Vai al contenuto
Psicolinea.it

Sito di psicologia, online dal 2001

  • About – Tutte le Info
  • Articoli
  • Terapia online
  • Contatti
  • Privacy
  • Disclaimer
  • Credits
  • Psicolinea Sitemap Page
  • Contatti
Psicolinea.it

Sito di psicologia, online dal 2001

  • Contatti
  • About – Tutte le Info
  • Articoli
  • Terapia online
  • Contatti
  • Privacy
  • Disclaimer
  • Credits
  • Psicolinea Sitemap Page

Category Archives: Salute e Malattie

  1. Home
  2.  :: 
  3. Archive by category "Salute e Malattie"
  4. ( Page5 )
Psicoterapeuta Sessuologo Dr. Walter La Gatta

Psicoterapeuta Sessuologo Dr. Walter La Gatta

Psicoterapeuta Sessuologo Dr. Walter La Gatta

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

YouTube player

Come iniziare una Psicoterapia con il Dr. Walter La Gatta: informazioni pratiche

Il desiderio sessuale nella donna infertile
Relazione presentata al Congresso Nazionale Aige/Fiss del 7-8 Marzo 2025 a Firenze. 

YouTube player

Visita il Sito: www.walterlagatta.it

Comprendere e accogliere se stessi è un percorso delicato, e il mio obiettivo è guidarti con sensibilità e competenza, creando insieme un cammino che rispetti le tue necessità e i tuoi obiettivi personali.

Lo studio è uno spazio in cui tu sei al centro: ogni percorso terapeutico è unico, e la mia priorità è quella di creare un approccio che risponda alle tue specifiche esigenze. Attraverso un ascolto empatico e metodi basati su evidenze scientifiche, utilizzo gli strumenti e le strategie che possano aiutarti a raggiungere il benessere e una maggiore consapevolezza di te.

IL TERAPEUTA

Il Dr. Walter La Gatta si è laureato in psicologia a Padova, svolge la libera professione di psicoterapeuta e sessuologo.

Specializzato in sessuologia clinica presso il CIS di Bologna, è Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia, per le regioni Marche Abruzzo e Molise ed è membro della SIAMS (Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità) e della FISS (Federazione Italiana Sessuologia Scientifica) . Per interesse personale, ha conseguito una seconda laurea in sociologia a Urbino.

Svolge la sua attività nelle città di Ancona, Civitanova Marche, Fabriano e Terni e lavora molto anche online.

Ultimo libro pubblicato: “Come vivere bene anche se in coppia”, pubblicato da Franco Angeli.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
 

Tariffe Psicoterapia

LE TERAPIE

La psicoterapia è un percorso di crescita e supporto psicologico che aiuta a gestire ansia, stress, difficoltà emotive e relazionali. Attraverso tecniche e metodi personalizzati, la psicoterapia offre strumenti per comprendere e migliorare se stessi, favorendo il benessere mentale e un equilibrio duraturo nella vita quotidiana.

Le terapie sono rivolte a persone di tutte le età, sia a livello individuale, sia familiare, sia di coppia.

I punti di forza del mio studio professionale sono i seguenti:

  •  Lunga esperienza clinica,
  • Contatto diretto con i pazienti sin dalla prima telefonata, senza filtri, né segreterie,
  • Possibilità di parcheggio libero in prossimità dello studio,
  • Discrezione
  • Prezzi contenuti.

Psicolinea Facebook

Lo studio di psicoterapia si occupa in particolare di:

  • Trattamento di timidezza, ansia, fobie sociali e attacchi di panico;
  • Crisi di coppia, tradimenti, matrimoni bianchi, incomprensioni;
  • Disfunzioni sessuali: vaginismo, disfunzione erettile, eiaculazione precoce, anorgasmia, calo del desiderio, ecc.
  • Tecniche di rilassamento e ipnosi (ansia da prestazione, ansia sociale, ansia sessuale, ecc.)
  • Consulenza per Omosessualità e problematiche LGBT

Tariffe Psicoterapia

Per maggiori informazioni visita il sito www.walterlagatta.it

Leggi il CV completo del Dr. Walter La Gatta

 
girasole psicolinea.it
Redazione di Psicolinea

Psicolinea è uno dei primi siti di psicologia in Rete, nato ufficialmente il 13 Ottobre 2001. Fondatori e Curatori del Sito sono gli psicoterapeuti sessuologi Dr. Giuliana Proietti e il Dr. Walter La Gatta. Nel 2021 abbiamo festeggiato i nostri primi 20 anni!

Il sito si avvale di numerosi collaboratori ed ha come slogan “la psicologia amica”, perché il suo intento è quello di diffondere il sapere psicologico, rendendolo accessibile a tutti.

Per appuntamenti e collaborazioni professionali: Dr. Giuliana Proietti 347 – 0375949  Dr. Walter La Gatta 348 3314908 Ancona, Terni, Civitanova Marche, Fabriano Roma e via Skype

Cercateci sui Social!

www.psicolinea.it
I Social
  • 6 Nov 2024
  • Redazione di Psicolinea
  • 0 Comments
Andare dallo psicologo o dalla psicologa: come scegliere

Andare dallo psicologo o dalla psicologa: come scegliere

Andare dallo psicologo o dalla psicologa: come scegliere

Psicolinea

Terapeuti di Psicolinea:
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta  -   Tel. 348 3314908

Quella che segue è una piccola guida che riporta gli aspetti più importanti da considerare per conoscere il mondo della psicologia e scegliere uno psicologo o una psicologa.  Poiché non tutti conoscono questo mondo, partiremo dalle stesse definizioni di Psicologo e Psicoterapeuta.

Cosa significa la parola “psicologia”?

Psicologia è un termine composto, che viene dal greco psyché (anima) e logos (discorso), dunque letteralmente significa la dottrina o la scienza dell’anima.

Il termine è stato utilizzato per la prima volta dal filosofo Wolff, per designare lo studio della morale e dell’intelligenza, senza prendere in esame le parti, che ne sono gli organi (Fonte: dizionario etimologico online)

Derivati della parola psicologia sono: psicologo, psicologico, psicologismo, ecc.

Cosa significa la parola “psicologo”?

Il termine “psicologo” o “psicologa” può avere due accezioni:

  • 1 Studioso, esperto di psicologia, che esercita anche a livello professionale: albo degli psicologi
  • 2 estens. Chi comprende il carattere delle persone e sa rapportarsi ad esse con sensibilità: essere un fine psicologo
    (Fonte: Dizionario online Sabatini Colletti)

Tutti gli esseri umani, per loro natura, sono un po’ psicologi, nella seconda accezione del termine, nel senso che hanno spesso la capacità di osservare gli altri e comprendere i loro stati stati d’animo in modo empatico.

Quando si parla di professioni tuttavia, nella prima accezione del termine, parliamo di psicologo o psicologa in quanto professionisti, cioè soggetti abilitati a svolgere interventi di prevenzione, diagnosi, riabilitazione e sostegno rivolti non solo all’individuo, ma anche alla coppia, alla famiglia, ai gruppo, alle organizzazioni. Lo scopo è sempre quello di migliorare la qualità della vita delle persone.

