Tutto sulle ossessioni (o quasi)
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Cosa è la nevrosi ossessiva?
Il termine nevrosi ossessiva (o nevrosi compulsiva ) indica una condizione in cui la mente del paziente viene invasa (contro la sua volontà) da immagini, idee o parole disturbanti.
La coscienza del paziente rimane tuttavia lucida e il suo potere di ragionare rimane intatto.
Come vengono vissute le ossessioni?
Le ossessioni incontrollabili sono vissute come morbose in quanto privano temporaneamente l’individuo della libertà di pensiero e di azione. A volte le difese possono eliminare l’ansia e i sintomi, ma al prezzo di spostare le caratteristiche dell’ossessione primitiva (incontrollabilità, compulsioni) sui meccanismi di difesa.
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Quando Freud iniziò a parlare di nevrosi ossessiva?
L’opinione di Sigmund Freud sulla nevrosi ossessiva apparve già nel 1894. Nel libro “Le neuro-psicosi da difesa”, Freud ruppe con le concezioni della psichiatria classica e stabilì che la causa della nevrosi ossessiva era da ricercarsi nell’esistenza di un conflitto intrapsichico di origine sessuale che mobilita e blocca tutti i flussi di energia.
C’erano già altre teorie sulla nevrosi ossessiva?
Si e Freud si oppose con questa sua definizione alla teoria classica della degenerazione e all’idea di innata debolezza dell’ego che Pierre Janet aveva usato come base per la sua descrizione della psicastenia.
In cosa si caratterizzava la descrizione di Freud?
Freud propose un’eziologia traumatica per la nevrosi ossessiva; in particolare un evento sessuale precoce che si verifica prima della pubertà.
L’evento traumatico è il medesimo che può causare l’isteria?
Si, ma contrariamente a quanto accade nell’isteria, questo evento è fonte di piacere per il bambino. L’individuo prova forti sentimenti di colpa per cui arriva all’auto-rimprovero.
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Come vengono gestiti questi sensi di colpa?
I sensi di colpa vengono anzitutto repressi e poi sostituiti da un sistema primario di sintomi e tratti di personalità: scrupolosità, vergogna, sfiducia in se stessi. Il successo di queste difese consente all’individuo di attraversare un periodo apparentemente sano, ma quando le difese si esauriscono si assiste a un ritorno dei ricordi repressi, con lo scoppio della malattia e i suoi sintomi associati.
Che altre differenze ci sono fra isteria e nevrosi ossessiva?
Ci sono differenze nella struttura del linguaggio utilizzato. Lo spiega Freud stesso in un passaggio dell’Uomo dei Topi:
«Il linguaggio della nevrosi ossessiva – i mezzi con cui esprime i suoi pensieri segreti – è, per così dire, solo un dialetto del linguaggio isterico, ma un dialetto in cui dovrebbe esser più facile immedesimarsi, poiché è più affine che non il linguaggio isterico al modo d’esprimersi del nostro pensiero cosciente. Soprattutto esso non contiene quel salto psichico dell’innervazione somatica – la conversione isterica – di cui non riusciamo mai a farci un concetto»
(S. Freud (1909), Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva. Caso clinico dell’uomo dei topi, Opere)
Quali sono le maggiori differenze fra nevrosi ossessiva e psicosi?
Diversi fattori presenti nelle nevrosi ossessiva mancano nella psicosi: auto-recriminazione da parte dell’ego, aderenza a preoccupazioni insistenti e dispiegamento di difese elaborate. Nel paziente ossessivo, l’isolamento affettivo consente all’ego di staccarsi dal desiderio, mentre nella psicosi l’ego è estraneo alla realtà.
Da cosa dipende la nevrosi ossessiva?
In “La disposizione alla nevrosi ossessiva: un contributo al problema della scelta della nevrosi” (1913), Freud ha difeso l’idea che la scelta di questa nevrosi è legata alle inibizioni dello sviluppo, e ha sottolineato il ruolo della fissazione e della regressione allo stadio anale.
Quali sono i principali meccanismi di difesa nella nevrosi ossessiva?
In “Inibizione, sintomo e angoscia” (1925), Freud ha descritto i principali meccanismi di difesa che caratterizzano la nevrosi ossessiva: spostamento dell’affetto, isolamento, annullamento retroattivo e, dal punto di vista pulsionale ambivalenza, fissazione anale, regressione.
L’annullamento ( Ungeschehenmachen ), significa fare si che qualcosa che è già accaduto “non sia accaduto” per mezzo di un’azione simbolica; si trova anche in pratiche magiche, costumi popolari e rituali religiosi.
L’isolamento, coinvolge la sfera motoria e consiste nel fatto che, dopo un evento spiacevole c’è una pausa durante la quale nessuna percezione è possibile e nessuna azione può avere luogo. L’isolamento permette una rottura nella connessione dei pensieri.
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Al di fuori della psicoanalisi, nella moderna psichiatria, come viene affrontato il problema della nevrosi ossessiva?
In psichiatria si parla di disturbo ossessivo compulsivo (DOC); un disturbo psichiatrico caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.
Nelle precedenti edizioni del DSM (il manuale diagnostico e statistico degli psichiatri americani pubblicato dall’APA) questo disturbo era inserito nei disturbi d’ansia, ma nel DSM-5 (2013) il DOC è stato inserito in una nuova categoria, che comprende disturbo ossessivo compulsivo, disturbo da dismorfismo corporeo, disturbo da accumulo, disturbo da escoriazione e tricotillomania.
Quali sono i sintomi?
I sintomi riguardano le ossessioni e le compulsioni.
Ossessioni
- paura dello sporco,
- fobia di contaminazione,
- dubbi frequenti su azioni abituali
- bisogno di ordine e simmetria
- paura di perdere il controllo o fare del male (a se stessi o ad altri)
- pensieri di tipo blasfemo.
Compulsioni (comportamenti agiti per controllare le ossessioni)
- lavarsi o disinfettarsi frequentemente le mani
- controllare oggetti o persone
- mettere in ordine
- contare oggetti
- pensieri “magici” che allontanano il pericolo
Quale è la frequenza del DOC?
Il disturbo ossessivo compulsivo colpisce, nell’arco della vita, circa il 2-3% della popolazione. In genere il 90% di chi soffre di DOC presenta sia ossessioni che compulsioni.
Quando si cominciano a notare i primi sintomi?
Il disturbo ossessivo compulsivo esordisce, frequentemente, in età adolescenziale.
Quali sono le cause?
Ad oggi non esistono risposte certe, è comunque probabile che esistano cause predisponenti, cause precipitanti e fattori in grado di mantenere nel tempo il disturbo. Non è possibile rifarsi ad una singola causa.
Quali sono le terapie?
Ad oggi la migliore terapia sul piano psicologico è la psicoterapia cognitivo-comportamentale, con tecniche di esposizione allo stimolo, e tecniche di rilassamento. Le cure farmacologiche sono quelle che hanno effetti sul sistema serotoninergico. In particolare molti SSRI hanno dimostrato di essere efficaci nel trattamento del DOC.
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