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Convegno2006

La consulenza online

LA CONSULENZA ONLINE

di Giuliana Proietti

Relazione presentata al Convegno Timidezza e Sessualità,
Ancona 17-18 Novembre 2006

Tra le tecnologie mediatiche più avanzate della nostra epoca c’è senz’altro Internet, che permette agli utenti-navigatori di reperire informazioni di qualsiasi tipo in tempo reale, ma soprattutto di svolgere un ruolo attivo nell’accesso e nella selezione di tali informazioni.

INTERNET

Su Internet possiamo trovare veramente di tutto: per fare un esempio, oggi vanno molto di moda i siti così detti pro-ana, dove ‘pro-ana’ sta per ‘pro-anoressia’: si tratta di siti o blog in cui si mostrano foto di modelle scheletriche, indicate come esempi di bellezza, vi sono i ‘comandanamenti dell’anoressia’ e perfino il ‘credo Ana’, oltre ai ‘motivi per non mangiare’, consigli per vomitare meglio’, suggerimenti su ‘come nascondere l’anoressia’.

SERVIZI PSICOLOGICI IN INTERNET

Stando così le cose, personalmente mi sento molto rassicurata dal fatto che su Internet ci sono anche dei siti e dei Blog di psicologi e psicoterapeuti che offrono un diverso tipo di informazioni per quanto riguarda l’anoressia e che offrono gratuitamente la loro consulenza on line a delle persone che attraversano un momento di difficoltà e che cercano aiuto. E questo vale, ovviamente, non solo per l’anoressia, ma per tutti i disturbi della sfera psicologica.

CARATTERISTICHE DEI SERVIZI PSICOLOGICI OFFERTI IN RETE

Su Internet vi sono migliaia di psicoterapeuti che, in tutto il mondo, prestano la loro attività professionale presso siti on line, offrendo i loro servizi. Essi riguardano:
– semplice offerta di informazioni,
– consigli di self help,
– sostegno e supporto,
– links ad altri siti che possono essere di aiuto.
– e-therapy: valutazione, diagnosi e intervento terapeutico.

Sul tema specifico della e-therapy torneremo in seguito.

CANALI DI COMUNICAZIONE NELLA CONSULENZA ON LINE

I mezzi tecnici più frequentemente utilizzati sono:

– e-mails scambio diretto, in modalità asincrona, tra la persona e il professionista attraverso il testo scritto;
– chat rooms (lo scambio avviene in tempo reale attraverso linguaggio scritto o videocam);
– forum (il professionista dialoga in modalità asincrona con vari utenti, che interagiscono fra loro attraverso il linguaggio scritto).

LA SITUAZIONE ITALIANA

In base alla delibera del 23 marzo 2002, n° 19 del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi Italiani,

“non è possibile effettuare interventi di psicodiagnosi e psicoterapia via internet”

Dal 1 luglio 2004, l’Ordine degli Psicologi del Lazio, ha vietato non solo la psicodiagnosi e la psicoterapia via internet, ma la stessa consulenza on line. L’articolo 3 cita:

“In ogni caso, ed in particolare con l’utilizzo di internet, è vietato:

a) svolgere attività di diagnosi, per la quale l’incontro di persona con il cliente/paziente è sempre condizione imprescindibile;
b) fornire indicazioni su trattamenti da effettuare;
c) esprimere giudizi sull’appropriatezza degli interventi e/o delle diagnosi effettuati da colleghi;
d) manifestare qualsiasi tipo di commento, suggerimento o valutazione in relazione a casi specifici.”

L’articolo 4 del Codice dell’Ordine degli Psicologi del Lazio cita:

” Le attività di abilitazione-riabilitazione e sostegno di cui all’art. 1 L. 18.2.1989 n.56, le attività a ciò affini indicate dalla L. n. 170 del 2003, riguardante le competenze degli iscritti alla sezione B dell’Albo e le attività di psicoterapia di cui all’art. 3 L. 56/89, non possono essere svolte con la mediazione di tecnologie elettroniche per la comunicazione a distanza, salvo nei casi in cui ciò sia necessario per l’impossibilità di mantenere di persona il contatto con i clienti/pazienti. In tal caso ciò è consentito alle seguenti condizioni:

a) il rapporto con il cliente/paziente sia già stato stabilito in precedenza di persona e senza l’utilizzo delle tecnologie sopra menzionate;
b) per fasi chiaramente determinate e circoscritte nel tempo;
c) senza corresponsione di compenso, poiché il rapporto mediato dalle tecnologie per la comunicazione a distanza, non può configurarsi come una delle attività indicate nella prima parte di questo comma.”

Come si vede, la Consulenza on Line non ha ricevuto in Italia una buona accoglienza: non viene in nessun caso favorita e si tende anzi, in alcuni Ordini Regionali, a limitarla con norme e regolamenti che la impediscono di fatto. Nel caso specifico, questo vale non solo per quanto riguarda la psicoterapia (e-therapy), ma anche le attività di abilitazione-riabilitazione che l’ordinamento degli Psicologi consente non solo agli psicoterapeuti, ma anche agli psicologi non specializzati.
In alcuni ambiti della professione dunque si tende a fare di ogni erba un fascio, vietando o limitando al massimo qualsiasi intervento degli psicologi, senza fare alcuna differenza fra psicoterapia e counseling, così come fra prestazioni a pagamento e prestazioni offerte come forma di volontariato.

