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Tag Archives: Infanzia e Adolescenza

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La scuola e gli studenti LGBT

La scuola e gli studenti LGBT

La scuola e gli studenti LGBT

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Negli ultimi decenni, l’inclusione e il supporto degli studenti LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) nelle scuole hanno ricevuto una crescente attenzione da parte di ricercatori, educatori e legislatori. Cerchiamo di saperne di più.

Problematiche degli Studenti LGBT nelle scuole

Gli studenti LGBT affrontano numerose problematiche nelle scuole, che possono influenzare negativamente il loro benessere psicologico oltre che il rendimento scolastico.

Tra le principali difficoltà riscontrate troviamo:

  • Bullismo e Discriminazione

Numerosi studi hanno documentato che gli studenti LGBT sono più frequentemente vittime di bullismo e discriminazione rispetto ai loro coetanei eterosessuali. Il bullismo può essere di tipo verbale, fisico e cyberbullismo.

  • Problemi psicopatologici

L’esposizione continua a situazioni di bullismo e discriminazione è correlata, in questi soggetti, a tassi più elevati di ansia, depressione e tentativi di suicidio.

  • Ambienti Scolastici Ostili

Molti studenti LGBT riportano di non sentirsi al sicuro o supportati nelle loro scuole, spesso a causa di atteggiamenti negativi da parte del personale scolastico e degli altri studenti.

Dr. Giuliana Proietti - Videopresentazione

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Tariffe Psicoterapia

Cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione?

Alcuni approcci efficaci per la soluzione di questi problemi potrebbero essere:

  • Implementare leggi che vietino la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere all’interno delle scuole.
  • Offrire programmi di formazione per insegnanti e personale scolastico su come riconoscere e rispondere efficacemente alle esigenze degli studenti LGBT.
  • Garantire che i servizi di consulenza psicologica siano accessibili e preparati a trattare le problematiche specifiche degli studenti LGBT.
  • Implementare e far rispettare rigorosamente politiche di zero tolleranza contro il bullismo e la discriminazione.
  • Parlare a scuola di personaggi e famiglie LGBT. La ricerca di Stonewall del 2017 ha mostrato che al 40% degli studenti LGBT non è mai stato insegnato nulla sulle questioni LGBT. Insegnare delle famiglie LGBT non significa solo che i figli di queste famiglie si possano identificare in ciò che ascoltano, ma aiutare tutti i giovani a capire che non c’è niente di sbagliato o insolito nell’essere LGBT.
  • Fare in modo che vi sia un insegnamento inclusivo, per cui ogni tipo di persona ha diritto ad esistere e la sua identità è riconosciuta come valida. L’insegnamento inclusivo si basa sulla accettazione di persone di ogni  razza, sesso, orientamento sessuale, fede, classe sociale e / o disabilità.
  • Curare il linguaggio. Gli studenti di tutte le età a volte usano parole o espressioni omofobe in classe. È importante che gli insegnanti sappiano che tali discorsi sono inaccettabili.

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Cosa aspettarsi dalla scuola?

La scuola deve aiutare a creare comunità inclusive. Costruire una società più accogliente richiede la costruzione di ponti tra i diversi gruppi. Se tutte le scuole insegnassero l’accettazione – senza eccezioni – allora sarebbe un buon primo passo per sanare alcune delle più importanti divisioni sociali.

Una Conferenza sulla Paura

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Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
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Fonte principale:
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Antoine de Saint-Exupery: una biografia
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Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

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  • 25 Giu 2024
  • Dr. Giuliana Proietti
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I bambini riconoscono le parole già a 9 mesi di vita

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La capacità dei bambini di riconoscere le parole è più sofisticata di quanto si è fin qui pensato.

Infatti, un nuovo studio condotto presso la New York University, Dipartimento di Psicologia, pubblicato di recente sulla rivista Developmental Psychology, dimostra che i bambini, già a nove mesi di vita, possono fare distinzioni tra parola e suoni non verbali, emessi da esseri umani, o da animali.

“I nostri risultati mostrano che la percezione infantile è elastica e flessibile”, ha spiegato Athena Vouloumanos, assistente alla New York University e autrice principale dello studio. “Questo significa che il riconoscimento del linguaggio verbale è già abbastanza sviluppato in età precedenti rispetto a quelle che abbiamo fin qui pensato”.

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I ricercatori hanno esaminato le risposte dei bambini, di circa nove mesi di vita, al linguaggio verbale e paraverbale (suoni, sospiri, riso, ecc.)  emesso da una voce femminile adulta e da un pappagallo.

