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Identità di genere e Orientamento sessuale

Identità di genere e Orientamento sessuale

Identità di genere e Orientamento sessuale

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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L’identità di genere è uno degli aspetti più complessi e discussi dell’identità personale. Si tratta della percezione che una persona ha di sé rispetto al proprio genere: questa non sempre corrisponde al sesso biologico assegnato alla nascita e può variare lungo un continuum. Cerchiamo di saperne di più.

Cosa è l’identità di genere?

L’identità di genere si riferisce all’esperienza interna e individuale di sentirsi maschio, femmina, entrambi o nessuno dei due, e non è necessariamente legata all’aspetto fisico o al sesso biologico. Secondo l’American Psychological Association (APA), l’identità di genere è “l’esperienza di sé come appartenente a un determinato genere”, e può essere in linea con il sesso assegnato alla nascita oppure divergente. Tale identità si manifesta a livello individuale e può cambiare nel tempo, in risposta a esperienze e a una maggiore consapevolezza di sé.

Perché è difficile definire l’identità di genere?

Perché, malgrado i tanti studi condotti in materia, è ancora difficile definirla in modo oggettivo, senza lasciarsi condizionare da pregiudizi o limiti culturali.

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Chi sono i cisgender?

Sono persone la cui identità di genere corrisponde al sesso biologico assegnato alla nascita.

Chi sono i transgender?

Sono persone che non si riconoscono nella corrispondenza fra identità di genere e sesso biologico assegnato alla nascita. Gli individui transgender possono scegliere di intraprendere un percorso di transizione per allineare il proprio corpo alla propria identità di genere attraverso trattamenti ormonali, chirurgici o cambiamenti sociali.

Chi sono le persone “non binarie”?

Sono persone che non si riconoscono pienamente nelle categorie tradizionali di “maschio” o “femmina”. Le identità non binarie possono comprendere termini come “genderqueer”, “genderfluid” o “agender”, ognuno dei quali rappresenta esperienze diverse. 

Come si costruisce l’identità di genere?

L’identità di genere è influenzata da una combinazione di fattori biologici, psicologici e culturali. Studi scientifici suggeriscono che fattori genetici e ormonali possano svolgere un ruolo importante nello sviluppo dell’identità di genere. Ad esempio, alcuni studi sull’anatomia cerebrale indicano che aree specifiche del cervello differiscono tra maschi e femmine e che queste differenze potrebbero contribuire alla costruzione del genere. Allo stesso tempo, fattori psicologici, come il modo in cui una persona cresce, l’educazione ricevuta e le esperienze personali, giocano un ruolo cruciale.

L’identità di genere fa parte dell’identità dell’individuo?

Assolutamente si. L’identità di genere è una componente importante dell’identità di un individuo e riflette il proprio concetto di sé sul piano sessuale. L’integrazione delle rispettive componenti identitarie (ad esempio morali, religiose, etniche, occupazionali, ecc.) vanno a formare un’identità generale più ampia.

L’ambiente sociale quanto influenza la costruzione dell’identità?

Molto. La cultura e la società influenzano fortemente l’identità di genere. 

L’identità di genere influisce sulla salute mentale?

Si. I dati dimostrano che le persone transgender e non binarie affrontano, ad esempio, tassi di depressione, ansia e suicidio più alti rispetto alla popolazione generale, a causa di esperienze di discriminazione, rifiuto familiare, isolamento e difficoltà nell’accesso a cure mediche e psicologiche adeguate. 

Cosa è l’orientamento sessuale?

E’ la direzione, l’oggetto, verso cui si rivolgono le pulsioni sessuali.

Identità di genere e orientamento sessuale sono sinonimi?

No. L’identità di genere si riferisce alla concezione di sé di un individuo (sono maschio, sono femmina), l’orientamento sessuale si riferisce all’attrazione provata nei confronti di persone dello stesso sesso o del sesso opposto (mi piacciono gli uomini, mi piacciono le donne, mi piacciono sia gli uomini, sia le donne).

Cosa si intende per sessualità senza etichetta?

La sessualità senza etichetta si ha quando un individuo sceglie di non etichettare la propria identità sessuale. Questa scelta potrebbe derivare dall’incertezza a riguardo della propria sessualità, o dalla riluttanza a conformarsi a un genere o a un orientamento sessuale.

