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Author: Redazione di Psicolinea

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Consulenza online - Questioni di Sex 16

Consulenza online – Questioni di Sex 16

Consulenza online – Questioni di Sex 16

Dr. Walter La Gatta consulenza onlineDr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA ONLINE
Tel. 348 3314908

QUESTIONI DI SEX
Archivio Storico  2012-2018
Pagina n. 16

 Vaginismo
#1 03-19-2012, 05:10 PM

Gentile Dr. La Gatta,

Le scrivo perché sono sposata da due anni, ma non abbiamo mai avuto un rapporto sessuale completo, in quanto io mi irrigidisco e lui non riesce a penetrarmi. Litighiamo continuamente ed abbiamo anche consultato un sessuologo, il quale per la verità è stato molto una delusione, perché mi aspettavo che riuscisse a sbloccarci, mentre invece si è perso in una quantità di domande a non finire sulla coppia che non ci hanno portato da nessuna parte. Inoltre, voleva 100 euro a seduta e le sedute duravano 50 minuti. Non posso sinceramente permettermi una tale spesa, ma non vedo altre soluzioni possibili. Mi rivolgo a lei sperando che mi possa indicare una strada, un modo per salvare il mio matrimonio e per sentirmi finalmente una vera donna.
Aspetto cvon ansia una sua risposta.

Gentile Virgo,

Il vaginismo è un disturbo assolutamente curabile e le percentuali di successo sono in genere molto alte. Detto questo, ogni medico o psicoterapeuta formato in sessuologia può offrirle validi suggerimenti per superare questo blocco, ma è ovviamente necessario comprendere anche il contesto in cui lei vive, quali sono state le sue esperienze precedenti, se ha subito dei traumi, quali sono le sue convinzioni sulla vita sessuale, che rapporto ha in genere con la sessualità, quali sono state le esperienze pregresse e poi, oltre a questo, altre informazioni che riguardano la coppia, le modalità di relazione, le abitudini sessuali.
Lei non deve aspettarsi di ricevere aiuto in modo “magico”: nessuno ha la bacchetta magica per risolverle all’istante un problema che dura da anni. Per risolvere un problema anzitutto occorre capirlo. E’ possibile dunque che lei abbia vissuto con fastidio le domande che le sono state poste, pensando che si trattasse di ingiustificate irruzioni nella sua vita privata: al contrario, il collega ha dimostrato di voler eseguire una corretta anamnesi del caso, prima di passare alle terapie. Venendo all’onorario, le assicuro che, cercando meglio, troverà condizioni assai più convenienti.
Con i migliori auguri.

A20

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Lui si è buttato nel sesso a pagamento – Consulenza online
#1 03-19-2012, 04:56 PM

Egr. Prof. mi piacerebbe tanto sapere perché il mio compagno di 18 anni trascorsi a condividere serenamente tutto e persona intelligente e dolce si è buttato senza controllo nel sesso a pagamento prima con donne in carne ed ossa e poi con innumerevoli abonamenti chat per incontri on line comunque poi portati a termine sempre a pagamento. Il tutto tenendo assolutamente nascosta la cosa non solo a me ma a tutte le persone che lo conoscono e mantenendo costante anche uno notevole standard di moralismo e perbenismo. Quando la cosa è venuta a galla, lo choc più grande per tutti è stato conoscere questa sua doppia vita o doppia personalità.
Vorrei inoltre sapere da Lei se la mia reazione di allontanarlo definitivamente dalla mia vita è logica e legittima perché sono profondamente offesa ma ho sempre cercato di chiarire ogni zona d’ombra e la Sua rispsota per me sarebbe molto illuminante e rincuorante.
La ringrazio anticipatamente,

Gentile Sonia,

Quando una persona cade in una dipendenza (di qualsiasi genere essa sia) è difficile che ne parli con altre persone, anche perché in genere si tratta di comportamenti compulsivi, sui quali il soggetto sente di non avere pieno controllo, e dei quali si vergogna. Se, oltre tutto, il suo compagno non è, nella vita, un libertino o una persona senza valori, ma è al contrario una persona che ci tiene alla sua rispettabilità sociale, questa doppia vita può essere stata molto stressante per lui. A mio avviso dunque la persona dovrebbe capire di avere un problema e di avere necessità di cure. Non posso dirle se lei abbia fatto bene o male ad allontanarlo: dipende da quanto lei tenga a questa persona e da quanto sia disposta a perdonarlo e ad aiutarlo ad uscire dal vicolo cieco in cui si è cacciato. Queste domande le deve fare a sé stessa.
In ogni caso, molti auguri.

Psicolinea sempre con te
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta  - Tel. 348 3314908

Inutile dirle di lasciarlo – Consulenza online
#1 03-16-2012, 10:16 PM

Buonasera, sono una donna di roma di 41 anni che l’anno scorso ha conosciuto su internet un ragazzo danese di 31. Lui subito ha approcciato in modo sessuale con foto nude etc…Il rapporto virtuale però era fatto pure di chiacchierte sul vino, l’arte, di tutto un po’, ed è col tempo diventato assiduo e di affetto. Io non mi sbilancio mai su internet perché odio il sesso vurtuale, mentre lui diceva che ero perfetta, bella, la sua anima gemella. Dopo otto mesi ci incontriamo a berlino, senza esserci mai visti progettiamo una vacanza didue settimane tra la germania e roma. Ci incontriamo, mi dice che dal vivo ero meglio che su fb, ma andimo a letto e si gira dall’altra parte. Voglio fare sesso, lui dice che è stanco, che devo dargli tempo, che è tanto che non lo fa e sarebbe durato poco. Insomma lo convinco, mette il condom, entra un attimo ed esce spaventato. Penso che fosse ansia da prestazione. Per 4 sere gli ho praticato sesso orale. Ho pensato che non fosse attratto da me e mi ha fatto pesare gli anni di differenza, per strada mi indicava le ragazine come belle. Ai genitori aveva detto che ero un uomo, a cena la prima sera ha fatto le foto alla cotoletta per spedirla alla madre, mentre trattava me come un uomo. Abbiamo avuto un rapporto completo il quarto giorno e solo perché glielo avevo chiesto. Ha cercato di evitarlo fino all’ultimo ed ha mandato me a comprare i condom. Mi diceva che il sesso non è importante. Mi ha detto che sono brava, è durato poco, poi si è fatto la doccia. La vacanza è finita prima, avevo capito di non piacergli, ma lui ha voluto continuare il rapporto dicendo che gli mancavo, che piangeva per me. A farla reve, tra rotture e ritorni, lui è venuto a stare da me per una settimana a gennaio. Dopo berlino mi ha sempre detto che mi vede come amica, che non mi ama e me lo ha ripetuto anche prima di venire a roma, sapendo invece che io lo vedo come un amante, un fidanzato.
Stiamo benissimo insieme, ci divertiamo, scherziamo, i problemi vengono se gli faccio una carezza (è danese, dice che da loro è strano anche tra fidanzati carezzarsi), se gli chiedo sesso. Mi dice che non vuole farlo, che non lo fa con tutte, che deve essere innmorato, che il sesso non è tutto, insomma mette su scuse su scuse. E’ eccitato e suda, ma non vuole farlo. Se ci parlo midice che se gli portassi una ragazza lo farebe perché non lo ha mai fatto con due donne, lo farebbe con la mia amica ma non vuole farlo con me. Dice che sono bella, che mi apprezza come persona, ma non per fare sesso. In quella settimana io ho un po’ forzato la mano, l’ho convinto a farlo ogni giorno: ogni giorno lo stesso rituale. Io lo guardo, lo tocco e lui: “no, non voglio”, poi io insisto, lui perde il controllo e cede e lo facciamo. Prima di convncersi però mi dice che non capisco niente, che non gli piace, che non funziona, che allora ok, ma deve essere veloce, uno due tre. Lo facciamo, non mi tocca, non mi bacia, mi penetra e viene presto. Dopo luicanta e fischia sotto la doccia e poi è dolcissimo come sempre. Io non so cosa pensare: ho pensato di non piacergli, ma non sarebbe semrpe eccitato (adora il sesso orale), ho pensato al complesso edipico, alla paura di amare, non lo so. Lui non vuole mai perdermi, ma insiste semrpe a dire che siamo solo amici, a dire a tutti che sono un uomo, a nascondere alla sua famiglia la mia esistenza. Eppure progettiamo vacanze insieme, di vivere insieme. Mi aiuti a capire se non mi ama davvero, non gli paiccio oppure c’è una patologia. Se c’è è guaribile? io lo amo molto, inutile che mi dica di lasciarlo perdere.Lui per me è tutto.

Gentilissima,

Provi a rileggere questa storia come se non la riguardasse ed invertendo i personaggi: il quarantenne è uomo e la trentenne è donna. Che impressione le fa? Lei pensa che la ragazza sia innamorata del voglioso e insistente quarantenne, pensa che abbia piacere a fare l’amore con lui?
Le propongo questa rilettura, perché sono sicuro che l’immedesimazione in un personaggio femminile le permetterà di comprendere con maggiore profondità i possibili stati d’animo del suo giovane amico. Non le dirò di lasciare il suo amico, un po’ perché me lo chiede lei, un po’ perché non sono un consulente sentimentale… Come psicologo tuttavia mi permetto di suggerirle di prendere in considerazione una psicoterapia individuale, che le permetta di capire quali sono al momento i suoi reali bisogni e quale il modo migliore per soddisfarli, al fine di ri-trovare benessere e felicità.
E’ probabile infatti che lei abbia preso questa storia e questo ragazzo come una sorta di auto-terapia per superare la depressione e ritrovare entusiasmo per la vita, il che non è detto che dia gli effetti sperati (ed anzi, con il tempo, il rimedio scelto potrebbe rivelarsi addirittura peggiore del male). Non lo lasci dunque, questo suo giovane amico, ma nel frattempo corra ai ripari.
Cordialmente,

Lui frequenta siti porno – Consulenza online
#1 03-16-2012, 10:14 PM

HO SCOPERTO 3 GIORNI FA X CASO CHE IL MIO COMPAGNO ALLA MIA INSAPUTA FREQUENTA SITI DI INCONTRI PORNI.DOPO TANTA SOFFERENZA E PAURA DI PERDERMI,SONO RIUSCITA A FARLO CONFESSARE CHE LO FA DA TEMPO ANCHE QUANDO ERA CON LE SUE EX COMPAGNE.. SIAMO ASSIEME DA QUASI 2 ANNI E NEL NOSTRO RAPPORTO NN è MAI MANCATO NULLA,TRANE LA SINCERITA .. FATORE ESSENSIALE. SONO A PEZZI!!
DEVO CHIUDERE QUESTA SORIA O AIUTARLO COME GIA HO FATO FINO ORA E STANDOLI VICINO NEI MOMENTI PIU DIFFICILI?
GRAZIE.

Gentilissima,

Ogni storia è un caso a sé: non tutte le persone che hanno sviluppato una dipendenza da pornografia hanno la stessa motivazione, lo stesso livello di eccitazione, gli stessi gusti, gli stessi effetti nella vita, ecc.
Impossibile dunque darle dei suggerimenti, viste anche le poche righe in cui racconta il caso.

In linea generale posso comunque dirle che una dipendenza non è un vizio, ma una patologia, e come tale andrebbe trattata.
Cordialmente,

Il desiderio sessuale nella donna infertile
Relazione presentata al Congresso Nazionale Aige/Fiss del 7-8 Marzo 2025 a Firenze. 

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Voglio risolvere i problemi – Consulenza online
#1 03-16-2012, 10:11 PM

salve,
ho 40 anni, sono una bella donna, simpatica e passionale. ho un figlio che inizia l adolescenza e una storia d’amore senza sesso appena finita

perche’ lui troppo frustrato nel non riuscire ad avere rapporti con me. Lui ha 45 anni e cosi importante x me che avrei rinunciato al sesso perche’ non

vuole farsi aiutare. Questa e’ la seconda volta che proviamo a stare assieme e per lui e’ la prima volta che prova ad approfondire un rapporto perche’

appena la storia si fa piu’ seria non riesce piu’ a raggiungere erezione e la chiude. Con me il rapporto dura perche’ sia troppo legati, siamo prima di tutto

molto amici da anni, siamo sempre stati un supporto l uno x l’altra e riesce a comunicare qualcosa di se a fondo solo a me. Sono sicura che tutto cio’ accade perche’ ha vissuto una situazione molto conflittuale tra i suoi genitori e tante imposizioni dai suoi educatori quindi vede la coppia come sofferenza e privazione di liberta’.
Il primo tentativo lo abbiamo fatto 10 anni fa, lo lasciai dopo un anno di totale freddezza comunicativa e affettiva oltre ke

sessuale. si dispero’..ora ci abbiamo riprovato perche’ comunque ci comportiamo come una coppia (totale affinita’, intesa, fiducia, conoscenza e

supporto da anni) ma appena ci mettiamo l etichetta inizia la sua frustrazione aggravata dalla mia situazione non delle piu’ facili dato che il figlio non e’

suo e io sono sempre sotto stress x problematiche di lavoro e famiglia.
Le mia relazione con lui e’ basata su valori profondi e sulla correttezza..infatti ha chiuso con me x non tradirmi e con gran sofferenza, dicendo che non

riesce a gestire la situazione e che lui x me e’ solo un male. Probabilmente mi ha tradito in passato ma non riesco nemmeno a prendermela e quasi quasi

saprei accettare anche questo. Non ho mai avuto un intesa del genere con nessuno..solo grandi intese sessuali (che comunque mi stufavano in pochi mesi) con personaggi inaffidabili, irrispettosi con i quali arrivavo solo ad una competizione negativa e situazione di sofferenza.
Io voglio stare con lui perche’ con lui sto bene e penso che questo sia davvero amore ..non passione o innamoramento.. e’ l unica volta in vita mia che ho deciso razionalmente che lui e’ la persona giusta x me..prima non decidevo e comunque ero guidata solo dall attrazione (fisica o mentale) non da valori importanti.
Sono testarda e se c e’ un problema lo voglio risolvere non scappare come fa lui..che poi si deprime e si sente ‘povero’ perche’ non riesce ad instaurare legami profondi. Sono riuscita a farmi raccontare di questa cosa che non ha mai rivelato a nessuno e si sente ora meglio ma non cambia idea..cosa posso fare x aiutarlo ad affrontarla?

grazie 1000 per l’aiuto

Gentile Sandra,

Credo che la vostra storia sia così profonda e importante, tanto che non può essere abbandonata solo perché le frustrazioni di lui non consentono una completa vita di coppia. Naturalmente non è possibile risolvere con una mail problemi così lontani e importanti che lui ha vissuto e che si riflettono nella sua vita attuale. I due suggerimenti che posso comunque darle riguardano la sua voglia di risolvere il problema e quindi le consiglio di perseverare in questo atteggiamento di vicinanza, che potrebbe scalfire lentamente questo scudo di durezza di cui lui si è munito. Il secondo suggerimento, poiché il primo non può essere risolutivo, è di rivolgersi ad un terapeuta di coppia, che ha strumenti e conoscenze per aiutarvi a superare questa condizione di stallo che vi divide da troppi anni.
Cordiali saluti.


Terapie di Coppia online psicolinea

Tariffe Psicoterapia

Il bisogno di fare pipì
#1 03-28-2012, 01:08 PM

gentilissimo, ho 49 anni soffro da circa 15 anni di un disturbo fastidiosissimo. appena esco di casa sento il bisogno di fare pipì anke se l’ho appena fatta. nn vivo +, nn ho amici, nelle mie uscite super veloci vado in posti dove so ke c’è una toilette. mi può consigliare cosa fare? 1000 grazie e cordiali saluti.

