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Tag Archives: Politiche e Politiche Sociali

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Martin Luther King l'uomo che aveva un sogno

Martin Luther King, l’uomo che aveva un sogno

Martin Luther King, l’uomo che aveva un sogno


Michael King, conosciuto più tardi con il nome di Martin Luther King, nacque ad Atlanta il 15 gennaio 1929, da famiglia di tradizione battista. Suo padre Michael Sr era pastore Battista e così suo nonno materno, tal Rev. Williams che riuscì a rendere la sua chiesa una delle più importanti ad Atlanta e si impegnò attivamente contro la segregazione razziale.

Dopo la morte del nonno, avvenuta nel 1931, fu il padre a raccoglierne l’eredità e nel 1934 King Sr., forse inspirato da una visita alla culla del protestantesimo in Germania, cambiò il suo nome e quello di suo figlio in Martin Luther King.[

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Malgrado l’ammirazione verso il padre, Martin Luther jr. fu inizialmente riluttante a seguirne le orme perché, come molti giovani, aveva avuto dubbi esistenziali-religiosi e cercava l’impegno più nel sociale, contro il razzismo praticato dai bianchi.

Durante gli studi compiuti nel collegio di Morehouse ebbe modo di conoscere le opere di Gandhi, le cui idee divennero il nucleo fondamentale della sua filosofia e capì inoltre che il Cristianesimo si adattava bene ad assurgere come forza per un cambiamento sociale.

Fu ordinato quindi pastore nel 1947 e per qualche anno approfondì gli studi teologici fino a che nel 1954 accettò la nomina presso una chiesa battista a Montgomery. Nel frattempo si era sposato con Coretta Scott, dalla quale ebbe quattro figli.

Fu a Montgomery che nel 1955 MLK guidò il boicottaggio dei mezzi pubblici per protestare contro l’arresto di Rosa Parks, una donna di colore rea di essersi rifiutata di cedere il proprio posto in autobus ad un passeggero bianco.

Nel corso della protesta, durata più di un anno, il nostro fu arrestato e minacciato più volte di morte, ma nel 1956 ottenne giustizia con la sentenza della Corte che dichiarava illegale la segregazione razziale sui trasporti pubblici.

Nel 1959 si recò in India, dove rimase un mese per approfondire le idee di Gandhi, deciso ad utilizzare il principio della persuasione non violenta quale principale strumento di protesta sociale.

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Rinunciò al suo incarico a Montgomery per ritornare ad Atlanta e fondare un movimento per i diritti civili che si oppose a quello più radicale fondato da Malcom X.

Nell’ottobre del 1960 il suo arresto durante una protesta studentesca diede un contributo alla campagna elettorale democratica in quanto il candidato John Kennedy intervenne per assicurare il suo rilascio dalla prigione e il gesto fu apprezzato da tutte le minoranze.

Nel 1963 MLK organizzò una marcia su Wasghinton cui parteciparono oltre 200.000 persone e dove pronunciò il famoso discorso passato alla storia con il nome di “I have a dream” (Ho un sogno).

Premio Nobel per la pace nel 1964, fu assassinato quattro anni dopo, il 4 aprile, da un razzista bianco, ma le circostanze della sua morte permangono ancora oscure.

Il desiderio sessuale nella donna infertile
Relazione presentata al Congresso Nazionale Aige/Fiss del 7-8 Marzo 2025 a Firenze. 

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HO UN SOGNO…

“… E’ ovvio oggi che l’America è venuta meno alla promessa per quanto riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo obbligo sacro, l’America ha dato alla gente nera un assegno a vuoto, un assegno che è tornato indietro con il timbro ‘fondi insufficienti’. Però ci rifiutiamo di credere che la Banca della Giustizia sia fallita; ci rifiutiamo di credere che non ci siano fondi sufficienti nelle grandi casseforti dell’opportunità di questo paese. E allora siamo venuti a incassare questo assegno, l’assegno che ci darà a richiesta le ricchezze della libertà e la sicurezza della giustizia.