Come si diventa psicologo o psicologa in Italia?

Diventare psicologo o psicologa in Italia richiede un percorso formativo e professionale ben definito, che include studi universitari, tirocinio, esame di Stato e iscrizione all’Albo professionale. Ecco i passi principali:

– Laurea in Psicologia

Il primo passo è ottenere una laurea in Psicologia. Il percorso si articola in:

– Laurea triennale (Classe L-24 – Scienze e Tecniche Psicologiche):

ha una durata di tre anni e fornisce una formazione di base sulle principali discipline psicologiche.

– Laurea magistrale (Classe LM-51 – Psicologia): dura due anni e permette di specializzarsi in diversi ambiti, come la psicologia clinica, del lavoro, dello sviluppo o sociale

– Tirocinio post-lauream

Dopo la laurea magistrale, è obbligatorio svolgere un tirocinio professionalizzante di almeno 1000 ore presso strutture accreditate.

Il tirocinio permette di acquisire esperienza pratica sotto la supervisione di psicologi esperti. 

– Esame di Stato e iscrizione all’Albo

Per esercitare la professione è necessario superare l’Esame di Stato, che prevede più prove scritte e orali, e iscriversi all’Albo degli Psicologi della propria regione. L’iscrizione permette di ottenere l’abilitazione alla professione di psicologo.

L’Esame di Stato sta subendo alcune modifiche con la riforma dell’abilitazione alla professione (D.L. 36/2022), che potrebbe semplificare il processo.


Terapie di Coppia online psicolinea

Tariffe Psicoterapia

– Specializzazione in Psicoterapia (facoltativa)

Se si desidera diventare psicoterapeuta, è necessario frequentare una scuola di specializzazione in psicoterapia riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione. Il percorso dura quattro anni e consente di acquisire competenze terapeutiche specifiche.

– Formazione continua

Gli psicologi iscritti all’Albo devono aggiornarsi costantemente tramite corsi di formazione e crediti ECM (Educazione Continua in Medicina), per mantenere alta la qualità della propria pratica professionale.

Terapia di coppia onlineINIZIA SUBITO UNA TERAPIA DI COPPIA ONLINE
CON LA DOTT.SSA GIULIANA PROIETTI
Terapia online, Individuale e di Coppia
 Tel. 347 0375949
Telefona o usa whatsapp
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

– Come è organizzato l’Albo degli Psicologi?

A seguito della riforma del 2001, nell’Albo degli Psicologi sono state istituite due sezioni: la sezione A è formata da coloro che hanno il titolo di Psicologo, mentre la sezione B è costituita da coloro che hanno il titolo di Dottore in Tecniche Psicologiche per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro o di Dottore in Tecniche Psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità.

Il dottore in Tecniche Psicologiche, uscito dal corso di durata triennale, è iscritto ad una sezione apposita dell’Albo degli psicologi (sezione B), previo superamento dell’esame di stato.

L’attività professionale degli psicologi iscritti alla sezione A è rimasta immutata rispetto alla normativa vigente, ma vi si è aggiunto il coordinamento e la supervisione dell’attività dei dottori in scienze psicologiche.

Questi ultimi, sotto la supervisione di uno Psicologo (iscritto all’Albo sezione A) svolgono attività quali: programmazione e verifica degli interventi psicologici in ambito sociale, lavoro in ambito educativo, lavoro nel campo delle risorse umane, raccolta dati ai fini di ricerca e realizzazione di interventi per migliorare la qualità e la sicurezza in ambito lavorativo, lavoro psicologico con persone disabili per recuperare competenze di tipo cognitivo, emotivo, relazionale.

Psicolinea sempre con te
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta  - Tel. 348 3314908

– Quale è la differenza fra la figura dello psicologo e quella dello psicoterapeuta?

Lo/a psicologo/a non può esercitare interventi di tipo psicoterapeutico perché per fare questo occorre essere psicoterapeuta: questo significa che, oltre alla laurea in psicologia o in medicina e l’iscrizione all’Ordine degli Psicologi, è necessario aver conseguito una specializzazione post universitaria di almeno quattro anni.

Lo/la psicoterapeuta può essere laureato/a sia in medicina sia in psicologia, oltre alle attività di prevenzione, diagnosi, sostegno e riabilitazione, svolge attività di cura attraverso gli strumenti e le tecniche terapeutiche proprie della psicoterapia.

In realtà le psicoterapie sono tantissime e il/la terapeuta è formato/a secondo le teorie fondamentali di una scuola psicoterapeutica di riferimento (es. formazione cognitivo-comportamentale, analitica, costruttivista, psicosintesi, ecc.)

Dr. Walter La Gatta

ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE

– Che lavoro svolge lo psicologo/la psicologa?

Gli ambiti di intervento dello/a psicologo/a riguardano soprattutto la prevenzione del disagio e la promozione della salute psicologica e del benessere relazionale e sociale. Gli psicologi sono anche abilitati alla diagnosi dei disturbi mentali.

– PSICOLOGO-PSICOLOGA: chi è meglio per chi?

La scelta tra uno psicologo uomo o donna dipende da diversi fattori personali e soggettivi. Non esiste una risposta univoca, poiché l’efficacia della terapia è influenzata da vari aspetti che vanno oltre il genere del terapeuta. Ecco alcuni punti da considerare prima di fare questa scelta:

1.  Alcune persone potrebbero sentirsi più a loro agio parlando con un terapeuta dello stesso sesso, mentre altre potrebbero preferire il sesso opposto. Questa preferenza può essere influenzata da esperienze passate, cultura o comfort personale.

2. In alcuni casi, la natura del problema potrebbe far propendere verso un terapeuta di un genere specifico. Ad esempio, qualcuno che ha subito un trauma da parte di un uomo potrebbe preferire una terapeuta donna, e viceversa.

3. L’esperienza, la formazione e le competenze specifiche dello psicologo sono fondamentali. È importante scegliere un professionista qualificato e con esperienza nel trattare indipendentemente dal suo genere sessuale.

PER APPUNTAMENTI
Telefona o usa Whatsapp
347 0375949

4. La qualità della relazione terapeutica è uno dei fattori più importanti per il successo della terapia, e anche questa prescinde dal genere. In sintesi, non c’è un genere migliore in assoluto per uno psicologo.

È cruciale trovare un professionista con cui ci si senta a proprio agio e che abbia le competenze necessarie per prestare aiuto.

Potrebbe essere un’idea fare una prima seduta con un paio di terapeuti diversi, per capire con chi ci si trova meglio.

Una intervista sull'anorgasmia femminile

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
 

Tariffe Psicoterapia

Immagine: Wallpaper

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

Psicoterapie individuali e di coppia
Terapie Sessuali
Tecniche di Rilassamento e Ipnosi
Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali.

