Lo studio dell’omosessualità agli albori della sessuologia

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L’omosessualità è una caratteristica genetica o un comportamento appreso? La società dovrebbe concedere agli omosessuali gli stessi diritti degli eterosessuali? L’omosessuale è una persona “normale” o ha in sé qualcosa di patologico? Queste sono le domande che in questi giorni anche le persone che normalmente non si interessano di questo argomento si pongono, sollecitate dal dibattito politico sulle unioni civili.

E’ interessante sapere che queste domande non sono affatto nuove, visto che il mondo scientifico se le pone da circa un secolo, con la nascita della sessuologia e lo studio non moralistico della sessualità umana.

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La scienza sessuologica nacque infatti ad opera di tre grandi pionieri: Albert Moll (1862-1939), Sigmund Freud (1856-1939) e Magnus Hirschfeld (1868-1935), che vengono oggi considerati i più influenti sessuologi del ventesimo secolo. Uno dei primi argomenti di cui si occupò la sessuologia fu l’omosessualità, soprattutto grazie a Moll e a Hirschfeld.

Per capire le domande di oggi può essere utile ripercorrere quel periodo storico, quelle spinte al cambiamento sociale di fine ottocento e quell’idea che si faceva strada, per cui anche la sessualità umana, nelle sue varie sfaccettature, potesse essere studiata e compresa.

Per calarci in quelle atmosfere possiamo seguire il cammino, personale e professionale, dello psichiatra tedesco Albert Moll (1862-1939), soffermandoci in particolare sulle accese rivalità che ebbe con gli altri due sessuologi.

Albert Moll
Albert Moll

In Italia Albert Moll è poco conosciuto, poco citato e pubblicato, anche se recentemente gli studiosi sembrano averlo riscoperto, in articoli e convegni, perché per capire bene la storia della sessuologia scientifica e delle varie teorie sulla sessualità (ivi compresa l’omosessualità), non si può prescindere da questo autore, così profondamente immerso nella cultura fin-de-sciècle e legato, per tanti versi, alla psicologia medica, alla sessuologia, all’etica professionale e alla stessa storia ebraica.

Figura di spicco negli ambienti medici di Berlino, Albert Moll si interessò di argomenti diversi, come l’ipnosi, la psicologia, la parapsicologia, l’occultismo, la sessuologia e l’etica medica; scrisse libri popolari e articoli in riviste scientifiche e, come professionista, fu spesso ascoltato come esperto in diversi casi giudiziari sensazionali della sua epoca.

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Il suo primo cavallo di battaglia fu sicuramente l’ipnosi e l’ipnotismo, tanto che nel 1889 pubblicò il libro “storia dell’ipnotismo”, corredata da suoi esperimenti, la cui stesura fu sostenuta dallo psichiatra svizzzero Auguste Forel e dal filosofo Max Dessoir. Il libro fu un successo a livello mondiale nell’ambiente medico, tanto che William James lo definì un libro “straordinariamente completo e giudizioso” (nei Principi della Psicologia, II volume). Moll si riteneva un esponente della scuola di ipnosi di Nancy, di Liébeault e Bernheim, e contribuì moltissimo a introdurre l’ipnosi e la psicoterapia in Germania. Ovviamente si trattava di ipnosi medica: Moll era infatti fautore dell’ipnosi quanto contrario ad ogni forma di misticismo, occultismo e spiritismo. Si dedicò infatti allo studio della parapsicologia, ma solo per poterla criticare, e offrì spiegazioni psicologiche ai fenomeni paranormali. Spesso si impegnò per smascherare medium e spiritisti.

Il campo di interesse che gli procurò il maggiore successo professionale fu tuttavia quello della sessuologia, in cui ebbe a che fare con Sigmund Freud (1856-1939) e con Magnus Hirschfeld (1868-1935), con i quali ebbe rapporti molto difficili: per anticipare gli argomenti che seguiranno, possiamo ricordare che Moll sosteneva che il primo lo avesse copiato e che il secondo fosse solo un ciarlatano, incapace di usare il metodo scientifico.

