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Sentimenti per un collega

Sentimenti per un collega – Consulenza online

Sentimenti per un collega – Consulenza online

Dr. Walter La Gatta consulenza onlineDr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA ONLINE
Tel. 348 3314908

Buonasera. È da circa 1 anno che provo dei sentimenti forti per un mio collega che non si è mai espresso in merito.. a parte qualche complimento “timido”, ma niente di più.
Ogni tanto ci sentiamo per messaggi, parliamo di tutto, anche di cose molto intime, ho fatto caso che quando ci troviamo da soli, magari in pausa pranzo, mi guarda sempre fisso negli occhi mentre mi parla.. ma non riesco a capire cosa prova.

Mai un’uscita da soli mai nulla di ambiguo, ma quando le persone ci vedono insieme notano una certa complicità. È impegnato da anni con una donna, anche io, ma sarei disposta a lasciare tutto per lui.

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A17
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Gentilissima,

Gli innamoramenti fra colleghi sono una cosa abbastanza normale, visto che spesso si trascorrono più ore con loro che con i rispettivi partners.

Questo però non significa che ogni innamoramento porti a “concretizzare” il rapporto: spesso si decide di evitare, perché una relazione sul lavoro potrebbe essere oggetto di pettegolezzi, al punto di compromettere la propria libertà personale, o perfino la carriera professionale.

Questo è ancor più vero se i due colleghi sono anche impegnati sentimentalmente con altre persone.

Resta dunque da capire se il suo collega è semplicemente timido, e dunque non riesce a manifestare apertamente ciò che prova, oppure se si fa degli scrupoli per quanto detto, se non per evitare di ricevere un sicuro rifiuto, visto che lei ha un altro partner.

A questo punto, visto che lei è disposta a correre qualsiasi rischio per lui, le suggerirei di fare lei il primo passo, a meno che questa favola dell’innamoramento sul posto di lavoro non vi basti già come euforizzante a una vita per altri versi troppo routinaria e grigia.

Cordialmente,

Dr. Walter La Gatta

Relazione sulle Coppie Non Monogamiche

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Relazione sulla Terapia di Coppia dopo un Tradimento - Festival della Coppia 2023

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ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE

PSICOLOGIA - SESSUOLOGIA
Come vivere bene anche se in coppiaCome vivere bene, anche se in coppia
Autori: Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta
Terapie Individuali e di Coppia

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
 

Tariffe Psicoterapia

 

Immagine

Pexels

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

Psicoterapie individuali e di coppia
Terapie Sessuali
Tecniche di Rilassamento e Ipnosi
Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali.

Per appuntamenti telefonare direttamente al:
348 – 331 4908
(anche whatsapp)
email: w.lagatta@psicolinea.it

Visita la pagina Facebook e il profilo Twitter

Visita anche www.walterlagatta.it

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  • 21 Feb 2020
  • Dr. Walter La Gatta
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DPTS

Veterani e Disturbo Post Traumatico da Stress

Nel primo anno dal ritorno dall’Iraq, più di 22.000 veterani risulta abbiano cercato aiuto in una apposita linea telefonica per prevenire il suicidio. Gli ex soldati che hanno tentato il suicidio e sono stati salvati attraverso questo servizio sono stati 1221.

A soffrire del disturbo post traumatico da stress sembra sia un ex-soldato su cinque. Una ricerca della Portland State University ha scoperto che fra i veterani, la possibilità di uccidersi è doppia rispetto ad un uomo normale.

La hot line per aspiranti suicidi è stata lanciata nell’area di Washington. Il suo slogan è ‘ci vuole un coraggio da guerrieri per chiedere aiuto‘. La linea telefonica è una emanazione del National Suicide Prevention Lifeline, ed ha ricevuto 55.000 chiamate nel suo primo anno di vita, non solo direttamente dai veterani, ma anche da altre persone che sono ad essi in qualche modo legate.