Per appuntamenti telefonare direttamente al:
348 – 331 4908
(anche whatsapp)
email: w.lagatta@psicolinea.it

Visita la pagina Facebook e il profilo Twitter

Visita anche www.walterlagatta.it

www.clinicadellatimidezza.it
I Social
  • 19 Feb 2025
  • Dr. Walter La Gatta
  • 0 Comments
Assistere i malati terminali

Assistere i malati terminali

Assistere i malati terminali

Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

L’assistenza ai malati terminali rappresenta un momento cruciale nella vita del paziente e dei suoi cari. Si tratta di un’esperienza carica di significati emotivi, relazionali ed esistenziali, che richiede un approccio integrato tra medicina, psicologia e supporto sociale.

Chi si occupa dei malati terminali?

A causa della tendenza internazionale a ridimensionare le unità ospedaliere e a ridurre i costi di assistenza sanitaria e di assistenza sanitaria secondaria [Euclid Network . Euclid Network, 2012, OMS, 2002], le cure di fine vita vengono ormai date in gestione alle case di cura specializzate e alle associazioni che si occupano di assistenza domiciliare. Molti operatori sanitari dunque si stanno specializzando nel vedere solo questo tipo di malati.

Quale è la condizione dei pazienti terminali?

I pazienti terminali sperimentano frequentemente un grave disagio spirituale ed esistenziale [Boston P, Bruce A, Schreiber R, 2011].

Bruce et al. [2011] hanno descritto la sofferenza esistenziale come una condizione in cui la sofferenza comprende stati di disperazione, senso di inutilità, mancanza di senso della vita, depressione, ecc. La ricerca ha indicato che un numero significativo di pazienti terminali desidera un’adeguata cura spirituale e/o esistenziale e consulenza per far fronte a queste emozioni negative [Groenvold M, Pedersen C, Jensen C, Faber M, Johnsen A. 2006;Ruijs CD et al. 2012].

I pazienti con malattie avanzate riferiscono tuttavia che raramente trovano personale preparato per fornire loro assistenza spirituale [Balboni MJ et al. 2013]; diversi studi indicano che molti pazienti sono insoddisfatti per il sostegno emotivo ed esistenziale che ricevono. [Udo C, 2014]

I pazienti che soffrono hanno infatti bisogno di ricevere il coraggio e la forza di affrontare la vita, da parte di altri esseri umani che sono presenti e che mostrano, attraverso le loro azioni, che saranno dalla loro parte, cercando di condividere i tempi duri che li attendono. In questo caso la capacità di agire con prudenza e saggezza (phronesis) presuppone conoscenze teoriche (episteme) sulla sofferenza e su come alleviare la sofferenza, ma anche competenze pratiche infermieristiche (techne). Nella cornice delle cure del fine vita la “phronesis” o saggezza, intesa come capacità degli operatori di incontrare la persona sofferente e di agire con sensibilità e apertura mentale, diventa molto importante [Ohlen 2001]. 

Una intervista sull'anorgasmia femminile

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Cosa si intende per approccio palliativo?

L’assistenza ai malati terminali si basa sui principi delle cure palliative, che mirano a garantire la migliore qualità di vita possibile riducendo il dolore e altri sintomi debilitanti. Le cure palliative non si limitano agli aspetti fisici, ma comprendono anche il supporto psicologico ed emotivo per il paziente e la sua famiglia.

Quale è il ruolo della famiglia e dei caregiver?

I caregiver, spesso familiari o amici stretti, svolgono un ruolo fondamentale nell’accompagnare il malato terminale. Questo compito, per quanto nobile, può risultare estremamente stressante e logorante, generando sentimenti di impotenza, frustrazione e dolore. È essenziale, per questo motivo, che anche i caregiver ricevano supporto psicologico per affrontare il carico emotivo e il senso di perdita imminente.

Quali sono gli aspetti psicologici di cui tenere conto?

A livello psicologico, il malato terminale attraversa diverse fasi emotive, tra cui shock, negazione, rabbia, depressione e infine accettazione, come descritto da Elisabeth Kübler-Ross. Ogni individuo, tuttavia, elabora la propria condizione in modo unico. L’intervento psicologico, attraverso il counseling o la psicoterapia, aiuta ad affrontare paure, ansie e il senso di isolamento.

Cosa è il supporto al lutto anticipatorio?

Il lutto anticipatorio è il processo di elaborazione del dolore che inizia prima della perdita effettiva. Questo fenomeno coinvolge sia il paziente che i suoi cari e può essere caratterizzato da tristezza profonda, paura e, in alcuni casi, sensi di colpa. Affrontarlo con il supporto di professionisti può favorire una transizione più consapevole e meno traumatica.

Quanto è importante la comunicazione?

Una comunicazione aperta e rispettosa è essenziale per garantire un’assistenza efficace. Parlare della malattia e della morte può risultare difficile, ma evitare il confronto può generare ulteriore sofferenza. Utilizzare un linguaggio chiaro, empatico e rispettoso delle emozioni del paziente aiuta a creare un clima di fiducia e serenità.

Come si forma il personale specializzato per pazienti terminali?

Diversi formatori si sono finora cimentati con le complesse sfide che prevede lo sviluppo di un programma per insegnare agli operatori sanitari informazioni e tecniche per la cura spirituale [Baldacchino DR, 2006-van Leeuwen R, Cusveller B, 2004]. Tuttavia, data la natura astratta della spiritualità, l’insegnamento dell’assistenza spirituale è risultato molto più complesso rispetto all’insegnamento delle azioni concrete che riguardano la cura della malattia [Pesut B, 2002].

Pesut et al. [2014] hanno condotto una review sugli studi esistenti in materia di formazione alle cure palliative per gli infermieri e gli altri operatori di assistenza infermieristica, senza trovare alcun riferimento alla cura spirituale ed esistenziale nel fine vita, il che suggerisce che esiste una lacuna nella letteratura riguardo a questo argomento, forse perché lo stesso concetto di “cura spirituale” è suscettibile di interpretazione.

I corsi di formazione sono tuttavia uno strumento importante per sviluppare il coraggio e la competenza degli operatori, rendendoli più coinvolti e disposti ad esporsi alla sofferenza spirituale ed esistenziale dei pazienti, anche mettendo in gioco la propria vulnerabilità.

Terapia di coppia onlineINIZIA SUBITO UNA TERAPIA DI COPPIA ONLINE
CON LA DOTT.SSA GIULIANA PROIETTI
Terapia online, Individuale e di Coppia
 Tel. 347 0375949
Telefona o usa whatsapp
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Gli operatori possono sentirsi incerti e ansiosi su ciò che devono o non devono dire e fare quando si trovano a relazionarsi con un malato terminale: come dovrebbero comportarsi?

Nel 2010, in Norvegia, è stato a questo scopo avviato un corso di formazione, con l’obiettivo di formare gli operatori che assistono i malati terminali anche alla cura spirituale ed esistenziale. Secondo il gruppo di docenti del progetto, gli operatori esprimono spesso la loro riluttanza ad affrontare la sofferenza esistenziale e spirituale dei pazienti morenti, in quanto temono di non essere in grado di rispondere alle loro domande.

