero povero di spirito ma ultimamente forte e determinato, ho sofferto molto un passato difficile e privo d’amore, sono Cristiano ed ho una mentalità aperta.
Ciò che ha alimentato il blocco d’amore in tutti i rapporti, credo, sia il continuo cercarla quando lei non si fa sentire.
Il blocco credo sia dovuto alla rottura del rapporto precoce e traumatico con la madre (leggendo Bowlby “una base sicura”), ma volevo una conferma e se possibile un aiuto importante per la nostra vita.
Grazie per avermi ascoltato.
Un cordiale Saluto.
Dante

Caro Dante,

Tu scrivi perché, dici, vuoi salvare il tuo rapporto. A mio parere, paradossalmente, per salvare questo amore tu non dovresti fare assolutamente nulla, perché il tuo eccessivo attaccamento alla ragazza, il tuo modo di cercarla quando lei non si fa sentire, a quanto pare ha l’unico risultato di allontanarla sempre più da te. C’è però un consiglio che sento di poterti dare ed è questo: la tua ragazza cerca sicurezza, stabilità, ma apparentemente nulla intorno a lei le sembra capace di offrire queste caratteristiche. E’ stato così con i suoi genitori, con i suoi precedenti ragazzi ed ora sembra quasi che ti stia mettendo alla prova. Tu devi mostrarti molto sicuro di te, certo del vostro amore; devi mostrarle di avere fiducia in lei anche quando non c’è, devi fare progetti per il vostro futuro ed insomma apparirle quella roccia che lei sta cercando per la sua vita. Provaci: dovrebbe funzionare.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

MANCANZA DI RECIPROCITA’

In età matura (ho appena compiuto 51 anni) sono giunta alla motivata conclusione che le mie relazioni interpersonali sono molto insoddisfacenti per due ragioni fondamentali : mancanza di reciprocità (non ho successo con la gente e infatti ho pochissimi amici che non mi cercano quasi mai) e comunicazione faticosa dovuta al fatto ricorrente che molto spesso, quando parlo, vengo interrotta prima che abbia avuto modo di esprimere il mio pensiero e quindi di comunicare il mio messaggio. Tenuto conto delle ragioni che io ritengo responsabili delle mie difficoltà di relazione e quindi della mia solitudine, vorrei sapere quanto questo particolare tipo di ragioni (in base alla Sua esperienza clinica) possa essere la conseguenza di miei errati stili di comportamento e, in caso affermativo, vorrei ricevere spiegazioni al riguardo.
RingraziandoLa per l’attenzione che vorrà dimostrarmi La saluto cordialmente
Mirella

Cara Mirella,

Il suo è sicuramente un problema di comunicazione, ma più che di questo credo che dovremmo parlare di un bisogno forse eccessivo di attenzioni da parte sua, probabilmente dovuto a carenza d’affetto. Infatti, i rapporti che abbiamo con gli altri, difficilmente sono così appaganti come idealmente vorremmo averli: tutti hanno fretta, pochi ascoltano realmente, pochi si fanno sentire se non siamo noi a cercarli per primi. Del resto, dare sempre la colpa agli altri non aiuta, perché come spesso mi trovo a dire, noi siamo ‘gli altri’ per gli altri…
Il consiglio è quello di cercare di cambiare il suo stile di pensiero e cominciare a pensare che, per piacere agli altri bisogna rendersi piacevoli ed interessanti, bisogna sorridere molto e per primi, bisogna cercare di non richiedere attenzioni continue e profonde anche a persone che sono dei semplici conoscenti. Forse i suoi discorsi sono interessanti, ma troppo lunghi: cerchi di sintetizzare gli argomenti in poche parole e poi, sorridendo, ceda la parola all’altro, lo ascolti attentamente e poi continui con il suo discorso, magari facendo riferimento a quanto l’altro le ha detto.
Per risolvere questi problemi di comunicazione non ci vuole molto: su internet o in libreria potrà trovare molti validissimi consigli. Quello che secondo me invece dovrebbe cercare di approfondire è questo bisogno di attenzioni, che forse richiede un approccio diverso.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

SEDUZIONE

Gentile Dottore,
ho una collega che quando parlo con lei tende a reclinare da un lato la testa e ad accarezzarsi ed attorcigliarsi continuamente una ciocca di capelli. Può essere un segno di attrazione verso di me?
Grazie, cordiali saluti.
Axel

Salve Axel. Sicuramente si tratta di un gesto di seduzione abbastanza esplicito, ma per una giusta decodifica del messaggio che le invia la sua collega occorre tenere conto anche del contesto in cui questa persona compie questo gesto. Infatti, la conoscenza dei principi della comunicazione interpersonale ed in particolare le regole del linguaggio non verbale forniscono importantissimi strumenti per comprendere le persone che ci sono intorno: l’importante è non pensare che le cose stiano SEMPRE così come le abbiamo apprese, con le tante semplificazioni e banalizzazioni che la divulgazione di opere scientifiche spesso comporta.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

ESCE CON LUI MA AMA ME

Volevo avere qualche consiglio da Lei per recuperare un rapporto di coppia,ormai da circa 20gg. quasi chiuso da parte di Lei. Lei appunto che è stata innamorata persa di me x 2 anni,ha lottato x avermi contro tutti e tutto(genitori,amici,ecc)..in quanto io più grande di Lei di 10 anni e fidanzato già con un altra ragazza (l’ha saputo fin dall’inizio)…Io che più volte ho cercato di chiudere il rapporto ma dopo le reazioni di Lei(pianti,minacce di farla finita,pedinamenti vari sotto casa) non ci sono mai riuscito,forse dopo 2 anni nel momento che avevo deciso di avvicinarmi più a Lei,e forse ormai già ne ero innamorato, ma dato la mia situazione,non riuscivo ad accettarlo e lo negavo anche a me stesso,quindi proprio nel momento che io mi avvicinavo a Lei,e Le comunico che sono pronto ad affrontare tutto e tutti….lei mi dice che stà con un altro!! Poi mentre è con questo”Lui” mi dice di stare tranquillo,che è un uscita così,tanto per, e che ancora mi ama che farebbe tutto x me…..che farebbe anche subito un figlio. Poi una sera passando sotto casa sua trovo Lei e questo”Lui” ….io ero in auto poi Lei mi nota e vedo che lo dice anche a “Lui”…aspetto qualche minuto e Lei scende dall’auto di Lui ed entra nel portone di casa…così deluso me ne vado…..dopo circa una mezzora ricevo un suo SMS che dice: …Sparisci x sempre dalla mia vita!..da quel momento io ho continuato invano a chiamarla,sono andato sotto casa sua lei non mi ha voluto parlare però io Le avevo scritto della lettere che Le consegnai,le ho mandato delle rose dove lavora….che altro posso fare?…non riesco a rassegnarmi perchè fino a qualche ora prima dell’sms mi aveva detto tutte quelle cose carine e mi disse anche……che quando stava con Lui pensava a me!..-.-che è successo?…..potrebbe essere stata fatale questa volta una forzatura della mamma,visto che mi aveva detto che questa persona l’ha conosciuta tramite suo Zio?….i genitori ovviamente non mi possono vedere,ma Lei ha sempre lottato ,possibile che ora che io sono pronto Lei si innamora di
un’altro?….adesso sembra che Lei ha come una maschera poichè ha cambiato totalmente atteggiamento nei miei confronti!!come è possibile,,,,La prego mi aiuti altrimenti divento pazzo….ma una ragazza di 22 anni può essere innamorata e poi un’ora dopo non esserlo più_?
Devo sottolineare anche che tutte queste dimostranze in precedenza non le avevo mai fatte.Grazie anticipatamente dell’aiuto!
Gianni

Caro Gianni,

Premesso che la sua storia, per quanto ricca di particolari, non è abbastanza chiara per poterle dare un consiglio con cognizione di causa, a me sembra che la vicenda poco abbia a che fare con l’amore, da parte di entrambi. Infatti, se lei fosse stato davvero innamorato, probabilmente sarebbe riuscito a lasciare la sua ex con maggiore convincimento ed in minore tempo. D’altra parte, anche questa ragazza potrebbe essere stata effettivamente invaghita di lei, ma due anni sono lunghi da passare e probabilmente, in questo periodo ha avuto modo di riflettere ed anche… Di uscire con altre persone. Non possiamo sapere cosa possa essere successo nella sua testa: sta di fatto che al momento attuale la ragazza non è sicuramente più interessata a lei e lei farebbe bene a non pensarla più. Del resto, la ragazza era anche molto giovane e questa differenza d’età può essere a volte un ostacolo per un rapporto che vuole durare nel tempo. Forse è stata la sua fortuna che sia andata così : si guardi intorno fra le sue coetanee e vedrà che sarà più facile comunicare e comprendersi.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

FARSI DEL MALE

Ho 17 anni e ne ho passati 5 a farmi del male.
A 12 anni ero ossessionata dal cibo,e lo sono ancora,ma va meglio di prima:ora non conto le calorie di ogni cosa che mangio,non mi ammazzo di ginnastica e soprattutto riesco a parlarne!
Dopo quel periodo ho passato due anni tra i letti dei ragazzi che conoscevo,lo facevo per ripicca verso il mio ex, perchè non mi sentivo accettata e più mi insultavano più continuavo! Ho smesso solo quando ho detto no ad un ragazzo e lui mi ha buttato per terra,togliendomi i pantaloni e la maglietta…sono riuscita ad uscire da casa sua,ma ora non mi fido più di nessun ragazzo e soprattutto per tornar a letto con un ragazzo ho aspettato quasi un anno!
Ma non poteva andar bene:la penetrazione mi fa male e alle volte non entra neppure.Sono stata da un ginecologo e dice che è tutto apposto,così mi ha consigliato di andare da uno psicologo e non lo mai fatto per pigrizia poi avrei paura di scoppiare in lacrime davanti a uno sconosciuto! Mi ero calmata con il mio autolesionismo inconscio,ma poi ho scoperto quanto mi tranquilizzasse, quanto mi facesse sentir viva tagliarmi le braccia e non ho più smesso.Ora che è estate mi massacro le gambe,la pancia con pinzette e aghi…vorrei essere solo più superficiale e leggera e avere una vita affettiva/sessuale da ragazza di 17 anni…cosa mi consiglia??
Nicole

Carissima Nicole,

Non dici una parola sulla tua famiglia e poiché hai detto che quando qualcosa ti fa particolarmente male non riesci nemmeno a parlarne, presumo che i tuoi rapporti familiari non siano stati dei migliori e che le cose non si siano ancora stabilizzate.
Per rispondere alla tua domanda, cosa ti consiglio di fare, la mia risposta è senz’altro quella di cercare un aiuto psicologico. Infatti, cara Nicole, le esperienze disastrose che hai vissuto ti hanno sicuramente insegnato molte cose della vita, ma non per questo puoi pensare di farcela da sola. L’intelligenza spesso non basta e, soprattutto, non aiuta. Infatti, un eccesso di introspezione, un’importanza eccessiva data ai propri pensieri pessimistici e depressivi può portare una persona all’autodistruzione, come succede a te. A volte imparare a dirigere il pensiero verso aspetti più marginali dell’esistenza, imparare a godere realmente delle piccole e grandi cose della vita può essere di grande aiuto nel vivere gli avvenimenti con maggiore equilibrio e forza interiore.
Sei andata a letto con tanti ragazzi, ma solo per provare dolore e umiliazioni: cosa può importarti di piangere davanti ad uno ‘sconosciuto’? Per quello ‘sconosciuto’ non sarai né la prima, né l’ultima che si comporta così, saprà cosa dirti, come consolarti, ti aiuterà ad uscire dal tunnel e poi… Per fortuna è uno ‘sconosciuto’ e quando ti sentirai meglio potrai tornartene alla tua vita, senza dover rendere conto delle tue scelte a nessuno, se non a te stessa. Non sciupare i tuoi diciassette anni !
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

TROPPO CORTEGGIATA

gentile dottoressa volevo dirle che la mia ragazza viene sempre corteggiata, ci provano sempre lei è molto solare piace fare amicizia ma nn mi ha mai tradito mi dice sempre tutto. io dopo l’ennesima volta che ho sentito che un ragazzo ci ha provato sono andato incadescenza gli ho detto che nn doveva dare confidenza perchè gli uomini iniziano per l’amicizia per poi provarci….ma nn è che si risolve cosi difatti lei si è scocciata di me sono pesante ha detto e nn mi ha perdonato ..cosa devo fare io la amo da morire nn voglio perderla
Gigi.

Caro Gigi,
Se la sua ragazza è molto solare, le piace fare amicizia ed essere corteggiata, come può pensare di poterle cambiare il carattere? Credo che una persona così potrebbe costringersi a subire delle continue auto-censure solo per motivi assolutamente inevitabili. Se lei l’ama da morire e non vuole perderla, cerchi piuttosto di cambiare carattere lei: sia meno geloso e pensi positivo: non è mica sempre vero il proverbio che dice che a pensare male ci si azzecca sempre !
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

UN PO’ DI PACE

Ho visto sul sito un’intervista all’Avv. Bernardini de Pace, della quale ho letto il libro Separiamoci Insieme, vorrei avere qualche consiglio in merito al percorso che devo intraprendere per dare un pò di pace alla mia vita: ho sposato un uomo che si è rivelato insensibile alle questioni familiari, dispotico e per nulla comunicativo all’interno della casa (non così all’esterno dove ha una vita sociale e politica molto attiva).
Siamo sposati da 16 anni abbiamo due figli ed un lavoro, purtroppo, in comune (siamo due commercialisti).
Per quanto negli ultimi anni mi sono creata, per uscire da una profonda depressione diagnosticata e curata da specialisti, un’attività parallela continuo ad essere terribilmente bulimica e sempre malinconica perchè vorrei che le cose cambiassero, che mostrasse un pò più di rispetto per me, che anche soltanto mi parlasse di tanto in tanto o mi telefonasse (così come fa coni suoi amici) che pensasse a me ed ai ragazzi come una parte della sua vita e non, come sembrerebbe, un peso, un fastidioso contrattempo (non vuole mai portarmi fuori ma è sempre disponibile ad uscire con colleghi o camerati, non partecipa alle cene con miei amici nè si lamenterebbe se io non partecipassi alle sue cui mi degna di estendere l’invito, forse perchè tutti sono in famiglia, e non vuole essere infastidito da qualunque problema di vita quotidiana io gli ponga sempre pronto a decidere lui per tutti, se la cosa lo tange ovviamente, senza ascoltare ragioni di sorta e mortificando soprattutto il figlio maggiore (15 anni) che manifesta un forte disagio andando male a scuola, mentendo senza necessità e chiudendosi sempre più spesso in se stesso.
Vi chiederete cosa ci stia a fare ancora in questa melma! Non so dare risposta, forse paura di affrontare la piccola comunità in cui vivo, le questioni economiche in comune (due studi, il mutuo, crediti non riscossi da clienti di entità elevata), il tenore di vita alto che ho sempre condotto, la paura di essere considerata una guasta famiglie senza reali motivazioni, la paura di non essere capita dai miei figli e di procurargli un dolore profondo e permanente e, quindi, di arredare danno alla loro personalità in via di formazione.
L’unica conseguenza è che continuo a girare tra diversi analisti, ahimè, senza grandi conquiste, a danneggiare il mio fisico senza tregua ed a vivere la mia vita a metà senza vedere, anche in prospettiva lontana, una qualche soluzione di continuità.
Mi chiedo di aiutarmi a capire quali passi io possa e debba fare.
Corinne

Cara Corinne,

Forse si tratterà di banali errori di battitura, ma uno psicologo non può non notare anzitutto questi due vistosissimi lapsus in cui è incorsa: il primo, ‘arredare’ anziché ‘arrecare’. Mentre parlava dei problemi dei suoi figli e dopo aver specificato il tenore di vita nel quale vive, le è probabilmente venuto in mente che anche arredare un’altra casa, ricominciare tutto da capo, non deve essere cosa semplice… Il secondo, forse ancor più significativo, è quel ‘mi chiedo di aiutarmi’: lei sta facendo turismo psicologico da uno studio all’altro, ma a mio avviso è ancora talmente difesa che nessuna psicoterapia può avere effetto su di lei. Se si rivolge ad un collega, deve sceglierlo molto bene e poi fidarsi, lasciarsi andare, lasciarsi curare. A me sembra invece che la situazione in cui vive sia abbastanza triste per lei ma, anche per eccesso di realismo e concretezza, dovuti forse ad una deformazione professionale, lei è altrettanto convinta nell’intimo che la situazione sociale ed economica in cui vive va conservata, per vari motivi, con le unghie e con i denti. Meglio dunque ingoiare rospi ed imbavagliare quella disperata ricerca di aiuto e di affetto che la sua bulimia, per il momento, copre.
Spero di averle offerto qualche spunto di riflessione.
La lascio facendole i migliori auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

STORIA TRAVAGLIATA

Da circa 7 anni sto con un ragazzo ed è sempre stata una storia molto travagliata ma altrettanto si tratta un legame molto solido e forte. Da qualche mese conviviamo, ma da un pò di tempo le cose non vanno bene. Il tutto è venuto da lui, sempre irascibile e poco propenso al dialogo; lui fondamentalmente non ha mai preso seriamente la convivenza. Poco tempo fa si è arrivati ad una rottura e da parte sua una non più convinzione del proseguimento della storia.
Dopo una breve pausa di riflessione in cui io mi sono allontanata da casa, ci siamo ricongiunti, con la promessa di arrivare presto ad una conclusione, parlando e stando insieme e sembrava che la cosa andasse bene e funzionasse sotto tutti gli aspetti. Abbiamo riscoperto amore e passione reciproco.
Fino a quando l’altro giorno lui mi ha confidato di avermi tradito sessualmente con un’altra, una scappatella, durante i giorni del mio ritorno a casa.
La cosa al momento mi ha sconvolta più che altro per il momento meno opportuno in cui accadeva.
Lui è pentito, si sente imbarazzato e sporco e non fa altro che chiedere scusa; non è mai successa una cosa del genere in passato.
Ora non so più cosa pensare o fare, sto impazzendo e la cosa mi sta iniziando a schifare più passa il tempo.
Cosa mi consiglia?
Serena ’80

Cara Serena,

La capisco: è una brutta esperienza. Però, come vede, questo tradimento negli effetti pratici ha portato del bene nel vostro ménage, permettendovi di ritrovare amore e passione. Forse il suo ragazzo, tradendola, si è accorto del suo valore e si è riavvicinato con maggiore buona volontà a lei, cercando di rimettere insieme i cocci del vostro rapporto. In un rapporto di lunga durata queste ‘crisi’, dovute ai tradimenti come ad altre forme di incomprensione, sono cicliche: non creda alla favola del Principe Azzurro e al ‘vissero felici e contenti’… Quello che forse il suo ragazzo poteva fare, era tenersi il suo segreto ed assumersi le sue responsabilità, per ciò che aveva fatto, invece di venire da lei a piangere ed a scusarsi, per farsi perdonare. In ogni caso, se lei pensa che questa persona sia una persona valida, con la quale instaurare un rapporto serio e duraturo, si goda questo bel momento d’amore, guardi al futuro e pensi positivo; se lui, già ora, le sembra un uomo di scarso valore, incapace di amare davvero, un uomo che altre prenderebbero solo ‘a saldi’… Non ci pensi su due volte: il mondo è una vetrina di buone occasioni.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Consulenza online – Archivio storico di Psicolinea

About

Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario
Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario
Antoine de Saint-Exupery: una biografia
Antoine de Saint-Exupery: una biografia

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 1 Gen 2012
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
Dentro e Fuori di te

Consulenza online Dentro e Fuori di Te 11

Lettere a Dr. Giuliana Proietti

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta sessuologa

DENTRO E FUORI DI TE
Archivio Storico 2001-2011  
Pagina n. 11

NATA NELL’EPOCA SBAGLIATA

Salve sono una ragazza di 26 anni e ho assolutamente bisogno di parlare con un esperto per chiedere il perchè di alcuni mei comportamenti.ho molti valori morali che mi impediscono di vivere la vita al meglio, e più vado avanti più mi chiudo in me stessa sotto il profilo sessuale.ho avuto solo una storia importante finita due anni fà e ho avuto rapporti sessuali solo con lui.premettendo che non ho più alcun interesse per questa persona ho provato ad uscire con altri ragazzi e qualcuno mi piaceva anche molto ma non riesco a vedere il sesso distaccato dall’amore possibilmente eterno non posso pensare di andare con una persona senza avere delle certezze su un futuro perchè questa idea mi fa stare male ho paura di soffrire perchè attribuisco all’atto sessuale un coronamento dell’amore!! inoltre mi preoccupo molto di ciò che pensano gli altri per questo nella vita tendo sempre a comportarmi in modo corretto mettendo spesso da parte le mie esigenze per andare incontro a quelle degli altri.ho troppa paura di vivermi la vita sessuale senza certezze, sò che vivrei di sensi di colpa e di dolore anche dato dal fatto che nella società di oggi
questa chiusura mentale non è accettata e per questo automaticamente mi ritrovo sola.
Sò di essere una ragazza piacente ma il mio modo di essere non piace molto ai ragazzi di oggi con una mentalità sessuale molto aperta, ma la cosa più importante è che io non sono felice di essere cosi’ perchè mi dico sempre che purtroppo sono nata nell’epoca sbagliata e che per poter vivere e farmi un futuro dovrei adeguarmi un pò di più ai tempi, farmi meno problemi ed essere più serena…ma non ci riesco proprio ci ho provato sono 2 anni che ci provo ma sono fatta cosi’ e non penso che una persona a 26 anni possa cambiare i propri principi.
Sono molto confusa e disagiata per questo mio problema e vorrei sapere il parere di un esperto.
vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
Annalisa.

Carissima Annalisa,

Non devi dolerti di essere nata nell’epoca sbagliata: ognuno di noi è unico e irripetibile e dunque è possibile che si senta diverso dagli altri.
Ma ‘diverso’ non è SEMPRE l’equivalente di ‘sbagliato’, sai?
La materialità dei rapporti che condiziona la nostra epoca, il fast-food del sesso, inteso come consumazione con ‘vuoti a perdere’ non è poi questa gran cosa: dunque, piuttosto che cercare a tutti i costi l’omologazione con gli altri, ti consiglio di valorizzare le tue qualità e le tue potenzialità: non credere di essere l’unica su questa terra a pensarla così. Sono sicura anzi che i nostri lettori mi aiuteranno a farti capire che sei ‘giusta’ anche tu, così come sei e che non ti devi disprezzare solamente perché senti di avere dei valori e fra questi ci metti l’amore.
C’è una cosa che potresti fare tuttavia, per stare meglio in mezzo agli altri ed è imparare a vivere questa tua ‘diversità’ con maggiore leggerezza: insomma, un po’ di auto-ironia ti aiuterebbe a non farne un dramma. E’ solo, come dice la canzone, ‘questione di feeling’…
Ciao, coraggio!
Dr.ssa Giuliana Proietti Ancona

SONO GAY

Mi chiamo Donnie ho 20 anni e sono gay e single da quasi 2 anni. da quando la mia ultima storia è finita non sono più riuscito a vedere niente di buono in nessun uomo o almeno in nessun omosessuale. Sono sempre stato dichiarato ed uno dei problemi maggiori della mia ultima storia è stato proprio questo perchè l’altro era completamente il mio opposto, ho avuto sempre problemi a rapportarmi con gli altri gay,non mi piacciono gli ambienti,non riesco ad avere amici gay, tutte le volte o uno piace all’altro o comunque si tende alla falsità. Ho molti amici eterosessuali che sanno di me tranquillamente e amiche veramente care ma amici gay no. In tutto questo sorge il problema che non riesco a conoscere una persona e quando succede mi delude subito, sono
diventato insofferente e mi stanco subito. Naturalmente non è che illudo l’altro, non ci vado a letto, dall’ultimo rapporto con il mio ex non ne ho + avuti. Ho impiegato le mie energie e il mio tempo sul lavoro/studio e per carità mi sento soddisfatto, ma ho pur sempre 20 anni non posso avere questo blocco così irremovibile? spero in un suo consiglio Donnie

Carissimo Donnie,

Non vorrei sembrarti troppo banale, ma la prima domanda che mi pongo, dopo aver letto la tua lettera è la seguente: ma sei sicuro di essere gay? Del resto, in età adolescenziale, è abbastanza frequente che possano venire dei dubbi sulla propria identità di genere, o magari si è spinti in una direzione, o nell’altra grazie all’incontro ‘fatale’ con una persona che aveva particolare carisma, o sex appeal. Ti consiglierei di rivolgerti aduno psicologo, che ti aiuti a capirti meglio nel profondo. Potresti ad esempio scoprire di non essere gay, ma eterosessuale con fantasie erotiche di tipo ‘omo’ e tanto altro ancora.
Ti saluto e ti faccio tanti auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

PORNOGRAFIA

Ho 24 anni e da 4 sto con un uomo molto piu grande di me. La nostra relazione potrebbe essere buona se io non tormentassi me e lui con alcune idee ossessive che negli ultimi anni non mi danno pace nè giorno nè notte. Il mio pensiero fisso è la pornografia. Non so perchè sia terrorizzata dal fatto che lui possa avvicinarsi a questo tipo di materiale, in realtà solo l’idea che possa ammirare un nudo di donna mi fa tremare e stare male. Così ho incominciato a controllare ogni sua azione, le sue mail, il tempo che trascorre al pc chiedendogli in continuazione cosa vede. Non credo a quello che mi dice, sono ormai convinta che mi menta su tutto per non subire i miei rimproveri. La mia gelosia,soprattutto quella virtuale,e la convinzione della sua disonestà mi stanno rovinando la
vita. Sento come se ci fosse un mostro in me che vien fuori in certi momenti,accusando e gridando,per scoprire qualcosa che neanche io so, Non riesco a controllarmi ma dopo mi sento in colpa verso di lui ed è peggio.Tra l’altro la situazione è peggiorata dalle sue condizioni di salute non ottimali, e sono consapevole che simIli stress lo uccidono. Non so piu che fare,mi ero rivolta anche ad uno specialista ma economicamente non posso sostenere la spesa. Sentirmi dire dopo ogni mia crisi che lo voglio morto peggiora la cosa, mi sento la sua vittima ed insieme il suo carnefice, La cosa mi mortifica e provoca in me un senso di rancore verso lui e odio verso me stessa. Continuamente gli ripeto che è un malato sessuale…ma lo dico anche per una normale ed inevitabile battuta tra colleghi di ufficio!In intimità è molto dolce,ma ormai io mi chiudo a guscio. Non voglio uccidere questa relazione,ma soprattutto non voglio più provare questo senso di angoscia profonda. Mi ha tolto ogni gioia di vivere.Grazie per l’eventuale risposta.
Sara

Cara Sara,

A mio avviso stai vivendo un periodo di forte ansia, ma probabilmente per motivi diversi da quelli che hai qui esposto. Infatti, da come appare la tua situazione, tu non sembri più interessata ad avere rapporti sessuali con quest’uomo, di questo ti senti in colpa e dunque temi che lui ti possa tradire, anche se in modo virtuale. La conferma della consultazione da parte sua di materiale erotico verrebbe dunque a rinforzare i tuoi sensi di colpa. Quando poi, data la situazione di stress, fai le tue scenate, per esprimere la tua rabbia, lui sta male, ti dice che lo fai morire ed i tuoi sensi di colpa nei suoi confronti dilagano, non riesci più a contenerli. A mio parere dovresti chiederti con sincerità: mi interessa ancora avere relazioni sessuali con quest’uomo? E da lì ragionare per capire, nella vostra relazione, dove finisce la tua libertà e dove comincia la sua.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