… però c’è qualcosa che io debbo dire alla mia gente, che sta sulla soglia che conduce al palazzo di giustizia. Nel processo di conquista del posto che ci spetta, non dobbiamo essere colpevoli di azioni inique, non cerchiamo di soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla tazza del rancore e dell’odio. … Per cui vi dico, amici miei che anche se affronteremo le difficoltà di oggi e di domani, io ho un sogno oggi. E un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si solleverà e vivrà nel vero significato del suo credo, che tutti gli uomini sono creati uguali. Io sogno che i miei quattro figli piccoli un giorno vivranno in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per il contenuto della loro personalità.

Oggi ho un sogno! Che un giorno, là in Alabama , piccoli neri, bambini e bambine, potranno unire le loro mani con piccoli bianchi, bambini e bambine, come fratelli e sorelle.

Oggi ho un sogno! Lasciamo risuonare le campane della libertà da ogni villaggio e da ogni casale, da ogni stato e da ogni città e saremo capaci di anticipare il giorno in cui noi tutti figli di Dio,uomo Nero e uomo Bianco, Ebreo e Cristiano, Protestante e Cattolico, potremo unire le nostre mani e cantare le parole del vecchio spiritual Nero: liberi finalmente, liberi finalmente, grazie Dio Onnipotente, siamo finalmente liberi.”

Nel 1984 il gruppo pop più famoso degli anni ottanta e novanta, gli U2, dedicò due canzoni in un album a MLK : “E’ il 4 di aprile, presto di mattina uno sparo echeggia nel cielo di Memphis,alla fine si sono sbarazzati di te, ti han carpito la vita perché non erano riusciti a toglierti l’orgoglio” “Dormi, dormi stanotte, e possano i tuoi sogni divenire realtà”.

Lanfranco Bruzzesi

Imm. Wikimedia

 

Dr. Lanfranco Bruzzesi
Dr. Lanfranco Bruzzesi

Appassionato di musica, collabora con psicolinea per la stesura di biografie di personaggi famosi, in particolare nel mondo della musica. Lanfranco Bruzzesi è inoltre il principale ispiratore dell’Associazione Culturale Ankon Cultura, che ha sede ad Ancona e che organizza conferenze, viaggi ed altri eventi culturali.

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  • 2 Ago 2018
  • Dr. Lanfranco Bruzzesi
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La tortura psicologica

La tortura psicologica

La tortura psicologica

Dr. Walter La Gatta

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Tariffe Psicoterapia

La tortura psicologica rappresenta una delle forme più subdole e devastanti di abuso che un individuo possa subire. Mentre la tortura fisica infligge dolore immediato e visibile, la tortura psicologica colpisce la mente e l’equilibrio emotivo della persona, producendo danni duraturi che spesso sono invisibili.

Questa pratica è una grave violazione dei diritti umani e un mezzo di coercizione che mina profondamente i principi di democrazia e giustizia.
Cerchiamo allora di saperne di più.

Cosa è la tortura?

La tortura è un metodo di coercizione fisica o psicologica, talvolta inflitta con il fine di punire o di estorcere delle informazioni o delle confessioni (in alcuni casi solo per puro divertimento e sadismo); molte volte viene accompagnata dall’uso di strumenti particolari atti ad infliggere punizioni corporali.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
 

Tariffe Psicoterapia

Che cos’è la Tortura Psicologica?

La tortura psicologica è una forma di abuso che mira a manipolare e destabilizzare la psiche della vittima attraverso l’uso di minacce, intimidazioni, isolamento e altre tecniche volte a creare ansia, paura e perdita di controllo.

C’è una relazione fra tortura fisica e tortura psicologica?

Spesso questi due tipi di tortura sono usati in combinazione tra loro, dal momento che la tortura fisica provoca paura e dolore, e questo non può che provocare effetti psicologici devastanti.

A differenza della tortura fisica, la tortura psicologica non lascia cicatrici visibili, ma gli effetti sul benessere mentale e fisico della persona possono lasciare cicatrici indelebili.

Quali sono, ad esempio, le pratiche di tortura psicologica?

