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Author: Dr. Walter La Gatta

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Un gioco virtuale per curare la dipendenza da cocaina e altre droghe

Un gioco virtuale per curare la dipendenza da cocaina e altre droghe

Un gioco virtuale per curare la dipendenza da cocaina e altre droghe

Dr. Walter La Gatta

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Tariffe Psicoterapia

L’idea che tutti abbiamo della realtà virtuale è associata alle facce di imberbi adolescenti pieni di brufoli che giocano ai video-games. Ma la realtà virtuale è utilizzata anche per scopi molto più seri, come per il trattamento delle fobie e per la cura delle dipendenze. Questi strumenti innovativi offrono nuove modalità di supporto e recupero per le persone che lottano contro la dipendenza da cocaina e dalle altre droghe. Cerchiamo di saperne di più.

Cosa è la realtà virtuale?

La realtà virtuale è una tecnologia immersiva che può simulare ambienti reali e creare esperienze interattive. Negli ultimi anni, la VR è stata utilizzata in vari campi della medicina, compresa la terapia delle dipendenze. I giochi virtuali basati sulla VR possono fornire un ambiente sicuro in cui i pazienti possono affrontare i loro trigger, senza rischiare una ricaduta.

Come funzionano i giochi virtuali contro le droghe?

I giochi virtuali progettati per combattere la dipendenza non sono solo strumenti di distrazione, ma anche potenti mezzi terapeutici. Essi combinano elementi di gioco con tecniche di terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e altre forme di trattamento psicologico. Questi giochi possono aiutare i pazienti a sviluppare nuove abilità di coping, migliorare la loro resilienza e ridurre il desiderio di usare droga.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
 

Tariffe Psicoterapia

Ad esempio, quali giochi virtuali sono stati sviluppati?

Reh@City: Questo è un esempio di gioco di realtà virtuale sviluppato per il trattamento delle dipendenze. Reh@City permette ai pazienti di esplorare una città virtuale in cui incontrano situazioni che potrebbero scatenare la loro dipendenza. Con l’aiuto di un terapeuta, i pazienti possono praticare strategie per resistere ai desideri e imparare a gestire meglio i loro impulsi.

A-Chess: A-Chess (Addiction Comprehensive Health Enhancement Support System) è una piattaforma di supporto digitale che include giochi e strumenti di realtà virtuale per aiutare i pazienti a mantenere la sobrietà. Offre sessioni di coaching virtuale, promemoria per i trattamenti, e un sistema di supporto tra pari. Sviluppata dall’Università del Wisconsin-Madison, A-CHESS utilizza una combinazione di tecnologia mobile e strumenti di supporto per offrire un sistema completo di assistenza e prevenzione delle ricadute

Quali benefici portano questi giochi nel trattamento delle Dipendenze?

  • I giochi virtuali possono essere utilizzati ovunque e in qualsiasi momento, offrendo un supporto costante ai pazienti. Questo è particolarmente utile per coloro che vivono in aree remote o hanno difficoltà a partecipare a sedute di terapia tradizionali.
  • Gli elementi di gioco rendono il trattamento più coinvolgente e motivante. I pazienti sono più propensi a partecipare attivamente e a continuare con il trattamento.
  • I giochi virtuali possono essere adattati alle esigenze specifiche di ogni paziente, offrendo un approccio su misura che migliora l’efficacia del trattamento.
  • La tecnologia permette di monitorare i progressi del paziente in tempo reale, fornendo dati utili ai terapeuti per adattare il trattamento alle necessità del paziente.

Una intervista sulla Eiaculazione Precoce

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Quali sono le criticità?

  • Non tutti hanno accesso a dispositivi di realtà virtuale o internet ad alta velocità, il che può limitare l’uso di questi strumenti;
  • La raccolta e l’archiviazione dei dati personali devono essere gestite con cura per garantire la privacy dei pazienti;
  • E’ necessario che questi strumenti siano validati scientificamente per poterne fare un uso clinico.

Dr. Walter La Gatta

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Dr. Walter La Gatta  -   Tel. 348 3314908

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Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

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  • 9 Giu 2024
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Antropomorfismo e Personalità delle Macchine: Un'Analisi Psicologica

Antropomorfismo e Personalità delle Macchine: Un’Analisi Psicologica

Antropomorfismo e Personalità delle Macchine: Un’Analisi Psicologica

Dr. Walter La Gatta

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Tariffe Psicoterapia

L’antropomorfismo delle macchine è un fenomeno psicologico che rivela molto sulla natura umana e la propensione a vedere volti e personalità negli oggetti inanimati. Cerchiamo di saperne di più.

