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Tag Archives: Rete e Nuove Tecnologie

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Porno sul posto di lavoro: rischi e pericoli

Porno sul posto di lavoro: rischi e pericoli

Porno sul posto di lavoro: rischi e pericoli

Dr. Walter La Gatta

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Tariffe Psicoterapia

Nell’era digitale in cui viviamo, la pornografia è diventata sempre più diffusa e accessibile, con conseguenze potenzialmente dannose per la salute mentale, le relazioni e la produttività. Quando la visione di pornografia invade il luogo di lavoro, i rischi e i pericoli si moltiplicano, minacciando non solo l’efficienza e il benessere dei dipendenti, ma anche la reputazione e la sicurezza dell’azienda stessa. In questo articolo, esploreremo i rischi e i pericoli della dipendenza da porno sul posto di lavoro e discuteremo delle misure preventive che le aziende possono adottare per affrontare questa problematica crescente.

La Diffusione della Dipendenza da Porno

La dipendenza da pornografia è un fenomeno sempre più diffuso, alimentato dall’accesso facile e anonimo a contenuti sessuali espliciti su Internet.  Il Center for Internet Addiction Recovery (canadese) sostiene che uno su cinque dei dipendenti da Internet sono impegnati in qualche forma di attività sessuale online.

Le statistiche hanno dimostrato che il 70 per cento di tutto il traffico porno che c’è su Internet avviene durante la giornata lavorativa, dalle 9.00 alle 17.00.

Se alcune persone consumano pornografia in modo occasionale e senza conseguenze negative, alcuni individui praticano questa attività in modo compulsivo, influenzando così la loro vita quotidiana, le relazioni e il lavoro. In primis, essi guardano film porno, poi c’è il cybersex.

Una intervista sulla Eiaculazione Precoce

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Rischi e Pericoli del consumo di porno sul Posto di Lavoro

  • Riduzione della Produttività:

La visione di pornografia durante l’orario di lavoro può sicuramente portare a una diminuzione della produttività e della concentrazione. I dipendenti che passano troppo tempo a navigare su siti pornografici anziché concentrarsi sulle proprie responsabilità lavorative possono compromettere l’efficienza dell’intera organizzazione e dunque è comprensibile che le aziende cerchino di prevenire e limitare questi comportamenti.

  • Deterioramento delle Relazioni Interpersonali:

La dipendenza da porno può influenzare negativamente le relazioni interpersonali, anche sul posto di lavoro, alimentando tensioni tra colleghi, conflitti, o comportamenti inappropriati nei confronti dei superiori o dei sottoposti.

  • Rischio di Discriminazione e Molestie:

La visione di pornografia sul posto di lavoro può aumentare il rischio di discriminazione e molestie sessuali. I dipendenti che espongono i loro colleghi a contenuti pornografici non richiesti o che fanno commenti o comportamenti sessualmente inappropriati possono essere accusati di molestie sessuali e pertanto violare le politiche aziendali creando, oltre tutto, un ambiente di lavoro ostile e non sicuro.

  • Rischi legali:

La visita dei siti porno durante l’orario di lavoro è sempre sgradita alle aziende: non solo perché il dipendente mostra di perdere il suo tempo in attività che non hanno nulla a che fare con le proprie mansioni, ma anche perché i datori di lavoro rischiano delle denunce, nel caso il dipendente usi il computer per scaricare filmati illegali.

Quali misure e interventi si possono attuare?

Per affrontare efficacemente la dipendenza da pornografia sul posto di lavoro, le aziende possono adottare una serie di misure preventive e interventi, tra cui:

  • Sensibilizzazione e Formazione dei dipendenti:

Fornire ai dipendenti formazione e sensibilizzazione sui rischi e sui pericoli della dipendenza da porno e sulle politiche aziendali riguardanti l’uso appropriato di Internet e delle risorse aziendali.

  • Implementazione di Filtri Web:

Utilizzare filtri web e software di sicurezza per bloccare l’accesso a siti pornografici e altri contenuti inappropriati sulle reti aziendali.

  • Promozione di un Ambiente di Lavoro Sano:

Creare un ambiente di lavoro sano e rispettoso che promuova il benessere dei dipendenti e favorisca comportamenti appropriati sul posto di lavoro.

  • Supporto e Risorse per Dipendenti:

Offrire supporto e risorse per i dipendenti che hanno sviluppato una dipendenza da pornografia, come programmi di consulenza e sostegno psicologico.

Dr. Walter La Gatta

Una intervista sulla Timidezza

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Photo by Andrea Piacquadio

Clinica della Timidezza
Dal 2002 parole che curano, orientano e fanno pensare.

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

Psicoterapie individuali e di coppia
Terapie Sessuali
Tecniche di Rilassamento e Ipnosi
Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali.

Per appuntamenti telefonare direttamente al:
348 – 331 4908
(anche whatsapp)
email: w.lagatta@psicolinea.it

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  • 17 Mag 2024
  • Dr. Walter La Gatta
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Cybercondria: Ipocondria e Internet

Cybercondria: Ipocondria e Internet

Dr. Walter La Gatta

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Tariffe Psicoterapia

La cybercondria riguarda l’uso eccessivo di Internet e dei motori di ricerca per cercare informazioni mediche, in quanto c’è una preoccupazione eccessiva per la propria salute o si tende a dare interpretazioni errate dei sintomi. Questo comportamento può avere effetti negativi sulla salute mentale e sul benessere delle persone coinvolte. Ecco qualche informazione in più:

Cosa è l’ipocondria?