SECOND LIFE: LA REALTA’ VIRTUALE

Prima di arrivare a qualche riflessione sull’argomento, vorrei citare anche il sito ‘Second Life’ (www.secondlife.com), nel quale gli utenti possono sperimentare il gioco della ‘seconda vita’, ovvero una vita virtuale nella quale possono essere uguali, o diversi, da ciò che sono nella vita reale. Nel gioco occorre costruirsi un Avatar, ovvero un’immagine di sé stessi, che poi viene guidata nelle varie esperienze della ‘seconda vita’: acquistare una casa, una macchina, fare la spesa, andare in palestra, fidanzarsi, sposarsi, divorziare, ecc. Di recente su questo sito è apparso anche uno psicologo ‘vero’ che ha aperto un suo studio virtuale. Lo psicologo si chiama Craig Kerley: le sue tariffe vanno da 50 dollari per una consulenza fatta attraverso la posta elettronica (25 dollari se la mail può essere evasa in trenta minuti o per la avatar-therapy), ai 90 dollari per una cyber-therapy fatta attraverso la tecnologia Skype. In questo modo, sostiene il Dr. Kerley, ci si può avvalere dell’incontro ‘faccia-a-faccia’, pur senza incontrarsi direttamente, superando così la distanza, le inibizioni o la mancanza di tempo per recarsi in un vero studio professionale.

LA “BANALIZZAZIONE”

Negli ambienti che pongono maggiori veti allo sviluppo della Consulenza on Line il principale problema sollevato è quello della ‘banalizzazione’, come il seguente, rintracciabile sul sito dell’Ordine degli Psicologi del Lazio:

“… Ci sembra che, spesso, le risposte fornite non abbiano uno spessore autenticamente clinico, mancanza che può essere attribuita non necessariamente ad imperizia dello psicologo/psicoterapeuta che risponde, ma anche – o soprattutto – alla banalizzazione che il mezzo di comunicazione in questione implica e produce. Tutto ciò, a nostro parere, svilisce l’attività clinica, abbassandola a livelli opinionistici da rivista”. *
Emanuele Morozzo della Rocca
(Ex Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio)

Sullo stesso sito molti ‘addetti ai lavori’ esprimono critiche e riserve. Poiché c’è molta similitudine fra tutti i vari interventi citati allo scopo di chiarire se la psicoterapia on line abbia una legittimità scientifica e professionale, si può citare ad esempio l’intervento di Laura Scotti, Presidente Coirag:

“…E’ questo un modo di svilire la professione dello psicologo-psicoterapeuta e di danneggiare l’utenza, facendole correre seri rischi”.

Laura Scotti
Preside COIRAG

Quanto alle nuove tecnologie, come quelle di Skype, che consentono una comunicazione a distanza potendosi guardare faccia-a-faccia (prima citate riguardo alla psicoterapia on line del Dr. Kerley), le conclusioni degli ‘scettici’ sono più o meno dello stesso tenore:

“Non vi è possibilità di fondare una psicoterapia a distanza, neppure avvalendosi di collegamenti video sincroni, poiché un tale contesto rende impossibile la costituzione di una adeguata relazione tra paziente e terapeuta, relazione indispensabile per attuare qualsiasi intervento terapeutico fondato”.

Dr. Stefano Carta *
Presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA), vicepresidente della Commissione MIUR per il riconoscimento dei corsi di specializzazione in psicoterapia,

* Testi tratti dal Sito dell’Ordine degli Psicologi del Lazio

Consulenza sulla Legittimità Scientifica e Professionale di condurre psicoterapie on line

Naturalmente non tutti gli ambienti e gli Ordini Regionali hanno la stessa posizione: altri sono molto più aperti e favorevoli. Cito ad esempio un sito patrocinato direttamente dall’Ordine degli Psicologi delle Marche (www.psicogiovani.it), che oltre alla Consulenza on Line presenta una chat e un Forum in cui con l’utenza interagiscono un nutrito numero di psicologi e psicoterapeuti.

E’ VERA TERAPIA?

Volendo giungere a qualche conclusione sull’argomento, si potrebbe effettivamente ammettere che la Consulenza on Line sia cosa ben diversa dalla psicoterapia, la quale si basa anzitutto sulla comunicazione faccia-a-faccia, sulla relazione fra paziente e terapeuta e sull’osservazione del linguaggio verbale e non verbale. In mancanza di queste componenti, nessun incontro fra psicoterapeuta e paziente potrebbe dirsi ‘psicoterapia’, almeno per quanto il termine ‘psicoterapia’ sta oggi a significare (eventuali nuove tecnologie che ci aiutassero a superare tutti questi ostacoli potrebbero in futuro rimettere in discussione il concetto di incontro faccia-a-faccia).

PERCHE’ NO IL COUNSELING ON LINE?

La domanda che sorge spontanea è: perché no il Counseling on line? Il Counseling è una relazione professionale nella quale un “esperto” (di qualsiasi cosa) aiuta il consultante :
– ad accrescere le proprio conoscenze su un determinato problema attraverso sue (o altrui) opinioni, informazioni, suggerimenti,
– a trovare una soluzione al problema.