Le parole, pronunciate dalla donna e dal pappagallo comprendevano i termini: “camion”, “curare”, “cena” e “due”. I suoni non verbali umani erano fischi e schiarimenti di gola, mentre i suoni non verbali emessi dal pappagallo erano strida e cinguettii.

I suoni del pappagallo erano registrati ed appartenevano ad Alex, un pappagallo grigio africano che aveva capacità di parlare e di ragionare ed i cui comportamenti sono stati studiati dalla ricercatrice Irene Pepperberg.

Dal momento che i neonati non possono comunicare verbalmente il loro riconoscimento del parlato, i ricercatori hanno utilizzato un metodo comunemente usato per misurare l’interesse e l’attenzione: poiché quello che i bambini ritengono interessante ed insolito viene da loro osservato più a lungo, si possono fare su questo tempo di osservazione delle valutazioni.

Secondo questo metodo, mostrare attenzione più a lungo ad uno stimolo sonoro e visivo proveniente dall’ambiente può essere interpretato come un riflesso di riconoscimento. In questo studio, i suoni sono stati associati con una serie di immagini: una immagine tipo scacchiera, volti adulti femminili, e una tazza.

I risultati hanno mostrato che i neonati hanno ascoltato di più il linguaggio verbale rispetto al linguaggio paraverbale umano,  indipendentemente dello stimolo visivo, rivelando così la capacità di riconoscere il parlato umano indipendentemente dal contesto.


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I loro risultati in materia di  linguaggio non-umano sono stati più sfumati, nel senso che i neonati sono stati in grado di distinguere il linguaggio verbale dal paraverbale del pappagallo, ma solo in alcuni contesti (a seconda dei diversi abbinamenti con lo stimolo visivo).

Del resto, il linguaggio del pappagallo è diverso da quello umano, anche se vi è una comprensibile imitazione delle parole. E così infatti conclude la ricercatrice Vouloumanos:

“Il linguaggio del pappagallo è diverso dal linguaggio umano, quindi i risultati mostrano che i bambini hanno la capacità di rilevare diversi tipi di linguaggio verbale, anche se hanno bisogno di segnali visivi per aiutare questo processo”

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Relazione sull'Innamoramento - Festival della Coppia 2023

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Dal 2002 parole che curano, orientano e fanno pensare.

Fonte:
Infants’ recognition of speech more sophisticated than previously known, NYU researchers find, Eurekalert

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Antoine de Saint-Exupery: una biografia
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  • 18 Lug 2012
  • Dr. Giuliana Proietti
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Il gioco e i bambini

Il gioco e i bambini

Il gioco e i bambini

Dr. Walter La Gatta

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Tariffe Psicoterapia

Il gioco per i bambini è essenziale, almeno quanto lo sono il cibo e il sonno. Esso rappresenta non solo un momento di svago e divertimento, ma anche un importante strumento per la crescita cognitiva, emotiva e sociale. Attraverso il gioco, i bambini esplorano il mondo, sperimentano ruoli sociali, sviluppano competenze e costruiscono il loro senso di identità. Vediamo allora di saperne di più.

Perché il gioco stimola lo sviluppo cognitivo dei bambini?

Il gioco stimola lo sviluppo cognitivo nei bambini perché, attraverso attività che coinvolgono la risoluzione dei problemi, la creatività e l’uso del pensiero astratto, il gioco permette ai bambini di assimilare e accomodare nuove informazioni (come sosteneva Piaget), facilitando la transizione tra i diversi stadi dello sviluppo cognitivo.

Ad esempio, durante il gioco simbolico (es. “questa molletta è una macchina”), i bambini utilizzano oggetti e situazioni in modo immaginativo, sviluppando la capacità di rappresentazione mentale e migliorando le loro abilità linguistiche e narrative.

Inoltre, quando un bambino finge di essere qualcun altro, egli, attraverso il gioco, riesce meglio a comprendere i diversi modi in cui le persone si comportano quando sono insieme, impara ad indentificarsi con alcune figure del mondo degli adulti, migliorando la sua comprensione della realtà e la sua capacità empatica.

Perché il gioco stimola lo sviluppo emotivo?

