Sigmund Freud: una biografia

Sigmund Freud: una biografia


Sigmund Freud è stato uno degli intellettuali più influenti nel campo della psicologia e della psichiatria. Sono passati più di 100 anni da quando Freud ha pubblicato le sue teorie, eppure il suo pensiero influenza ancora ciò che pensiamo della personalità e della mente.

La nascita

Freud è nato in una famiglia ebrea, da un mercante di lana, Jakob, e dalla sua terza moglie Amalia, a Freiberg, in Moravia, ai confini orientali dell’impero austro-ungarico, il 6 maggio 1856. Questa città è ora conosciuta come Příbor e si trova nella Repubblica Ceca.

La sua vita familiare fu piuttosto insolita: infatti, Jakob Freud, aveva 40 anni quando sposò la madre di Freud, Amalia Nathanson, che aveva 20 anni ed era coetanea dei figli di primo letto di Jakob. Tra l’altro, il primogenito Emanuel si sposò e divenne padre un anno prima che nascesse il figlio primogenito di Jakob e Amalia, Sigmund.

Jakob Freud non aveva particolare successo negli affari, così i figli Emanuel e Philipp emigrarono in Inghilterra, mentre il padre con la sua nuova famiglia si trasferì prima a Lipsia e poi a Vienna, quando Sigmund aveva quattro anni e la sorella Anna uno. Jakob e Amalia Freud ebbero altri figli fra il 1860 e il 1866: Rosa, Marie, Adolfine, Pauline e Alexander, oltre a un figlio maschio, nato fra Sigmund e Anna, Julius, morto a pochi mesi dalla nascita.). 

Il rapporto di Freud con il padre era di profonda stima, ma poco affettivo. Con la madre invece Freud ebbe un rapporto molto intimo, tanto che in età adulta scri

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Gli Studi

Freud ebbe molto successo a scuola fin dall’inizio del suo percorso scolastico. Al Gymnasium fu il primo della sua classe per 7 anni. Ciò lo portò a una serie di privilegi speciali, inclusa la possibilità di non sostenere gli esami (Freud, 1952).

Il suo ottimo rendimento scolastico gli portò privilegi anche a casa. Secondo sua sorella Anna, Freud ebbe sempre una sua stanza in cui studiare, non importa quanto fosse difficile la situazione finanziaria della famiglia.

Nel 1873, Freud entrò all’Università di Vienna. Inizialmente soffrì molto di pregiudizi e discriminazioni nei suoi confronti perché ebreo. In un primo periodo con il prof Carl Claus si dedicò alla ricerca sui testicoli del maschio dell’anguilla. La ricerca però sembrava non soddisfare l’ambizioso Sigmund, il quale si trasferì presto nel laboratorio fisiologico del prof. Ernst Wilhelm von Brücke, dove si conducevano studi sul sistema nervoso centrale.

Nel 1881, terminato il servizio militare, ottenne l’abilitazione all’esercizio della professione medica; restò, tuttavia, al laboratorio di fisiologia dell’università per continuare gli studi intrapresi. Nel 1883, su pressione di Von Brücke, abbandonò la ricerca teorica per dedicarsi alla pratica clinica presso l’Ospedale Generale di Vienna.

Parte del motivo per cui fece questa scelta è perché aveva incontrato Martha Bernays, la donna che sarebbe diventata sua moglie, e aveva bisogno di iniziare a guadagnare abbastanza soldi per mantenere una futura famiglia.

All’Ospedale Generale incontrò e lavorò con l’eminente Theodor Meynert, che, tra le altre scoperte, fu il primo a suggerire correttamente che la malattia di Parkinson derivasse da un funzionamento anomalo dei gangli della base. Ciò stimolò il continuo interesse di Freud per l’anatomia e la funzione cerebrale e nel 1891 Freud pubblicò un libro intitolato Sull’afasia.