Per sua natura, il Counseling si rivolge a persone “normali”, perché non si fa carico del problema, ma offre semplicemente un consiglio su come affrontarlo, lasciando al consultante la piena responsabilità delle sue azioni successive. In presenza di una condizione grave o patologica, il Consulente, in qualsiasi campo (da quello fiscale a quello assicurativo, da quello medico a quello psicologico) consiglia sempre al suo cliente-utente la consultazione diretta di uno specialista, suggerendo eventualmente quali professionalità appaiono più adeguate alla soluzione del problema. Dunque, a mio avviso è sbagliato confondere psicoterapia e counseling: se la prima non può, allo stato attuale, essere praticata tramite Internet, non vedo come possa essere un danno per l’utenza avere la possibilità di ricevere un consiglio, un indicazione, un’informazione, da una persona specificamente formata, che presta la propria attività on line.

VANTAGGI SOCIALI

Alcuni soggetti, che manifestano TIMIDEZZA, ANSIA SOCIALE o COMPORTAMENTI EVITANTI, possono giovarsi dell’uso del contatto a distanza per trovarvi INFORMAZIONI E SOSTEGNO PSICOLOGICO che nel proprio ambiente sociale non troverebbero. Probabilmente molti di loro non riuscirebbero mai a rivolgersi direttamente a un servizio, o a un professionista del proprio territorio (per timidezza, vergogna, problemi geografici, problemi fisici, ecc.). Va inoltre considerato che il perdurare del problema di un singolo individuo influisce negativamente sulla qualità della vita della comunità intera cui appartiene.

VANTAGGI PER L’UTENZA

L’utente che chiede una consulenza on line ha questi vantaggi:

– Maggiore libertà nella scelta del momento più appropriato per chiedere la consulenza;
Minore inibizione nei confronti del terapeuta: possibilità di esprimersi con maggiore sincerità;
Possibilità di consultare più specialisti ed avere diversi pareri a costo molto inferiore o perfino a costo zero.
Per molti soggetti il servizio di Consulenza on line potrebbe essere l’unica possibilità per cercare di risolvere il proprio disagio psicologico.

SVANTAGGI

Come si è più volte detto, la comunicazione fatta in assenza del canale non-verbale rischia di dar luogo a fraintendimenti e incomprensioni. Inoltre, non tutti gli utenti riescono a comunicare facilmente attraverso la parola scritta, per cui non sempre l’utente può esprimere con chiarezza i propri vissuti e il Consulente può anche sbagliare qualche interpretazione, perché non può servirsi della sua capacità di osservazione e di ascolto attivo. Un altro svantaggio consiste nel fatto che le parole del Consulente cambiano necessariamente a seconda della persona cui si rivolge: non sono e non possono essere universali. Esse non vanno bene per tutte le stagioni, per tutti gli utenti, per tutte le situazioni: il problema è che una volta messe on line esse diventano patrimonio di tutti e spesso non possono essere più cancellate.

CODICE DEONTOLOGICO

Ben vengano allora le Linee Guida emanate dall’Ordine Nazionale degli Psicologi, che fra l’altro richiedono di rispettare :
La riservatezza dell’utente;
La riconoscibilità del Consulente, in modo da permettere all’utente la verifica dell’identità e dell’iscrizione all’Ordine del Professionista;
L’inserimento, all’interno dei siti web in cui si opera, di informazioni relative alle norme professionali vigenti;
L’accertamento che gli utenti siano informati sulle normative che regolano il servizio.

CONCLUSIONI

La domanda di informazioni sul disagio psicologico è sempre più frequente, soprattutto fra le fasce giovanili e le persone più colte. Ciò accade principalmente per due motivi:

1. Le persone sono più colte e informate rispetto al passato;
2. Le persone aspirano a migliorare la qualità della propria vita e dunque su Internet cercano consigli e informazioni per realizzare i propri obiettivi.

E’ ormai chiaro che le tecnologie legate a Internet non sono una moda passeggera e che nel tempo tenderanno ad evolversi, interessando un numero sempre maggiore di utenti: dunque il mondo della psicologia, a mio parere, non può sottrarsi a questa sfida tecnologica, rifugiandosi nelle tradizioni del passato. Nel futuro infatti, sempre più persone avranno bisogno di consulenza on line: non per curare le proprie patologie, ma per migliorare la qualità della propria vita.

Se gli psicologi perderanno questa occasione, è probabile che persone meno qualificate e magari interessate a vendere dei prodotti o dei servizi vengano sempre di più ad occupare i nostri spazi. Occorre dunque fare i conti con questa nuova realtà, cercando di trovare per la nostra categoria il giusto modo di rispondere a questa crescente domanda dell’utenza: possibilmente considerando anzitutto i bisogni delle persone e dei pazienti, oltre che, naturalmente, gli interessi professionali.

Ci sembra di poter così dire che la consulenza on line possa essere considerata sicuramente una RISORSA dei nostri tempi, qualcosa che che può essere AGGIUNTO alla psicoterapia tradizionale, per migliorare il benessere delle persone che, come dice l’OMS, non consiste solo nella ‘assenza di malattia’.

Giuliana Proietti

Fine parte Prima
Vietato riprodurre il testo della ricerca, anche in forma parziale. senza citare la fonte, www.psicolinea.it.