Gentilissimo,

Si tratta quasi sicuramente di una reazione ansiosa, ma in ogni caso farebbe bene a fare tutti gli accertamenti medici per escludere che vi siano altre patologie. Una volta esclusi eventuali problemi organici, potrà migliorare molto il controllo della vescica attraverso la tecnica del training autogeno.
Cordialmente,

Non ha l’orgasmo
#1 03-28-2012, 01:14 PM

Gentile Dottore,
Sono una ragazza di 23 anni,sto con il mio ragazzo da 7 anni (lui ha meno di un anno più di me), ne sono innamorata e mi sento attratta da lui,a volte durante il giorno ripenso ai nostri momenti di intimità, lo trovo attraente etc…nonostante questo ho un problema, molto comune a quanto pare: non ho l’orgasmo, non l’ho mai avuto, né clitorideo né vaginale. Nonostante abbia avuto altre storie prima di lui erano tutte di breve durata e non hanno mai compreso rapporti sessuali ne parziali né completi, quindi lui è l’unica esperienza sessuale che ho avuto. Non capisco cosa ci possa essere che non va.. cerco di lasciarmi andare etc. ma nonostante provi piacere e mi diverta non arrivo mai al culmine. Tramite stimolazione del clitoride provo piacere ma questo ad un certo punto si trasforma in fastidio, quasi fosse troppo intenso. Aggiungo che non amo masturbarmi, ho provato qualche volta ma dopo poco perdo interesse, non mi eccito a lungo da sola. Più passa il tempo più il problema mi sembra grosso… sono tanti anni che stiamo insieme e non mi vergogno con lui, nonostante sia di natura timida ho guadagnato negli anni sicurezza e ora mi sento molto libera e padrona di me, ma questo non sembra aver risolto il mio problema. Ne abbiamo parlato e lui cerca il più possibile di venirmi incontro però niente. So che probabilmente dovrei parlarne con un sessuologo ma gradirei molto qualche consiglio.. è normale che dopo ben 7 anni non sia ancora riuscita a raggiungerlo in nessun modo?? Potrebbe voler dire che il problema è organico? Questo mi spaventa moltissimo. La ringrazio anticipatamente. Cordiali saluti,

Gentilissima,

Anzitutto va detto che è molto più facile raggiungere l’orgasmo attraverso l’auto-stimolazione, che non in coppia, perché evidentemente si vanno a stimolare le zone più sensibili, si sceglie il ritmo giusto, si evita di farsi del male.
Il fatto che lei non abbia sufficienti fantasie erotiche, tanto da portare a termine una auto-stimolazione, fa pensare che lei eserciti un controllo eccessivo non solo sul suo corpo, che non riesce a rilassarsi completamente, ma anche sulla sua mente, che non le riesce a suggerire sufficienti stimoli erogeni (Come mai? Potrebbe esserci un blocco dovuto a qualche trauma, a qualche errata convinzione, a qualche fobia…)
Il suggerimento dunque è intanto quello di indulgere sul piacere erotico a livello di fantasie, attraverso la lettura di libri o la visione di film che possano avere un qualche effetto su di lei. Per l’aspetto pratico dell’autoerotismo, non riuscendovi personalmente, potrebbe servirsi della doccia o di un vibratore.
Solo una volta che lei si sarà conosciuta pienamente, a livello intimo, potrà ri-conoscere le sensazioni che precedono l’orgasmo e lasciarsi andare completamente, anche in compagnia del suo ragazzo. Se non ce la fa da sola, farebbe bene a farsi aiutare in questo percorso da un sessuologo/a.

Dieta e masturbazione
#1 03-28-2012, 01:18 PM

Salve gentile dottore,
vorrei chiederle un chiarimento circa un dubbio. Sono molto magro (66 kg per 1,8m) e ultimamente sto facendo palestra al fine di “ingrossarmi”, seguendo un’alimentazione sana, corretta e ipercalorica (prescritta da un nutrizionista) con l’aggiunta di una piccola quantità giornaliera di proteine in polvere. La mia domanda è: qual’è il contenuto nutrizionale del liquido erogato, in modo tale da reinserirla nella dieta (per esempio attraverso uno spuntino subito dopo l’atto)? Inoltre, può ciò diminuire la massa muscolare? Conviene mangiare prima o dopo la masturbazione? Grazie.

Gentilissimo,

Non so rispondere alle sue domande perché non fanno parte delle mie competenze professionali, ma come psicologo posso dirle che mi sembra assolutamente eccessiva l’attenzione che lei pone in questo momento alla “costruzione” del suo corpo. Tenere in modo esagerato alla forma fisica ha l’effetto di rendere fragili nella personalità: in questa condizione, andare in sovrappeso di qualche etto potrebbe generarle gravi ansie e depressioni. Il consiglio dunque è quello di non mettere al centro delle sue attenzioni il suo corpo, ma la sua intera persona.
Cordialmente,

Rossore
#1 03-28-2012, 01:19 PM

salve.
ho da poco cominciato la mia tesi che mi porta a stare circa 7 ore al giorno in un nuovo posto, con nuova gente a far cose nuove.
prima di allora non arrossivo quasi mai, diciamo 1 volta ogni 2 o 3 mesi insomma….
ad oggi arrossisco più volte al giorno.
mi capita quando sono messa in inbarazzo (in ambiente lavorativo fanno spesso battute sessuali, essendo comunque un ambiente giovanile), e questo mi sembra l’unico rossore giustificato.

arrossisco invece quando durante un colloquio, l’altro fa una pausa fissandomi, mettendomi ansia. o quando si parla della progettazione della mia tesi o in altre circostanze in cui mi si spegne il cervello che si chiude nei suoi pensieri come se fosse un meccanismo stupido di difesa (del tipo se non sento ciò che dice non arrossisco).

in sostanza io sono consapevole che il mio è un problema di ansia, probabilmente legato all’ambiente nuovo e alle situazioni nuove, perchè non ho in genere problemi di relazione anzi, ho moltissimi amici ed ogni volta che esco ne conosco di nuovi, sono molto espansiva, in genere.

ma da quando ho cominciato ad arrossire cosi tanto sono entrata in un circolo vizioso dello stare in disparte per evitare di essere al centro dell’attenzione, cosa che però non mi è mai piaciuta….

Non so che fare in sostanza. cosa mi consiglia?

Gentilissima,

Direi che, per uscire dal circolo vizioso, la cosa migliore da fare è interrompere la catena rossore-vergogna-rossore-vergogna-rossore.
Poiché non può impedirsi di arrossire, dal momento che questa reazione non è sotto il suo controllo, deve intervenire sull’emozione della vergogna, la quale è invece interamente generata dai pensieri che lei produce a livello cosciente.
Se, in questi momenti di disagio, lei imparerà a non vergognarsi di sé stessa, a cercare di prendere (e di far prendere) la sua reazione con allegria e disinvoltura, riuscirà ad interrompere la catena e a ridurre la quantità e l’intensità dei suoi rossori. In ogni caso, sappia che l’interlocutore spesso non si accorge dell’intensità del rossore dell’altro, mentre chi lo prova tende ad intensificarne la portata. Detto in altre parole: se lei si comporterà “come se” la cosa non le fosse accaduta, è possibile che l’altro neanche ci farà caso.
Ulteriori notizie le troverà nel sito .
Auguri.

Lui non ha desiderio sessuale
#1 03-28-2012, 01:22 PM

Ho 25 anni. Sto insieme al mio ragazzo da circa due anni e da circa due mesi non facciamo sesso perchè lui dice di non sentire desiderio sessuale. Ha una situazione piuttosto complicata a casa e molti problemi economici. Ho pensato che potrebbe essere quello, però non mi so spiegare come sia possibile che in due mesi ancora non abbiamo fatto sesso. Andava tutto abbastanza bene prima, anche se già aveva avuto dei momenti di calo nel sesso. Non vuole neanche provare ed è spaventato dal contatto fisico intimo. Che cosa è successo? Può essere solo stress? Gli ho chiesto se il problema è con me e se forse il desiderio tra noi si è spento per lui, ma lui dice che non è questo e che non sente impulso sessuale in generale. Anche lui è piuttosto giovane. Appena 27 anni.

Gentilissima,

Le ragioni possono essere veramente tante e dunque è inutile fare qui una sfilza di ipotesi di vario tipo, che potrebbero riguardare lo sviluppo di una fobia, problemi organici, ansia da prestazione, dipendenza da pornografia, depressione ecc. Possiamo però mettere in evidenza il fatto che siete sicuramente di fronte ad un sintomo abbastanza serio, che esprime malessere all’interno della vostra coppia e che dunque andrebbe preso nella giusta considerazione.
Poiché non credo che suoi dettagliati interrogatori al suo ragazzo possano produrre la situazione di ritorno alla normalità da lei sperata, ritengo che, se la situazione non migliorerà spontaneamente, farsi aiutare da un terapeuta sia la scelta migliore.
Cordialmente,

Relazione sulla Terapia di Coppia dopo un Tradimento - Festival della Coppia 2023

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ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE

Solitudine irrisolvibile
#1 04-08-2012, 07:35 PM

Ecco la mia storia:
Lasciata da compagno da circa un anno, dopo 4 anni di alti e bassi. Lavoro ok, genitori anziani con problemi, rapporto con mamma sempre piuttosto difficile, nessun’altro familiare e/o amico ad aiutarmi, solo conoscenze di lavoro che pretendono. Mi piacerebbe ‘vivere’ normalmente, ma non ho potuto mai farlo. Ora sono stufa, sono stata da psichiatra, ma mi ha dato psicofarmaco entact 10 (2 mezze pastiglie al di) che non ha fatto nulla, preso per quasi 2 mesi, ha solo provocato sensazione di ‘ubriacatura triste’ e senso di stomaco impastato. Per trovare compagnia ho sempre fatto tutto quello che potevo (corsi vari,gite…), ma forse non sono simpatica, non so cosa ho di sbagliato, di aspetto sono discreta. Ho bisogno di qualcuno che mi apprezzi e che voglia condividere con me un giro in bicicletta, una pizza, … è un anno che non esco, salvo che per lavoro.
Ho fatto anche psicoterapia, ma mi sembrava di essere presa in giro, perchè con i problemi che ci sono adesso (politici, economici, gente senza lavoro,…) il mio è una sciocchezza e poi non tutti devono avere un compagno, mi ha detto che potrei restare sola anche tutta la vita, ma per me questa non è vita…Gli ho chiesto se mi provocava, mi ha detto no.
So che per deontologia non si può ‘criticare’ l’operato di un collega, ma io vi chiedo un’alternativa, visto che quanto fatto finora non ha dato risultati.
Ho bisogno d’aiuto cosa posso fare, mi basterebbe che qualcuno s’accorgesse di me, non ditemi che devo essere più disponibile e aperta, ho provato, ma siamo alle solite; perchè io devo aprirmi verso gli altri e gli altri non lo fanno con me? non parlatemi di chat e agenzie matrimoniali. grazie e scusate per lo sfogo, ma non so più da che parte sbattere la testa…cosa posso fare ancora?
Ho passato una Pasqua terribile, non so come ho ancora la forza di scrivere, ma vorrei risolvere

Gentilissima,

Praticamente lei dice: le cose stanno così e non c’è nulla che le possa cambiare; mi sono rivolta a gente come voi (psic vari) che non ha trovato soluzioni efficaci, dunque le vostre armi con me sono spuntate; ho già fatto tutto quello che si può consigliare a chi ha il mio problema di solitudine e non ci sono soluzioni di sorta (basta il titolo: “solitudine irrisolvibile”). Dunque, sembrerebbe quasi che la sua segreta speranza sia che, quasi per magia, con questa rispostina data sul web sia possibile tirare fuori dal cappello un consiglio ad hoc, mai pensato e sperimentato prima d’ora, su misura per lei.
Se questa fosse l’aspettativa, le dico subito che è probabile che resterà delusa ancora una volta (e forse potrà aggiungere questa risposta alla sua lista di fallimenti). Del resto, se non si crede nell’aiuto che l’altro può dare, è inutile chiederlo, dal momento che soluzioni “magiche”, semplici e risolutive, è difficile che ne troverà. Vorrei aiutarla a riflettere che se fino ad oggi le cose non sono andate bene per lei, questo potrebbe dipendere sicuramente dalla sfortuna, dal fato, dalle circostanze, dalla cattiveria del mondo e quant’altro, ma vogliamo metterci che in una piccola percentuale potrebbe dipendere anche da lei, dal suo modo di pensare, di porsi agli altri e di affrontare la vita? E’ ovvio che su ciò che non è sotto il suo controllo (gli altri, il mondo), lei non può fare nulla, ma vi sono aspetti della vita che invece dipendono esclusivamente da lei e cioè lo stile del pensiero, le abitudini, l’attenzione e la disponibilità verso gli altri, il modo di porsi nel rapporto di coppia, ecc. Se lei parte dal presupposto che gli altri non meritino tutte le sue attenzioni e i suoi impegnativi cambiamenti, davvero non c’è nulla da fare, se non aspettare che un giorno venga a salvarla un bel principe azzurro su un cavallo bianco; se invece lei vorrà mettersi in discussione e cambiare/migliorare qualcosa di sé e della sua vita, è possibile che gli altri potranno rispondere a questo suo nuovo modo di porsi in modo assai diverso. Credo che bene abbia fatto il collega nel tentare di rafforzare la sua autostima, per aiutarla a cercare soluzioni dentro di sé e non nel mondo esterno, che non è sotto il suo dominio. Il consiglio dunque è quello di non cercare e non attendersi soluzioni che nascono dal nulla, ma di impegnarsi nella via del cambiamento, riprendendo il percorso terapeutico (faticoso e costoso quanto vuole, ma sicuramente anche efficace) con un professionista di sua fiducia.
Le faccio i migliori auguri, per tutto.

Psicolinea consulenza online
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Dubbi
#1 05-06-2012, 09:35 AM

Ho scoperto che il mio compagno di quasi40anni guarda porno gay?non ha mai dato segnali di interesse per gli uomini!cosa sta succedendo?

Veramente tante possono essere le ragioni. La prima, la più scontata, è quella che il suo compagno possa avere delle fantasie omosessuali, dovute ad una omosessualità latente, non riconosciuta e non espressa (per esempio potrebbe eccitarsi facendo tornare alla mente dei ricordi, reali o tratti da esperienze vissute da altri, come da film, da scene osservate ecc.).
Un’altra spiegazione è che il rapporto omosessuale potrebbe essere per lui una cosa tanto lontana da sé, da voler guardare cosa fanno gli uomini che fanno sesso “dal buco della serratura”, soddisfacendo così il piacere erotico di guardare senza essere visto, come fanno i voyeurs.
Un’altra possibilità, che a me appare la più realistica, è che il suo compagno, come tanti uomini (ma anche tante donne), sia diventato un consumatore di pornografia (il consumo è molto aumentato in questi anni, grazie a Internet) e, quando si comincia a navigare in questi siti, si finisce per assuefarsi alle immagini, per cui si cerca qualcosa di sempre più trasgressivo. E’ così, ad esempio, che si arriva ai siti di pedopornografia, alla ricerca di immagini sempre più forti e sempre più stimolanti.
Se questo fosse il problema, occorre consigliargli un percorso psicoterapeutico individuale, per comprendere le ragioni di questo suo comportamento compulsivo e trovare soluzioni più accettabili e più efficaci della pornografia. Se invece fosse un’attrazione verso la sessualità gay, è consigliabile intraprendere una terapia di coppia, per cercare, se possibile, nuovi equilibri.
Cordiali saluti.