L’ipocondria si riferisce alla preoccupazione eccessiva e infondata di una persona riguardo alle condizioni del proprio stato di salute, nella convinzione che la ricerca di informazioni o le visite mediche gli possano svelare qualche patologia nascosta, di cui altri medici non si sono resi conto. Chi soffre di ipocondria viene chiamato “ipocondriaco” o, nel linguaggio comune, “malato immaginario”.

Cosa è la cybercondria?

Da qualche anno sta entrando nell’uso anche il termine “cyberchondria” (in italiano cybercondria o cibercondria), un neologismo che unisce le problematiche dell’ipocondria con il ricorso alle nuove tecnologie.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
 

Tariffe Psicoterapia

Quando è stato utilizzato il termine per la prima volta?

Il termine è stato utilizzato per la prima volta nel 2001 in un articolo del quotidiano The Independent, per descrivere ” l’uso eccessivo di internet alla ricerca di siti che parlano di salute”.

Quando è stato pubblicato il primo studio sull’argomento?

Il primo studio sistematico sull’argomento è invece del novembre 2008, eseguito da due ricercatori della Microsoft, Ryen White ed Eric Horvitz, che hanno condotto uno studio su larga scala, per studiare l’esclation nella ricerca di informazioni sulla salute. White e Horvitz hanno infatti definito la cibercondria come la “una escalation di preoccupazioni infondate circa il proprio stato di salute, basate sulla ricerca e la lettura dei risultati forniti dai motori di ricerca.”

Si tratta di un problema abbastanza serio, perché in soggetti predisposti, che hanno a loro disposizione una vasta gamma di informazioni mediche, il semplice sintomo di un mal di testa può facilmente trasformarsi in una sintomatologia tipica del cancro al cervello. Questa convinzione genera uno stato di allarme, per cui la persona continua a cercare, per giorni o mesi, ulteriori informazioni, aumentando il suo stato di ansia, aumentando la sensibilità ai sintomi di cui ha timore ed interrompendo i compiti che sta svolgendo nella giornata.

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Perché Internet ha molti aspetti positivi?

Non vi è dubbio che Internet rappresenti oggi una grande risorsa per le persone preoccupate per il proprio stato di salute, le quali cercano in Rete informazioni, ancor prima di farsi visitare da un medico. Non sempre, inoltre, va detto, le informazioni che si trovano su Internet sono sbagliate: spesso si ha la possibilità di trovare delle diagnosi molto precise, che possono addirittura illuminare i medici.

Quale è il problema di Internet e le malattie?

In un articolo pubblicato nel 2009 dall’American Medical Informatics Association, White e Horvitz hanno affermato che l’escalation nella ricerca di informazioni mediche sul web a causa di preoccupazioni che riguardano il proprio stato di salute si verifica sempre più frequentemente, in circa una persona su cinque.

Ovviamente, le persone predisposte agli stati ansiosi sono più esposte al rischio. White e Horvitz suggeriscono pertanto che i fornitori di informazioni sulla salute presenti sul Web siano ben consapevoli del rischio potenziale di far aumentare negli utenti le preoccupazioni ipocondriache. Per questo, nell’impossibilità di stabilire un rapporto diretto, sarebbe opportuno che chi scrive su siti e blog sottolineasse sempre l’importanza di non contentarsi di autodiagnosi e autoterapie, ma valorizzasse invece l’interazione medico-paziente, raccomandando visite e indagini periodiche.

Clinica della Timidezza
Dal 2002 parole che curano, orientano e fanno pensare.

I pazienti che vanno contro il parere medico, o che si rifiutano di accettare una diagnosi professionale, citando fonti web discutibili, diventano sempre più frequenti e questo rappresenta obiettivamente un ostacolo piuttosto frustrante per il medico che desideri svolgere il proprio lavoro, fornendo al paziente uno standard professionale di assistenza. Ad esempio, un paziente che esageri la sua sintomatologia, a sostegno della propria auto-diagnosi, riducendo o eliminando inconsapevolmente i sintomi contrari, può ridurre, anziché aumentare la capacità del medico di formulare una corretta diagnosi. In caso di dubbio dunque, la raccomandazione è quella di cercare altri pareri medici, prima di affidarsi totalmente a fonti ricavate dal web.

In America, i medici chiamano “Google stack” le stampe di tutte le potenziali diagnosi scaricate da Internet. Si tratta di informazioni mediche veramente di tutti i tipi, utilissime in certi casi, ma pericolose in altri, vista l’enormità dei dati che vengono messi a disposizione dell’utente, da moltissime fonti, con un gergo non sempre comprensibile, spesso in lingua straniera e con raccomandazioni talvolta contrastanti, per sintomi simili.

Poiché però la tecnologia diventa sempre più onnipotente ed è difficile pensare che si possa tornare indietro, non si può che ipotizzare un futuro in cui sempre più persone si rivolgeranno ad Internet per cercare informazioni. Quindi, la domanda che ci si dovrebbe porre è la seguente: cosa può fare Internet per migliorare il lavoro dei professionisti e per offrire agli utenti un migliore stato di salute?