APPETITO SESSUALE

Ho 29 anni e sto con un mio coetaneo da un anno, conviviamo da quattro mesi ed io sono molto innamorata di lui, da qualche tempo l’appetito sessuale si è un pò attenuato, io non lo cerco per fare l’amore e quando lo fa lui mi da fastidio, a volte lo facciamo anche se non tutti i giorni, come lui vorrebbe, e lì non mi dispiace, però avverto che c’è qualcosa di non naturale… premetto che fisicamente non mi ha mai eccitato più del dovuto, in lui è la personalità ad attirarmi e a farmi sentire sicura e protetta…la mia storia precedente ha lasciato un segno negativo, stavo con una persona più immatura ed instabile, era una storia molto forte dal punto di vista sessuale,
conclusasi molto male, dopo un aborto…spero mi possa consigliare…
Lety

Cara Lety,

Il fatto è che tu hai scelto questa persona come marito e non come tuo protettore. Bisognerebbe, nello scegliersi un compagno per la vita, cercare di soddisfare entrambe le necessità, anche se mi rendo conto che non è una cosa facile. Per guardare le cose con maggiore ottimismo tuttavia, vorrei aggiungere che più o meno tutte le coppie, dopo un certo periodo di tempo che stanno insieme, arrivano a questo calo del desiderio, anche se fra loro la passione sessuale era stata intensa. Che fare, dunque? Il consiglio è quello di impegnare la mente su tutto quello che riguarda il sesso per almeno un’ora al giorno: prova a curare di più il tuo aspetto, gioca con l’arte della seduzione, leggi qualche libro o guarda qualche film un po’ erotico e così via. Agli uomini certi pensieri vengono più naturali, le donne invece devono aiutarsi un po’…
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

UNIVERSITA’

sno iscritto al primo anno di università e come tutte le matricole mi trovo in quella prima fase dove, finito l’entusiasmo iniziale, mi trovo a fronteggiare la realtà universitaria : Organizzarsi da soli lo studio, senza direttive precise come accadeva alle scuole superiori. Putroppo però questo non è l’unico problema che mi affligge, è da un mesetto a questa parte che non riesco a trovare la giusta carica/fiducia per andare avanti. Mi sento completamente sfiduciato, leggo e capisco, ma non riesco a memorizzare e concentrarmi e questo mi causa enorme stress benchè studio materie che mi piacciono.
Mi chiedo se la causa di tutto ciò è dovuta alla mia difficile situazione familiare, che mi genera uno stress quasi continuo, o è semplicemente un fatto personale.
Che tecniche posso adottare per superarlo? sto cercando di studiare in gruppo ma sento che il problema è proprio mio, non riesco a rilassarmi…
Inoltre volevo chiedere, questa continua situazione di stress familiare, in che modo può incidere su me? Io cerco di stare il meno possibile a casa, di estraniarmi, ma di certo non si è mai estranei al 100%…
In particolare nella mia situazione mia madre e mio fratello soffrono di problemi psichici che li portano a squilibri dell’umore, si scontrano, litigano spesso, in questo modo la casa si trasforma da un piacere ad un’inferno di tensioni . La cosa va avanti da molto, circa 5-6 anni, come mi
converrebbe comportarmi?
Spero possiate aiutarmi visto che non è facile trovare qualcuno che possa capire queste situazioni
Saluti, Raffaele

Caro Raffaele,
Certamente una situazione familiare di questo tipo non è il massimo per aiutare la concentrazione nello studio. Tuttavia a volte sono proprio i nostri lati deboli, le nostre carenze, percepite o reali, che ci inducono ad un comportamento motivato: lei deve al più presto rendersi autonomo da questa famiglia e dunque guardi allo studio come se fosse il suo talismano della felicità. Infatti, concentrandosi al massimo, cercando di finire gli esami al più presto, lei potrà finalmente andarsene di casa e trovare un po’ di serenità. Cerchi di darsi degli obiettivi intermedi. Ogni 100 pagine di studio si conceda un piccolo premio di incoraggiamento, ad ogni esame superato un premio più grande. E poi si sbrighi, coraggio, è ora di cercare la propria strada!
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

MANCANZA DI SESSO

ho una relazione stabile, seria, matura e sentimentalmente appagante da un anno e mezzo circa con un uomo di quasi 10 anni più grande di me.ci vogliamo molto bene e da qualche mese abbiamo anche deciso di convivere. ma abbiamo un problema: la mancanza di sesso. sin da quando ci siamo conosciuti c’è stato un forte impatto fisico ma nel letto non siamo mai riusciti ad avere un vero rapporto, un amplesso vero. ci eccitiamo, lui mi penetra ma dopo pochissimi minuti l’erezione svanisce e l’orgasmo viene raggiunto solo con la masturbazione. ci siamo rivolti ad una sessuologa con un effetto drammatico: in modo squisitamente accademico ci ha prescritto degli esercizi sessuali (carezze a lume di candela), nei quali, francamente, non abbiamo creduto e pertanto ha pensato bene di convincerci che il nostro vero problema era di tipo relazionale, che la nostra impossibilità di stabilire un’intimità amorosa derivava dagli inconsci conflitti caratteriali che governavano il nostro rapporto. Conclusione: siamo ancora insieme e siamo ancora più convinti delle nostre affinità elettive. il problema sessuale però rimane, così come rimane la forte attrazione fisica ed il desiderio enorme di fare l’amore. dopo gli ultimi tentativi (l’ultimo proprio ieri sera) lui mi ha detto che non c’è niente da fare, che fare l’amore con me è complicato, che non viene naturale e che siamo incompatibili addirittura sotto il profilo anatomico. io, d’altro canto, sono determinata a risolvere l’empasse perchè non credo che l’incompatibilità, per quanto condizionante, possa impedire la penetrazione. Ho bisogno di sapere in che modo agire, se rivolgermi nuovamente ad un sessuologo (stavolta di sesso maschile) possa avere un qualche esito, se c’è un modo per uscire da questa oscura camera psicologica che non ci permette di lasciarci andare quando siamo l’uno nelle braccia dell’altro. aiuto.
Daria

Cara Daria,

Leggendo la sua lettera mi sono venute tante risposte da darle, ognuna diversa dall’altra. Cominciamo dalla prima: se si va da un sessuologo, bisogna fidarsi di ciò che fa e dice, altrimenti è meglio non andare. Infatti, un sessuologo non è un astrologo o un cartomante che vi guarda negli occhi e poi vi dice quello che avete e quale sarà il vostro futuro. Occorre provare, sperimentare, vedere ciò che funziona e ciò che non funziona. Inoltre, non sempre ciò che il sessuologo dice è quello che effettivamente pensa: vi sono delle terapie che richiedono determinate prescrizioni per far ‘sbloccare’ le persone, per motivarle ad agire in un certo modo, anche se non lo sanno e non lo capiscono, perché non hanno una formazione teorica specialistica. Dunque: scegliere bene e poi fidarsi e continuare. Secondo: la sessualità appagante non è nella penetrazione, ma nel piacere, comunque raggiunto. Raggiungete l’orgasmo, vi sentite complici l’uno dell’altro mentre vi accarezzate? Già questo dovrebbe farvi sentire ‘normali’. Non fate della penetrazione il vostro incubo, anzi, per un po’ non tentatela più ed invece provate a cercare nuovi stimoli erogeni in altre parti del corpo. Uscite dal luogo comune che il piacere lo si raggiunge sempre insieme e sempre nella penetrazione: leggete dei libri sull’argomento, ad esempio la Kaplan, e scoprirete che l’uomo e la donna hanno un identico organo sessuale (altro che ‘incompatibilità!): il cervello.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

DOVE ABITO IO

Ho 37 anni, lei 32, da tre mesi stiamo insieme, siamo molto innamorati, per meglio spiegare la nostra situazione preciso che ci siamo conosciuti nell’ambiente di lavoro (io consulente presso l’azienda dove lei lavora): premetto che attualmente io vivo a casa dei miei e lei a casa dei suoi, il prossimo anno è probabile che l’azienda si sposterà dall’attuale sede che si trova a metà strada da dove abito io e da dove abita lei alla città dove abito io, naturalmente io ero convinto che in proiezione lei si sarebbe trasferita
per poter andare a vivere insieme nella mia città, qui sorge il problema: lei non vuole spostarsi dalla piccola cittadina dove vivono i suoi genitori, a cui lei è molto attaccata (tra l’altro da poco sua madre è stata sottoposta a intervento chirurgico al seno per tumore benigno), quindi non se la sente di trasferirsi, dall’altra io sono figlio unico (come lei),ma con i genitori più anziani (77 e 74), per i quali trovarsi il figlio a 80 km di distanza sarebbe difficile da accettare, visto che hanno solo me.Ora la mia fidanzata mi chiede di trovare una soluzione e io non so cosa fare; volevo farle capire che se venisse a vivere nella grande città sia io che lei non avremmo problemi di pendolarismo (specialmente per me, visto che lei vuole trovarsi lavoro nei dintorni dei Suoi) e in proiezione nemmeno per i nostri figli (un giorno che volessero andare all’università), senza contare maggiori chances per la professione;le ho chiesto se i suoi erano disposti a trasferirsi, visto che sono più “giovani”(sessantenni), ma loro non ne vogliono sapere.
Cosa posso fare?
In attesa di una sua risposta la ringrazio per l’attenzione e rinnovo gli auguri per un felice anno nuovo
Luca

Gentile Luca,
A mio parere i motivi che lei esprime per giustificare il trasferimento della sua ragazza e addirittura della famiglia di lei nella sua città non sono i motivi reali che la spingono a voler realizzare questo piano. Ad esempio lei pensa già all’università che faranno i vostri figli (i quali fra venti anni magari andranno a studiare in America, o forse in Cina, e non si chiede a chi potreste affidare il vostro piccolo bebé quando, pochi mesi dopo la nascita, vi troverete entrambi a lavorare tutto il giorno. Inoltre, se siete figli unici entrambi, non vi è, fra voi, uno che ha più diritto ed uno che ne ha meno diritto a stare vicino ai genitori, a prescindere dalla età che questi hanno. Infatti anche i genitori della sua ragazza a breve saranno anziani come i suoi oggi – e non credo sia nelle vostre intenzioni vivere prima in una città, per assistere i propri genitori anziani, per poi spostarsi nell’altra ed assistere i suoceri…Giusto?).
Se le cose stanno così, si tratta piuttosto di affrontare il primo, vero, grande problema che riguarda la vostra vita di coppia: in genere, per risolvere questi conflitti bisogna prima di tutto ascoltare le ragioni dell’altro, cercare di comprenderle, mettendosi empaticamente nei suoi panni; dopo di che occorre anche cercare di capire quali sono i propri veri desideri ed aspirazioni e trovare un compromesso. Il vostro primo, importante, compromesso.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

UN AMORE INATTESO

Carissima dottoressa, sono una ragazza di 35 anni sposata, abito a Firenze, e ho una bimba di 7 anni. Da un paio di mesi non riesco a capire cosa mi succeda: mi sto innamorando sempre di più di un amico che conosco da anni e x il quale non avevo mai provato attrazione ma solo sentimenti di pura amicizia essendo anche sposato con una mia amica. In questo momento sia il suo matrimonio che il mio sono un pò in crisi, per quanto riguarda me non provo più molta attrazione x mio marito anche se gli voglio molto bene. Da un pò di tempo vedo anche questo amico cambiato verso di me, quando ci incontriamo e parliamo lo vedo spesso emozionato, spesso mi osserva quando io non lo vedo ecc… Ci parliamo poco quando stiamo fra amici, ma molto via mail. So che non posso continuare a pensare a lui, ma non ci riesco, mi piacerebbe capire se anche lui prova per me le stesse cose, come posso fare? Lui spesso mi scrive di sè ci confidiamo, lo sento vicino, anche se sembra non volersi spingere oltre mentre invece io vorrei….Che mi sta succedendo?? Come fare??? Grazie
Lina

Cara Lina,
La prego, non si metta nei guai. Ciò che le sta accadendo è l’innamoramento per una persona sbagliata, perché il suo è più un bisogno d’amore in senso lato, che non un bisogno d’amare quest’uomo. Quando si vive un rapporto di coppia duraturo, questi alti e bassi possono capitare, così come le momentanee attrazioni verso altre persone.
Dunque, non le sta capitando assolutamente nulla di speciale, solo una piccola crisi con suo marito che servirà a farle capire come cercare di cambiare le cose tra di voi, per far tornare la passione e l’interesse reciproco. Cominciando questa relazione con il marito della sua amica, che conosce e frequenta anche suo marito (e con lei che conoscerà sicuramente la moglie di lui), vi mettereste in una situazione difficile e controproducente per entrambi. Non è infatti escluso che, quando la bolla di sapone creata dalla reciproca attrazione scoppierà, vi ritroverete entrambi con le famiglie distrutte e vi chiederete se davvero ne valeva la pena… Cerchi di guardare oltre, molto oltre, la porta di casa e soprattutto, faccia lei per prima a suo marito ciò che vorrebbe lui facesse a lei (un regalo? una poesia? Una sorpresa? Un rapporto sessuale più ‘pepato’?)
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

SONO STATA LASCIATA

Le scrivo per questo motivo:sono stata lasciata da un paio di settimane dal mio ragazzo dopo 2 anni di cui 7 mesi di convivenza.Lui dice di provare odio nei miei confronti e nulla’ltro da quando circa piu’ di un mese fa ho deciso di interrompere una gravidanza;Pur avendo manifestato sin dall’inizio il suo dissenso ,col passare dei gg sembrava aver accettato la mia triste e sofferta decisione standomi accanto sino alla fine.Una settiamana dopo l”intervento scoppio’:confessandomi che i suoi sentimenti erano cambiati l’amore che provava per me si era trasformato in odio , che gli avevo rovinato la vita , che non si sentiva piu’ la stessa persona e da quel giorno in poi manifesto’comportamenti sempre piu’ strani: evitandomi in ogni senso e cercando di starmi il piu’ lontano possibile, alternando momenti di nervosismo e rabbia ad eccessiva euforia; sino a quando decise di lasciare me e la casa.Oltre l’eccessiva pressione da parte della sua famiglia, che non ha , da quanto da lui riferito ,accettato positivamente la mia decisione , puo’ aver influito il fatto che un anno fa circa si è sottoposto ad un intervento al varicocele per problemi dovuti anche a eventuale infertilità? Puo’ questa mia decisione aver scombussolato il suo equilibrio psichico?….c’e’ una lieve speranza che possa ritornare in se’? Io sono quindi annientata dai sensi di colpa ,e delusa dal suo incomprensibile comportamento.
grazie
marana

Cara Marana,
In questa storia si sente suonare solo una campana: la sua. Infatti, vi sono tanti altri particolari importanti che lei non menziona e che invece, a mio parere, potrebbero essere importanti per capire meglio cosa sia realmente accaduto. Anzitutto non è chiaro se questa gravidanza sia stata voluta o sia capitata ‘per errore’, non è chiaro se lei aveva motivi seri per interromperla (lavoro, studio, malattie, insicurezza economica ecc.), o se sia stato per qualche motivo più superficiale, facilmente superabile. Bisognerebbe anche capire che tipo di persona è lui, quanto è legato alla famiglia, alla tradizione, alla religione…
Fatte queste necessarie premesse, è certamente possibile che lui (e la sua famiglia) siano molto in ansia per quanto riguarda la procreazione, a causa di questo varicocele del suo ex ragazzo e che, lui ed i suoi, non le abbiano perdonato di aver fatto svanire in un momento quel desiderio di paternità, che toglieva loro ansia e paura e li riconfermava nella sua/loro autostima e ‘normalità’.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

UN PERIODO DIFFICILE

io e mia moglie stiamo vivendo il periodo più difficile della nostra vita di coppia e non so come ne usciremo. Conviviamo da 14 anni e siamo sposati da 9; abbiamo 2 figli di 8 e 6 anni. Fino a circa 5 anni fa le cose tra noi andavano bene, ma poi, piano piano, inizialmente senza che io me ne rendessi conto e affrontassi i problemi per tempo, la crisi è diventata sempre più profonda e ora incombe il rischio della separazione. Dall’analisi che sto facendo ora dei fatti accaduti e del nostro rapporto di coppia mi sento di affermare che, da parte mia, c’è stata l’incapacità di coltivare il nostro rapporto sentimentale in relazione ai nuovi eventi della vita: nascita del primo e poi del secondo figlio, con relativa assunzione di nuove responsabilità genitoriali; il peso (vero o presunto) di nuove responsabilità di carattere economico/professionale (mia moglie lasciò un lavoro dipendente per mettersi in proprio in concomitanza con questi importanti cambiamenti) e conseguente maggiore stress sul mio lavoro (anch’io sono un libero professionista); grande impegno per la costruzione della nostra casa e successivo trasloco. Credo di essere stato inconsapevolmente schiacciato dalle responsabilità che mi ero assunto, il che mi ha portato a essere distante dalla famiglia, immerso nelle preoccupazioni, a sentirmi non compreso e apprezzato per quello che stavo facendo. Allo stesso tempo, mia moglie si sentiva abbandonata da me, non sentiva la mia presenza in ambito familiare, mi vedeva chiuso in me stesso. Lei ha cercato di parlarmi di queste cose, di dialogare, ma io mi sono chiuso, non sono riuscito ad ascoltarla, a liberarmi dal peso eccessivo e in parte ingiustificato delle mie responsabilità (quando lei mi parlava io mi sentivo attaccato e colpevolizzato). La nostra distanza andava aumentando e la nostra vita sessuale ne risentì molto negativamente, il che probabilmente causò in me ulteriori motivi di risentimento.
(Omissis)
Sto (stiamo) facendo le cose giuste?

Pietro

Se siete tornati a fare la terapia di coppia state sicuramente facendo la cosa giusta: del resto la vostra relazione ed i vostri sentimenti hanno subito duri attacchi a causa di tutti questi cambiamenti intervenuti (nascita dei figli, trasloco, lavoro, mancanza di tempo, distacco emotivo, sentimenti negativi covati a lungo in segreto, che vi hanno portato a diventare estranei…). Direi che, a questo punto, in cui il dialogo si è spento e la crisi incombe, non c’è assolutamente niente altro da fare che affidarvi ad un buon terapeuta che vi aiuti anzitutto a spiegarvi, poi a comprendervi e poi a ritrovare nel/nella partner ciò che vi ha unito, anziché ciò che attualmente vi divide.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

UNA GIOVANE TIMIDA

Sono una giovane e timida ragazza che non riesce ad accettarsi, a stare bene con se stessa, a non temere il giudizio degli altri, ma soprattutto il loro rifiuto. Cerco in tutti i modi di mascherare questa mia “debolezza”, ma con risultati non sempre soddisfacenti….a furia di coprire la mia timidezza, non so piu’chi sono e quale delle tante maschere che mi sono creata mi assomiglia di piu’…non so distinguere i miei pregi e i miei difetti perchè mi sono
accorta che a seconda delle situazioni sociali in cui mi trovo mi comporto in maniera diversa…mi spiego meglio. Se sto con i miei, con i quali ho un rapporto abbastanza burrascoso, do’ l’immagine della dura, di quella che ha tante ambizioni(questa cosa almeno è vera) che non ha debolezze e che sa gia cosa vuole della vita e che puo’ fare a meno di loro….se sono con gli amici invece sono simpatica, disponibile, scherzosa e a volte con le amiche anche un po’ stupidella…se sto con persone piu’ colte cerco di dare l’immagine della ragazza dinamica, intraprendente e intelligiente, e mi sento a disagio se conosco qualcuno piu’ ambizioso di me, perchè mi sento inferiore, e questo mi fa stare male con gli altri, ma soprattutto con me stessa. Ho riflettuto a lungo su queste cose e sono arrivata alla conclusione che io SONO COSI ed è bene che io mi accetti cosi…ma proprio non ci riesco. Ho tante insicurezze, che tra l’altro si ripercuotono anche in situazioni pratiche: per esempio, tra qualche giorno dovrò fare un colloquio di lavoro, e già penso “e se venissi scartata? e se loro si accorgerebbero di questa mia debolezza e non mi assumerebbero?” allora cio mette in atto in me un processo che mi porta a creare delle protesi, delle maschere…quache tempo fa lessi un libro sulla timidezza, che diceva che l’unica cosa da fare è prendersi cura della propria timidezza, accettarsi cosi come si è e basta…ma quindi mi devo rassegnare? Ma poi ho pensato che forse la via giusta da prendere è proprio questa, che se finalmente riuscissi ad accettarmi cosi come sono, con i miei limiti…
La ringrazio fin da ora per una sua eventuale risposta
Lucia

Cara Lucia,
Le cose che mi racconti sono le cose che più o meno sento tutti i giorni quando ricevo un paziente in studio: sento questi discorsi da giovani e anziani, da uomini e donne, da colti e meno colti, da persone poco considerate socialmente e da persone che, agli occhi degli altri, sono delle persone di successo, molto sicure di sé.
E allora, dirai tu? E allora, credo che sia proprio della natura umana questo sentimento di carenza, questa insoddisfazione, questo voler essere sempre migliori, perfetti, non criticabili. Purtroppo questi sono ideali difficili da realizzare: non siamo sempre al massimo della forma e non possiamo piacere a tutti. Saper indossare delle maschere non è un limite, ma un’abilità, che serve ad avere un migliore inserimento sociale e dunque un maggior successo personale. Pensa se fossi sempre ‘te stessa’: diresti a tutti ciò che pensi dentro di te… Chi ti darebbe più un lavoro? Chi ti accorderebbe la sua amicizia?
Che poi si stia meglio senza indossare maschere, con le persone che veramente si amano e si apprezzano e dalle quali ci si sente ricambiati è un altro ragionamento…Ma io questa soluzione in tasca non ce l’ho: prova a consolarti con quanto ti ho detto prima.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

UNA STORIA “SERIA”

ho un problema che vorrei esporle, in quanto non mi da pace. Ho 17 anni, da 4mesi sto con un ragazzo fantastico.. in tutti i sensi! Pur avendo avuto tanti ragazzi, lui è il primo con cui sono riuscita ad avere una storia “seria” ad affezionarmene davvero.. e a innamorarmi. Inizialmente le cose tra noi andavano alla grande… ma ora non piu. Mi considerano tutti una bella ragazza, e in parecchi si fanno avanti… a lui questo non va giu.
E’ sempre stato geloso,ma ora esagera. Mi impedisce di mettere certi vestiti, di uscire senza di lui, e via dicendo… e io non ce la faccio più! Passiamo tutte le giornate rinchiusi in camera mia, lui non vuole uscire perché anke solo se saluto un ragazzo ke incontro per strada lui sta male.. e piange!!
piange tutti i giorni.. ma non nel senso ke gli scende qualche lacrima,piange proprio.. Se gli dico non essere geloso mi dice “scusa eh se ti amo!!!” e poi piange ancora di piu..
Lui ha sofferto tanto nella sua vita, i genitori sono divorziati e a lui questo non va giu.. dice che vuole sposarmi, e questo era anche il mio sogno ma io sento che sto diventando matta..e non sn piu
sicura di volerlo! Lui fino a poco tempo fapoi, si faceva le canne.. e se ne faceva tante!da quando sta con me io ci provo a farlo smettere, lui mi dice che non se le fa quasi piu ma non so se credergli.. ieri pomeriggio abbiamo litigato (tanto x cambiare), lui ha pianto e ha un certo punto gli si è quasi paralizzata una mano, e il respiro sembrava non averlo piu..
io lo so ke sta male e non so piu come fare m aiuti per favore.

Cara Teresa,
Il tuo ragazzo avrebbe bisogno di un aiuto e questo aiuto deve arrivare dall’esterno, per cui non giocare nemmeno per scherzo a fare la sua psicologa.
Chi ama davvero vuole il bene della persona amata: mi sembra invece che lui, che forse si sente già un fallito, tragga le sue sicurezze solo dall’averti messo in gabbia.
Se puoi, parlane con i tuoi genitori; in ogni caso questo rapporto non mi sembra nato sotto una buona stella. Sei molto giovane ed il mondo è pieno di ragazzi che NON si fanno le canne, NON piangono continuamente come damine del settecento, NON fanno scenate di gelosia.
Dunque?
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

QUALCOSA LO FRENA

Le scrivo perché sto vivendo una situazione insostenibile che non riesco più a gestire. Sono ormai mesi che è nata un’amicizia bellissima con un ragazzo, tutto filava liscio fin quando non mi sono resa conto di provare attrazione nei suoi riguardi.
Mese dopo mese il rapporto tra noi si è fatto sempre più intenso, al punto da stare sempre insieme e ad arrivare ad una situazione ambigua per entrambi. Credo che da parte sua ci sia una certa attrazione, ma ho come l’impressione
che ci sia qualcosa che lo freni. Infatti di recente mi ha confermato che,probabilmente, se non teneva a me
sarebbe già successo qualcosa tra di noi,in quanto lui è sempre stato abituato ad avere rapporti poco seri e impegnativi, cosa che, a sua detta, al momento non gli va più a genio.
Il punto è che non ho il coraggio di affrontarlo come dovrei, ho paura che se non va come voglio il rapporto tra di noi degeneri sempre di più.Che idea si è fatta della situazione? Come mi devo comportare?
Mirta

Gentile Mirta,
L’idea che mi sono fatto non è, ovviamente, quella che lui si senta frenato perché ha intenzioni serie con lei e dunque, come si diceva una volta, ‘la rispetta’.
Non saprei dire cosa lo frena, ma penso piuttosto a qualche sua incertezza che gli impedisce di assumersi le responsabilità di un rapporto che potrebbe diventare troppo serio, oppure qualche sopraggiunta insicurezza in ambito sessuale.
Direi che non c’è niente di particolare da fare: state vicini e vedrà che, prima o poi, la chimica prenderà il posto della ragione.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Giuliana Proietti Ancona

STABILIRE IL GENERE

Ho una domanda da porle: è possibile definire esattamente se una persona è omosessuale, bisessuale o transessuale, oppure sono delle definizioni moltopersonali, che variano a seconda del soggetto?
Mi spiego meglio: se un bambino, da piccolo, gioca con le bambole, è attirato dai gioielli e scarpe col tacco e non riesce a socializzare molto con gli altri bambini che fanno attività nettamente più maschili, da grande sarà
automaticamente gay e/o trans oppure è una faccenda molto più complessa?
La ringrazio anticipatamente,
Elisabetta

Cara Elisabetta.
Beh, certamente è una faccenda molto più complessa. Tuttavia, se un bambino non riesce a socializzare con altri bambini della sua età, non ha giochi in comune con loro e l’unica cosa che sembra interessarlo sono gli abiti femminili, in cui gioca a rappresentarsi come una donna adulta e seducente, sicuramente ci sono delle possibilità che il ragazzo senta di avere una identità sessuale ancora poco definita e che sia alla ricerca di sé stesso/a.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Giuliana Proietti Ancona

LA SBORNIA DA INNAMORAMENTO

Salve, le scrivo per chiederle perchè, secondo lei, ad un certo punto di una relazione profonda e appagante nata 2 anni fa, una persona può iniziare a pensare di non amare più il partner. molti mi dicono che la sbornia da innamoramento passa e restano i sentimenti. ammetto che ci sono state difficoltà, dovute alla lontananza (lui studia a M., ma viviamo a V.), ma pensavo che questo nn potesse minare i sentimenti. ora che questo problema è
emerso si è sommato ad altri. Ho rivisto un mio ex di 6 anni fa (storia finita male), e ora il suo pensiero mi assilla, come se provassi ancora qualcosa che nn c’è in realtà: nn l’ho più considerato come parte della mia vita.
effettivamente nessun sentimento mi lega a lui attualmente. è solo una mia sega mentale, molto disturbante. oltre a questo si somma la paura di non amare più il mio ragazzo, anche se non darei una spiegazione plausibile alla fine del nostro rapporto, perchè io voglio stare con lui, lo sento quando siamo sull’orlo della rottura, della decisione del distacco. sono lacerata da mille domande, e anche quando mi do delle risposte positive che mi fanno stare bene, le domande si ripropongono e fanno vacillare le mie certezze. cosa mi sta succedendo secondo lei? non voglio finire la mia storia con il mio ragazzo finchè non smetterò di provare sentimenti per lui. spero mai. cordiali saluti,
conto su una risposta.

ps. ultimamente sono assalita dal panico quando guardo una bambina e penso di essere pedofila e quando guardo una ragazza e penso di essere lesbica. qual’è il problema in me??? queste ultime cose mi lasciano sconcertata.