Le più comuni sono:

– Isolamento prolungato: la vittima viene tenuta in isolamento totale o parziale per settimane, mesi o anni, private della possibilità di dormire, lasciate senza vestiti in temperature estreme, obbligate a farsi i bisogni fisiologici addosso, essere minacciate da cani, ecc. Questo può portare all’incapacità acquisita di percepire il tempo, alla confusione mentale e a sentimenti di disperazione.
– Deprivazione sensoriale: consiste nella privazione di sensazioni (ad es. incappucciamento) o nel sovraccarico di sensazioni (luce, suoni, etc.) per provocare disorientamento e allucinazioni. 
– Minacce e intimidazioni: vengono usate minacce di danni fisici o psicologici alla vittima o ai suoi cari, anche senza l’effettiva intenzione di metterle in pratica, con lo scopo di suscitare paura e ansia.
– Umiliazione e degradazione: vengono imposte alla vittima azioni che la umiliano profondamente, minando la sua dignità e autostima (es. rasatura della testa).
– Manipolazione dell’informazione: consiste nell’inganno o nel confondere la vittima, alimentando sentimenti di paranoia e insicurezza. Questo può avvenire attraverso la distorsione dei fatti o il negare elementi della realtà.
– Deprivazione del sonno: la persona viene privata del sonno per periodi prolungati, riducendo la sua capacità di pensare razionalmente e di resistere psicologicamente.

Quali sono gli obiettivi della tortura psicologica?

Gli obiettivi della tortura psicologica possono variare a seconda del contesto in cui viene praticata. Tuttavia, i principali scopi sono:

  • Ottenere informazioni o confessioni
  • Punizione o vendetta
  • Intimidazione e controllo sociale
  • Distruzione dell’autostima e dell’autonomia
  • Controllare il pensiero e il comportamento della vittima

Da quanto tempo si pratica la tortura psicologica?

La tortura psicologica è una pratica molto antica. E’ sempre stata utilizzata da governi, eserciti e organizzazioni autoritarie per sottomettere e controllare individui e popolazioni. Tuttavia, il concetto di tortura psicologica si è evoluto nel corso del XX secolo, quando le tecniche sono state affinate e rese più sistematiche.

Nei tempi più antichi la tortura fisica poteva essere accompagnata da umiliazione pubblica, esposizione alla paura della morte o delle punizioni corporali.

In contesti religiosi, ad esempio, l’inquisizione medievale utilizzava la minaccia della dannazione eterna e il senso di colpa per sottomettere gli eretici e ottenere confessioni. Sebbene queste pratiche fossero accompagnate da tortura fisica, l’elemento psicologico era fondamentale per creare sottomissione.

Dr. Walter La Gatta

Da quanto tempo la tortura psicologica viene usata come arma di guerra?

Durante le guerre mondiali, e in particolare la Seconda Guerra Mondiale, la tortura psicologica venne applicata su larga scala come parte delle tecniche di interrogatorio dei prigionieri di guerra. Gli esperimenti condotti su prigionieri, soprattutto da parte dei regimi totalitari, come quello nazista e quello stalinista, miravano a trovare modi più efficaci per piegare la volontà delle persone senza lasciare segni fisici evidenti. In questo contesto, tecniche come l’isolamento e la deprivazione sensoriale furono sviluppate e applicate su vasta scala.

Oggi come si pratica la tortura psicologica?

Negli ultimi decenni, la tortura psicologica continua ad essere una pratica utilizzata in vari contesti, anche nei paesi democratici, specialmente nelle situazioni di guerra e di contrasto al terrorismo. Rapporti di organizzazioni internazionali, come Amnesty International e Human Rights Watch, hanno documentato casi di tortura psicologica in numerosi paesi, incluse le democrazie occidentali, dove le tecniche di interrogatorio stressante vengono ancora largamente usate.

Perché le informazioni ottenute attraverso la tortura spesso non sono affidabili?

Perché le vittime forniscono false confessioni per porre fine al proprio tormento. 

Cosa è la tortura indiretta?

E’ un metodo di tortura in cui una vittima è costretta ad assistere alla tortura di un’altra persona, spesso una persona amata. Questo crea sensi di colpa e sofferenza indiretta per l’affetto e la lealtà della vittima verso il compagno, il  parente, l’amico, il  compagno d’armi ecc.



Perché le torture sono incompatibili con la democrazia?