I medici curanti, ad esempio, potrebbero gestire direttamente siti internet o indirizzare i propri pazienti alla consultazione di particolari fonti sicure, basate su informazioni sanitarie nate in ambiente scientifico.

Il desiderio sessuale nella donna infertile
Relazione presentata al Congresso Nazionale Aige/Fiss del 7-8 Marzo 2025 a Firenze. 

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Come devono cambiare i rapporti fra medico e paziente?

E’ importante che i medici cambino atteggiamento nei confronti dei propri pazienti: può essere simpatico e trendy definire un paziente come “cibercondriaco”, ma il medico dovrebbe comunque dare importanza alle ricerche che gli vengono mostrate, tenendo anche conto del fatto che i pazienti non sono più ingenui e disinformati come accadeva un tempo.

E’ importante anche che, a questo scopo, i pazienti collaborino nell’aiutare il medico… Dire di aver scaricato una ricerca, uno studio, una pubblicazione, da Internet o da Google non è sufficiente: i Google stack, per usare il gergo dei medici americani, devono indicare chiaramente la fonte, per essere utilizzabili in modo utile e produttivo. In altre parole, ciò che può sembrare incontrovertibile per una persona comune può non avere significato per il medico, che fa riferimento a dati basati sull’evidenza.

Walter La Gatta



Fonti:

Wikipedia
New York Times
Time

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Pexels Photo by Sora Shimazaki 

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

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  • 28 Feb 2011
  • Dr. Walter La Gatta
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Innamorarsi di un robot

Innamorarsi di un Robot: intervista a David Levy

Innamorarsi di un Robot: intervista a David Levy

Le interviste

 

David Levy è l’autore del libro “Love and sex with robots”.  Leggi versione in Inglese dell’Intervista

GP Lei è un Maestro Internazionale di Scacchi: frequentando questi incontri ha potuto constatare se effettivamente, come si tende a credere, le persone che giocano a scacchi sono più intelligenti delle altre?

DL Molti bravi giocatori di scacchi hanno una intelligenza molto al di sopra della media, ma non tutti. Alcuni sono molto bravi solo nel fare questo, come il personaggio di Dustin Hoffman in “Rain Man”.

GP Il computer è sempre meglio di un giocatore di scacchi umano?

DL Bè, i migliori programmi computerizzati sono più forti dei migliori giocatori umani. Molte persone preferiscono giocare a scacchi con soggetti umani anziché con computer, ma i migliori giocatori di scacchi (inclusi molti professionisti) usano il computer per esercitarsi e per studiare il gioco.

GP Che cosa pensa dell’intelligenza emotiva nel gioco degli scacchi?

DL Non credo che l’intelligenza emotiva sia utile per gli scacchi. Infatti, per diventare un giocatore veramente forte può essere utile generare sentimenti di animosità verso il proprio avversario. Non dico che tutti i più forti giocatori di scacchi facciano questo, ma molti lo fanno.

GP Lei è anche Presidente della International Computer Games Association: cosa pensa della Internet Addiction?

DL Il troppo, in qualsiasi cosa, può essere sbagliato ed è così anche per Internet.

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GP Nel suo recente libro “Sex and Love with Robots” lei afferma che fra circa cinquanta anni, i robots saranno quasi del tutto indistinguibili dalle persone reali e che, per questa ragione, noi stabiliremo relazioni intime con questi partners artificiali. In effetti, non tutto ciò che la scienza teoricamente permette viene poi consentito nella realtà. Per esempio, fra pochi anni avremo sicuramente accesso alla clonazione umana, ma non per questa ragione essa viene considerata ‘inevitabile’ dagli Stati del mondo. Quale è la sua opinione?

DL Io credo che, nella pratica, quasi tutto quello che potrà essere fatto sarà fatto. Al momento la comune percezione della clonazione umana è che essa non sarà permessa. Ma io sono sicuro che questo accadrà. Al momento molte persone sono scettiche riguardo all’idea di amore sesso e matrimonio con i robots, ma ripeto che queste relazioni sono inevitabili, particolarmente quelle di amore, sesso e matrimonio, che possono essere così piacevoli. Se alla gente piace una cosa, la fa.

GP Lei è riconosciuto come uno dei massimi esperti di intelligenza artificiale: cosa pensa della nostra vecchia intelligenza ‘naturale’? E’ ancora un modello nelle vostre ricerche o è definitivamente superata?

DL In alcuni campi, per esempio negli scacchi, i computers (e dunque anche i robots) sono già migliori dei migliori umani. In altri campi della Intelligenza Artificiale, come nella conversazione, ci sono stati pochi progressi negli ultimi 50 anni, ed ecco perché io credo che ci vorranno ancora un po’ di decenni prima che i computers/robots potranno essere delle repliche completamente convincenti degli umani.

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GP Mi chiedo come ci si possa innamorare di un oggetto che parla e si comporta esattamente nel modo che si è programmato… Per esempio, su Second Life, ci si può sentire attratti da un avatar di bell’aspetto e seducente, ma si sa che dietro di esso c’è una persona. In questo caso l’avatar è solo un mezzo: ciò di cui realmente ci si innamora è la persona che sta dietro all’avatar … Cosa pensa di questo?