Dr. Walter La Gatta



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Photo by Magda Ehlers from Pexels

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

Psicoterapie individuali e di coppia
Terapie Sessuali
Tecniche di Rilassamento e Ipnosi
Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali.

Per appuntamenti telefonare direttamente al:
348 – 331 4908
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Terapeuti scorretti – Consulenza online

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Nel 1985 andai da uno psichiatra per ragioni di anoressia e problemi con il cibo. Avevo 22 anni. Purtroppo io ho vissuto una storia di sesso con questo terapeuta (nel mio caso non posso parlare di amore ma solo di sesso) dal 1985 fino al 1992, storia finita a causa della morte del terapeuta, deceduto nel 1992. Storia complicata anche dal fatto che lo stesso terapeuta seguiva in terapia anche mia sorella. Dopo la morte del terapeuta io ho saputo da mia sorella che il terapeuta oltre ad avere rapporti sessuali con me, aveva anche baciato mia sorella. Inoltre lui mi aveva mandato a lezione suo figlio per parecchi anni, per questa ragione mi sentivo spesso telefonicamente con sua moglie (un vero triangolo amoroso e perverso che forse procurava piacere alla sua mente malata).

Ho accettato tutto questo in modo del tutto succube per tanti anni senza mai farmi delle domande e neanche fare domande a lui. Io non gli ho mai chiesto niente. Non abbiamo mai parlato dei nostri rapporti sessuali, li avevamo e basta. Io e lui ci siamo sempre visti solo ed esclusivamente nel suo studio e io gli ho sempre pagato le sedute.

Quando dopo la sua morte mia sorella mi ha detto che loro due si erano baciati, sono andata a fare un colloquio da una terapeuta, che sapevo essere sua conoscente nonché sua allieva. Dopo avere raccontato la mia storia a questa terapeuta, la stessa mi ha mandato via urlando e senza farmi pagare. Poi ha telefonato alla moglie del mio ex terapeuta raccontandole tutta la storia, che io comunque le avevo detto all’interno del segreto professionale. La moglie del terapeuta mi ha telefonato per chiedermi se ci eravamo visti anche fuori dal suo studio e io le ho detto di no che era anche la verità, ma non ho avuto la prontezza di spirito di negare. Poi ho tentato di suicidarmi. Fortunatamente dal Pronto Soccorso mi hanno mandato da uno psichiatra dell’Osepdale molto bravo, che pur vedendomi soltanto per poche volte ha avuto la capacità di ridarmi quel minimo di fiducia necessaria per andare avanti. Non so proprio come ha fatto. E’ stato bravissimo. Forse se non lo avessi incontrato non sarei sopravissuta.

Poi dal 1994 al 1997 sono andata da una terapeuta, che mi ha aiutato a ricostruirmi una vita. In quegli anni ho usato le mie energie soltanto per sopravvivere e senza accorgermene ho rimosso la storia suddetta alla quale non ho più pensato per tantissimi anni. Non so proprio come ho fatto. Ma sono riuscita a trovare un uomo (mio marito) che amo tantissimo e che anche lui mi ama e che in un certo senso anche lui mi ha salvato la vita (insieme allo psichiatra dell’ospedale), come gli dico tutti i giorni. Mi sono sposata e ho avuto due figli, un maschio e una femmina. Anche nel lavoro sono riuscita a trovare una lavoro che mi piace molto e che mi realizza tantissimo e guadagno anche molto. Ma io sapevo che in fondo in fondo non stavo del tutto bene , anche mio marito lo sapeva.

La mia anima era ed è tuttora malata. Poi negli anni più recenti ho avuto dei problemi con il mio lavoro e allora sono andata da un terapeuta,, questo da marzo fino a settembre 2009. Ho portato a lui solo ed esclusivamente i problemi che avevo nel lavoro, che però nel giro di pochi mesi si sono completamente risolti. A settembre però hanno cominciato anche ad emergere attraverso i miei sogni le vicende sessuali avute con il terapeuta deceduto. Allora ho capito che io dal 1994 al 1997, quando mi sono dedicata a sistemare la mia vita in contemporanea ho completamente rimosso la vicenda con il terapeuta.

