Lasciarsi: intervista a Annamaria Bernardini De Pace

Lasciarsi: intervista a Annamaria Bernardini De Pace

Le interviste

 

Intervista all’Avvocato Annamaria Bernardini de Pace, di Giuliana Proietti

GP Dopo le tante storie di separazioni e divorzi che ha trattato, lei pensa ancora che esista il Vero Amore ?

AMBDP Sì, io credo che il Vero Amore esista e sia la forza che fa girare il mondo; sono anche convinta che il Vero Amore, e in genere i sentimenti, si esprimono al meglio quando c’è libertà, che non vuol dire assenza di doveri ma inesistenza di condizionamenti di qualsiasi natura: economici, psicologici, sociali. La mia esperienza di Avvocato mi suggerisce però che l’Amore, molto spesso, è male interpretato e malinteso e quindi può diventare fonte di dolore; è proprio a questo tema che ho dedicato il mio ultimo libro “Calci nel cuore”.

A30/A9

GP L’ Istat registra che, dal 1995 al 2002, in Italia le separazioni ed i divorzi sono aumentati del 50 per cento: secondo lei quale è la causa di questo fenomeno ?

AMBDP Può sembrare provocatorio, ma io penso che l’aumento delle separazioni e dei divorzi sia un dato positivo. Se infatti il matrimonio è una unione fondata sull’amore, quando l’amore finisce (e purtroppo spesso finisce) non resta che prenderne atto e separarsi, seppur nel ricordo dei sentimenti e nel rispetto del patrimonio affettivo che la coppia ha costruito (e che appartiene anche ai figli, se ci sono). A mio parere è cambiata la concezione del matrimonio e della famiglia: prima erano istituzioni sovraordinate rispetto ai singoli componenti, organizzate secondo un modello autoritario e gerarchico, che dovevano garantire sempre e comunque il soddisfacimento di bisogni materiali del gruppo, anche a scapito delle aspettative dei singoli. Oggi la famiglia è la “formazione sociale” in cui le persone si esprimono, si rispettano e si formano, è il luogo delle relazioni affettive e della realizzazione della felicità individuale. Se manca, quindi, l’amore nella coppia coniugale la separazione è inevitabile perché la convivenza diventa fonte di amarezze, disagi, delusioni continue, quando non di violenza psicologica e fisica. Molte separazioni, però, avvengono perché spesso ci si sposa senza amore e senza impegno sin dall’inizio.

GP Chi, nella coppia, decide di separarsi per primo/a e con quali motivazioni?

AMBDP Le statistiche ci dicono che sono le donne, nella maggior parte dei casi (e cioè nel 70/80% dei casi), a prendere l’iniziativa della separazione; secondo me perché sono meno inclini a vivere nel compromesso, le donne vogliono chiarezza nei rapporti. Molte donne dichiarano di volersi separare perché per es. non accettano e non riescono a superare i tradimenti del marito, oppure perché non tollerano l’invadenza delle suocere nel ménage di coppia. Quasi sempre le donne lamentano la mancanza negli uomini della protezione affettiva; le donne si separano perché si sentono abbandonate, tradite, lasciate sole di fronte alle responsabilità dai loro compagni.

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GP Dal suo osservatorio, quale tipo di coppia ha meno probabilità di arrivare ad un divorzio ?

AMBDP Sicuramente la coppia c.d. “tradizionale”, e cioè quella in cui la donna ha un ruolo subordinato a quello dell’uomo. Non è detto però che siano unioni felici, anzi.

GP In caso di separazione, può l’affido congiunto ad entrambi i genitori, essere una soluzione per evitare traumi al minore? O, per caso, ne crea di più ?

AMBDP L’affidamento congiunto (che non è l’affidamento condiviso, si badi bene) è la soluzione migliore per i figli e riduce i traumi della separazione in assenza di conflitti tra i genitori, perché è l’alternativa giuridica che permette ai genitori di essere entrambi presenti nella vita dei figli, esattamente come avveniva durante il matrimonio: i genitori devono decidere insieme tutte le questioni e i problemi dei loro figli. L’affidamento congiunto cioè consente la prosecuzione del progetto genitoriale iniziato durante la convivenza matrimoniale; diventa però drammatico nel caso in cui tra i genitori ci sia conflittualità, perché si moltiplicano le occasioni di discussione e di litigio, a spese dei figli. In queste ipotesi, è molto meglio che i figli siano affidati a un solo genitore; l’altro, naturalmente, ha sempre il potere di vigilare e di intervenire.

GP L’operato dei Tribunali dei Minorenni italiani è sempre più oggetto di critiche, tanto è vero che se ne è occupata anche la Corte di Strasburgo: lei come riformerebbe questa istituzione?

AMBDP Io sarei per l’eliminazione del Tribunale per i Minorenni e per la creazione di un Tribunale per la famiglia, legittima e naturale, con giudici specializzati e con regole processuali chiare, perché il diritto di difesa deve essere più che mai garantito quando si parla di minori e di questioni familiari in genere. Oggi, invece, mancano regole chiare e c’è la duplice competenza del Tribunale Ordinario e del Tribunale per i Minorenni che, a mio avviso, è fonte di discriminazioni per es. per i genitori che non siano sposati e che, in caso di separazione, devono rivolgersi al primo Tribunale per le questioni economiche relative al mantenimento dei figli e al secondo per le questioni relative all’affido.


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GP Molte ricerche psicologiche indicano che le donne si sentono molto più attratte dallo status dell’uomo (potere, successo, ricchezza) che non dal suo aspetto fisico. Nella sua esperienza, lei può confermare questa tendenza?