Perché attraverso il gioco di finzione, i bambini possono esplorare sentimenti complessi come la paura, la rabbia, la gioia e la tristezza, sviluppando competenze di regolazione emotiva. Lev Vygotsky ha sottolineato come il gioco favorisca la comprensione delle emozioni proprie e altrui, promuovendo l’empatia e la competenza sociale. Inoltre, il gioco fornisce un mezzo per elaborare esperienze stressanti o traumatiche, permettendo ai bambini di acquisire una maggiore resilienza emotiva.

Il gioco consente di dominare la realtà, invece che esserne dominati. Alcune tecniche di gioco sono particolarmente in grado di allontanare da sé la paura più grande dei bambini: quella di essere abbandonati.

Adolescenza

Editore: Xenia, Collana: I tascabili
Anno edizione: 2004 Pagine: 128 p., Brossura
Autori: Giuliana Proietti - Walter La Gatta

Quale gioco, in particolare, serve per dominare la paura dell’abbandono?

E’ il gioco del cucù (nascondersi e poi ricomparire dicendo cucù e sue varianti): esso consente al bambino di rivivere in un contesto sicuro la situazione di scomparsa/ricomparsa delle persone e di esercitare sulla propria ansia quel controllo che non gli è invece consentito nelle situazioni reali, ad esempio quando i genitori escono per andare a lavorare o lo mettono a letto la sera. Un’altra tecnica di gioco consiste nel lanciare lontano i giocattoli e poi andarli a riprendere o farseli riportare da altri: in questo modo il bambino si allena a tenere a bada l’ansia che prova quando vede le persone care allontanarsi.

Perché il gioco è veicolo di socializzazione?

Perché il gioco facilita lo sviluppo delle competenze sociali, essenziali per la costruzione di relazioni positive con gli altri. Attraverso il gioco di gruppo, i bambini apprendono importanti abilità sociali come la condivisione, la cooperazione, la negoziazione e la risoluzione dei conflitti. Il gioco permette loro di sperimentare ruoli diversi e comprendere le dinamiche di gruppo, promuovendo la loro capacità di interazione sociale. Erik Erikson ha evidenziato come il gioco sia cruciale per lo sviluppo del senso di iniziativa e competenza nei bambini, contribuendo alla costruzione della loro autostima e fiducia in se stessi.

Il gioco rappresenta anche uno strumento culturale per il bambino?

Si, non se ne parla spesso, ma il gioco permette ai bambini di iniziare il loro percorso di formazione culturale già ben prima dell’obbligo scolastico. Giocando essi imparano nuovi suoni, nuovi vocaboli,  da soli o con gli amici, ed esercitano la loro capacità immaginativa attraverso la narrazione di storie. Con il gioco il bambino impara ad esprimersi, a comunicare, a fare delle scelte.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
 

Tariffe Psicoterapia

La fuga nella fantasia può essere pericolosa?

La fuga nella fantasia e la chiusura in se stessi, possono essere effettivamente pericolose, in quanto determinano l’isolamento dal contesto sociale. Giocando con gli altri invece, il bambino impara a collaborare, a rispettare delle regole.

I giochi da tavolo: quali sono le loro caratteristiche?

Il gioco dell’oca è uno dei primi giochi da tavolo che apprendono i bambini: si tratta di un gioco collettivo molto semplice, ma che richiede la capacità di contare, di saper aspettare il proprio turno, di muoversi solo nei limiti stabiliti dal tiro dei dadi.

La Dama o il Monopoli sono giochi più complessi, che richiedono di scegliere fra varie tattiche possibili, tenendo però sempre in conto la strategia dell’avversario. Questi giochi richiedono capacità di prestare attenzione, di concentrarsi sui giochi dell’avversario, controllare i propri atteggiamenti, fare delle scelte. Senza queste capacità non è possibile collaborare, portare a termine un compito, attendere di vedere i risultati, perseverare nonostante gli insuccessi. Tutte queste abilità vengono apprese in questo tipo di giochi, in modo divertente.

Il gioco del nascondino: perché piace a tutti i bambini?

Il bambino che gioca a nascondino affronta nel gioco questioni di vitale importanza: è pericoloso allontanarsi da casa? Riuscirò a tornare a casa da vincitore se adesso me ne allontano? Riuscirò a stare solo con me stesso, senza farmi trovare?

Giochi di squadra/Sport

Nei giochi di squadra il senso del gioco è tutto nell’attacco e nella difesa, cioè difendere il proprio campo dagli avversari e invadere il campo altrui, grazie al gioco di squadra e al rispetto delle regole. Lo sport completa l’opera che il gioco ha iniziato e diventa educativo perché si fa mezzo determinante per la formazione fisica e della personalità.