Da settembre 2009 dentro di me si è aperto un grosso dolore che non sono riuscita più a rimarginare. A fine ottobre ho abbandonato questo terapeuta perché durante la mia seduta telefonava ed io non mi sono sentita ascoltata. A novembre sono andata da un altro da cui tuttora sono in cura.. Capisco di essere ancora ferita dalla vecchia vicenda. E le chiedo “come può il mio primo terapeuta essere stato così scorretto e così pazzo ? Com’è possibile che non vi siano dei controlli, che non siano obbligatorie delle supervisioni ? E anche la sua collega che ha telefonato a sua moglie come può essere stata così scorretta ? E mi chiedo come posso ancora fidarmi della psicoterapia ? E degli psichiatri o psicoanalisti o psicologi ?

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Gentilissima,

Parto dalla sua domanda finale: direi di si, che lei può sicuramente fidarsi ancora della psicoterapia perché, come lei stessa ha ricordato, è grazie ad essa che oggi ne possiamo ancora parlare…. Il caso che ha raccontato è davvero molto squallido e triste, anche se lei non può certo considerarsi un’eccezione…

Vi sono, anche tra gli psicoterapeuti, delle persone disoneste, che approfittano della loro posizione privilegiata, all’interno del rapporto psicoterapeutico, per ottenere vantaggi di tutti i tipi, fra cui anche quelli sessuali.

Sinceramente non mi stupisco molto di ciò perché, come vediamo in questo periodo, mele marce ve ne sono un po’ ovunque: nella politica e nella religione, fra i militari, come fra gli insegnanti, fra gli uomini, quanto fra le donne… Sarebbe bello pensare che fra le persone che sono state appositamente formate per aiutare gli altri questi “incidenti” non debbano mai capitare, ma purtroppo la realtà ci dimostra che le cose non stanno così.

L’utente-paziente in questi casi viene messo in una condizione di estrema sudditanza, di dipendenza psicologica, per cui non solo non riesce a reagire a questi soprusi, ma non si rende neanche pienamente conto di quello che gli sta accadendo, confondendo e sovrapponendo l’azione terapeutica vera e propria con le richieste ed i vizietti privati del terapeuta.

Di questo smarrimento, di questa incertezza e confusione, per molti versi simile a quella del bambino abusato dal pedofilo, ne è prova il fatto che lei pagasse addirittura le sedute, nonostante in esse fosse in qualche modo “obbligata” a fornire prestazioni sessuali.

I controlli e le supervisioni ci sono, ma ovviamente nessuno può sapere nella realtà che cosa accade in un rapporto tipicamente a due, come è quello psicoterapeutico. Sicuramente la maggior parte degli psicologi-psichiatri-psicoterapeuti sono in grado di gestire professionalmente il rapporto con un/una paziente dell’altro sesso, tuttavia in alcuni casi, anche solo per evitare il sospetto, la fantasia o il timore che possa esservi un interesse sessuale da parte del terapeuta, potrebbe essere opportuno scegliere un professionista del proprio sesso (anche se questo non esclude, ovviamente, che possano esservi interessi di tipo omosessuale…).

Il consiglio che mi sentirei di dare in questi casi è quello di parlarne subito con un altro terapeuta, allo scopo di avere un parere tecnico su quello che sta accadendo e comprendere meglio fino a che punto questa situazione, sulla quale si nutrono dei dubbi, possa considerarsi “normale”.

Quanto alla scorrettezza della collega-allieva del suo ex terapeuta verrebbe da pensare ad una relazione davvero poco professionale, quasi di gelosia… Chissà che il Don Giovanni in questione non abbia avuto una relazione anche con lei? Mah… 🙁

L’unica cosa buona in tutto ciò è che oggi lei è riuscita a realizzarsi penienamente, nel lavoro, come nella vita: cerchi, nel suo interesse, di guardare avanti piuttosto che indietro.

Cordialmente.

