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Author: Dr. Giuliana Proietti

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  4. ( Page79 )
I preliminari sono fantastici

I preliminari sono fantastici, ma… Consulenza online

I preliminari sono fantastici, ma… Consulenza online

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Buongiorno
Frequento un uomo da qualche tempo. Siamo entrambi già fidanzati con altri partner.

Abbiamo un ottima intesa sessuale: stessi gusti, ci cerchiamo , ci incontriamo e ci eccitiamo entrambi tantissimo.

I preliminari sono fantastici ma…lui eiacula anche senza penetrazione e se c’è penetrazione eiacula all’istante. Il problema non è questo è che dopo aver eiaculato si blocca mi respinge ed non è possibile toccarlo o avvicinarlo .

Non ha problemi fisiologici (visite ok con la sua partner ha rapporti lunghissimi) ma psicologici solo che non capisco di che tipo.

Lui dice che è ansia , senso di colpa, ma il motivo vero mi dice che non lo sa …
Come posso fare per aiutarci?

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Gentilissima,

L’eiaculazione precoce può dipendere da una serie di problematiche, di tipo fisico e psicologico. Poiché tuttavia le è stato riferito che questa persona con la sua partner abituale ha rapporti lunghissimi, possiamo escludere che dipenda da fattori organici.

Mi sembra che le autodiagnosi che si fa il suo amico non siano sbagliate: potrebbe infatti trattarsi di ansia da prestazione, visto che più volte gli è capitato di non riuscire a portare a termine il rapporto con lei, così come potrebbe trattarsi di sensi di colpa, visto che con la sua partner abituale sembra trovarsi abbastanza bene sul piano sessuale e dunque questo tradimento potrebbe farlo sentire una persona sleale e opportunista (per cui l’eiaculazione precoce potrebbe essere letta come una sorta di auto-punizione che lui stesso si infligge, per aver desiderato la donna sbagliata).

Aggiungerei anche un’altra ipotesi, che viene questa volta dalla mia esperienza clinica: e se avesse paura del confronto con il suo attuale partner? Le persone con scarsa autostima o con fobie relative al corpo (es. pene piccolo) potrebbero avere questi problemi.

Cordiali saluti.

Dr. Giuliana Proietti

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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

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  • 26 Set 2019
  • Dr. Giuliana Proietti
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Un'altra possibilità per la coppia

Un’altra possibilità per la coppia – Consulenza online

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Salve, sto con il mio compagno da 12 anni, conviviamo. A inizio 2019 abbiamo cominciato ad avere delle incomprensioni dovute al suo lavoro, nessun’altro problema tra noi, ma il mio sesto senso mi diceva che stava nascondendo qualcosa. A luglio ho scoperto che mi ha tradito con una collega, storia che va avanti da febbraio ma sono stati insieme solo 2 volte (quello che mi ha detto lui). E’ ovviamente successo un disastro ma lui disperato e piangente mi ha detto di aver sbagliato, di perdonarlo e che vuole stare con me, mi ama e non ha mai pensato di lasciarmi. Ho deciso di darci un’altra possibilità ma per me è molto difficile…lui continua a lavorare con questa persona e io non riesco più a credergli, cerco di andare avanti ma il pensiero è sempre fisso sul suo tradimento, continuo a pensare alle bugie che mi ha detto e soffro tantissimo. Sono convinta che ci meritiamo un’altra possibilità ma come fare a mettere un punto ed andare avanti senza guardare il passato?
Grazie
L.

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Gentilissima,

Anche a me sembra giusto darvi un’altra possibilità: come possono due incontri clandestini azzerare una storia d’amore che dura da 12 anni? Certo è che questo tradimento non va però neanche sottovalutato: la vostra relazione potrebbe essere stanca, potrebbero esserci delle incomprensioni o dei rapporti sessuali poco soddisfacenti.

Per salvare la vostra coppia non potete semplicemente ricominciare la vostra vita di sempre, ben sapendo quello che è successo: questo spiacevole inciampo deve servire per farvi ritrovare, per riscrivere le regole del vostro rapporto (questo si fa, questo non si fa), per cambiare in modo sostanziale il vostro stile di vita, in modo che possiate riuscire ad essere più sereni, e dunque anche più felici.