Al fine di poter anche comprendere quale è la tipologia dell’utenza che chiede la Consulenza on Line, è stata condotta una ricerca sulla posta arrivata al Sito www.psicolinea.it. Il sito ha due rubriche di Consulenza: Questioni di Sex (cui risponde il Dr. Walter La Gatta e Dentro e Fuori di Te, cui risponde la Dott.ssa Giuliana Proietti. Per accedere al servizio è necessario compilare un modulo, nel quale vengono indicati il canale di invio, il titolo di studio e l’età anagrafica, mentre il sesso viene dedotto dal contesto.
Materiale e Metodo
La ricerca ha riguardato un campione casuale di n. 200 lettere, pervenute al sito
www.psicolinea.it nel periodo 1 Gennaio – 30 Ottobre 2006;

Obiettivo – La ricerca è volta all’individuazione della tipologia della domanda e delle caratteristiche anagrafiche degli utenti di Consulenza on Line

Canale di Invio

Come si può vedere dal grafico, la maggior parte delle persone che chiedono una consulenza on line arrivano su psicolinea dai motori di ricerca (53%, in rosso). Rilevante è il consiglio degli amici (22%) o il link trovato su un altro sito (12%). Tutto ciò conferma l’importanza della presenza di siti dei siti di psicologia sui motori di ricerca, in modo che possano contrastare tutte le altre informazioni scorrette che vengono fornite su molti argomenti che riguardano la salute e la vita sessuale..

Genere

Gli utenti che hanno chiesto una consulenza on line sono soprattutto donne; precisamente in questa ricerca abbiamo conteggiato n. 89 uomini, n. 107 donne e 4 persone di sesso non specificato. Poiché tutte le statistiche nazionali ci dicono che gli uomini navigano in Rete più delle donne, ci si poteva attendere una situazione inversa. Questo dato

Rubrica di consulenza scelta

La rubrica ‘Dentro e Fuori di Te’, tratta in genere delle lettere che riguardano in gran parte la sfera dell’affettività, mentre ‘Questioni di sex’, si occupa esclusivamente di tematiche sessuali. Nel campione esaminato, la rubrica ‘Questioni di sex’ è stata scelta da 120 soggetti, contro gli 80 che hanno scelto ‘Dentro e Fuori di Te’. Precisamente:
Dentro e Fuori di te (49 donne, 29 uomini, 2 n.s.);
Questioni di sex (58 donne, 60 uomini, 2 n.s.)
Entrambi i sessi hanno dunque preferito rivolgersi alla rubrica di consulenza che affronta tematiche di tipo sessuale, anche se in percentuale hanno compiuto questa scelta più uomini che donne.

Fasce di età

Le fasce di età più rappresentate nel nostro campione sono state:
26-40 anni (47 uomini, 48 donne 2 n.s.) e
15-25 (33 uomini, 41 donne, 2 n.s.)
41-55 (6 uomini e 10 donne)
56 e più (4 donne)
Età non specificata (3 uomini e 4 donne)
I nostri utenti hanno dunque in gran parte meno di 40 anni.

Titolo di studio

Quanto al titolo di studio, questa è la situazione:
Uomini Donne Sex n.d.
Medie 5 14 0
Superiori 61 63 4
Laurea 17 24 0
Non dich. 5 7 0

Come si può vedere il livello di istruzione dei nostri utenti è a quello di scuola media superiore o universitario. La presenza di molte donne con scuola media inferiore che apparirebbe contro tendenza, è data dal numero rilevante di donne giovanissime.

Tipologia degli studi effettuati

Per la tipologia degli studi effettuati, questi sono i dati:
Uomini Donne Sex non spec. Totale
Artistici 9 11 2 22
Umanistici 28 37 2 67
Scientifici 14 19 0 33
Tecnici 38 40 0 78

I nostri utenti hanno prevalentemente un’istruzione di tipo tecnico, ma molti hanno compiuto studi umanistici.

Temi delle richieste di consulenza

Le domande pervenute, a prescindere dalla rubrica cui erano indirizzate, riguardavano principalmente i seguenti temi:
Uomini Donne Sex non spec. Totale

Psicologici 34 35 1 70
Sessuologici 35 67 3 105
Medici 16 5 0 21
Altro 4 0 0 4

Come si vede, gli argomenti più frequenti proposti nella Consulenza on Line dai nostri utenti riguardano la sessualità e, dato non atteso, le donne che chiedono questo genere di consulenza sono il doppio degli uomini. (Ciò è spiegabile perché anche le donne che accedono alla rubrica Dentro e Fuori di te pongono frequentemente delle domande di tipo sessuale).

Frequenza degli argomenti proposti

Le domande poste più di frequente hanno toccato le seguenti macro-aree, indicate nell’ordine:

1. Relazione con il/la partner;
2. Disfunzioni sessuali individuali e di coppia;
3. Informazioni sulla contraccezione;
4. Timidezza, ansia e fobie;
5. Relazioni con i figli, problemi scolastici;
6. Problemi legati al mondo del lavoro e alla carriera;

Conclusioni sulla ricerca effettuata

Dalla nostra ricerca si evince come il nostro utente sia una persona di cultura superiore, giovane, con una leggera prevalenza femminile, interessato soprattutto a ricevere informazioni e consulenze su tematiche sessuali che riguardano la relazione con il partner e la vita di coppia.

Giuliana Proietti

Psicolinea.it © Nov 06

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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
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I Social
  • 1 Nov 2006
  • Dr. Giuliana Proietti
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abitudini alimentari

Come aiutarsi per modificare le abitudini alimentari

Se si vuole migliorare il proprio modo di mangiare, il modo migliore per farlo è quello di stabilire un piano d’azione e poi visualizzarne lo svolgimento.

Bärbel Knäuper del Dipartimento di Psicologia dell’Università McGill ricorda che la ricerca ha fin qui dimostrato che se una persona fa un piano concreto di quello che ha intenzione di fare, poi è maggiormente capace di portarlo avanti. Se poi a questo si aggiunge una tecnica di visualizzazione, gli ostacoli verso il risultato diminuiscono ulteriormente.