C.

Gentile C.,

La prima cosa che mi viene in mente è che lei sia un po’ troppo ansiosa, visto che basta un pensiero disturbante a farle perdere le sue certezze. Il fatto è che la vita è un processo dinamico, nel quale anche le cose e le persone che rappresentano le nostre certezze più assolute sono, nella realtà, continuamente ‘traballanti’ e alla ricerca di sempre nuovi equilibri. L’amore intenso e assoluto è un sentimento che si prova nei primi mesi, a volte anni, dell’innamoramento, quando l’amore è nel suo ‘stato nascente’; poi si tolgono gli occhiali rosa dell’amore e si comincia a guardare alla realtà sotto un’altra luce, un’altra prospettiva. La persona amata ne esce ‘umanizzata’ e la si vede per la prima volta così come è: con i suoi tanti pregi, ma anche con i suoi difetti, o con i suoi limiti.
A quanto pare, uno dei limiti che il suo ragazzo presenta è quello di imporle, anche indirettamente, una condotta sessuale esclusiva, che lei a livello non del tutto consapevole sente come una insopportabile catena. Forse dentro di sé avrebbe voglia di sperimentare, di scoprire, di provare, ma tende a reprimere queste sue fantasie, ritenendole inaccettabili. Questa continua rimozione però fa si che esse si ripresentino a lei con rinnovata energia e frequenza. Per uscire da questo circolo vizioso la cosa da fare non è chiudere la porta in faccia alle fantasie, ma accoglierle, analizzarle, magari con l’aiuto di un terapeuta, e cercare di trovare, nella realtà, uno stile di vita che tenga conto sia del suo desiderio di legami profondi, sia della sua curiosità per la vita.
Cari saluti.
Dr.ssa Giuliana Proietti Ancona

UN BRUTTO PERIODO

Gent.ma dottoressa, sto attraversando un brutto periodo della mia vita in cui tutto mi sembra difficile da realizzare. Le dico prima di tutto che sono malata di intestino irritabile da 4 anni, conduco una vita normale, ma i problemi di salute si ripresentano nei momenti meno opportuni. In questi giorni, ad esempio sto malissimo e, guarda caso, sto perdendo un’intera sessione d’esami (sono iscritta a psicologia, più per conoscermi che per vera passione per la disciplina). Questo problema mi sta rovinando la vita. E non è tutto. Sono di una timidezza imbarazzante, soprattutto con gli uomini, tanto da scappare a gambe levate se capisco di piacere a qualcuno e ammetto che la mia autostima lascia molto a desiderare. Sono indecisa su ogni aspetto della mia vita, prima di prendere una decisione penso e ripenso per giorni. In questo momento sono disoccupata, senza una relazione ( a parte un uomo sposato conosciuto in chat,
con cui ci sentiamo solo al tel). Le chiedo un consiglio per guardare avanti senza paura e senza perdere la speranza. Grazie.
Elisa

Cara Elisa,
Ti consiglierei di imparare a non contentarti di cose che non ti soddisfano o ti soddisfano solo parzialmente. Ad esempio, se non hai una vera passione per la psicologia, ma lo fai solo per conoscerti, sarebbe meglio andare da uno psicologo e scegliere invece l’indirizzo di studi che ti piace e ti soddisfa di più. Perché poi contentarsi di un uomo sposato che senti al telefono?
Interrompi questa inutile relazione, che conviene solo a lui e cerca di trovare fra le persone che conosci realmente qualcuno che ti piaccia e che magari sia timido come te.
Se ti va, vai sul sito www.clinicadellatimidezza.it o sul relativo Blog, http://clinicadellatimidezza.blogspot.com e troverai tanti altri consigli utili.
Ciao.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

NESSUNO E’ PERFETTO

Ho 27 anni e da un paio d’anni sto con un ragazzo di 35.Prima di lui stavo con un compagno di università, una volta laureata però mi sembrava che la storia languisse, tra difficoltà mie e sue a trovare lavoro e paranoie assurde dei miei, che sono molto tradizionalisti e non lo amavano per niente (mai andata in vacanza con lui, per fare un esempio, e musi lunghi ogni volta in casa ogni volta che uscivamo). con lui però parlavo tanto ed era un ragazzo molto intelligente ed ironico. Ora, nonostante la nuova storia continuo a pensare a lui e non so come capire se è vera nostalgia o solo un’idealizzazione romantica (perchè comunque l’ho lasciato per un altro, ed eravamo arrivati ad un punto in cui io gli organizzavo vita e dovevo sempre spronarlo, ad esempio a finire l’univesità). Il nuovo ragazzo è più bello, più dinamico, più concreto, mi ama molto ma il sesso è così così e lui è molto musone. Come faccio a chiarirmi e capire casa voglio??
Lettera non firmata

Gentilissima,

Secondo me la cosa da capire è che nessuno è perfetto e che nelle cose non esistono solo il bianco e il nero, ma anche infinite sfumature di grigio. Non è che ‘si ama’ o ‘non si ama’, che uno ‘è simpatico’ o ‘non è simpatico’, che ‘si pensa molto ad una persona con la quale si ha una relazione’, ma che ‘non la si pensa più quando con lei ci si lascia’.
Posto che l’uomo della sua vita non sarà mai un essere perfetto (perché l’esperienza ci insegna che, anche se lo fosse all’inizio, dopo qualche anno, se non qualche mese, non lo sarebbe già più), cerchi di capire se i limiti che trova nel suo ragazzo superano i suoi pregi, oppure sono sopportabili e, meglio ancora, modificabili.Anche una storia di sesso appassionata può spegnersi poi nella routine e nel successivo calo di desiderio reciproco dei partners. Dunque, quello che voglio dire è che non tutto possiamo comprarlo all’esterno, già ‘confezionato’ e pronto per l’uso: abbiamo la responsabilità (ma anche gli strumenti) per migliorare molte delle nostre situazioni di vita. Questo nuovo ragazzo ha già numerosi punti di forza (la ama, è bello, è dinamico e concreto). Cose da migliorare: i suoi musi e il sesso ‘così e così’. E’ sicura di non poter far nulla per renderlo più simile a come lei lo vorrebbe? Può fare molto, per esempio, cambiando qualcosa nei suoi atteggiamenti verso di lui, in modo da influenzarlo positivamente.
Perlomeno ci provi: se poi non ci riuscisse e arrivasse alla conclusione che, sul piatto della bilancia, i difetti del suo nuovo ragazzo pesano più dei suoi pregi, dovrà trarne le sue conclusioni.
Cari saluti.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

SONO PREOCCUPATO

Buongiorno… Sono un ragazzo di 21 anni che da quasi un anno sta con la sua ragazza ed ha una vita sessuale del tutto soddisfacente, ma ultimamante una cosa mi ha turbato: proprio stanotte ho sognato di fare sessso orale con un ragazzo, cioè io di farlo a lui… è una cosa di cui dovrei preoccuparmi…??? Che cosa c’è dietro questo sogno…???
Poi una seconda domanda: la mia ragazzza giunge regolarmente all’orgasmo, ma per farlo quendo il rapposrto sta per giungere al culmine si tocca con la mano la vagina e si massaggia il clitoride… puntualizzo che lei era vergine e che è da due mesi che facciamo l’amore liberamente… questo è dato dalla poca conoscenza che lei ha ddl sesso o da me che non le do qualcosa…???
Grazie mille
Preoccupato 84

Salve, caro Preoccupato.
Direi che dovrebbe essere meno preoccupato, perché tutto va bene.
Quanto alla prima domanda, si tratta di una semplice fantasia che si è espressa nel sogno in quanto, probabilmente, nella vita vigile lei non ammetterebbe mai nemmeno una semplice curiosità per un rapporto omosessuale. L’inconscio si esprime così nel sogno, liberamente, potendo andare anche laddove in altro modo gli sarebbe impossibile. Peraltro, non necessariamente in questo caso descrive un desiderio, ma potrebbe anche esprimere il timore di non essere abbastanza virile, di non essere capace ad esempio di far godere una donna. E veniamo così alla seconda domanda.
Quello che la sua ragazza fa da sola è un ulteriore stimolo di cui ha bisogno per raggiungere l’orgasmo. Provi a chiederle se per lei va bene così, o se preferirebbe che fosse lei stesso a prendere l’iniziativa in questo senso. Le donne infatti sono complicate: si documenti, anche su www.psicolinea.it, sull’orgasmo vaginale e clitorideo e scoprirà che tutto rientra nella norma. Infatti, solo tre donne su dieci, si stima, raggiungono l’orgasmo vaginale senza una stimolazione diretta della clitoride.
Cari saluti.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

AMORE E AMICIZIA

Mia cara dottoressa, le scrivo perchè sono grandemente in crisi! Ho una stupenda amicizia con una carissimo amico, parliamo di tutto e ci confidiamo su tutto, anche su cose molto intime, siamo però entrambi fidanzati ed entrambi in crisi con i nostri partner e parliamo molto di questa situazione. Io ho sempre creduto moltissimo che un uomo e una donna possano essere amici, perciò sono disorientata adesso perchè temo di cominciare a provare per lui qualcosa di più, è una persona meravigliosa caratterialmente ed è anche un bel ragazzo!
Secondo lei, è possibile che l’amicizia fra un uomo e una donna non possa durare perchè prima o poi subentra sempre l’attrazione fisica? Inoltre, il fatto che un amico confidi ad un’amica cose molto intime e personali, può essere segno di attrazione anche da parte sua? In conclusione: secondo la sua esperienza può mai esistere una sincera amicizia fra uomo e donna? Oppure se un uomo e una donna si scelgono come amici c’è sempre un fondo di attrazione?
Grazie
Chiara da Verona

Cara Chiara,
Penso che se due persone si scelgono per scambiarsi delle confidenze sono due persone che provano, l’una nei confronti dell’altra, un sentimento di rispetto, di fiducia, di empatia, di simpatia. Nessuno andrebbe a confidare le sue cose più intime ad una persona che ritiene poco intelligente o che non stima. E’ per questo che non credo all’amicizia fra un uomo ed una donna, specie quando questa amicizia è così profonda come la vostra…
L’amore infatti consiste nello stare bene con un’altra persona, nel sentire la sua mancanza, nel bisogno di condividere con lei delle emozioni: la vostra situazione è forse diversa? Se poi mi dice anche che lo trova anche un bel ragazzo… Penso certamente che lei ne sia innamorata e penso di non essere lontana dalla verità.
Secondo me il sentimento di amicizia tra un uomo e una donna può esserci solo in due casi: quando non c’è la minima attrazione fisica (anzi, si sfiora il disgusto) oppure quando si è già consumata una bella storia d’amore fra i due, che ha spento la passione ma non il bene che si vogliono.
Saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

DIFFICOLTA’ DI AUTOSTIMA

Salve, ho 34 anni e mi piacerebbe avere una isposta in particolare. Ho delle difficoltà di autostima e di fiducia in me stessa. Come potrei risolvere questi problemi, senza dover ricorrere necessariamente a medici o professionisti che
possano sottopormi ad lunghe ed estenuanti sedute? Insomma mi piacerebbe ricostruirmi dall’interno e riuscire a piacermi di più. Ho avuto di recente una grande delusione amorosa. Sono stata lasciata dopo 15 anni di fidanzamento. Sono inoltre una persona di natura insicura, ma non timida! A volte riesco a sorprendermi per ciò che faccio in certe situazioni, ma se dovessi prevederle o progettarle mi verrebbe difficile il solo pensiero!!
Grazie per la consulenza.
Gabry

Gentilissima Gabry,

Anzitutto vorrei chiarire il fatto che non tutte le persone timide sono apatiche e inconcludenti: al contrario, proprio fra i soggetti timidi lei troverà delle persone che hanno raggiunto vette altissime di successi personali, non tanto perché desiderose di strepitose carriere o di fortune economiche, ma per mettersi alla prova, giorno per giorno, in modo da trovare sempre nuove ragioni per stimarsi di più.
Volendo evitare lo psicologo (con il/la quale tuttavia le sedute sono tutt’altro che lunghe ed estenuanti, visto che durano in genere meno di un’ora e che lo/la psicologo fa di tutto per mettere a proprio agio lil cliente…) non rimane che studiare sui libri, per acquisire delle conoscenze teoriche che le possano permettere di modificare lo stile del suo pensiero, di riconoscere in sé eventuali sentimenti negativi, frustrazioni, insicurezze. Vi sono libri e siti di psicologia a tutti i livelli: basta scegliere quelli più adeguati al proprio livello culturale e alle proprie propensioni. Personalmente ho pubblicato diversi libri di auto-aiuto con la Xenia editore e collaboro a diversi siti, fra cui le segnalo www.clinicadellatimidezza.it e http://clinicadellatimidezza.blogspot.com.
Spero davvero che, attraverso queste ed altre letture lei possa, come dice, ‘ricostruirsi dall’interno’, trovando anche un nuovo fidanzato.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

IMPRIGIONATA IN UN’AMICIZIA

Cara dottoressa, sono imprigionata in un’amicizia che mi dà tantissimo ma che penso stia illudendo il mio cuore! Il mio migliore amico, fidanzato fra l’altro di una mia amica, abbiamo un’amicizia intensa, profonda, siamo capaci di confidarci qualsiasi cosa senza alcuna vergona. Abbiamo entrambi una relazione fissa da alcuni anni, entrambi però attraversiamo a fasi alterne dei periodi di crisi con in nostri fidanzati,periodi nei quali io e il mio amico ci sosteniamo tantissimo a vicenda. I nostri fidanzati non sanno della nostra amicizia, forse abbiamo paura che potrebbero fraintenderla, ma io adesso temo di amarlo, ho trovato in lui oltre all’amico ideale l’uomo che avrei sempre desiderato al mio fianco e sto male perchè so bene che non potrà mai esserlo e non potrei mai portarlo via alla mia amica e fra l’altro viviamo in una piccola cittadina dove ci si conosce quasi tutti sarebbe una tragedia! Inoltre non so se lui provi o abbia mai provato un sentimento così forte nei miei confronti e non so come fare per capirlo.
La prego, mi aiuti lei a capire come posso venirne fuori e magari impedirmi di amarlo!
E mi spieghi anche se secondo lei esiste o no la possibilità che un uomo e una donna possano essere amici senza mai innamorarsi, forse io ho capito che non esiste!
La ringrazio di cuore e aspetto una sua risposta.
Grazie
Emanuela

Cara Emanuela,

Da secoli si dibatte sull’argomento e risposte ‘scientifiche’ non ce ne sono: le posso dire la mia personale convinzione, che è quella che tra un uomo e una donna una vera amicizia non possa esistere. Vi sono delle eccezioni, certamente: ad esempio se uno dei due è gay, se l’attrazione sessuale manca completamente, se vi è stata già una storia d’amore completo, che abbia attraversato la fase del calo del desiderio sessuale.
Venendo a lei, credo che la cosa migliore sia ‘confidargli’ di aver pensato di lasciare il suo fidanzato, perché pensa di essersi innamorata di un altro, o per qualsiasi altro motivo plausibile. Veda la sua reazione. Se lui la sapesse libera non vedo perché, se fosse innamorato davvero, dovrebbe trattenersi. Se son rose fioriranno, come si dice; eventualmente tenete la vostra storia nascosta per un po’ dopo la fine dei vostri rispettivi fidanzamenti, in modo da evitare pettegolezzi, cattiverie e perdite di amicizie.
Cari saluti e soprattutto auguri!
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

I MIEI STUPIDI COMMENTI

Salve dottoressa,
Mi chiamo Anna ho 20 anni. Spero che lei mi puo’ dare un buon consiglio i miei amici mi hanno consigliato di venire sul vostro sito. Vedi fara’ 2 anni che saro’ con mio ragazzo, Tutto andava bene fra di noi fino l’ultimo mese. Abbiamo litigato per colpa mia o detto delle cose che non dovevo dire e per la prima volta mio ragazzo mi aveva detto che era pronto a lasciarmi se io continuavo con i miei stupiti comenti. Vedi dottoressa noi abbiamo sempre avuto una buona relazione e da quel giorno in Maggio quando io ho capito che lui mi forse lasciava ho avuto paura. Vedi lui e ancora con me sta prendendo tempo per vedere se andiamo ancora d’ accordo, perche’ vuole vedere se possiamo ancora avere quello che avevamo. Lo so che lui non mi vuole lasciare me la detto e mi ama. Il problema e che ora che abbiamo scoperto il problema ci stiamo lavorando insiem pero’ questo TI LASCIO ci segue sempre cio’ e sempre nell aria. E invece d’ amegliorare la nostra relazione e se come ci sta distrugendo. Perfavore dimmi che posso fare qualche cosa a salvare mia relazione. Lo amo tanto e sto provando a dargli il mio meglio pero i nostri pensieri tornano sempre a quel fato che ci siamo quasi lasciati e ci litighiamo per quello.
Grazie per il suo tempo

Cara Anna,

Purtroppo l’amore non offre mai sicurezze. Oggi c’è, domani può non esserci più. I motivi sono tanti e non tutti possono essere prevedibili. Nel vostro caso, tornare a parlare di quando vi siete quasi-lasciati non deve essere un motivo di lite: a cosa serve continuare a litigarci sopra? Cercate piuttosto di capire perché lei non si può permettere di fare dei commenti, perché lui si irrita così facilmente, perché lei fa un’autocritica così feroce nei riguardi di sé stessa, parlando dei suoi ‘stupidi commenti’… Cercate di riscrivere le regole del vostro rapporto, stabilite un patto per il quale se uno dei due non è felice è libero di fare tutti i commenti che desidera, invitando l’altro ad una discussione, che porti alla soluzione del problema.
Se non ce la fate da soli, fatevi aiutare da uno psicologo.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

GIUSTO AVERLO LASCIATO?

Buongiorno,
avrei bisogno un consiglio.
Ho avuto una storia di un anno e mezzo con un uomo divorziato, di 8 anni piu’ grande. Siamo due persone molto diverse per certi aspetti e molto simili per altri, lui soffre di sindromi ossessive che gli condizionano parecchio la vita, la nostra
convivenza e’ stata tormentata (lui e’ uno spirito libero e io tendo a condividere tutto con il mio uomo, cercando di non essere oppressiva), cio’ nonostante mi sono legata moltissimo a lui, e non riesco a farmene una ragione da quando io stessa gli ho detto di non vederci e sentirci piu’. Una richiesta dettata dal fatto che negli ultimi mesi ci frequentavamo come fratello e sorella, sia nell’intimo che nella vita quotidiana. Lui non provava piu’ attrazione e colpevolizzava me per questo e io mi sentivo umiliata ogni volta che provavo a parlarne e ad agire e non ottenevo risultati.
Razionalmente e’ giusto averlo lasciato, ma penso continuamente che insieme saremmo state due persone migliori, se fossimo riusciti a impegnarci di piu’. Ho la sensazione che nessuno possa piu’ interessarmi (e’ una persona estremamente intelligente e carismatica), penso solo a lui e aspetto che si rifaccia vivo per chiarirci e ricominciare da capo, questa volta consapevoli di tutti gli sbagli commessi. Io credo che lui sia una persona molto buona ma sempre in fuga da se stesso (per far fronte alla sua patologia, senza voler ricorrere ai dottori e alle medicine), una persona diventata egoista e viziosa per necessita’ (alcol, fumo, vizi sessuali), e per questo chiusa nel suo mondo e irraggiungibile. E’ un mio limite e razionalmente lo riconosco, ma non riesco a liberarmi dall’angoscia di averlo perso e di non poterlo piu’ aiutare ad avere una vita migliore. Vorrei aiutarlo e proseguire la nostra storia, oppure riuscire a farmene una
ragione e chiudere definitivamente.
Non riesco a fare ne’ l’una, ne’ l’altra cosa, sono in un punto morto e vorrei smuovermi.
Grazie per il vostro aiuto
Lara

Cara Lara,

Lei a questo signore gli ha già fatto una diagnosi, prescritto una terapia e trovato perfino una dottoressa (lei) che potesse ‘aiutarlo’.
Se non sbaglio, è lei che è stata lasciata, perché lui non provava più attrazione sessuale per lei e vivevate come fratello e sorella. Non crede sarebbe meglio cercare di capire perché il suo uomo, intelligente e carismatico, non riusciva più a provare attrazione per lei? Non potrebbe essere lei ad aver bisogno, in qualche modo, di essere ‘aiutata’ ? Per esempio a ritrovare il suo fascino e la sua seduttività? Non so a quale livello: psicologico, sessuologico (o semplicemente cosmetico, dietetico, o altro…), ma qualcosa da fare potrebbe davvero esserci. Una volta che lei si sentirà più sicura di sé stessa da questo punto di vista ed avrà recuperato la sua autostima, troverà sicuramente anche il modo di ‘smuoversi’ nel modo migliore…
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

UNA QUESTIONE MI ATTANAGLIA

Buongiorno, chiedo il vostro parere in merito a una questione che mi sta attanagliando ultimamente.
Ho 24 anni e sono fidanzata con un ragazzo di 28 anni da 4 anni, è una persona intelligente, seria, matura, fedele, profonda, con cui mi trovo veramente molto bene da molti punti di vista, anche sessuale.. Seppur io l’ho sempre amato più per le sue qualità interiori che per la sua bellezza, nonostante sia un ragazzo carino, non penso di essere mai stata attratta fortemente dal suo fisico.
Comunque la dimensione sessuale va bene, perchè abbiamo trovato una buona complicità.
Da 6 mesi ho conosciuto un altro uomo, di 36 anni, nonostante sembri molto più giovane, sia fisicamente che come stile di vita. è un uomo bellissimo, affascinante, intrigante, “furbetto”, un pò “bastardo dentro”, fidanzatissimo che ci ha provato spudoratamente con me… o meglio prima di questi sei mesi ci conoscevamo già, io ero fidanzata, lui no, è per diversi mesi mi ha corteggiato, ma io non gli ho dato mai molta corda, perchè sapevo che era un tipo inaffidabile, nel senso di poco fedele e collezionisa di donne…
Nel periodo in cui lui si è fidanzato, (per pura casualità o meno!? ci sarà un pò di spirito di primeggiare sull’altra donna.. chissà’!), ho cominiato a vederlo con occhi diversi, nel senso che seppure non ho cambiato idea su di lui, ho cominciato a pensarlo spesso e non solo in situazioni piccanti, ma magari a fare una passeggiata insieme.. cioè non l’ho più visto solo come un ipotetico amante ma perchè no, magari come un ipotetico fidanzato. Non ho avuto
modo di frequentarlo in questa veste di fidanzato, perchè lui si era ormai fidanzato realmente e mi è restato un pò il dubbio di come sarebbe andata se, quando single, lo avrei frequentato più seriamente.. magari prendendo decisioni sulla mia attuale storia, che non va di certo male ma è qualcosa di diverso… La storia che ho è una storia di casa, chiesa, pranzi in famiglia, serenità, pace, fedeltà.. di là avrei avuto vita “mondana”, tante incertezze, tanti stimoli nuovi e intriganti… Non avendolo come fidanzato, l’ho avuto però come amante… come amante è stato tutto e più di quello che avrei immaginato, intrigante, bello ecc… Indipendentemente da cosa può volere o non volere lui, vorrei capire cosa voglio io… da un lato vorrei una storia alla mulino bianco (con il mio moroso) fatta di fedeltà e amore, dall’altra una storia scoppiettante con un tipo scoppiettante..E’ il cosiddetto “bello e maledetto” . Se è vero che per certi versi è una persona che istintivamente mi attrae, perché anche gli “stronzi” (me lo conceda) paradossalmente “piacciono” , razionalmente so che difficilmente potrò costruire qualcosa di duraturo con una persona del genere. Per metafora pensiamo a un paio di belle scarpe ma che ti fanno male ad indossarle, per quanto ti aggradano sai che non ha senso acquistarle perché ti fanno male e non le potrai indossare a lungo. (dall’altro lato c’è forse l’illusione di pensare “con me sarà diverso…”, ma non è solo un’illusione?!)
Non so se amo più realmente il mio fidanzato, se ho avuto il bisogno dell’altro, fisicamente e mentamente… Non so se dell’amante mi sono solo invaghita e c’era una sorta di narcisismo femminile e di competizione nel rubarlo all’altra donna.. Se il mio amante domani si mollasse con l’altra lo vorrei davvero..? I due sono i due opposti della stessa medaglia… forse vorrei entrambi o nessuno dei due… Forse dovrò ancora trovare una persona che ha le due facce… forse la soluzione è proseguire con entrambi, ma non è possibile perchè rischioso (rischierei che la cosa prima o poi salti fuori) e poi comunque moralmente scorretto… Tanti, troppi interrogativi…
Datemi un vostro parere.
Grazie.
Stefania

Cara Stefania,

La sua metafora delle scarpe mi sembra davvero molto ‘calzante’… E’ inutile, dice lei, farsi belle, comprarsi un vestito nuovo, profumarsi e truccarsi, per poi uscire con delle scarpe da tennis… E’ ovvio che, in queste condizioni, le scarpe più adatte sono quelle col tacco a spillo, che però fanno bene all’anima, ma male ai piedi.
Allora, forse, quello che c’è da fare è provare a cambiare il proprio stile, ovvero imparare ad essere bellisima anche con un paio di scarpe da tennis. Non è una cosa immediata: la competizione con le ragazze col tacco alto sarà molto dura e solo l’intelligenza e la dedizione che metterà nello scegliere e combinare i vari elementi del suo look potranno permetterle di vincere la sfida. Insomma, le propongo una scelta difficile, dura, per poter trovare un punto di equilibrio e dunque di felicità, sia nel corpo che nell’anima. Non si tratta di una rinuncia per la vita, ma di una scelta da fare giorno per giorno, nella consapevolezza che questa è la scelta migliore che lei fa non solo per gli altri, ma anche per sé stessa. Poi, se una sera le venisse la voglia di mettersi in ghingheri, niente e nessuno dovrebbe toglierle la soddisfazione di indossare, ogni tanto, il suo bravo tacco alto.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