Iniziare una terapia di coppia può essere un suggerimento utile per essere aiutati in questo non sempre facile percorso.

Con molti auguri.

Dr. Giuliana Proietti

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  • 13 Set 2019
  • Dr. Giuliana Proietti
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Pierre Janet

Janet, il Freud francese

Janet, il Freud francese


Sopra: Pierre Janet

Pierre Janet anticipò molte delle teorie di Freud, ma oggi pochi ne conoscono il nome. Provate a cercare su qualche dizionario di Psicologia chi era Pierre Janet (1859-1947): troverete poche righe, in cui più o meno si legge che il nostro è considerato uno dei fondatori della psicologia dinamica, che fu allievo di T. Ribot alla Sorbonne e che lavorò poi con Jean Martin Charcot alla Salpetrère, pur non aderendo mai alle sue idee.
In realtà, sebbene non abbia associato il suo nome a un movimento teorico, Janet contribuì notevolmente allo sviluppo della psicologia clinica e sviluppò una influente psicologia della condotta umana.

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La Biografia

Janet nacque a Parigi il 30 maggio 1859 (tre anni dopo la nascita di Sigmund Freud). Il padre, Jules, era un redattore di rubriche giuridiche, mentre la madre, Fanny, era la figlia di un imprenditore di Strasburgo. Ebbe tre fratelli: Pierre, Jules e Marguerite. Dopo gli studi all’École Normale Supérieure di Parigi, fu allievo di Jean-Martin Charcot alla Salpêtrière  dove si interessò dei fenomeni isterici e all’ipnosi.

Nel 1889 pubblicò la sua prima Tesi di Dottorato (in Filosofia), che divenne in seguito un testo classico per gli studi sul trauma e la dissociazione: L’Automatisme Psychologique. Nel 1893 conseguì il suo secondo Dottorato, in Medicina, con la tesi L’État Mental des Hystériques.

Diresse poi il Laboratorio di Psicologia Patologica della Salpêtrière (1890-98), per divenire, in seguito, docente alla Sorbona, ed essere nominato responsabile del Laboratorio di Psicologia Sperimentale e Comparata del Collège de France (1902, succedendo a Ribot), in cui restò fino al 1934.

Nel 1903 fondò il Journal de psychologie normale et pathologique, una delle più importanti riviste scientifiche francesi di settore. Fu membro dell’Institut de France dal 1913.

Nel 1923 uscì il suo fondamentale testo sull’ipnosi e la suggestione, La Médecine Psychologique, e negli anni successivi pubblicò una serie di articoli di sintesi sul tema delle memorie traumatiche. Dagli anni venti in poi si occupò di definire ed aggiornare il suo modello metapsicologico, sviluppato a partire dagli anni ottanta del XIX secolo, e definito Psicologia della Condotta.

Nel 1936 ricevette un dottorato onorario dall’Università di Harvard. Morì nel 1947 per una congestione polmonare, e fu sepolto nella tomba di famiglia a Bourg-la-Reine.

Freudiana

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La controversia con Freud

Infastidito dal comportamento di Freud che utilizzava alcuni concetti da lui elaborati, come quello di subconscio e di analisi psicologica senza riconoscerne la  paternità, nel 1893 scrisse:

“Sono lieto di osservare che i risultati delle mie ormai non recenti scoperte hanno trovato recentemente una conferma da parte di due autori tedeschi, Breuer e Freud’. (Pierre Janet, Contribution a l’étude des accidents mentaux chez les hystériques Parigi, 1893)

Nel 1913 colse l’occasione della conferenza che doveva tenere al Congresso di psicologia di Londra per rivendicare la primogenitura di diversi concetti e presentare un esame critico della psicoanalisi, alla presenza dei maggiori psicoanalisti del tempo. La sua relazione fu pubblicata con il titolo “La psicoanalisi”.