Il team di formatori ha dunque spiegato agli operatori sanitari che trattano con i malati terminali che essi potevano trasmettere al paziente una forte consolazione, semplicemente attraverso l’ascolto e la condivisione con lui di momenti di silenzio. Tuttavia, molti operatori sembrano aver paura del silenzio o addirittura di trovarsi da soli con il paziente morente: questo atteggiamento può essere dovuto a insicurezza personale, nonché a insufficienti capacità di comunicazione e di ascolto.

Il team norvegese ha suggerito agli operatori di cercare di individuare la sofferenza spirituale ed esistenziale del paziente, attraverso conversazioni che toccano temi esistenziali e spirituali, ma anche con la sola presenza silenziosa e l’ascolto attivo. E’ stato insegnato agli operatori a “lavorare con il cuore”, sottolineando l’aspetto relazionale della cura e l’unicità di ogni paziente nella dimensione fisica, sociale, psicologica e spirituale. Naturalmente non si può parlare di questi temi quando il paziente si trova ad affrontare spasmi di dolore: tutto questo ha senso se il paziente è sollevato dal dolore.

Quando il paziente è maggiormente sereno e disponibile, gli operatori dovrebbero incoraggiarlo a sfogare la propria tristezza, anche semplicemente chiedendo: “Come sta?” La risposta a questa domanda potrebbe essere sufficiente ad aprire la porta a dialoghi più significativi con i pazienti con la loro esternazione di pensieri e sentimenti. E’ importante inoltre prestare attenzione alle espressioni del viso del paziente e al suo linguaggio del corpo.

Secondo il progetto norvegese gli operatori dovrebbero entrare in stanza semplicemente chiedendo al paziente “in che cosa posso esserle utile oggi?” A parere del gruppo dei formatori del progetto, alcuni operatori si sottovalutano e per questo devono essere incoraggiati a parlare con il paziente da soli. Si tratta di un lavoro che si impara non sui libri, ma facendo, sotto la supervisione dei formatori.

La riflessione critica è una parte importante del “learning by doing”: occorre incoraggiare discussioni con gli operatori, prima e dopo gli incontri con i pazienti. La sfida che deve essere comunicata è cercare di scoprire chi sia in realtà il paziente, lasciandolo parlare delle cose dolorose e difficili legate alla morte e alla sofferenza, offrendogli la speranza anche nelle situazioni disperate, ascoltando le sue preoccupazioni religiose o spirituali, ecc.”. In alcune circostanze è importante semplicemente sedersi accanto al paziente e tacere.

Tariffe Psicoterapia

Gli operatori che assistono malati terminali possono andare in burnout ?

Si, essi spesso si sentono frustrati, perché conoscono la situazione dei pazienti terminali e questo li può rendere vulnerabili alla loro paura della morte e del morire. La lotta per la vita di qualcun altro genera infatti paure e ansie sulla natura transitoria della nostra vita terrena. Non si pensa, in questi casi, solamente al fatto che tutti debbano morire, ma anche che si può morire fra mille sofferenze. Prendere le distanze da queste situazioni esprime il bisogno di evitare la paura della morte.

Come è considerata la morte nel nostro mondo occidentale?

La morte è un argomento tabù nella nostra società [Leclerc BS, Lessard S, Bechennec C, Le Gal E, Benoit S, Bellerose L. , 2014]. Philippe Ariès sottolinea che la cultura occidentale emargina la morte e il morire [Ariès P. 1991, 1974]. Nella società occidentale, dove gran parte delle cose sono ormai sotto il nostro controllo, è difficile per le persone sperimentare ed accettare la malattia grave e il declino funzionale come parte della vita [Kovach CR., 2007]. Inoltre, a causa di una maggiore istituzionalizzazione e medicalizzazione della sofferenza e della morte rispetto al passato, poche persone hanno vissuto questa esperienza, anche indirettamente, e quindi la temono di più [Blondeau D., 2009].

I progressi delle medicine occidentali e le pratiche di cura preventiva hanno generato aspettative irrealistiche sulla salute eterna: gli aspetti antiestetici dell’invecchiamento, di sofferenza e morte sono in netto contrasto con la bellezza e il culto del corpo presente nella società occidentale contemporanea [Blondeau D., 2009]. Di conseguenza, viviamo in una società in cui molte persone sono psicologicamente impreparate e timorose di affrontare le incertezze esistenziali che accompagnano l’invecchiamento, la sofferenza e la morte.

Secondo Penrod [2007] l’incertezza della vita è una sensazione sconfortante, che può essere però mediata da sentimenti di fiducia e di controllo, anche se non può essere completamente risolta o controllata. Gli operatori del fine vita devono quindi imparare a convivere con l’incertezza esistenziale, al fine di alleviare la sofferenza spirituale ed esistenziale del paziente morente.

Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti - Videopresentazione

YouTube player

Tariffe Psicoterapia

Fonte principale:
Tornøe K, Danbolt LJ, Kvigne K, Sørlie V. A mobile hospice nurse teaching team’s experience: training care workers in spiritual and existential care for the dying – a qualitative study. BMC Palliative Care. 2015;14:43. doi:10.1186/s12904-015-0042-y.

Immagine:
Flickr

 

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 18 Feb 2025
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
Il papilloma virus umano (HPV): cosa sapere

Il papilloma virus umano (HPV): cosa sapere

Il papilloma virus umano (HPV): cosa sapere

Tariffe Psicoterapia

Il papillomavirus umano è un problema di salute pubblica globale associato a malattie che vanno dalle verruche benigne alle neoplasie maligne potenzialmente letali. La ricerca degli ultimi cinquant’anni ha fornito importanti informazioni sulla biologia del virus e sul suo impatto clinico. Lo sviluppo di un vaccino efficace ha ridotto le malattie correlate all’HPV e offre speranza per l’uso in terapia; tuttavia, esistono ancora barriere a questo vaccino, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. Sono necessari sforzi nell’istruzione, campagne di vaccinazione e ricerca continua per ridurre la morbilità e la mortalità correlate all’HPV in tutto il mondo. Quella che segue è la sintesi di uno studio scientifico, che pubblichiamo allo scopo di migliorare la conoscenza di questa malattia, come prevenirla e come curarla.

Cosa si intende per papilloma virus umano (HPV)?

Il papillomavirus umano (HPV) è un virus a DNA a doppio filamento non avvolto, ed è l’infezione sessualmente trasmessa più comune al mondo.

Quando è stato scoperto questo virus?

Il virus è stato descritto per la prima volta utilizzando la microscopia elettronica nel 1949 da Strauss et al. Nel 1976, Harald zur Hausen ha postulato un collegamento tra HPV e cancro cervicale e, nel decennio successivo, il suo team ha isolato con successo due nuovi ceppi, HPV 16 e 18, da biopsie di cancro cervicale, esperimenti che gli avrebbero poi fatto guadagnare un premio Nobel per la medicina.

Una intervista sull'anorgasmia femminile

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Come è proseguita la ricerca sull’HPV?