LUI E’ PIU’ PICCOLO DI ME

Sono una ragazza innamorata da 8 mesi di un ragazzo di 6 anni più piccolo di me. Le esperienze sentimentali di questo ragazzo sono limitate: poche storie di un mese al massimo e tutte con ragazze fisicamente lontane da lui. Quando ci siamo conosciuti ci siamo piaciuti subito, ma abbiamo faticato ad avviare una relazione che è finita nemmeno 3 settimane dopo. Soprattutto per volontà mia abbiamo continuato a frequentarci e abbiamo ripreso, anzi aumentato, l’intimità tra noi. Col tempo ci siamo avvicinati e lui, che ha sempre negato di provare sentimenti per me, ha anche ammesso che quando siamo stati insieme invece era innamorato. Cercando di farlo sentire libero e portando tanta tanta pazienza, negli ultimi 2 mesi ero riuscita ad avvicinarmi molto a lui, che comunque ha sempre teso a tenermi a distanza di sicurezza. Ora che l’intimità era piena ed avevamo cominciato anche a permetterci le piccole litigate che aumentano la confidenza tra le persone… lui si è trovato un’altra. La notizia me l’ha data personalmente, per amore di sincerità, e la cosa sembra essere stata improvvisa. Lei è una sua coetanea e a detta di molti piuttosto superficiale. Lei che di me ha sempre amato più che altro la testa (mi ha spesso detto “mi piace che pensi”), si è fidanzato con una ragazza che, a quanto pare, dopo averlo “corteggiato” per un paio di settimane, ha comunque avuto bisogno di dare risposta affermativa all’ufficialità della loro relazione il giorno dopo il loro primo bacio. Ho sempre pensato che questo ragazzo fosse con me più coinvolto di quanto non riuscisse ad ammettere e che il suo atteggiamento sfuggente sempre nei periodi migliori fosse legato alla paura. Poco prima di fidanzarsi con lei aveva tra l’altro pure accennato alla possibilità di rendere noto anche agli amici il fatto di aver ricominciato a vedersi con me. Non posso giurarci, ma non penso che mi abbia usata, né tanto meno che mi abbia fatto deliberatamente del male. Non credo sia, insomma, il classico furbo che ha approfittato di una situazione. Non posso però non chiedermi se tutte le mie teorie sui suoi sentimenti e sulla sua paura di un coinvolgimento possono arrivare a giustificare anche questo: sapevo che si sarebbe allontanato, ero pronta e me lo aspettavo, ma non avevo preso in considerazione l’ipotesi che uscisse con un’altra.
Dopo tutto il tempo che ho investito nel costruirmi un rapporto con lui (che ora mi ha detto “se in passato la tua presenza o meno nella mia vita mi era indifferente, ora non è più così), ho tanta paura che la sua nuova ragazza durerà più del fatidico mese e di perdere anche quel poco che avevo conquistato
nel suo cuore…

Lory

Cara Lory,

E’ evidente, da come parla di questa storia, che nella vostra coppia lei era l’astro e lui il pianeta… Lei ha investito, lei ha costruito, lei è riuscita a… Purtroppo l’amore si fa in due ed allora, anche io credo che lui non l’abbia usata, che sia stato bene con lei, ma credo anche che questa esperienza lo abbia fatto crescere, maturare, al punto di motivarlo a cercare un rapporto più paritario, in cui lui si possa sentire più a suo agio, meno influenzato dall’altra persona che ‘pensa troppo’ o ‘troppo bene’.
Le auguro di trovare al più presto un uomo vero, che possa sostituire questo ragazzo.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

LUI E’ PIU’ VECCHIO DI ME

salve sono una ragazza di 25 anni e da diversi mesi frequento un uomo di dieci anni più vecchio di me, in passato abbiamo avuto qualche problema ma ultimamente sembra che abbiamo trovato il nostro equilibrio. Lui è un uomo molto dolce e sensibile, ma tende a mascherare questa debolezze del suo carattere Premetto che le mie esperienze sessuali sono scarsissime, non ho mai raggiunto l’orgasmo semplicemente con la penetrazione, un paio di mesi fa ero
sul punto di raggiungere l’orgasmo durante un rapporto, ma improvvisamente quella sensazione svanisce lasciandomi una strana angoscia addosso, quella sera non ebbi nessun orgasmo, io attribuii la cosa a come un fatto psicologico dato che avevamo litigato quel giorno e non gli diedi peso, purtroppo da quella sera ho avuto ancora questo problema durante i rapporti con lui, sicuramente mi fa sentire desiderata e sicuramente sa quali punti toccare, è tutt’altro che un principiante…quando si è accorto di questa mia difficoltà ne abbiamo parlato non ci siamo scaricati a vicenda la colpa di questo anzi…lui è diventato molto più affettuoso, dolce e fa di tutto per farmi venire…devo aggiungere che ho una scarsa per quanto assente lubrificazione, solo quella famosa sera riuscii a bagnarmi, ma questo non mi ha mai creato difficoltà con gli orgasmi della clitoride…non so proprio che fare come affrontare il problema sarebbe stupido fingere di stare bene sessualmente con lui quando poi sarei insoddisfatta mi sembrerebbe una mancanza di rispetto nei suoi riguardi. Vi ringrazio si da ora per la vostra cortese attenzione e nell’attesa di una vostra risposta vi saluto cordialmente

Nadia

Cara Nadia,

E’ molto giusto quello che dice: che senso ha fingere il piacere ? Chi ci guadagna, oltre tutto? Il fatto è che circolano ancora informazioni sbagliate sul conto dell’orgasmo femminile e malgrado siano oltre trenta anni che studi e ricerche confermino che l’orgasmo vaginale esiste solo per una sparuta minoranza, tutte le donne si dolgono di non provare l’orgasmo vaginale. E’ una concezione errata quella che fa credere che l’atto sessuale porti sempre e comunque piacere e orgasmo simultaneo ad entrambi i partners: il piacere va costruito attraverso il sapiente uso dei preliminari e cercando delle posizioni e delle attenzioni reciproche che possano eccitare il cervello, più che gli organi genitali. Che poi durante il periodo ovulatorio aumenti il desiderio, la lubrificazione, l’intensità dell’orgasmo, è cosa nota: per sentirsi maggiormente stimolata cerchi di avere rapporti in quel periodo, ma sappia anche che, se non vuole una gravidanza, quelli sono anche i giorni più a rischio. Furba la natura, eh?
Cari saluti.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

ANSIA DI MAMMA

Sono mamma di un bimbo di 4 anni e ultimamente sono un pò in crisi, spero che lei possa chiarire qualche mio dubbio. Mio figlio è un bambino molto spigliato sia nel linguaggio sia nei movimenti, ma quando è in contatto con bambini più “svegli” di lui è come se si inibisse. Non voglio che diventi aggressivo ma che al momento opportuno si sappia difendere. Come posso farglielo capire? Ci ho provato diverse volte spiegandogli che non deve aver paura degli altri, mi dice
che va bene ma quando si ripresenta una situazione analoga ci “ricasca” inevitabilmente. C’è anche da dire che è molto legato a me, forse troppo anche per questo vorrei che fosse più autonomo. Grazie in anticipo per il tempo che mi vorrà dedicare.(mamma75)

Cara mamma75,

I comportamenti dei figli, specialmente quando sono ancora molto piccoli, dipendono in gran parte dal patrimonio genetico che gli abbiamo trasmesso. Probabilmente in famiglia ci sono altri esempi di persone inibite, che tendono alla passività nelle interazioni sociali. Molto però fanno anche gli esempi di comportamento che i bambini possono osservare quotidianamente nel loro ambiente e che inconsapevolmente tendono a fare propri.
Più che cercare di insegnargli delle cose con il ragionamento, che i bambini di questa età non sempre sono pronti a recepire, è meglio impegnarsi nel fornire lezioni di vita pratica ed esempi di comportamento.
E’ un po’ come quei genitori che si dolgono perché i figli non amano la lettura e poi, se vai a vedere, non hanno un solo libro in casa. Se al figlio non gli leggi le favole, non disegni insieme a lui le storie che gli racconti, non gli fai sentire il profumo dei libri e non gli fai osservare la bellezza delle immagini, come puoi pretendere che diventi un accanito lettore? E questo vale per tutto.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

FOBIA DI GUIDARE

Salve,mi chiamo elena e vorrei sapere come posso riuscire a domare dentro di me la paura di guidare l’auto. ho preso la patente con voglia e entusiasmo, poi un giorno provando la macchina nuova mi è presa l’angoscia di non riuscire a guidarla, si è spenta qualche volta e STOP – mi sono detta io l’auto non la usero’ mai piu.. ora mi serve x andare al lavoro essendomi appena laureata e non so come fare! ho paura di dirlo a chiunque. i miei lo sanno ma credo non se
ne pongano il problema e non l’affrontano x timore di ferirmi! cosi’ mi ritrovo sola con i miei problemi. Grazie. Elena

Cara Elena,

Ad un vecchio saggio cinese che aveva camminato molto, scalando montagne e attraversando luoghi inospitali e pericolosi, qualcuno chiese: ‘Come hai fatto a fare tutto questo’? E lui rispose: ‘semplice, un piccolo passo dopo l’altro’.
Allora… Per prima cosa mai dire mai. Se proprio vuoi dire a te stessa e agli altri che hai qualche problema in proposito, dì così: ‘in questo periodo’ non mi va di guidare. Poi, ogni giorno, entra nella tua bella macchina, portati un giornale da leggere, accendi la radio e rilassati. Quando ti sentirai più sicura, esci la mattina presto, verso le sei o le sette, quando c’è poca gente in giro e comincia a fare i tuoi primi giretti. Non c’è bisogno di fare sapere al mondo che stai mettendo in pratica un programma di auto-riabilitazione: se dovessi avere delle difficoltà o ulteriori blocchi, prova a rivolgerti ad uno psicologo. Ciao e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Psicolinea.it © 2001-2011

About

Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario
Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario
Antoine de Saint-Exupery: una biografia
Antoine de Saint-Exupery: una biografia

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 1 Gen 2012
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
Dentro e Fuori di te

Consulenza online Dentro e Fuori di Te 14

Lettere a Dr. Giuliana Proietti

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta sessuologa

DENTRO E FUORI DI TE
Archivio Storico 2001-2011  
Pagina n. 14

LEI E’ UN TIPO ‘PRECISINO’

Carissima Dottoressa,
spero non cestini questa mia lunga e-mail ma in questo momento sto molto male ed ho bisogno di un consiglio: mi chiamo Nanni e sono sposato da 2 anni e sei mesi con 3 anni di fidanzamento. la situazione di rapporto matrimoniale e di fidanzamentole oserei definire perfetta (inclusi i normalissimi alti e bassi del qutidiano). invece da circa 6 mesi o più il mio matrimonio è un inferno: la mia grande difficoltà è che mi ritrovo in questo problema come un fulmine a ciel sereno, visto che sono stato io in fin dei conti a tirare fuori il problema, principalmente un problema di carenza di condivisione di tempo e spazio e di intimità con mia moglie e lei per tutta risposta ha messo in crisi il rapporto seppur non ha mai pronunciato le parole separazione/divorzio, e poche volte come adesso mi sono ritrovato a non sapere cosa fare. Preciso alcuni passaggi mia moglie ha 27 anni ed ha una cultura come la mia  (alta) mi piace fisicamente ha 7 anni meno di me è un tipo “precisino”, una persona che ha fatto della sua agenda sul cellulare una specie di mito cosi non ci si dimentica di niente (dice Lei) ed io a dirle che a volte la dimenticanza può essere un valore; a volte  cerca nell’ordine domestico l’ordine del mondo non che questo sia a livello di fobia ma diciamo che io sarei un pò più “creativo” penso che se c’è qualche foglio in più sulla scrivania non cade il mondo, tra l’altro ho vissuto parecchio tempo da solo fuori dalla famiglia di origine e so badare a me stesso in tutto, compreso stirare le camicie, dunque ritengo di saper autoregolamentarmi. La nostra relazione è sempre stata molto positiva impostata soprattutto sul dialogo e sul non dare per scontato niente nel senso che ci siamo sempre ripromessi di dirci quando qualcosa dell’altro o della casa/progetti in generale non andasse, in modo da non fare “incancrenire la cosa” io sono sempre stato molto attivo e presente in casa per varie cose “spesa alimentare, lavoretti da bricolage, cucinare(è un mio hobby), e presente in attenzioni, decisioni importanti scelte di vita, e così pure mia moglie diciamo che ci si  integrava come un incastro perfetto,insomma mi sembrava di essere nel famoso quadretto di giovane famiglia perfetta. Mia moglie lavora da impiegata statale(ha capacità superiori al lavoro che svolge); contestualmente ha portato a termine una laurea con ottimi risultati e sta proseguendo gli studi, sul lavoro è molto stimata e per tale motivo le hanno offerto altri impegni lavorativi che
le portano via del tempo, oltre ad altri impegni extra lavorativi nuovi e/o preesistenti, anchi’io ho un lavoro molto pressante dal punto di vista dell’impegno psico/fisico e degli hobby cui mi dedico, ma ultimamente accade che mia moglie è sempre assente in casa cioè mi capita molto spesso di passare le serate da solo per via dei suoi impegni “irrinunciabili” ed io invece rinuncerei volentieri ad impegni extra, stante il poco tempo, per stare con lei avere anche dei momenti romantici e di intimità, cosa che invece non esiste più:Le serate in cui rimane a casa finiscono con la lettura di un libro, io da una parte lei dall’altra senza condivisione di niente se le chiedo di parlare o scherzare o per di più tento un timido approccio fisico in qualunque di questi casi mi viene detto
che la devo lasciare in pace perchè dopo una giornata pesante ha bisogno di rilassarsi” quindi da circa 10 mesi “mi tocca” girarmi dall’altra parte e cercare di dormire tanto sono anch’io stanco e mi addormento. Quello che non capisco è perchè io seppur stanco cerco di tirar fuori le mie ultime energie(psico/fisiche)della giornata per condividerle con mia moglie ed invece lei si ritrae in questa solitudine? Dicevo che in circa 6-7 mesi i nostri rapporti sessuali erano di circa 1 ogni 40 giorni circa(non tengo il conto), adesso da 4 mesi non abbiamo più rapporti (ma neanche un bacio appassionato); senza un motivo plausibile alle mie rimostranze via via crescenti ed impetuose la risposta è non lo so, non mi va. infatti 4 mesi fa ho spiegato chiaramente il mio malessere, sia per i
momenti di condivisione che per la rarefazione dei rapporti sessuali, quando un pomeriggio chiaccherando mi diceva che fra 2 anni o forse 1anno e mezzo voleva allargare la famiglia ( non abbiamo figli al momento per scelta) io mentre parlava pensavo vabbè  programmare ma sembra un punto “dell’agenda di governo” e poi mi son detto ma lo sa che per avere dei bambini (quantomeno nel modo classico) bisognerebbe (uso il condizionale) avere una vita di relazione e di coppia?? tutto questo ha ingenerato quella che definisco una crisi matrimoniale. Ultimamente è comparsa anche una sintomatologia tipo gastrite con dimagramento  (accertamenti in corso). mi sento un pò frustrato vorrei aiutare mia moglie ma non so cosa fare anche perche più che altro vorrei tornare a stare bene con lei come prima sia nel modo di condividere il tempo insieme che sessualmente, per me tutto questo è  frustrante. Per favore le chiedo dei consigli su cosa fare come comportarmi, voglio molto bene a mia moglie e quindi penso, che dovrei starle vicino ma non saprei come visto che lei mi ha escluso dalla sua vita se non nel racconto quotidiano della pesantissima giornata (oramai chi non ha la giornata pesante sul lavoro?). ho pensato anche ad un rapporto extraconiugale (di mia moglie) ma a domanda precisa mi ha detto che non esiste nessun altro uomo. non so come approcciarmi a questo problema La prego di aiutarmi. Nel ringraziarLa per avermi letto fin qui La saluto
Cordialmente

Nanni

Caro Nanni,

La cosa che mi stupisce è che lei e sua moglie non abbiate ancora pensato ad una terapia di coppia. Cosa pensava di ottenere ponendole una ‘precisa domanda’? Forse una ‘precisa risposta’? Come vede, sua moglie non è poi così precisina come lei forse la vorrebbe: il nuovo lavoro può averla infatti confusa, aprendole nuove prospettive, facendole conoscere una nuova realtà, nuove persone, nuove ambizioni. Nella vita si cambia continuamente e quindi lei deve pensare che non ha sposato una fotografia o un androide programmato (veda la nostra intervista a David Levy): sua moglie è, come lei, una persona in evoluzione, alla costante ricerca di nuovi equilibri. Se non comunicate da mesi, se non sapete più nulla l’uno dell’altra, se non avete più progetti da realizzare insieme nel breve periodo, se non avete più rapporti sessuali… Come è possibile cercare di mantenere vivo il vostro rapporto? Come è possibile adattare continuamente il patto di coppia all’origine della vostra unione ad una realtà in continuo movimento e trasformazione? C’è bisogno di riaprire il dialogo fra di voi, di spiegarvi, di esprimervi, magari anche di litigare se c’è qualcosa che non va, qualcosa che vi disturba. Continuare così non può che portarvi direttamente nell’ufficio di un avvocato… Non sarebbe meglio passare prima dallo psicoterapeuta? Provi a proporlo..
Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti, Ancona

DEPRESSIONE

Ho 31 anni,sono una ragazza che ha sempre vissuto all’estero per motivi di famiglia. 4 anni fa ho avuto una profonda depressione,sono stata in cura da uno psichiatra e ho fatto psicoterapia per diversi mesi. Nell’arco di questi anni ho avuto ricadute annuali di cui l’ultima dallo scorso ottobre,di grave entita’.Vorrei sapere se e’ possibile che la depressione ricompaia con questa frequenza e se questo significa che io non ho ancora risolto i miei problemi.
La ringrazio, Benedetta

Carissima Benedetta,

La sua lettera è un po’ troppo breve e non riesco a comprendere né il tipo di depressione che ha avuto, né le cure che ha effettuato e per quanto tempo.
Bisognerebbe anzitutto capire se la sua depressione era dovuta a qualche fatto contingente (perdita di una persona cara, forte delusione d’amore, senso di sconforto o fallimento personale, ecc.) oppure se non aveva nessuna causa apparente (depressione endogena).
E’ chiaro che dalla prima, superato il periodo difficile, se ne esce con maggiore facilità.
Esiste anche una certa predisposizione familiare a soffrire di depressione, ma non è solo un fatto genetico: contano molto anche gli insegnamenti, i comportamenti, la concezione stessa della vita che hanno i propri genitori, che sono anche i propri modelli.

Detto questo, per rispondere alla sua domanda, direi che è sbagliato generalizzare: ogni depressione ha una storia a sé. In ogni caso, le sembra pensabile curarsi per qualche mese e poi pretendere di dover star sempre bene per il resto della vita? Penserebbe la stessa cosa se avesse avuto una bronchite, un mal di denti? Nessuna terapia psicologica, purtroppo, vale come un’assicurazione sulla vita. 🙂

Cari saluti.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

SONO GIOVANE, ASPETTO UN FIGLIO, MA NON SONO FELICE

Buongiorno,Sono una ragazza di 25 anni aspetto un bambino sono gia’ di 4 mesi,vi scrivo perche’ non so’ piu’ come fare.Ho sempre sofferto di crisi nervose nel senso che appena non mi dano retta oppure mi escludono inizio a diventare nervosa e a rompere qualsiasi cosa io trovi e inizio a farmi del male da sola.Attualmente ho un lavoro con i miei in un negozio sono sposata da 5 mesi il rapporto con mio marito non va molto bene lui e’ molto aggrssivo appena sbagli qualcosa ti rimprovera subito,piango molto spesso e mi sento molto triste,Ho gia’ frequentato psicologi e psichiatri prendevo anche degli antidepressivi ma adesso siccome sono incinta ho dovuto sospenderli. Cosa dovrei fare avrei bisogno di qualche indirizzo dove poter recarmi . Grazie

Carissima,

Non posso darle gli indirizzi, un po’ perché non so dove vive ed un po’ perché secondo me è il paziente stesso che deve scegliersi un terapeuta di fiducia. Se non c’è la fiducia infatti non c’è l’impegno, e se non c’è l’impegno non ci sono poi neanche i risultati.
Non so in che cosa abbiano consistito i suoi rapporti con gli psicologi, e non so se ha mai pensato di fare una terapia di coppia. Io gliela consiglierei, allo scopo di cercare di riportare un po’ di serenità nella sua vita, come dovrebbe essere per una donna in ‘dolce attesa’.
Quanto alle sue ‘crisi nervose’, provi a domandarsi se questi comportamenti non rispettino piuttosto un modello da lei osservato fra le figure adulte della sua famiglia, quando era una bambina. In ogni caso, sono dei comportamenti dovuti al fatto che ci si sente incapaci di confrontarsi con gli altri, e per questo si cerca di spaventare l’interlocutore con atti di violenza o autolesionistici. Sarebbe molto meglio cercare di far valere le proprie ragioni con comportamenti più maturi, ma questo è del resto impossibile se si vive sotto pressione. Dunque, come le dicevo all’inizio, il mio suggerimento è quello di intraprendere una terapia di coppia. Cerchi di convincere suo marito: qui si tratta di tutelare non solo la vostra serenità di coppia, ma anche il benessere del vostro bambino.
Cari saluti e tanti auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

LA FORZA PER FARLO

Buon giorno,vivo da circa 1 anno con il mio compagno e nostra figlia di 8 mesi.La nostra convivenza è iniziata dopo aver saputo della gravidanza.Ci frequentavamo con alti e bassi da 3 anni,io innamorata persa lui incostante.Ci eravamo appena lasciati,in quanto lui messo di fronte alla scelta se vivere insieme o no aveva deciso di troncare, e dopo poco ho scoperto di aspettare una bimba.Ho deciso di portare avanti la gravidanza nonostante il suo iniziale entusiasmo e poi disappunto, vicinanza e allontanamenti. Non ti dico che gravidanza ho passato tra pianti e incertezze. La mia bimba è nata, prematura ma bellissima e ora è un fiore sorridente e allegro…ma la convivenza con lui non va per nulla bene. é legato alla bambina ma non si occupa di lei, lavora olto è spesso in giro per l’italia e io son sola a casa con la pupetta. quando torna passa i pochi giorni con noi a dormire, giocare alla pley station oppure va a calcetto…insomma veniamo sempre dopo.Continue discussioni affaticano e rendono patetico il tempo insieme…le vacanze son andate benino e qualche giretto insieme ci dà respiro..ma lo vedo poco responsabile.delegante e non innamorato di me.é come se si esistesse solo lui e le sue esigenze e quando lo metto di fronte a questo dice che sono una rompi scatole e che non mi accorgo di cosa lui fa per me…ossia accettarmi in casa nonostante non mi ami e non mi sopporti, dice di farlo per la bambina.Altre volte è più tenero e dice che gli manca il tempo con me e di aver pazienza…io mi son stufata e a volte raggiungo un tale stato di rabbia che non ti dico….ma non riesco ad andarmene,nonostante le cattiverie che mi dice…ho paura per la bimba che lui staccandosi di me non veda più lei e forse anche temo di non farcela da sola!!non so se cercare di affrontare in modo diverso il rapporto con lui e lavorare su questo o lavorare sul fatto che devo andarmene e trovare la forza per farlo.

Gentilissima,

A mio parere lei non dovrebbe lavorare su questo o su quello, ma lavorare e basta. Risolverebbe così due problemi: quello della indipendenza economica e quello di ritrovare un interesse fuori della famiglia, con nuovi rapporti sociali e una vita di maggiore qualità. Sua figlia è ancora piccola, ma potrebbe trovare per lei una sistemazione, come fanno tutte le mamme che lavorano. In questo modo creerebbe le premesse per la decisione più importante: restare o andarsene?

Cordiali saluti e auguri.

Dr. Giuliana Proietti – Ancona

BUTTARE TUTTO ALL’ARIA

Buongiorno mi chiamo sara ho 32 anni sono sposata da un anno. Sono stata fidanzata per 12 anni, mio marito e stato l’unico uomo della mia vita. Circa 5 anni fa ho inziato a concentrarmi molto sul mio aspetto estetico, pur non essendo grassa ho inziato una dieta che poi e diventata il mio stile alimantare, in mamiera da stare sempre in forma abbinato a sport, cosmetici e quantaltro potesse servire per stare sempre in forma. Sono dimagrita molto fino a sfiorare livelli pericolosi, durante questo periodo ho anche sofferto di attacchi di panico. Quando l’anno scorso abbiamo deciso di sposarci io ero felicissima, finalmente si realizzava il mio sogno, ma adesso mi sembra un incubo, dopo pochi mesi di matrimonio mi sono sentita attratta da un altra persona, tra l’altro il mio migliore amico, sono caduta in depressione, piangevo tutti i giorni e non mi riuscivo a spiegare perchè se si era realizzato il mio sogno desideravo sessualmente un altro. Stanca di tutto ho raccontato tutto a mio marito il quale ha avuto una reazione strana, mi ha quasi compreso, dicendomi che il problema e dentro di me e io me lo dovevo risolvere da sola in quanto questa persona non provava niete per me ed io avevo scambiato il suo affetto di amico per altro. Allora sono andata da una psicologa, ho inziato a leggere libri sulla coppia e sulle problematiche relative ad essa. E ho capito che proprio la mia ossessione per il corpo e la bellezza centrano, il mio amico che mi ha suggitato queste emozione e una persona attraente e seduttiva, mio marito e attraente e ha tantissime qualità che lo rendono una persona bella e speciale, ma è poco seduttivo. E forse proprio questa cosa ha fatto suscitare in me queste emozioni, ho anche capito che anche sessualmente parlando in nostro rapporto era diventato noioso e ripetitivo e anche mio marito me l’ha confessato. Il prolema è che io vorrei cambiare il nostro rapporto, gli ho proposto di leggere dei libri sulla coppia, sul tantra, gli ho chiesto di inziare una terapia di coppia che potesse aiutarci a superare le difficolta, ma lui mi ha detto che non se la sente di andare da un terapista perche no saprebbe cosa dirgli, e contento che io ci vado e risolvo i miei problemi, ( che a mio avviso sono anche i nostri), i libri che ho comprato li ha sogliati un pò. Il tanto io non sono serena, sono triste e amareggiata ho difficoltà ha incontrare il nostro amico per un perido ho cercato di non vederlo ma ho capito che il problema non e lui ma e in me e forse in mio marito,ad avere una vita sessuale appagante e a vivere la quotidianita con leggerezza. Per cortesia mi dia una mamo a capire come posso affrontare meglio questa situazione sento che mi sto avvilendo, ho paura di duttare la spugna e di buttare tutto all’aria. Mi bastano poche righe, ho notato che lei cerca di andare subbito al cuore del problema, e una persona molto sensibile e molto attenta alle dinamiche di coppia. Grazie per il suo tempo. Sara

Cara Sara,

Grazie anzitutto per i complimenti. Credo che il vostro problema non nasca oggi, ma che lei abbia già percepito le avvisaglie della crisi quando ha cominciato a mettersi a dieta e a curare in modo ossessivo il suo corpo. In quel modo ha cercato il cambiamento, perché capiva che qualcosa doveva essere cambiato, ma è andata fuori strada. Invece di lavorare sulla vostra relazione di coppia infatti, lei si è concentrata unicamente su sé stessa, esagerando e sbagliando, come lei stessa tra le righe ammette.
L’attrazione per il suo amico non significa che lei non ama più suo marito, ma certo è un ulteriore segnale di stanchezza del vostro rapporto di cui dovrebbe tenere conto. Ritengo che lei dovrebbe coinvolgere suo marito in una terapia di coppia, perché è importante crescere insieme: se lei legge dei libri sulla coppia che lui non conosce e non capisce vi allontanerete ulteriormente.
Cari saluti e auguri.