DL L’amore arriva da diverse direzioni. Nel mio libro parlo delle dieci principali ragioni che fanno innamorare le persone (di altri esseri umani) e spiego che, nella maggior parte dei casi, le stesse ragioni possono essere utilizzate anche per le relazioni umani-robots. Ad esempio, una ragione è che vi sono buone probabilità che ci si innamori di qualcuno che è simile a noi in qualcosa. Così, se un robot è programmato con una personalità simile alla nostra, o con una conoscenza su argomenti che ci interessano (per esempio gli hobbies), allora ci saranno quelle somiglianze che permettono la nascita di sentimenti d’amore.

GP Lei prevede che, intorno al 2050, lo Stato del Massachusetts sarà il primo a legalizzare matrimoni con i robots, dal momento che è stato all’avanguardia anche con i matrimoni di persone dello stesso sesso. Ma cosa ne dice dei problemi etici e legali, come ad esempio l’organizzazione sociale, la religione, la cittadinanza, i diritti umani, la proprietà privata, ecc. ?

DL Buona domanda. Tra ora ed allora vi sarà un’enorme quantità di dibattiti sulle questioni etiche e legali. Peraltro, l’Italia sta guidando il mondo su questa cosa, con la creazione della organizzazione roboetica di Genova, da parte del Professor Gianmarco Veruggio e colleghi. Ci saranno molte questioni che saranno discusse prima dal punto di vista etico e poi tradotte in leggi. Il campo del diritto dei robots diverrà molto importante all’interno delle facoltà di legge delle università. Al momento possiamo porci delle domande, ma ci vorrà del tempo affinché esperti di etica e di legge trovino le giuste risposte.

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Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta  - Tel. 348 3314908

GP Secondo le sue previsioni, i robots forniranno piacere sessuale a milioni di persone. Queste creazioni saranno così diverse da un vibratore elettrico che simula il rapporto sessuale umano? Pensa che soddisferanno anche la sessualità femminile, che gli uomini generalmente considerano così ‘complicata’?

DL I vibratori sono costruiti e venduti principalmente per le donne, e per questa ragione credo che le donne saranno interessate quanto gli uomini al sesso dei robots, se non addirittura di più. E poiché i robots saranno programmati basandosi sulla conoscenza dell’arte amatoria e delle tecniche sessuali spiegate in tutti i libri che esistono al mondo su questi temi, essi saranno degli amanti molto virtuosi, ma anche insegnanti su come migliorare il proprio modo di fare l’amore. Tornando al discorso se i robots saranno così diversi dai vibratori, la risposta è si, essi avranno la capacità fisica e le tecniche, per cui sapranno fare molto più di quanto fanno i vibratori.

GP I robots saranno economici, alla portata di tutti, o diventeranno uno status symbol? Quanto pensa che costerà un partner artificiale nel 2050 (rapportato all’odierno costo della vita) ?

DL Parlando dei valori attuali, mi aspetterei che il prezzo di questi sex robots scenda intorno ai 200-300 Euro, e forse poi diminuirà ulteriormente. Ma all’inizio essi saranno molto costosi, anche i primissimi sex robots – che ritengo saranno sul mercato entro 5 anni – costeranno 10.000-20.000 Euro. Per questo la maggior parte delle persone farà le prime esperienze sessuali con dei robots presi in affitto, così come si fa in Giappone e in Corea, dove già oggi si possono affittare delle bambole del sesso, come spiego nel mio libro.

GP Pensa che questi androidi avranno l’effetto di produrre una completa perdita di interesse verso la pornografia, la prostituzione o anche il moderno ‘sesso virtuale’?

DL Non completamente, ma essi avranno un forte impatto su ogni aspetto della sessualità umana e sul nostro interesse per le questioni che riguardano la sessualità.

Terapie Sessuali

GP Il sesso con i robots potrebbe ridurre la violenza sessuale o la pedofilia?

DL Credo che i robots saranno usati in due differenti modi per ridurre la pedofilia. Primo, come ora ci sono già programmi computerizzati che consentono una terapia psicologica (ne cito uno nel mio libro), così nel futuro ci saranno programmi e robots che potranno agire come terapeuti sessuali, per curare le persone che saranno curabili. Ma nel caso in cui un umano non fosse curabile, credo che i robots potranno essere utilizzati per fornire a molti di loro quella gratificazione sessuale che essi ricercano, il che ridurrà il bisogno dei pedofili di cercare dei bambini per farne dei partner sessuali.

GP Se la scienza può facilmente raggiungere l’obiettivo di creare dei robot che abbiano l’apparenza degli esseri umani, non potrebbe andare oltre e, ad esempio, creare robot addirittura migliori degli esseri umani, ‘perfezionando’ il modello (es. più forti, più belli, con maggiori abilità?)

DL Si. In ultima analisi questo è quello che può accadere e che accadrà. Molto di quello che oggi riteniamo sia fantascienza diverrà realtà scientifica.

GP Chi dovrebbe essere autorizzato a comprare e vendere robots? Perché si può anche comperare un robot per avere una splendida vita sessuale, ma si possono anche comprare milioni di robots per invadere uno Stato. I robots saranno gli eroi invincibili e immortali delle future guerre, un po’ come i semidei dell’antica mitologia greca?