Nel loro studio, recentemente pubblicato su Psychology and Health, Knäuper e colleghi hanno chiesto a 177 studenti della McGill’s New Residence Hall di porsi l’obiettivo di consumare più frutta per un periodo di sette giorni. Tutti gli studenti hanno dunque consumato più frutta durante la settimana. Chi aveva fatto un piano concreto ed oltre a questo aveva cercato di visualizzare anche il modo in cui  svolgere l’azione (cioè quando, dove e come avrebbero acquistato la frutta, come l’avrebbero preparata e mangiata, ecc.) ha aumentato del doppio il consumo di frutta rispetto a coloro che semplicemente avevano deciso di mangiare più frutta, senza però usare le tecniche di visualizzazione e la pianificazione.

Questi tipi di tecniche di visualizzazione sono presi in prestito dalla psicologia dello sport. “Gli atleti lavorano molto, a livello mentale, per provare le loro performance prima di gareggiare e queste tecniche hanno successo”. I ricercatori hanno dunque sperimentato le stesse tecniche per vedere se potevano funzionare anche nel cambiamento delle abitudini alimentari. Funzionano! Chi pensasse di mettersi a dieta, dunque, potrebbe trarne spunto.

Questa ricerca è stata finanziata dal Social Sciences and Humanities Research Council of Canada.

Fonte:
McGill University via Planning And Visualization Lead To Better Food Habits, Medical News

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Immagine:Wikimedia

Giuliana Proietti
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  • 1 Mar 2011
  • Dr. Giuliana Proietti
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DPTS

DPTS nuovi approcci terapeutici

Dopo aver vissuto un evento potenzialmente traumatico – un incidente d’auto, un assalto fisico o sessuale, un infortunio sportivo, ecc. – un bambino su cinque sviluppa un Disturbo Post-traumatico da Stress (PTSD).

E’ stato da poco messo a punto un nuovo approccio, che si propone di aiutare a migliorare la comunicazione tra bambino e chi si prende cura di lui, a riconoscere e gestire i sintomi dello stress traumatico e ad insegnare al bambino delle abilità per far fronte ai problemi. Questo approccio sembra si sia dimostrato utile a prevenire il PTSD cronico sub-clinico nel 73 per cento dei bambini.

L’intervento, che si chiama Child and Family Traumatic Stress Intervention (CFTSI), sembra abbia effettivamente ridotto i sintomi di PTSD nei bambini – ad esempio nel rivivere un’esperienza traumatica, nei disturbi del sonno, nel torpore emotivo, negli scoppi d’ira o nelle difficoltà di concentrazione.L’autore è Steven Berkowitz, professore associato di Clinica Psichiatrica presso la Scuola di Medicina della Università della Pennsylvania e direttore del Penn Center for Youth and Family Trauma Response and Recovery. “Questo è il primo intervento di prevenzione per migliorare i sintomi nei bambini che hanno vissuto un evento potenzialmente traumatico, e il primo a ridurre l’insorgenza di PTSD nei bambini” ha affermato. “Se questo studio verrà replicato e convalidato in studi futuri, tale intervento potrebbe essere utilizzato a livello nazionale per aiutare i bambini a superare un evento traumatico, prima che  il DPTS si cronicizzi. Lo studio è ora online nella rivista Journal of Child Psychology and Psychiatry.

Nello studio, 106 bambini di età compresa fra i 7 ed i 17 anni di età e un caregiver (chi si prende cura del bambino) sono stati scelti a caso per quattro sedute con questo nuovo approccio terapeutico e quattro sedute di una equivalente terapia di sostegno. I bambini utilizzati per lo studio erano stati sottoposti dai servizi sociali ad un programma di medicina legale per aver subito un abuso sessuale, o erano stati segnalati dall’ufficio locale di emergenza pediatrica di una città del Connecticut.

L’intervento CFTSI è iniziato con una valutazione di base per misurare la storia del trauma nel bambino e una visita preliminare con la persona che si prende cura di lui. All’interno delle sessioni, l’accento viene posto sul miglioramento della comunicazione tra il bambino e caregiver, così come su altre misure di sostegno. Al termine delle prime due sessioni, caregiver e banbino decidono insieme un compito da  fare a casa per sviluppare delle abilità comportamentali e delle tecniche per riconoscere e gestire i sintomi dello stress traumatico.

Studi futuri dovranno validare l’efficacia di questo intervento, ma i ricercatori sperano che gli interventi brevi ed efficaci come questo CFTSI possano essere applicati presto per prevenire lo sviluppo del DPTS.

Fonte:
Kim Menard, University of Pennsylvania School of Medicine via Medical News Today

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Immagine: Rafankid

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  • 1 Ott 2010
  • Dr. Giuliana Proietti
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malattia

Malattia come disregolazione

Il nostro benessere psicofisico dipende da processi regolatori interni molto complessi che, in risposta a stimoli provenienti dall’ambiente esterno o interno, attivano automaticamente i sistemi interessati del nostro organismo per mantenere il miglior adattamento possibile (omeostasi).