Dr. Giuliana Proietti – Ancona

DISAGIO SOCIALE

Salve a tutta la redazione di psicolinea. Sono un vostro assiduo frequentatore e volevo parlarvi di un mio disagio sociale che affronto da oramai 3 anni . Da quando ho incominciato l’universita’ il mondo dolce e spensierato delle scuole medie superiori e’ finito .Sono come in caduta libera (dalla quale cerco di aggrapparmi a qualcosa per non cadere piu’ in basso). I miei problemi non so da cosa scaturiscono, l’unica cosa che so ‘ e’ ke da quando varco la porta dell’universita’ incomincia a salirmi una sorta di depressione che mi porta inesorabilmente ‘ a scappare dalle lezioni per evadere da quel luogo che mi porta tanti problemi. Ovviamente sono consapevole che i problemi ce li ho solo io in testa ed e’ per questo che chiedo un vostro aiuto. Una delle possibili cause penso che sia la mia altezza (1.67) che purtroppo sembra l’unica cosa che vede la gente quando mi conosce (Marco quando cresci , Marco quando ti alzi dalla sedia ? Oh stai gia’ in piedi) . Purtroppo non ho nessun’altro nella mia condizione (sono tutti piu’ alti di me anche le donne !) e quindi la cosa mi crea moltissimo disagio. Un’altra possibile causa e’ la mia votazione scolastica mai eccellente (se confrontata a quella di molti altri) nonostante il grandissimo impegno che ci metto forse solo per sentirmi apprezzato in qualke altro piano. So che non dovrei piangermi addosso ma e’ una cosa che non riesco proprio a combattere senza un consiglio . Grazie del tempo concessomi . Marco

Caro Marco,

Evito di farle la lunga lista delle persone di bassa statura che hanno comunque vinto la loro battaglia… Certamente è comprensibile che sentirsi il più piccolo in un gruppo di persone più alte le può creare un senso di disagio, che è difficile da sostenere e da superare. Ciò nonostante, le posso dire che ho avuto in terapia dei ragazzi che avevano un problema opposto: essendo alti, o troppo alti rispetto al gruppo degli amici e dei conoscenti, non riuscivano a sentirsi a loro agio. A loro appariva di essere goffi e maldestri ed inoltre si sentivano costantemente al centro dell’attenzione: andando in giro per strada si sentivano osservati e presi in giro, come se fosse un dovere sociale quello di accompagnarsi a persone di pari altezza, per soddisfare le ragioni estetiche della gente che osserva.
Dunque, come vede e come lei ha perfettamente intuito, il problema è nella testa delle persone che si sentono troppo al centro dell’attenzione degli altri, così come della superficialità di certi giudizi o di certe affermazioni (come quelle che lei riporta), dette solamente perché non si ha evidentemente altro da dire.
Il consiglio è quello di stare tranquillo e di porsi degli obiettivi di crescita personale, che vanno al di là della statura, ma che riguardano soprattutto il campo dell’intelligenza, della simpatia e della cultura. Una persona che può vantare queste tre doti sta molto più in alto degli altri, mi creda. 🙂

Cari saluti.

Dr. Giuliana Proietti – Ancona

RAGAZZA INESPERTA

Salve..volevo se possibile avere dei chiarimenti su di una situazione “spiaceole” che mi si è presentata per la prima volta 2 giorni fa.. Sono fidanzata conun bravissimo ragazzo da un po di tempo,con il passare dei mesi il nostro raporto va sempre più intensificandosi,il nostro desiderio mentale è diventato anche fisico così che una settimana fa abbiamo avuto la nostra prima volta insieme comunque non programmata(da premettere che io non ero vergine,lui lo era)ed è stato bello.. Due giorni fa quando ci siamo visti avevamo etramb una forte voglia di fare l’amore(anche se lui l’aveva programmato)così ci siamo appartati in macchina(scomodissima perche non riuscivamo a trovare la posizione giusta e lui di questo si innervosì non poco)dopo un po di preliminari rstammo solo con gli slip ed io addosso a lui ma mi esi conto che quacsa non andava cioè che il suo membro non era in fase di eccitamento(scusate del termine ma sembrava morto)e improvviamente lui mi dice di togliermi e rivestirmi.. Così quella sera mi riaccompagnò a casa senza dirmi una parola e con le lacrime agli occhi e senza guardarmi in faccia.. Poi tutta la giornata di ieri è stata a casa nel letto chiamandomi e dicendomi che non riesce a spiegarsi quell’incoveniente visto che aveva una voglia matta di stare con me e comunque si sentiva che non aveva voglia di parlarne.. Adesso ho la testa pervasa di dubbi..non so se preoccuparmi..se forse il problema sono io che non sono in grado di eccitarlo(anche se lui ha sempre sostenuto da quando ci siamo fidanzati che sono la donna pi attraente che abbia mai conosciuto..anzi senza peccare di presunzion credo che per il io aspetto inizialmnte si fianzò con me) Non so se è lui che ha un problema ..non lo so..ho solo paura che se questo fatto dovesse ripetersi..il nostro rapporto possa mettersi in discussione..non so come comportarmi..non so cosa pensare..vi prego aiutatemi..ho bisogno che qualcuno mi dia un chiarimento positivo o negativo che sia..vi ringrazio aticipatamente da ragazza forse ancora un po inesperta.

Carissima ragazza inesperta,

Anzitutto cominci ad abituarsi all’idea che qualche volta gli uomini hanno queste défaillances, perché anche se in loro tutto è normale, può sempre capitare di avere una disfunzione eretttile causata da ansia da prestazione.
Questo problema si presenta in modo particolare quando l’uomo è ancora giovane ed inesperto, oppure se ha poca fiducia nelle sue abilità e possibilità, se si sente giudicato dalla partner, se il luogo in cui si trova è troppo scomodo o poco sicuro, se la partner è più esperta, se la partner è recente o è occasionale, se la partner è troppo attraente, e così via. In realtà tutte queste differenti situazioni che le ho elencato (e ce ne sarebbero molte altre) richiamano ad un unico vissuto: l’ansia da prestazione, ovvero la paura di sbagliare, di subire critiche, di non essere all’altezza delle aspettative della partner.
Che fare? Assolutamente nulla: non dare troppa importanza alla cosa, scherzarci su, lasciare che trascorra del tempo, che vi conosciate meglio, che il suo ragazzo si senta più sicuro del vostro rapporto, che non si senta giudicato da lei o, peggio, messo a confronto con gli altri con cui lei ha avuto rapporti in precedenza.
Gli faccia capire che lei si fida di lui e che lo apprezza ugualmente, anche se al momento ha questo piccolo problemino…

Cari saluti.

Dr. Giuliana Proietti – Ancona

NON E’ LA SOLITA STORIA

Amo un uomo da 2 anni che sta con una donna da 10 e non riesce a lasciarla.non e’ la solita storia.lui ne soffre davvero ,desidera me ma procrastina sempre la chiusura con l’altra adducendo le piu’ varie scuse.e’ una vera e propria incapacita’,un vero blocco.quando affronto l’argomento ,cambia voce e diventa un bambino piagnucoloso.ha 52 anni ed e’ un imprenditore di successo!serio ,affidabile e pieno di qualita’.cos’ha che non va?e’ consapevole di avere un problema e e vuole risolverlo.grazie

Gentilissima,

Mi scusi, ma a me sembra esattamente “la solita storia”. Forse lei ha elementi di conoscenza che io non ho e la sua lettera del resto non mi è molto di aiuto, perché troppo breve. Forse lei non desidera un consiglio da me, ma una rassicurazione: mi spiace, non posso dargliela!

Le faccio comunque molti auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

MIA MOGLIE E’ IN CRISI

Mi chiamo Pino, ho 28 anni una moglie con la quale sono sposato da 9 anni, e due figli. Da qualche mese mia moglie ha scoperto lo yoga come mezzo per liberarsi da frequanti attacchi di panico. Durante questo percorso ha fatto amicizia con una persona con la quale si è sfogata ed ha parlato. Tra loro non c’è stato nulla, solo qualcosa di platonico, forse neppure. Solo che ha intrattenuto questa amicizia di nascosto da me. Con questa persona, che per altro è omosessuale con atteggiamenti da santone orientale (mi ci ha fatto parlare er telefono) lei è riuscita a far venire fuori la sua personalità il suo carattere. Solo che è diventata aggressiva verso tutti e tutto. Perché quando sono riuscito a scoprire cosa accadeva lei è andata su tutte le furie, rinfacciando a me e alla sua famiglie le colpe del suo non essersi riuscita a realizzare. Tenga presente che mia moglie svolge un lavoro che non le piace, ma che comunque serve a mandare avanti la baracca. Le liti si stanno susseguendo: lei mi ha detto di non provare più lo stesso sentimentoper me e di non volere più il sess perché lei non ne ha più bisogno, perchéla sua crescita deve essere solo spirituale. Io da parte mia, accecato dalla gelosia, ho esagerato in alcuni miei “controlli” facendole sentire di non avere più fidcia in lei. MI ha chiesto di stare insieme per i bambini (hanno 5 e 7 anni), mi aveva promesso di parlare anche con me quando aveva bisogno, ma ha proseguito a inviare sms al suo amico. Qualche giorno fa la catastrofe perché del suo cambiamento si è accorta anche la madre che mi ha telefonato dicendomi che la figlia l’aveva trattata male. Io ho chiamato mia moglie che è andata su tutte le furie e tornando a casa dal lavoro mi ha detto una frase che mi ha fatto andare su tutte le furie. meritavi di essere tradito. Le ho dato uno schiaffo di cui mi sono pentito immediatamente. Solo che il rapporto si è incrinato del tutto. COme posso fare a recuperare? Lei, un un attimo di pausa dalle liti, mi ha fatto capire che ancora prova un po La ringrazio. Saluti

Gentile Pino,

Credo che, quando si ha un matrimonio in bilico e due figli piccoli da crescere, l’ultima cosa da fare, se si è persone responsabili, è “andare su tutte le furie” o addirittura alzare le mani sul coniuge. Chi, fra voi due, è dotato di maggiore buon senso, lo dimostri. Sua moglie potrebbe essere depressa: il lavoro non le piace, la condizione economica, a quanto capisco, non è splendida, fra voi non c’è più molta attrazione fisica, i bambini sono piccoli e danno molto da fare… E’ del tutto giustificabile che una persona, come sua moglie, che si sente profondamente infelice, cerchi una strada per recuperare un po’ di benessere e di voglia di vivere. Non so se quella che ha scelto (yoga, amicizia con il tipo omosessuale ecc.) sia la strada giusta: fatto sta che lei non si può sentire estraneo alla crisi di sua moglie, come se la cosa non la riguardasse per niente… Ritengo che lei farebbe bene a cercare di comprendere quali sono le problematiche che hanno messo in difficoltà il vostro rapporto in tempi recenti (troppo lavoro, troppo stress, poco tempo per voi, ecc.) e cercare di porvi rimedio. Sia complice di sua moglie in questa ricerca di benessere, non si ponga come un nemico da combattere, aggiungendo stress a stress e contribuendo così a distruggere ciò che ancora c’è fra voi, ciò che ancora vi lega. Quello che le suggerisco è una buona terapia di coppia: riuscirete a diminuire la conflittualità e a comunicare meglio e forse le sarà più chiaro PERCHE’ sua moglie si trova in questa situazione e come fare, insieme, per venirne fuori.
Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

CADUTA IN UN BUCO NERO

Gentile dottoressa,ho un problema che mi angoscia e sento la necessita di chiederle un consiglio. Ho 28 anni e da 5 sono fidanzata con un ragazzo di 33 anni, con un grande hobby, la musica. Lui suona in un gruppo musicale ; e questa sua passione è sempre stata al primo posto nella sua vita, più importante dei familiari e di me. Ha sempre fatto bene o male quello che voleva, andando a suonare 4 sere a settimana e riducendo i nostri incontri al minimo.7 anni fa ha avuto un incidente stradale in cui si è ferito gravemente il suo migliore amico e si è interrottta la loro amicizia.(questo ragazzo suonava con lui) Lui ancora adesso pensa spesso a questo incidente e non so se a causa di questo o per cos’altro, non riesce a legare amicizie con nessuno perchè dice che un grande amico ce lo aveva e lo ha perso e non gli interressa niente di nessuno. Io, purtroppo ho subito degli abusi da ragazzina e solo 3 anni fa sono riuscita; grazie all’aiuto di una psicologa a uscire dall’ansia e dalla tristezza che mi avvolgevano. Un pò per amore , un pò per non restare sola, ho sempre accettato questa storia così, mantenendo comunque le mie amicizie. Negli ultimi giorni il mio ragazzo ha voluto prendersi una pausa perchè dice di non essere più sicuro dei sentimenti che prova per me e neanche del fatto se vuole una ragazza o preferisce rimanere da solo per essere più libero. Da quel momento mi sembra di essere caduta in un buco nero. Ho paura di ricadere nel tunnel della depressione. La prego, mi dia un consiglio, non so dove sbattere la testa. G.

Cara G.,

Francamente non capisco che tipo di consiglio mi stia chiedendo: forse se lasciarlo o non lasciarlo? Spero proprio di no, perché credo che anche lei comprenda che la vostra storia, durata cinque anni, non può essere sintetizzata in questa lettera di poco più di dieci righe. E sarebbe altrettanto assurdo che io le consigliassi (in nome di che cosa? Della scienza, del buon senso, della mia opinione personale?) se lasciare questo ragazzo o no. Quello che le posso consigliare è di rivolgersi alla psicologa con la quale ha fatto psicoterapia, riuscendo, come lei stessa ammette, ad uscire dall’ansia e dalla tristezza che la avvolgevano. Solo una persona che la conosce bene potrebbe aiutarla, ma non attraverso i consigli, che sono sempre opinabili: lei ha bisogno di una persona che la aiuti a leggere quello che c’è dentro di lei e le decisioni che lei ha forse già preso.
Cari saluti e auguri.

Dr.ssa Giuliana Proietti – Ancona

VACANZE ESTIVE

Gentile Dottoressa, è proprio in merito alle vacanze in generale e vacanze estive in particolare che vorrei chiedere una consulenza.Sono divorziata da 7 anni senza figli e non ho un compagno ma solo un amico non libero che vedo saltuariamente, abito coi miei genitori con i quali ho spesso un rapporto conflittuale specialmente con mia madre. Da quando sono dovuta ritornare a casa l’estate andavo con loro qualche giorno in albergo in una località termale o altrove ma dallo scorso anno ho rinunciato perchè i miei sono cagionevoli e finirei col discuterci o fare da assistente ed il beneficio di vedere un luogo diverso andrebbe in fumo insomma il rapporto beneficio- rischio mi hanno fatto rinunciare. La scorsa estate durante le ferie sono solo andata al mare avanti e indietro e basta. Difficile trovare amiche libere, a me non piacciono viaggi per singles o in pullman e ho varie fobie su quasi tutti i mezzi di trasporto tranne la macchina ero troppo abituata bene con mio marito che ora non mi lancio da sola…neanche durante l’anno faccio niente ma vivo solo in città divertendomi con musei e cinema insomma le mie valigie sono da immemorabile tempo incollate a terra. Inevitabile la frustrazione ma tra il non sapere con chi andare le ansie etc. soprattutto quando tutti partono…ma ripeto molto dipende da me e dal fatto che non sono ben circondata. Andare coi miei penso non mi convenga affatto almeno su questo non ho dubbi lei che ne pensa?Le pongo una domanda inconsueta non tanto come superare il problema visto che ormai anche quest’anno l’estate è alle porte e finirà come la precedente…ma come fare a drenare l’insoddisfazione il senso di diversità che la situazione mi suscita e alla fine cosa pensare questa estate e come mantenere l’equilibrio psicologico mentre vedo tutti partire andare e fare…e poi qualche suggerimento pratico su come trascorrere anche queste vacanze in città o nelle immediate vicinanze. Lavoro tutto l’anno e temo che questa mia stanzialità danneggi sia il fisico che la mente. Grazie mille e se possibile una risposta prima della fine delle famigerate vacanze… Caterina da Roma

Cara Caterina,

Molte delle sue domande andrebbero fatte ad un tour operator o a qualcuno che si occupa professionalmente di vacanze e tempo libero. Ciò che vi è da osservare, dal punto di vista psicologico, nella sua lettera, è che, al momento almeno, lei appare un po’ troppo centrata su sé stessa e sui suoi bisogni, dimenticando il mondo che la circonda. In questo modo difficilmente riuscirà a ‘ben circondarsi’, per usare le sue parole, e ad uscire dallo stato di isolamento e di frustrazione in cui trova.
Cari saluti e auguri.

Dr. Giuliana Proietti – Ancona

SONO MOLTO ATTRAENTE, MA…

Salve,sono una ragazza di 28 anni,premetto che dal punto di vista estetico sono molto attraente,ma nonostante ciò soffro di grande insicurezza e penso sempre di non piacere ai ragazzi che mi piacciono anche se poi non è così ,sono sempre stata molto introversa fin da piccola e con l’andare avanti dell’atà non è cambiato niente.Ho paura che gli altri mi rifiutino e quindi assumo un’atteggiamento difensivo,anche all’università non salutavo nessuno,non guardavo mai negli occi gli altri,soprattutto se di sesso opposto e se provavo attrazione verso di loro, solo una volta ho provato ad uscire dal guscio,con un ragazzo che mi piaceva ma quando ho capito che ero corrisposta ho avuto paura, paura che si avverassero i miei desideri,paura di essere felice,ero terrorizzata dal fatto che mi stavo comportando da “normale” e così ho pensato che gli altri si sarebero accorti di questa amicizia ed ho cominciato ad allontanarmi da questo ragazzo,non l’ho più salutato ,anche se mi piaceva moltissimo,e lui naturalmente si è offeso ,ma io l’ho fatto perchè ero insicura,ensavo di essere “brutta”. Ho paura del giudizio degli altri e forse per questo blocco ogni mia iniziativa,paura i essere criticata.Non capico perchè rifiuto la felicità,perchè i faccio del male.Non ho un ragazzo nè degli amici,mi lamento sempre perchè li vorrei ma non faccio mai niente e quando povo a cambiare e mi rendo conto di essere accettata ho paura e torno a chiudermi.Ma perchè sono così stupida,la prego Dott.ssa mi aiuti!

Gentilissima,

Forse il suo è un problema di timidezza (consulti il sito www.clinicadellatimidezza.it), ma è più probabile che lei abbia sostanzialmente paura di stabilire un rapporto uno-a-uno con un’altra persona: una relazione troppo profonda, nella quale lei dovrebbe svelarsi all’altro e uscire da quel guscio che invece la protegge e la fa sentire al sicuro. Se le sue prime relazioni con le figure genitoriali non sono state ottimali si potrebbe partire da qui per cercare di comprendere cosa c’è davvero dietro i suoi comportamenti. Le consiglierei, se può, di rivolgersi ad uno psicologo, perché da sola credo non possa aiutarsi molto, visto che lei ha 28 anni e sicuramente avrà già molto riflettuto su sé stessa.
Cari saluti e auguri.

Dr. Giuliana Proietti – Ancona

E’ COSI’ GRAVE QUELLO CHE HO FATTO?

La contatto in preda alla disperazione. Ho avuto da un mese una splendida bambina che adoro. Nell’ultimo periodo di gravidanza ho passato dei momenti particolari. Mi sentivo poco appetibile sessualmente e questo magari succede a moltissime donne, ma questo mio stato d’animo aggravato dall’aver accanto un marito un pò troppo distratto mi ha portato in più di un’occasione, anche perchè da sola in casa mi annoiavo, a navigare su alcuni siti pornografici. E’ stato un periodo di frustrazione molto breve, ma le conseguenze di questo sono state devastanti. Mio marito ha scoperto ciò che ho fatto e non ne vuole più sapere di me. Si sente tradito nel suo orgoglio di uomo e non vuole più essere sfiorato, come se mi schifasse. Non se ne va di casa solo perchè c’è la bambina di un solo mese, ma è come se non ci fosse.. Non so più che fare.. E’ possibile mandare all’aria un matrimonio con una bimba piccola per una sciocchezza simile? Le scrivo perchè sento la necessità di avere conferme riguardo la mia salute mentale. Infatti mio marito non fa che ripetere che dovrei andare in terapia per quello che ho fatto, soprattutto perchè l’ho fatto negli ultimi due mesi di gravidanza. Gli ho chiesto anche se per caso questa non sia una scusa per mettere in atto una fuga già premeditata perchè mi sembra così assurdo mollare tutto per una motivazione del genere. Ovviamente dice di no e che non si aspettava potessi mai arrivare a fare una cosa del genere, per questo è molto deluso. E’ davvero così grave ciò che ho fatto? Merito davvero di crescere mia figlia da sola per una cosa del genere? La prego mi risponda con sincerità… La ringrazio per l’attenzione che saprà darmi.

Gentilissima,

Direi proprio di no: qualunque siano state le ragioni di questa sua scelta, esse vanno chiarite. Sicuramente, se le cose stanno come lei le ha descritte, non c’è alcuna ragione di sentirsi una depravata e di accettare accuse tanto infamanti. Direi che è necessaria, anzi, indispensabile, una terapia di coppia, per chiarire i reciproci punti di vista e soprattutto comprendere perché lui la trascurasse nei mesi della gravidanza (o perché lei si sentisse tale).
Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

LUI HA BEN 6 ANNI MENO DI ME

Gentile dottoressa, sono una ragazza di 25 anni che soffre da tempo di attacchi di panico. In questi anni ho avuto momenti positivi in cui tutto nella mia vita mi sembrava apposto e altri come l’attuale in cui mi pare che tutto mi faccia paura. L’ultimo momento positivo risale a luglio : mi sentivo bene , avevo finito la mia cura per il Dap, stavo per laurearmi raggiungendo un obiettivo a me molto caro , avevo messo da parte vecchie storie sentimentali. tutto mi sembrava essere tornato in ordine ed io pronta a ripartire. dle resto negli ultimi tempi la laurea era una fissa da raggiungere e studiare mi provocava molta ansia. finalmente era tutto apposto. La stessa estate in vacanza ho conosciuto un ragazzo , ci siamo piaciuti da subito. incuriositi ci siamo conosciuti e sin da subito è nato un ottimo rapporto fatto di reciproco aiuto e comprensione. Ridiamo molto quando siamo vicini, parliamo per ore di tutto , mi fa sentire al sicuro e mi fido di lui. Anche io ho aiutato lui in certi momentacci…da quando stiamo assieme la sua vita è di certo migliorata e il suo sostegno mi ha aiutato con i miei problemi. Siamo legati da un ottimo rapporto e andiamo d’accordo. L’unico problema è che lui ha 6 anni in meno di me quindi 19. Io all’inizio ho messo un muro perchè non avevo previsto di trovare tante cose che cercavo nel ragazzo che sognavo in uno con questa età. Ho poi deciso di portare avanti la relazione perchè accade raramente che mi possa fidare cosi’ tanto di una persona e starci così bene : non volevo perdere una bella storia per pregiudizi. ho iniziato tutto senza dirlo ai miei, loro sanno che conosco questa persona ma non immaginano che viene a trovarmi e che rapporto ci leghi. Ho spiegato la cosa a mia sorella maggiore di 8 anni che perplessa per l’età poi ha solo detto che il vero amore va conquistato e di vivermi questa storia se davvero lo voglio. quello che non riesco a capire è perchè nonostante sia adulta , anche se vivo con i miei genitori ancora io abbia una forte paura della loro reazione , ho paura che non approvverebbero questa storia , ho paura che si oppongano come anni prima ad un’altra storia anche se in quel caso era una giusta opposizione. Mi angoscio molto poi sul futuro io ho paura che questa storia proprio perchè squilibarata di età possa portarmi via anni cruciali per fare una famiglia e di ritrovarmi sola. Mi sembra che tutti non accettino una storia cosi’ , che tutti ci vedano solo lati negativi , mi sembra di sbagliare , vivo con l’ansia di dover un giorno rivelare questa cosa ai miei..e di vedere reazioni non entusiaste in chi mi conosce. Vivo anche male la sessualità…nel senso che mi sembra di fare qualcosa di sbagliato proprio perchè nascosto. Da quando ho iniziato questa storia da una parte sono contenta perchè ho trovato una persona con cui mi trovo bene sinceramente ma dall’altra non ho pace perchè non è come avevo previsto.. non ha quella età che volevo …eppure tra di noi non sentiamo problemi legati a ciò. l’ansia non mi abbandona e ricomincio ad avere attacchi di panico. ho sempre la testa appesantita da questo problema e sto male perchè non è una colpa se mi trovo bene con una persona più piccola. Per un primo momento ho deciso cosi’ di frequentarlo..quando andrò in vacanza nella sua città con la mia famiglia…penso che introdurlo come amico lasci il tempo di far apprezzare questa persona per il suo carattere in seguito i nostri progetti di vita elimineranno la distanza ..studieremo nella stessa città e quindi si unirà una conoscenza quotidiana…a quel punto se saremo ancora insieme spero che il nostro fidanzamento non sia più accolto con malumori. pesano su di me quei pensieri tradizionali che penso siano propri dei miei genitori e non riesco a distaccarmene …possibile che a 25 anni mi senta in colpa se mi innamoro in modalità imprevviste e diverse da quelle che magari la famiglia ci si augura? possibile che sia ancora a 25 anni solo la figlia minore di casa incapace di fregarsene del giudizio dei genitori? possibile che non riesca a sentire cosa lecita vivermi la mia vita senza per questo sentire una colpa? non voglio rinunciare a una persona che è stata tra le poche ad amarmi e con cui io sto bene. come si può fare a diventare + indipendenti? prima avevo avuto una storia tira e molla con un ragazzo + grande di 4 anni finita per divergenze di carattere , ostacolata sul nascere dai miei genitori perchè io ero molto piccola (15 anni) e non avevo occasione di conoscere bene questa persona che viveva lonatana da me. Allora portai avanti la storia con tenacia e non mi sentivo per nulla in colpa…la storia è finita perchè crescendo non condividevo il suo modo di pensare e di carattere non andavamo d’accordo..non mi sentivo più davvero amata e non ho apprezzato la reazione di scherno e cattiveria quando ho iniziato ad avere i primi attacchi di panico forte. possibile che nonostante io abbia avuto possibilità diverse in questi anni debba sempre trovare l’amore nel modo + complicato? anche se il mio attuale ragazzo l’ho conosciuto nel modo + classico possibile! possibile che non riesca a vivermi una storia normale alla luce del sole?..cosa sbaglio? sono reali problemi quelli che mi faccio?. la ringrazio.

carissima,

Ma cosa vuole che siano sei anni di differenza? Ci sono ragazzi che a 19 anni sono maturi ed hanno la testa sulle spalle, altri che a 30 fanno ancora i teen agers… Davvero l’età non conta: la smetta di tormentarsi e viva con gioia questa bella storia d’amore, che oltre tutto appartiene a lei e non ai suoi genitori. A loro questa sua storia va raccontata solo se, nel tempo, si consoliderà e vi saranno previsioni di matrimonio. Ma fino a che questo momento non verrà, se verrà, presenti il suo ragazzo come un amico e non dica di più. Lei è ormai una donna di 25 anni, una persona adulta, che deve cominciare a ragionare con la sua testa ed a fare le sue scelte, senza temere i giudizi altrui: l’adolescenza, nel bene e nel male, è ormai finita!
Le auguro molta felicità.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