Dr. Giuliana Proietti

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Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

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  • 10 Mag 2010
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Lei non mi attira più – Consulenza online

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Gentile dottoressa, ho quasi 50 anni e da quasi otto ho una relazione con una donna che io trovo molto particolare, attiva e intelligente. Con lei ho stabilito un rapporto profondo, ma ora di difficile gestione. Mi spiego meglio: il primo anno è stato come si può immaginare tutto fuoco e dalla mia parte, non solo nonoestante, ma proprio grazie al fatto che ci comportassimo in maniera “libera” nella nostra vita – quindi con altre storie più o meno durature e parallele – ho sviluppato un’enorme dialogo e attenzione nei suoi confronti e una grossa profondità di rapporto. Poi la cosa si è modificata: lei ha cercato di spostare l’asse di equilibrio sull’amore e io mi sono sentito tradito. Tradito perché ho visto un gioco pianificato, un gioco di conquista che prevede la “cattura” dell’uomo con il sesso èer traghettarlo sul piano della relazione stabile e costruttiva. Dapprima fu un enorme delusione, poi visto che il rapporto era comunque intenso cercai di seguirla su quella strada. Ma così facendo senza saperlo segnai l’inizio di una situazione tormentata che prosegue tutt’ora. L’interesse sessuale pian piano verso di lei è svanito sino a raggiungere dei minimi spaventosi, sino al rigetto. Mentre il sentimento nei suoi confronti è sempre rimasto uguale. Ho bisogno di sentire la sua voce e di sapere che è viva e che sta bene, e passare il tempo con lei è bello e piacevole, solo che dopo due giorni assieme rientro a casa – abitiamo in differenti città – e ne passo altrettanti in depressione. Fisicamente dormiamo anche assieme e mi sveglio che sogno di fare del sesso con chiunque tranne che lei. Quelle rare volte che la tradisco il fisico ringrazia, ma non riesco a godermela perché mi sento in colpa pensando che a lei farebbe del male saperlo… e via così. Lasciarla e dimenticarla mi sembra un’ eresia e un atto contro ogni valore umano, e il famoso “sano egoismo” non mi sembra che debba ricevere un tributo tanto pesante. D’altra parte così non ho una vita sessuale che si possa dire vissuta… Tutto questo senza contare che anche lei è coinvolta in questa scomoda ruota che gira senza fine e che come donna credo che non la viva meglio di me.. Per quante parole abbiamo speso, non riesco a trovare una soluzione che si possa realisticamente applicare.

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Gentilissimo,

Anzitutto non mi sembra giusto attribuire alla sua compagna il progetto di irretirla attraverso una sorta di adescamento sessuale… Siete persone adulte e se lei non voleva coinvolgersi in un rapporto sentimentale, ma avere solo storie di sesso, poteva benissimo troncare la relazione rivolgendosi ad altre persone. Mi sembra che lei senta questo legame come una sua colpa, o come una sua debolezza, il che secondo me è un atteggiamento sbagliato, dal momento che una vita intensamente vissuta, come quella che lei vorrebbe avere, non è fatta solo di soddisfazioni sessuali, ma anche di affetti, di relazioni.

Quello che oggi succede al vostro rapporto di coppia è quello che, purtroppo, succede quando la routine nel rapporto supera l’attrazione fisica che c’è fra i due partners. Che fare? Tradirla, come lei dice, non la soddisfa interamente perché la fa sentire in colpa, lasciarla non le è possibile perché ha bisogno di sentire che è viva e che sta bene (sic!)…

Se stabilisse una nuova relazione con un’altra persona, dopo qualche anno/mese si troverebbe ancora nella medesima situazione. Una soluzione vera e definitiva dunque secondo me non c’è. Detto questo, si può comunque cercare di migliorare la qualità della propria vita cambiando atteggiamento mentale, riducendo ad esempio le aspettative. Infatti, se una persona si aspetta che la sua vita sessuale debba essere sempre e comunque vissuta ad altissimi livelli non può che vivere di frustrazioni, visto che la realtà è ben diversa da questo ideale di perfezione.

Forse varrebbe la pena prendere quello che c’è, goderselo, impegnandosi sempre per migliorare. Fra le cose che le suggerisco per migliorare c’è sicuramente una terapia di coppia, ma anche un dialogo diverso con la sua partner, la quale, forse, prova la sua stessa noia, se non di più. Perché non parlarne con lei?
Cordialmente,

Dott.ssa Giuliana Proietti

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  • 15 Mag 2009
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Si fa una volta ogni tanto - Consulenza online