La capacità di autoregolazione, secondo alcuni autori (ad es., Stern, 1983) è già presente alla nascita. Il bambino piccolo presenta dei livelli ottimali di stimolazione: a seconda che le stimolazioni ambientali siano al di sopra o al di sotto di questo livello ottimale egli mette in atto dei comportamenti per sollecitare o evitare tali stimolazioni (ad es. un neonato può fissare una persona che gli è di fronte, oppure voltare la testa e addirittura addormentarsi). Ma il bambino piccolo non è l’unico attore: gli studi di osservazione dei bambini insieme alle madri hanno mostrato che ci sono interazioni complesse che regolano il comportamento e diverse funzioni fisiologiche del bambino al fine di raggiungere, e mantenere, la gamma ottimale per lo stato del bambino. La relazione madre-bambino può essere quindi concettualizzata come un sistema interattivo che organizza e regola il comportamento e la fisiologia del bambino fin dalla nascita.

Entrambi i poli della relazione contribuiscono attivamente al successo o al fallimento dell’instaurarsi di questo processo regolativo. Le differenze individuali nel temperamento alla nascita possono suscitare, modificare o impedire molti comportamenti regolativi della madre. I bambini, alla nascita possono differire in maniera sorprendente per diverse caratteristiche (livelli di attività, la soglia di reazione agli stimoli, durata dell’attenzione ecc.), ma a seconda dell’incontro con la caratteristiche di chi si prenderà cura del neonato, tali caratteristiche potranno risultare determinanti rispetto ad una condizione di salute o di malattia. Ad es. Mirsky (1958), in un lavoro sull’ulcera peptica, ha ipotizzato che i neonati possano differire per il livello di pepsina gastrica, e che questo possa influenzare i bisogni orali e le modalità di suzione. Queste diverse modalità porteranno ad esiti diversi a seconda della disponibilità della madre a gratificare i bisogni orali del figlio (scegliendo, ad es. di allattare ad orario anziché a richiesta). Thomas e Chess (1977, 1984), in una ricerca iniziata a New York nel 1956, seguirono lo sviluppo di 133 soggetti, dalla prima infanzia alla prima maturità, confermando che uno sviluppo ottimale si aveva in presenza di una buona concordanza (goodness of fit) tra caratteristiche del bambino e dell’ambiente di accadimento (Solano, 2001).

Secondo Hofer , molti processi biologici del bambino sono relativamente stabili e indipendenti dalle interazioni con la madre, altri invece sono regolati in maniera specifica da processi che avvengono nella relazione simbiotica con la madre. Hofer ha tratto queste conclusioni dopo una serie di esperimenti (riportati in Taylor, 1987 e Solano, 2001) compiuti su animali. L’aspetto innovativo di tali studi è consistito nel fatto che Hofer e i suoi collaboratori non si sono limitati ad osservare gli effetti della separazione, ma sono riusciti a ripristinare e ri-regolare le funzioni disturbate con interventi artificiali specifici per ciascuna delle funzioni considerate. I risultati di tali esperimenti, pur con le dovute cautele per il fatto che sono stati compiuti su animali, appaiono davvero interessanti rispetto alla funzione regolatrice della relazione madre-bambino:

Ratti di due settimane separati dalla madre mostrano una diminuzione della frequenza cardiaca fino al 40% . Questa disregolazione viene riportata alla norma solo fornendo attraverso una sonda gastrica la quantità di latte necessaria per produrre lo stesso aumento di peso che si verifica nel gruppo di ratti non separati dalla madre. In assenza della somministrazione di latte, il neonato compensa la diminuzione della frequenza cardiaca con una vasocostrizione, per mantenere invariata la pressione arteriosa. La somministrazione di latte ripristina anche il normale tono vasale.
Piccoli di ratto, porcellini d’India e scimmia in seguito alla separazione dalla madre presentano alterazioni del ritmo sonno-veglia: dormono di meno, con un sonno più frammentato e una minore quantità di sonno REM. Questo disturbo non viene modificato dalla somministrazione intragastrica ‘continua’ di latte, né dalla presenza di una madre non allattante. La regolazione è fornita dalla ritmicità’ dell’allattamento: quanto più il latte viene somministrato con ritmi simili a quelli dell’allattamento materno, tanto più si regolarizza il ritmo sonno-veglia.
Dopo una prolungata separazione dalla madre, i piccoli di ratto presentano ipotermia, con conseguente blocco dello sviluppo del cervello e del cervelletto, nonché ulcerazioni gastriche di notevole entità e morte entro sei giorni. Tutto ciò non avviene se i ratti vengono mantenuti ad una temperatura costante di 35° in grado di mimare l’effetto di regolazione della madre
Già dopo due ore di separazione dalla madre, nei piccoli di ratto si nota una diminuzione dell’ormone della crescita (GH). Questa alterazione non è dovuta a deprivazione alimentare, dato che può essere prevenuta dalla presenza di una madre sostitutiva non allattante, purché interagisca con i piccoli o da una stimolazione tattile dorsale con una spazzola morbida, equivalente artificiale della stimolazione che la madre fornisce leccando la schiena del cucciolo.
In cuccioli di scimmia (e anche in bambini) separati dalla madre compaiono movimenti stereotipati di dondolamento. Tali movimenti scompaiono se il cucciolo viene fornito di un surrogato materno mobile cui possono aggrapparsi e dondolare. Hofer ipotizza che l’essere trasportati e coccolati potrebbe favorire la maturazione del sistema vestibolare e regolare lo sviluppo di un normale comportamento motorio.