Perché sono antitetiche ai principi fondamentali delle democrazie moderne, che si basano su valori di dignità umana, libertà, e rispetto dei diritti individuali. La tortura, sia fisica che psicologica, rappresenta una violazione dei diritti umani universali. 

Cosa è la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura?

E’ un trattato internazionale sui diritti umani che mira a prevenire la tortura e altri atti crudeli, inumani o degradanti. La Convenzione impone agli Stati di adottare misure efficaci per prevenire la tortura e vieta di trasportare persone in qualsiasi paese in cui vi sia motivo di ritenere che la tortura potrebbe verificarsi. 

Il testo della Convenzione è stato adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite è entrato in vigore il 26 giugno 1987. Per questa ragione il 26 giugno è ora riconosciuto come la Giornata internazionale a sostegno delle vittime della tortura. 

Dr. Walter La Gatta

Dr. Giuliana Proietti Tel 347 0375949
Dr. Walter La Gatta   Tel 348 3314908

Foto di Donald Tong

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

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Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali.

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  • 5 Ott 2024
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Il terrorismo può rendere più simili le persone di destra e di sinistra

Il terrorismo può rendere più simili destra e sinistra

Il terrorismo può rendere più simili destra e sinistra

Relazione sulla Terapia di Coppia dopo un Tradimento - Festival della Coppia 2023

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ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE

Gli attacchi terroristici contro le principali capitali internazionali come Parigi, Ankara, o Londra sono stati eventi drammatici che senza dubbio hanno influenzato opinione pubblica e politica. Nel Regno Unito gli atteggiamenti delle persone di sinistra (liberal) verso i musulmani e gli immigrati sono diventati sempre più simili a quelli dei conservatori a seguito degli attentati del 7 luglio 2005 a Londra, come dimostra una nuova ricerca. I dati provenienti da due indagini rappresentative a livello nazionale sui cittadini britannici hanno rivelato che i sentimenti nazionalisti sono aumentati e la ricerca di uguaglianza sociale è diminuita tra le persone di sinistra dopo l’attacco terroristico.

I risultati sono stati pubblicati in Psychological Science, una rivista della Association for Psychological Science.

I risultati dello studio citato mostrano che il terrorismo sposta l’atteggiamento del pubblico verso valori più conservatori, con un minore desiderio di giustizia sociale e maggiori pregiudizi contro i musulmani e gli immigrati, ma sembra che questo effetto sia maggiore sulle persone di sinistra rispetto a coloro che sono di destra. Questa situazione non permette di creare un clima in cui promuovere o sostenere  la tolleranza, l’inclusione e la fiducia.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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I ricercatori hanno analizzato i dati disponibili di due indagini rappresentative a livello nazionale, somministrati circa 6 settimane prima e 1 mese dopo il 7 luglio 2005, giorno degli attentati di Londra. Gli attentati, avvenuti sui mezzi pubblici, che hanno causato la morte di 52 persone e il ferimento di 770 persone, sono stati rivendicati da Al Qaeda ed effettuati da tre musulmani britannici nati da famiglie di immigrati e da un giamaicano convertito all’Islam.

Nelle due indagini, i partecipanti hanno valutato il loro accordo con le affermazioni che rappresentavano quattro fondamenti etici:  fedeltà alla patria (cioè, “mi sento fedele alla Gran Bretagna, nonostante tutti i difetti che può avere”),  rispetto dell’autorità (ad esempio, “penso che le persone dovrebbero seguire le regole in ogni momento, anche quando non si sentono osservate”), cura del danno (ad esempio,” voglio che tutti siano trattati con giustizia, anche le persone che non conosco. E’ importante per me proteggere i più deboli nella società), ed equità (cioè, “ci dovrebbe essere uguaglianza sociale per tutte le persone presenti in Gran Bretagna”).

Dr. Walter La Gatta

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Tariffe Psicoterapia

I partecipanti hanno inoltre valutato il loro accordo con dichiarazioni circa l’atteggiamento verso i musulmani (ad esempio, “la Gran Bretagna perderebbe la sua identità se più musulmani venissero a vivere in Gran Bretagna”) e immigrati (ad esempio, “Il governo spende troppi soldi per gli immigrati”).