Con l’aiuto di una raccomandazione di Brucke, Freud vinse una borsa di studio che gli permise un soggiorno a Parigi. presso la prestigiosa Salpêtrière, per seguire le lezioni del prof. Jean-Martin Charcot, uno dei più importanti neurologi al mondo del suo tempo,  l’uomo che denominò la malattia di Parkinson ispirandosi al medico James Parkinson (Finger, 1994).

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L’influenza di Charcot

Charcot, partendo dalla neurologia, era arrivato alla conclusione che l’isteria, come le altre nevrosi, fossero un’affezione funzionale, esente da lesioni organiche. Per curare gli isterici Charcot si serviva della suggestione ipnotica.

Freud iniziò così a occuparsi di isteria e a incanalare i propri interessi verso la psicopatologia e lo studio scientifico dei disturbi mentali. Vivissimo divenne anche il suo interesse per l’ipnosi. L’influenza maggiore di Charcot su Freud fu l’accettazione di questa nuova concezione, che significava il superamento di secoli di ricerche su una localizzazione cerebrale dell’isteria, da quando Ippocrate aveva creduto di localizzarla nell’utero (da cui prende il nome).

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Libera professione

Dopo essere tornato a Vienna, Freud iniziò la libera professione e riuscì finalmente a sposare Martha nel 1886 (lui aveva 30 anni e lei 25). La coppia ebbe sei figli: Matilde, Martin, Oliver, Ernst, Sophie e Anna.

Per la terapia dei casi isterici con il ‘metodo catartico’ Freud collaborò, fra il 1887 e il 1895, con il Dottor Joseph Breuer, il medico che era riuscito a curare un’isterica (caso clinico Anna O.), inducendola a rievocare in ipnosi le circostanze precorritrici dei sintomi e le emozioni concomitanti.

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La cocaina

La biografia di Freud non sarebbe completa se non si facesse cenno al periodo della cocaina. L’interesse di Freud per la cocaina era inizialmente basato sulla possibilità che le proprietà euforiche della sostanza potessero essere utilizzate per alleviare i problemi associati all’astinenza dalla morfina.

Un amico intimo e di lunga data, Ernst von Fleischl-Marxow era diventato dipendente dalla morfina a causa del dolore estremo di un’infezione, e Freud sperava che la cocaina potesse aiutarlo. Lo stesso Freud iniziò a usare la cocaina per migliorare il proprio umore. Ne mandò alcune dosi a Martha con la raccomandazione di provarlo (non ci sono prove che lei lo abbia fatto), e lo stesso fece con alcuni amici, colleghi e perfino con le sorelle.

Alla fine, tuttavia, Freud si rese conto che la cocaina non stava aiutando il suo amico; infatti von Fleischl-Marxow era diventato dipendente dalla cocaina anziché dalla morfina e, oltre tutto, l’unico risultato positivo di quella ricerca aveva fatto guadagnare fama a un collega mentre Freud era in vacanza (Gay, 1998; Jones, 1953).

 Primi passi della psicoanalisi

Molto spesso Freud ha avuto modo di dire pubblicamente che la nascita della psicoanalisi fosse dovuta al lavoro del medico viennese Josef Breuer, suo caro amico e mentore.

In particolare, Freud si riferiva al caso di una paziente che Breuer aveva visto già nel 1880 e che aveva trattato con l’ipnosi. Freud chiese a Breuer di raccontargli tutti i dettagli di questo caso, che coinvolgeva una giovane donna, nota come Anna O.

Di lei e di altri casi si parla infatti nel libro che Freud pubblicò nel 1895, insieme a Breuer: gli ‘Studi sull’isteria’ ,nei quali si afferma che ‘l’isterico soffre di reminiscenze’, dunque non di lesioni organiche ma… di ricordi!. In particolare, in questo scritto i sintomi isterici vengono presentati come manifestazioni di energia emotiva non scaricata, in relazione a un trauma psichico completamente dimenticato (o, in quelli che saranno poi i termini psicoanalitici, “rimosso”).