Purtroppo per Moll il risultato di questa accesissima rivalità ha avuto come sviluppo il fatto che, ancora oggi, Freud viene ricordato come il fondatore della psicoanalisi e il padre del movimento psicoanalitico, mentre Hirschfeld è stato riscoperto, soprattutto dal mondo gay, in quanto ideatore del primo movimento omosessuale tedesco e della Weltliga für Sexualreform [Lega Mondiale per la riforma sessuale], nonché fondatore del primo istituto di sessuologia al mondo. Albert Moll e il suo lavoro sono stati invece in gran parte dimenticati e oscurati dalla maggiore fama raggiunta dai suoi colleghi-rivali: solo un piccolo numero di storici della medicina e sessuologi hanno studiato Moll e il suo lavoro, nonostante sia stato una figura di grande rilievo fra i medici tedeschi della Repubblica di Weimar.

Freud
Sigmund Freud

Moll vs. Freud

Una delle grandi rivalità che Moll dovette affrontare nella sua vita professionale fu il rapporto con Sigmund Freud. Freud infatti era entrato nel mondo della sessuologia dopo di lui, nel 1905, con il suo Drei Abhandlungen zur Sexualtheorie [Tre saggi sulla teoria sessuale], un lavoro di sole ottantatre pagine, che però viene stampato e discusso ancora oggi.

In questo libro Freud respingeva la maggior parte delle convinzioni che la sessuologia aveva fino ad allora accumulato nei dati sperimentali ed empirici e rifiutava la sua terminologia e le sue teorie. Nella prima nota dei Tre Saggi si legge infatti:

I dati che vengono riportati nel mio primo saggio sono tratti dalle note pubblicazioni di v. Krafft-Ebing, Moll, Moebius, Havelock Ellis, Näcke, v. Schrenk-Notzing [correttamente: Schrenck-Notzing] Löwenfeld – Eulenburg, J. Bloch [correttamente: I. Bloch] M. Hirschfeld nonché dai lavori pubblicati nello Jahrbuch für sexuelle Zwischenstufen curati da questo ultimo autore. Poiché in queste opere si trova anche il resto della bibliografia sul tema, ho ritenuto superfluo fornire indicazioni particolareggiate.

Attraverso questa mossa, che il sessuologo tedesco Volkmar Sigusch definisce “arrogante ma geniale”, Freud evitò di fatto di menzionare le opere dei suoi predecessori e si appropriò di alcuni concetti e terminologie, senza citare il dibattito precedente. I termini “autoerotismo”, “zone erogene” e “libido”, ad esempio, non furono invenzioni freudiane, in quanto erano già largamente in uso nella sua epoca fra gli addetti ai lavori. La principale originalità di Freud fu di sintetizzare idee e concetti che per la maggior parte erano sparsi o parzialmente organizzati, e di applicarli direttamente alla psicoterapia.

Freudiana

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Tra i testi e gli autori dimenticati da Freud vi fu naturalmente anche la Libido sexualis di Albert Moll, pubblicata nel 1897, ben otto anni prima dei Tre Saggi. In questo libro Moll anticipava molte delle teorie sessuali, successivamente rivendicate da Freud e dagli psicoanalisti come loro invenzioni. Moll, come i medici francesi Ernest Chambard (1851-1900) e Charles Féré (1852-1907) e lo psicologo Alfred Binet (1857-1911), aveva già utilizzato la definizione “centri erogeni”, o “zone erogene” ed aveva dedicato una notevole attenzione clinico-empirica alla risposta sessuale, al desiderio e alle emozioni d’amore nei bambini, e perfino a quello che poi sarebbe diventato il “complesso di Edipo” di Freud. Scriveva infatti: “l’attrazione per l’altro sesso, con tutti i segni di voluttà, appare molto prima della pubertà. Conosco casi in cui attrazione per l’altro sesso, innegabilmente causata dal desiderio sessuale, può essere osservata all’età di cinque o sei anni”.

Moll parlava di una “sensazione voluttuosa, una sorta di solletico” che i bambini sentivano nei genitali e di erezioni che apparivano “molto tempo prima della pubertà”, cui seguiva spesso la masturbazione, anche in bambini di uno o due anni di età.

Dopo la pubblicazione dei Tre Saggi sulla Sessualità, nel 1905, Freud e Moll cominciarono a discutere su chi dei due avesse per primo pensato a quelle teorie. Moll non mancò di ricordare nelle sue pubblicazioni che: “l’inconscio di Freud è, nei primi lavori, secondo Steyerthal, nient’altro che il subconscio di Dessoir e Moll”.