Cosa è l’antropomorfismo?

L’antropomorfismo riguarda l’attribuzione di caratteristiche umane a oggetti non umani.

Quanto è comune l’antropomorfismo?

Molto. Gli esseri umani hanno una tendenza innata a vedere forme familiari nelle cose che li circondano. Questo processo cognitivo si chiama “pareidolia” e spiega perché si vedono volti nelle nuvole, nelle montagne e, naturalmente, nelle macchine. Questo fenomeno è radicato nella evoluzione umana, poiché riconoscere i volti rapidamente era cruciale per la sopravvivenza.

Come vengono “umanizzate” le macchine?

Le macchine  vengono spesso umanizzate, con elementi come i fanali che possono sembrare occhi. Non solo: un’auto con un frontale “sorridente” può essere percepita come amichevole, mentre un design più aggressivo e angolare può essere visto come minaccioso o potente. Gli elementi stilistici come la forma, i colori e le linee influenzano il modo in cui le persone “interpretano” le macchine: alcune macchine sembra che abbiano una certa propensione verso la rabbia, altre verso l’aggressività, altre ancora mostrano dei chiari tratti maschili o femminili.

Quali parti della macchina vengono di solito visti come parti umane?

Generalmente i fanali vengono visti come gli occhi, la griglia del radiatore o il marchio (come ad esempio lo scudetto della Lancia) appaiono come il naso, le prese d’aria vengono percepite come se fossero la bocca della macchina.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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A cosa porta questa antropomorfizzazione delle macchine?

Attribuire una personalità alle auto può aumentare l’attaccamento emotivo verso la macchina. Questo può anche creare l’illusione che le macchine possano avere emozioni o intenzioni reali. Inoltre, un attaccamento eccessivo alle macchine antropomorfizzate potrebbe influenzare negativamente le interazioni umane, riducendo la qualità dei rapporti interpersonali reali.

Come si usa questo trucco nel mercato delle auto?

Le aziende di marketing e design utilizzano l’antropomorfismo per influenzare le decisioni di acquisto dei consumatori. Un prodotto che sembra “felice” o “sicuro” può attrarre più facilmente l’attenzione e la fiducia dei clienti.

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Relazione sulla Terapia di Coppia dopo un Tradimento - Festival della Coppia 2023

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La cognizione delle diverse etnie nei bambini

La cognizione delle diverse etnie nei bambini

La cognizione delle diverse razze nei bambini

Relazione sulle Coppie Non Monogamiche

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Parlare delle diverse etnie con i bambini è un argomento delicato ma essenziale per promuovere una società inclusiva e rispettosa. Capire quando e come affrontare questo tema può aiutare i bambini a sviluppare una cognizione sana e aperta delle diversità. Ecco una semplice guida per genitori ed educatori.

Come parlare delle diverse etnie, a seconda dell’età?

Infanzia. Anche se i bambini in questa fascia di età non comprendono ancora concetti complessi, notano le differenze.  In particolare:

  • Prima Infanzia (3-6 anni) i bambini iniziano a riconoscere e a parlare delle differenze fisiche e culturali. È importante rispondere alle loro domande in modo semplice e positivo, usando un linguaggio che sottolinei l’accettazione e il rispetto.
  • Età Scolare (6-12 anni) I bambini diventano più consapevoli delle questioni sociali e possono iniziare a notare pregiudizi e discriminazioni. Questo è il momento di introdurre conversazioni più profonde sulla storia, sulla cultura e sulle ingiustizie sociali, adattate alla loro capacità di comprensione.
  • Adolescenza (13+ anni) Gli adolescenti sono in grado di comprendere concetti complessi e di partecipare a discussioni critiche. È essenziale parlare apertamente di discriminazione etnica, privilegi e uguaglianza, incoraggiando il pensiero critico e l’empatia.

Come affrontare l’argomento?

  • Usare un linguaggio chiaro e diretto aiuta a evitare confusione. Evitare di minimizzare o ignorare le domande dei bambini sulle differenze etniche.
  • Sottolineare che le differenze sono normali e positive. Utilizzare esempi di persone di diverse etnie che contribuiscono positivamente alla società.
  • Libri, film e programmi TV che rappresentano diverse etnie in modo positivo possono essere strumenti efficaci per educare i bambini.
  • Aiutare i bambini a mettersi nei panni degli altri e a comprendere le esperienze delle persone di diverse etnie. Discussioni sull’equità e sulla giustizia possono essere utili.
  • Parlare apertamente dei pregiudizi e della discriminazione etnica quando emergono nella vita quotidiana o nei media. Spiegare perché sono sbagliati e come possono essere superati.