DL Grosse domande! Si, si possono comprare milioni di robot per invadere uno stato, ma già oggi si possono comprare milioni di pistole e persone che usano quelle pistole. I militari americani sperano che fra circa quindici anni un terzo di tutti i voli militari potranno essere controllati dai robots, senza un pilota umano. Così sarà nelle guerre future, fra 15 anni e più, i robots avranno un ruolo significativo. Può un robot essere un eroe? Dobbiamo solo aspettare per vedere.

GP Come stanno andando le vendite del suo libro “Love + sex with robots” e dove ha incontrato maggiore interesse e successo? Ha intenzione di pubblicare il suo libro anche in Italiano?

DL Il mio libro è stato lanciato negli USA il 6 Novembre (2007 n.d.t.) con una grande campagna pubblicitaria. Questo libro è per tutti – non è necessaria alcuna conoscenza tecnica o scientifica. Il mio editore, Harper Collins, mi ha organizzato un viaggio a New York per diverse interviste. Al momento sono stato intervistato due volte alla TV e più di 40 volte alla radio. Ci sono state molte recensioni, ad esempio nel “New York Times”. Il libro è stato generalmente bene accolto e sta vendendo bene. Certamente alcune persone sono scettiche circa le mie previsioni, ma anche tra questi la maggior parte delle persone ha trovato il libro interessante. Ho già firmato un contratto per una edizione spagnola e spero di trovare editori per edizioni in altre lingue, fra cui l’italiano. Ho già presentato delle relazioni su questo argomento in due conferenze in Italia. Viaggio spesso in Italia perché con mia moglie abbiamo una casa delle vacanze in Liguria, posto che amiamo. Nel 2006 sono stato intervistato dal magazine “La Repubblica delle Donne” Edizione speciale: Idee Progetti Visioni Per il futuro”.

Giuliana Proietti

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Chi è DAVID LEVY?

David Levy è nato a Londra il 14 Marzo 1945. Ha frequentato la scuola superiore presso la Queen Elizabeth’s Grammar
School Barnet e l’East Barnet Grammar School. Ha studiato Matematica Pura, Statistica e Fisica presso la St. Andrews University, in Scozia, dal 1963 al 1967, dove si è laureato in scienze biologiche. Ha insegnato programmazione informatica presso il Computer Science Department della Glasgow University dal 1967 al 1971, prima di entrare nel mondo degli affari, nel gioco professionale degli scacchi e nella scrittura. (Ha scritto più di trenta libri sugli scacchi).

Dopo aver rappresentato l’Inghilterra negli scacchi quando era ancora uno studente, è stato selezionato per giocare per la Scozia in sei campionati mondiali per studenti (1965-1970) ed in sei Olimpiadi degli scacchi (1968-1978). Nel 1968 ha vinto il campionato di scacchi scozzese e nel 1975 ha vinto pari merito lo stesso titolo. Gli è stato conferito il titolo di Maestro Internazionale dalla FIDE, la federazione mondiale degli scacchi, nel 1969 ed il titolo di arbitro internazionale nel 1976.

L’interesse di David nel campo dell’Intelligenza Artificiale cominciò a svilupparsi attraverso il gioco computerizzato degli scacchi, una combinazione logica della sua passione per gli scacchi e del suo lavoro nel campo dei computer. Nel 1968 fece una scommessa con quattro professori di Intelligenza Artificiale, che non avrebbe mai perso una partita a scacchi con un computer per dieci anni. Vinse quella scommessa ed un’altra per ulteriori cinque anni, perdendo solo ventuno anni dopo la prima scommessa, giocando con il precursore di un programma che sconfisse Garry Kasparov nel 1997. David è stato eletto Presidente della International Computer Chess Association (ICCA) nel 1986 e dopo un intervallo è stato rieletto di nuovo dal 1992 al 1999, una posizione che occupa ancora (l’associazione ora si chiama International Computer Games Association – ICGA). Dal 1977 David ha cominciato ad occuparsi dello sviluppo di molti programmi di scacchi e altri programmi per utilizzatori di prodotti elettronici.

L’interesse di David per l’intelligenza artificiale si è estesa oltre i giochi del computer, fino ad altre aree della IA, come ad esempio nella conversazione umani-computer.
Nel 1994 ha messo insieme una squadra per studiare le soluzioni pragmatiche al problema ed il suo gruppo ha vinto la Loebner Prize competition di New York nel 1997. Da allora David ha pubblicato uno studio sull’intelligenza artificiale: A.I., Robots Unlimited. Il suo quinto libro, Love and Sex with Robots è stato pubblicato nel Novembre 2007.

David si è interessato a lungo dell’organizzazione di eventi di sport della mente ed è stato uno degli organizzatori del campionato mondiale di scacchi di Londra (1986 e 1993), così come del World Chess Championship di Londra (1986 e 1993), e l’incontro World Checkers Championship tra campioni umani e partite di scacchi computerizzate (1992 a Londra e nel 1994 a Boston), oltre a dozzine di campionati ed eventi simili. I suoi hobby riguardano la musica classica e il gioco del poker. David ha due figli, Alastair (1979) e Katherine (1984). Vive a Londra con la moglie Christine e due gatti.

Psicolinea.it © Gennaio 2008

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Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

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I Social
  • 1 Gen 2008
  • Dr. Giuliana Proietti
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Social Media: nascita evoluzione e trends

Social Media: nascita evoluzione e trends

Social Media: nascita evoluzione e trends


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I social media hanno cambiato il nostro modo di comunicare, influenzando i nostri stili di vita. Tuttavia, il panorama dei social media è in costante evoluzione e il futuro è difficilmente prevedibile.