L’apprendimento di un gioco competitivo o di uno sport è infatti una educazione allo sforzo, alla capacità di tensione morale verso un obiettivo, il che contribuisce all’acquisizione di una maggiore sicurezza di sé, anche in seguito ai rinforzi ottenuti dalla conquista del risultato.

Una intervista sulla Timidezza

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Videogiochi: fanno bene o fanno male?

Per un sano sviluppo generale, è necessario che il bambino possa esprimersi anche a livello corporeo. Tuttavia, i giochi virtuali possono favorire l’apprendimento, le capacità di concentrazione, di analisi e di giudizio: l’importante è giocare insieme ad altri bambini e, soprattutto, limitare il gioco a 1-2 ore al giorno, in vari momenti della giornata.

Cosa devono fare i genitori per favorire l’ambiente di gioco?

Data l’importanza del gioco nello sviluppo infantile, è fondamentale che genitori ed educatori creino ambienti ricchi di opportunità di gioco. È essenziale fornire ai bambini spazi sicuri e stimolanti dove possano esplorare liberamente, offrendo una varietà di materiali e attività che favoriscano il gioco creativo e simbolico.

Inoltre, è importante riconoscere e valorizzare il gioco come parte integrante del curriculum educativo, integrando attività ludiche che promuovano l’apprendimento e lo sviluppo olistico del bambino.

Dr. Walter La Gatta

Psicolinea

Terapeuti di Psicolinea:
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Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

Psicoterapie individuali e di coppia
Terapie Sessuali
Tecniche di Rilassamento e Ipnosi
Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali.

Per appuntamenti telefonare direttamente al:
348 – 331 4908
(anche whatsapp)
email: w.lagatta@psicolinea.it

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  • 17 Giu 2024
  • Dr. Walter La Gatta
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Gioco dei bambini: cosa ne sai? Test

Gioco dei bambini: cosa ne sai? Test

Gioco dei bambini: cosa ne sai? Test

I Test di Psicolinea

A cura di:
Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta

Altri test sono disponibili su:
Clinica della Coppia  |   Clinica della Timidezza

Giocare è molto importante per i bambini, perché è la loro prima scuola di vita, in cui essi possono sperimentarsi e stabilire le prime relazioni fra pari. Vuoi provare a scoprire se le tue cognizioni sul gioco dei bambini sono esatte?

Fai il test, poi guarda il tuo punteggio e leggi gli approfondimenti.

1. A due anni, il bambino è molto autonomo e indipendente: per questo se ha qualche difficoltà nel gioco, meglio lasciare che risolva il problema da solo;

a. GIUSTO   b. SBAGLIATO

2. E’ normale che tuo figlio/a di due anni porti sempre con sé il suo giocattolo preferito?

a. GIUSTO   b. SBAGLIATO

3. Babbo Natale ha portato alla tua bambina di 3 anni una bellissima bambola. La bambina sembra gradirla molto, ma dopo due giorni decide che non le piace più e la mette in un angolo: è corretto accettare questo comportamento?

a. GIUSTO   b. SBAGLIATO

4. Tuo figlio non sa andare in bici: va bene se, per sdrammatizzare, in famiglia si scherza un po’ su questa sua difficoltà?

a. GIUSTO   b. SBAGLIATO

5. Regali ai tuoi figli di 3-4 anni il gioco della Dama. Cominciano a giocarci, ma a modo loro, senza rispettare le regole. E’ il caso di pretendere che giochino usando le regole?

a. GIUSTO   b. SBAGLIATO

Adolescenza

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6. Tuo figlio deve recitare la poesia di Natale davanti ai nonni. Comincia bene, ma poi dimentica alcune parole: al primo errore cerchi di intervenire, suggerendogli ciò che ha dimenticato:

a. GIUSTO   b. SBAGLIATO

7. Vivi in campagna in una zona in cui, per comodità, molte famiglie non mandano i figli all’asilo e li lasciano giocare nei prati. E’ giusto fare la stessa scelta?

a. GIUSTO   b. SBAGLIATO

8. Il tuo bambino di 6 anni non ha amici, ma si diverte molto stando in compagnia del nonno, col quale fa numerosi giochi: per questo la mancanza di amici della stessa età non ti preoccupa.

a. GIUSTO   b. SBAGLIATO

9. Tuo figlio/a sembra portato per lo sport, per cui già dalla scuola elementare lo indirizzi verso l’agonismo sportivo, in modo da prepararlo alle gare future:

a. GIUSTO   b. SBAGLIATO

10. Dovendo scegliere, meglio la TV o la Play Station?

a. TV b. PLAYSTATION

Soluzioni del Test

Ecco la tabellina delle soluzioni. 