Si fa una volta ogni tanto – Consulenza online

Si fa una volta ogni tanto – Consulenza online

Dr. Walter La Gatta consulenza onlineDr. Walter La Gatta
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salve sono sposato da qualche anno, gia’ da prima del matrimonio la mia attuale moglie non dimostrava granchè desiderio sessuale, litigavamo spesso, adesso dopo il matrimonio, si fa una volta ogni tanto, adesso sono due mesi, io spesso evito di chiederlo per evitare liti derivanti da un suo rifiuto, eppure ci amiamo, abbiamo una bellissima bimba, tutto va bene o quasi, normali disaccordi familiari, ma arrivando al sesso, da parte di lei si nota un disinteresse quasi totale, a volte proprio perchè non ne puo’ fare a meno acconsente, anche se raramente. esistono prodotti che possano risvegliare in lei l’appetito sessuale, il desiderio, anche se poi il problema è pure che lei non accetta questa condizione, per lei è tutto normale, non vuole trovare rimedi, sono certo che alla vista di medicine o erbe si arrabbierebbe molto, ritenendo di non essere malata.gradirei un aiuto se possibile, anche perchè io sono una persona che da importanza vitale al sesso per la coppia.grazie anticipatamente attendo con impazienza risposta.

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Gentilissimo,

La sessualità è un concetto implicito alla coppia e non può essere eluso, se non per un esplicito accordo, di reciproca soddisfazione, trovato insieme su questo punto.

Detto questo, poiché la sessualità è un piacere e non un dovere, se lei prova piacere e sua moglie no, c’è evidentemente qualcosa che non va: il rapporto sessuale è diventato troppo scontato? Niente più mistero, seduzione, tenerezza ? E’ troppo frettoloso? Non ci sono i preliminari? Sua moglie prova l’orgasmo? Lei le ha mai chiesto se ha qualche fantasia erotica da soddisfare, o altro? Quando fate sesso, c’è sempre l’atmosfera giusta intorno a voi (tranquillità, rilassatezza, allegria)? E infine: avete pensato ad una terapia di coppia, per farvi aiutare a ritrovare l’intesa?
Cordialmente,

Dr. Walter La Gatta



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  • 16 Set 2010
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Un solo uomo e niente rapporti - Consulenza on line

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Salve, ho 26 anni e praticamente ho avuto un solo uomo nella mia vita a partequalche storiella adolescenziale di poco conto.Mi sono messa insieme al mio attuale ragazzo a 15 anni, lui ne aveva 17.Avevamo una grande attrazione fisica e intesa sessuale, così nel giro di pochimesi abbiamo fatto molte esperienze. Praticamente quasi tutto tranne l’attovero e proprio. All’inizio pensavamo che la paura e il dolore che provavo fossenormale e che tutto si sarebbe risolto col passare del tempo. Le cose, invece,non sono mai cambiate, così oggi a distanza di molti anni non siamo ancorariusciti ad avere un rapporto completo. Anzi, ormai non ci proviamo nemmenopiù. Io ho molta voglia di fare sesso, eppure in quel momento mi blocco, miprende un’ansia incredibile e i muscoli vaginali si contraggono. E’ come se lamia mente intendesse la penetrazione come una volenza e cercasse di proteggereil mio corpo. Eppure io lo amo e vorrei tanto fare l’amore con lui. Lui non ciprova più e non tocca l’argomento e non so se perchè non vuole ferirmi o soloperchè ha perso l’interesse.Non so che fare, ma vorrei risolvere questo problema che non mi fa godereappieno la mia relazione e contribuisce a farmi sentire diversa, inadeguata.

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Gentilissima,

Ci sono quattro cose che deve fare:

La prima è documentarsi sugli organi genitali femminili: come sono fatti, come funzionano ecc. Sembra una sciocchezza, ma anche tra le donne laureate si trovano spesso incomprensibili disinformazioni sul proprio apparato genitale. Dunque, si informi bene, si compri un libro sulla sessualità femminile, si osservi le parti intime con lo specchio ecc.

Seconda cosa: si documenti sul ‘vaginismo’. Potrà trovare on line informazioni e suggerimenti utili, molti anche su questo sito, www.psicolinea.it.

Terza cosa: Vada da una ginecologa per un controllo, in modo che si possa escludere il problema organico.

Quarta cosa: Se la visita ginecologica non ha accertato alcuna patologia in atto, si rivolga ad uno psicoterapeuta-sessuologo, in modo da affrontare il problema attraverso una terapia mirata.

Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti

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  • 6 Giu 2006
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