Cosa sono i social media?

Al giorno d’oggi, i social media rappresentano molto più di semplici piattaforme per condividere foto e comunicare con gli amici: sono diventati centri di informazione, intrattenimento, marketing e attivismo. Le principali piattaforme di cui ci serviamo Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn e TikTok sono diventate parte integrante della nostra vita quotidiana.

I social media sono tutti uguali?

No. Ogni piattaforma ha il suo pubblico e le sue caratteristiche distintive: Facebook serve principalmente per tenersi in contatto con la famiglia e gli amici, Instagram è usato dagli utenti sotto i quaranta anni per connettersi con gli amici, mentre Twitter (X) aiuta a tenersi aggiornati con le ultime notizie e con i commenti che le persone postano su questo social, che riflettono il mood delle persone rispetto alla notizia. TikTok ha rivoluzionato il modo in cui i contenuti video vengono consumati e prodotti, soprattutto tra i giovani.  Linkedin si è specializzata per l’offerta/domanda di lavoro.

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Quanto tempo si trascorre utilizzando i social media?

Nei social network le persone trascorrono circa due ore e mezzo al giorno, come si legge nel report annuale “ Digital 2023 ”; in Italia il tempo stimato è 6 ore su Internet, 2 ore sui social, cui accede l’87% della popolazione.

Queste piattaforme sono tutte in buona salute?

Non molto. Al momento i siti tradizionali di social media stanno perdendo molti utenti, dal momento che essi appaiono più come veicoli aziendali per promuovere prodotti e servizi che siti di condivisione di esperienze e di idee.

Oggi i feed di Instagram e Facebook, infatti, sono pieni di pubblicità e post sponsorizzati, TikTok e Snapchat sono pieni di video di influencer che promuovono i prodotti più disparati e presto, i post su Twitter che otterranno la maggiore visibilità proverranno non da persone comuni, ma da abbonati che pagano per questa esposizione di vantaggio.

Cosa sono i “creator” e gli “influencer”?

Gli utenti creano contenuti, condividono foto e video producono podcast e streaming live. Questo ha dato vita alla cultura del “creator” e degli “influencer”, in cui si può guadagnare visibilità e persino reddito, creando contenuti originali.

Una Conferenza su Edward Bernays e l'invenzione della Propaganda

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Come stanno cambiando i Social?

I social media stanno adottando tecnologie emergenti come la realtà aumentata (AR), la realtà virtuale (VR) e l’intelligenza artificiale (AI) per migliorare l’esperienza degli utenti e offrire nuove modalità di interazione. Ad esempio, filtri AR su piattaforme come Instagram e Snapchat consentono agli utenti di modificare le loro foto in modi divertenti e creativi.

Il cambiamento aiuta a capire perché alcune società di social networking, che continuano ad avere miliardi di utenti e a guadagnare miliardi di dollari, stanno esplorando nuove vie di business. Twitter, di proprietà di Elon Musk, ha spinto persone e marchi a pagare da 8 a 1.000 al mese per diventare abbonati. Meta, la società madre di Facebook e Instagram, si sta muovendo nel coinvolgente mondo online del cosiddetto metaverso.

Quali sono gli ultimi trend?

Per il momento l’ultimo trend è quello dell’” hyperlocal influencer marketing”; cioè influencer particolarmente rilevanti in una determinata area geografica, oltre al fenomeno del “deinfluencing ”, un mercato fatto da influencer che sconsigliano determinati prodotti (presumibilmente quelli della concorrenza del brand per cui lavorano).

Cosa aspettarsi dal futuro?

Per gli utenti, questo significa che invece di trascorrere tutto il loro tempo su uno o pochi grandi social network, ci si sposterà verso siti più piccoli e più mirati. All’orizzonte sono apparsi Mastodon, che è essenzialmente un clone di Twitter suddiviso in comunità; Nextdoor , un social network in cui i vicini possono confrontarsi su questioni quotidiane come le buche sulle strade ecc., mentre l’app Truth Social dell’ex presidente Donald J. Trump sarà, in America, un social dedicato ai conservatori.

In futuro, dunque, i social media dovranno diventare più mirati, come è già accaduto con la stampa e i canali televisivi, per fornire contenuti in base a interessi ed esigenze specifici.

Questa tendenza dei social media basati sugli interessi potrebbe anche determinare uno spostamento dei contenuti pubblicitari, dai social generalisti a quelli più specializzati, il che tutto sommato è apprezzabile, perché la pubblicità, se relativa ai propri interessi, diventerà meno disturbante.

Un altro vantaggio delle piccole reti è che esse permettono di creare forum per comunità specifiche, comprese le persone emarginate. Ahwaa , fondato nel 2011, è un social network per i membri della comunità LGBTQ nei paesi intorno al Golfo Persico dove essere gay è considerato illegale. Altre piccole reti, come Letterboxd, è un’app per gli appassionati di cinema, che possono condividere le loro opinioni sui film.

Quali sfide dovranno affrontare i social media?