PAURA DI ESSERE SOFFOCATA

Gentile Dottoressa, sono una persona di 31 anni e ho una relazione sentimentale che dura da qualche anno. Il quesito che pongo mi sta arrovellando il cervello da un bel po’ di tempo: qual è il giusto tempo da dedicare ai genitori di lui e agli altri suoi parenti? La domanda nasce dalla seguente situazione. Nel settembre 2006 io e il mio ragazzo abbiamo deciso di iniziare a convivere. Il caso ha voluto che suo fratello, che pure viveva nella stessa città, sia diventato padre di una bella bimba più o meno nello stesso periodo e che, con la moglie, sia venuto a poca distanza da noi. Così, nello stesso mese di settembre 2006, anche i genitori di lui hanno deciso di trasferirsi nella stessa nostra città, trascinandosi dietro anche l’altra figlia (prima si trovavano a 800 Km di distanza). Da allora sono iniziate le discussioni: il mio compagno voleva andare spessissimo a mangiare da loro (minimo 2-3 volte per settimana); molti parenti continuavano a venirli a trovare e lui lui voleva immancabilmente trascorrere molto tempo con loro, ecc.. addirittura sua madre aveva proposto/deciso di ospitare a casa nostra alcuni parenti costringendo noi ad andare a dormire da loro per 1 notte (il mio parere ovviamente non era stato chiesto e ho dovuto fare fatica ad impormi). Per più di 1 anno ho dovuto combattere con questa situazione ed ho ottenuto solo qualche risultato sul numero di ore trascorse con loro. La cosa peggiore, però, è stata piano piano accorgersi di quanto terribilmente il mio compagno era condizionato da queste persone: nessuno dei suoi familiari aveva mai un difetto; tra me e loro avevano sempre ragione loro. La madre è stata anche capace di prenotare al figlio una visita medica senza chiedergli il permesso e lui c’è andato senza fiatare. A gennaio si è trasferito nella stessa città anche il quarto ed ultimo fratello ed ora loro sono tutti contenti di stare tutti insieme e di trascorrere quasi tutto il fine settimana facendo cose insieme: sport, cinema, passeggiate, immancabili e irrinunciabili partite di calcio in TV. Quella che era scontenta, però, ero io che non disprezzo completamente queste persone, per alcuni versi mi sono anche simpatiche ma non ce la faccio a vivere così appiccicata a loro! Sono i suoi fratelli, non i miei migliori amici!! E la città è pure piccola, con un piccolo centro, quindi è inevitabile incontrarli!! Così, a gennaio 2008 me ne sono venuta a Roma, città che mi piace molto, dove risiede la mia famiglia e dove ho delle amiche. Ora sto in parte bene perché non mi tocca sopportali ma anche male perché voglio ancora bene al mio ragazzo! Sarei disposta anche a fare dei sacrifici per lui (stare lontana dai miei familiari ecc..) ma ho paura di essere soffocata, come posso pensare di tornare a vivere nella città di prima senza scoppiare? PS: lui dice che da lì non può spostarsi perchè il lavoro non glielo consente Scusi se mi sono dilungata così tanto ma sono disperata. Nel frattempo devo anche compiere delle scelte lavorative: città precedente o quella nuova, ossia Roma? La ringrazio cordialmente per la pazienza, Patt

Cara Patt,

La ringrazio anzitutto della fiducia, nel sottopormi un quesito del genere, cui francamente però non saprei rispondere, perché non conosco e non capisco fino in fondo le situazioni di cui mi parla. In generale, credo che a 31 anni sia importante anzitutto cercarsi un lavoro, possibilmente stabile, ovunque esso sia, e poi cominciare a parlare di tutto il resto. Qualsiasi ambiente familiare, anche il più opprimente, può essere tollerato con stoica virtù se ci si sente soddisfatti della propria vita, realizzati come persone, liberi di poter compiere in autonomia le proprie scelte.
Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

GROSSE DIVERGENZE

Buongiorno, ho una relazione da un po’ di mesi con un ragazzo e sembra ci siano le premesse per la costruzione di un rapporto duraturo. Tuttavia ci stiamo scontrando con grosse divergenze in materia di gusti sessuali. Io sono più per una sessualità “dolce” e non sento unrgentemente la necesssità di provare esperienze nuove e sempre più estreme. Al contrario lui sente come una necessità l’esplorazione di territori sconosciuti e sempre più estremi (sesso di gruppo, rapporti gay, bondage estremo, pratiche fetish), sulle quali invece io ho molto dubbi. Non mi sento pronta per esperienze di quel genere (e temo che non lo sarò mai). La questione è complicata perchè pur dicendoci che ci amiamo e che vorremmo condividere il resto della nostra vita insieme, ci sono queste sue spinte che io non penso proprio di essere in grado di soddisfare. Inoltre sono convinta che non possa esserci un compromesso, data la natura del problema. Cosa posso fare? Vale la pena di distruggere un rapporti molto bello e intenso e che ci rende felici per questa divergenza? E’ giusto da parte mia chiedergli chi dimenticare queste sue spinte e curiosità? Grazie.

Gentilissima,

Se anche lei gli chiedesse di rinunciare, non è detto che lui lo farebbe… Credo inoltre che lei riesca a definire questo vostro rapporto ‘molto bello e intenso’ solo perché dura da pochi mesi: viste le premesse infatti, e le vostre incompatibilità sul piano sessuale, è facile predire che, nel giro di pochi anni, per voi stare insieme potrebbe diventare molto difficile. Può darsi che il suo ragazzo ricerchi queste esperienze perché fanno parte del suo immaginario erotico ma che poi, all’atto pratico, sperimentandole realmente, non se ne senta più così attratto; può darsi che, nel tempo, lei possa cambiare idea e diventare sua complice in questo tipo di rapporti più trasgressivi. Non saprei dirle purtroppo, perché nessuno ha la sfera di cristallo. In ogni caso, se una coppia è troppo male assortita, non è più neanche una coppia, ma solo l’unione di due solitudini che si fanno compagnia: ne conviene?
Cordiali saluti.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

SONO UNA PERSONA BRUTTISSIMA

Salve non cestini la mia lettera lo so che le arrivano tante lettere ed anche con argomenti simili ma mi risponda anche solo due righe sono disperata, e no riesco a vedere una via d’uscita da questo tunnel nero. Sono una ragazza sposata da circa un anno con un mio coeteneo, sono stata fidanzata con lui 15 anni, sono in crisi e non so come uscirne, qualche mese prima di sposarci mi sono accorta di provare un attrazione per un nostro amico, questa persona da quando la conosco mi e sempre piaciuta ma a questa cosa non ho mai dato troppa importanza e sopratutto non aveva mai messo in crisi il mio rapporto. Poi 3 mesi prima del matrimonio nella mia testa sono scoppiati mille pensieri e questa persona e diventata un ossessione, ho pensato che stavo sbagliando tutto, che non amavo più mio marito, che amavo quest’altro. Poi ho deciso di sposarmi perchè sentivo che era la scelta giusta e sentivo di non poter perdere mio marito con lui sono stata sempre felice abbiamo vissuto momenti insimenticabili. Sono sempre stata convinta della mia storia d’amore, ho sempre desiderato il matrimonio con lui mi sono sposata per essere ancora più felice, invece sono triste è un anno che combatto con questa ossessione per quest’altro uomo, mi sento una persona bruttissima poco limpida e piena di sensi di colpa. Sto distruggendo la mia storia d’amore e sopratutto la mia vita, non so più cosa fare e come uscire da questa situazione.Ho provato a evitare questa persona ma è impossibile in quanto lui e molto amico di mio marito e anche la sua ragazza e una delle mie migliori amiche. Forse e arrivato il momento di porre fine alla mia storia lasciare mio marito, lo so che soffrira e anche io ma trovera una donna migliore di me che lo potrà rendere veramente felice. Pure se lo amo mi sento troppo fragile per poter far fonte a questa situazione e sopratutto non mi riesco a perdonare i miei pensieri. Vorrei tanto buttare via la mia testa che mi sento cosi pesante e riprovare a partire ma non so come so che quello che succede e tutto un mio condizionamento mentale e la realta e diversa ma non so come fare a non farmi più a condizionare da questi pensieri ossessivi. Mi dia una mano a vivere meglio.Grazie anticipatamente. T.

Carissima,
Come lei giustamente dice, di lettere che presentano il suo stesso caso ne arrivano moltissime. La risposta è sempre la stessa: incontrare il Principe Azzurro e vivere per sempre con lui “felici e contenti” è una storia che si trova solo nel libro delle fiabe. Nella realtà le cose non stanno così: è normale che in un rapporto di lunga durata vi siano crisi, sbandamenti, innamoramenti per altre persone, periodi in cui la persona amata appare ostile e disinteressata. Non è inusuale pensare che tutto stia, da un momento all’altro, precipitando.

Per quanto riguarda il suo caso, l’importante è che lei si convinca che non sta succedendo nulla di strano: provare attrazione verso gli altri è la cosa più naturale del mondo e può succedere anche quando si vive un felice rapporto di coppia, come nel suo caso. E’ chiaro che dopo 15 anni suo marito non può farle provare le emozioni che le fa provare questo ragazzo: tutto da scoprire, misterioso, seducente…

Il fatto che lei ne provi attrazione non dimostra che lei è una persona ‘bruttissima’, ma che è una persona del tutto ‘normale’: intelligente, curiosa della vita, con un sistema ormonale che funziona alla perfezione…

Cosa fare allora? Stringere i denti, valutare se vale la pena o meno cedere alla tentazione (e mi sembrerebbe proprio di no, visti anche i legami del personaggio con la vostra coppia) e andare avanti. Se lasciasse suo marito infatti e, dopo un anno ne trovasse un altro, chi le garantisce che dopo altri 15 anni non le ricapiti la stessa cosa?

Il problema infatti non è nel potenziale seduttivo dell’altro, ma è dentro di lei: torni ad essere padrona dei suoi pensieri e delle sue azioni, cerchi di occupare il suo tempo nel modo migliore, non si giudichi così male e si impegni al massimo nel suo rapporto di coppia, per prevenire ulteriori sbandate.

Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

LE RACCONTO LA MIA STORIA

Le scrivo perché sono molto triste e vorrei aiuto. Le racconto la mia storia: a 30 anni la vera unica prima storia, ed è per quest’ultima che le scrivo. Lui è un ragazzo più piccolo di me di 4 anni. La storia è nata in maniera semplice e dolcissima, lui aveva alle spalle qualche storia seria, diceva di non amare le avventure e io arrivavo dopo 2 anni di solitudine e di precedenti brevi storie che chiudeva per mancanza di innamoramento.Un ragazzo serio e maturo, profondo, con una grande capacità di analisi, di rara sensibilità, idealista come pochi. La nostra storia è cresciuta con i tempi e i passi giusti, con la sua giusta pazienza vista la mia totale inesperienza, ambedue non avevamo pretese, solo speranze, la speranza di stare bene insieme, aiuto e stima reciproca. La prima lite dopo 8 mesi, quando ad una cena in presenza di altre donne lui si “dimentica della mia presenza”. Le sue spiegazioni: “che vuoi le donne mi piacciono ma mai ti tradirei, sono solo più gentile con le belle donne tutto qui”. mi convince a continuare la storia dicendomi che tutti gli uomini lo pensano solo che lui è più “sincero” degli altri, e che in giro non troverò di meglio. Ho sempre sentito il suo amore, sapevo che mi amava. La storia cresce da altri punti di vista, io mi trasferisco in un’altra città per motivi di lavoro e finalmente riesco ad avere una stabilità economica, lui ancora no. Mi ha fatto innamorare di lui anche il fatto che non fosse un ragazzo incline alle avventure, con un senso dell’etica e della moralità, con una correttezza e una sincerità poco comuni. Un ragazzo che non si abbandonava a commenti e battute volgari sul sesso, serio ed educato, pur con esperienza alle spalle. Le liti cominciano perché ogni volta che si esce, che si va al mare, a cena o a fare una passeggiata…non fa altro che fare commenti su tutte le donne che passano, sul fisico: “che bel seno che ha quella…. , che bel sedere quell’altra…, quella è una poco di buono, io le donne belle le odio perché se la tirano e non le avrò mai….”. Io vado in crisi, e ad ogni uscita è un mio pianto, ogni volta che mi racconta di tutti i calendari con cui si trastulla io vado in crisi. Mi chiedo il motivo per cui deve mettermi al corrente di tutte quelle che trova essere meglio di me. Gli chiedo a che cosa spera che porti questo se non a darmi insicurezze, incertezze su di lui. Gli continuo a spiegare che il bello va guardato ma che non è possibile che mi debba rendere partecipe delle sue fantasie sessuali continuamente come se io fossi un compagno di caserma; le sue giustificazioni sono sempre le stesse: “tutti gli uomini lo fanno, io sono solo sincero, mio padre lo fa e non c’è niente di male, tu sei solo un’insicura complessata…ti dico che ti amo cento volte e che sei bella cento volte e poi vai in crisi lo stesso, sei insicura,io mi comporto con te come mi comporterei con i miei amici, senza filtri”. Ogni giorno mi dice che mi ama e che sono bella, ma , ogni giorno mi dice che il mondo è pieno di belle donne che io raggiungo la sufficienza(mi perdoni l’immodestia ma per i più io supero abbondantemente la media) e mi tortura su qualche mio presunto difetto fisico, salvo poi dire “ma io scherzo” oppure “che fortuna che hai a stare con un adone come me”, ma anche “ti amo”,”non pensavo che potesse essere così l’amore”, “con te ho raggiunto la maturità sessuale”,”il sesso con te è qualcosa di meraviglioso, non può esserci di meglio”. L’ho amato perché faceva l’amore con amore. Dopo un anno e mezzo di relazione il suo tormentone era:”io vorrei un harem, me le farei tutte, per stare con te devo rinunciare a tutte le altre” e non c’era una volta che si uscisse che non si distraesse con la prima ragazza che passasse, e visto che ci vedevamo due giorni al mese…io piangevo. Gli dicevo che dirmi in faccia continuamente chi si volesse fare era una cosa che non portava a nulla, non ci guadagnava nulla se non ferirmi, e che quindi se continuava a farlo e a farmi piangere voleva dire che voleva ferirmi. Gli chiedevo se gli mancava qualcosa, se non era soddisfatto, se voleva rompere per “godersi la vita” e lui rispondeva che non gli mancava nulla, che era appagato sotto tutti gli aspetti, che ero bellissima, sensualissima, “la donna più intelligente che avesse conosciuto” che con me aveva conosciuto il vero significato dell’amore e che la nostra affinità sessuale era strepitosa, che senza di me si sentiva perso, che non riusciva a camminare solo sulle sue gambe. E’ spesso nervoso , lavora moltissimo non esce quasi mai di casa, ha spesso un atteggiamento aggressivo e critico sia con me che con la famiglia. Lui stesso mi diceva che era talmente critico e nervoso con i suoi che spesso gli dispiaceva. Tante volte mi diceva che ero bella quante mi controllava se avessi rughe, mi diceva che ero bellissima e dopo 5 minuti trovava un altro difetto. Vedendo le foto di un po’ di anni fa in cui ero grassa, mi diceva che facevo schifo e che avevo un coraggio da leone a mostrargliele. Poi scopro che chattando con un suo amico, che per scherzo gli chiedeva quando ci saremmo sposati, lui gli comunicava che aveva conosciuto una che aveva cercato di invitare, alle mie richieste di spiegazioni lui rispondeva che non esisteva, che era solo una fantasia; era così,una fantasia. Poi sono cominciate le battute a sfondo sessuale, un’aggressività sessuale strana per lui, sempre “molto inglese”, e i discorsi sul fatto che era bellissimo e che se voleva poteva avere tutte le donne che voleva perché era l’uomo più intelligente che esistesse, discorsi frammezzati da altri che dicevano che eravamo una coppia perfetta, che lui non era un granchè, che aveva ricevuti molti rifiuti e che io ero il meglio che potesse sperare di avere perché io ero completa. Stanca delle continue critiche gli dicevo che se lo avessi fatto io lui avrebbe resistito poco perché non sopportava le critiche (anche per quelle minime esplodeva), e lui reagiva alterandosi e dicendomi di stare zitta gridandomi insulti irripetibili. Mi faceva rarissimamente regali, mi ritrovavo a dover mendicare attenzioni, a mendicare di venirmi a trovare (lo facevo sempre io) e quelle rare cose che ha fatto per me (cose che chiunque farebbe per la propria donna, o per il proprio amico) me le ritrovavo rinfacciate…. Dopo un paio di uscite in cui tornavo a casa “illesa” nell’ultima cominciano i commenti su tutte le donne della sala, sino a quando non si concentra su una cameriera…e tocca nuovamente il fondo dicendo:”ha il fisico meglio del tuo, me la porterei in bagno e…”, vista subito la mia espressione mi chiede scusa (e quando chiedeva scusa si sapeva fare perdonare), dicendomi che avevo ragione quando dicevo che tutta la sua cultura non gli sarebbe servita a nulla se non aveva educazione, che era solo un bicchiere di troppo…io rispondo che ero stanca e che avrebbe provato sulla sua pelle quello che voleva dire essere messo continuamente a paragone…..dopo 10 minuti…è scoppiato, dicendomi che per tutti i commenti fatti sugli altri uomini avrebbe dovuto lasciarmi. Tiriamo avanti per altri quattro giorni di felicità fino a quando non ricomincia con uno dei suoi soliti tormentoni: io non mi voglio sposare prima dei 40 anni, non voglio rinunciare a nulla delle cose che voglio fare, per allora tu sarai vecchia e non potrai avere figli, forse fra 4 anni ci penso….io comincio la guerra psicologica, gli dico che se è così, se non esiste un noi, io voglio poter frequentare altre persone perché neanch’io devo pagare per essermi innamorata di uno più giovane ed egoista….lui preoccupato, prima dice che forse si sarebbe sposato prima, che forse gli sarebbe venuta a lui la voglia di avere figli prima che a me, poi esplode, mi insulta e quando gli dico che lo avevo solo voluto ferire come lui puntualmente faceva con me, lui mi dice che vado punita e mi minaccia come al solito di lasciarmi(ogni volta che c’era una lite ero sempre io a tornare chiedendo scusa a torto o a ragione, umiliandomi e implorando, sentendomi dire che ero “in prova” finchè non avessi fatto l’ennesima predica sul rispetto che pretendevo). La sera lui mi chiama tesoro, poi mi vuol comprare cioccolatini (cosa che non ha mai, mai, fatto), poi mi deve far cenare, mi da un bacio, il giorno dopo risponde al telefono, poi….scompare, si rende irraggiungibile. Avevo passato gli ultimi giorni ad assisterlo, perché malato, con un amore che lui stesso mi riconosceva e avevo assistito alle telefonate che faceva ai suoi in cui li aggrediva e richiamava loro attenzioni, in cui gli dava a credere che era seriamente ammalato (una banale influenza!) e si lagnava di tutte le cose che andavano male…quando gli dico che esagerava lui mi risponde con aggressività,che non ho la più pallida idea di quante cose vanno male sul lavoro, che sono una privilegiata perché lavoro, e che visto che ho “i soldi e lui” non mi posso lamentare di niente e che ha lui “il coltello dalla parte del manico”…così scopro che con me non si confida…eppure credo di aver fatto tutto quello che una donna innamorata doveva fare… Scopro che non mi reputa all’altezza o che non mi vuole rendere partecipe dei suoi pseudofallimenti..mi domando e le domando, siamo una coppia? Questa coppia l’ho voluta fortemente tenere in piedi io e non c’è mai stata? Le mie richieste di “non mancarmi di rispetto” erano veramente “da sciocca insicura”? E’ giusto che un uomo che ama debba sempre tenere “sul filo dell’equilibrista” la propria donna ricordandole che è vecchia e che se mi lascia mi rovina la vita o era veramente eccessivo scrupolo nel mettermi in guardia che poteva non esserci il lieto fine nella nostra storia? Ma soprattutto come giudicare il fatto che è scomparso senza dare spiegazioni nel nulla? Io dopo un paio di tentativi andati a vuoto, visco che non risponde al telefono e al citofono non l’ho più cercato, dopo 15 giorni gli ho mandato una mail spiegando i comportamenti suoi che mi facevano star male e che non avrei fatto più nulla, che stavolta era lui a dovermi dare quelle dimostrazioni che sempre cercava da me e la storia è finita da due mesi….la mattina mi ha mandato un sms con la scritta ti amo, si è commosso dichiarandomi amore e la sera…è scomparso…. Spero mi risponda

Gentilissima,

Come vede ho lasciato molto spazio a questa sua bella e intensa lettera. La risposta che mi sento di darle è che PER FORTUNA questo mostro, non saprei come altro chiamarlo, è scomparso dalla sua vita… Forse la solitudine durata due anni, la poca esperienza, l’hanno portata a sopportare una storia che ben poche donne oggi sopporterebbero. Le tante umiliazioni, le offese gratuite, l’aggressività, mostrano che questo “signore” è completamente diverso da quello che lei ha visto o ha tentato di vedere, in forza dell’amore (… dove sono lo stile ‘inglese’, l’educazione, la cultura?) A me sembra sia solo una persona immatura, piena di complessi, che ha bisogno di continue conferme per capire il suo valore e che è capace di essere forte solo con chi è più debole, ovvero con le persone che gli vogliono bene.
Sicuramente lei merita molto, ma molto di più…
Cari saluti e tantissimi auguri!

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

UNA SIGNORA DI 34 ANNI

cara dottoressa sn una signora di 34 anni sposata da 14 cndue figli il mio problema e’ mio marito,io vorrei sapere il perche’ lui nn abbi stimolo per fare l’amore con me premetto che io ho fatto di tutto x attirare la sua attenzione ma lui non mi considera molto lo facciamo ogni cuando lui se lo sente una volta al mese oppure ogni due mesi e veloce pure che poi si gira e si addormenta di colpo non c’e un gioco fra di noi di complicita’ preliminari se gle lo dico io bene altrimenti lui dice sempre mi va bene io nn mi son senita mai appagata sul lato sessuale ma x far si che possa continuare il nostro rapporto vad avanti ma sono arrivata ad un punto che mi sono stancata e vorrei separarmi cosa mi consiglia grazie mille.

Cara ‘signora’,

Lei parla come se avesse 60 anni ed invece ne ha solo 34! Oggi molte ragazze, alla sua età, si sposano o cominciano a convivere: mi sembra dunque opportuno che lei faccia qualcosa per ritrovare un po’ di soddisfazione personale, che non può certamente esaurirsi in un buon rapporto con i figli e in questi squallidi “rapporti sessuali” di cui parla. Ciò che le consiglio è di sollevare il problema con suo marito, di cercare di approfondire il discorso, con toni pacati ed in modo costruttivo. Non aspetti dunque un momento di disperazione per parlargliene, ma cominci, un po’ al giorno, a spiegargli perché non si sente una persona felice. Veda poi le sue reazioni: nel caso decidesse di lasciarlo si assicuri prima un lavoro o un’entrata che le possa permettere di vivere senza dover dipendere da lui.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

UN BRUTTISSIMO INTERVENTO

Sono sposata da molti anni mio marito ha subito un bruttissimo intervento anni fa ed ha iniziato ad avere un po di problemi sessuali. da poco ho scoperto che è stato con una prostituta anni fa, lui dice perchè non si sentiva più uomo e si sentiva umiliato tutte le volte che si provata ad avere rapporti. mi assicura che è stata l’unica volta e che è stato bruttissimo. Io purtroppo non riesco a passarci sopra perchè penso che non sia stata l’unica volta ma lui ha giurato e piangendo ha detto che sono la sola persona che ama. secondo Lei è il caso che seguiamo una terapia..lui soffre perchè dice che ha paura che da un momento all’altro io possa prendere una decisione di lasciarlo..dovrei credere a quello che mi dice??

Cara signora,

La sua rabbia e la sua gelosia sono più che comprensibili, ma forse in questo momento dovrebbe far emergere la sua parte razionale, per difendersi soprattutto da sé stessa e dai pensieri negativi che la perseguitano. Come lei dice, l’intervento che ha subito suo marito è stato ‘bruttissimo’: non ragioni dunque come una donna ferita in una condizione di ‘normalità’, ma cerchi di capire la personalità di un uomo che sta cercando disperatamente un nuovo equilibrio con sé stesso. Sentirsi improvvisamente privato della sua abilità sessuale può aver portato suo marito a dubitare del suo valore personale ed a pensare, sbagliando, che andare con una prostituta avrebbe potuto rappresentare per lui una valida soluzione. Cerchi dunque di capirlo, di aiutarlo a superare il brutto momento che sta vivendo, magari sperimentando un tipo di sessualità più ‘soft’ che non lo metta a dura prova e che gli permetta di mantenere la stima di sé, come uomo e come marito. Se non riesce da sola, è una buona idea farsi aiutare da un terapeuta.

Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

PENETRAZIONE

Salve. Ho 36 anni, un passato bulimico alle spalle, ma nel complesso una vita che, pur faticando, migliora di giorno in giorno. Vorrei chiederle una cosa : dopo aver avuto le normali esperienze sessuali che dall’adolescenza all’età matura capita di fare, sono arrivata a un punto in cui mi piace godere con il mio uomo, con cui ho un legame da più di due anni, in vari modi, tempi, ritmi ma la penetrazione, avendo comunque constatato che tramite essa non godo, mi fa sentire usata, anche se sono giunta precedentemente all’orgasmo per più volte, e quindi tendo a evitarla, dopo averne completamente sfatato il “mito” e averne ripetutamente parlato con il mio compagno. Quello che io dico è poichè abbiamo voluto, con i contraccettivi, “liberarci” del significato più vero della penetrazione come atto procreativo, perchè continuare imperterriti a darvi compimento quando da più parti si legge che solo il 7%delle donne gode in tal maniera? “Avere un essere umano dentro di sè”, come ho letto da qualche parte in riferimento alla gioia suprema per una donna, dovrebbe essere – caso mai – riferito a un bambino (ma penso che ci siano anche altre gioie, magari l’adozione, anche più grandi) e non a un adulto. C’è forse in psicologia un atto di violenza inconscio perpetrato dagli uomini e subito dalle donne? Mi spiego meglio : cos’è che continua a portare le donne “clitoridee” ad accettare il patner dentro di sè? Non è poi così appagante essere penetrati, anche laddove si ami il proprio compagno..o forse dovrei vedere in questo mio “fastidio” che si è andato delucidando nel tempo ma che , latente, a parer mio, è sempre stato dentro di me, la prova del mancato amore per il mio ragazzo? Ho forse un celato odio per gli uomini? Ultimamente mi è capitato di leggere frequentemente lettere di donne che lamenteno nella propria vita sessuale la mancanza di piacere e lettere di uomini, magari sposati, che lamentano il fatto che le loro mogli non vogliano più buttarsi denrtro un letto con loro…mi chiedo e le chiedo, non sfiora minimamente la testa di queste persone il fatto che si rifuta ciò che non dà piacere? Perchè mai si dovrebbe finire in un letto? Per tradizione? O per contratto? La ringrazio sin d’ora della pazienza che avrà voluto mettere nel leggere il mio scritto.