L’atteggiamento nei confronti dei musulmani e verso gli immigrati è stato dunque più negativo in ​​seguito agli attentati,  ma solo tra i liberali; i punti di vista dei conservatori sono rimasti sostanzialmente gli stessi.

Questi risultati mostrano che le prospettive etiche delle persone non sono necessariamente costanti: esse possono cambiare a seconda del contesto e degli eventi.

Questo cambiamento di atteggiamento si può essere riflesso nella recente decisione del parlamento del Regno Unito, in seguito agli attentati di novembre a Parigi, per quanto riguarda l’approvazione delle missioni di bombardamento in Siria. I ricercatori fanno notare che il più grande cambiamento nel modo di votare si è verificato tra i membri del Labour in Parlamento, cioè nella sinistra: circa il 20% di questi parlamentari ex pacifisti, hanno dato il loro sostegno alle missioni di bombardamento 2013-2015.

Va forse ricordato, in conclusione, e solo per maggiori riflessioni sul tema, che gli immigrati in Gran Bretagna sono rappresentati al primo posto dai polacchi e al secondo posto dagli italiani.

Dr. Walter La Gatta

Relazione sulla Terapia di Coppia dopo un Tradimento - Festival della Coppia 2023

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Fonte:
Terrorism may make liberals think more like conservatives, Eurekalert

Immagine:
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Una intervista sulla Timidezza

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La scala Kinsey
La scala Kinsey: la sessualità oltre il binarismo
Ortoressia, l'ossessione per i cibi sani
Ortoressia, l’ossessione per i cibi sani

Dr. Walter La Gatta

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  • 17 Dic 2015
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La misurazione del benessere oltre il Prodotto Interno Lordo

La misurazione del benessere oltre il Prodotto Interno Lordo

La misurazione del benessere oltre il Prodotto Interno Lordo

Una Videoconferenza su Salute e Benessere

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Articolo datato

Definire il concetto di benessere non è semplice; il problema coinvolge vari ambiti e può essere affrontato da numerosi punti di vista, aprendo questioni di carattere etico o spirituale, filosofico, psicologico o economico.  Se è molto complesso offrire una definizione di benessere che sia oggettiva e univoca, realizzare delle misurazioni statistiche con le stesse caratteristiche rappresenta un obiettivo ancor più arduo.  Nonostante ciò, dal momento che ogni scelta politica o sociale dovrebbe mirare proprio al miglioramento del benessere degli individui e della collettività, è necessario dotarsi di strumenti di misurazione adeguati per indirizzare correttamente le politiche.

Recentemente, i temi della misurazione del benessere e della sostenibilità hanno trovato nuovi e importanti sviluppi, sia nell’attenzione dell’opinione pubblica e degli organi internazionali (OECD, Nazioni Unite, Unione Europea, Eurostat), che all’interno del dibattito scientifico.  In questo contesto è emerso un rinnovato consenso sui limiti del Prodotto Interno Lordo (PIL) come misura del benessere, e numerose raccomandazioni invitano ad estendere le misurazioni ad altre dimensioni, in particolare quelle ambientali e sociali[1].

In conseguenza, sono stati ideati e promossi numerosi indicatori di benessere correttivi o alternativi al PIL, seguendo approcci differenti. I vari approcci presentano vantaggi e svantaggi specifici; probabilmente gli sviluppi più interessanti si avranno proprio dalla fusione dei diversi filoni di ricerca.

Fra gli indicatori correttivi del PIL, ad esempio, l’Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW), interviene nei confronti dei principali limiti del PIL, ed estende la dimensione economica agli aspetti ambientali e sociali, mantenendo come risultato un valore monetario unico e aggregato[2].

Esistono poi numerosi indicatori alternativi al PIL che non ricorrono a valutazioni monetarie (come lo Human Development Index – HDI delle Nazioni Unite), ma aggregano in indici compositi i contributi provenienti da vari sub-indicatori, riferiti ad aspetti specifici.

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Una prospettiva diversa è invece quella degli indicatori soggettivi, prevalentemente applicati in ambito psicologico e sociale, che mirano ad analizzare il benessere partendo dal punto di vista degli individui, per mezzo di apposite survey, o attraverso misurazioni delle risposte cerebrali (Khaneman et al. 2004).