Azzeramento del desiderio sessuale
#1 03-28-2012, 01:23 PM

Buongiorno, ho trent’anni e sono sposato da pochi mesi. prima del matrimonio ho sempre avuto un’attività sessuale normale mentre, da quando vivo assieme con mia moglie, ho avuto quasi un azzeramento del desiderio sessuale e non so darmene una spiegazione. Sicuramente la mia vita ha avuto un grosso cambiamento con il matrimonio ma non so se ciò possa essere stata la causa di questa successiva mancanza di desiderio sessuale.. Sa darmi qualche consiglio in merito o c’è qualcosa che posso fare?Grazie

Gentilissimo,

La sessualità implica anche un po’ di rischio, di mistero e di trasgressione, per cui quando il sesso è troppo scontato, finisce per non eccitare più. E’ come l’appassionato di Nutella, che gode di questo consumo quando ne può mangiare qualche cucchiaio, magari di nascosto, ma se gli venisse offerto questo cibo ogni giorno, a colazione, pranzo e cena, ne avrebbe sicuramente la nausea.
Si tratta di una condizione molto naturale, che ci permette di adattarci all’ambiente in cui viviamo, dando per scontate le conoscenze acquisite e destando il nostro interesse e la nostra curiosità solo per le novità o per tutto ciò che riesce a sorprenderci. Se lo immagina cosa sarebbe per lei doversi sorprendere ogni mattina per il fatto di trovarsi sua moglie nel letto? 🙂
Detto questo, poiché non viviamo solo di istinti, ma anche di ragione, dovremmo fare in modo di creare noi stessi delle situazioni che possano provocarci sorpresa ed interesse e per fare questo ci vuole un po’ di creatività.
Ad esempio, trovando nuovi modi di fare sesso, facendolo in orari e luoghi diversi dal solito, sorprendendo il/la partner con un nuovo abbigliamento intimo, con un sex toy, con una nuova fantasia da realizzare insieme…
Le coppie che hanno un buon rapporto, anche dal punto di vista sessuale, nonostante il passare del tempo, fanno questo. In genere sono delle persone che si impegnano moltissimo, per non lasciare che la fiammella che lo tiene in vita si spenga.
Cordialmente,

Malessere interiore
#1 03-28-2012, 01:27 PM

Salve, mi chiamo Alberto e ho 31 anni, da 11 anni sto con una ragazza, e in questi ultimi 4 anni abbiamo iniziato a progettare un futuro insieme, tra cui una casa che attualmente stiamo costruendo. Ed è proprio 4 anni fà che dentro di mè scaturi’ qualcosa che ancora a oggi mi porto dentro, infatti e come se inconsapevolmente appunto nel 2006 iniziai una sorta di “esame di coscienza involontario” dove mi misi ad analizzare il mio comportamento all’interno della mia relazione. Questo mio scavare nella mente portò a galla dei fatti commessi anni addietro di esperienze sessuali di tipo feticista, i quali sul momento dell’atto non ebbi nessun senso di colpa ma a distanza di 4 anni sono piombati nella mia testa come un chiodo che non vuole lasciarmi piu vivere serenamente, infatti sono perennemente agitato e ansioso, sopratutto quando sto con la mia ragazza, e in me avverto come un senso di vergogna e consapevolezza che non mi merito di stare con lei nè di ricevere il suo amore La mia domanda ora è : cosa devo fare? devo convivere con questo malessere interiore o devo raccontarle tutto? Grazie.

Gentilissimo,

Naturalmente la scelta deve essere la sua: dal punto di vista del benessere della coppia le posso dire che questo genere di confessioni non sempre sono d’aiuto.
Difficile infatti per l’altro/a comprendere cosa possa essere veramente successo, le motivazioni ed anche le giustificazioni del/della partner.
C’è però da dire che, ragionandone in solitudine, si finisce per perdere la dimensione reale del problema e si tende ad esagerare (o a minimizzare) gli eventi, perché i pensieri percorrono sempre le stesse strade ed arrivano, inevitabilmente, alle stesse conclusioni, senza individuare una via d’uscita.
In questo caso dunque sarebbe opportuno parlarne con un terapeuta, per poter valutare l’accaduto da altre prospettive ed avere così una visione più consapevole di ciò che sarebbe giusto fare per stare meglio con sé stesso.
Se il problema fosse più di tipo spirituale, nel senso che, ciò che lei sente di aver fatto la fa soffrire più sul piano religioso (aver commesso un “peccato”) che etico nei confronti della sua ragazza (es. aver tradito la sua fiducia), allora potrebbe provare a confessarsi, se ha fede, perché anche questo può aiutare.
Cordiali saluti.

Relazione sulle Coppie Non Monogamiche

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Masturbazione continua
#1 05-25-2012, 12:27 PM

Saluti, ho 33 anni e sono un masturbatore incallito. Ormai lo faccio in continuazione, anche dieci volte al giorno. L'”attività” masturbatoria occupa quasi tutto il mio tempo libero (ho ormai abbandonato quasi tutti i miei interessi) e sempre più spesso mi capita di “toccarmi” sul posto di lavoro, con i rischi che ben potete immaginare, però non riesco a smettere. Per lo più la masturbazione è accompagnata da fantasie, sempre più bizzarre e violente: del resto io non potrei immaginare una relazione sessuale normale… non avendola mai avuta, non ho mai avuto contatti con donne in vita mia. Sono una persona molto schiva e riservata, non amo avere contatti umani e cerco di stare solo appena posso; considero le relazioni interpersonali come un male necessario, cui cerco di far fronte mantenendo un certo “distacco” con gli altri ed evitando di rivelare troppo di me stesso. Stare con altre persone proprio non mi piace. Per tale ragione non ho mai avuto contatti con l’altro sesso, sebbene ne fossi incuriosito; ma la mia naturale ritrosia e la consapevolezza di non essere “attrattivo” per le donne mi hanno sempre prevenuto dal fare qualsiasi passo avanti. Probabilmente il mio carattere si è “indurito” in giovane età, quando ero spesso preso di mira dai miei coetanei per la mia estrema bruttezza e goffaggine, e ho cominciato a vedere i rapporti umani come una potenziale minaccia. Fino a qualche tempo fa non pensavo fosse un problema, semplicemente mi disgustano i contatti umani e allora cerco di non averne, perché sentirsi costretti a fare qualcosa che non ci piace? Però ora questo problema mi lascia pensare che forse finora abbia sbagliato… Non so proprio che pesci pigliare.

Il fatto che lei abbia posto questo importante problema della sua vita ad un altro umano, seppure in modo virtuale, significa che gli altri possono pure essere disgustosi, ma solo fino a quando non si ha bisogno di loro…Pensare di poter fare a meno degli altri, di vivere una vita senza senza amicizie e, soprattutto, senza amore, è solo un’illusione; l’essere umano è un animale sociale e, per vivere, ha bisogno di stabilire relazioni con gli altri. Poi, certo, c’è chi è più e chi è meno introverso, ma un conto è scegliere di poter avere dei momenti di solitudine, un conto è pensare di poter completamente bastare a sé stessi…
Sul piano sessuale, ad esempio, non c’è nulla di male nel masturbarsi, ma farlo dieci volte al giorno, mettendo anche a rischio il proprio posto di lavoro non penso sia così gratificante, e neppure così divertente: farlo come lo fa lei significa essere entrato nella dipendenza ed avere ormai scarse possibilità di potersene tirare fuori da solo, anche perché una caratteristica di queste patologie è quella che il paziente non riesce a comprendere la gravità del problema che lo riguarda. Lei però ha scritto questa lettera, nella quale mette in dubbio, credo per la prima volta, alcuni aspetti della sua esistenza: forse qualcosa in lei sta cambiando, forse è pronto per chiedere (e ricevere) aiuto. Colga l’attimo, non lo lasci scappare.
Cordialmente,



Una intervista sulla Eiaculazione Precoce

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Psicolinea è uno dei primi siti di psicologia in Rete, nato ufficialmente il 13 Ottobre 2001. Fondatori e Curatori del Sito sono gli psicoterapeuti sessuologi Dr. Giuliana Proietti e il Dr. Walter La Gatta. Nel 2021 abbiamo festeggiato i nostri primi 20 anni!

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  • 19 Mar 2012
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DENTRO E FUORI DI TE
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Pagina n. 16

03-16-2012, 10:18 PM
VUOLE UNA STORIA DI SOLO SESSO

Da ragazzo quando mi innamoravo lo facevo sempre in modo molto intenso, poi dopo qualche anno non provavo più niente e lasciavo la ragazza, mi è capitato diverse volte. A 35 anni ho conosciuto quella che oggi è mia moglie (ho 40 anni), con lei ho avuto un figlio che ha 3 anni. Anche per lei amore sconfinato ma oggi lo sento affievolire, proprio come quando ero ragazzino! Fin qui ancora tutto normale o quasi. Qualche mese fa ho incontrato una ragazza che non vedevo da 20 anni e che non accettò le mie avances di allora. Lei oggi è separata ed ha due figli, ci siamo visti qualche volta, l’ultima abbiamo fatto sesso, entrambi viviamo i ns. incontri molto emotivamente come se fossimo innamorati! Ma è possibile che io a 40 anni non riesca a farmi una storia di solo sesso? Ci sono tanti uomini che ci riescono, perché io no? Troncare questa storia non mi aiuterebbe, sprofonderei nello sconforto, continuarla così potrebbe essermi fatale, tengo alla mia famiglia non vorrei perderla, ho bisogno di aiuto, grazie.
Antonio
Gentile Antonio,

La risposta credo se la sia data da solo: “cessare questa storia la farebbe sprofondare nello sconforto”. Questo potrebbe significare che lei riconosce di avere una tendenza naturale verso la depressione, per cui il bisogno di storie d’amore emotivamente intense potrebbe spiegare “l’effetto terapeutico” che esse hanno in lei: perché le occupano la mente, la mantengono attiva, le forniscono degli obiettivi da raggiungere nel breve periodo. Tutte le storie d’amore però vedono, prima o poi, spegnersi la passione che le ha accese e mantenute in vita, poiché questo è tipico dell’amore. Perché, dunque, lei non riesce ad essere soddisfatto di ciò che ha e di ciò che è ed ha bisogno di cure amorose, per risvegliarsi dal letargo? Se vi fosse un problema depressivo, anche lieve, esso potrebbe essere affrontato e curato con una psicoterapia e lei potrebbe altresì ritrovare il piacere di stare insieme alla sua famiglia, senza doversi inutilmente “drogare” con storie d’amore clandestine. Una storia di solo sesso, per tornare alla sua domanda, probabilmente non avrebbe in lei gli effetti “terapeutici” che una storia d’amore, o di pseudo-amore, riesce a darle, e di cui lei ha attualmente bisogno, per sentirsi vivo.
Cordialmente,

A20

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Le posizioni dell'amore: brevi descrizioni
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03-16-2012, 10:09 PM
MAI AVUTO UNA RAGAZZA

buonasera dottoressa sono un ragazzo ormai uomo di 35 anni di G.,sono stato in terapia da uno psicologo per un po di tempo,senza alcun risultato e specialmente perche non me lo potevo permettere non o potuto continuare le sedute…mi trovo in una situazione di stallo ,abito da solo e lavoro in famiglia,i miei problemi piu grandi sono le relazioni con le persone ,e con la famiglia,non ho possibilita’ economiche non ho diplomi ne laure ne tessere di partito ne spinte da nessuno per cercare altre vie di fuga, dalla solita vita monotona e disgraziata di tutti i giorni.sono commerciante ambulante faccio i mercati,non e’ un periodo molto felice per il commercio pero’ ringraziando il signore un pezzo di pane lo mangiamo sempre……pero’ io sono solo,solo davvero,non posso stare sempre con la mia famiglia il rapporto e’ finito logoro letichiamo sempre e mi compromette il proseguimento della giornata,non riesco a trovare nemmeno una persona che mi stia accanto per farmi carezze e per incominciare un rapporto ed una vita nuova.Certo io sono un po’ difficile non ho hobby e non mi piacciono discoteche e nemmeno frequento i bar il calcio non mi piace…quindi mi ritrovo solo come un cane ed attorno a me ho solo persone pronte a darmi le loro negativita’,e sono convinto che lei lo sa meglio di me quando siamo soli ci assorbiamo di tutto e vediamo di tutto.in questo mondo che non va a chi posso rivolgermi c’e un centro dove posso fare amicizie parlare con gente che a simili situazioni uguali a me o forse sono l’unico,non ho problemi di mente,,sono solo un ragazzo alla quale li piace la vita (questa vita monotona e’ gia 10 anni che prosegue non ho mai avuto una ragazza e non sono nemmeno brutto,sento davvero che ho bisogno di un po di dolcezza cosa che penso che in questa vita che stiamo vivendo ora non esiste sono triste e non vedo un futuro ed ho solo 35 anni secondo lei ho bisogno di aiuto.un salutone grande grazie dell’attenzione.Gentilissimo,

Avere una persona accanto non è solamente un piacere, ma uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano ed è dunque più che giusto che lei, a 35 anni, si cominci a porre seriamente il problema. Per dare una svolta decisiva alla sua vita tuttavia, io non le consiglierei di cominciare dalle sedute psicologiche, ma le suggerirei di organizzare meglio il suo tempo libero, in modo da trovare luoghi in cui incontrare persone dell’altro sesso, con le quali stringere amicizia. Se vivesse in un piccolo centro, potrebbe utilizzare anche Internet per fare nuove amicizie, tramite Facebook o Twitter, oppure iscriversi ad un sito di incontri on line. In alternativa, potrebbe iscriversi ad un corso di ballo, ad una palestra, ad una associazione sportiva o culturale. In ogni caso, tenga presente il fatto che non avere hobbies o interessi è un grande limite: di cosa parla lei con una donna? Di crisi economica? Dei problemi del commercio ambulante? Lei capisce bene che, per rendersi interessante, una persona deve anche cercare di coltivarsi, di rendersi attraente e, per farlo, ha bisogno di sviluppare le sue potenzialità ed acquisire competenze in qualche campo (Musica? Sport? Lettura?). Vi sono anche numerosi libri di auto-aiuto che potrebbero darle delle buone dritte.
Altri utili suggerimenti li troverà nel sito http://www.clinicadellatimidezza.it.
Solo a questo punto, dopo aver fatto tutto quello che le ho suggerito, se non avesse ancora risolto il problema, potrà, o meglio dovrà, rivolgersi ad un terapeuta, per essere aiutato nel suo percorso di crescita personale.
Cordiali saluti e auguri.