Gentilissima,

Grazie anzitutto di questa lettera che, si sente, esprime pensieri e riflessioni che sicuramente la accompagnano da tempo. A parte per le situazioni in cui la coppia intende procreare, la penetrazione oggi, come lei ben dice, non è affatto un must. Quanto al sentirsi usata, varrebbe la pena riflettere sul fatto che un tempo le donne si sentivano “usate” se venivano chieste loro delle prestazioni diverse dalla penetrazione, che si svolgevano più nei postriboli che con la propria moglie (intendo dire il sesso orale, il sesso anale ecc.). Con la moglie l’unico sesso “lecito” era la penetrazione, dal momento che era l’atto sessuale più casto, in quanto strettamente legato alla vita riproduttiva e familiare.Oggi molti tabù sono caduti e con la propria compagna si fa sesso di tutti i tipi, per cui siamo giunti al paradosso che le donne possano sentirsi oggi usate se si chiede loro il rapporto sessuale classico, magari nella posizione del missionario… Come vede, il sentirsi o meno usate dipende più da un fattore culturale che organico o fisiologico. In ogni caso, sono d’accordo con lei: non c’è alcun motivo per costringersi a quell’atto, se esso non è capace di restituire un piacere condiviso. Quanto alla sua domanda sulle donne “clitoridee”, risponderei che esse non disdegnano la sensazione del pene che si muove dentro di loro, un po’ perché, anche se non le conduce all’orgasmo, si tratta comunque di una stimolazione molto potente (se sono sufficientemente lubrificate), un po’ perché alcune donne possono sentirsi eccitate nel semplice donarsi completamente al proprio uomo, anche fosse per il suo esclusivo piacere. Non è certo questa la normalità, anzi… Però esiste. Nella nostra società c’è molto individualismo ed egocentrismo: tutti reclamano il proprio piacere, ma poco fanno per donarlo all’altro/a. Il discorso vale per la donna, quanto per l’uomo: occorre imparare a dare di più, per ricevere di più. Se, con il tempo, ci si accorge che, malgrado gli sforzi sostenuti non si riesce ad ottenere il cambiamento desiderato, si può riconsiderare il senso della propria unione, magari passando, prima di buttare al vento anni e anni di convivenza, dal terapeuta della coppia, o dal sessuologo. Non fanno miracoli, ma il gioco vale sicuramente la candela…
Cari saluti.

Dott.ssa Giuliana Proietti

FOLLE? E’ POCO!

Devo presentare una situazione che definire folle è poco, ma è certamente incomprensibile. Dopo 30 anni di matrimonio (poco felice), con un figlio di 25 anni (scolarizzato, con me convivente e attualmente sistemato), mia moglie decide – per motivi di incompatibilità caratteriale – di abbandonarCi e di andarsene di casa. Detto e fatto, alla breve, oggi siamo separati, dopo un lungo percorso per trovare gli accordi del caso. Diciamo che “non ho tirato sugli accordi” in quanto, nonostante il suo atto spregevole compiuto contro il parere mio e di mio figlio, ho desiderato concludere tutto con il minor dissidio possibile. Mia moglie vive da sola da sette mesi ormai, ma, dopo un primo periodo di tre mesi, abbiamo ripreso a frequentarci (per mia iniziativa) ed ho tentato anche una riconciliazione completa, che non ha avuto l’intero esito auspicato. L’incomprensibile in tutto questo è che io ho avuto un ritorno di fiamma da paura e non riesco a stare senza di lei. Lei mi accetta e ci frequentiamo anche intimamente, ma forse entrambi vorremmo dare un taglio definitivo alla storia che, nella fase post separazione è stata spesso incredibilmente straordinaria ed intensa, ma non priva dei litigi ricorrenti. Io razionalmente le attribuisco dei difetti e delle colpe che non riesco a sopportare e a dimenticare, ma a livello “cuore” – che ne so io? – mi sembra che sia l’unica donna esistente e non mi piace e attrae nessun’altra come lei. Lei è più freddina di me, e mi sembra che non le dispiaccia comunque avere i piedi in due staffe e tenermi al caldo per….chissà? Tutto questo mi destabilizza fortemente perchè, per tutto e per tutta la vita, sono sempre stato estremamente razionale, addirittura pragmatico, con un completo controllo dei sentimenti e passioni. Sono sconvolto! Tutto il resto è sotto controllo ma questa donna pare mi abbia scagliato contro un maleficio. Grazie! Mxxxo

Gentile M.,

A volte ci si può amare moltissimo, ma non sopportare la convivenza, la quotidianità, i litigi per motivi inutili. Credo che sua moglie se ne sia andata soprattutto per disperazione. Non è detto infatti che essere “estremamente razionale, addirittura pragmatico, con un completo controllo dei sentimenti e delle passioni” sia il massimo di quello che una donna possa desiderare come compagno di vita. Forse destabilizzare la vostra unione è servito a riprendere contatto con una parte di voi stessi che si era ormai completamente annullata e dispersa nel vostro stanco rapporto di coppia. Che dire? Il figlio è grande e sistemato, voi siete presi da questo rapporto come non era mai successo negli ultimi anni, vi volete bene e state bene anche sessualmente… L’unico problema che ci vedrei è la spesa nel mantenere due abitazioni, ma poiché di questo lei non fa cenno, non vedo proprio perché darsi pena: vi siete lasciati per potervi ritrovare. Auguri.

Dr. Giuliana Proietti

ANESTESIA

Gentilissima, le chiedo un consiglio riguardo questa situazione,un anno fà tramite amici ho conosciuto una persona che non è della mia regione,nonostante questo abbiamo cominciato a frequentarci,io separata e lui single,e ci siamo aperti e raccontati le nostre vite senza remore e in breve tempo ci siamo fidanzati,frequentando le rispettive famiglie amici ecc..lui mi ha raccontato di aver avuto una storia che è durata dai 16 ai 32 anni a causa della quale ha sofferto moltissimo quando la ragazza dell’epoca lo ha lasciato. Dopo tanta sofferenza è seguita una sorta di anestesia delle emozioni ..in generale x la vita,scarsa autostima nonostante sia una persona brillante,e difficoltà ad avere storie . Dopo il nostro incontro era contento,dopo anni(ora ne ha 40) finalmente sentiva di nuovo delle cose,aveva iniziato a fare dei progetti per noi e mi aveva appunto coinvolto in toto nella sua vita come io nella mia. Quest’estate però è stato colto da un vero malore,ha detto che si sentiva in colpa nei miei confronti perchè era chiaro che io mi ero innamorata di lui mentre lui ad un certo punto si era fermato e che non essendo giusto non ce la faceva a continuare,pur riconoscendo che tra noi c’era bene,rispetto,stima,massima fiducia,dolcezza e tante cose belle e importanti in un rapporto,non ultima per importanza un ottima intesa sessuale e si domandava cosa altro mancasse.Io da parte mia sono stata sempre consapevole che lui avesse un limite in questo senso e stavo bene con ciò che mi dava,non ho mai avuto pretese e non l’ho mai soffocato con il mio amore e lui stesso ha detto che il mio comportamento non faceva una piega e che di certo una persona come me l’avrebbe difficilmente trovata tra l’altro non ha nemmeno ha interesse a guardarsi intorno dato l’esito della nostra storia. Siamo stati insieme un anno,e ora ci parliamo comunque tutti i giorni,lui dice che se per qualche motivo sentisse di riavvicinarsi non si farebbe problemi a parlarmene nonostante la colpa che sente per avermi ferita..come sarebbe giusto che mi comportassi nei suoi confronti? Anche per aiutarlo a svegliarsi da questa anestesia,lei crede che ci possano essere imput che lo possano far tornare sui suoi passi?Crede di aver fatto la scelta migliore ma non esclude nulla,dice che qualsiasi cosa potrebbe succedere e fargli capire magari di aver sbagliato..ma cosa potrebbe mai avvenire se non ci lavora neanche un pò?Al di là di quello che sento ancora per lui,io vorrei aiutarlo a sbloccarsi.Lei cosa ne pensa di tutto ciò? La ringrazio anticipatamente Laura

Gentile Laura,

Questa situazione potrebbe andare avanti non per anni, ma per decenni. Infatti, vi parlate tutti i giorni e fra di voi c’è amicizia, stima, solidarietà, affetto. In più non vi vedete spesso (o non vi vedete mai) e ciascuno continua a svolgere la sua vita, sapendo però che c’è l’altro, cui poter ricorrere per qualsiasi difficoltà. Lui sa che lei gli vuole bene e che sarebbe disponibile a riaccoglierlo a braccia aperte al suo minimo segnale… Perché mai lui dovrebbe decidersi ad uscire dalla sua anestesia? Provi a “svegliarlo” dal torpore, inviando segnali di crescente disinteresse: è vero, c’è il rischio di perderlo definitivamente, ma potrebbe anche essere questa la strada per creare un utile cambiamento: non solo in lui, ma anche in lei (in fondo, a pensarci bene anche il suo comportamento, rispetto a questa storia, è abbastanza “sedato”… Non trova?)
Con molti auguri.

Dr. Giuliana Proietti

RINASCITA

Cara dott.sa, le scrivo nuovamente dopo non aver ancora ricevuto risposta, in quanto la stimo molto e vorrei un suo parere sul mio caso. Ho 29 anni, laureata da tre anni e in cerca di occupazione nel settore mass media. ho sofferto in passato di attacchi di panico e sono stata in cura da una psicologa. ero stressata a causa di una storia d’amore durata 7 anni con un cocainomane, che mi ha portato via energie, e allontanata da tutti i miei affetti e dall’amore per me stessa. finita la storia ho intrapeso un cammino di rinascita che mi ha portata a ritrovare una certa stabilità. non ho sofferto piu per anni di malori. ora da circa un anno ho sensazione di ansia forte, non panica come un tempo, ma senso di vertigini, tristezza, paura del futuro. cio è avvenuto dopo la morte di un mio caro amico di tumore, la malattia sla che colpito il mio caro zio e soprattutto il fallimento dei miei sogni di ragazza: non ho un lavoro che sognavo, vivo a Roma lontana dalla mia famiglia una città che prima amavo ma ora avverto come tristezza, solitudine, fallimentera. sono tornata da qualche mese a casa dai miei per poter prendere il tesserino da pubblicista presso un giornale locale in calabria e anche se i malesseri fisici sono piu controllabili qui, il mio senso di inquietudini interna permane. ho paura del futuro, di quello che sarò, ho paura di perdere i miei cari, di avere ancora gli attacchi, di innamorarmi ancora, di non trovare piu slanci di gioia, ambizioni e scopi nella vita. sono confusa sulla decisione da prendere sul mio futuro, dove vivere, restare a Roma o tornare nella mia terra tra i miei affetti, abbandonare un sogno e ricominciare, non so piu chi sono, cosa voglio. come potermi sbloccare? la prego mi dia un parere…

Gentilissima,

Grazie per le parole gentili. Spero tuttavia che lei non mi stia chiedendo cosa fare del suo futuro, perché chiaramente non saprei cosa dirle, visto che non conosco nei dettagli la sua storia. Parlando in generale, credo che ciascuno debba inseguire il proprio sogno, ma senza perdere di vista la propria realtà. Adattarsi alla propria condizione di vita senza curarsi del sogno è sbagliato, ma è altrettanto sbagliato inseguire i sogni, senza dare concretezza e stabilità alla propria esistenza. In più lei ha la fortuna, visto il particolare sogno che coltiva, di poter fare entrambe le cose, visto che la distanza geografica, in tempi di Internet, non rappresenta più alcun limite per il settore del giornalismo (e dei media in generale). A 29 anni è giunto il momento di trovarsi un lavoro (qualsiasi), conquistare una sua indipendenza economica e rendersi indipendente dai genitori: questo è il primo passo, dal quale potranno scaturire tutti gli altri. Buona fortuna.

Dr. Giuliana Proietti

VORREI AIUTARE I MIEI GENITORI

salve dott.ssa ho 20 anni e vorrei aiutare i miei genitori cercando di non causare loro ulteriore dolore. loro sono sposati da 21 anni ma nn sono mai andati davvero d’ accordo. io cercavo di non pensare ,credendo fosse tutto normale,ma ora non posso piu chiudere gli occhi e fare finta di niente. molto in breve la situazione è questa: mia madre è una persona molto sola,con un carattere particolare,tendente al nervoso perenne,con un esaurimento alle spalle e un altro in corso aiutato dalla menopausa.non abbiamo un gran bel rapporto. non parliamo molto.ha sempre messo un muro tra noi e quindi mi viene molto difficile affrontarla e aiutarla da sola anche per questo. parte dell esaurimento è dovuto all infelicità che ha per la vita che conduce,con un marito che la trascura,le addossa problemi anche economici,e poco svago.ribadisce sempre ke si è pentita di sposarsi,che prima era indipendente,che insomma il matrimonio e allegati sono stati l errore piu grande della sua vita. spesso dice anche che vorrebbe mettere fine a tutto questo,tipo andando via o addirittura “scomparendo”(allusioni suicide”).inoltre ritiene di essere poco considerata a casa,non aiutata e poco accettata.però ogni volta che cerco di aiutarla dice che vuole fare tutto lei o critica ciò ke faccio. mio padre.carattere menefreghista fondamentalmente ma anche lui soffre in modo diverso. ho saputo il suo stato d animo degli ultimi 10 anni perchè ho letto per sbaglio una sua conversazione con una tizia di una chat. diceva che gli ultimi 10 anni sn stati i peggiori.a causa del lavoro che non andava,dell azienda che è fallita.ecc. chiamava questa tizia amore..e nn entro nei dettagli .nn si sono mai visti. lui le diceva che in questo periodo aveva avuto delle avventure passeggere ma nn credo. a mio padre”serve” mia madre,in quanto lei è impiegata ,con stipendio fisso mensile e i suoi debiti passati li ha pagati lei. nemmeno con mio padre parlo molto. ORA io vorrei mettere fine a questa situazione nn posso dire a mia madre cosa so perchè conoscendo la sua instabilità ho paura. non dicendolo ho i sensi di colpa perchè dovrei metterla al corrente come figlia. se glielo dico potrebbe drimi ah lo sapevi e non mi hai detto niente. se parlo con mio padre si potrebbe arrabbiare dato che lo spio… e io non ne posso piu . grazie anticipatamente

Gentilissima,

A mio avviso la cosa migliore da fare è esattamente il contrario di quella che si propone di fare lei… Infatti, come figlia, lei non ha alcun diritto (e alcun dovere!) di entrare nella vita di coppia dei suoi genitori. Capisco che questa nuova consapevolezza, da poco acquisita, sulla loro infelicità, la faccia stare male, ma non può certo lei, oltre tutto a venti anni, modificare un rapporto di coppia che si trascina probabilmente da quando lei era una neonata. Tanto meno può dare loro dei suggerimenti, o fare un lavoro da mediatore familiare. Quello che può (e dovrebbe) fare, a mio avviso, è cercare di dare loro il minor numero di preoccupazioni possibile, per non aggravare il loro disagio ed in più cercare di portare in casa qualche giovanile sorriso ed entusiasmo, che potrebbe servire ad alleggerire la pesantezza del clima che si respira. Se uno dei suoi genitori le chiedesse di prestare ascolto inoltre, lei dovrebbe senz’altro farlo con attenzione ed empatia, ma senza esprimere opinioni (e tanto meno, senza confidare nulla all’altro genitore, per evitare di creare una ragnatela del tipo io-so-che-tu-sai-che-io-so, dalla quale sarebbe poi impossibile uscire). In più, lei dovrebbe pensare molto a sé stessa e alla sua vita, visto che a venti anni si pongono le basi per costruire il proprio futuro… Auguri.

Dr. Giuliana Proietti

FATICO AD AVERE RAPPORTI

Da 3 anni oramai ho fatica ad avere rapporti con il mio ragazzo, che amo tantissimo e con cui mi sto per sposare, ma con cui non riesco più a afre l amore e eccitarmi. Desidero fare l amore con lui, ma ogni volta che ci provo. Mi blocco per il dolore o per la paura di non riuscirci e cosi gfacendo con il tempo e’ divenatto sempre peggio. Il problema forse più grave e’ che il problema non e’ in generale ma solo con lui, infatti ho avuto una relazione con un altro ragazzo con cui la passione e’ stata travolgente e finita non molti mesi fa. vorrei davvero risolvere questo problema, anche perche l altra telazione era solo passione, ma l amore per il mio ragazzo e forte e non ne ho dubbi. Cosa devo fare? Perche non provo eccitazione e anzi provo dolore? A chi mi posso rivolhgere? Grazie, Francesca Ps: le scrivo dopo un ennesimo tentativo fallito perche come dice il mio ragazzo devo desiderarlo, non farlo perche devo, e cosi finito in un tragico pianto per il dolore e perche mi sento una fallita che non e più capace di fare l amore con l uomo che ama. La pregoi dunque di darmi qualche ruisposta per uscirne, e che non sia che non amo il mio ragazzo, mi rendo conto che possa sembrare cosi, dal mio comportamnto passato e da questo mio blocco, ma le assicuro che lo amo moltissimo, e non credo la passione sia la base su cui crerare un rapporto… ma è comunque importante e vorrei ritrovarla. Grazie ancora, Francesca

Gentile Francesca,

Da quello che scrive si comprende che non vi sono problematiche di tipo fisico o psicologico ad impedirle la penetrazione ed il piacere sessuale, visto che con l’altro ragazzo non ci sono stati problemi di alcun tipo. Il discorso qui diventa filosofico: è giusto continuare una relazione stabile con una persona verso la quale si è spento ogni desiderio? La risposta non posso dargliela io, perché credo che ognuno debba essere arbitro della propria vita. Dal punto di vista “tecnico” le posso dire che il rapporto può essere migliorato tramite l’uso di gel che facilitano la lubrificazione (questo attenuerebbe il dolore e migliorerebbe le sensazioni di piacere, facendole perdere la “paura di non riuscirci”) oppure che con una psicoterapia di coppia si potrebbe tentare di risvegliare l’interesse sopito (è un tentativo, che a volte riesce). In ogni caso, in qualsiasi relazione stabile occorre mettere in conto un futuro calo del desiderio (probabilmente sarebbe la stessa cosa anche con l’altro ragazzo, dopo 3 anni…). Un’unione stabile non può certamente basarsi sul sesso: ci sono tante altre caratteristiche molto importanti da tenere in considerazione, come il carattere delle persone, i valori, gli obiettivi, la condivisione degli interessi, la progettualità, la costruzione di una famiglia, ecc. Detto questo, una coppia senza vita sessuale è in genere destinata a fallire, in quanto i due partners sono più sensibili ai richiami provenienti dall’esterno, c’è maggiore senso di insoddisfazione, nervosismo, mancanza di comunicazione e di momenti di intimità.
Credo di averle fornito degli utili elementi di riflessione, ma non vado oltre, perché le decisioni spettano a lei.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti

SCELTA DI VITA

Gentile Dott.ssa, Leggendo la sua rubrica, mi sono accorta che ho bisogno che qualcuno mi aiuti a capire, quella che deve essere la scelta della mia vita.. anche se mi sento una fallita. Una decina di anni fa ho passato un periodo simile ma non so cosa e’ stato, forse la gioia di vivere che ho sempre coltivato, mi ha dato la spinta di andare avanti. Ora mi sento che non c’e piu nenche questa. Qualche anno fa, facevo un lavoro che mi piaceva che pero non mi dava una stabilita annuale. Lavoravo qualche mese al anno, cosi ho deciso di cominciare a guardare altrove, e per mia fortuna, ho trovato lavoro sempre non a tempo indeterminato, ma sapevo che finche non fosse successo una strage, era un lavoro sicuro, che dava sempre lavoro…perche erano sempre disperati per gente. A me piaceva parecchio, pero ad un punto mi mancava la possibilita di crearmi un qualcosa di mio, un futuro piu stabile, e allora ho deciso di trasferirmi, di cominciare da capo e rischiare. (rischiare fino ad un punto perche sapevo che se non avrebbe funzionato, potevo ritornare al mio precedente impiego)…e’ da 4 anni che vivo fuori, i primi 2 anni sono stati stupendi, un lotta i primi mesi ma poi tutto sembrava che stava cadendo a suo posto. Ho avuto un lavoro che mi piaceva e allo stesso tempo ho conosciuto un ragazzo carino. Dopo poche mesi mi sono accorta che era tutto falso, finito il contratto di lavoro, non me l’hanno rinnovato perche la compania stava in crisi, lui mi ha detto che non voleva sentirsi impegnato. Cosi mi sono rimboccata le maniche ho cominciato a cercare un lavoro nuovo, e a farmi una vita bella, da single e stimolante. Le cose purtroppo, non hanno funzionato tanto, il lavoro, bello, ma con poche possibilita di un futuro stipendio migliore, a causa del lavoro, ho dovuto rinunciare a parecchie uscite, ho perso molte amiche, e le poche che mi sono rimaste si stanno allontanando. Per aggiunta quando mi hanno confermato il lavoro a tempo indeterminato, mi sono messa a piangere. Saby

Cara Saby,

Lei è un bell’esempio di persona che ha coraggio di fare, di intraprendere, di mettersi alla prova e di rischiare. Seppure la sua vita non sia stata fin qui troppo tranquilla, vi sono sicuramente stati dei momenti in cui lei si è sentita felice e pienamente realizzata. Tutte le cose che ha fatto, compresa quella di essere andata fuori a cercarsi un lavoro, le avranno sicuramente insegnato a conoscersi meglio e a contare su sé stessa, acquisendo fiducia di sé e autostima. Certo, questo non basta e vi sono dei momenti in cui l’umore può cadere a terra, fino a sentire dentro di sé un senso di disfatta, di fallimento. E’ una cosa normale: anche le persone più importanti e realizzate del mondo hanno avuto, hanno e avranno periodi e situazioni in cui non si sentono al meglio delle proprie possibilità e aspirazioni. L’importante è guardare sempre avanti, fare progetti, cercare nuovi equilibri e soluzioni. Nel suo caso specifico, forse quello che lei cercava davvero non era il lavoro a tempo indeterminato, (come ha ben capito quando le è arrivato); esso infatti era solo una parte della torta: ora mancano l’amore e gli affetti. Non si scoraggi: con la stessa forza e la stessa determinazione che ha avuto fin qui, ora si ponga questo nuovo obiettivo e se, strada facendo, incontrerà persone sbagliate, usi queste esperienze per comprendere meglio quale è il tipo di persona che potrà renderla veramente felice. Auguri.

Dr. Giuliana Proietti

ARRIVARE VERGINI

Gentilissimi, cercherò di essere diretta. Ho 25 anni e sono fidanzata da 3 anni e il mio ragazzo ne ha 26 . Ci lega un profondo amore e una conoscenza di + di 10 anni. Il problema è che riesco raramente a raggiungere il piacere e solo in determinate posizioni, non mi masturbo e provo fastidio nel farlo e anche se lui lo fa io non provo alcuna sensazione. Ho cercato di autoanalizzarmi e ciò che ne è derivato e che ho anche comunicato al mio ragazzo è che probabilmente i problemi che mi porto dietro derivano dall’educazione troppo rigida datami dai miei genitori. Quando ci troviamo in momenti di intimità, infatti, spessissimo mi capita che da un momento all’altro passo dall’essere completamente presa e travolta da lui a uno stato in cui subisco una forte pressione. Sento le parole di mia madre che dice che bisogna arrivare vergini al matrimonio, o che le mie amiche non sono “brave ragazze” perchè vanno in vacanza con i propri ragazzi o convivono (Parole che non condivido) e tante altre cose dette in termini dettati anche da una certa ignoranza (che non dipende tanto dalla formazione scolastica, a mia madre mancavano pochi esami per laurearsi; quanto + credo un’ignoranza dettata dalla vita). Quello che desidereri fare è superare questi tabù che incidono in modo negativo sulla mia vita di coppia e che stanno finendo per diventare un problema di vita. Come?

Gentilissima,

A mio avviso ci sono solo due modi per comprendere l’influenza che hanno avuto i pregiudizi ed i sistemi valoriali dei genitori sulla formazione della propria personalità: la ricerca personale, o la psicoterapia. Per “ricerca personale” intendo la lettura di autori che possano spiegare i fenomeni di cui parliamo. Se la sua cultura è di tipo universitario le consiglierei di leggere Freud, alcuni testi di psicologia sociale, di psicologia dell’età evolutiva, di sessuologia. Se i “mattoni” le fanno paura, provi ad andare in libreria e a cercare dei libri di auto.-aiuto: in fondo gli autori di questi libri non fanno che rendere più semplici e fruibili i concetti espressi nei libri più impegnativi che le ho citato. Quanto alla psicoterapia, i colloqui con lo psicologo possono aiutarla a vedere certe situazioni della sua vita da angolazioni diverse, comprendendo le dinamiche che l’hanno portata a pensare e ad agire in un determinato modo. Entrambi i sistemi sono validi, la differenza è che attraverso la lettura lei può comunque, a livello inconsapevole, capire e trattenere solo i concetti che già conosce e che ritiene validi, lasciando correre tutto il resto. Nel colloquio con lo specialista invece è più facile che lei possa affrontare davvero tutti gli argomenti, superando le resistenze.
Cari saluti.

Dr. Giuliana Proietti

IL MARITO CHIACCHIERATO

sono sposata da 22 anni mio marito ha 47 anni da quando mi sono spostata ad adesso ci sono state varie chiacchiere su mio marito per tendenze dello stesso sesso! tempo fà ho scoperto che visitava siti gay, ha sempre avuto carenze sessuali devo dar credito alle chiacchiere?

Cara signora,

Ventidue anni non sono pochissimi per tentare di conoscere un uomo: sicuramente, al di là delle chiacchiere, lei si sarà fatta un’opinione sulla persona che le vive accanto… Se la sua vita è stata felice, se si trova bene con lui, lasci perdere ciò che dice la gente e vada avanti per la sua strada. Se, al contrario, la sua vita, anche sessuale, è stata un fallimento, è giusto affrontare il discorso, parlarne, ma sempre lasciando da parte le chiacchiere, che lasciano il tempo che trovano.
Cari saluti.

Dr. Giuliana Proietti

INNAMORATA DI UNA DONNA

sono disperata.ho due figli sposata da 26 anni,,non felice,mi sono accorta di essermi innamorata di una donna,e’ sempre nella mia testa.anche in momenti erotici,non vive nella mia citta’,e da due anni che ci siamo conosciute.non sono ancora riuscita ad esprimermi,e un’anno che non ci vediamo, la sento molto spesso..io sento che anche da parte sua,ci sia la stessa attrazione.non ce la faccio piu’,io voglio rivelarmi…però ho paura di perderla..dottoressa mi aiuti come posso dirle che l’amo seza rovinare il rapporto d’amicizia.grazie.spero di essetmi spiegata bene..ciaoo…

Gentile signora,

Ciò che mi scrive è troppo poco perché sia possibile farsene un’idea, però francamente sono più portata a pensare che lei abbia cercato delle fantasie sessuali spinte per i momenti altrimenti poco erotici con suo marito. L’amore poi mi sembra una parola grossa da usare per questa storia: vi conoscete poco, non vi vedete da un anno… Il consiglio che mi sento di darle è di andarci con i piedi di piombo, svelandosi a poco a poco e solo se proprio non riuscisse a trattenersi. E’ possibile infatti che le sue fantasie possano aver creato una persona, un’attrazione e perfino un sentimento che sono tutti da verificare… Magari cercando di frequentare questa persona nella realtà, per togliersi ogni dubbio.
Cordiali saluti.