Freud, dal canto suo, non lo riconosceva pubblicamente, ma certo non poteva non sapere che Moll aveva già, nel 1897, parlato della ‘normalità’ della sessualità infantile, in modo sistematico, anche con dimostrazioni empiriche. Quando la Wiener Psychoanalytische Vereinigung [Società Psicoanalitica Viennese] ‘discusse’ il libro di Moll, Das Sexualleben des Kindes [La vita sessuale del bambino], si fece spesso riferimento al presunto cattivo carattere dell’autore, piuttosto che ai contenuti del libro. Secondo il verbale della riunione, Freud disse: “Il carattere di Moll è conosciuto fin troppo bene. Hirschfeld si è già lamentato di lui amaramente. E’ un pedante, malizioso, gretto. Egli non è capace di avere idee chiare… “

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Moll non fu più tenero nei confronti di Freud. Ad esempio, nel descrivere una sua visita a Freud nel 1909, disse: “… Freud mi ricevette con le parole: <<Nessuno ha mai diretto contro di me, fino ad ora, attacchi come il vostro. Mi si accusa di manipolare i dati dei pazienti>>. Per dimostrare questo tirò fuori una copia del mio libro sulla ‘vita sessuale del bambino’ e, piuttosto agitato, mi mostrò la sezione del libro.”

Freud parlò della visita di Moll in una lettera a Jung, del 16 maggio 1909 : “In breve, egli è una bestia, di base non è un medico; ha la costituzione intellettuale e morale di un leguleio* …. Egli ha inquinato la mia stanza come il diavolo in persona, e io non l’ho … messo al suo posto come avrei dovuto. Ora, naturalmente, dobbiamo aspettarci attacchi ancora peggiori da lui.”

Nel 1912 Moll pubblicò il suo Handbuch der Sexualwissenschaften [Manuale di Scienze sessuali] ed ebbe anche l’incarico di correggere le bozze del famoso Psychopathia sexualis di Richard von Krafft-Ebing. Il sessuologo britannico Havelock Ellis (1859-1939) fu molto influenzato dal lavoro di Moll, tanto che lo cita più spesso di qualsiasi altro esperto, tra cui Krafft-Ebing, il sessuologo Iwan Bloch (1872 -1922), lo stesso Freud, o Hirschfeld.

Magnus Hirschfeld
Magnus Hirschfeld

Anche il rapporto tra Moll e Hirschfeld fu molto velenoso sul piano professionale. Eppure, i due avevano molto in comune: Moll proveniva infatti da una famiglia di commercianti di Lissa, Hirschfeld da una famiglia di medici di Kolberg. Entrambi appartenevano alla stessa generazione ed erano cresciuti in condizioni socio-economiche simili, in famiglie ebraiche. Entrambi avevano studiato medicina e viaggiato molto. Entrambi avevano preso le distanze dal giudaismo, tanto che Moll si era convertito al protestantesimo luterano (fu battezzato nel 1895 e lasciò la congregazione ebraica nel 1896). Secondo i loro scritti, si identificavano entrambi nella cultura tedesca. Nessuno dei due era sposato e non avevano, per quanto se ne possa sapere oggi, dei figli. Entrambi avevano inoltre pubblicato il loro primo lavoro in campo sessuologico sul tema dell’omosessualità e non avevano particolarmente in simpatia gli psicoanalisti (da essi ricambiati).

C’era qualcosa che li differenziava nettamente: Moll era eterosessuale e Hirschfeld omosessuale (tendente al travestitismo, termine che peraltro coniò egli stesso) anche se l’interessato non scrisse mai nulla sul proprio orientamento sessuale, probabilmente per evitare di essere attaccato dai suoi nemici. Spesso comunque Hirschfeld venne definito un ‘omosessuale’, anche in pubblico: una semplificazione che sicuramente ignorava le sottigliezze e le preferenze personali, ma che fu utilizzata anche dal suo amico Karl Giese, in conversazioni private.

Dopo aver vissuto per qualche tempo a Parigi, Hirschfeld cominciò a svolgere l’attività di medico generico a Magdeburgo, fino a che, nel 1896, pubblicò un opuscolo anonimo dal titolo Saffo e Socrate, che trattava di amori omosessuali. Questo fu il suo primo passo nei confronti dell’impegno professionale e civile per il movimento omosessuale.