Alcuni legami analizzati dagli indicatori soggettivi sono molto interessanti, come quello fra felicità e reddito disponibile.  Secondo vari studi (Clark et al. 2007; Frey, 2002), il benessere individuale è correlato positivamente con il reddito, ma in misura limitata (o “meno che proporzionale”, come mostrato già nel 1974 dal noto “paradosso di Easterlin”). Inoltre, la correlazione è più forte per gli individui appartenenti alle fasce di reddito basse. Ne consegue che, per spiegare la felicità individuale in termini economici, è più importante il reddito relativo, nei confronti del gruppo sociale di riferimento, che non quello assoluto.

Per quanto riguarda i confronti internazionali, i risultati del paradosso di Easterlin sono stati confermati per numerosi paesi sviluppati, ma non per quelli in via di sviluppo.  Nel caso dei paesi emergenti prevale, infatti, un effetto positivo derivante dall’uscita dalla condizione di povertà, e dal miglioramento percepito rispetto alla condizione precedente. Oltre una soglia di reddito tale da garantire degli standard di vita soddisfacenti, però, entrano in gioco altri elementi in maniera preponderante, come il tempo libero, le relazioni sociali, l’autostima, la soddisfazione familiare, lo stato psico-fisico.

Un’altra spiegazione del debole legame fra reddito e felicità proviene dal processo di evoluzione delle preferenze e delle aspirazioni degli individui, che consegue alla crescita del reddito e del progresso tecnologico. Già alcuni grandi autori classici, come Hirschman, anticipavano l’idea che il benessere fosse prodotto proprio dal “passaggio da una situazione peggiore ad una migliore”.  Abituandosi invece – molto rapidamente secondo le ricerche – agli standard più elevati, il benessere che ne deriva svanisce gradualmente.

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Alla luce di questi risultati si comprende come sia importante sviluppare la ricerca (coordinata fra più discipline) di indicatori socio-economici che non si basino solo sul reddito, ma estendano la misura del benessere ad aspetti multidimensionali.  Dopodiché, basandosi su indicatori e informazioni adeguate, spetta ai decisori politici e alle coscienze individuali definire gli effettivi sentieri sostenibili da percorrere, nel comune interesse.

Riferimenti bibliografici

Balducci F., 2010. Il benessere sostenibile nella Provincia di Ancona (Analisi Economica). Piano Attuativo Provinciale del Piano Energetico Regionale (PEAR), Provincia di Ancona.

Clark, A., Frijters, P., and Schields, M.A. , 2007. “Relative Income, Happiness and Utility: An Explanation for the Easterlin Paradox and Other Puzzles”, Journal of Economic Literature, forthcoming.

CMEPP, 2009, “Survey of Existing Approaches to Measuring Socio-Economic Progress”, Commission on The Measurement of Economic Performance and social Progress )

Easterlin, R.A., 1974. “Does economic growth improve the human lot? Some empirical evidence”, in David, R. and Reder; R. (Eds) Nations and Households in Economic Growth: Essays in honor of Moses Abramovitz, New York, Academic Press.

Frey, B.S. and Stutzer, A., 2002. “What can economists learn from happiness research?”, Journal of Economic Literature, vol. 40, pp. 402–435.

Kahneman, D., Krueger, A.B., Schkade D., Schwarz N., and Stone A., 2004. “Toward National Well-Being Accounts”, American Economic Review, Papers and Proceedings, vol. 94, pp. 429-434.
_____________

[1] Si faccia riferimento alla celebre Commission on the Measurement of Economic Performance and social Progress, istituita dall’ex Presidente francese Nicolas Sarkozy e formata da illustri economisti fra cui Joseph Stigliz, Amartya Sen e Jean-Peaul Fitoussi ).

[2] Per approfondimenti su questo indicatore e per consultare i risultati di applicazioni alle regioni italiane è possibile fare riferimento all’autore (f.balducci@univpm.it).