03-16-2012, 10:06 PM
TIMIDA
Buongiorno a tutti,
mi chiamo Francesca e ho 21 anni. Sono sempre stata molto timida nel senso che mi riesce difficile entrare in contatto con persone che non conosco, nonostante io abbia provato a farlo (per esempio sono andata diverse volte in vacanza-studio con gruppi di ragazzi che non conoscevo, fatta eccezione per due o tre ragazze con le quali però non ero molto in confidenza…). Alla fine però io ero quella che socializzava meno di tutti perchè non mi sentivo a mio agio tra gente nuova, pensavo sempre di non piacere abbastanza agli altri (e questo mi capita tuttora…) ma la mia timidezza non mi è mai pesata più di tanto, almeno finchè frequentavo il liceo perchè con i miei amici di sempre,e a casa con i miei genitori o i parenti, riesco a essere me stessa. Comiciando l’università però, molte cose sono cambiate: sono andata a studiare in un’altra città e nel mio corso non conoscevo nessuno prima di cominciare. I primi mesi sono stati davvero difficili perchè non riuscivo a fare nuove amicizie, se non in modo superficiale, quindi ho vissuto male il primo periodo ma non ne parlavo con nessuno di questo mio disagio per cui tutti pensavano che stesse andando tutto bene. Il fatto è che quando mi trovo con una persona che non conosco, non so di cosa parlare, non mi viene in mente proprio nulla da dire,è come se la mia mente fosse completamente vuota, e anche quando mi preparo prima degli argomenti di cui parlare finisce che poi li “esaurisco” subito. Questo mi capita soprattutto con le persone dell’altro sesso, infatti non ho mai avuto un ragazzo, solo una storiella durante una vacanza, nonostante io sia una ragazza carina.Un altro problema legato alla timidezza è l’insicurezza: non mi sento mai all’altezza della situazione e questo mi crea non pochi problemi anche perchè la facoltà che ho scelto è piuttosto difficile (studio ingegneria meccanica) quindi mi capita spesso di imbattermi in esami difficili. Io credo che anche l’educazione dei miei genitori abbia contribuito a rendermi timida perchè da bambina lo ero,ma solo un poco.
Grazie e cordiali saluti.

Gentilissima,

Se le può fare piacere attribuire la “colpa” di questa sua mancanza di abilità sociali ai suoi genitori, faccia pure; del resto è provato che la timidezza dipende moltissimo dalle caratteristiche genetiche (e dunque da ciò che, in termini di DNA, i suoi genitori le hanno trasmesso). A questo aggiungerei che, se un genitore trasmette i geni della timidezza, è a sua volta timido, e dunque potrebbe lui/lei stesso/a avere delle difficoltà relazionali, che non aiutano il figlio a conquistarsi un suo spazio nella società. Nel sito http://www.clinicadellatimidezza troverà davvero molto materiale riguardo a ciò.
In ogni caso, pensare che tutto dipenda dagli altri, oltre che inutile, non le sarà certamente di aiuto per trovare le soluzioni che cerca. Ad esempio, tornando alla sua lettera, non è detto che lei si “prepari” gli argomenti di cui parlare nel migliore dei modi: è possibile che lo faccia in modo superficiale, essendo inconsciamente molto più convinta delle sue incapacità relazionali, piuttosto che delle sue obiettive possibilità di poter cambiare in concreto la sua vita. Inoltre, tenga presente che si può molto imparare dagli altri: attraverso l’osservazione attenta, l’ascolto, la tenuta di un diario in cui elencare tutte le “dritte” ricevute (es. nella visione di un film, nelle parole di una canzone, in un libro di psicologia, in un discorso ascoltato per caso in autobus e altro ancora …) L’importante è avere dei modelli, darsi degli obiettivi, anche minimi, ma ogni giorno: questo non significa ovviamente limitarsi ad imitare un’altra persona più socievole in modo passivo ed automatico: occorre semlicemente prendere spunto da lei, per modificare i propri discorsi, le proprie espressioni facciali, la postura, la prossemica… Le abilità nella comunicazione, del resto, possono essere apprese, così come si impara una lingua straniera, o i fondamenti della meccanica applicati alle macchine. Auguri 😉

03-22-2012, 01:50 AM
DEPRESSIONE POST PARTUM 
Buongiorno,sono mamma da 5mesi(39 anni),volevo chiedere un informazione: 
Praticamente ho avuto un cesareo anticipato di un mese per la rottura delle acque anticipate,subito dopo il cesareo dove il mio cervello pensava sempre alle gambe che non sentivo più ed ero preoccupata,comunque subito dopo il cesareo mi sono inziati i problemi,quando parenti e amici venivano a trovare il picccolo in ospedale (oltretutto,non riesco ancora a metabolizzare che è mio figlio,anche guardando la cicatrice non ci riesco),all improvviso mi veniva un forte mal di pancia e scappavo in bagno nella speranza che se ne andassero in fretta,e non riuscivo e tutt ora non riesco a vedere nessuno.Quello che voglio capire è:si tratta di depressione post-partum o ho avuto altri danni a livello celebrale.Ora io non riesco a capire se ho la depressione post partum o meno,dato che il tutto è iniziato già in ospedale dopo il cesareo.Perchè la depressione so che si manifesta dopo un certo periodo di tempo,no immediatamente dopo il cesareo
Grazie per la cortese attenzione
Distinti saluti

Gentilissima,

E’ un po’ difficile comprendere la sua storia dalle poche cose che racconta, perché occorrerebbe saperne di più circa la sua situazione sentimentale, economica, lavorativa, familiare, ecc. Che significato ha, infatti, per lei, questo figlio, avuto in un’età matura? E’ un evento che attendeva da tempo, oppure aveva già rinunciato all’idea di diventare madre? E inoltre, come è stata la sua infanzia, che rapporti ha avuto con sua madre? Altro campo di indagine, sul piano fisico: cosa significa il parto per lei, che rapporto ha con il dolore, è stata la sua prima operazione chirurgica, ha sofferto in passato di ipocondria? E ancora: soffre normalmente di fobie sociali, che rapporto ha con le persone che la circondano? E infine: è soddisfatta di suo figlio, è diverso da come lo attendeva, ha sviluppato un buon rapporto con lui?
Capisco che non si può rispondere ad una domanda con una serie di altre domande, ma lei capisce bene che uno psicologo non è un mago e dunque non ha il potere di tirare fuori dal cilindro le sue risposte, se non è stato messo in grado di comprendere bene la domanda.
Spero tuttavia che riflettere sugli stimoli che le ho fornito le potrà essere utile, per capire meglio quali sono le problematiche che più la riguardano. C’è una cosa che mi sentirei di escludere tout court, e cioè che lei abbia avuto dei danni cerebrali: il solo averci pensato potrebbe essere un sintomo di ipocondria (e dunque di problemi di ansia).
Il consiglio, se può, è quello di rivolgersi ad uno psicologo, con il quale poter parlare di tutto quello che le ho indicato, al fine di trovare una soluzione adattiva alla sua nuova condizione di mamma.
Con i migliori auguri.

03-19-2012, 04:58 PM
MANTENERE UN RAP SERENO 
salve,gli scrivo sperando ke lei mi possa dare un consiglio..sn sposata da 4 anni,con una bimba di 3 anni. 10 mesi fa mio marito ha perso il lavoro,quindi per via dello stress e della mancanza dei soldi,il matrimonio ne ha risentito.Tanto..ogni volta ke provavo a parlare della cosa,oppure dicevo ke così io nn avrei continuato,lui mi chiedeva d aspettare,di avere pazienza,ke una volta sistemato il lavoro,le cose tra d noi si sarebbero risolte.questo x 10 mesi!! Fatto sta ke 2 sett fa ho avuto la conferma ke c’era un’altra donna..da 7 mesi.. che schiffo!!! ho preso la bimba e sn andata via,in seguito alla sua spiegazione “nn ti amo più”. dopo qualche giorno è passato al”sento ke sei molto imp. per me” al “magari col tempo capisco ke t amo davvero” fino l’altro giorno dicendo ke nn stava più cn lei. in tutto questo tempo però,nn ha mai detto torna indietro,vi voglio a casa…premetto ke nnostante la rabbia e la delusione,io lo amo da pazzi. x la bimba devo mantenere un rap sereno,senza fargli capire troppo,però vederlo e sentirlo m fa male,anche xkè lui m chiama 2-3 volte al giorno x cavolate..sn veramente persa,e nn so come m devo comportare,anche x la bimba.. certa d una sua risposta,porgo distinti saluti.

Gentilissima,
A mio avviso è importante che, a questo punto, si chiariscano le cose tra di voi perché, come è dimostrato anche da molte ricerche psicologiche, avere una esagerata pazienza nelle situazioni conflittuali non sempre riesce a dare i suoi frutti. E’ importante infatti, in un solido rapporto di coppia, sforzarsi di capire l’altro: al limite tentare anche di giustificare un suo possibile sbandamento, dovuto a situazioni di stress, che possono avergli fatto momentaneamente perdere l’equilibrio e la determinazione a portare avanti i suoi progetti di vita… Ma ad un certo punto diventa altrettanto necessario ed urgente attivarsi per proteggere la propria serenità e quella dei propri figli.
Per decidere cosa fare di questo matrimonio, lei dovrebbe mettere al centro delle sue riflessioni non l’amore che prova per lui (che potrebbe in questo momento sembrarle paradossalmente ancora più grande, per motivi di gelosia e per il fattore incertezza, che alimenta emozioni e sentimenti), ma il benessere e la serenità del pezzo di famiglia che rimane, cioè lei e sua figlia. Lavori dunque, senza smarrimenti, in questa direzione: se in futuro sarà possibile riammettere nel quadro familiare anche il terzo mancante, questo sarà sicuramente un bene per tutti, ma devono esservene le condizioni. In concreto, eviti dunque di vederlo o di sentirlo più del necessario (eventualmente è sua figlia che deve vederlo, non lei) perché questi incontri non facilitano il perseguimento, da parte sua, di un ritrovato benessere, capace di ridare stabilità, progetti e significato alla sua vita (e, di conseguenza, a quella della sua bambina).
Cordialmente,

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03-19-2012, 04:52 PM
RECUPERARE IL RAPPORTO
Buongiorno,
sono un ragazzo di 32 anni. Le scrivo perchè, con mio grande dolore, il mio rapporto con la mia compagna è in forte dubbio.
Stiamo insieme ormai da 6 anni, da 3 conviviamo. Lei ha 28 anni.
Fin dal primo momento il rapporto è stato fantastico, in questi anni non abbiamo mai avuto dubbi o incertezze. Io la amo e non posso nemmeno pensare ad una vita senza di lei o con altre donne.
Purtroppo di punto in bianco, dopo qualche giorno trascorso con palese disinteresse di lei nei miei confronti (la sera dopo il lavoro non una parola, lei attaccata al pc come fa spesso, io cercando invano di iniziare una discussione) le ho chiesto con decisione che cosa avesse!
Lei con difficoltà mi ha detto che “è un periodo così, iniziato da un mese circa”. Lei purtroppo non parla molto con me e spesso non condivide con me le sue ansie e paure. Comuqnue piangendo mi ha detto che non è più sicura del nostro rapporto, perchè in questo mese non sa il motivo ma la convivenza, la casa e la relazione LE PESA. Ho cercato di capirne di più ma lei non mi ha detto molto altro se non “NON SO, BOH”.
La nostra relazione è sempre stata solida, però effettivamente è monotona. Anche il sesso è stato sempre piuttosto banale…Io ho sempre provato a darle stimoli in più, proporle week end fuori porta, piccoli viaggi ma lei non ha mai voluto. Anche i gesti d’affetto nei miei confronti sono stati sempre più rari (baci e carezze solo da parte mia). Lei inoltre è sempre stanca e annoiata. Non sa mai cosa vuole.
L’unica cosa decisa che mi ha detto in questi giorni è che io non prendo mai decisioni, che a me va sempre bene tutto e magari è per questo che non è più sicura del suo amore per me.
Detto tutto ciò, le ho detto che non mi arrenderò senza combattere, perchè non voglio immaginare una vita senza di lei…Le ho anche chiesto se voleva prendersi una pausa, stare un po’ lontani, per vedere se può aiutarla a chirire i suoi sentimenti, ma non ha voluto!
Cosa posso fare per cercare di recuperare il nostro rapporto senza PRESSARLA TROPPO e ottenere il risultato contrario?
Grazie mille per i consigli che vorrà darmi.
Saluti
M

Gentile M.,Anzitutto è sorprendente che lei possa definire “fantastico” un rapporto che vede uno dei due partners, in questo caso la ragazza, sempre stanca e annoiata, che non parla mai, che non le dimostra gesti di affetto, che fa il sesso in modo banale, che trascorre la sera su Internet anziché insieme a lei ecc. Un rapporto così non è affatto fantastico e dunque la sua ragazza non ha tutti i torti nel dire che lei non prende mai decisioni e che le va bene tutto… Probabilmente la sua convivente con questi atteggiamenti voleva segnalare un suo malessere, che lei non ha evidentemente raccolto. Ora è arrivata una crisi più profonda e forse questo è un bene, perché vi aiuta a cercare davvero il necessario cambiamento. Prenda dunque questo momento in modo positivo e, come mi sembra stia già facendo, lo usi per ri-creare, insieme alla sua partner, un rapporto più soddisfacente per entrambi. Essere seguiti da un terapeuta in un momento così critico può essere molto di aiuto, perché impegna i due partners a mettersi entrambi in discussione, a comprendere meglio le proprie e le altrui esigenze, ad accettare dei cambiamenti nella vostra routine. Tutto questo, con molta probabilità, vi permetterà di ritrovarvi: potreste essere ancora in tempo.
Saluti e auguri.
03-28-2012, 01:32 PM
CAMBIAMENTI NELLA COPPIA

buongiorno mi chiamo alessio e sto attraverando una crisi con mia moglie siamo sposati da 13 anni ed abbiamo 2 figli e 3 anni fa abbiamo perso un figlio perchè nato con una malformazione cardiaca questa vicenda l’abbiamo vissuta in modo diverso io ho cercato di cancellarla evitando di parlarne e non l’o aiutata negli ultimi anni il nostro rapporto si è raffredato sono 15 iorni che discutiamo perchè alla fine è venuto tutto fuori lei mi dice che sente che non l’amo più ed io fino a 2 iorni fa dicevo che non era vero ma la sua sensazione è quella poi abbiamo parlato e le ho dato ragione che non c’è più l’amore ma un bene profondo le ho detto che comunque lei mi piace fisicamente come donna e sono attratto da lei in quel momento mi sono sentito più sereno siamo riusciti a parlarci a farci effusioni e a fare l’amore poi oggi mi ha detto che non capisce i miei comportamenti mentre prima le dicevo che ero innamorato non la sfioravo neanche ora che sono riuscito a confessare che le voglio bene la cerco. per me lei è imporatnte e non riesco a vivere senza lei ho voglia che anche lei si avvicini a me che la sera non stia su facebook per ore ma stia accanto a me o paura che la sto confondendo vorrei aiutarla per ritrovare l’armonia ed continuare il rapporto cosa posso fare ed è normale questo cambiamento? grazie.

 

Gentilissimo,Come vede, il vostro grande problema è la mancanza di comunicazione: non appena siete riusciti a ritrovare un dialogo, a parlare un po’ di voi, ad esprimere le vostre emozioni, ecco che qualcosa è cambiato e, se non altro, avete ritrovato l’intesa sul piano fisico. Quanto all’amore, è evidente che dopo 13 anni di convivenza e dopo aver superato prove durissime, come la perdita di un figlio, l’amore non possa più esprimersi con le stesse modalità che vi erano all’inizio del vostro rapporto… Ritrovare un’intesa non significa tornare a quei momenti, che appartengono ormai al vostro passato, ma cercare equilibri sempre nuovi, che tengano conto delle esperienze vissute e dei bisogni di ciascuno di voi (bisogni che non rimangono evidentemente uguali a sé stessi, ma che si evolvono, in relazione alle esperienze di vita). E’ inoltre importante ritrovare degli interessi in comune, fare delle cose insieme. Se la sera sua moglie sta su Facebook, lei cosa fa? Vede la partita? Sarebbe invece importante, non dico tutte le sere, ma almeno due-tre sere alla settimana, stabilire un nuovo modo di trascorrerle insieme, facendo qualcosa che piaccia ad entrambi. Questo potrebbe essere un altro piccolo passo avanti per ritrovarsi, non nel passato, ma nel presente.
Cordiali saluti.