Sovrapposizioni biografiche

Le biografie di Freud e Janet si sovrappongono in diverse occasioni. In primis, entrambi hanno lavorato con Charcot: Janet come direttore del laboratorio Salpêtrière e studente di medicina, Freud come titolare di una borsa di studio dell’Università di Vienna, poi traduttore in tedesco di Charcot.

Un’altra liaison riguarda la persona di Carl Gustav Jung, che fu uno stretto collaboratore di Freud prima del 1914 e che frequentò le lezioni di Janet, in particolare nel 1902-1903.

Inoltre, Janet tenne numerose conferenze in Nord (e Sud) America, così come Freud, insieme ai suoi colleghi Jung, Sándor Ferenczi, Ernest Jones e Abraham e Brill. Anche Janet aveva conosciuto lo psicologo americano James J. Putnam, che nel 1909  aveva invitato Freud alla Clark University.

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Janet e Freud: chi arrivò per primo alle teorie del profondo

Janet fu uno dei primi ricercatori ad evidenziare una connessione diretta tra gli eventi nella vita passata di un soggetto e la sintomatologia traumatica da essi derivante; coniò i concetti ed i termini di dissociazione e subconscio, e sviluppò un’importante teoria della mente basata sul concetto di livelli funzionali, destinata a risultare di grande importanza nella psicotraumatologia del XX secolo.

Fu tra i primi ad evidenziare come la sintomatologia psicopatologica potesse essere un’espressione simbolica del materiale inconscio “dissociato” (quello che in seguito Sigmund Freud avrebbe definito come materiale rimosso), e propose al riguardo un approccio terapeutico definito analisi psicologica.

Le prime esposizioni organiche di tale modello psicopatologico sono presentate nel 1898, nel classico testo in due volumi Névroses et Idées Fixes, e nell’ampio capitolo Traitement Psychologique de l’Hystérie pubblicato all’interno del Traité de Thérapeutique Appliquée di Albert Robin.

Non c’è sicuramente dubbio sull’ordine cronologico: mentre Freud e Breuer pubblicavano nel 1893 la loro Comunicazione Preliminare, relativa alle guarigioni con il metodo catartico, Janet ne aveva parlato sette anni prima.

Nel 1886 l’autore francese aveva infatti pubblicato il caso clinico di Lucie, proponendo la possibilità di curare molti disturbi isterici attraverso il riportare a coscienza le idee fisse subconsce.

Una delle rare citazioni di Janet, da parte di Freud, appare nel 1894, in
Neuropsicosi da difesa, in cui Freud afferma:

“…L’ipotesi di una scissione della coscienza con conseguente formazione di
gruppi psichici separati è un dato che gli eccellenti lavori di P. Janet, Breuer e altri dovrebbero avere ormai ottenuto il generale consenso”.

Pierre Janet aveva anticipato Sigmund Freud nel constatare che non era sufficiente riportare a coscienza il trauma dimenticato, ma occorreva dissociarlo e aveva sottolineato, prima di Freud, le interazioni fra il trauma psichico e la predisposizione costituzionale, chiamando “faiblesse de la fonction de synthèse” quello che gli psicoanalisti chiamarono poi “psicologia dell’io”.

La funzione del reale di Pierre Janet fu trasposta nella psicoanalisi sotto il nome di ‘principio di realtà’. Quanto alla tecnica, si nota una certa analogia tra il metodo di ‘parola automatica’ di Pierre Janet e quella delle “associazioni libere” di  Sigmund Freud.

Più importante ancora è la similarità fra il ‘transfert’ psicoanalitico e le varietà di “rapport”‘ delle quali Janet aveva in origine indicato l’utilizzo terapeutico.

Queste incredibili somiglianze fra le due teorie non sfuggirono ai contemporanei: Myers ed altri le sottolinearono immediatamente. Perfino Jung dichiarò, nel 1907, al Congresso di Amsterdam :

‘Le basi teoriche per la concettualizzazione della ricerca freudiana risiedono anzitutto nei risultati delle ricerche di Janet. E’ dalla constatazione della dissociazione psichica e dell’automatismo psicologico inconscio che è partita la prima formulazione del problema dell’isteria di Breuer e Freud’.