Ovviamente, nel caso di esseri umani è eticamente impossibile fare esperimenti del genere, possiamo tuttavia osservare gli effetti psicosomatici nei bambini che hanno subito una separazione dalla figura di accudimento. Si pensi alle osservazioni di Spitz sui bambini istituzionalizzati. Le depressioni analitiche, la scarsa salute fisica e l’alta mortalità tra quei bambini non si possono attribuire solo alla mancanza di una relazione emotiva con la madre. L’apatia e la lenta maturazione corporea e cerebrale di questi bambini possono essere dovute ad un disturbo termoregolatore e, come hanno riferito Stone, Bonnet e Hofer (1976), l’alta incidenza di malattie infettive può essere spiegata come un deterioramento della risposta febbrile

Si pensi anche al “nanismo da deprivazione”, riscontrato in bambini provenienti da ambienti sociali distratti, non responsivi e caotici, nei quali si riscontrano un arresto della crescita e una bassa secrezione di GH, anche in presenza di normale apporto nutritivo. La condizione morbosa regredisce completamente se il bambino viene inserito in una struttura dove ci sia qualcuno che si occupi di lui a tempo pieno e che interagisca attivamente con lui

E’ evidente che la regolazione che si effettua all’interno della relazione neonato-accudente necessita di essere gradualmente interiorizzata affinché l’individuo possa condurre una vita autonoma (né i piccoli di ratto, né quelli umani trascorreranno tutta la vita a contatto con la madre). Sempre dagli studi di Hofer e dei suoi collaboratori sappiamo che l’influenza dei regolatori materni tende a scemare man mano che l’animale diventa un individuo giovane semindipendente. La regolazione dei sistemi biologici in alcuni casi diviene autonoma, in altri si sposta su altre fonti di regolazione presenti nell’ambiente: ad es. il ciclo luce-buio, la temperatura, le relazioni con altri accudenti e con i pari. Inoltre le alterazioni psicobiologiche secondarie alla separazione dalla madre, possono risultare significativamente e notevolmente modulate dal rapporto con i pari.

Nel caso degli esseri umani si può ipotizzare che benché questo sistema di regolazione abbia inizio ad un livello di organizzazione biologico-neurofisiologico-comportamentale, gradualmente poi si sposti ad un livello maggiormente psicologico, via via che la mente del bambino sviluppa la capacità di formare simboli, pensare e usare il linguaggio e che il bambino diventa sempre più consapevole di essere separato dalla madre.

Quando le interazioni regolative, come quelle basate sulla nutrizione e sul mantenimento della temperatura, avvengono ripetutamente in associazione con lo stesso insieme di percezioni olfattive, uditive e visive relative alla figura della madre, le due serie di eventi si vanno collegando nella memoria, per cui uno specifico insieme di percezioni, che denota la madre, suscita l’aspettativa di determinate interazioni comportamentali e delle loro conseguenze sulla regolazione neurobiologica. Con l’esperienza e la maturità questi collegamenti si trasformano in speranze e ricordi, fino a generare una complessa serie di aspettative relazionali, risposte acquisite, stati interni, che di solito vengono definiti “rappresentazioni interne delle relazioni” o “modelli operativi interni”. Il livello di regolazione si sposta dal livello sensomotorio delle relazioni reali ad un livello cognitivo più alto di aspettative e tracce mestiche strettamente correlate con il modello operativo interno o rappresentazione interna della relazione.

All’interno di questo modello è possibile ritenere che gli individui adulti differiscano nella misura in cui le funzioni regolatrici possono essere svolte autonomamente,anche in assenza di relazioni con figure reali, sulla base di relazioni regolatrici interiorizzate. “Poiché in genere gli esseri umani sono immersi in una rete di relazioni reali, mi sembra più corretto che ciò che può variare è la qualità delle relazioni reali necessarie per la regolazione, e il loro collegamento con la rappresentazione interna. L’entità della dipendenza può variare dalla semplice consapevolezza che una persona è in vita, anche ad una grande distanza, alla necessità di un’interazione continua, quotidiana, in uno stato di sintonizzazione paragonabile a quello madre-bambino, pena la dissoluzione anche della rappresentazione interna” (L. Solano, 2001, p.272).

Quando le esperienze primarie di sintonizzazione sono costantemente carenti, o i processi regolatori non vengono sufficientemente interiorizzati, il bambino può ammalarsi fisicamente o sviluppare un disturbo del comportamento. In alternativa il bambino può garantirsi un equilibrio fisiologico (omeostasi) e un equilibrio mentale, mantenendo una dipendenza di tipo simbiotico con l’accudente primario; nell’età adulta, tale dipendenza potrà essere trasferita nella relazione con il coniuge o con un’altra persona reale. Qualora questa relazione vada perduta, si potrà avere con grande probabilità uno stato di disregolazione che potrà portare a malattia fisica o mentale (Taylor, 1987, 1992; Mc Dougall, 1989).

McDougal J. (1989): Teatri del corpo, trad. It. Raffaello Cortina, Milano.
Mirsky I.A. (1958): Physiologic, psychologic and social determinants in the etiology of duodenal ulcer. American Journal of Digestive Disorder, 3, 285-314.
Solano L. (2001): Tra mente e corpo. Come si costruisce la salute. Raffaello Cortina Editore.
Stern D. N. (1983): Inplication of onfancy research on psychoanalitic theory and practice, in Psychiatry Update, Vol II, a cura di L. Greenspoon, Washington, American Psychiatric Press
Stone E.A., Bonnet K.A., Hofer M.A. (1976): Survival and development of maternally deprived rats: Role of body temperature. Psychosomatic Medicine, 38, 242-249.
Taylor G.J. (1987): Psychosomatic Medicine and contemporary psychoanalysis. International United Press. Trad. It. (1993): Medicina psicosoamtica e psicoanalisi contemporanea. Astrolabio, Roma.
Taylor G.J. (1992): Psychosomatic and self-regulation. In Barron J.W., Eagle M.N., Woltzky D.L. (a cura di), Interface of psychoanalysis and psychology. American Psychological Association, Washington, pp. 464-488.
Thomas A., Chess S. (1977): Temperament and development. New York, Bruner/Mazel.
Thomas A., Chess S. (1984): Genesis and evolution of behavioral disorder: From infancy to early adult life. American Journal of Psychiatry, 141, pp.1-9.

