
L’ospedalizzazione degli anziani e le funzioni cognitive
Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta
L’invecchiamento della popolazione è una delle sfide più rilevanti per i sistemi sanitari moderni. Tra le molteplici criticità che emergono, l’ospedalizzazione ripetuta o prolungata delle persone anziane rappresenta un fattore di rischio spesso sottovalutato per il declino delle funzioni cognitive.
Declino cognitivo e ospedalizzazione: una correlazione documentata
Diversi studi internazionali mostrano come l’ospedalizzazione, specie se prolungata o associata a eventi critici (chirurgia, infezioni gravi, immobilizzazione), possa accelerare il declino delle funzioni cognitive negli anziani. In particolare, la letteratura indica che i pazienti ultra 70enni presentano un rischio significativamente maggiore di sviluppare deliri acuti (delirium) o un deterioramento cognitivo persistente in seguito a un ricovero ospedaliero.
Questi dati si aggravano ulteriormente in presenza di comorbidità, polifarmacoterapia e ridotta mobilità durante la degenza.
Il ruolo del delirium
Uno dei principali fattori predittivi del deterioramento cognitivo post-ospedaliero è il “delirium”, uno stato acuto di confusione che si manifesta con disorientamento, fluttuazioni dell’attenzione e alterazioni della coscienza. Il delirium non è solo un sintomo passeggero, ma un indicatore prognostico negativo: studi longitudinali dimostrano che fino al 60% degli anziani che sperimentano un episodio di delirium in ospedale mostra un declino cognitivo anche a distanza di mesi dal ricovero (Inouye et al., 2006).
Meccanismi alla base del deterioramento cognitivo
Le ipotesi principali riguardano:
- la disconnessione ambientale (luoghi non familiari, perdita dei riferimenti quotidiani);
- la deprivazione sensoriale (soprattutto in assenza di occhiali o apparecchi acustici);
- l’immobilità prolungata e la scarsa stimolazione cognitiva;
- la frammentazione del sonno e lo stress fisiologico causato da patologie acute;
- l’uso di farmaci psicotropi o sedativi.
Prevenzione e buone pratiche cliniche
Il fenomeno non è inevitabile. Numerosi protocolli ospedalieri mirano oggi a ridurre l’impatto del ricovero sulle funzioni cognitive. Tra le strategie più efficaci si segnalano:
- la mobilizzazione precoce del/la paziente;
- il coinvolgimento dei familiari per favorire l’orientamento;
- la reintroduzione di oggetti familiari nella stanza (foto, orologi, radio);
- l’uso prudente di farmaci ad azione sul sistema nervoso centrale;
- l’intervento di figure professionali come psicologi, fisioterapisti e terapisti occupazionali per mantenere le funzioni cognitive e motorie.
Consigli pratici per caregiver e familiari
Chi si prende cura di una persona anziana ospedalizzata può svolgere un ruolo fondamentale nel preservarne le funzioni cognitive. Ecco alcune indicazioni utili:
- Favorire la comunicazione: parlare spesso con la persona ricoverata, anche solo per pochi minuti al giorno, contribuisce a mantenerla orientata e a ridurre lo stress emotivo.
- Portare oggetti familiari: fotografie, un libro amato o una coperta conosciuta aiutano a mantenere il senso di continuità con l’ambiente domestico.
- Stimolare l’orientamento: ricordare gentilmente la data, il giorno della settimana, il nome dell’ospedale e lo scopo del ricovero può ridurre la confusione mentale
- Incoraggiare il movimento: anche solo alzarsi dalla sedia o fare brevi camminate assistite, se possibile, aiuta a prevenire il declino motorio e cognitivo.
- Monitorare i farmaci: se si notano segni di disorientamento o sonnolenza eccessiva, è importante parlarne con il/la medico/a per rivedere le terapie farmacologiche in atto.
Un ricovero può essere un’esperienza disorientante, ma con attenzione e supporto si può proteggerne anche la dimensione mentale e relazionale, salvaguardando la qualità della vita dell’anziano o dell’anziana anche dopo le dimissioni.
Dr. Walter La Gatta
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Immagine:
Yourdon, Flickr

Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)
Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:
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