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03-28-2012, 01:31 PM
LUI E’ PORNODIPENDENTE
Gentile D.ssa, finalmente un sito serio che affronta argomenti di psicologia.
Ho 38 anni e da cinque anni convivo con un uomo di 40 anni. Tutto molto bene, ci amiamo, siamo felici, caratteri molto forti e testardi ci portano spesso a scontrarci, ma in modo intelligente riusciamo anche a chiederci scusa.
Il mio lui è un porno dipedente, in ogni momento di pausa (settimanale o week end, al ritorno dal lavoro mentre termina il suo lavoro su PC, mentre mi attende se faccio dei mestieri o mi sto preparando x uscire) non perde attimo per guardare siti porno, foto, blog, video, confrontandosi spesso con alcuni nostri amici che contatta in chat, scambiandosi anche link nuovi. (Premetto, è un figlio unico di genitori molto anziani, non più presenti, molto timido che da adolescente passava spesso il tempo a giocare con il famoso Nintendo, piuttosto che andare alle festicciole con gli amici, tanto le ragazzine non lo consideravano, dice lui!). E’ un uomo oggettivamente molto molto carino, simpatico, introverso, anche se ha fatto animazione e qualche sfilata, da 15 anni fa il rappresentante. (Una storia di 7 anni, prima di me, con una ragazza più giovane un pò farfallina che alla fine lo ha tradito). Sapevo fin dall’inizio di questo suo “hobby” che, come dice lui, lo distrae dallo stress, gli permette di staccare la spina. La cosa ke mi lascia un pò perplessa è che ormai tra di noi si è inserita un’amante, ma non nella sua accezione fisica, ma materiale e virturale: il PC che anche a cena è sempre al suo fianco. Il nostro lato sessuale va bene, certo non abbiamo rapporti tre v/dì come prima, in questi ultimi periodi poi tra lo stress del lavoro e la perdita di mio padre 8 mesi fa, mi ha rallentata un pò, nonostante a me piaccia fare l’amore, ma questo suo lato estenuante dedito al porno mi ha nauseata un pò. Inoltre, pratichiamo, da alcuni anni, giochi di coppia (e non scambio) ove lui è dedito alla ricerca di qs coppie. Sono una bsx soft (mi piacciono anche le donne), ma ho e abbiamo dato un limite a qs gioco, che poteva diventare troppo compulsivo. Non siamo alla ricerca di altri partner, ma lo viviamo come una ciliegina sulla torta da concedersi ogni tanto. Quindi, credo, non ci manca nulla e non gli manca nulla da qs punto di vista (certo impensabile ritornare a fare l’amore tutte le sere, mi piacerebbe ma crollo!).
Ritornando al mio lui, mi chiedo quali le conseguenze, semmai ce ne fossero, in questa sua dipendenza, che spesso nega in termini di tempo (indefinito) trascorso nella visione o quale rifugio, penso proprio sia così, in caso di discussioni. Agli inizi mi arrabbiavo un pò sulle ore trascorse, sul fatto che il PC fosse stato inserito anche a cena (con sua giustificazione: tanto dopo un pò ti addormenti e io mi sento solo). Le donnine non parlano, non giudicano e non si addormentano, rispondo, la virtualità non è la realtà.. vorrei lo capisse, se fosse un rifugio, se invece fosse un modo per spegnere il cervello, ripeto, quanto può essere deleterio tt ciò? (Premetto che agli inizi guardavamo i siti insieme, poi mi sono saturata, come un pasticciere che fa pasticcini tt i giorni). E non in ultimo, forse il fatto che mi ami molto, ma essendo amante del corpo femminile, soprattutto quello delle ventenni, non mi crea competizione in testa (per i miei anni non posso certo lamentarmi, anzi me ne danno tutti meno), ma ogni tanto mi frena cerebralmente. Attendo sua risposta e ringrazio.

Gentilissima,

Grazie dei complimenti iniziali e delle tante notizie che dà su di sé, che permettono di farsi un’idea abbastanza precisa della situazione. Quanto alla vostra relazione, credo che non vi siano al momento grandi cambiamenti, dalle premesse iniziali: lui si è rivelato sin dall’inizio con molta sincerità, raccontandole di questo suo “hobby” e coinvolgendola nei suoi giochi erotici e nelle sue fantasie. In un primo momento, lei ha trovato tutto questo divertente e stimolante, essendo anche lei una persona che ama il sesso, ed essendo oltre tutto molto attratta fisicamente da questa persona. Il fatto però è che il suo uomo, a differenza di lei, ha sviluppato una vera e propria dipendenza, non tanto da sesso, quanto da pornografia. Come lei dice, questa è una fuga dalla realtà, un’auto-terapia per combattere insicurezze e depressione. Accade dunque che ora, finita la sbornia dell’innamoramento e degli interessi erotici iniziali, lei cominci a vedere la situazione del suo uomo in modo più oggettivo e si renda conto che i suoi comportamenti non esprimono, diciamo così, un bisogno di trasgressione erotica creativa, ma sono dei chari sintomi psicopatologici: non ultimo il bisogno di “consumare” pornografia anche la sera a cena, quando vi rivedete dopo una giornata di lavoro. Lei, con la sua partecipazione attiva alla complessa vita sessuale del suo partner, ha contribuito in questi anni a farlo sentire “normale”: è evidente che ora una posizione critica, o meno coinvolta, da parte sua, potrebbe contribuire a far sentire il suo uomo sempre più scoperto, più vulnerabile, meno sicuro di sé. Il pericolo è che lui potrebbe reagire a tutto ciò rifugiandosi ancora di più nel suo mondo virtuale. Il suggerimento dunque è quello di cominciare al più presto una terapia di coppia, perché non mi sembra vi siano altre strade da percorrere, se desiderate restare insieme.
Saluti cordiali.

Relazione sull'Innamoramento - Festival della Coppia 2023

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03-31-2012, 04:38 PM
MARITO COLPITO DA ICTUS
Mio marito é stato colpito da in ictus invalidante al 100% dopo solo 6 giorni dal parto della nostra bimba.
Dopo i primi stravolgimenti al suo ritorno dall’ospedale, terapi, intrusioni dei miei suoceri ora a circa due anni emezzo dal fatto mi ritrovo a pensare al divorzio.
Lui é diventato cattivo di carattere, egoista, tutto ruota attorno a lui e tutti i suoi parenti si son sempre preoccupati di cime stava lui ma mai di come stavo io.
Non ho già divorziato per via della bambia, se la bimba non ci fosse stata forse già avrei agito.
Non mi separo anche perché il solo pensiero di lasciare la bambina a lui mi atterrisce.
In caso di divorzio sarebbe costretto aritornare da mamma e da papà che lo adorano tanto e la bambina sia con il padre che non i ninni paterni nno che abbia un buon rapporto.
Mi aiutate a capirci qualcosa?

Gentilissima,

Ovviamente, dopo una esperienza del genere, suo marito non può essere più quello di prima ed è del tutto naturale che i suoi genitori siano stati e siano preoccupati per lui. (Lei cosa farebbe se, malauguratamente, a sua figlia capitasse la stessa cosa, 6 giorni dopo essere diventata mamma? Quando si è genitori, lo si è per tutta la vita, anche quando i figli sono grandi e sposati…)
In ogni caso, è più che comprensibile il fatto che questa vicenda abbia fatto perdere anche a lei un po’ del suo buon umore e della sua disponibilità verso gli altri: dopo 9 mesi di attesa, il ritorno a casa una neo-mamma se lo aspetta sicuramente diverso da quello che è capitato a lei e dunque sono comprensibili la delusione, lo stress, la frustrazione con cui lei ha dovuto vivere il suo primo periodo di maternità e l’attaccamento forse esagerato che ha sviluppato nei confronti della sua bambina.
Di fronte a questa grave avversità è del tutto comprensibile che ciascuno di voi abbia mostrato senza pudore le proprie fragilità ed anche i propri egoismi, dal momento che essere degli eroi non è facile e non è cosa da tutti i giorni. Ciò che però ciascuno di voi (compresi i suoceri) a questo punto potreste fare è cercare di sforzarvi un po’ per tentare di ricostruire quella coesione e quella intimità che sono necessarie per il benessere di una famiglia che voglia restare comunque unita.
Infine, va detto che probabilmente i suoi suoceri, occupandosi di suo marito, le hanno dato e le danno ancora un aiuto concreto (per quanto invadente e non sufficientemente rispettoso del suo umore, ugualmente molto provato) che probabilmente andrebbe più apprezzato, anche per i risvolti pratici che questo loro impegno regala al suo benessere, e soprattutto a quello della sua bambina.
In psicologia si parla di resilienza, cioè della capacità di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzati e addirittura trasformati positivamente: forse uno psicologo potrebbe aiutarla in questa direzione.
Saluti e auguri sinceri.

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04-02-2012, 10:02 AM
ADOLESCENTI
Buongiorno allo staff.
Sono la mamma di un ragazzo di quasi 16 anni in piena crisi adolescenziale mistico religiosa. Mi spiego.
Da quasi un anno ascolta black metal music.
Ora mi ha confidato che non sa a chi credere. Mi ha confidato che a volte si rivolge a Satana per chiedere aiuto.
E poi dice che non ha amici (non è vero) e si sente solo e infelice.
Sono davvero preoccupata.
Help me.
Elena 

Gentile Elena,

Se suo figlio le dice di sentirsi solo, ci creda! Non è sufficiente avere dei genitori attenti e sensibili o un vasto gruppo di amici per non sentirsi soli… Sentirsi soli significa sentire di non avere accanto delle persone adeguate con le quali potersi consigliare e confidare. In primis dunque, le suggerirei di mostrarsi più disponibile nei suoi confronti (il che significa ascoltare con attenzione e pazienza, senza giudicare, senza rimproverare, allo scopo di capire bene i suoi problemi. Solo in seguito, dopo diversi colloqui, cercare di consigliarlo per il meglio).
Se già lei (e suo marito!) fate tutto questo, ma senza successo, la cosa migliore da fare è rivolgersi ad uno psicologo di cui suo figlio abbia fiducia. L’obbligo alla riservatezza del/della professionista gli permetterà infatti di esprimersi con maggiore libertà di quanto possa fare con un genitore e di capire che le soluzioni trovate per risolvere i suoi problemi non solo non sono adeguate, ma possono creargli problemi ancora più gravi.
Quanto alla musica preferita, è un fatto che i testi di queste canzoni trasmettono messaggi che possono turbare i giovanissimi e confonderli circa i propri valori. Il consiglio è quello di leggere insieme a suo figlio queste canzoni, per discutere insieme a lui i messaggi che esse veicolano (ma in modo che questi discorsi non vengano sentiti da suo figlio come degli attacchi personali). Inoltre, potrebbe essere utile introdurre delle discussioni di tipo culturale sulle diverse religioni, sul mito di Satana nelle diverse culture, ecc. Altri discorsi utili potrebbero essere di tipo psicologico, nello spiegare che in natura non esistono il Male e il Bene, perché essi sono in realtà mescolati in ogni cosa (noi compresi) e che a volte percepire le cose o tutte positive o tutte negative è un effetto della nostra volontà, che agisce in base a desideri di cui non sempre siamo consapevoli. Sono sicura che, partendo da questi spunti, lei possa trovare su Internet o in qualche libro, teorie e ragionamenti che possano aiutarla ad essere convincente, o quanto meno stimolante.
Cari saluti.

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

03-29-2012, 10:59 AM
GENITORI E FIGLI
Salve, sono oppressa da mio figlio ventenne, non riesce a trovare la sua strada, abbiamo cambiato + volte facoltà ed ora è iscritto a storia, materia di cui lui è incline, ma nonostante tutto,ha detto che preferisce lavorare con il padre, con cui esce qualche volta durante la settimana per imparare…ma il punto non necessariamente questo, anche perchè lui è libero di scegliere, studi, vita e quant’altro…infatti lo affianco senza reprimerlo in nulla anzi cerco di renderlo autonomo nella vita che è solo sua..cercando di non stargli troppo vicino, visto la sua età ormai da uomo. Ma nonostante,egli presenta spesso fissazioni per computer, consolle come play station, o xbox e per ultimo con il suo televisore…infatti vien fuori sempre qualcosa che non va che non funzioni alla perfezione e stiamo sovente ad ripararli o a sostituirli ,come pallino ‘fisso’ nella sua vita….In ragion di questo l’altra sera ,egli stesso si è reso conto, ed ha palesemente sperato che queste manie sparissero man mano che cresceva e maturava. ma puntalmente queste tecnologie sofisticate vanno sempre incontro a guasti, che lo fanno cambiare fortemente l’uomore. Per fortuna c’è la palestra che lo impegna 3 volte a settimana laddove lui stesso ha piacere a frequentarla per coltivare i suoi muscoli. Ha una ragazza deliziosa con cui si vede scambiandosi gli incontri spesso a casa nostra, laddove io ho un immenso piacere che lei venga da noi perchè si crea una sorta di equilibrio di serenità, cosicchè lui non mi richiede attenzioni continue a chiedere pranzi e cenette impegnative e minuziose x mantenere i suoi muscoli, ma piuttosto il piacere di mangiare tutti insiemee non sentirmi necessariamente schiavi del maschilismo suo e del padre. IL rapporto con quest’ultimo, non è dei migliori, non avendo dialogo, lui avverte una certa rabbia nella ostilità del padre…infatti qualche volta si prendono, ed io impallidisco x paura.. e questo mi rinverdisce il timore che possa esplodere ogni qualvolta la ‘miccia’…tra i due che x sfogarsi aspettano il momento opportuno per far valere la supremazia l’uno su l’altro nonostante lui, non sa affiancarlo ed essergli complice, come genitore maschio, anzi urla più nevrotico..fino a quando intervengo nel mediare e calmare i toni….distruggendomi nell’anima e nel cuore di madre e donna. Loro, però escono anche insieme qualche volta x il calcetto o per lo shopping, che fa anche con me. Ma come si fa a ponderare e a mediare tra loro sempre, sono esausta, gradirei un pochino di tranquillità, collaborazione, e meno permalosità negli atteggiamenti di mio figlio,forse ancora infantile ed incerto..Comprendo che fare il genitore è molto difficile, e non pretendo nulla da nessuno…. Grazie per l’ascolto non proprio chiaro, ma mi riesce difficile riassumere ed analizzare proprio tutto….vorrei tanto esser meno presente e coinvolta..!!!e che lui sia SERENO…come potrei fargli comprendere a superare queste sue fasi..grazie

Gentilissima,

La sua lettera parte con la descrizione delle difficoltà di un ventenne nella scelta di quello che sarà il suo futuro, prosegue nella descrizione di questa sua modalità per fronteggiare lo stress, trovata nell’uso della tecnologia, e nel senso di frustrazione che suo figlio prova, non appena gli viene a mancare questa valvola di sfogo. Poi la scena si allarga alla sua famiglia, che appare discretamente conflittuale, con scarso dialogo, competizione fra padre e figlio, e sua necessità di mediare ad oltranza, perché l’apparente tranquillità familiare possa essere mantenuta.
Come poi osserva in conclusione di lettera, tutto questo la stressa e la confonde, arrecandole ansie e preoccupazioni, che non le permettono di vivere serenamente.
A parte il solito discorso di rivolgersi ad uno psicologo per essere aiutata, che non le faccio, dal momento che ritengo lei lo abbia già preso in considerazione, il consiglio che sento di darle è quello di provare anzitutto a sbrogliare la matassa dividendo “il problema” in tanti piccoli problemi, per i quali cercare delle singole soluzioni.
Infine, nonostante ciò che lei spiega doviziosamente in principio di lettera sulla indipendenza di suo figlio, sul fatto che la vita è la sua, ecc., mi permetta di dirle che qualche passaggio lascia dubitare sul fatto che le cose stiano esattamente come lei le descrive… E’ possibile invece che lei sia terrorizzata dall’idea di ritrovarsi sola con suo marito, in un nido squallido e vuoto. Prima che suo figlio si allontani definitivamente da lei, forse sarebbe utile impegnarsi, per recuperare un po’ il rapporto con suo marito.
Cordiali saluti.


Terapie di Coppia online psicolinea

Tariffe Psicoterapia

04-13-2012, 11:41 PM
ADOLESCENTE RABBIOSO
Buongiorno dottoressa, complimenti per il sito che è molto accogliente e interessantissimo. Le scrivo per chiedere un consiglio per mio cugino. Ha due figli maschi. Il primo è un ragazzo tranquillo, il secondo sin dall’infanzia, pur essendo affettuosissimo e anche molto sveglio e dotato di grandi capacità fisiche, ha evidenziato un carattere prepotente, ma soprattutto ha delle crisi di rabbia durante le quali è impossibile farlo ragionare. In qualche modo rivela lo stesso carattere del padre, che io conosco sin dall’infanzia. Mio cugino ha molti problemi: da tempo non guadagna perché si è imballato col lavoro, la moglie porta avanti la famiglia e lo fa pesare. Per la verità lui si dedica moltissimo alla famiglia e alla casa tanto da bloccarsi anche nella ricerca di soluzioni al suo problema di lavoro. C’è un disagio enorme nella loro vita, si sente che non sono felici fra loro due, e quando il ragazzo si innervosisce se la prende coi genitori e col fratello urlando e sbraitando, li insulta, poi gli passa, come una perturbazione, ma tutti restano affranti e senza forze. Perché succede questo? Che dinamiche ci sono? E soprattutto, che fare?
Grazie per la risposta.

Gentilissima,

Anzitutto grazie per i complimenti, che sono sempre bene accetti 😉
Venendo alla sua domanda, credo che anzitutto sia opportuno chiedersi se la famiglia abbia, in qualsiasi modo, manifestato il bisogno o il desiderio di essere sostenuta ed aiutata in questo momento di difficoltà. E’ importante, perché a volte, con le migliori intenzioni, ci si dà da fare per offrire il proprio aiuto, ma questo viene invece preso come una indebita ingerenza…
E’ probabile che il ragazzo abbia, nel suo patrimonio genetico, una certa predisposizione fisiologica agli scatti di rabbia, se così accade e accadeva anche al padre. A parte la genetica, è evidente che l’esempio paterno ricevuto, sin da quando il ragazzo era piccolissimo, potrebbe avergli offerto un deprecabile modello maschile, nel quale suo nipote non poteva che identificarsi. Probabilmente questo atteggiamento gli è utile per mascherare la sua insicurezza: attraverso la sfuriata lui si allontana, fisicamente e psicologicamente, dalle pressanti richieste provenienti dall’ambiente, alle quali non riesce in quel momento a fornire delle risposte adeguate.
Se questa fosse la ragione dei suoi repentini cambiamenti d’umore, si potrebbe cercare di contrastare le sue aspettative, ovvero evitare che il ragazzo ottenga, attraverso questi atteggiamenti/comportamenti, ciò che desidera (e invece lo ottenga nei momenti in cui si mostra disponibile alla discussione e alla cooperazione).
Infine, ultima ipotesi, ma pur sempre da prendere in considerazione, è quella di comprendere se il ragazzo possa soffrire di disturbi più gravi, nel qual caso un apposito test (MMPI) potrebbe offrire risposte abbastanza sicure, se non altro per escludere una patologia psichiatrica.
Saluti cordiali.

04-21-2012, 11:41 AM
PAURA DI ESSERE DERISI
Salve, 
ho 32 anni e ho un gravissimo problema di autostima. 
Fin da bambino ero molto introverso, attaccato alla mamma iper-protettiva, grasso, brutto, sgraziato, trasandato, goffo e impacciato. Non avevo amici, anche perché sono sempre stato il “primo della classe” e ciò contribuiva ad isolarmi. Ero deriso da tutti e mi sentivo lo zimbello della comunità. Sviluppai anche strane fobie: ancora oggi, quando qualcuno ride alle mie spalle, sono convinto che stia ridendo di me, e provo paura.
Durante l’università ho avuto un calo di rendimento e sono caduto in depressione, sono andato in cura presso uno psichiatra perché mi odiavo, non essendo più nemmeno bravo negli studi (l’unica qualità positiva che mi riconoscevo) ero diventato un nulla ai miei occhi, vagheggiavo l’idea di suicidarmi. Con la terapia sono uscito dalla depressione ma non ho risolto il mio problema di autostima, anzi avevo un argomento decisivo in più per avere paura di essere schernito (ero un malato mentale in cura da uno psichiatra). Diventai un eremita, non uscivo più di casa, non ebbi più alcuna relazione sociale salvo con il mio cane.
Solo dopo la laurea e l’inizio della carriera lavorativa ho dovuto, per forza di cose, avere a che fare con dei colleghi. I rapporti con loro sono sempre stati buoni ma puramente formali, non riesco ad aprirmi con nessuno, e di fatto rimango uno sconosciuto anche dopo anni di frequentazione. Non riesco a dire la verità su me stesso e spesso racconto bugie senza alcun motivo apparente. Nel tempo libero non incontro nessuno.
La mia vita sessuale, poi, è veramente penosa e squallida e ne provo una grande vergogna. Alla mia veneranda età sono ancora vergine… Non ho mai nemmeno avuto una conversazione con una ragazza, mi terrorizzano. Inoltre, essendo obeso e sgraziato, ho vergogna del mio corpo, che cerco di coprire quanto posso (da 15 anni mi rifiuto di andare al mare), e questo certo non mi aiuta. Ma sono convinto che, in fondo, il mio aspetto esteriore sia persino meno peggio di quello che ho dentro. Sono un masturbatore compulsivo e faccio fantasie sessuali assurde e perverse, in cui sono umiliato e seviziato nei modi più fantasiosi da donne cattivissime. 
Ormai sono certo che non avrò mai una vita amorosa. Tutte le ragazze della mia età sono sposate o fidanzate, e io stesso, se fossi una ragazza, non vorrei mai uno come me. Ma sono certo che non riuscirei comunque ad avere una relazione normale, perché le mie paure me lo impedirebbero. Sarei sopraffatto dalla paura persino con una prostituta.
Da qualche tempo, però, sono perseguitato dal pensiero che assecondando le mie paure ho sprecato la mia vita e che ora è troppo tardi per rimediare. Sono sempre nervoso, spesso tiro pugni sui tavoli e sui muri senza motivo, ho voglia di urlare. Mi sono reso conto di essere la persona che volevo evitare di diventare, anche con il suicidio: un essere degno solo di derisione e scherno. Non trovo una via d’uscita. 
Grazie mille
Gentilissimo,Anzitutto si lasci dire che a 32 anni lei è ancora in tempo per dare una svolta radicale alla sua vita, perché è appunto intorno ai trenta anni che si diventa veramente sé stessi, grazie al lavoro e alla possibilità, ormai completa, di fare le proprie scelte di vita. E’ evidente però che al momento lei non si senta ancora bene con sé stesso e non apprezzi la sua vita ed i suoi comportamenti.
L’unica soluzione possibile (perché non ve ne sono altre, che vengano dall’esterno) è quella che lei si imponga dei cambiamenti nel suo modo di essere e di vivere. Tuttavia, a meno che non le accada qualcosa di incredibilmente motivante, che l’aiuti a scuotersi (ad esempio un innamoramento ricambiato), lei potrebbe incontrare in questo molta difficoltà, anche perché sono ormai troppi anni che lei usa tutte le sue energie per distruggersi, interiormente ed esteriormente, anziché per crescere come persona e per “costruire” una personalità di cui poter avere rispetto.
Finora ha provato la via dei farmaci e della psichiatria: ora avrebbe bisogno di una psicoterapia, che l’aiuti, passo passo, in questo cambiamento.
Inutile infatti dirle di darsi da fare per conoscere gente o avere degli hobby, o andare a ballare, o fare dei viaggi ecc.: allo stato attuale, nessuno stimolo avrebbe effetto su di lei, perché la sua lettura della realtà è, sempre e comunque, in chiave pessimistica ed auto-distruttiva. Per cominciare a guardare alla vita con maggiore ottimismo non basta cambiare i propri comportamenti: occorre cominciare dai propri pensieri. E un terapeuta potrà esserle davvero molto utile.
I migliori auguri, per tutto.

Terapie Sessuali

03-28-2012, 01:29 PM
LUI NON LA ASCOLTA
salve ho 29 anni sono sposata da quasi un anno con mio marito di 40 anni siamo stati fidanzati un anno e mezzo inizialmente ero la donna piu’ felice del mondo, sapeva come farmi sorridere era presente ma dopo il matrimonio la fine non mi sento piu’ amata, mai una volta che abbiamo dormito abbracciati non riusciamo piu’ a dialogare . quando torna dal lavoro mangia poi si rifugia nel suo studio davanti al pc e se provo ad avvicinarmi cambia programma, oppure dorme non piu’ desiderio sessuale di stare con me io non so piu’ cosa pensare. ho provato mille volte a parlargli dei disagi che vivo quotidianamente ma non mi ascolta e parla d’altro forse c’e’ un’altra ditemi cosa posso fare?lara

Cara Lara,

Forse negli ultimi tempi non avete più curato con attenzione il vostro rapporto ed avete acquisito delle abitudini di vita che vi hanno allontanato. Lei infatti si lamenta perché non si sente ascoltata, lui si rifugia nello studio, davanti al pc, per non sentire i suoi lamenti, e dunque lei si sente ancora più trascurata, e allora lui… Si è innescato un circolo vizioso, per cui la cosa più giusta da fare, per cambiare qualcosa nel vostro rapporto, è quella di interrompere questa catena. Come? Cominciando da ciò che è realmente in suo potere: sé stessa. Invece di tentare di cambiare l’altro, attraverso richieste di attenzione e lamenti, lei potrebbe provare a mostrarsi diversa: più rilassata, più sorridente, più curata nella persona, più affettuosa nella vostra quotidianità, ed anche più sorprendente e misteriosa, nel fare le cose che a lui piacciono (sesso, cucina, hobbies, ecc.). Non possiamo al momento sapere se questa strategia potrà essere vincente nel vostro rapporto: di sicuro non lascerà le cose come stanno, perché questo suo nuovo atteggiamento obbligherà necessariamente suo marito a cambiare il suo (magari non subito; gli lasci un po’ di tempo per metabolizzare…). In base ai risultati che otterrà, cerchi dunque di capire quali comportamenti funzionano nel migliorare il rapporto e nel cambiare il suo uomo, e quali no. A volte, per essere felici, occorre aiutarsi un po’… 😉

04-23-2012, 07:18 PM
AIUTO!
Salve, vorrei raccontarle la mia storia. Ho 19 anni e sto con un ragazzo di 24 anni da più di 3 anni, con cui sono stata più male che altro.
Una storia tormentata, dove in tutto e per tutto la mia persona dipende da lui. Ci siamo lasciati più volte, un po’ perchè sentiva altre ragazze, un po’ perchè mentiva per stupidaggini. Lui fondamentalmente è uno spirito libero, anche se nonostante questo siamo riusciti a trovare un precario equilibrio, dove io cercavo di essere meno assillante e lui cercava di avvicinarsi a me.
Però allo stesso tempo sono diventata vendicativa, ho iniziato a sentire un ragazzo che sentivo spesso al telefono (cosa che non capitava mai col mio fidanzato, solo sms niente di più), ma finì subito perchè ancora amavo lui. Dopo alcuni mesi sono iniziati dei dubbi per alcuni suoi atteggiamenti, così controllando i tabulati telefonici ho scopero che si sentiva ogni giorno con una ragazza già da due mesi. L’ho perdonato ma è iniziato un’agonia infinita, dove vivevo controllando ogni sua mossa e infastidendolo. Dopo quattro mesi scopro che si sente con la sua ex fidanzata, sposata con un figlio. Le ho parlato e l’ho minacciata di dire tutto al marito ma dopo la sofferenza e l’umiliazione subita non ce l’ho fatta: ho pensato al suicidio. Cosa impensabile per me, ho iniziato a prendere farmaci ma fortunatamente mi ha frenato il chiarire con lui, ancora una volta.
Così la storia continua, altelenante come sempre, volevo lasciarlo ma non ci riuscivo. A febbraio scopro che il mio ex stava attraversando un brutto momento a causa del tumore di suo padre, quindi mi sono avvicinata molto a lui. Passavamo ore e ore al telefono, abbiamo fatto l’amore più di una volta. Ma ad un certo punto il mio ragazzo sospetta qualcosa. Così decido di confessare il tradimento (a metà, non del tutto) dopo due settimane dove non voleva più saperne ci vediamo e facciamo l’amore ma mi rendo conto che i problemi precedenti non si erano cancellati, stavo male lo stesso, lo volevo più presente ma nulla. Adesso dopo mie ripetute pressioni (che voglio più chiamate, più presenza nella mia vita da parte sua) lui sta cedendo e non vuole sentirmi molto, così io insisto e lo cerco ma lui è sicuro sul fatto che non cambierà mai. Ho perso la mia dignità, mi sento insicura e mi sono umiliata troppe volte..cosa devo fare? Grazie in anticipo.

Gentilissima Dadina,

Vorrei anzitutto dirle che è giusto vivere gli amori con intensità e passione, ma nel farlo, occorre non perdere completamente di vista la propria felicità personale e il proprio benessere.
Ciò che ha raccontato della storia con questo ragazzo dimostra che siete due persone completamente diverse, e che ciascuno dei due cerca di cambiare l’altro. Un’altra cosa importante che mi è sembrato di notare è che quando uno dei due si accorge che l’altro lo sta abbandonando, allora si risvegliano i sentimenti e l’attaccamento; quando invece va tutto “bene”, per così dire, ciascuno dei due sostanzialmente si fa gli affari suoi…
Questo può accadere perché siete convinti di amarvi davvero, mentre in realtà potrebbe trattarsi di una illusione d’amore, alimentata dalla continua paura della perdita dell’altro e dell’abbandono.
Non saprei davvero dirle cosa deve fare, perché non conosco né lei, né la sua storia in profondità, ma posso comunque confermarle che le coppie che non vanno d’accordo su niente, che non hanno interessi e valori condivisi, vivono forse storie intense di passione, ma findamentalmente non sono felici.
Si interroghi dunque su cosa significhi per lei la felicità e cerchi di capire se questo ragazzo è una persona che, in questo senso, le dà o le toglie. Partendo da questa considerazione, decida lei stessa cosa fare del suo futuro.
Saluti cordiali e auguri.

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05-03-2012, 02:17 AM
TROPPO TARDI?
Cara Dott.ssa Proietti,
Ho 40 anni, single, con varie alle spalle. Circa 7 anni fa, ho conosciuto una ragazza straniera (oggi 36 anni) con la quale nacque immediatamente una intesa profonda che allora non era amore (almeno per me), ma certamente andava oltre la semplice amicizia. A quei tempi lei era alla fine di una lunga ed importante storia, che pur concludendosi definitivamente alcuni mesi dopo le lasciò una gravidanza. Ammetto che quando seppi che lei era rimasta incinta, semmai avessi avuto velleità sentimentali nei suoi confronti, mi ritrovai a tirare il freno a mano (peraltro io stesso al contempo avevo altre situazioni poco chiare). Ciononostante in tutti questi anni abbiamo continuato a sentirci, e quando capitava a vederci (lavoriamo entrambi in ambito accademico, e i congressi offrono opportunità in tal senso): incontri sempre all’insegna della passione. Recentemente in me qualcosa è cambiato, e la passione si è mutata in sentimento, cosi preso il coraggio a due mani (sostenuto da una serie di suoi “segnali” del passato che mi facevano supporre che anche lei provasse lo stesso) le ho parlato. Purtroppo la risposta non è stata quella in cui speravo: lei mi ha confessato di essere stata innamorata di me per tanto tempo, e che in passato nonostante le difficoltà ci avrebbe provato, ma ora vuoi la distanza (una volta avrebbe accettato di trasferirsi, oggi non più), vuoi il figlio da crescere, vuoi la carriera non se la sente di prendere impegni. Mi ha spiegato che al momento è felice della sua libertà totale e non vi vuole rinunciare (tra le righe ho capito che vuol sentirsi libera di intraprendere anche relazioni fugaci senza il senso di colpa di tradire qualcuno), che sicuramente un giorno vorrà una situazione stabile e definitiva ma che oggi non è quel giorno. Detto ciò ha detto che tiene a me tantissimo, non vuol perdere il nostro rapporto speciale e vorrebbe tutto restasse come prima. Come potrà immaginare, una tale risposta mi ha sul momento devastato emotivamente: io ne sono innamorato, e ciò che lei mi propone non riesco piu a farmelo bastare; peraltro ormai la gelosia mi attanaglia e vedo in ogni suo amico un potenziale flirt. So che la cosa piu intelligente da fare sarebbe troncare ogni rapporto e cercare di dimenticare, eppure non riesco a farlo. Non voglio perderla totalmente e per sempre. Forse in me vi è quella fugace speranza che un giorno lei possa tornare sulle sue decisioni e condividere con me la sua vita (io credo che lei qualcosa per me la provi ancora, ma ormai cosa sia è difficile da capire), ma io non voglio aspettare (peraltro senza alcuna certezza comunque). Cosa dovrei fare? Mollare tutto, accettare la situazione, sperare…? Devo anche confessare che comincio a vivere la pressione psicologica della mia età, ed ho maturato una voglia di stabilita affettiva e di paternità che in parte mi condizionano.
Con stima,Gentilissimo,Forse troppo tardi. L’amore è più vicino al mondo delle emozioni che a quello della razionalità: quello che oggi, dopo tanti anni di frequentazione, seppur sporadica di questa persona, lei considera come un “innamoramento” tardivo potrebbe semplicemente essere un ragionamento molto razionale che la spinge a soddisfare il sopraggiunto bisogno di una maggiore stabilità affetttiva e di una paternità. Forse, facendo uno screening fra le ragazze che lei attualmente conosce e frequenta, deve esserle apparso evidente che questa persona potrebbe assai meglio delle altre assolvere il ruolo, sia di compagna che di madre. Del resto c’è anche, indubbiamente, un forte feeling fra di voi, visto che vi cercate ancora, dopo tanti anni. Le vostre esigenze di vita tuttavia, seppure simili, non si sono manifestate in modo sincronico e questo vi ha purtroppo allontanati.
Per ovvie ragioni, vista la modalità in cui apprendo la sua storia, non posso darle un parere serio su quello che lei dovrebbe o non dovrebbe fare, ma posso suggerirle una domanda classica sull’amore alla quale dovrebbe cercare di rispondere con assoluta sincerità: ha bisogno di questa persona perché la ama, o ama questa persona perché ha bisogno di lei?
Stia bene.

05-01-2012, 11:21 PM
NON SO SE MI AMA ANCORA OPPURE NO
Sono innamoratissima del mio attuale compagno. Stiamo insieme da 9 anni. Abbiamo un figlio insieme ed uno mio del primo matrimonio. Fino ad un anno fa non passava un giorno senza che lui mi dicesse ti amo o comunque parole dolci, mi facesse carezze all’improvviso, mi prendesse per mano, mi abbracciasse. Ora nulla di tutto questo, perfino quando facciamo l’amore non ha più una parola dolce per me, a volte fatica a parlarmi. Io sto morendo di dolore e anche quando mi verrebbe d’istinto dirgli ti amo, mi trattengo e non lo faccio perchè il non sentire ti amo anche io mi distrugge l’anima e comincio a piangere. Ho bisogno di capire, con lui ne ho parlato molto chiaramente e gli ho detto quello che ho scritto qui. La risposta è stata che lui mi ama ancora ma non sa perchè non riesce più a dirmelo e che non mi devo preoccupare. A me non basta, sono stata usata e maltrattata dal primo marito, ora mi sento usata e abbandonata dal secondo. So di essere pretenziosa ma seguo semplicemente quello che dice il mio cuore. Ora però mi serve seriamente l’aiuto di uno specialista perchè mi sembra di impazzire e tra un po’ annegherò nelle mie lacrime…e sono così stanca di piangere. grazie per la risposta

Gentilissima,

Ci sono uomini che dicono parole davvero molto dolci e carine alla moglie, anche in presenza di altri, che non smettono di farle pubblicamente coccole e complimenti e poi, non appena la partner si allontana, si dedicano ad intrecciare più e più storie sessuali ed amorose con altre donne (ed in alcuni casi, anche con altri uomini…). Dunque? E’ meglio sentirsi dire continuamente “ti amo” o poter contare sull’affetto sincero di una persona? E’ possibile inoltre che, con il passare del tempo, maturando, il suo uomo possa sentirsi diverso da colui che pronunciava quelle parole d’amore e che si senta oggi più a suo agio nel dimostrare il suo affetto attraverso gesti più prosaici, ma non per questo meno importanti. Del resto, c’è anche da dire che una persona non dovrebbe dire “ti amo” per sentirselo rispondere, ma dovrebbe dirlo per comunicare all’altro, gratuitamente, ciò che prova per lui/lei.
Detto questo, le parole dolci, se non vengono spontaneamente, possono anche essere stimolate, attraverso qualche gesto d’amore, qualche attenzione o dichiarazione inattesa, un regalino, ecc. Provi a fargli capire quanto lui sia importante per lei con i fatti, con la dolcezza, non con i soliti discorsi del do-ut-des, fatti a tavolino, che nella coppia difficilmente conducono alla soluzione dei problemi e più spesso servono ad alimentare le tensioni.
Cordiali saluti.

05-08-2012, 01:39 PM
DICE CHE NON MI AMA PIU’, MA…

Buon pomeriggio. Inizio col dire che lui è stato il mio migliore amico (e forse unico vero amico) x 3 lunghi anni. Poi, dopo che lui mi aveva proposto più volte di iniziare una storia ho accettato. Abbiamo vissuto momenti difficili e altri molto belli. più volte ci siamo allontanati ma ci siamo sempre cercati e abbiamo chiarito. Lo scorso venerdì però abbiamo parlato e mi ha detto: ” non voglio continuare la nostra storia perchè tutte le discussioni hanno spento ciò che sentivo però ti voglio molto bene”. Poi però ha iniziato ad essere strano, mi ha detto che non vuole perdermi poi che invece ci dobbiamo allontanare. Ieri mi ha detto che aveva voglia di sentirmi e mi ha accompagnata vicino casa. Dopo mezz’ora ha detto che lui non cambierà mai idea e che è tutto finito ma verso mezzanotte mi ha chiesto se era vero che avevo contattato un altro ragazzo e quando gli ho detto che era solo un amico mi ha detto: ” va bene ciao ” e non si è più fatto sentire fino ad ora: gli ho chiesto perchè voleva sapere se avevo contattato qualcuno e mi ha detto: “lascia stare tanto ormai…” … aiuto, non lo capisco… dice di non amarmi più ma non capisco i suoi atteggiamenti troppo in contrasto tra loro… tutto è iniziato quando ha chiesto a una vecchia amica un consiglio su come fare con me perchè non andavamo daccordo… dottoressa a suo parere esiste una spiegazione a tutto questo? secondo lei può essersi accorto che ci tiene ancora a me? posso fare qualcosa per cercare di far rifiorire il suo amore per me e fargli provare le emozioni dei primi giorni? la prego mi risponda in modo molto approfondito, ho bisogno di capire…

Gentile Lucia,

Mi sembra di capire che il suo ragazzo non sappia che decisione prendere: da una parte infatti si rende conto che la storia con lei potrebbe non funzionare, a causa delle vostre diversità caratteriali, ma nello stesso tempo si sente ormai troppo legato a lei, per cui capisce che perderla definitivamente, a causa di un altra persona, per lui sarebbe troppo doloroso. Del resto, tornare all’amicizia, come se non fosse accaduto nulla di più tra di voi, non è obiettivamente molto facile.
Probabilmente nella situazione attuale lui, piuttosto che perderla del tutto, sarebbe disposto a continuare la vostra relazione, anche se non se ne sente pienamente soddisfatto e teme che un giorno o l’altro possa finire.
Nel breve periodo dunque, fargli sapere che lei sta conoscendo altre persone o uscendo con altri ragazzi, potrebbe essere una strategia vincente per ridestare la sua attenzione e il desiderio di continuare a vedervi, ma temo che, comportandosi così, lei non faccia altro che rimandare una decisione che, prima o poi, dovrà essere presa. Infatti, perché una storia d’amore possa durare, è necessario che entrambi i partners se ne sentano soddisfatti.
Con il senno di poi: mai trasformare un bel rapporto di amicizia in un rapporto d’amore perché poi si rischia di perdere entrambe le cose…
Cari saluti.

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05-14-2012, 11:10 PM
PAURA DI LAUREARSI O DI CRESCERE?
Mia figlia ha quasi 30 anni. Dall’età di 19 è iscritta allo stesso corso di laurea, e le mancano solo quattro esami per finirlo, ma da anni è bloccata e non tenta più nemmeno di darne uno. Trova lavoretti occasionali e malpagati, che non la tengono mai impegnata più di 15 giorni alla volta, e il poco denaro che guadagna viene regolarmente “mangiato” dalle rette universitarie, ogni anno più elevate. Nelle pause fra un “lavoretto” e l’altro non fa praticamente nulla, sta tutto il giorno in casa a stordirsi con la televisione, vede sempre meno spesso anche le amiche (quelle che le rimangono) e il suo ragazzo. Né io né mia moglie le abbiamo mai fatto pressione perché si laureasse, se avesse lasciato gli studi avremmo tranquillamente accettato la sua decisione; ma questa situazione è francamente pazzesca. Fra l’altro, il nostro sconcerto è aumentato da quando superò brillantemente un esame che la terrorizzava, senza dubbio il più difficile del corso: pensavamo che da allora in avanti sarebbe filato tutto liscio; invece, è stato l’ultimo. Adesso ho paura per il suo futuro, mi sembra stia buttando via la sua vita, non potrà trovare “lavoretti” da commessa o da hostess quando avrà 40 anni, e io forse non potrò più mantenerla. Non so nemmeno come aiutarla, tutte le volte che io o altri le facciamo notare l’assurdità della sua situazione, e che a questo punto sarebbe meglio decidersi a finire o gettare la spugna, si trincera nel silenzio, cambia discorso, o dice che darà un esame il mese prossimo (un mese prossimo che non arriva mai…). Da un lato vorrei trattarla come una persona adulta e accettare le sue decisioni, dall’altro mi sembra che non sia in grado di prenderne. Aiutatemi, non so più che fare con lei.

Gentilissimo,

Secondo me è un errore non considerare sua figlia come una persona adulta, solo per il fatto che non riesce ad impegnarsi nello studio e a laurearsi. La ragazza potrebbe infatti avere dei problemi psicologici abbastanza seri, di cui non desidera parlare (o non le riesce) con i familiari, o anche con le amiche o con lo stesso fidanzato.
A meno che non vi sia infatti un grave problema di ordine psichiatrico (e non ritengo che sia questo il caso), è evidente che sua figlia non possa sentirsi, nella condizione attuale, né felice, né realizzata. Se è in grado di intendere e di volere, deve sicuramente rendersi conto che sprecare il proprio tempo inutilmente non va nella direzione della sua realizzazione, né personale, né professionale. Evidentemente c’è qualcosa che la blocca in questo suo percorso di formazione.
La cosa migliore da fare dunque sarebbe suggerirle di parlarne con un terapeuta, in modo che possa esternare tranquillamente ciò che la preoccupa (grazie al segreto professionale) e ricevere suggerimenti ed incoraggiamenti per continuare gli studi (o per abbandonarli, nella malaugurata ipotesi che non si senta più in grado di andare avanti).

Con i miei migliori auguri.

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05-19-2012, 05:07 PM
DISTURBO BIPOLARE

Salve sono una ragazza di 28 anni fidanzata con un coetaneo da poco inseguito ad una crisi depresiva scatenata inseguito alla perdita del lavoro, ho saputo che soffre di Disturbo Bipolare. Vorrei sapere gentile dottoressa se da questo disturbo si può guarire.Ho un enorme paura di affrontare il futuro con questa persona. Grazie

Più che guarirne completamente, sempre che la diagnosi sia esatta, sarebbe meglio dire che si può imparare a conviverci e ad attenuare fortemente i sintomi. L’importante è sapere con che cosa ci si sta confrontando, senza minimizzarla, ma neanche senza esagerarla.
Su psicolinea potrà trovare:

https://www.psicolinea.it/disturbo-bipola…ne-soffre/
https://www.psicolinea.it/il-disturbo-bipolare-video/

Su Clinica della Timidezza:

Saluti cordiali.

05-25-2012, 03:46 PM
ABBASSO LA MAMMA!
Ho 35 anni e vivo con i miei genitori, ma non è la solita storia di precariato.
Fin da piccolo sono stato legatissimo a mia madre e le voglio molto bene, ma solo oggi riesco a capire quanto questo rapporto abbia compromesso la mia esistenza. Fin dall’aspetto fisico… Forse per gli stenti patiti da piccola, mia madre ha sempre avuto una strana concezione del “peso forma” e mi dava da mangiare spropositatamente, tanto che a 10 anni ero già diventato obeso; come se non bastasse, ero anche molto pigro, ma non mi ha mai spinto a fare alcuna forma di attività fisica (passavo le giornate ad abbrutirmi davanti alla TV mangiando merendine). Ancora oggi pago le conseguenze, in termini di salute e di autostima, di quelle scelte.
D’altronde, la mia è sempre stata una mamma molto permissiva. Accontentava qualsiasi mia richiesta, mi ha sempre viziato; e di fatto, poiché era molto più semplice delegare qualsiasi mio problema a lei che non imparare a fare da solo, non ho imparato a fare proprio nulla. Tanto per fare un esempio, non ho mai imparato ad allacciare correttamente le scarpe, figurarsi cose come guidare un’auto o gestire autonomamente la propria vita. Infatti, tutte le principali scelte della mia vita sono state fatte da mia madre, dall’abbigliamento sino agli studi superiori. Così facendo sono diventato abulico: ad esempio, non sarei in grado di dire se un vestito mi piace o no; basta che piaccia a mia madre. Mi sembra di non avere sviluppato una mia personalità.
Non parliamo poi di sessualità… purtroppo ne ho conosciuto l’esistenza molto tardi da compagni di scuola, con uno shock enorme. Mia madre mi ha sempre convinto a non avvicinare nemmeno le ragazze; ancora oggi, quando dico che sarebbe ora che me ne trovassi una, dice cose tipo “ma puoi aspettare, Tizio si è sposato a 55 anni…”. Non so se sia per proteggermi da delusioni o altro.
Oggi sono un ciccione depresso che vive con i suoi genitori, che non ha mai avuto amici né ragazza, ha un lavoro infame senza prospettive, ma non può lasciarlo perché ciò comporterebbe l’allontanarsi da casa e da solo non riuscirei a sopravvivere neanche un giorno. Vorrei cambiare vita e assumermi le mie responsabilità, ma invece preferisco sempre rinviare i miei problemi e evitare i contatti sociali, perché un 35enne alle “prime armi” in amore, sul lavoro e in ogni campo della vita è veramente una cosa ridicola e vergognosa e ho paura di andare incontro a miliardi di delusioni. Ma così peggioro le cose: quanto mi vergognerò quando sarò un 50enne? Ma non posso neanche avere fiducia in me stesso: nella mia vita non ho mai fatto nulla di cui poter essere soddisfatto. Fra l’altro, ammetto di detestare di essere diventato adulto; scoppio a piangere irrefrenabilmente quando qualcosa mi ricorda la mia infanzia, per me è come un paradiso perduto. Non so veramente come uscirne.

Gentile Gatto Mammone,

Lei dice che senza la sua mamma, che decide tutto in sua vece, lei non sopravviverebbe un giorno. In realtà è nell’ordine naturale delle cose che i figli sopravvivano ai genitori e dunque in quel giorno lei si renderà conto che dovrà imparare a stare da solo, ma che intanto la sua vita sarà ormai definitivamente compromessa.
Ciò che sua madre le ha fatto è gravissimo, ma tendo più a ritenere che sua madre lo faccia perché fortemente depressa o sofferente di qualche altro problema psicologico, che le impedisce di vedere la realtà.
Il sogno di qualsiasi madre è infatti quello di vedere il proprio figlio imparare a volare da solo; è quello di conoscere la famiglia che si è creato ed i propri nipoti, mentre invece lei ha cristallizzato il tempo intorno a sé e, come in una favola, siete rimasti tutti pietrificati, dopo l’incantesimo, solo che intanto continuate ad invecchiare ed il tempo per voi non è infinito.
Dunque, caro Gatto, le suggerisco di farsi aiutare da uno psicologo, perché altrimenti sarà difficile farcela, ma lei deve mettere un punto a questa storia e deve imparare a diventare adulto.
Non sono le grandi scelte quelle che deve fare per prime (ad esempio l’andarsene di casa, che sarebbe un trauma per tutti), ma le più piccole.
Ogni settimana deve farsi un programma da rispettare, cominciando dalla scelta dei calzini, dall’imparare ad allacciarsi le scarpe e così via.
Lei ha avuto la sfortuna di avere una madre sicuramente con problemi e, continuando a comportarsi come ha fatto finora, non solo non aiuta sé stesso, ma non aiuta neanche sua madre. Più che dire abbasso la mamma dunque, proponimento che non la porta da nessuna parte, è ora di cominciare a dire: ciao mamma!
Saluti e auguri.

Dr. Giuliana Proietti

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  • 16 Mar 2012
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Incidente d’auto per “svegliarsi” – Consulenza online

buonasera, qualche giorno fa ho avuto un incidente di auto. è capitato ad un momento in cui sto molto male. tornano dal mio passato questioni irrisolte. dai 9 ai 13 anni, un amico di famiglia ha “abusato” di me. baci, carezze, fellatio, nulla di più ma tante bugie. a 13 anni è deceduto. ma già prima mi inventavo un’altra vita, forse per scapare dalla realtà. dopo tanti anni, dopo essere venuto a vivere in italia dalla francia, continuo ancora a mentire. ho coscienza che sono arrivato ad un limite. i miei amici mi vogliono bene ma se dovessi dire la verità li perderei. mi sento in trappola. al momento dell’incidente pensavo di finirla. in questa settimana, anche se sto bene e che nessun’altra auto è stata coinvolta, sono deluso di stare ancora qui, che non mi sia successo nulla. ma allo stesso tempo è come se avessi ricevuto uno schiafo dalla vita, solo per svegliarmi e finalmente aprofitarne. sono gay, lo sono sempre stato, ben prima che quell’uomo mi insegnasse a baciare, ero consapevole di essere diverso. in fonoo mi piacevano quei giochini sessuali però il fatto che sia morto prima che fossi consapevole del male che mi abbia fatto mi rende impotente. non ho mai potuto confrontarmi con lui. per quello penso di cercare di uscire dalla realtà. di inventarmi una situazione anche sociale e familiare diversa da quella reale per affrontare le cose da persona più forte. sono un perpetuo insicuro. ho paura di tante cose. di essere messo in difficoltà per esempio. sono molto confuso.

Gentilissimo,

Forse questo incidente non è capitato per caso: probabilmente lei stesso, non certo a livello pienamente consapevole, ha contribuito a crearne le condizioni, perché è una persona fortemente provata da questi pensieri disturbanti ed ossessivi, che la inseguono ormai da diversi anni. Credo che per lei sia assolutamente necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta, perché ha bisogno di ripercorrere quegli anni dell’abuso, elaborare il lutto per l’improvvisa perdita dell’amico, riflettere sulla sua omosessualità, sulla sua autostima, sulla qualità delle sue relazioni sociali e sui progetti da fare per il futuro. Vorrei solo aggiungere a questo consiglio che le ho dato, la sensazione che le continue ruminazioni interiori l’abbiano portata ad ingigantire enormemente il suo “problema” e che forse se i suoi amici venissero a sapere questo suo enorme segreto, forse non gli darebbero l’importanza che lei si aspetta.
Abbia cura di sé.
Cordialmente,

Dr. Walter La Gatta Ancona

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  • 16 Dic 2009
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relazione

Convegno 22 Novembre 2008: La relazione familiare difficile

Il Convegno del 22 Novembre 2008, LA RELAZIONE DIFFICILE, ha potuto finalmente essere “celebrato” e ciò è avvenuto, almeno per quanto riguarda la sensazione di noi organizzatori, secondo le migliori aspettative.

I relatori sono stati tutti molto interessanti, attuali, stimolanti con le loro testimonianze, direttamente raccolte nell’ambito di professioni molto varie.

L’approfondimento ed il confronto fra varie esperienze, personali e professionali, ha potuto dare un quadro non certo esaustivo, ma abbastanza ben rappresentato delle difficoltà che oggi vive la famiglia.

Il pubblico presente è stato davvero attento e interessato, tanto da essere rimasto presente, ancora molto numeroso, fino al termine della giornata, che ha visto l’intervento di ben 15 relatori.

Altrettanto graditi ed interessanti (soprattutto assolutamente non banali o di circostanza) sono stati i discorsi introduttivi delle autorità presenti, come quelli della Consigliera provinciale Livia Cavatassi, del Dr. Maurizio Cesarini per il Comune di Ancona e di quello della Consigliera della Regione Marche Stefania Benatti, che è stata anche relatrice, presentando in modo chiaro e sintetico la nuova normativa della Regione Marche contro la violenza sulle donne.

Tra le altre autorità presenti vorremmo inviare un ringraziamento particolare alla senatrice Avv. Marina Magistrelli, alla Consigliera Provinciale Milva Magnani e al Consigliere Regionale Enrico Cesaroni.

Un ringraziamento molto particolare va, fra i relatori, all’ Arcivescovo Metropolita di Ancona, monsignor Edoardo Menichelli, che ci ha voluto onorare della sua presenza e che ci ha fatto riflettere sul tema del perdono, con il suo modo particolare di porre gli argomenti, ad un tempo profondo e riflessivo ma anche diretto e colloquiale, spesso ilare, che è stato molto apprezzato dal pubblico presente, il quale gli ha tributato un lunghissimo applauso.

A tutti gli altri relatori presenti, in particolare Francesca Ortali e Lara Scarsella, provenienti rispettivamente da Bologna e Roma, vanno i nostri ringraziamenti. I nostri relatori sono stati, oltre che preparati ed interessanti, tutti molto generosi, sia nell’esposizione delle loro relazioni, sia nell’accettare di partecipare gratuitamente a questa iniziativa culturale, che è libera ed aperta a tutti.

Tra i relatori, si ringrazia in modo particolare la Preside del Liceo Classico di Ancona, professoressa Giulietta Breccia, per la sua presenza ed anche per aver consentito la diffusione e la raccolta di Questionari in varie classi del Liceo, che sono stati poi utilizzati per lo studio sugli adolescenti presentato al Convegno.

Vanno naturalmente ricordate le Avv. Raffaella Bresca, Paola Terzoni e Cinzia Tolomei, e le psicologhe Simona Cardinaletti e Francesca Selloni, che con le loro chiare ed apprezzate relazioni sui rispettivi argomenti legali e psicologici, hanno portato il loro contributo dal punto di vista delle rispettive professioni, così come importante è stato il contributo portato dal Dr. Mario Feroce sul versante dell’affido familiare dal punto di vista dei papà separati.

Non possiamo che fare una citazione particolare per il Dr. Carmine Grimaldi, che oltre che relatore si è prestato a svolgere la non sempre facile funzione di moderatore.

Vorremmo infine rinnovare i nostri ringraziamenti all’Amministrazione Comunale di Ancona, in particolare al Sindaco Fabio Sturani e al Dr. Ricardo Madrid, per aver con tanta sensibilità e tempistica, messo a nostra disposizione una delle sale più prestigiose di Ancona, la Loggia dei Mercanti, che ha creato una suggestiva e maestosa cornice al nostro Convegno.

Nel giorno stabilito del Convegno è infatti venuto a mancare il Dr. Franco Del Mastro, illustre e stimatissimo Sindaco di Ancona negli anni 1988 – 1993, cui sono state dedicate le onoranze funebri nella Sala del Consiglio comunale, ove era previsto il Convegno. (Alla famiglia del Dr. Del Mastro rinnoviamo le nostre condoglianze per la dolorosa e prematura perdita).

Ringraziamo anche la signora Oriana, che con cortesissima efficienza ha curato la sala della Loggia dei Mercanti, e il personale di segreteria, in particolare Emanuele e Beatrice.

Ringraziamo inoltre coloro che hanno concesso il Patrocinio all’iniziativa: l’Assemblea Legislativa delle Marche, la Provincia ed il Comune di Ancona, l’Ordine degli Avvocati di Ancona e l’Ordine degli Psicologi delle Marche.Tra questi ultimi ringraziamo in particolare la Provincia di Ancona, nelle persone della Presidente Dr.ssa Patrizia Casagrande e delle sue più strette collaboratrici, per il contributo dato alla realizzazione dell’evento.

L’Ordine degli Avvocati di Ancona merita una citazione a sé: non possiamo infatti non essere grati a questo Ordine per la fiducia accordata al nostro Convegno, che si è concretizzata nella concessione di ben 7 Crediti Formativi e che ha consentito di ospitare moltissimi avvocati della nostra Provincia, giovani e meno giovani. Riteniamo che questo incontro fra cultura psicologica e cultura legale, materie così diverse, ma sui temi trattati così complementari, sia stata una buona iniziativa per entrambe le categorie di professionisti e speriamo che tale collaborazione possa continuare anche in futuro.

Ringraziamenti vanno anche a Radio Arancia (Maurizia e Paperino) per i loro utilissimi collegamenti di informazione sull’evento; grazie anche a tutti gli altri giornalisti e le redazioni giornalistiche che hanno pubblicizzato i nostri volantini e il programma del Convegno.

Si ringraziano il Jolly Hotel e l’Hotel City di Ancona e la Casa Editrice Erickson per il sostegno dato all’iniziativa, e l’antica trattoria La Moretta per l’ottimo pranzo (all’ottimo prezzo) messo a disposizione per i relatori ed i convegnisti.

Nella speranza di non aver dimenticato nessuno (e se questo fosse avvenuto ce ne scusiamo in anticipo) ringraziamo ancora, di nuovo, il pubblico presente, che è stato la vera cartina di tornasole del successo di questo Convegno.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 21 Novembre 2009, ma ancora è troppo presto per dire di più…

A cura della
Airt e della
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  • 26 Nov 2008
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Menzogna e Propaganda: armi di (dis)informazione di massa

Menzogna e Propaganda: armi di (dis)informazione di massa

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E’ da pochi giorni in libreria il libro: “Menzogna e Propaganda. Armi di (dis)informazione di massa”, edito da Lupetti – Editori di Comunicazione. L’obiettivo del libro è quello di “denunciare i mezzi e i linguaggi di una comunicazione deviata e manipolata, ma anche quello di far riflettere sui pericoli che tali informazioni possono rappresentare”.

Le domande che si pone Chiais sono le seguenti: Un potere politico che si serve della menzogna per raggiungere i suoi scopi, spesso in contrasto con gli interessi della società che dice di rappresentare, può ancora definirsi “democratico”? Ed ancora: Fino a che punto la manipolazione dell’informazione e la costruzione di una realtà modificata ad uso propagandistico possono essere accettate dall’opinione pubblica?

Una Conferenza su Edward Bernays e l'invenzione della Propaganda

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Il volume, frutto di alcuni anni di ricerca dell’autore come giornalista free lance e ricercatore presso il corso di Laurea in Scienze Strategiche dell’Università di Torino, coniuga gli aspetti della ricerca sociologica e storica con quelli dell’analisi della cronaca più recente, approfondendo lo studio del linguaggio dei media, dei criteri di selezione dell’informazione e delle modalità di diffusione delle notizie.

Ciò che il libro si propone di dimostrare è che l’informazione che viaggia sui media è spesso una costruzione, qualcosa di assai diverso rispetto alla realtà dei fatti.

Da cosa dipende? secondo l’Autore una spiegazione c’è ed è la “formidabile capacità di trasferire notizie su scala globale e in tempo reale, che, rendendoli gli unici strumenti di conoscenza della realtà, circonda i media di un’autorità difficile da contestare”.

In queste condizioni, non stupisce che la storia possa essere trasformata senza alcuna obiezione, attraverso operazioni di vera e propria “ingegneria storica” finalizzata alla costruzione di una realtà fittizia, ma in linea con gli interessi di chi la manipola.

L’autore si pone l’obiettivo di instillare una doverosa perplessità nei riguardi di quanto viene proposto come Verità inconfutabile, insegnando come individuare tematiche, modelli e linguaggi menzogneri, nel tentativo di riuscire a valutare quanta menzogna si nasconde proprio dietro le verità ufficiali, o spacciate per tali dai mass media.

Per saperne di più: M.Chiais,” Menzogna e propaganda. Armi di (dis) informazione di massa”, Lupetti, Milano 2008.

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Massimo Chiais (1961) è docente e giornalista. Terminati gli studi in Lettere e in Scienze Strategiche, ha conseguito il dottorato di ricerca e collabora con la cattedra di Studi Strategici dell’Università di Torino. Autore di numerosi articoli e saggi (Rivista Militare, GQ, Storia e Futuro, Pagine di Difesa), si occupa prevalentemente del rapporto tra comunicazione, disinformazione e potere politico e in particolare dell’analisi dei linguaggi della propaganda.

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  • 17 Mar 2008
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