Data la screscente preoccupazione relativa alla privacy e alla gestione dei dati, i social media dovranno affrontare sfide significative nel garantire la protezione degli utenti. Si prevede un aumento della regolamentazione governativa e una maggiore attenzione verso la trasparenza e il controllo dei dati da parte degli utenti.

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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

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I Social
  • 27 Apr 2023
  • Dr. Giuliana Proietti
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Il fenomeno della pedofilia online

Il fenomeno della pedofilia online

Il fenomeno della pedofilia online

Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

L’avvento della tecnologia digitale ha portato con sé numerosi benefici e opportunità, ma ha anche dato origine a nuovi pericoli, tra cui la pedofilia online.

La diffusione di internet e dei social media ha reso più facile per i predatori sessuali reperire e contattare potenziali vittime, sfruttando l’anonimato e la vastità della rete per perpetrare i loro crimini in modi sempre più subdoli e pericolosi.

L’aumento dei casi di pedofilia in rete ha sollevato una serie di preoccupazioni a livello globale, mettendo in discussione la sicurezza e il benessere dei più vulnerabili della nostra società: i bambini e gli adolescenti.

Nel presente articolo, esamineremo da vicino il fenomeno della pedofilia online, cercando di capire come contrastare questa forma di abuso sessuale per proteggere i più giovani da questa crescente minaccia. 

L’ascesa della pedofilia online

L’era della comunicazione online ha reso normali le conversazioni fra persone che non si conoscono e questo accade anche ai bambini.

I bambini, infatti, spesso possiedono smartphone o pc, ed hanno molta libertà su come trascorrono il tempo online (un sondaggio ha rivelato che il 10% degli scolari afferma di poter fare ciò che vuole online mentre si trova a casa).

Di conseguenza, anche i pedofili hanno cominciato a utilizzare i social media e i siti di giochi, per indurre i bambini a condividere materiale pornografico con loro.

Oggi i bambini sono maggiormente a rischio, a causa della pandemia da Coronavirus. In una nuova valutazione della National Crime Agency (NCA) si afferma che ci sono almeno 300.000 molestatori sessuali che rappresentano una minaccia e che stanno provando a sfruttare la chiusura della scuola per contattare i bambini.

Oltre tutto, il materiale che ricavano (foto e video) dai contatti con i bambini, finisce su alcune comunità per pedofili presenti nel dark web.

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Il dark web non è raggiungibile dai classici motori di ricerca, perché si sovrappone alle normali reti e alle architetture delle reti private, rendendo molto difficile l’accesso, e permettendo cosi di nascondere e commerciare materiale illegale.

Sebbene sia famigerato per l’hosting di piattaforme dedicate alla vendita di farmaci e organi, uno studio mostra che oltre l’80% delle visite del dark web riguarda la pedofilia , anche se i siti web pedofili rappresentano solo il 2% dei siti web sul dark-web.

Il materiale che finisce nel dark web è spesso ottenuto attraverso siti web come Facebook Messenger, Microsoft Bing, Amazon Video Services e Dropbox. Questo è il motivo per cui le vittime chiedono una maggiore scansione e controllo sui dati scambiati su queste piattaforme.

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Accessibilità tecnologica

L’abuso sessuale sui minori e la pedofilia non sono una novità. Questi atti sono antecedenti al boom tecnologico: lo scambio di materiale illegale veniva effettuato tramite videoregistratori e nastri magnetici. Il progresso della tecnologia ha dato ai pedofili più anonimato e sicurezza, oltre che la possibilità di condurre le proprie attività criminali dalla propria casa, con conseguente aumento dell’attività pedofila online.

Inoltre, c’è un altro problema: coloro che hanno subito abusi e filmati anni fa potrebbero essere ancora in pericolo, poiché i pedofili spesso cercano le loro vittime nella vita reale, a fine di estorsione.

Vi sono casi di estorsione, in cui i bambini sono stati ingannati e poi ricattati, che hanno finito per suicidarsi , poiché le vittime devono sopportare il peso del loro abuso fintanto che il materiale viene condiviso online.

La quantità di contenuti segnalati è cresciuta del 50% nell’ultimo anno, dal momento che vi sono 45 milioni di foto e video online di bambini vittime di abusi.

Le forze dell’ordine hanno pochi mezzi per far fronte a questa situazione e sono carenti di personale, le aziende tecnologiche potrebbero invece fare molto di più per trovare e segnalare materiale illegale.

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Facebook ha riportato l’85% della condivisione totale di tali dati l’anno scorso; altre società, come Apple, hanno segnalato un numero notevolmente inferiore di immagini (3000 foto in totale e zero video). Dropbox ha realizzato 25.000 segnalazioni di 250.000 foto.

Microsoft sopporta una parte enorme dell’onere, poiché il suo motore di ricerca Bing fornisce immagini di bambini vittime di abusi sessuali quando viene cercato un termine chiave.

I numeri indicano che le piattaforme più popolari al mondo pullulano di contenuti illegali. Questi report vengono rilevati dalle aziende tramite scansioni automatizzate “che riconoscono solo il materiale precedentemente segnalato“. Questo viene fatto confrontando le immagini con esempi di materiale precedentemente visionato e considerato illegale. Se vi si trova una corrispondenza, la società viene avvisata.

Sebbene ne abbiano la responsabilità, la maggior parte delle aziende tecnologiche stanno in realtà “chiudendo un occhio”, dal momento che non vi è uno standard comune per identificare i contenuti offensivi e non è facile identificare nuovo materiale.