Oggi, sono stati descritti più di 170 genotipi di HPV, classificati come genotipi a basso rischio e ad alto rischio. Tra questi, ci sono almeno 12 ceppi ad alto rischio, con HPV 16, 18, 31 e 45 responsabili della maggior parte dei tumori causati dall’HPV. I ceppi a basso rischio, come HPV 6 e 11, raramente portano al cancro, ma possono causare verruche ai genitali, all’ano, alla bocca e alla gola.

Come funziona il meccanismo dell’infezione da HPV?

Il meccanismo dell’infezione da HPV non è completamente compreso. Il meccanismo più comunemente accettato è che l’HPV entra nelle cellule attraverso microlesioni nella membrana basale epiteliale tramite endocitosi, quindi viene traslocato nel nucleo per la replicazione e la trascrizione del genoma. Il genoma dell’HPV ha otto frame di lettura di apertura: E1, E2, E4, E5, E6 ed E7; e due regioni tardive: L1 e L2.

I frame di lettura facilitano la replicazione e la trascrizione, processi completati dalle proteine ​​dell’ospite. La ricerca si è concentrata principalmente sui frame E6 ed E7 a causa del loro ruolo nell’interruzione della crescita e della differenziazione cellulare. Le regioni tardive, L1 e L2, funzionano per impacchettare il genoma amplificato in un virione creando il capside icosaedrico. Alla fine, il virus esce dalle cellule attraverso la desquamazione naturale, infettando comunemente le cellule epiteliali.

Come si trasmette l’HPV?

L’HPV si trasmette attraverso il contatto sessuale, comunemente tramite contatto pelle-pelle o pelle-mucosa. Oltre l’80% degli adulti sessualmente attivi sarà esposto all’HPV nel corso della propria vita. Molto più raramente, può essere trasmesso verticalmente durante il periodo perinatale. Ci sono stati anche rari casi di autoinoculazione o infezione indiretta in individui che non hanno mai avuto alcun contatto sessuale.

Come si presenta l’infezione?

L’infezione da HPV è più comunemente asintomatica. I ceppi di HPV a basso rischio possono causare verruche plantari, comuni o genitali e papillomatosi respiratoria focale, mentre i ceppi ad alto rischio sono associati a neoplasia intraepiteliale cervicale (CIN) e carcinomi cervicali, vaginali, vulvari, anali, penieni e orofaringei. Si stima che il 90% dei tumori cervicali e anali, il 70% dei tumori vulvari e vaginali, il 60% dei tumori penieni e il 70% dei tumori orofaringei siano dovuti a infezione da HPV persistente ad alto rischio.

Terapia di coppia onlineINIZIA SUBITO UNA TERAPIA DI COPPIA ONLINE
CON LA DOTT.SSA GIULIANA PROIETTI
Terapia online, Individuale e di Coppia
 Tel. 347 0375949
Telefona o usa whatsapp
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Perché l’infezione da HPV causa il cancro?

L’infezione da HPV causa il cancro a causa della sovraregolazione dei frame di lettura E6 ed E7 nel genoma HPV che inattivano rispettivamente p53 e Rb nelle loro cellule ospiti. La sovraregolazione di E6 ed E7 può portare a un’infezione abortiva in cui si verifica una disregolazione del genoma virale che impedisce la produzione di virus infettivi. L’HPV può anche portare a infezioni produttive che consentono al ciclo di vita virale di funzionare correttamente. Il meccanismo specifico di carcinogenesi dopo l’infezione da HPV varia in base alla posizione dell’infezione.

Come si sviluppa il cancro cervicale?

Il cancro cervicale si sviluppa comunemente dove la cervice passa dall’epitelio squamoso stratificato all’epitelio colonnare noto come zona di trasformazione. Si postula che questa area sia costituita da cellule di riserva che agiscono come cellule staminali. Una volta infettata dall’HPV, l’espressione genica virale non può essere regolata, portando a metaplasia e infine cancro. La disregolazione del ciclo di vita virale nelle cellule di riserva è dovuta a un aumento delle infezioni abortive piuttosto che delle infezioni produttive.

Come si verifica il cancro anale?

Il cancro anale dovuto all’infezione da HPV si verifica con uno schema simile al cancro cervicale, poiché l’HPV spesso infetta la zona di trasformazione anale, portando al cancro. Sia la carcinogenesi cervicale che quella anale da HPV differiscono dal probabile meccanismo del cancro orofaringeo associato all’HPV.

Come si sviluppa il cancro a livello orofaringeo?

L’orofaringe è composta da epitelio della cripta tonsillare che consente più facilmente l’infezione da HPV, che è più permissiva alle infezioni abortive rispetto alle infezioni produttive. Ciò aumenta il rischio di espressione genica virale disregolata che può portare al cancro.

Il cancro prodotto da HPV può essere pericoloso?

Secondo l’Osservatorio globale sul cancro del 2022 dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il cancro cervicale è l’ottavo tumore più comunemente diagnosticato e la nona causa di morte correlata al cancro.  Il cancro orofaringeo è il 24° tumore più comune al mondo, con un’incidenza di 106.400 casi. Di questi casi, si stima che il 70% sia causato da infezione da HPV ad alto rischio.


Terapie online, ovunque tu sia
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949

Come si eseguono i test per la diagnosi?

Esistono molti metodi di laboratorio per testare l’infezione da HPV. In genere, il co-test viene comunemente completato durante un Pap test, in cui i patologi valutano uno striscio citologico di cellule dalla cervice uterina e test di amplificazione del segnale come il test Digene ® HPV o il test Cervista ® HPV ad alto rischio.

Anche il test della reazione a catena della polimerasi (PCR) e la quantificazione della carica virale possono essere utilizzati per testare l’HPV.

Lo screening per l’infezione da HPV negli uomini non è attualmente raccomandato dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) in quanto non ci sono test approvati; tuttavia, il Pap test anale può essere consigliato agli uomini che ricevono sesso anale o che vivono con il virus dell’immunodeficienza umana (HIV).

Come organizzare gli screening?

Secondo le raccomandazioni della United States Preventative Services Task Force (USPSTF) e dell’American Society for Colposcopy and Cervical Pathology, i Pap Test sono raccomandati ogni tre anni per le donne a partire dall’età di 21 anni.

Per lo screening nelle donne di età superiore ai 30 anni, le donne possono scegliere di sottoporsi al co-test HPV con un Pap test cervicale ogni cinque anni, al solo test HPV ogni cinque anni o al Pap test ogni tre anni, tutti con completamento all’età di 65 anni se il test precedente è negativo.

Le donne che vivono con l’HIV devono sottoporsi a test ogni anno per tre anni e poi ogni tre anni per tutta la vita con un Pap test o un Pap test con co-test HPV a partire dall’età di 21 anni.

Se il Pap test cervicale e il test HPV risultano entrambi negativi, l’incidenza di sviluppare CIN III o superiore entro cinque anni è dello 0,7% .

A partire dal 2021, l’OMS raccomanda lo screening con il solo test del DNA dell’HPV, anziché con il Pap test citologico o l’ispezione visiva con acido acetico (VIA), per tutte le donne a partire dall’età di 30 anni con un intervallo di ogni cinque-dieci anni con completamento dopo due test di screening negativi. (Questa raccomandazione cambia per le donne che vivono con l’HIV).