Ancora, nel 1922, Régis e Hesnard scrivevano nel loro libro sulla psicoanalisi:

‘I metodi ed i concetti di Freud sono stati modellati su quelli di Janet, cui sembra essersi costantemente ispirato’.

Quando Janet parlava di ‘analisi psicologica’, non pensava ad un ‘suo’ metodo psicologico, ma lo usava in senso generale, come i matematici parlano di analisi algebrica. Nel 1895 negli Studi sull’isteria, Freud parlava ancora di ‘analisi psicologica’, dopo di che, nel 1896, creò il termine ‘psicoanalisi’ come per distanziarsi da Janet e rimarcare l’utilizzo di un sistema tutto suo.

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1913: La parola a Janet

Al Congresso Internazionale di Medicina, che si tenne a Londra nel 1913, nella sezione psichiatrica, era stata organizzata una seduta per discutere della psicoanalisi di Freud: Janet doveva leggere un saggio critico su di essa e Jung doveva difenderla.

Janet sottolineò la continuità tra il suo lavoro e quello della scuola di Vienna, che aveva accettato “tutte le sue concezioni essenziali senza modifiche”. Questi autori, affermò Janet, “hanno chiamato psicoanalisi ciò che ho chiamato analisi psicologica , hanno chiamato  complesso quello che avevo chiamato sistema psicologico, catarsi quello che avevo chiamato dissociazione di idee fisse o disinfezione morale

Nella prima delle tre parti del suo rapporto sulla psicoanalisi,Janet iniziò presentando una valutazione del lavoro di Charcot sul problema delle memorie traumatiche nelle nevrosi, da cui la psicoanalisi era “emersa brillantemente”.

Janet mise in dubbio la novità del punto di vista portato avanti dalla psicoanalisi, riferendosi al suo primo lavoro sui ricordi traumatici, anche esso emerso dal lavoro di Charcot. In quel lavoro aveva infatti sostenuto, seguendo Ribot, l’idea che la personalità o l’ego si stabilissero attraverso una sintesi di sensazioni e percezioni. Negli isterici, questa sintesi non essendo compiuta completamente, appariva “disaggregata” o “dissociata” dalla coscienza. Gli isterici erano predisposti (per ereditarietà) a questi disturbi, che Janet descrisse come un restringimento del campo della coscienza.

La condanna della psicoanalisi divenne tuttavia più chiara nella terza parte del rapporto, quando Janet sfidò l’eziologia sessuale delle nevrosi. (Successivamente, nel 1923 Janet riconobbe che la psicoanalisi aveva avuto il merito di aprire la strada a una psicologia della sessualità, ma riteneva eccessiva la “generalizzazione” operata dalla psicoanalisi su questo tema).

Freud, inoltre, secondo Janet aveva  dato “eccessiva importanza” ai fenomeni del “subconscio”, prendendo i suoi studi come punto di partenza senza la necessaria conferma e critica.

Janet rimproverò a Freud di aver fatto del subconscio “il principio di tutte le nevrosi, il deus ex machina che è chiamato a spiegare tutto” mentre lui aveva usato tale termine solo per descrivere le malattie della personalità.

Lo psicologo francese citò varie cause che potevano portare alla nevrosi: oltre alla suggestione, che non era esclusa, l’emozione depressiva, che si riferiva a disturbi dell’adattamento a situazioni inaspettate in cui forza e tensione entravano in gioco, portando stanchezza e sfinimento.

Sottolineò, inoltre che la scienza doveva fermarsi dove “la solida base dell’osservazione e dell’esperienza sembrano scivolare via” mentre il metodo freudiano dell’interpretazione simbolica dei sogni era divenuto un  ‘sistema metafisico’, buono per i filosofi, ma improponibile ai medici.


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Freud vs Janet

Freud non fu mai tenero verso Janet e arrivò perfino ad accusarlo di plagio. Per comprendere il suo atteggiamento verso il collega francese possiamo citare questo episodio:

nel 1926 Ernest Jones, fedelissimo di Freud si incontrò a un Congresso con Janet al quale poté dire pubblicamente che chiunque avesse provato la psicoanalisi se ne era entusiasmato, riconoscendole verità e valore.

