Emil Kraepelin ed Eugen Bleuler

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Molto prima che Freud cominciasse il suo lavoro, vi erano già state molte riflessioni e speculazioni riguardo alla parte inconscia della psiche. Uno dei fatti che più sensibilmente influenzarono la psichiatria al tempo di Freud (classe 1856) furano i lavori di Emil Kraepelin (classe 1855) e di Eugen Bleuler (classe 1857).

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A Kraepelin (1855-1926) si deve il merito di aver gettato un ponte sul burrone che all’epoca divideva medicina e psichiatria: egli affrontò in maniera organizzata, sistematica e scientifica lo studio delle malattie mentali, basando le sue classificazioni dei disturbi psichici sulla diligente osservazione di molti casi clinici. Il suo lavoro si basò su una raccolta di dati completa, prolungata nel tempo e su dettagliate registrazioni.

Kraepelin si sforzò di essere obiettivo e accurato ed infatti dal suo lavoro scaturì una classificazione abbastanza elaborata. L’idea centrale del suo sistema era che i modelli dei complessi di sintomi potevano essere identificati e se ne poteva stabilire la coesione e la consistenza. Questi complessi di sintomi rappresentavano entità di malattie, come in medicina i complessi dei sintomi organici o le sindromi sono considerati processi distinti di malattie. Egli presumeva che, una volta stabiliti e definiti tali complessi, o sindromi, si potesse cercare dietro di essi una causa specifica o una serie di cause.

Nel 1896 il Dr. Emil Kraepelin definì per primo i sintomi schizofrenici sotto il termine ‘dementia praecox’. Il suo lavoro portava a termine e concludeva lo sviluppo della psichiatria descrittiva. (Il lavoro di Kraepelin influenza ancora largamente il mondo della psichiatria contemporanea).

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Il lavoro storico di Bleuler (1857-1939) sulla schizofrenia (fu lui a coniare il termine) costituiva insieme sia un’estensione della concezione psichiatrica di Kraepelin, sia una rivolta contro di essa e fu profondamente influenzato dalle teorie di Freud che stavano venendo alla luce.

Bleueler dette una nuova impostazione alle ipotesi sulla schizofrenia, si staccò dalle descrizioni e dalle classificazioni che stavano a cuore a Kraepelin, dimostrando che i pazienti schizofrenici non soffrivano di una perdita di affetto, ma rivelavano emozioni molto forti. Mise anche in evidenza, tra questi disturbi, il disordine mentale, in particolare la perdita delle associazioni; descrisse il pensiero autistico, che considerava più influenzato dalle emozioni che dalla realtà esterna.

Fonte: Zetzel E. – Meissner W.W., Psichiatria psicoanalitica, Boringhieri

Dott.ssa Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti

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