Attraverso l’induzione di uno stato ipnotico, era possibile recuperare il ricordo del trauma e scaricare, attraverso la catarsi, le emozioni a esso associate e causa dei sintomi. Questa pubblicazione segnò l’avvio della costruzione su basi cliniche della teoria psicoanalitica, ma anche la fine della collaborazione fra Freud e Breuer.

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Sostituzione dell’ipnosi con la tecnica delle libere associazioni

Freud pensava che l’ipnosi non fosse strettamente necessaria per rivelare le cause alla base dell’isteria. (Scrive lo stesso Freud:
“ben presto presi in antipatia l’ipnosi, che consideravo un sussidio immaginoso e, direi quasi, un po’ mistico; e quando mi resi conto che nonostante tutti i miei sforzi non riuscivo ad ipnotizzare in alcun modo nessuno dei miei pazienti, indirizzai tutti i miei sforzi a lavorare con loro in stato normale, anche se ciò poteva sembrare a prima vista un’impresa insensata e inutile”.

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L’ipnosi fu dunque sostituita gradualmente con altre tecniche, come quella delle libere associazioni e dell’interpretazione dei sogni. A questo punto nacque la psicoanalisi, nel senso in cui la pensiamo oggi.

L’autoanalisi

Dopo la morte del padre Jakob (‘l’avvenimento più importante, la perdita più straziante nella vita di un uomo’).avvenuta nel 1896, Freud iniziò ad analizzare sistematicamente i suoi sogni e ad intraprendere un’autoanalisi, rimuginando giorno e notte sull’apparato psicologico e sull’origine della nevrosi.

Freud si accorse che i suoi sogni rivelavano una forte ostilità del figlio contro il padre, pure amato. Sperimentava su di sé per la prima volta il ritorno del rimosso e l’ ambivalenza affettiva di cui poi parlò moltissimo nelle sue formulazioni.
L’autoanalisi e l’interpretazione dei sogni, personale e dei suoi pazienti, gli ispirò l’esistenza dell’inconscio, della censura, della libido infantile e del complesso di Edipo ( il legame erotizzato del bambino verso il genitore del sesso opposto, cui si accompagnano sentimenti di ostilità verso l’altro genitore)

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L’interpretazione dei sogni e la nascita ufficiale della psicoanalisi

La chiusura di questo ciclo fu segnata dalla pubblicazione dell’opera più importante di Freud, L’interpretazione dei sogni (1900), che comprendeva molte esperienze personali registrate nella sua autoanalisi e illustrava
tutti i concetti basilari della teoria e della tecnica psicoanalitica.

Nel 1901 pubblicò Psicopatologia della vita quotidiana, nel 1902 divenne finalmente professore di ruolo all’Università di Vienna, per interessamento di un suo paziente molto influente (anche Freud si fece raccomandare!)

La reazione degli amici e colleghi della Vienna di inizio secolo alle teorie di Freud fu inizialmente gelida. Il pensiero freudiano fu accolto con silenzio e disprezzo. Questo non scoraggiò Freud, che procedette nei suoi studi e nelle sue ricerche in quello che chiamò uno “splendido isolamento”, convinto come era di essere molto vicino alla soluzione del problema delle nevrosi. In questo periodo della vita di Freud non c’erano più maestri e non c’erano ancora dei seguaci.

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Il successo

Dal 1903 intorno a Freud si strinse un piccolo gruppo di seguaci, tra i quali gli austriaci William Stekel, Alfred Adler e Otto Rank, l’americano Abraham Brill e gli svizzeri Eugen Bleuler e Carl Gustav Jung; a essi si aggiunsero nel 1908 lo psichiatra ungherese Sándor Ferenczi e l’inglese Ernest Jones.

Nel 1905 uscì Tre saggi sulla teoria sessuale.