Freud gli rispose:

“…Io non posso esprimere quanto sia soddisfatto del vostro racconto circa il congresso e soprattutto della disfatta (“defaite”) che voi avete inflitto a Janet sotto gli occhi dei vostri compatrioti. Gli interessi della psicanalisi si intrecciano con quelli legati alla vostra persona e per ora vi invito a batter il ferro finché è caldo”.

L’ingiustizia

Ellenberger (La scoperta dell’inconscio) notò che nel 1956 alla Salpêtrière era stato celebrato il centenario di Freud e dei quattro mesi trascorsi presso Charcot. Nessuno si ricordò, però, di commemorare Janet, nel suo centenario del 1959, e le sue osservazioni, fatte proprio alla Salpêtrière su “Marcelle”, “Justine”, “Madame D.”, “Madeleine” e tante altre. Le opere di Janet non sono mai state ristampate e sono diventate delle rarità bibliografiche, una vera e propria ‘Pompei sotto le ceneri’.

Fonti:

Ellenberger H., La scoperta dell’inconscio, Boringhieri
Nicola Lalli, La passione sonnabulica, con biografia di Janet e rapporto con Freud
Pierre Janet : le « Freud français »

Dott.ssa Giuliana Proietti

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  • 8 Set 2019
  • Dr. Giuliana Proietti
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Infibulazione

Infibulazione e altre mutilazioni genitali femminili

Infibulazione E Altre Mutilazioni Genitali Femminili

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Nonostante questa pratica sia riconosciuta a livello internazionale come una violazione dei diritti umani, circa 200 milioni di ragazze e donne nel mondo (attualmente viventi) sono state sottoposte a MGF e se tutto dovesse continuare così come è si stima che altri 68 milioni di donne subiranno tali pratiche tra il 2015 e il 2030.

Ecco allora qualche info che è assolutamente conoscere sull’argomento.

Cosa si intende esattamente per mutilazione genitale femminile?

La mutilazione genitale femminile si riferisce a qualsiasi procedura che comporti la rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre lesioni ai genitali per motivi non medici.

Come si presentano le mutilazioni genitali femminili?

Esistono quattro tipi di MGF:

  • Il tipo I, chiamato anche clitoridectomia, prevede la rimozione parziale o totale del clitoride e / o del prepuzio.
  • Il Tipo II, chiamato anche escissione, è la rimozione parziale o totale del clitoride e delle piccole labbra.
  • Il tipo III, chiamato anche infibulazione, è il restringimento dell’orifizio vaginale con un sigillo di copertura. Il sigillo si forma tagliando e riposizionando le piccole labbra e / o le grandi labbra. Più avanti nella vita, le donne infibulate possono essere “riaperte” la prima notte di matrimonio e / o prima del parto. L’intervento dell’infibulazione non avviene dunque una sola volta nella vita: molte donne vengono defibulate e poi reinfibulate in occasione di ogni parto. E sappiamo quante volte una donna in certi Paesi sia costretta a partorire….
  • Il tipo IV è qualsiasi altra procedura dannosa per i genitali femminili per scopi non medici, come puntura, piercing, incisione, raschiatura o cauterizzazione.

I tipi I e II sono i più diffusi, ma esistono variazioni all’interno dei paesi e delle comunità. Il tipo III – l’infibulazione – riguarda circa il 10% di tutte le donne che subiscono queste mutilazioni.

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Le mutilazioni genitali femminili come vengono viste dalle donne, nelle società in cui vengono praticate?

Dove vengono praticate, le MGF sono accettate da uomini e donne e sono anzi le donne a praticarle sulle ragazze più giovani.

Per quali ragioni si praticano?

