I retroscena del Congresso di Salisburgo (27 Aprile 1908)

Ernest Jones. Arrivò a Salisburgo il giorno prima che iniziasse il Congresso. Quando varcò la soglia dell’Hotel Bristol si sentì “distintamente nervoso in quanto ultimo arrivato, relativamente parlando, fra un gruppo numeroso di persone che si conoscevano già“. Jones aveva allora 29 anni e fu presentato a Freud da Jung la sera prima del Congresso. Jones conosceva già i libri di Freud, che aveva iniziato a leggere a Londra.
Mi impressionò molto – raccontò poi – che a Vienna ci fosse un uomo realmente capace di ascoltare ogni singola parola detta dai suoi pazienti… Non avevo mai sentito di qualcun altro che lo facesse”.

Karl Abraham. Abraham era uno psichiatra tedesco che aveva lavorato al Burgholzli sotto la direzione di Bleuler e Jung e che aveva ora aperto uno studio psicoanalitico a Berlino. Jung era geloso di lui, perché Freud mostrava avere una certa predilezione verso Abraham e non ne faceva mistero. Una volta Freud scrisse a Jung: “ Sin dall’inizio sono stato molto ben disposto verso Abraham perché affronta di petto il problema della sessualità” sottintendendo che gli avrebbe fatto piacere vedere in Jung lo stesso interesse. (S. Freud – lettere fra Freud e Jung 1906-1913, Boringhieri).

Quando, dopo un lungo rapporto epistolare Freud conobbe Abraham lo trovò inibito. “Penso che non riesca a rilassarsi perché lo tormentano incertezze che conosco fin troppo bene: è ebreo e si preoccupa per il suo futuro” ebbe a dire di lui Freud.

Sandor Ferenczi. Ferenczi aveva conosciuto Freud due mesi prima del Congresso di Salisburgo. Era un neurologo ungherese di 35 anni, il quale passò completamente dalla parte di Freud dopo il Congresso, introducendo in Ungheria le teorie freudiane, tra il sarcasmo dei colleghi.

Eugen Bleuler. Bleuler era presente al Congresso di Salisburgo, ma non presiedeva l’assemblea come Freud avrebbe voluto.

Abraham Brill. Brill aveva appena finito di tradurre in inglese l’ultimo libro di Jung sulla schizofrenia, Psicologia della Dementia Praecox, e aveva dichiarato che senza dubbio dopo Freud quell’opera andava a gettare le fondamenta della mdoerna psichiatria interpretativa. Lui era l’allievo di Freud che avrebbe dovuto introdurre in America i concetti della psicoanalisi.

Dopo il Congresso le difficoltà fra Abraham e Jung continuarono. Freud ammonì Abraham: “Sia tollerante e non dimentichi che seguire il mio pensiero è davvero più facile per lei che per Jung, perché innanzi tutto lei è completamente indipendente, e poi i legami di razza la rendono più vicina alla mia costituzione intellettuale, mentre lui è cristiano e figlio di un pastore: può cercare di raggiungermi solo lottando contro grosse resistenze interne. Per questo la sua adesione è ancora più preziosa. Stavo quasi per dire che è solo da quando è entrato in scena lui che la psicoanalisi non corre più il rischio di diventare un affare di stato fra ebrei”.
Ed ancora, sulla razza: “Immagino che l’antisemitismo svizzero represso sia stato a me risparmiato e diretto con maggiore forza contro di lei. Ma penso che se noi ebrei vogliamo collaborare con altre persone dobbiamo sviluppare un po’ di masochismo, prepararci a sopportare una certa dose di ingiustizia. Non c’è altro modo di lavorare insieme… Ah, perché non riesco ad avervi tutti e due, lei con la sua dedizione e Jung con il suo entusiasmo?” (Ernest Jones, Vita e Opere di Freud).

Dr. Giuliana Proietti

Fonte: Donn, Freud e Jung, Leonardo

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