Dr. Giuliana Proietti - Videopresentazione

YouTube player

Tariffe Psicoterapia

Quando si usa l’ispezione visiva con acido acetico?

Poiché lo screening del Pap Test comporta un processo in più fasi che richiede attrezzature e professionisti per la diagnosi e il trattamento della displasia cervicale o del cancro, molti contesti con risorse inferiori utilizzano l’ispezione visiva con acido acetico (VIA). Questa procedura viene effettuata con acido acetico al 3-5%, che viene applicato alla cervice per 1-2 minuti. La cervice viene quindi osservata per un cambiamento di colore bianco, che, se presente, potrebbe indicare una eventuale patologia sottostante. Uno studio del 2015 su 39.740 donne che ha analizzato l’accuratezza diagnostica di VIA ha mostrato che il 7,1% delle donne sottoposte a screening aveva una VIA positiva e, di queste, la patologia ha confermato che il 92,8% aveva una cervice normale o una lesione di CIN I, indicando un basso valore predittivo positivo dello screening VIA.

Quale è la prognosi dell’infezione da HPV?

Nel complesso, la prognosi dell’infezione da HPV in sé rimane buona. Entro 12-24 mesi, il 90% delle infezioni non è rilevabile, il che suggerisce la scomparsa spontanea del virus. Le infezioni non eliminate possono causare malattia clinica.

Quale è il tasso di mortalità più alto riferito all’HPV?

La mortalità dovuta all’HPV è più comunemente dovuta al cancro cervicale. In un’analisi del cancro cervicale di tutti gli stadi negli Stati Uniti dal 2013 al 2019, si è osservato un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 67,2% per tutti gli individui. Se il cancro aveva prodotto metastasi, il tasso di sopravvivenza a 5 anni scendeva al 19%. Uno studio del 2022 che analizzava i codici ICD-10 ha mostrato che la sopravvivenza complessiva per gli individui che avevano un cancro orofaringeo associato all’HPV era dell’81,5% nei maschi e dell’80,6% nelle femmine.

Quali sono i trattamenti per questa infezione?

Attualmente non ci sono trattamenti ben studiati per l’infezione da papillomavirus umano. I trattamenti disponibili mirano ai sintomi e alle malattie causate dall’infezione da HPV come verruche o cancro.

Per le verruche genitali, i trattamenti includono terapie topiche e rimozione fisica o distruzione. Le terapie topiche includono imiquimod, podofillotossina, sinecatechine e isotretinoina, con le opzioni più comunemente utilizzate che sono imiquimod e podofillotossina. I trattamenti di rimozione fisica e distruzione includono semplice escissione chirurgica, ablazione con azoto liquido, elettrocauterizzazione e terapia fotodinamica.

Le opzioni per il trattamento di CIN II o III includono conizzazione, crioterapia e procedura di escissione elettrochirurgica ad ansa (LEEP). Per il cancro cervicale, la stadiazione rimane importante per determinare il trattamento. A causa del carico significativamente più elevato di cancro cervicale nei paesi a basso e medio reddito, storicamente, il sistema di stadiazione per il cancro cervicale era basato sulla clinica. Questo sistema ha consentito ai paesi, in particolare ai paesi a basso e medio reddito, di diagnosticare e stadiare meglio il cancro cervicale in base alle risorse disponibili. Nel 2018, la Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO) ha incorporato l’imaging trasversale e la patologia nel sistema di stadiazione.

Gli stadi iniziali possono essere trattati con semplice isterectomia o conizzazione, mentre gli stadi successivi possono richiedere isterectomia, radiazioni e/o chemioterapia. La chemioterapia è stata storicamente basata sul cisplatino; tuttavia, con un aumento della resistenza alla monoterapia, il trattamento è stato reso più efficace quando la chemioterapia a base di cisplatino è stata combinata con un’altra terapia come topotecan, paclitaxel, 5-fluorouracile o bleomicina. Per il cancro cervicale localmente avanzato, la radioterapia è spesso raccomandata insieme al regime chemioterapico combinato.

Come per il cancro cervicale, i trattamenti per il cancro anale si basano sulla stadiazione. L’escissione locale è disponibile per piccole lesioni che non coinvolgono gli sfinteri e spesso non richiedono ulteriori trattamenti. I pazienti con malattia più avanzata richiedono un trattamento prima dell’escissione, che è comunemente radioterapia e chemioterapia. L’approccio multimodale più comunemente utilizzato è l’escissione locale seguita da mitomicina, 5-fluorouracile e radiazioni. Se il cancro è metastatico, è necessaria l’aggiunta di una terapia a base di cisplatino.

Il cancro orofaringeo associato all’HPV segue un modello di trattamento simile ad altri tumori associati all’HPV. L’escissione è generalmente il primo trattamento e può essere completata con una procedura aperta o con opzioni meno invasive di chirurgia laser e robotica. Lo standard di cura dopo l’escissione è la radioterapia con chemioterapia a base di cisplatino.

Una intervista sulla violenza domestica

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Come si fa prevenzione?

I metodi di prevenzione dell’infezione da HPV sono mirati a prevenire l’esposizione al virus. L’attività sessuale è la modalità di trasmissione più frequente dell’HPV. La prevenzione primaria dell’HPV può essere ottenuta tramite l’astinenza o la vaccinazione prima dell’attività sessuale.

Uno studio ha rilevato che le donne di età compresa tra 35 e 60 anni con cinque o più partner sessuali nella vita avevano un aumento più che doppio nella rilevazione dell’HPV ad alto rischio rispetto a quelle con meno di cinque partner sessuali nella vita.

In una meta-analisi delle infezioni da HPV e dell’uso del preservativo, tutti gli otto studi hanno mostrato un certo effetto protettivo dell’uso del preservativo e quattro degli otto hanno mostrato un effetto protettivo molto significativo nella prevenzione dell’HPV.

Per quanto riguarda la trasmissione verticale, uno studio ha rilevato che il 5,2% dei neonati con una madre che aveva un test HPV positivo durante la gravidanza aveva l’HPV rilevabile. Con bassi tassi di trasmissione verticale, il taglio cesareo non è raccomandato se la madre è infetta da HPV.

Uno studio del 2016 ha rilevato che la trasmissione perinatale del virus è diminuita del 46% con il taglio cesareo; tuttavia, la trasmissione si è verificata nel 15% dei tagli cesarei. Il modo migliore per prevenire la trasmissione verticale da madre a figlio è proteggere la madre dall’infezione da HPV. Per prevenire l’autoinoculazione e il contatto indiretto, una buona igiene delle mani rimane importante.

Quali sono i vaccini contro l’HPV e quale è la loro efficacia?

Il vaccino contro l’HPV è stato approvato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2006. Attualmente sono disponibili tre principali tipi di vaccini: bivalente, quadrivalente e nonavalente. Il vaccino bivalente è mirato all’HPV 16 e 18, il vaccino quadrivalente è mirato all’HPV 6, 11, 16 e 18, e il vaccino più recente è il vaccino nonavalente, o 9-valente, con il marchio Merck & Company Gardasil ® , che è mirato all’HPV 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58.