Quali termini utilizzare/evitare?

  • Evitare di parlare di “razze”. Il concetto di “razza” non esiste scientificamente, nemmeno per i cani e i gatti,  perché dal punto di vista biologico non c’è nessuna distinzione netta tra i diversi gruppi di individui di una stessa specie. 
  • Utilizzare termini che rispettano e valorizzano tutte le persone. Ad esempio, “persone di diverse etnie” anziché termini offensivi o antiquati.
  • Sottolineare che le caratteristiche etniche non determinano il valore o le capacità di una persona. Utilizzare il linguaggio per sfatare gli stereotipi e promuovere l’individualità.
  • Insegnare ai bambini i termini corretti per riferirsi alle diverse etnie e culture. Spiegare l’importanza del linguaggio rispettoso e inclusivo.
  • Parlare delle diverse etnie nel contesto della loro cultura e storia, mostrando rispetto per le loro tradizioni e contributi.

Perché è sbagliato evitare l’argomento?

I ritardi in queste importanti conversazioni potrebbero rendere più difficile cambiare le percezioni errate o le convinzioni razziste dei bambini, i quali sono in grado di parlare di argomenti complessi anche in tenera età. Inoltre, se gli adulti evitano di parlare di questi argomenti, i bambini non è che non vedano le differenze somatiche o nel colore della pelle: potrebbero dunque darsi spiegazioni e farsi idee personali sull’argomento, che potrebbero essere imprecise o sbagliate.

In conclusione, è importante parlare con i bambini delle diverse etnie, ed è importante farlo presto, perché altrimenti potrebbe essere difficile annullare i pregiudizi razziali, una volta che essi abbiano messo radici.

Fornire ai bambini le risorse e il supporto necessari per comprendere e apprezzare la diversità li aiuterà a crescere come individui empatici e rispettosi, in un mondo più giusto.

Dr. Walter La Gatta

Relazione sulla Terapia di Coppia dopo un Tradimento - Festival della Coppia 2023

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Ipnosi Clinica

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Antoine de Saint-Exupery: una biografia
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Dopo l'adozione, la depressione

Dopo l’adozione, la depressione

Dopo l’adozione, la depressione


Terapie di Coppia online psicolinea

Tariffe Psicoterapia

Adottare un bambino è spesso visto come un atto di amore e altruismo, capace di trasformare la vita di una famiglia. Tuttavia, per alcune coppie, l’adozione può portare a sentimenti di depressione. Questo fenomeno può sembrare una contraddizione, ma è una realtà per molti genitori adottivi. Cerchiamo di comprendere le cause della depressione post-adozione e le modalità con cui affrontarla.

Si tratta di una sindrome riconosciuta?

Non ancora. Il termine Post-Adoption Depression Syndrome (PADS) fu coniato da June Bond nel 1995 per descrivere lo stato di ansia, stress e depressione che molti genitori sperimentano dopo l’adozione. Non si tratta, tuttavia, di un termine clinico riconosciuto.

Quanto è diffuso questo tipo di depressione?

Non si tratta di un fenomeno raro, visto che si stima che questo accade al 65% dei genitori adottivi.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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Tariffe Psicoterapia

Quali sono le cause della depressione Post-Adozione?

1. Molte coppie hanno aspettative elevate riguardo all’adozione, immaginando un’esperienza perfetta. I genitori adottivi sono pieni di aspettative e credono, dopo i tanti sacrifici cui si sono sottoposti per ottenere un figlio in adozione, che il bambino magicamente riporterà l’armonia e la soluzione di tutti i problemi, le ansie e le infelicità. Quando la realtà non corrisponde a queste aspettative, possono sentirsi delusi e sopraffatti.

2. L’adozione introduce nuove responsabilità e sfide. Adattarsi alla vita con un nuovo membro della famiglia, soprattutto se il bambino ha bisogni speciali o un passato traumatico, può essere estremamente stressante. Si tratta di cambiare repentinamente stile di vita, affrontando situazioni genitoriali cui non si è preparati, specialmente se si adotta un bambino abbastanza grande.

3. I genitori adottivi possono sentirsi isolati, specialmente se non hanno una rete di supporto solida. La mancanza di comprensione e supporto da parte di amici e familiari può aggravare i sentimenti di solitudine e depressione.

4. Sviluppare un legame emotivo con un bambino adottato può richiedere tempo e pazienza. Se i genitori faticano a creare questo legame, possono sentirsi frustrati e inadeguati.