In alcune comunità, vengono eseguite per controllare la sessualità delle donne e delle ragazze. A volte è un prerequisito per il matrimonio – ed è strettamente legato al fenomeno delle spose bambine. Alcune società eseguono MGF a causa di miti sui genitali femminili. Ad esempio, ritengono che un clitoride non tagliato potrebbe crescere fino alle dimensioni di un pene o che le MGF sono utili per migliorare la fertilità. Altri vedono i genitali femminili esterni come sporchi e brutti.

Perché le mutilazioni genitali sono inaccettabili?

Perché non solo non sono vere le ragioni per cui esse vengono praticate (non permettono una migliore fertilità e il clitoride non diventerà mai un pene, se non viene tagliato!), ma le MGF violano i diritti umani di donne e ragazze, privandole dell’opportunità di prendere decisioni personali e informate sul proprio corpo e sulla propria vita.

Da quanto tempo si usano queste tecniche?

Queste pratiche precedono la diffusione del Cristianesimo o dell’Islam. Sembra infatti che alcune mummie egizie mostrino le caratteristiche della MGF. Storici come Erodoto affermano che, nel V secolo a.C., i Fenici, gli Ittiti e gli Etiopi praticavano la circoncisione. È stato anche riferito che i riti di circoncisione furono adottati nelle zone tropicali dell’Africa, nelle Filippine, da alcune tribù dell’Alta Amazzonia, da donne della tribù Arunta in Australia e in alcune comunità romane e arabe. Recentemente, negli anni ’50, la clitoridectomia veniva praticata in Europa occidentale e negli Stati Uniti per curare
disturbi mentali e sessuali.

Il desiderio sessuale nella donna infertile
Relazione presentata al Congresso Nazionale Aige/Fiss del 7-8 Marzo 2025 a Firenze. 

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L’Islam favorisce questa pratica?

No. Sebbene vengano spesso collegate all’Islam, queste pratiche non sono sostenute dall’Islam e vi sono molte comunità non islamiche che praticano la MGF. Eppure, nessuna religione la promuove o la richiede e molti leader religiosi l’hanno denunciata come pratica inaccettabile.

Esiste una MGF “sicura”?

No. Le MGF – indipendentemente da dove o da chi viene eseguita – hanno serie implicazioni per la salute sessuale e riproduttiva delle ragazze.

Quali sono le complicazioni a breve termine?

Le complicazioni possono riguardare dolore intenso, shock, emorragia, infezione, ritenzione urinaria e altro ancora. In alcuni casi, l’emorragia e l’infezione possono essere abbastanza gravi da causare la morte.

Quali le complicazioni di lungo termine?

I rischi a lungo termine comprendono complicazioni durante il parto ed effetti psicologici.

Da chi vengono eseguite le MGF?

La MGF viene tradizionalmente eseguita da un membro designato della comunità, a volte utilizzando strumenti rudimentali come lamette da barba, spesso senza uso di anestetico o antisettici. Viene anche eseguita da medici professionisti, che praticano “MGF medicalizzate”. Tuttavia, anche in questi casi, possono esserci gravi conseguenze per la salute.

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E’ da promuovere la MGF medicalizzata per salvare vite umane?

Assolutamente no: quando il personale medico esegue la MGF, può erroneamente trasmettere il messaggio che la pratica sia sana dal punto di vista medico, rafforzandola ulteriormente.

Come convincere le persone ad abbandonare queste pratiche?

Le famiglie potrebbero avere difficoltà a rinunciare a questa pratica. Coloro che rifiutano la MGF possono essere infatti condannati o ostracizzati dalla società in cui vivono e le loro figlie possono essere ritenute non degne del matrimonio. Il modo migliore è convincere le comunità ad un abbandono collettivo della pratica, in modo che non vi siano ragazze o famiglie svantaggiate, a causa di questa decisione.

Cosa si sta facendo per spingere all’abbandono delle MGF?

Nel 2008, l’UNFPA e l’UNICEF hanno istituito un programma comune sulle MGF, il più grande programma globale per accelerare l’abbandono delle MGF e fornire assistenza alle ragazze e alle donne che vivono con le complicazioni sopra descritte. Fino ad oggi, il programma ha aiutato oltre 3 milioni di ragazze e donne a ricevere servizi di protezione e assistenza relativi alle MGF. Più di 30 milioni di persone in oltre 20. 000 comunità hanno fatto dichiarazioni pubbliche di abbandono della pratica.