Il vaccino contro l’HPV è un vaccino ricombinante non infettivo creato da particelle simili al virus della proteina L1 che viene purificata da ciascuno dei tipi di HPV associati. È prevista una risposta anticorpale un mese dopo il completamento della serie di vaccini in oltre il 98% delle persone. Non è stato identificato alcun livello minimo di titolo anticorpale protettivo. Il vaccino aumenta anche l’immunità delle cellule B modificando il tipo di anticorpi in circolazione. In risposta a un’infezione naturale da HPV, si formano anticorpi non neutralizzanti. Se una dose del vaccino viene somministrata dopo l’infezione da HPV 16, si formano anticorpi neutralizzanti. Il vaccino contro l’HPV fornisce una protezione di lunga durata contro l’infezione senza diminuzione dell’immunità per almeno 12 anni.

C’è una efficacia dimostrata di questi vaccini?

L’efficacia del vaccino contro l’HPV può essere valutata in base alla sua capacità di prevenire infezioni e malattie da HPV a basso e alto rischio. Nella prevenzione delle verruche genitali, il vaccino quadrivalente ha mostrato una significativa riduzione del rischio di verruche genitali (OR = 0,03, 95% CI 0,01-0,09) e un numero significativamente ridotto di verruche genitali (OR = 0,36, 95% CI 0,26-0,51).

Nella prevenzione del cancro cervicale, uno studio in Scozia di Palmer et al. ha analizzato i registri del cancro e le cartelle vaccinali di donne nate tra il 1988 e il 1996 per valutare una connessione tra il vaccino contro l’HPV e il cancro cervicale. Questo studio ha mostrato che le donne vaccinate all’età di 12-13 anni con il vaccino bivalente contro l’HPV non hanno avuto casi di cancro cervicale invasivo, indicando un’efficacia del vaccino del 100%. Nelle donne di età compresa tra 14 e 22 anni che hanno ricevuto tre dosi del vaccino, 3,2 su 100.000 hanno avuto un cancro cervicale rispetto a 8,4 su 100.000 nelle donne non vaccinate. Questo studio dimostra che la vaccinazione precoce contro il papillomavirus umano è efficace nella prevenzione del cancro cervicale ed è più efficace se somministrata a ragazze di 13 anni o più giovani.

È stato anche dimostrato che i vaccini riducono le infezioni orofaringee e anali e quindi prevengono il cancro successivo. Una revisione sistematica del 2021 ha rilevato che coloro che erano stati vaccinati avevano una percentuale di riduzione relativa dell’82,7% delle infezioni da HPV orali e orofaringee. Per le infezioni da HPV anali, una meta-analisi ha rilevato che l’incidenza del cancro anale era significativamente ridotta dopo la vaccinazione contro l’HPV rispetto a un gruppo di controllo (RR = 0,42, IC al 95% 0,31-0,57; p = 0,02).


ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINEDr. Giuliana ProiettiDr. Giuliana Proietti - Tel. e Whatsapp 347 0375949

Come viene somministrato il vaccino?

Il CDC raccomanda due dosi del vaccino contro l’HPV per i bambini di 11 e 12 anni, sia ragazze che ragazzi, con ogni dose distanziata di sei-dodici mesi. Gli individui di età compresa tra 15 e 26 anni, che non sono stati vaccinati in precedenza, dovrebbero ricevere tre dosi del vaccino contro l’HPV. Tuttavia, sulla base di fattori come il debutto sessuale precoce o lo stato di immunodeficienza, il CDC suggerisce la vaccinazione già a 9 anni, con vaccinazione di recupero fino a 45 anni.

L’OMS raccomanda una o due dosi per le ragazze di età compresa tra 9 e 14 anni e per le donne di età compresa tra 15 e 20 anni, e due dosi con un intervallo di 6 mesi per le donne di età superiore ai 21 anni. Se una persona è immunodepressa o convive con l’HIV, l’OMS raccomanda almeno due dosi, con tre dosi se fattibile. L’intervallo di età per la vaccinazione contro l’HPV consente flessibilità nella pratica clinica. Tuttavia, il vaccino è più efficace se somministrato prima dell’inizio dell’attività sessuale. Pertanto, la valutazione del rischio e il processo decisionale condiviso dovrebbero essere eseguiti per tutti i pazienti per determinare l’età migliore per completare la serie di vaccinazioni.

Adattato da Giuliana Proietti

Relazione sull'Innamoramento - Festival della Coppia 2023

YouTube player


Fonte: Jensen JE, Becker GL, Jackson JB, Rysavy MB. Human Papillomavirus and Associated Cancers: A Review. Viruses. 2024 Apr 26;16(5):680. doi: 10.3390/v16050680. PMID: 38793561; PMCID: PMC11125882.

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 16 Feb 2025
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
Il business della medicalizzazione dell'infanzia

Il business della medicalizzazione dell’infanzia

Il business della medicalizzazione dell’infanzia

Psicolinea

Terapeuti di Psicolinea:
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta  -   Tel. 348 3314908

L’infanzia è diventato un target per l’industria farmaceutica? L’opinione di Christopher Lane

“In nessun campo medico il condition branding (*) viene accettato tanto come nel settore dell’ansia e della depressione,” scrisse Vince Parry una decina di anni fa nella rivista di marketing Medical Marketing and Media. Parry, esperto del settore, chiamò il suo articolo “The Art of Branding a Condition” (L’arte di vendere una malattia). Ansia e depressione sono particolarmente sensibili al “condition branding”, diceva ai colleghi, perché “la malattia mentale raramente si basa su sintomi fisici misurabili e, pertanto, è aperta alla definizione concettuale”.

L’arte di vendere malattie — mettendo correttamente in relazione una malattia con un prodotto farmaceutico — ha prodotto tre strategie chiave:

  • elevare il livello di gravità di una malattia esistente;
  • ridefinire una malattia esistente per ridurre i pregiudizi che la riguardano;
  • sviluppare una nuova malattia per costruire il riconoscimento di un’esigenza di mercato ancora insoddisfatta.

Il candido articolo di Parry mi è venuto in mente dopo aver letto l’eccellente articolo di Aaron E. Carroll pubblicato sul New York Times “Calling an Ordinary Health Problem a Disease Leads to Bigger Problems” (Definire malattia un ordinario problema di salute comporta grossi problemi”). Il Dottor Carroll, professore di Pediatria presso l’Indiana University School of Medicine, ha esposto le conseguenze delle strategie di Parry: sulla salute pubblica, sull’aumento della spesa per la salute e sulla crescente abitudine di ampliare enormemente l’area diagnostica verso disturbi le cui soglie d’età sono state abbassate fino ai più giovani, in alcuni casi in modo drammatico.

La giustificazione utilizzata ruota intorno ad un argomento ancora controverso, in gran parte non provato scientificamente, riguardo al precoce intervento farmaceutico, dove “precoce” si riferisce all’età, piuttosto che all’insorgenza della malattia. Il che ovviamente consente di iniziare ad assumere farmaci in età sempre più giovani e per un grande numero di bambini (settore in crescita: neonati).