Le aziende tecnologiche sono obbligate per legge a segnalare immagini di abusi sui minori; tuttavia questo è applicabile solo solo se li trovano. Trovare e contrassegnare tali immagini  video non è compito di queste aziende.

Come mostrano gli studi, i criminali utilizzano una tecnologia all’avanguardia per evitare la polizia e le società tecnologiche non sono sufficientemente attrezzate per affrontare il problema. I passi intrapresi dalle società tecnologiche si sono rivelati incoerenti, in gran parte unilaterali e non significativi.

Amazon non cerca nemmeno le immagini, mentre Apple non riesce a scansionare il suo archivio cloud. La crittografia delle app di messaggistica Apple e Facebook, come Facebook ha recentemente annunciato di voler fare, è preoccupante, perché il materiale scambiato non può essere scansionato.

Dropbox, Google e Microsoft lo scansionano, ma solo quando il materiale è condiviso. Gli autori di reato eludono il sospetto e l’individuazione condividendo i dettagli di accesso invece dei materiali stessi, con il risultato che i loro atti non vengono rilevati.


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Le aziende spiegano la loro mancanza di misure sufficienti attraverso le loro politiche sulla privacy. Amazon afferma che “la privacy dei dati dei clienti è fondamentale per guadagnare la fiducia dei nostri clienti”, Facebook spinge sullo stesso argomento in risposta alla reazione sulla crittografia della loro app Messenger.

Sebbene questo dia sollievo agli utenti regolari, sapendo che le loro informazioni non risultano visibili, offre alle comunità di pedofilia online più spazio per praticare i loro crimini.

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Quali metodi sono in atto adesso?

Microsoft e Hany Farid hanno creato una tecnologia di rilevamento di foto e immagini nel 2009. La tecnologia si chiama PhotoDNA . Il sistema funziona convertendo tutte le immagini in immagini quadrate, in bianco e nero. Procede quindi a suddividerle in griglie e numerare ciascuna griglia in base alle caratteristiche visive che porta che creano le “impronte digitali”.

L’immagine viene quindi confrontata con quelle illegali conosciute e, se due “impronte digitali” corrispondono, il sistema viene avvisato. Quasi nessuna delle foto rilevate l’anno scorso sarebbe stata trovata se non fosse stato per PhotoDNA. Sebbene Microsoft utilizzi ampiamente PhotoDNA per i propri servizi, questo non è disponibile per altre piattaforme.

Google ha una propria tecnologia di rilevamento video che mette a disposizione di altre società. E così fa Facebook. Il problema è che le impronte digitali generate da queste rispettive tecnologie non corrispondono tra loro e quindi non è possibile collaborare per il bene della collettività.

Una buona notizia è che nel 2017 l’industria tecnologica ha approvato un processo per la condivisione delle impronte digitali video in modo che tutte le aziende possano collaborare alla lotta alla pedofilia.

Un altro sistema creato da Microsoft si chiama Project Artemis . Invece di rilevare le immagini,  questo rileva i modelli di discorso nelle chat room online per rilevare se c’è un utente minorenne.

Vengono effettuate delle valutazioni numeriche e, se la chat riceve un certo punteggio, un moderatore umano viene avvisato di osservare la chat room sospetta.

Quando viene identificata una minaccia, essa viene segnalata alle forze dell’ordine. Microsoft ha utilizzato questa tecnologia per Xbox e Skype, piattaforme in cui è molto probabile che operino dei trasgressori. Lo strumento è fortunatamente disponibile gratuitamente per le aziende che forniscono anche funzioni di chat online, con l’aiuto di un’organizzazione senza scopo di lucro chiamata Thorn.

Un fattore necessario affinché questi strumenti siano utilizzati in modo efficiente nella lotta alla pedofilia online è che i consumatori devono acconsentire alla scansione dei propri dati, il che solleva un dilemma di priorità tra la lotta alla privacy dei dati e quella contro la pedofilia online.

La lotta alla privacy dei dati

È un problema ovvio che gli agenti delle forze dell’ordine che agiscono da bambini online per catturare gli autori di reato non siano uno strumento sufficiente per combattere questo problema crescente. La piena collaborazione delle aziende tecnologiche è urgentemente necessaria per affrontare la pedofilia online e l’accesso regolamentato al materiale scambiato sulle loro piattaforme è il modo più semplice e veloce per farlo. Le aziende dovrebbero scansionare e regolamentare il contenuto dei dati scambiati online per identificare e salvare i bambini, oltre a fermare la circolazione di immagini e video illegali e inquietanti.

Gli strumenti accessibili sopra menzionati possono funzionare solo se i messaggi non sono crittografati. La notizia di Facebook che crittografa la sua app Messenger è stata accolta con sollievo dagli utenti regolari, ma considerando la popolarità dell’app tra i trasgressori si apre il dilemma tra la lotta per la privacy dei dati e la lotta contro la privacy per contrastare la pedofilia online.

Entrambe le cose sono sicuramente degne di maggiori investimenti da parte dei giganti della tecnologia, per soddisfare tutte le esigenze.

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Photo by Alexander Grey: 

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Leggi anche: La sessualizzazione precoce dei bambini

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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
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  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

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  • 25 Feb 2021
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