5. Le esperienze di vita e le vulnerabilità emotive dei genitori possono influenzare la loro capacità di affrontare le sfide dell’adozione. Genitori con una storia di depressione o ansia sono più a rischio di sviluppare sintomi simili dopo l’adozione.

6. A volte i bambini adottati sono traumatizzati dalle esperienze di vita fino a quel momento vissute e non è facile stabilire con loro un legame affettivo, specialmente se i piccoli mostrano di non sentirsi particolarmente legati ai nuovi genitori. La reazione dei genitori emotivi a questa difficoltà nello stabilire un legame di attaccamento può essere di semplice malinconia o tristezza, ma nei casi più gravi questa esperienza può innescare una sindrome depressiva abbastanza seria, per il fatto di non sentirsi completamente soddisfatti della scelta fatta, per la paura di aver sbagliato, oppure per aver concentrato tutte le proprie energie su questo progetto genitoriale che poi non sembra portare la felicità sperata.

7. Difficoltà a parlarne con gli altri. I genitori adottivi non sempre hanno la forza di parlare dei loro problemi con gli altri: si vergognano, temono di non essere compresi, si tengono tutto dentro: per questo rischiano la depressione. Ottenere la comprensione degli altri, del resto,  è difficile: come spiegare che, dopo aver tanto lottato per avere questo figlio, ora non se ne è più così contenti e si provano, nei suoi confronti, dei sentimenti ambivalenti, con grande senso di colpa, sia verso se stessi, sia verso il/la partner, sia verso il bambino stesso?

8. Dubbi.  Se l’adozione segue un’infertilità o un aborto ad esempio, i genitori possono continuare a chiedersi se hanno fatto bene a fare questa scelta, o se avessero fatto meglio a riprovare, ad attendere, a pazientare, pur di avere un figlio ‘biologico’…

Una intervista sulla Timidezza

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Quali sono i segnali di malessere di cui tenere conto?

Sono i seguenti:

  • Perdita di interesse e di entusiasmo per tutto ciò che era stato al centro della propria vita;
  • Difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni;
  • Perdita di energia;
  • Difficoltà di addormentamento o insonnia;
  • Disturbi alimentari;
  • Sensi di colpa;
  • Sentimenti di impotenza;
  • Irritabilità.

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Come affrontare la Depressione Post-Adozione?

1. Parlarne con un terapeuta può fornire un aiuto prezioso. La terapia può offrire strategie per gestire lo stress, migliorare la comunicazione familiare e sviluppare un attaccamento sano.

2. Partecipare a gruppi di supporto per genitori adottivi può ridurre il senso di isolamento. Condividere esperienze e consigli con altre famiglie che stanno affrontando situazioni simili può essere estremamente rassicurante.

3. Informarsi per tempo sui potenziali problemi dell’adozione può preparare meglio i genitori. Libri, workshop e risorse online possono offrire conoscenze utili e realistiche.

4. È fondamentale che i genitori adottivi si prendano del tempo per se stessi. Attività come esercizio fisico, meditazione e hobby possono aiutare a ridurre lo stress e migliorare il benessere mentale.

5. Creare una routine stabile e prevedibile può aiutare il bambino a sentirsi sicuro e ridurre lo stress per tutta la famiglia. Stabilire confini chiari può anche facilitare la gestione delle nuove responsabilità.

6. Parlare apertamente con il/la partner dei sentimenti e delle preoccupazioni può rafforzare il rapporto e fornire un supporto reciproco. È importante affrontare i problemi insieme piuttosto che ignorarli o affrontarli da soli.

7. E’ importante prendersi del tempo per il bambino adottato: non viene tutto in automatico, c’è bisogno di tempo per giocare col bambino o portarlo al parco, oltre che creargli un ambiente sociale caldo e confortevole.

8. Avere comprensione per se stessi: si tratta di sentimenti ed insicurezze molto umane, che possono essere risolte attraverso l’aiuto ed il sostegno psicologico, che non conviene farsi mancare, non solo per se stessi, ma anche per la serenità della nuova vita familiare.

Dr. Walter La Gatta

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  • 7 Giu 2024
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Il potere del camice bianco e la enclothed cognition

Il potere del camice bianco e la enclothed cognition

Il potere del camice bianco e la enclothed cognition

Dr. Walter La Gatta

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Sicuramente gli abiti che indossiamo hanno effetto su chi ci deve osservare e giudicare: il camice bianco ad esempio dà un senso di professionalità e di autorevolezza; non a caso è indossato da quasi tutti i professionisti che lavorano in campo scientifico.