Dr. Giuliana Proietti

STRANO DISTURBO

da circa 2 anni mi è comparso uno strano disturbo .sono terrorizzata se devo dormire fuori casa. già nei giorni precedenti la partenza ho un ‘ansia terribile giorno e notte .infatti sono 2 anni che non vado più in vacanza neanche per un fine settimana .premetto che ho sempre viaggiato molto e durante queste vacanze non è mai successo niente di particolare .(incidenti, malesseri etc.)la stessa cosa mi succede se devo andare da un medico . in attesa di una sua gentile risposta Le invio i miei più cordiali saluti.roberta p.s.sono casalinga e ho una vita famigliare abbastanza soddisfacente

Gentile signora,

Questi disturbi non nascono dal nulla e se lei non riesce ad individuarne le cause, questa è una ragione in più per rivolgersi ad uno psicologo. Visto poi che la situazione si presenta, in forma pressoché identica, quando deve andare dal medico oltre che in viaggio, è possibile che vi sia un collegamento fra queste due cose (paura della morte? paura di ammalarsi? ecc.)
Cordialmente.

Dr. Giuliana Proietti

SEMBRA IMPAZZITO

Mio marito(siamo sposati da 2 anni dopo 10 di convivenza),3 mesi prima del matrimonio,deve aver fatto il resoconto della sua vita,del ns rapporto,e altro,e’ andato in tilt !Alla fine ci siamo sposati lo stesso.Premetto che lui era innamoratissimo di me. e io di lui e che i ns problemi ci sono sempre stati,e sempre a causa degli altri! So di avere le mie colpe,non avendo mai accettato una ex moglie ingombrante, un figlio ….sta di fatto che viviamo ugualmente assieme per problemi economici.Lui premetto che dorme poco,e in maniera agitata , ma ho notato che ha cambiato il modo di comportarsi che sembra impazzito!!ultimamente canta,fischia,ripetutamente,anche di notte sbadiglia urlando,e secondo me non si rende conto di tutto questo!Certamente sta vivendo il fallimento della sua vita un’ altra volta,ma non vorrei fosse in depressione,e visto che non vuole andare dal medico,,,come devo comportarmi?? La ringrazio anticipatamente.

Gentile signora,

Credo che lei si senta profondamente corresponsabile di questo fallimento e forse ora teme di averlo fatto impazzire. La cosa da capire, in primis, è se le sue preoccupazioni circa la salute mentale di quest’uomo siano appropriate, o siano semplicemente il frutto di sue fantasie. Per dirimere ogni dubbio è assolutamente necessario avere il parere di uno specialista. Provi a prendere un appuntamento con uno psichiatra, magari dicendo che serve a lei, per una possibile depressione, e si faccia accompagnare da suo marito. Una volta rassicurata su questo aspetto, occorre pensare ad una terapia di coppia.
Auguri.

Dr. Giuliana Proietti

USCIRE DA UNA SITUAZIONE

Gentile dottoressa, circa un anno fa ho conosciuto il mio ragazzo e siamo andati a convivere subito. Questa scelta è stata in un certo senso forzata dal fatto che lui si era ritrovato privo di una abitazione, dopo l’ennesimo casino provocato dalla sua vita balorda. Io ero molto innamorata e felice di aiutarlo. Lui (è più piccolo di me, ha 30 anni) proviene da un passato pesante di tossicodipendenza da cocaina, non ha un lavoro stabile. La sua famiglia è ottima e molto stimata in città ed anche per questo motivo, dopo 10 anni di patimenti ha deciso di allontanarlo. Io sono una donna che ha sofferto molto a causa degli attacchi di panico (risolti dopo anni di terapia) e di una situazione familiare che vede due genitori finalmente divorziati ( un padre sempre assente e sempre pieno di altre donne ed una madre eterna bambina ossessionata dal dominio sull’altro, figlie comprese). Nonostante questo mi sono sempre reputata una donna forte, mi sono laureata e, anche se ho un lavoro precario fatico ogni giorno per pagarmi un affitto e per rendermi indipendente. Non smetto mai di studiare ed imparare perchè ho molte passioni e spero di aprire una mia attività. Non so nulla di droga, ho avuto un passato molto divertente ma sempre entro certi limiti. Avevo un’infinità di amici ed una vita ricca. Oggi mi ritrovo completamente sola, senza amiche e schiava di questo ragazzo dal quale non riesco a liberarmi. Mi umilia quotidianamente e mi manca di rispetto. Parlare con lui è impossibile: ha reazioni verbalmente violente ed intolleranti e preferisce la fuga allo scambio. Quando cerco di spiegargli che sto male in questa situazione urla, spacca gli oggetti e mi spaventa e cosi’ preferisco rimanere muta ed essere insultata piuttosto che rischiare di peggio. Passa le sue giornate dormendo ed uscendo con gente poco raccomandabile. Torna a pranzo e cena, guarda la tv e va a dormire, quando non esce la notte. Abbiamo rapporti completamente insoddifacenti e brevi solo una volta al mese. Di abbracci, baci ed altre tenerezze non se ne parla proprio. Non usciamo mai insieme per sua volontà e non condividiamo interessi (cinema, teatro, passeggiate, ecc…). Cinque mesi fa ha portato a casa un cucciolo che si è impeganto di curare, ma che, all’oggi non ha mai portato fuori (non abbiamo nè un giardino nè un terrazzo). Devo fare tutto io: lavorare, occuparmi del cane, fare da mangiare, lavare, stirare e soprattutto privarmi dei miei pochi risparmi perchè non so mai se il mese dopo lui sarà in grado di pagare l’affitto e le spese. La sua famiglia, da quando lui sta con me, (hanno un’alta considerazione nei miei confronti) ha voluto concedergli ancora fiducia e, seppure non lo rivorrebbero più a casa, ci invitano a pranzo tutte le domeniche e ogni tanto gli danno dei soldi per far fronte alle spese di casa (che lui mi da). Ho ceracto di parlare con loro ma la madre dice che in fondo lui è molto buono anche se ha un caratteraccio e al padre, mi è stato suggerito di omettere parecchie cose per non rischiare che lo allontani definitivamente. Con i miei ho parlato invano perchè mia madre si fa prendere dal panico e mi crea più ansia che altro( ha un compagno da poco e vive la storia come fosse un’adolescente), mio padre sostanzialmente se ne frega(si è risposato). Mia sorella ha un bambino piccolo ed una famiglia sua ed è ben contenta di essersi staccata da quella di origine. Per cui con loro faccio finta che sia tutto a posto. Sono disperata e immobile e non so come uscire da questa situazione. Il contratto di affitto è a mio nome ma da sola non riuscirei a pagarlo per intero tutti i mesi. E in più c’è questo cane al quale voglio molto bene anche se è fonte di problemi( è di taglia maxi con un carattere forte). Più di una volta gli ho detto di andarsene, lui urla, sbatte le potre giurando che lo farà ma poi è sempre qui. Il tutto senza dire una parola, neanche scusa. Come faccio ad uscire da questa situazione? La ringrazio anticipatamente.

Gentilissima,

Credo che lei per questa persona non provi più sentimenti d’amore o interesse sessuale, ma che resti insieme a lui fondamentalmente perché non ha più una famiglia, non ha più amicizie, non saprebbe a chi chiedere aiuto per essere sostenuta economicamente. Non si tratta dunque di una dipendenza psicologica dovuta all’amore che prova per questa persona; lei è (e si sente) molto sola e dunque il rapporto con questo ragazzo le appare comunque sempre meglio di nulla. Credo che l’unico modo per uscire da questa situazione sia quello di andarsene, perché lui non lo farà mai, visto che i suoi genitori non mi sembra siano molto disponibili a riprenderselo a casa e che da solo non potrebbe certo pensare di mantenersi economicamente. Visto che lei non ha particolari legami familiari (non ha più rapporti significativi con la sua famiglia d’origine e non ha ancora dei figli), visto che ha solo un lavoro precario, che non ha ancora un’abitazione di sua proprietà, da un certo punto di vista è una persona non troppo fortunata. Grazie però a questa sua poca fortuna potrà trovare la spinta (altrimenti impossibile) per riscrivere completamente il suo futuro e per dare una svolta decisa alla sua vita. Andandosene, cercandosi ad esempio un lavoro in un’altra città, lei non ha niente, assolutamente niente, da perdere e forse molto da guadagnare.

Cordialmente,

Dr. Giuliana Proietti

Psicolinea.it © 2001-2011

About

Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario
Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario
Antoine de Saint-Exupery: una biografia
Antoine de Saint-Exupery: una biografia

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 1 Gen 2012
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
Lucio Battisti

Lucio Battisti e il suo canto libero

Lucio Battisti rappresenta sicuramente per la canzone italiana quello che i Beatles hanno rappresentato nel mondo per il pop ed il rock’n’roll.

Non a caso, quando morì, il 9 Settembre del 1998, il New York Times scrisse che Battisti è stato “il più famoso cantante pop italiano, paragonato a volte a Bob Dylan, non per il contenuto politico delle sue canzoni, ma per aver definito un’era”.

La musica italiana moderna si è evoluta moltissimo grazie a questo grande cantautore, compositore e produttore discografico: il suo lavoro ha rappresentato una rivoluzione, dato che è riuscito definitivamente a cambiare i gusti musicali degli italiani.

Battisti era apprezzato da tutti i ragazzi degli anni sessanta-settanta, sebbene fosse un tipo introverso e scontroso, che oltre tutto andava sempre contro-corrente. Basti pensare che, in piena contestazione giovanile, lui incideva canzoni d’amore. Eppure, quelle canzoni piacevano, perché erano nuove, e soprattutto perché erano vere, parlavano di emozioni e sentimenti autentici, che ciascuno poteva vivere nel suo privato.

Battisti non si poteva definire un cantante ‘bravo’, almeno secondo la tradizione della canzone italiana: sicuramente non aveva una voce limpida e squillante sul genere del riconosciuto “reuccio della canzone italiana”, Claudio Villa, oppure dei più o meno coetanei cantanti melodici Gianni Morandi o Massimo Ranieri.  Il fatto, dunque, che Battisti sia riuscito ad imporre al pubblico anche i suoi limiti vocali (timbro di voce quasi rauco e scarsa estensione), la sua immagine poco curata, i suoi modi di fare poco formali, dimostra una grande forza di carattere ed una personalità solida e ben strutturata, al di là delle apparenze.

Lucio Battisti era nato a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, il 5 Marzo del 1943 (un giorno dopo Lucio Dalla). Poggio Bustone è un paesetto in collina, dove la maggior parte delle persone fa di cognome Battisti, perché sono tutti imparentati. Non a caso i suoi genitori, Alfiero e Dea, avevano entrambi il cognome Battisti. Il padre era ufficiale giudiziario, la madre casalinga: due persone semplici, che oltre a Lucio avevano un’altra figlia, Albarita.

Nel 1950 i Battisti si trasferirono nella vicina Roma, mantenendo ancora strettissimi legami con il paese di origine, che frequentavano soprattutto in estate. Di Lucio bambino si sa poco, tranne il fatto che era un bambino introverso e con problemi di peso. Così si descrisse egli stesso in un’intervista del dicembre 1970 rilasciata alla rivista Sogno: “I capelli ricci li avevo anche da bambino e così lunghi che mi scambiavano per una bambina. Ero un ragazzino tranquillo, giocavo con niente, con una matita, con un pezzo di carta e sognavo. Le canzoni sono venute più avanti. Ho avuto un’infanzia normale, volevo fare il prete, servivo la messa quando avevo quattro, cinque anni. Poi però una volta, siccome parlavo in chiesa con un amico invece di seguire la funzione, io sono sempre stato un grosso chiacchierone, un prete ci ha dato uno schiaffo a testa. Magari dopo sono intervenuti altri elementi che mi hanno allontanato dalla chiesa, ma già con questo episodio avevo cambiato idea”.

Probabilmente fu questo suo carattere scontroso che lo portò a cercare rifugio nella musica, che conosceva molto bene, sebbene l’avesse appresa come autodidatta, seguendo le lezioni occasionali di un suo amico elettricista. Lucio prese il diploma di perito industriale nel 1962, poi decise di dedicarsi alla musica e fare il cantante. Il padre non era d’accordo e si narra che una volta prese una delle chitarre di Lucio e gliela ruppe in testa…

La prima esperienza in un complesso musicale è nell’autunno 1962 come chitarrista de “I Mattatori”, un gruppo di ragazzi napoletani. Poi si unì a “I Satiri”. Nel 1964 Lucio Battisti andò in cerca di fortuna a Milano, dove cominciò a suonare con “I Campioni”, un complesso che aveva accompagnato Tony Dallara e con loro andò a suonare in Germania e in Olanda.. Tornato a Milano, Lucio si trasferì in un monolocale praticamente privo di arredamento, tranne le sue chitarre e qualche mobile rimediato qua e là. Con il suo gruppo si esibiva tutte le sere in un locale milanese e così tirava avanti.

Nel 1965 Lucio Battisti venne notato da una giovanissima discografica francese, Christine Leroux, la quale si accorse subito del talento del cantante, anche se i suoi testi lasciavano un po’ a desiderare: per questo gli presentò il già affermato paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol. Nacque così il più grande binomio della musica leggera italiana: Mogol-Battisti, una ‘ditta’ che produrrà un successo discografico dopo l’altro, sbancando le classifiche e che lascerà anche nel linguaggio comune, alcune espressioni particolari come: “Non dovevamo vederci più?”, “Una donna per amico”, “Tu chiamale se vuoi, emozioni”, “Lo scopriremo solo vivendo” e tante altre.

Nel 1966 Lucio cantò al Festival di Sanremo la canzone “Adesso si”, composta da Sergio Endrigo, cui seguì il primo 45 giri “Dolce di giorno” e “Per una lira”, con modestissimi risultati di vendite. Le due canzoni vennero poi portate al successo rispettivamente dai Dik Dik e dai Ribelli. Lo stesso anno Lucio firmava il suo primo contratto come cantante con la Casa Ricordi.

Alla Ricordi mostrò subito il suo carattere poco accomodante e non si accontentò di quello che gli offrivano , sebbene lui fosse ancora uno sconosciuto e la Casa Discografica una delle più prestigiose in Italia: pretese una percentuale in più ogni centomila dischi venduti, fino a raggiungere il triplo dei diritti, se avesse superato il milione di copie. Accettarono: chi poteva aspettarsi allora quello che sarebbe divenuto a breve il fenomeno Lucio Battisti?

Nel 1967 Mogol e Battisti firmarono i brani “29 settembre”,  che si classificò al primo posto nella hit parade e  “Nel cuore, nell’anima”, entrambi interpretati dall’Equipe 84.

Nel 1968 iniziò la carriera come solista, con “Balla Linda”, con la quale partecipò al Cantagiro, arrivando quarto ed entrò, per la prima volta con una canzone da lui interpretata, in hit parade.

Nel 1969 partecipò a Sanremo con “Un’avventura“, in coppia con Wilson Pickett, uno dei principali esponenti della soul music, classificandosi al nono posto. Naturalmente il confronto fra il gigante Pickett e l’esordiente Battisti fu commentato in modo sarcastico dai critici di turno: si scrisse che era “impacciato”,  che aveva «chiodi che gli stridono in gola» che era un «selvaggio», al pari di Pierino Porcospino o Attila, re degli Unni. Il 45 giri aveva per lato B “Non è Francesca”.  Un mese dopo uscì un altro singolo, che conteneva  le canzoni  “Acqua azzurra, acqua chiara”, con cui vinse il Festivalbar, e “Dieci ragazze”. Questi due brani divennero i tormentoni estivi del 1969.

A Ottobre dello stesso anno nuovo 45 giri, nuovi successi:  “Mi ritorni in mente” e “7 e 40”. Altri successi di Battisti, cantati da altri, furono “Questo folle sentimento“, della Formula 3, “Mamma mia”, dei Camaleonti e “Il paradiso”, di Patty Pravo.

In questo periodo Lucio conobbe Grazia Letizia Veronesi, sua futura compagna e poi moglie: allora segretaria del Clan Celentano.

Lucio Battisti piaceva a tutti, malgrado il suo look non fosse considerato ottimale per creare appeal sul pubblico: quei capelli così ricci e scomposti, quel foulard sempre legato al collo, come aveva imparato da suo zio Arturo… Ma fu il 1970 l’anno magico di Lucio, in cui incise  ‘Il tempo di morire’ e, soprattutto, ‘Fiori rosa, fiori di pesco’, con la quale vinse il Festivalbar, raggiungendo il primo posto in hit parade. Intanto l’amicizia con Mogol si consolidava, tanto che i due costruirono delle ville confinanti vicino Molteno, in provincia di Lecco, al centro di un grande faggeto.

A Ottobre del 1970 uscì il singolo Emozioni/Anna, due grandissimi successi, cui seguì l’anno successivo un altro singolo che fece la storia della musica leggera italiana: Pensieri e parole/Insieme a te sto bene

Anche Mina decise di incidere una canzone firmata Mogol-Battisti e nacque così ‘Insieme’, un altro successo che è diventato un classico, cui seguì ‘Io e te da soli’ . Patty Pravo incise ‘Per te’. Questi dischi vendettero milioni di copie.

Nel 1971 Lucio Battisti decise di lasciare la Ricordi e di passare ad una Casa Discografica fondata dagli amici Mogol e Sandro Colombini, la ‘Numero Uno’, per cui pubblicò un altro hit: La canzone del sole/Anche per te.

Nel 1972 Battisti partecipò alla trasmissione televisiva Teatro 10 in cui si esibì dal dal vivo in un duetto con Mina, interpretando un medley composto da Insieme, Mi ritorni in mente, Il tempo di morire, E penso a te, Io e te da soli, Eppur mi son scordato di te ed Emozioni. Questa esibizione, oltre ad essere l’ultima in Italia di Lucio, è anche considerata una delle più importanti della musica pop italiana. Lo stesso anno  uscì l’album Umanamente Uomo che contiene varie canzoni di successo, fra cui “I giardini di marzo” e l’album “Il mio canto libero”,  che rimase in testa alle classifiche per 11 settimane. Passò meno di un anno ed uscì ‘Il nostro caro angelo’, un LP nel quale spiccava ‘La collina dei ciliegi’.

Nel 1973 nacque il figlio Luca, ma Lucio e Letizia non si sposarono nemmeno in questa occasione (lo faranno solo nel 1976). L’anno successivo Battisti pubblicò ‘Anima latina’ con ritmi sudamericani e testi più criptici, rispetto a quelli della vita quotidiana, cui generalmente si ispirava Mogol. Poi silenzio per due anni. Il 16 luglio 1975 il figlio Luca, che aveva all’epoca due anni e quattro mesi, sfuggì per poco a un tentativo di rapimento a scopo di estorsione, dal quale si salvò solo grazie al pronto intervento della babysitter.

Nel 1976 un altro successo: ‘Ancora tu’, primo in hit parade per quattro mesi. L’album ebbe successo anche in Spagna ed in Sud America.

Il 1976 è l’anno della ‘scomparsa’ di Lucio Battisti: da questo momento il cantante scelse l’isolamento, non si vide più in televisione, non rilasciò interviste, non frequentò più locali pubblici. In una intervista del 1979 (OndaRock) disse: «Tutto mi spinge verso una totale ridefinizione della mia attività professionale. In breve tempo ho conseguito un successo di pubblico ragguardevole. Per continuare la mia strada ho bisogno di nuove mete artistiche, di nuovi stimoli professionali: devo distruggere l’immagine squallida e consumistica che mi hanno cucito addosso. Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare solo per mezzo del suo lavoro. L’artista non esiste. Esiste la sua arte.»

Gli album pubblicati fra il 1977 ed il 1980 sono considerati i più commerciali tra quelli realizzati da Battisti. Fra questi, ‘Una donna per amico’.

Il tentativo di sfondare nei paesi anglofoni con l’album ‘Images’, di questo periodo, contenente una raccolta delle sue canzoni, fu un flop, anche per le cattive traduzioni e la cattiva pronuncia inglese di Battisti.

Nel frattempo il rapporto con Giulio Rapetti stava prendendo una brutta piega. Pare che le loro discussioni fossero furiose, soprattutto per questioni di denaro e di gelosia. Mogol non poteva sopportare le intrusioni nel loro lavoro della moglie di Battisti. Il cantante parlò di queste incomprensioni, nel 1979: «Il nostro rapporto è il rapporto di due persone di questo tempo che dopo tanti anni di lavoro assieme […] improvvisamente, per divergenze di interessi, si sono messi ognuno su una sua rotaia, su una sua strada, per cui adesso da quattro o cinque anni a questa parte ci vediamo al massimo un mese all’anno. […] È l’esperienza di due persone che stanno diventando completamente diverse.»

Nel 1980 uscì ‘Una giornata uggiosa’, ultimo disco firmato insieme a Mogol.

Nel 1982 arrivò ‘E già’, con i testi firmati dalla moglie Grazia Letizia Veronesi, in arte Velezia : la critica accolse con estrema freddezza questo album, pur riconoscendo l’audacia degli arrangiamenti e della strumentazione, tutta elettronica. Nel 1986 uscì ‘Don Giovanni’, i cui testi erano firmati dallo sconosciuto Pasquale Panella, un poeta che conferiva alle musiche di Battisti un vago e surreale ermetismo poetico. Nel 1988 uscì ‘L’apparenza’, firmato sempre con Panella e sempre accolto freddamente. In tutto, la produzione Panella-Battisti è di cinque dischi.

Con Panella le canzoni di Battisti subirono una svolta radicale; i testi del poeta erano molto diversi da quelli scritti in precedenza da Mogol: di difficile comprensione, densi di giochi di parole e doppi sensi e inoltre gli album non venivano pubblicizzati in alcun modo, per cui le vendite inesorabilmente calavano. La critica non accolse bene questi album e il successo di pubblico andò sempre più scemando. Ciò nonostante, vi sono alcuni cultori di Battisti che ritengono questo periodo di collaborazione Battisti-Panella come il più interessante nella produzione artistica del cantante.

Il 9 settembre 1998 Lucio Battisti morì, senza salutare il suo pubblico, che sperava da anni nel suo ritorno sulle scene: fu la scomparsa definitiva, dato che questa volta non si poteva sperare in un ripensamento. Non si sono mai sapute le ragioni della sua morte prematura e al suo funerale poterono partecipare solo 20 persone, fra cui Mogol.

E’ sepolto a Molteno, sua ultima patria, in provincia di Lecco, dove tutt’ora vivono la moglie Maria Grazia ed il figlio Luca.

Forse, se non vi fosse stata l’abbinata Mogol-Battisti, il cantante laziale non sarebbe mai diventato il mito che è. Molti suoi critici sostengono che fu Mogol, nome d’arte di Giulio Rapetti, a rendere le canzoni di Battisti così innovative nel linguaggio, facendone dei bozzetti di vita quotidiana nei quali gli ascoltatori potevano riconoscersi ed identificarsi.

La vedova di Battisti, Grazia Letizia Veronese, decise da subito di adottare una politica fortemente protezionistica nei confronti della musica di Lucio, bloccando manifestazioni e pubblicazioni di album e video. Per questa ragione le canzoni di Battisti non possono circolare su Internet, non possono essere usate nelle pubblicità, ecc., per cui i giovani non possono conoscere bene questa immensa stella italiana della musica pop degli anni settanta.

Il 9 aprile del 2018 sono trascorsi venti anni dalla morte del cantante e tutti sperano che le canzoni di Lucio possano tornare a circolare.

Ci associamo al pensiero della figlia di Giorgio Gaber, Dalia Gaberscik: “Quando l’eredità artistica di un grande cantautore non è resa disponibile per le nuove generazioni è sempre un grande peccato. Non conosco i dettagli giudiziari della vicenda Battisti né le intime motivazioni della famiglia e quindi non posso giudicarle. Posso solo dire che, da figlia di un grande artista e da semplice fruitrice di arte, mi piacerebbe che le cose andassero in un altro modo. E che l’immenso patrimonio della produzione di Lucio Battisti fosse considerato un bene comune, accessibile a tutti”.

Giuliana Proietti

Imm. Wikimedia

Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario

Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario

Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario La storia di Audrey Hepburn è molto più di quella di una celebre ...
Leggi Tutto
Antoine de Saint-Exupery: una biografia

Antoine de Saint-Exupery: una biografia

Antoine de Saint-Exupery: una biografia Voici mon secret. Il est très simple : on ne voit bien qu'avec le coeur ...
Leggi Tutto
Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 12 Set 2018
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
nuovo farmaco

Nuovo farmaco in sperimentazione per l’eiaculazione precoce

Procedono bene i test su un nuovo farmaco contro l’eiaculazione precoce condotti dalla Urologic Syrgery della University of Minnesota. Il disturbo, che riguarda dal 21 al 33% degli uomini, potrebbe essere curato con un medicinale appartenente alla classe di quelli usati contro la depressione: il dapoxetine. Dopo 12 settimane di trattamento su 2600 uomini, il tempo che precede la loro eiaculazione si e’ triplicato. All’assunzione si associava anche una maggior soddisfazione sessuale.

Fonte: Ansa

Dr. Walter La Gatta

About

Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario
Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario
Antoine de Saint-Exupery: una biografia
Antoine de Saint-Exupery: una biografia
Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

Psicoterapie individuali e di coppia
Terapie Sessuali
Tecniche di Rilassamento e Ipnosi
Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali.

Per appuntamenti telefonare direttamente al:
348 – 331 4908
(anche whatsapp)
email: w.lagatta@psicolinea.it

Visita la pagina Facebook e il profilo Twitter

Visita anche www.walterlagatta.it

www.clinicadellatimidezza.it
I Social
  • 8 Set 2006
  • Dr. Walter La Gatta
  • 0 Comments

Paginazione degli articoli

1 … 40 41 42 … 46
Scrivici

psicolinea@psicolinea.it

Terapie Online

Lun-Ven: 08.00 - 20.00

Hai domande?

Contattaci

Ultimi Articoli
  • Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario
  • Antoine de Saint-Exupery: una biografia
  • Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test
  • Le posizioni dell’amore: dal Kamasutra a oggi
  • La scala Kinsey: la sessualità oltre il binarismo
Categorie
Archivi
Su Psicolinea si parla di
Ansia e Stress Arte Libri e Opere creative Coppie e Relazioni di coppia Depressione Donne Emozioni e Sentimenti Famiglie e Relazioni Familiari Gravidanza e Parto Infanzia e Adolescenza Intelligenza Lavoro LGBT Politiche e Politiche Sociali Psichiatria Psicoanalisi Psicoterapie Relazioni Sociali Religioni Rete e Nuove Tecnologie Terapie e Tecniche Uomini
Clinica della Coppia
Clinica della Coppia
Clinica della Timidezza
Copyright © 2025. Psicolinea.it
Cookies
Anche Psicolinea usa i cookies di terze parti (Facebook e altri social). Se non sei d’accordo all’utilizzo dei cookie, non premere il pulsante "accetta": in questo modo i cookie presenti sul nostro sito non vengono installati nel tuo dispositivo elettronico (PC, tablet,ecc.). Si precisa tuttavia che in caso di disattivazione dei cookie non sono garantite tutte le funzionalità del sistema. Cookie settingsAccetta
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities...
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA