Il lavoro domestico: a chi l’onore (e l’onere) ?

A chi tocca il lavoro domestico?

Il numero di ore svolte dalle donne nelle attività domestiche e di cura risulta circa il triplo di quello degli uomini, e il divario non si riduce di molto se si considerano coppie in cui la donna è occupata. Il carico di lavoro per le madri si fa quindi ancora più pesante quando non si hanno aiuti nello svolgimento dei lavori in casa e non si può contare sulla collaborazione del partner.

Il 63% delle madri italiane occupate dichiara di non ricevere alcun aiuto per i lavori in casa; tra chi, invece, lo riceve, nel 52% dei casi viene aiutata da una collaboratrice domestica, nel 25% si ha di nuovo il coinvolgimento dei nonni e nel 17% del partner.

La possibilità di ricevere aiuti per i lavori domestici interagisce con le scelte di affidamento del bambino fatte dalle famiglie. Il ricorso alla rete parentale, e in particolare ai nonni, per l’affidamento dei bambini comporta un ricorso alla stessa rete per gli aiuti domestici e più in generale si caratterizza per una divisione dei lavori di casa e della cura dei bambini organizzata prevalentemente in ambito familiare: nel 64% dei casi è la stessa madre ad occuparsi della casa, nel 36% dei casi è il marito o il compagno della donna ad aiutarla nei lavori domestici, nel 28% dei casi sono i nonni, mentre solo nel 31% l’aiuto è esterno ed è fornito da una collaboratrice familiare.
Al polo opposto si trovano le famiglie che hanno scelto di affidare il bambino prevalentemente ad una baby sitter che, verosimilmente, spesso svolge anche funzioni di collaboratrice domestica. Queste famiglie sono quelle in cui oltre la metà delle donne riceve aiuti per la casa e questi aiuti sono forniti nel 74% dei casi da una collaboratrice familiare, nel 10% dei casi dal marito, e solo nel 5% dei casi dai nonni.

Fonte: ISTAT

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

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