Per questa linea telefonica sono stati spesi finora almeno $2.9 milioni, ma essa è considerata molto utile, perché riceve fino a 250 chiamate al giorno. Interpellano la hot line veterani di varie provenienze belliche: Iraq, Afghanistan, perfino Vietnam.

Si stima che circa 6.500 veterani all’anno si uccidano, in un modo o nell’altro, 18 al giorno, mentre a provarci senza riuscirci sono 12.000 l’anno.

A breve, si prevede un rientro massiccio dalle zone di guerra e dunque alla hot line hanno messo in preventivo 212 nuove assunzioni (N.d.B. … Avranno letto qualcosa sull’Iran in questi ultimi mesi?)

Per la cronaca, il numero da chiamare è 800-273-TALK (8255); i veterani devono premer l'”1″ dopo essersi connessi.

Speriamo non vi siano veterani fra i nostri lettori e, ancor meno, degli aspiranti suicidi, a prescindere dalla motivazione. Resta il fatto che anche chi è tornato incolume da una sporca guerra è in verità già morto, dentro.

Link: http://www.suicidepreventionlifeline.org/

Fonte: ABC News

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
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  • 29 Lug 2008
  • Dr. Giuliana Proietti
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moglie

Mia moglie è in crisi – Consulenza on Line

Moglie in crisi

Mi chiamo Pino, ho 28 anni una moglie con la quale sono sposato da 9 anni, e due figli. Da qualche mese mia moglie ha scoperto lo yoga come mezzo per liberarsi da frequanti attacchi di panico. Durante questo percorso ha fatto amicizia con una persona con la quale si è sfogata ed ha parlato. Tra loro non c’è stato nulla, solo qualcosa di platonico, forse neppure. Solo che ha intrattenuto questa amicizia di nascosto da me. Con questa persona, che per altro è omosessuale con atteggiamenti da santone orientale (mi ci ha fatto parlare er telefono) lei è riuscita a far venire fuori la sua personalità il suo carattere. Solo che è diventata aggressiva verso tutti e tutto. Perché quando sono riuscito a scoprire cosa accadeva lei è andata su tutte le furie, rinfacciando a me e alla sua famiglie le colpe del suo non essersi riuscita a realizzare. Tenga presente che mia moglie svolge un lavoro che non le piace, ma che comunque serve a mandare avanti la baracca. Le liti si stanno susseguendo: lei mi ha detto di non provare più lo stesso sentimentoper me e di non volere più il sess perché lei non ne ha più bisogno, perchéla sua crescita deve essere solo spirituale. Io da parte mia, accecato dalla gelosia, ho esagerato in alcuni miei “controlli” facendole sentire di non avere più fidcia in lei. MI ha chiesto di stare insieme per i bambini (hanno 5 e 7 anni), mi aveva promesso di parlare anche con me quando aveva bisogno, ma ha proseguito a inviare sms al suo amico. Qualche giorno fa la catastrofe perché del suo cambiamento si è accorta anche la madre che mi ha telefonato dicendomi che la figlia l’aveva trattata male. Io ho chiamato mia moglie che è andata su tutte le furie e tornando a casa dal lavoro mi ha detto una frase che mi ha fatto andare su tutte le furie. meritavi di essere tradito. Le ho dato uno schiaffo di cui mi sono pentito immediatamente. Solo che il rapporto si è incrinato del tutto. COme posso fare a recuperare? Lei, un un attimo di pausa dalle liti, mi ha fatto capire che ancora prova un po La ringrazio. Saluti