Nel 1897 infatti Hirschfeld fondò il Wissenschaftlich-humanitäres Komitee (Comitato scientifico-umanitario), allo scopo di difendere i diritti degli omosessuali ed abrogare il discusso paragrafo 175, una sezione del codice penale tedesco, mutuato dal Codice Penale Prussiano, che dal 1871 rendeva illegale l’omosessualità.

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Se Moll si considerava un ‘ricercatore di verità oggettiva’, un cultore della scienza pura, non legato a posizioni politiche, Hirschfeld era piuttosto il rappresentante di un mondo che cercava di mediare fra scienza e diritti umani: era soprattutto un riformatore e il suo desiderio era quello di raggiungere la giustizia sociale tramite l’approccio scientifico (il suo motto era ‘per scientiam ad iustitiam‘).

Moll affermò spesso che Hirschfeld aveva “una sua problematicità“, alludendo al suo orientamento sessuale e lo accusò, senza mezzi termini, di essere un agitatore politico. Moll non poteva pensare che una persona così poco virile, effeminata e oggetto di scienza egli stesso, potesse essere allo stesso tempo il protagonista di una ricerca sincera e obiettiva, su come trattare i pazienti in modo imparziale e esaminare i loro comportamenti sessuali. Una certa antipatia verso il collega poteva inoltre essere dovuta al fatto che Hirschfeld aveva in un certo senso sfidato la leadership e l’esperienza di Moll, presentandosi come esperto nei tribunali, nonostante il fatto che Moll avesse pubblicato ‘la prima monografia moderna sull’omosessualità’ (così definita dal medico tedesco Hodann Max, nel 1937).

Moll aveva in effetti pubblicato il suo libro sull’omosessualità nel 1891, ben prima che Hirschfeld cominciasse a dedicarsi ai diritti degli omosessuali (1896) e ben prima che Freud affrontasse per la prima volte le tematiche sessuali (1905). Moll, per fare un esempio, aveva già coniato il termine “inversione sessuale” e abbozzato la teoria del “terzo sesso” (che poi fu ripresa e portata molto più avanti da Hirschfeld).

Fino al 1905 Moll e Hirschfeld sembravano andare d’accordo. Moll era stato, peraltro, uno dei primi a firmare la petizione voluta da Hirschfeld per il Wissenschaftlich-humanitäres Komitee [Comitato scientifico-umanitario] che chiedeva l’uguaglianza giuridica degli atti compiuti da omosessuali ed eterosessuali con persone di età superiore ai sedici anni. Moll stesso aveva accusato di ipocrisia e di incoraggiamento al ricatto i sostenitori della legislazione contro l’omosessualità. Si doveva permettere, sosteneva Moll, che i soggetti adulti potessero fare ciò che volevano all’interno delle proprie mura, purché non violassero i diritti di terzi.

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Un anno dopo queste dichiarazioni Moll cambiò idea e pubblicò un articolo sulla rivista di Hirschfeld, Jahrbuch für sexuelle Zwischenstufen, in cui si schierava contro il comitato. Moll sosteneva nell’articolo che in certi ambienti l’obiettività è una vera rarità e che le persone interessate ad un problema tendono a percepire le proprie azioni come sane e giuste, piuttosto che come patologiche e riprovevoli. Quando gli omosessuali affermavano di comportarsi come sentivano di fare, diceva ancora Moll, ciascuno tendeva a ‘ricordare ciò che gli faceva comodo’. Secondo Moll non tutto ciò che è naturale è sano e non tutto ciò che è appreso è sbagliato. Non gli interessava tuttavia definire se l’omosessualità fosse ereditaria o acquisita, ma insisteva sul fatto che il trattamento dell’omosessualità fosse necessario perché negli adulti questa caratteristica era ‘un fenomeno sicuramente patologico’.

Il conservatore Moll attaccò il socialista Hirschfeld con crescente ferocia: definiva gli insegnamenti del collega un ‘veleno’ per ogni omosessuale che era interessato a una ‘cura’, e si dichiarava in particolare preoccupato per la pedofilia omosessuale. Pensava inoltre che il ‘pericolo dell’omosessualità fosse molto superiore’ rispetto al momento in cui aveva firmato la petizione del Comitato scientifico-umanitario.