Dr. Francesco Balducci

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Dr. Francesco Balducci
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Francesco Balducci è dottore di Ricerca in Economia Politica e si occupa di tematiche relative alla misurazione del benessere tramite indicatori alternativi al Prodotto Interno Lordo. In questi ambiti, e in quelli dell’Economia della Cultura, ha prodotto articoli scientifici (Rivista Italiana degli Economisti; Rivista di Economia, Demografia e Statistica; Economia della Cultura) e vari working paper. Contatti: f.balducci@univpm.it.

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  • 2 Nov 2012
  • Dr. Francesco Balducci
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Il disegno intelligente e le sue conseguenze

Il disegno intelligente e le sue conseguenze

Il disegno intelligente e le sue conseguenze

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Articolo datato

di Noam Chomsky

Il Presidente George W. Bush è favorevole all’insegnamento nelle scuole sia dell’evoluzionismo sia del ‘disegno intelligente’, “in modo che le persone conoscano i termini del dibattito”.

Il disegno intelligente, secondo i suoi sostenitori, riguarda il fatto che l’universo sia troppo complesso per essersi sviluppato senza l’intervento di un potere più alto di quello rappresentato dall’evoluzione e dalla selezione naturale.

Per i detrattori, il disegno intelligente è il creazionismo – l’interpretazione letterale della Genesi – in modo sottile, o semplicemente sciocco, con interpretazioni interessanti del tipo ‘Non capisco”, come è sempre stato nelle scienze, prima che fosse stata raggiunta la comprensione. Di conseguenza non ci può essere ‘dibattito’.

L’insegnamento dell’evoluzione è stato a lungo difficile negli Stati Uniti. Ora è emerso un movimento nazionale per promuovere l’insegnamento del disegno intelligente nelle scuole.

Clinica della Timidezza
Dal 2002 parole che curano, orientano e fanno pensare.

La questione è saltata fuori a sorpresa in un’aula di tribunale a Dover, Pa, perché le autorità scolastiche locali hanno richiesto agli studenti di seguire l’insegnamento del disegno intelligente in un corso di biologia – ed i genitori, consapevoli della divisione costituzionale fra Chiesa e Stato gli hanno fatto causa.

Per una questione di giustizia, forse chi scrive i discorsi del Presidente dovrebbe prenderlo sul serio quando gli fa dire che le scuole dovrebbero avere una mentalità aperta ed insegnare tutti i punti di vista.

Finora, tuttavia, il corso di studi non ha riguardato un ovvio punto di vista: il disegno maligno.

A differenza del disegno intelligente, per il quale l’evidenza è nulla, il disegno maligno ha tonnellate di evidenza empirica, molto più dell’evoluzione darwiniana se lo consideriamo secondo alcuni criteri: la crudeltà del mondo.

Stando così le cose, lo sfondo in cui si muove l’attuale controversia fra evoluzionismo e disegno intelligente è il diffuso rifiuto della scienza, un fenomeno con radici profonde nella storia americana, che è stato cinicamente sfruttato per puro interesse politico durante l’ultimo quarto di secolo.

Il disegno intelligente solleva la questione se sia intelligente non tener conto dell’evidenza scientifica su questioni di estrema importanza per la nazione e per il mondo- come il riscaldamento del pianeta.

Un conservatore fuori moda crederebbe nel valore degli ideali illuministi – razionalità, analisi critica, libertà di parola, libertà di ricerca – e cercherebbe di adattarli alla società moderna.

I Padri Fondatori, figli dell’Illuminismo, hanno difeso questi ideali e si sono presi il disturbo di creare una Costituzione che accoglieva i concetti di libertà religiosa, separando chiesa e stato. Gli Stati Uniti, malgrado l’atteggiamento messianico occasionale dei suoi leaders, non è una teocrazia.

L’odierna ostilità dell’amministrazione Bush per la ricerca scientifica mette a rischio il mondo. La catastrofe ambientale è un fatto troppo serio per essere ignorato, sia se credi che il mondo si sia evoluto solo a partire dalla Genesi, o attraverso l’eon.

Nel preparare il summit del G8 la scorsa estate, le accademie scientifiche di tutte le nazioni del G8 (inclusa la National Academy of Sciences americana), unite a quelle della Cina, dell’India e del Brasile, hanno richiamato l’attenzione dei Capi di Governo dei paesi ricchi a prendere urgenti provvedimenti per prevenire il riscaldamento del pianeta.