1 B 
2 A 
3 A 
4 B
5 B 
6 B
7 B 
8 B 
9 B 
10 B 

E ora inserisci le risposte corrette in questa casella

Risultato del Test

Punteggio in base alle risposte corrette:

0-2 Conoscenza superficiale: leggi i nostri approfondimenti per saperne di più.

3-7 Informato/a: la tua conoscenza sulla psicologia del gioco infantile è di buon livello.

8-10 Sapiens Sapiens: Complimenti: il gioco infantile per te non ha segreti!

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APPROFONDIMENTI

1. Il bisogno delle attenzioni genitoriali non diminuisce con la maggiore indipendenza del bambino, anzi si accentua, in quanto il bambino non deve sentirsi in colpa per questo suo desiderio di autonomia. L’ amore e l’approvazione dei genitori, oltre che, all’occorrenza, il loro aiuto, possono in questo rassicurarlo moltissimo. Risposta B.

2. Alcuni oggetti cui il bambino è molto affezionato vengono in realtà utilizzati come sostituti dell’affetto materno (si chiama “oggetto transizionale”. Es. ciuccetto, orsacchiotto). Il bambino può gettarli via e poi riprenderli, esercitando un potere su di essi, che sono oggetti ‘buoni’, come la mamma, ma che, a differenza di lei, non scompaiono mai e dunque danno grande sicurezza. Risposta A.

3. Manipolando i propri giocattoli, il bambino si ricostruisce un mondo sicuro, senza imprevisti, senza sorprese, senza ansie, diverso da quello reale. Quando decide che una bambola è cattiva, la prende e la getta lontano da sé, oppure la picchia, la insulta, essa non reagisce. Questo gli dà la sensazione di essere forte e inattaccabile. Non è il caso di distruggere queste sicurezze. Risposta A.

4. Quando il bambino si sforza nel raggiungere una nuova abilità, i suoi errori sono del tutto legittimi, dunque non vanno puniti né derisi: la sua autonomia personale ne sarebbe gravemente minacciata. Risposta B.

5. Le regole del gioco le devono stabilire i bambini, perché per loro è un importante momento di crescita personale, che non merita le interferenze dell’adulto o i tentativi di trasferire nel gioco dei piccoli le regole dei grandi.  Solo quando i bambini diventano più maturi (intorno agli 8-10 anni) si può insistere nell’insegnare loro le regole del gioco. Risposta B.

6. Gli adulti sono spesso impazienti quando vedono il bambino comportarsi in modo maldestro ed intervengono spesso, facendo le cose al suo posto, oppure mostrandogli come farle meglio e più rapidamente. La costante ripetizione di interventi di questo tipo può minare la fiducia che il bambino ha in se stesso ed impedirgli di divenire perseverante e capace di sopportare le frustrazioni attraverso le esperienze. Risposta B.

7. La possibilità di incontrare bambini al di fuori della famiglia, alla scuola materna ad esempio, è estremamente significativa perché consente di esplorare un tipo diverso di rapporto, lontano dall’atmosfera chiusa ed intensa della propria casa. Risposta B.

8. Abituare precocemente il bambino a rimanere con altri bambini lo aiuterà a sviluppare rapporti sociali e gli riuscirà più facile poi difendersi dagli inevitabili scontri per il possesso dei giocattoli. Risposta B.

9. L’allenamento sportivo, specie nello sport agonistico, viene sempre più anticipato in senso cronologico ed i bambini vengono esposti ad uno stress inadeguato alla loro età, sia riguardo alla maturazione fisica, sia riguardo alle motivazioni personali. Questo tipo di allenamenti allontana i giovani dallo sport. Risposta B.

10. La Play station: è più interattiva e permette al ragazzo di sviluppare abilità e competenze. L’importante è che il tempo ad essa dedicato non sia maggiore di due ore al giorno.Risposta B.

Dr. Giuliana Proietti

Relazione sull'Innamoramento - Festival della Coppia 2023

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E’ vietata la riproduzione, anche parziale, di questo test.