Con il sostegno dell’UNFPA e di altre agenzie delle Nazioni Unite, molti paesi hanno anche approvato una legislazione che vieta le MGF e hanno sviluppato politiche nazionali per raggiungere il suo abbandono.

Cosa si può fare nei nostri paesi occidentali, rispetto alle donne immigrate che subiscono MGF?

Il problema è delicato perché gli immigrati si ribellano quando il paese ospitante impone loro leggi che tendono ad impedire l’attuazione delle loro tradizioni. Resta comunque il fatto che in un paese civile non è possibile che siano consentite tali pratiche.

La soluzione va dunque cercata nell’incontro, nel dialogo, nella sensibilizzazione e il lavoro va condotto soprattutto sulle donne, dando loro la possibilità di studiare, di lavorare, di avere un’indipendenza economica. Le donne immigrate devono comprendere l’assurdità di questa mutilazione e va assolutamente impedito che esse da vittime continuino a trasformarsi in carnefici con le loro figlie.

Visita anche UNFPA, sito  delle Nazioni Unite dedicato alle donne che vivono in società sottosviluppate 

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UNFPA/Georgina Goodwin

Una Conferenza sulla Paura

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  • 23 Ago 2019
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Paura di essere omosessuale

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Salve, le sto scrivendo perchè sto malissimo. Ho sempre avuto ossessioni e dubbi sul mio orientamento sessuale. Sono un ragazzo di 23 anni, vergine, ho solo dato il primo bacio ad una ragazza, momento più bello della mia vita. Non ho mai desiderato rapporti omosessuali, anzi spesso mi vengono in mente pensieri intrusivi come se volessi fare sesso con un uomo per mettermi alla prova. Il focus della mia problematica riguarda le fantasie masturbatorie: perchè da sempre mi masturbo pensando a soggetti maschili nudi (per esempio durante gli spogliatoi, che non si vergognano a mostrare la loro nudità) o che indossano il costume a slip (costume che desideravo sempre indossare, ma che mi suscita imbarazzo o forse considero proibito). La visione di un uomo in questa tenuta è eccitante per me, ma al contempo ho il terrore di essere un gay che non si accetta: non ho mai fantasticato su rapporti omosessuali, su rapporti etero sempre, infatti vivo male il fatto che non riesco a trovare una ragazza.

Attendo un vostro aiuto, nella speranza che possa aiutarmi.

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Gentilissimo,

Lei ha bisogno di un aiuto psicologico. In primis infatti lei deve imparare a guardare all’omosessualità (non solo la sua, eventuale, ma in generale) come a qualcosa di assolutamente naturale, che non comporta in sé nulla di trasgressivo: è una scelta d’amore, non una morbosità o una perversione. Una volta superato questo step si può parlare della sua attrazione verso le donne, che sembra genuina, ma che è evidentemente influenzata negativamente dalla scarsa fiducia che lei ha in se stesso, dal suo senso di inadeguatezza, dalla mancanza di esperienza, dalla scarsa conoscenza dell’universo femminile. E’ ipotizzabile che questa sua ossessione per la sessualità maschile derivi dal fatto che si sente un fallito nel campo eterosessuale e dunque stia cercando di convincersi di essere gay, al fine di giustificare a se stesso la sua scarsa esperienza con le donne e le sue molteplici frustrazioni.
Deve dunque essere aiutato a rasserenarsi, a rilassarsi rispetto a queste tematiche ed essere sostenuto in un suo graduale avvicinamento a più figure femminili (non solo in ambito sessuale, ma anche, e soprattutto, amicale), che possano permetterle di guardare alla donna come a una compagna di vita e non un essere alieno, con il quale è difficile stabilire contatti. o comunicare usando lo stesso linguaggio.

Molti auguri: se si farà aiutare ce la farà!

Dr. Giuliana Proietti

Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

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  • 14 Ago 2019
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