AMBDP Sì, sono convinta che le donne, a differenza degli uomini, si fanno sedurre molto di più dalla personalità che dall’aspetto fisico di un uomo.

GP Le coppie giovani durano, in media, assai meno di quelle dei loro genitori. A suo parere, chi ha la responsabilità di questi fallimenti matrimoniali: i giovani stessi, i loro genitori, la società?

AMBDP Come ho già spiegato, non è detto che l’aumento delle separazioni sia un dato negativo; è vero però che i giovani spesso arrivano al matrimonio con troppa superficialità, si sposano senza avere la consapevolezza dei loro diritti e soprattutto dei loro doveri e dopo essere rimasti più a lungo nelle famiglie d’origine. A mio avviso, bisognerebbe ridare alla famiglia il ruolo centrale e indispensabile che si merita e quindi agire di conseguenza. Non solo in termini assistenziali, ma anche in termini di informazione. Le istituzioni (e soprattutto la scuola) dovrebbero informare: chi vuole formare una famiglia deve sapere sin da piccolo che dovrà meritare questo onore, dovrà modificare le sue gerarchie individuali per gestire questa prestigiosa responsabilità. La famiglia non è un diritto né una garanzia, è una scelta seria che richiede impegno e preparazione.

GP Nella sua esperienza, mettere al mondo un figlio aiuta la coppia ad uscire dalla crisi?

AMBDP No, la coppia deve ricercare in sé le risorse per uscire dalla crisi; è sbagliato pensare di risolvere tutto mettendo al mondo un figlio. Fare un figlio è un progetto importante e una grande responsabilità; se la coppia non è in grado di gestirsi come si può pensare che possa crescere un figlio in modo adeguato? Tuttavia, spesso accade che coppie in crisi, già magari anche devastate dalla violenza, fisica o psicologica, mettano al mondo dei figli, costretti poi a loro volta ad assistere ai litigi tra i genitori. Il bisogno fondamentale di un figlio, a qualsiasi età, è quello di sentire i genitori trasmettere armonia e amore. Vivere in un clima di violenza o anche solo di indifferenza affettiva è perturbante e incide sulla formazione del pensiero e dell’affettività.

GP Sempre più coppie scelgono la convivenza. Può darci qualche breve suggerimento, dal punto di vista giuridico, su come tutelarsi nei riguardi della società e del/della partner, soprattutto se si hanno dei figli?

AMBDP Si possono fare dei contratti di convivenza, che sono validi entro certi limiti; quanto ai figli, secondo me purtroppo ci sono ancora delle discriminazioni tra figli legittimi e figli delle c.d. coppie di fatto. Un modo per eliminarle è quello di procedere alla legittimazione dei figli nati dalle unioni di fatto.

GP Nel suo ultimo libro (Calci nel cuore, edito dalla Sperling e Kupfer) lei racconta di spropositate richieste di alimenti, strumentalizzazioni dei figli e ripicche casalinghe operate da donne feroci che pensano troppo alla carriera e non si occupano dei figli, delegando tutto alle colf. Insomma, secondo lei per le donne e per la famiglia italiana era meglio quando era peggio?

AMBDP Io penso che la violenza nelle relazioni familiari ci sia sempre stata; la differenza è che oggi si ha il coraggio di parlarne. L’uso della parola “mobbing” è recente, quanto meno nell’ambito della famiglia; la prima sentenza italiana in cui si parla di mobbing in famiglia è del 2000, così come è nuovo l’uso del termine “stalking” per indicare le piccole molestie assillanti quotidiane, ma il fenomeno è antichissimo. E’ la vecchia crudeltà mentale. Come sostengo nel libro “Calci nel cuore”, la vera novità forse è che oggi la violenza non è più una prerogativa esclusiva degli uomini. La rivoluzione sessuale e sociale ha affermato la dignità giuridica della donna, ma le ha anche fornito armi che spesso usa con una ferocia inimmaginabile, tanto da diventare a volte una “mamma cattiva”, o anche una “vittima” in perfetta malafede, che proprio nel sacrificio percepisce l’essenza del suo potere. Nel libro c’è un capitolo, curato dall’Avvocato Valeria De Vellis, che offre tutte le informazioni indispensabili a proteggere i figli e a proteggersi dal carnefice, uomo o donna che sia.

 

GP Infine, ci permetta un piccolo elemento di gossip: perché tutte le donne ricche e famose si rivolgono a lei per separarsi: per fini utilitaristici o perché il marchio ‘Bernardini De Pace’ è diventato uno status symbol da sfoggiare, per rendere la separazione meno dolorosa?

AMBDP Penso che sia solo una questione di fiducia.

Giuliana Proietti

Relazione sull'Innamoramento - Festival della Coppia

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Chi è ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE ?

L’avvocato Annamaria Bernardini de Pace è esperta in diritto di famiglia, avendo trattato circa 10 mila cause di separazioni, divorzi e affidi. Per l’Editore Sperling e Kupfer, ha pubblicato:

Separiamoci insieme (con Luciana Alagna)
Cuore contro cuore (con Luciana Baldrighi)
Legati da un soffio
Calci nel cuore (2004)

Per l’Editore Rizzoli ha pubblicato:

Le ragioni degli affetti. Matrimoni, divorzi, figli: c’è sempre una risposta

Il suo ultimo libro è Mamma non m’ama (2005)

Psicolinea.it © 2004

Immagine: Studio De Pace


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