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  • 18 Giu 2024
  • Dr. Giuliana Proietti
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Matrimoni precoci e spose bambine

Matrimoni precoci e spose bambine

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Il fenomeno è largamente conosciuto e negli ultimi anni sono stati fatti degli investimenti per affrontarlo, tuttavia non si sa ancora bene come intervenire. Nel dicembre 2013 è stato organizzato un meeting internazionale, promosso dall’UNICEF e dall’associazione Girls Not Brides, cui hanno partecipato docenti e ricercatori, organizzazioni non governative internazionali, agenzie di sviluppo, fondazioni private e agenzie delle Nazioni Unite. I partecipanti hanno discusso le prove esistenti, le lacune nella ricerca e le potenziali priorità in relazione a settori chiave quali: la prevalenza e la tendenza al matrimonio precoce; le cause e le conseguenze del matrimonio precoce; gli interventi compiuti per prevenire il fenomeno e sostenere le ragazze sposate. Questo articolo riferisce una sintesi delle discussioni condotte in questo meeting.

Studi condotti in Africa e Asia meridionale sulle cause profonde e i fattori aggravanti che contribuiscono al matrimonio precoce mostrano la presenza di tradizioni e norme di genere discriminatorie radicate nei valori patriarcali e nelle ideologie, mancanza di alternative educative ed economiche al matrimonio precoce, povertà, instabilità economica, conflitti e crisi umanitaria [Jain S, Kurz K., 2007, UNFPA . Adolescent Pregnancy: A Review of the Evidence.New York: UNFPA; 2013].

I Paesi dove il fenomeno dei matrimoni precoci è largamente presente e in continua crescita sono: Asia Centrale e meridionale, Nord Africa e America Latina.

E’ ben documentato che il matrimonio precoce porta ad una serie di risultati negativi per la salute riproduttiva [UNFPA 2013; World Health Organization 2008]. Meno studiate sono altre conseguenze per la salute, come la salute mentale e la malnutrizione. Studi condotti in Etiopia, Afghanistan e nella regione del Kurdistan iracheno, mettono in evidenza la relazione tra matrimoni precoci e tassi di suicidio ed auto-immolazione [Raj A, Gomez C, Silverman JG 2008; Gage AJ J Adolesc Health. 2013].

Il desiderio sessuale nella donna infertile
Relazione presentata al Congresso Nazionale Aige/Fiss del 7-8 Marzo 2025 a Firenze. 

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Le ricerche in materia sono ancora troppo poche, anche perché tendono a concentrarsi sull‘impatto a breve termine del matrimonio precoce [Raj A Arch Dis Child. 2010] tralasciando l’impatto sul lungo termine e sugli effetti intergenerazionali del matrimonio precoce.

Vi è un crescente corpo di letteratura sulle iniziative volte a prevenire il matrimonio precoce, o almeno  a ritardare l’età del matrimonio tra le ragazze, come la formulazione di nuove leggi che specificano un’età minima per il matrimonio. Tuttavia queste leggi possono essere facilmente aggirate e non osservate.

Il matrimonio precoce è sostenuto infatti dalle stesse norme sociali e culturali che guidano altri atteggiamenti e comportamenti nelle comunità. Le spose bambine sono difficilmente contattabili e non hanno accesso a informazioni, servizi e programmi, a causa del loro isolamento sociale e del limitato potere che hanno all’interno della famiglia o della comunità [Atuyambe L, Mirembe F, Tumwesigye NM, Annika J, Kirumira EK, Faxelid E, 2008; Shahabuddin AS, Delvaux T, Abouchadi S, Sarker M, De Brouwere V Trop, 2015]


Terapie di Coppia online psicolinea

Tariffe Psicoterapia

Interventi efficaci potrebbero essere rivolti ai mariti e alle suocere, cioè le persone più influenti della famiglia, anche se non si sa ancora quale possa essere il modo migliore per sostenere le esigenze di queste bambine e ragazze. Allo stesso modo, vi è anche la necessità di raccogliere ulteriori prove su come supportare le esigenze delle ragazze che sono fuggite da un matrimonio indesiderato o sono diventate vedove, condizione che spesso comporta l’abbandono e la stigmatizzazione sociale.

Dr. Giuliana Proietti

Relazione sull'Innamoramento - Festival della Coppia 2023

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Fonte:
Svanemyr, J., Chandra-Mouli, V., Raj, A., Travers, E., & Sundaram, L. (2015). Research priorities on ending child marriage and supporting married girls.Reproductive Health, 12, 80.

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Antoine de Saint-Exupery: una biografia
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Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test
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Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

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  • 2 Nov 2015
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