Il rapporto con Bleuler e Jung nacque nel 1907, quando Freud strinse i primi rapporti con la clinica psichiatrica di Zurigo : in essa lavoravano il dottor Bleuler ed i suoi assistenti, uno dei quali era Jung. Ciò permise una rapida diffusione della psicoanalisi, anche se Bleuler e lo stesso Jung non erano affatto convinti del concetto freudiano di libido come carica erotica alla base della patologia classica (Jung riteneva che la libido non fosse solo una carica sessuale, ma che riguardasse tutti gli istinti).

Nel 1909 Freud fu invitato a tenere delle conferenze a Boston, in America, e lì si diffuse tanto da trovare le prime adesioni scientifiche. Nel 1910, al Congresso di Norimberga, si diede vita alla prima Associazione ufficiale della psicoanalisi, chiamata Associazione psicoanalitica internazionale con a capo Jung. Mentre il movimento si ingrandiva, grazie anche all’adesione di nuovi membri di altri paesi europei e degli Stati Uniti, Freud dovette affrontare il dissenso interno; nel 1911 la prima dissociazione importante: Adler, uno dei primi seguaci. La frequentazione di Jung spinse Freud verso curiosità antropologiche e sociologiche e nel 1913 pubblicò Totem e tabù, nel quale parlava di conflitti e tabù comuni a tutta l’umanità, in qualunque forma di società. Il libro non servì a sanare i dissapori che nel frattempo erano nati con Jung, che si allontanò dal Maestro fondando un suo movimento.

La pubblicazione di Al di là del principio del piacere (1920) segnò una svolta nel pensiero freudiano. In antitesi agli istinti libidici di cui aveva parlato nella prima parte della sua opera, Freud introdusse la nozione di “pulsione di vita”, che chiamò Eros, e la pulsione di morte, che definì Thanatos; a partire da questo momento l’Es, l’Io e il Super-Io vengono a costituire le tre istanze psichiche. Questa nuova concezione sta alla base delle successive opere L’Io e l’Es (1923) e Inibizione, sintomo e angoscia (1926). Nel 1923 fu colpito da un cancro alla mascella, che lo costrinse a cure quotidiane molto dolorose e a numerosi interventi chirurgici, il che non gli impedì tuttavia di mantenere la sua grande vitalità. Continuò infatti il suo lavoro di analista e di scrittore e per questo rifiutò di prendere dei farmaci che per lenire il dolore gli avrebbero impedito di rimanere sempre consapevole e presente a sé stesso. Accanto aveva la figlia Anna, che lo assisteva, gli faceva da segretaria e da collaboratrice, spesso sostituendolo a riunioni e congressi. Nel frattempo crescevano sia la diffusione e l’ammirazione sia l’opposizione alla psicoanalisi.

Nel 1922 un’altra perdita importante, un altro dei primi discepoli : Otto Rank e poco dopo l’ungherese Ferenczi. Freud continuò i suoi studi sull’umanità primitiva nei saggi L’avvenire di un’illusione (1927), Disagio della civiltà (1930) e Mosè e la religione monoteistica (1939). Nello stesso periodo intensificò i tentativi di spiegare e di divulgare la psicoanalisi, in particolare in La mia vita e la psicoanalisi (1925) e Introduzione alla psicoanalisi (1927).

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Trasferimento a Londra e morte

Nel 1933 i nazisti presero il potere in Germania, ma Freud non volle lasciare Vienna. Lo farà solo nel 1938, in seguito all’annessione dell’Austria alla Germania. In questo periodo i suoi libri vennero bruciati : Freud era famoso e stimato, ma era un ebreo. Nel 1938 dunque si trasferì con la famiglia a Londra e lì continuò a lavorare fino a qualche settimana prima della morte, avvenuta nel 1939.

Sul Blog di psicolinea alla voce ‘Freudiana‘ è possibile trovare notizie sulla vita e le opere di Freud, corredate di fotografie e fonti bibliografiche.

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