Gentile Pino,

Credo che, quando si ha un matrimonio in bilico e due figli piccoli da crescere, l’ultima cosa da fare, se si è persone responsabili, è “andare su tutte le furie” o addirittura alzare le mani sul coniuge. Chi, fra voi due, è dotato di maggiore buon senso, lo dimostri. Sua moglie potrebbe essere depressa: il lavoro non le piace, la condizione economica, a quanto capisco, non è splendida, fra voi non c’è più molta attrazione fisica, i bambini sono piccoli e danno molto da fare… E’ del tutto giustificabile che una persona, come sua moglie, che si sente profondamente infelice, cerchi una strada per recuperare un po’ di benessere e di voglia di vivere. Non so se quella che ha scelto (yoga, amicizia con il tipo omosessuale ecc.) sia la strada giusta: fatto sta che lei non si può sentire estraneo alla crisi di sua moglie, come se la cosa non la riguardasse per niente… Ritengo che lei farebbe bene a cercare di comprendere quali sono le problematiche che hanno messo in difficoltà il vostro rapporto in tempi recenti (troppo lavoro, troppo stress, poco tempo per voi, ecc.) e cercare di porvi rimedio. Sia complice di sua moglie in questa ricerca di benessere, non si ponga come un nemico da combattere, aggiungendo stress a stress e contribuendo così a distruggere ciò che ancora c’è fra voi, ciò che ancora vi lega. Quello che le suggerisco è una buona terapia di coppia: riuscirete a diminuire la conflittualità e a comunicare meglio e forse le sarà più chiaro PERCHE’ sua moglie si trova in questa situazione e come fare, insieme, per venirne fuori.
Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti

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  • 1 Set 2008
  • Dr. Giuliana Proietti
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psicologa in erba

Le paure di una psicologa in erba – Consulenza on Line

Cara dottoressa, mi chiamo Dafne, sono una ragazza di 20 anni e le scrivo perchè fin da piccola ho paura del buio. Anche quando sono in casa con i miei genitori se è tutto buio io mi paralizzo e non mi tranquillizzo fino a quando non mi metto sotto le coperte. Inoltre ho paura ad andare al buio nella camera dei miei genitori, che si trova in fondo al corridoio. Non so se può essere rilevante ma all’età di 5 anni sono stata vittima di attenzioni sessuali da parte di un vicino di casa. Questa persona l’ho incontrata ogni giorno della mia vita fino a qualche anno fa e quando ero piccola avevo sempre paura di vederlo nel buio. Ho ancora qualche ricordo ma il resto lo so perchè me lo ha raccontato mia madre. Io sto studiando psicologia e vorrei tanto diventare psicoterapeuta e ho paura che questi fatti ostacolino il mio sogno. La ringrazio per la sua pazienza e attendo con ansia una risposta. Cordiali saluti.

Cara Futura Collega,

Non creda che gli psicologi siano una razza privilegiata di persone, che non ha paura di niente e di nessuno e che non conosce traumi infantili ed altre situazioni di disagio… Gli psicologi sono esattamente come le altre persone e, se si curano, guariscono. Lo stesso consiglierei di fare anche a lei, per superare questi brutti ricordi, che sicuramente contribuiscono al perdurare di questa tipica paura infantile.

Cari saluti e tantissimi auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

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  • 26 Feb 2009
  • Dr. Giuliana Proietti
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molestie sessuali

Molestie sessuali

Come premessa è utile definire il concetto di molestia sessuale sul posto di lavoro.
Con quest’ultimo termine si intende ogni atto o comportamento indesiderato, anche verbale, a connotazione sessuale arrecante offesa alla dignità e alla libertà della persona che lo subisce, ovvero che sia suscettibile di creare ritorsioni o un clima di intimidazioni nei suoi confronti.

Il molestatore, sia di sesso femminile sia di sesso maschile, non vuole ottenere “favori di natura sessuale”, quanto piuttosto vuole dimostrare il proprio potere della sua identità sessuale.

I comportamenti sessuali dell’essere umano sono legati alla cultura, ai ruoli, agli stereotipi di genere, e alle rappresentazioni sociali di genere.

Il ruolo sessuale è l’insieme dei gusti, tratti, atteggiamenti, caratteristiche nello stile comportamentale che sono associati all’appartenenza ad un dato sesso.