“La comprensione scientifica dei cambiamenti climatici è oggi abbastanza chiara per giustificare un pronto intervento”, si legge nel loro rapporto. “E’ vitale che tutte le nazioni identifichino i passi da prendere per contribuire alla riduzione sostanziale ed a lungo termine per le emissioni di gas che producono l’effetto serra.

Nel suo principale editoriale, il Financial Times ha ripreso questo “chiarissimo richiamo” osservando: “C’è, comunque, una resistenza ed essa sfortunatamente va cercata nella Casa Bianca dove… George W. Bush… insiste sul fatto che non sappiamo ancora abbastanza su questo letterale fenomeno di cambiamento del mondo ”

Il non tenere conto dell’evidenza scientifica su questioni legate alla sopravvivenza, seguendo il giudizio di Bush sulla scienza, è la consuetudine. Qualche mese prima, al meeting annuale del 2005 dell’Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza, i ricercatori americani sul clima hanno dichiarato che c’è: “la più chiara evidenza” che le attività umane sono responsabili del riscaldamento del pianeta, secondo il Financial Times. Essi hanno previsto effetti ancora più vistosi, come la drastica riduzione delle risorse idriche nelle regioni situate in prossimità di fiumi che raccolgono acqua dallo scioglimento della neve e dei ghiacciai.

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Altre importanti ricerche presentate nella stessa sessione hanno messo in evidenza che lo scioglimento degli strati di ghiaccio dell’Artico e della Groenlandia sta causando dei cambiamenti nella concentrazione salina del mare che minaccia “di interrompere il nastro trasportatore dell’oceano, che trasferisce il calore dai tropici verso le regioni polari attraverso correnti come la corrente del golfo.” Questi cambiamenti possono portare ad una riduzione significativa della temperatura nell’Europa del Nord.

Poiché le affermazioni delle Accademie Nazionali per il summit del G8, “la più urgente evidenza” hanno avuto scarsa evidenza negli Stati Uniti, malgrado l’attenzione data negli stessi giorni all’implementazione dei protocolli di Kyoto, con il più importante governo che rifiutava di prendervi parte.

E’ importante sollecitare il “governo”. Il rapporto standard che vede gli Stati Uniti quasi soli nel rigettare i protocolli di Kyoto è corretto solo se la frase ‘Stati Uniti’ esclude la sua popolazione, che è fortemente a favore del patto di Kyoto (73 per cento, secondo un sondaggio del Programma sugli Atteggiamenti di politica internazionale).

Forse solamente la parola ‘maligno’ potrebbe descrivere il mancato riconoscimento di una questione troppo-scientifica sul cambiamento climatico. Così la ‘chiarezza morale’ dell’Amministrazione Bush estende al suo cavaliere le responsabilità del destino dei nostri nipoti.

Noam Chomsky

Distribuito da The New York Times Syndicate
Traduzione dall’Inglese a cura di Giuliana Proietti per psicolinea.it. Tutti i diritti riservati.

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Prof. Noam Chomsky
Prof. Noam Chomsky

Noam Chomsky è professore di Linguistica (Teoria, Sintassi, Semantica, Filosofia del Linguaggio) al Massachusetts Institute of Technology

E’ Membro dell’ American Academy of Arts and Sciences e della National Academy of Science. Inoltre è membro di altre associazioni professionali e culturali negli Stati Uniti ed in altri Paesi, oltre ad aver ricevuto il premio, da parte dell’Associazione degli Psicologi Americani per l’insigne contributo scientifico, il premio Kyoto nelle Scienze Fondamentali, la medaglia Helholtz, il Premio Dorothy Eldridge per la Pace, la medaglia Ben Franklin per la Scienza cognitiva e dei Computer ed altri.

Chomsky ha scritto ed insegnato diffusamente sugli argomenti di linguistica, filosofia, storia culturale, attualità, affari internazionali e politica estera americana.

Recentemente è stato tradotto in Italiano e pubblicato il suo ultimo libro, dal titolo originale: “Hegemony or Survival: America’s Quest for Global Dominance.”

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