Prof. Luigi Mastronardi

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Prof. Luigi Mastronardi
Prof. Luigi Mastronardi

Laureato in FILOSOFIA (indirizzo Psicologico) ed in PSICOLOGIA (indirizzo applicativo), Autore di oltre 50 Pubblicazioni scientifiche inerenti la psicologia e la psicoterapia e di n° 4 testi sulla psicologia applicata:

LE TECNICHE DELLA PSICOTERAPIA (1984) Edizioni Kappa, libro consigliato nel Corso di Laurea in Psicologia,Univ.di Roma
LA PSICOLOGIA DEI PROVERBI (1998) Edizioni Scientifiche Magi,Roma
IO GUARIRO’,Autoterapie psicologiche (2001) Edizioni Tecniche Nuove, Milano
LA PSICOLOGIA DEL BENESSERE in corso di stampa,Tecniche Nuove,Milano

Docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia, Facoltà di Medicina e Chirurgia,Università La Sapienza,Roma –Psicoterapeuta (indirizzo dinamico) da oltre 26 anni(soprattutto psicoterapeuta di malattie oncologiche) -Direttore della Scuola di Specializzazione in PSICOTERAPIA DINAMICA BREVE autorizzata dal MIUR –Direttore della Scuola triennale di NATUROPATIA, dello IAF,Roma(www.iaform.it) -Direttore scientifico dei Corsi(oltre 20) sulla SALUTE NATURALE, dello IAF(www.iaform.it) -Relatore di conferenze sull’Autoguarigione (negli anni migliaia di partecipanti)-Vice-presidente della Società Italiana di Medicina del Benessere (www.simben.it)

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  • 1 Gen 2005
  • Prof. Luigi Mastronardi
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ri-orientamento sessuale

La Terapia di ri-orientamento sessuale e gli ex-gay

C’è un interessante articolo sul New York Times in cui si parla di una strana terapia di ri-orientamento sessuale, che, per fortuna, non è ancora arrivata dalle nostre parti. Per avere un’anticipazione di quello che succederà (o potrebbe succedere) riassumiamo brevemente l’articolo nelle parti di nostro interesse, rimandandovi alla lettura integrale (in inglese) cliccando sul link.

Sebbene la comunità scientifica non abbia ancora chiaro cosa determini effettivamente l’orientamento sessuale, da tempo in campo psicologico si è rinunciato all’idea di poter cambiare le preferenze sessuali di una persona.Tali terapie infatti, non solo sarebbero inefficaci, ma addirittura pericolose, perché andrebbero ad influenzare l’autostima di una persona, fino a portarla alla depressione o al suicidio.

Eppure, sempre più sacerdoti omosessuali si sottopongono, in America, a tali trattamenti. Ad esempio, il Rev. Ted Haggard, un pastore evangelico, allontanato dalla chiesa in seguito ad uno scandalo omosessuale, si è sottoposto ad una terapia intensiva di tre settimane per poi dichiarare di essere diventato “completamente eterosessuale.”

Il Dr. Jack Drescher, psichiatra di New York ed ex Presidente del Comitato, interno all’American Psychiatric Association per le questioni riguardanti gay, lesbiche e bisex sostiene: “E’ come per il creazionismo. Basta creare nel pubblico l’impressione che, sull’argomento, vi sia un dibattito interno alla professione, che invece non c’è”.

Il movimento degli “ex-gay” sta diventando sempre più visbile negli Stati Uniti.

In queste terapie pro-eterosessualità sono coinvolti esponenti religiosi di chiese evangeliche protestanti, ebree ortodosse, mormoni, cattolici romani ed altri.

Non si sa esattamente quante persone partecipino a questi programmi, ma un’organizzazione cristiana piuttosto impegnata nel movimento, Exodus International, ha valutato che nel 2003 vi sono stati 11.000 affiliati che hanno seguito il programma.

Ma in che consiste la terapia? Cognitivo-comportamentale, rispondono gli psicologi che se ne ocupano, con approcci terapeutici tradizionali, ma con un’enfasi particolare nell’aiutare gli uomini a rinforzare la loro mascolinità e nel sentirvisi a proprio agio.

I difensori di questi programmi per l’orientamento sessuale si basano su uno studio del 2001, condotto dal Dr. Robert L. Spitzer, psichiatra presso la Columbia University, che aveva intervistato 200 persone che, a loro dire, avevano cambiato orientamento sessuale. Ora lo psichiatra dice, a seguito di tante polemiche, che non crede più nella buona fede degli intervistati e che, a suo parere, tali terapie potrebbero essere realmente efficaci solo sull’1-2% della popolazione, non di più. Al massimo si potrebbe arrivare al 10%.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Fonte: New York Times

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
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  • 16 Feb 2007
  • Dr. Giuliana Proietti
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