Il ruolo di genere è l’insieme di atteggiamenti ed attitudini connessi alla identità maschile e femminile e stabiliti dalle convenzioni culturali e sociali

Gli stereotipi di ruolo sessuale assegnano a un sesso caratteristiche definite e rigide. Gli stereotipi sono, quindi, socialmente standardizzati e per quanto concerne la sessualità fanno riferimento alle nozioni di mascolinità e femminilità.

Secondo il tradizionale stereotipo maschile l’uomo deve possedere autonomia, attivismo, senso della disciplina, logica, coraggio, rudezza, decisione negli obiettivi, spirito di avventura, ribellione, capacità di dominio, virilità. Tutte queste caratteristiche enfatizzano il raggiungimento di una “normale mascolinità”.

Mentre, al contrario, secondo il tradizionale stereotipo femminile, la donna deve possedere la sollecitudine, la capacità di esprimere sentimenti, la dipendenza, la passività e i legami con gli altri, la pulizia, la purezza, la gentilezza, l’attenzione agli altri, la remissività.

Gli stereotipi di ruolo sessuale vengono appresi sin da bambini attraverso la modificazione più o meno stabile nel comportamento del bambino risultante dalla sua esperienza.

Bisogna considerare che i ruoli di genere vengono appresi sin da bambini ma non necessariamente coincidono con le caratteristiche biologiche. Si è potuto riscontrare, infatti, che la conformazione biologica dell’individuo non prevede che egli sia più o meno sensibile alla disciplina, coraggioso, sensibile o sollecito. Questi atteggiamenti sono il frutto di un condizionamento sociale cui l’individuo vi si adatta per potersi “adeguare conformemente alla propria cultura”.

E’ ipotizzabile quindi che qualora cambino le richieste da parte della società, della cultura di appartenenza e i bisogni dell’individuo mutano anche i modelli di comportamento.

Se i comportamenti sessuali derivano da condizionamenti sociali di tipo operanti, si può ipotizzare che in alcuni casi possiedono una sensazione incresciosa di pena, di tormento, di incomodo, e di molestia.

A questo punto è facile ipotizzare che le molestie sessuali sono legate ai ruoli, alle identità di genere e agli stereotipi sociali. E’ possibile che le molestie sessuali sul posto di lavoro derivino dagli ideali e dalle costrizioni degli stereotipi sociali di genere siano, quindi, patologie dei ruoli e delle identità di genere così come lo sono della sessualità.

Proviamo a pensare alle aziende. In alcuni casi durante il processo di selezione per un posto di lavoro si cercano le donne che possiedono le caratteristiche di personalità come la passività, la remissività, l’attenzione verso gli altri. Mentre, l’uomo necessariamente deve possedere la capacità di comandare, di decisione, di virilità e di potere.

Per questo, forse, possiamo considerare le molestie sessuali sul posto di lavoro come “altre perversioni”. Louise J. Kaplan, in un libro divenuto oramai famoso, afferma: “le perversioni sessuali, dal momento che derivano così gran parte della loro forza emotiva dagli stereotipi sociali di genere, sono patologie dei ruoli e delle identità di genere tanto quanto lo sono della sessualità”.

In tale ottica è facile ipotizzare che gli stereotipi di genere, di ruolo e la cultura stessa possono essere i crogioli del comportamento perverso delle molestie sessuali sul posto di lavoro.

Alessandra Menelao

Psicolinea.it © 2001-05

Dr. Alessandra Menelao
Dr. Alessandra Menelao

Alessandra Menelao, è professore a contratto di psicologia del lavoro presso l’università di Cassino. Ha partecipato a numerosi convegni nazionali ed internazionali. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici e teorici su riviste scientifiche e volumi, e siti web sui vari campi della psicologia del lavoro, sessuologia, psicologia generale e clinica.

www.lapsicologiadelbenessere.it
a.menelao@tiscalinet.it

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  • 1 Gen 2005
  • Dr. Alessandra Menelao
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