Per la ‘conversione del desiderio sessuale omosessuale’, la prima terapia riparativa della storia, Moll proponeva trattamenti psicologici come l’auto-educazione e l’ipnosi. Le visite a bordelli dovevano invece essere, secondo lui, sconsigliate: ‘Devo ammettere che per me l’omosessualità è ancora il male minore rispetto a una infezione da sifilide’. Moll consigliava all’omosessuale di coltivare pensieri leciti e di non esaltare la propria omosessualità: solo in questo modo avrebbe potuto ottenere la simpatia degli eterosessuali e abbattere i loro pregiudizi. Tuttavia, questo non avrebbe potuto essere raggiunto se gli omosessuali avessero continuato a rappresentarsi come persone perfette: cioè “che non avevano da preoccuparsi né del medico, né del giudice “.

Hirschfeld, detto anche l’Einstein del sesso, la pensava in modo letteralmente opposto e voleva che gli omosessuali facessero “outing” (pratica politica di rivelare pubblicamente l’orientamento sessuale di persone segretamente non eterosessuali) su chi era contrario alla petizione, la quale peraltro era stata sottoscritta da personaggi del calibro di Albert Einstein, Hermann Hesse,Thomas Mann, Rainer Maria Rilke e Lev Tolstoj.

Sulla base di questi successi, nel 1919 Hirschfeld fondò a Berlino, l’Institut für Sexualwissenschaft (Istituto per la ricerca sessuale). L’ascesa in Germania del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori bloccò le attività di Hirschfeld, che era ebreo, sessuologo e comunista, oltre che omosessuale. Poiché Hitler non vedeva di buon occhio nessuna di queste categorie, non stupisce che il Führer lo definì “il peggiore degli ebrei in Germania” e che il sessuologo subì una frattura del cranio dopo essere stato avvicinato in strada e picchiato dai nazisti.

Hirschfeld, per sfuggire a queste persecuzioni, si rifugiò a Parigi. Il rivale di sempre, Albert Moll, denunciò la sua fuga, perché non poteva sopportare che il suo nemico si potesse rifare una vita all’estero. Nel 1933, dopo che Hitler assunse il potere, l’Istituto della Ricerca Sessuale fu assalito e vandalizzato dai nazisti, che versarono inchiostro su foto e documenti, giocando al calcio con i manufatti erotici conservati al suo interno. Hirschfeld era seduto in un cinema di Parigi, quando trasmisero un cinegiornale che mostrava il rogo del suo istituto, dove fu bruciato un suo busto, insieme a 100.000 volumi; esperienza che lo psichiatra definì una partecipazione al suo funerale.


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Dopo l’ascesa del nazismo, nessuno di questi tre pionieri della sessuologia, tutti di lingua tedesca, tutti di origine ebrea, tutti sessuologi, ebbe vita facile: Hirschfeld morì nel 1935 per infarto cardiaco, mentre era in esilio a Nizza; Freud fu aiutato a scappare con la famiglia in Inghilterra dalla facoltosa ex paziente Marie Bonaparte, bene introdotta negli ambienti diplomatici internazionali; Moll morì nel 1939 a Berlino, umiliato dai nazisti (gli fu perfino impedito il funerale religioso, malgrado la conversione), lo stesso giorno del rivale Sigmund Freud (23 Settembre). La sua morte passò quasi inosservata da parte della comunità scientifica internazionale.

… E noi siamo ancora qui, dopo più di cento anni, a chiederci se gli omosessuali debbano avere o no gli stessi diritti degli altri esseri umani.

Nota:

* tono spregiativo per indicare la pedanteria, la cavillosità o, in altri casi, la scarsa capacità professionale.

Dr. Giuliana Proietti

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Fonti bibliografiche:

Sigusch V. The Sexologist Albert Moll – between Sigmund Freud and Magnus Hirschfeld. Medical History. 2012;56(2):184-200. doi:10.1017/mdh.2011.32.
Magnus Hirschfeld, Wikipedia
Albert Moll, Wikipedia
Albert Moll, University of Durham

Immagini:
Wikipedia

Pubblicato anche su Huffington Post


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