Il camice bianco dei medici è un simbolo potentissimo nella nostra società e ha un’influenza significativa sia sui pazienti che sui medici stessi. Questo effetto può essere analizzato da diversi punti di vista: psicologico, sociologico e persino neurologico.

Effetti del camice bianco sul Paziente

1. Il camice bianco è spesso associato a competenza, autorità e professionalità. I pazienti tendono a fidarsi di più dei consigli e delle diagnosi fornite da un medico che indossa un camice bianco.

2. È stato dimostrato che la presenza di un medico in camice bianco può contribuire a un effetto placebo, migliorando la percezione dei pazienti riguardo all’efficacia del trattamento.

3. I pazienti possono sentirsi più inclini a seguire le indicazioni mediche e a non mettere in discussione le decisioni del medico. Questo può essere positivo per l’aderenza al trattamento, ma può anche portare a una riduzione della comunicazione bidirezionale.

4. Per alcuni pazienti, il camice bianco può trasmettere un senso di sicurezza e comfort, riducendo l’ansia associata alle visite mediche.


Ipnosi Clinica

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Effetti del camice bianco sul Medico

1. Indossare il camice bianco può rafforzare l’identità professionale del medico, aumentandone la fiducia in se stesso e la percezione del proprio ruolo.

2. Il camice bianco può ricordare ai medici la loro responsabilità e il codice etico della professione, incoraggiandoli a mantenere standard elevati di cura e professionalità.

3. Alcuni studi suggeriscono che indossare il camice bianco possa influenzare il livello di empatia del medico: mentre per alcuni può aumentare la consapevolezza della propria responsabilità, per altri può creare una distanza emotiva dal paziente.

Aspetti Sociologici e Culturali del camice bianco

1. Il camice bianco contribuisce a definire i ruoli e lo status sociale sia del medico che del paziente, stabilendo una gerarchia chiara e facilmente riconoscibile.

2. La società tende ad avere aspettative specifiche sui medici in camice bianco, associandoli a caratteristiche come l’intelligenza, la serietà e l’affidabilità.

3.  In alcuni contesti culturali, il camice bianco può avere significati diversi. Ad esempio, in alcune culture potrebbe essere visto come un simbolo di autorità e potere, mentre in altre potrebbe essere percepito come un segno di purezza e servizio.

Dr. Walter La Gatta

ENCLOTHED COGNITION

Lo studio sul significato simbolico dei vestiti, in chi li indossa, è stato chiamato “enclothed cognition”, facendo riferimento al nuovo campo di ricerca sulla “embodied cognition” (tutte le misure dello spazio esterno vengono giudicate in rapporto alle misure del proprio corpo. Es. le porte vengono giudicate strette se si hanno le spalle più grandi della media)

La teoria dell’enclothing cognition suggerisce che gli abiti non solo esprimono l’identità personale, ma possono anche modellare la percezione di sé e le proprie prestazioni. Ad esempio, indossare un camice bianco potrebbe far sentire la persona più attenta e precisa, mentre indossare abiti sportivi potrebbe aumentare la sua motivazione a fare attività fisica.

Il termine “enclothed cognition” è stato coniato dai ricercatori Adam Hajo e Adam D. Galinsky in uno studio pubblicato nel 2012 in cui ai partecipanti del campione veniva chiesto di indossare un camice da laboratorio. I risultati hanno rivelato che coloro che indossavano il camice, e a cui era stato detto che si trattava di un camice da medico, dimostravano una maggiore attenzione ai dettagli rispetto a coloro che non lo indossavano, o a cui era stato detto che era un camice da pittore.

L’enclothed cognition opera attraverso due principali meccanismi:

1. Significato simbolico. Gli abiti spesso portano con sé significati simbolici culturalmente condivisi. Un camice da laboratorio, ad esempio, è associato alla competenza, all’attenzione e all’intelligenza.

2. Esperienza fisica: Indossare determinati tipi di abbigliamento può alterare la postura, il comportamento e il tono dell’umore. Ad esempio, indossare un vestito elegante può far sentire chi lo indossa più sicuro di se.

Implicazioni Pratiche

Scegliere abiti che rappresentano competenza e professionalità può dunque migliorare la propria performance e la percezione che gli altri hanno di noi.
Gli studenti che indossano uniformi scolastiche o abbigliamento formale possono, ad esempio, percepirsi come più seri e concentrati.

Dr. Walter La Gatta

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Fonte:

Adam, H., and Galinsky, A. (2012). Enclothed Cognition. Journal of Experimental Social Psychology, via BPS

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