Psicolinea sempre con te
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta  - Tel. 348 3314908

Il Dottor Carroll scrive circa la notevole pressione al ribasso sulla soglia di età per le diagnosi infantili di GERD (gastro-esophageal reflux disease, o malattia da reflusso gastro-esofageo, MRGE), anche se la malattia reale (distinta dai suoi sintomi comuni) è “rara” in quel gruppo di età. “Circa il 50 per cento dei neonati sani ha un rigurgito più di due volte al giorno“, scrive Carroll. “Circa il 95 per cento di loro supera comletamente il problema senza trattamento. Quando la maggior parte dei neonati ha (ed ha sempre avuto) una serie di sintomi che vanno via da soli, non è una malattia: è una varianza della normalità “

Con il precipitare delle soglie di età per tali malattie comunque, e l’accrescersi delle campagne promozionali, “sono stati diagnosticati sempre più casi di bambini con reflusso come aventi una ‘malattia’. L’incidenza della diagnosi di MRGE nei neonati è triplicata dal 2000 al 2005″. Non sorprende venire a sapere da questo pediatra che “molti di quei bambini sono ora in trattamento con farmaci chiamati inibitori della pompa protonica (PPI) :”tra il 1999 e il 2004″, scrive,”l’uso di una forma liquida per bambini di P.P.I. è aumentata di più di 16 volte“.

Considerando l’espansione massiccia nelle prescrizioni appena sopra i cinque anni, ed anche per bambini molto più piccoli, vale la pena ripensare a ciò che afferma Parry sulla creazione della MRGE per gli adulti. La condizione di malattia è stata ideata, egli si vanta, per accompagnare una massiccia campagna promozionale per il farmaco ranitidina.

Uno dei modi più semplici per esagerare la gravità di una malattia, ammette Parry, è stupire il pubblico con gli acronimi. Nel caso della MRGE, il pubblico riteneva in precedenza che i prodotti da banco fossero adeguati nella lotta contro i bruciori di stomaco. Così la necessaria  campagna di marketing doveva elevare… ridefinire… sviluppare la malattia rinominata, per convincere medici e pazienti in altro modo. Altri acronimi e accentuazioni quasi identiche sono state elaborate per promuovere l’IBS ((irritable bowel syndrome, o sindrome dell’intestino irritabile), l’ED (erectile dysfuncion, o disfunzione erettile), il PMDD (premestrual dysphoric disorder, o disturbo disforico premestruale) e il SAD (social anxiety disorder, o disturbo d’ansia sociale), come ho mostrato in modo molto più esteso in Shyness: How Normal Behavior Became a Sickness.   (Leggi l’intervista di psicolinea all’autore)

“Il più grande problema” a proposito della massiccia sovradiagnosi e ipermedicalizzazione dei neonati con MRGE, conclude Carroll , “è che la stragrande maggioranza di questi neonati non erano ‘malati’. Gli abbiamo semplicemente dato una diagnosi ufficiale. Definire questi pazienti come  ‘malati’ può avere conseguenze significative, sia per la salute, sia per il bilancio sanitario della nazione.”

Scusate, medici – soprattutto pediatri: cosa ne è del: “Primo, non nuocere“?

Chiedere aiuto è il primo passo!

YouTube player

Tariffe Psicoterapia

Fonti e Links:

Carroll, Aaron E. “Calling an Ordinary Health Problem a Disease Leads to Bigger Problems.” New York Times: June 3, 2014.

Lane, Christopher. 2007. Shyness: How Normal Behavior Became a Sickness. New Haven: Yale University Press.

“Medicating Children: Why Controversy Still Flares over ‘Early Detection.’” Psychology Today: September 2, 2010.

“The OECD Warns on Antidepressant Overprescribing.” Psychology Today: November 22, 2013.

“Americans Are Being Aggressively Over-Diagnosed.” Psychology Today: September 20, 2011.

“Behavior Drugs Given to Four-Year-Olds Prompt Calls for Inquiry—in the UK.” Psychology Today: March 19, 2011.

“Naming an Ailment: The Case of Social Anxiety Disorder.” Psychology Today: June 11, 2012.

Parry, Vince. “The Art of Branding a Condition.” MM&M: Medical Marketing and Media (May 2003): 44-46.

Prof. Christopher Lane
 
christopherlane.org
 
Traduzione autorizzata, a cura di psicolinea.it
 

Psicolinea for open minded people

 
(*) NdT: “l’idea dietro il ‘condition branding’ è relativamente semplice, scrive Parry, se definisci una particolare malattia e relativa sintomatologia nella mente dei medici e dei pazienti, puoi a questo punto affermare l’esistenza di un trattamento per questa malattia”
tratto da: Melody Peterson, Our Daily Meds: How the Pharmaceutical Companies Transformed Themselves into… Google Books
 
Immagine:
Pexels
 

Psicolinea 20+anni di attività

La timidezza non è una malattia
Prof. Christopher Lane

Christopher Lane
Professore di Inglese presso la Northwestern University, autore del libro The Age of Doubt. Si interessa di psichiatria, in particolare della storia del DSM e della trasformazione della timidezza in fobia sociale, oltre che di religioni.

Leggi l’intervista rilasciata a psicolinea.

Visita il suo sito web: http://www.christopherlane.org

www.christopherlane.org
I Social
  • 13 Giu 2014
  • Prof. Christopher Lane
  • 0 Comments

Paginazione degli articoli

1 … 4 5 6 … 46
Scrivici

psicolinea@psicolinea.it

Terapie Online

Lun-Ven: 08.00 - 20.00

Hai domande?

Contattaci

Ultimi Articoli
  • Antoine de Saint-Exupery: una biografia
  • Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test
  • Le posizioni dell’amore: dal Kamasutra a oggi
  • La scala Kinsey: la sessualità oltre il binarismo
  • Ortoressia, l’ossessione per i cibi sani
Categorie
Archivi
Su Psicolinea si parla di
Ansia e Stress Arte Libri e Opere creative Coppie e Relazioni di coppia Depressione Donne Emozioni e Sentimenti Famiglie e Relazioni Familiari Gravidanza e Parto Infanzia e Adolescenza Intelligenza Lavoro LGBT Politiche e Politiche Sociali Psichiatria Psicoanalisi Psicoterapie Relazioni Sociali Religioni Rete e Nuove Tecnologie Terapie e Tecniche Uomini
Clinica della Coppia
Clinica della Coppia
Clinica della Timidezza
Copyright © 2025. Psicolinea.it
Cookies
Anche Psicolinea usa i cookies di terze parti (Facebook e altri social). Se non sei d’accordo all’utilizzo dei cookie, non premere il pulsante "accetta": in questo modo i cookie presenti sul nostro sito non vengono installati nel tuo dispositivo elettronico (PC, tablet,ecc.). Si precisa tuttavia che in caso di disattivazione dei cookie non sono garantite tutte le funzionalità del sistema. Cookie settingsAccetta
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities...
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA