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Author: Dr. Giuliana Proietti

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I fratelli migliorano il processo di socializzazione del bambino

I fratelli migliorano il processo di socializzazione del bambino?

I fratelli migliorano il processo di socializzazione del bambino

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I fratelli svolgono un ruolo fondamentale nel processo di socializzazione del bambino, rappresentando una delle prime e più significative esperienze di relazione al di fuori del rapporto con i genitori. La letteratura psicologica sottolinea come i rapporti tra fratelli influenzino lo sviluppo sociale, emotivo e cognitivo del bambino, offrendo un contesto unico per l’apprendimento di competenze interpersonali. Cerchiamo di saperne di più.

Quale differenza c’è fra l’apprendimento che può venire da un genitore e quello che viene dai fratelli?

I genitori sono più adatti per l’insegnamento degli aspetti sociali più formali: come comportarsi in pubblico, come comportarsi a tavola, ecc. I fratelli e le sorelle invece sono dei modelli migliori per quanto riguarda i comportamenti più informali: come comportarsi a scuola o per strada, o, cosa più importante, come interagire con un gruppo di amici.

Perché i fratelli sono interlocutori privilegiati nello sviluppo dell’identità individuale?

Perché, attraverso l’interazione quotidiana, i bambini imparano a gestire conflitti, a negoziare e collaborare con gli altri e a sviluppare empatia. Questi processi contribuiscono a costruire competenze sociali che saranno fondamentali nelle relazioni future. I bambini con fratelli imparano precocemente a comprendere le emozioni degli altri grazie alle numerose occasioni di confronto. Inoltre, la presenza di fratelli più grandi può fungere da modello comportamentale, mentre i fratelli più piccoli offrono opportunità per sviluppare capacità di cura e responsabilità.

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I conflitti fra fratelli possono essere, a loro volta, fonte di apprendimento?

Si. I conflitti tra fratelli sono inevitabili, ma hanno anche una valenza positiva, dal momento che rappresentano un’importante opportunità di apprendimento. Attraverso questi confronti, i bambini sviluppano strategie per risolvere problemi, imparare a considerare i punti di vista altrui e regolare le proprie emozioni. L’efficacia di queste dinamiche dipende in gran parte dal supporto dei genitori nel favorire interazioni positive e corrette nel guidare la risoluzione dei conflitti in modo costruttivo.

I bambini che hanno rapporti positivi con i fratelli tendono a instaurare amicizie più solide?

Si, essi mostrano di avere non solo amicizie più solide, ma mostrano anche una maggiore adattabilità nei contesti scolastici e sociali, dal momento che dimostrano una migliore capacità di costruire legami affettivi con i coetanei.

Quando le interazioni possono non essere così positive?

Possono esserci varie ragioni per cui le interazioni si dimostrano non proprio positive o facili:

  • Differenza di età: Fratelli più vicini d’età tendono ad avere interazioni più frequenti e intense, mentre quelli con una maggiore differenza d’età possono assumere ruoli più complementari.
  • Genere: Le dinamiche possono variare a seconda che si tratti di fratelli, sorelle o combinazioni miste
  • Stile genitoriale: Un approccio equilibrato da parte dei genitori, che eviti favoritismi, è cruciale per promuovere relazioni positive tra fratelli.

I fratelli possono anche rappresentare un esempio negativo?

Si, questo è il risvolto negativo della medaglia: molti comportamenti indesiderati e antisociali come fumo, alcol o altri atti delinquenziali derivano spesso dall’insegnamento di un fratello maggiore, così come dagli amici dei propri fratelli maggiori. Ad esempio, una ragazza adolescente corre un rischio più elevato di rimanere incinta se la sorella maggiore ha avuto anch’essa un figlio da giovane.

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Cosa dovrebbero fare i genitori per garantire l’influenza positiva di un fratello maggiore?

Al fine di massimizzare l’influenza positiva di un fratello maggiore, una delle più importanti cose che i genitori possono fare è contribuire a promuovere una relazione di sostegno tra fratelli sin dall’inizio. Sappiamo infatti da studi longitudinali che, se i bambini cominciano il loro rapporto con un fratello in modo positivo sin da piccoli, è più probabile che questo rapporto possa poi continuare nel tempo.

I figli unici sono meno competenti sul piano sociale?

I bambini che crescono come figli unici non sono sempre meno competenti dal punto di vista sociale, rispetto ai bambini che crescono con i fratelli: le competenze sociali possono essere acquisite anche attraverso l’osservazione di amici, cugini, altri parenti, piuttosto che dei soli genitori.

Cosa dovrebbero fare i genitori di figli unici per favorire la socializzazione?

I genitori di figli unici dovrebbero per permettere ai loro figli di sviluppare delle relazioni positive con altri bambini durante l’infanzia , in modo che questi bambini diventino per loro una sorta di fratelli-surrogati. In questo modo essi potranno sviluppare delle competenze sociali che probabilmente non acquisirebbero se le loro interazioni fossero limitate al solo rapporto con i genitori e gli insegnanti.

I genitori di diversi figli dovrebbero comunque favorire la socializzazione esterna?

Si. I genitori che hanno diversi figli spesso non sentono la necessità di invitare a casa loro altri bambini, per giocare con i figli più piccoli, ma questo è sbagliato, perché va considerato che se fra fratelli c’è molta differenza di età, il loro rapporto può essere intenso in casa, ma le loro esperienze sociali essere diverse all’esterno della famiglia, visto che frequentano gruppi sociali diversi. In ogni caso, relazionarsi con membri esterni alla famiglia è sempre una palestra importante.

Cosa accade quando un fratello minore decide di non voler seguire le orme di un fratello maggiore?

Questo processo viene detto di ‘de-identificazione.’ Accade quando un fratello minore sceglie un percorso diverso, un modo diverso di affermare la propria identità, nello sport, nell’arte o in altre attività sociali. A volte questo è un modo per evitare il confronto con i fratelli maggiori, soprattutto se si teme di non essere sufficientemente capaci di misurarsi con loro.

Dott.ssa Giuliana Proietti 


ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINEDr. Giuliana ProiettiDr. Giuliana Proietti - Tel. e Whatsapp 347 0375949

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Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
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mail: g.proietti@psicolinea.it

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  • 20 Gen 2025
  • Dr. Giuliana Proietti
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La risata: il suo ruolo nella coesione sociale

La risata: il suo ruolo nella coesione sociale

La risata: il suo ruolo nella coesione sociale

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La risata non è semplicemente un’espressione di gioia, ma un elemento centrale della socialità umana. Il suo potere di legare le persone e di favorire il benessere individuale e collettivo la rende un tema di grande rilevanza per la ricerca psicologica e neuroscientifica. Cerchiamo di saperne di più.

Prendere sul serio la risata: il suo ruolo nella coesione sociale

Prima che un bambino impari a parlare o camminare, è già capace di ridere. Questo comportamento, apparentemente spontaneo e istintivo, svolge un ruolo cruciale nella socializzazione e nella creazione di legami interpersonali. Tuttavia, nonostante la sua importanza, la scienza ha dedicato relativamente poca attenzione allo studio della risata rispetto ad altre emozioni umane.

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Un potente strumento sociale

La risata è una forma di comunicazione non verbale che facilita le interazioni sociali, rafforzando il senso di appartenenza e migliorando il benessere individuale e collettivo. Rilascia endorfine, contribuendo alla riduzione dello stress e alla creazione di un clima emotivo positivo. Studi recenti dimostrano che ridere insieme a qualcuno sincronizza l’attività cerebrale tra le persone coinvolte, migliorando la cooperazione e la comprensione reciproca.

Secondo la professoressa Stefanie Höhl dell’Università di Vienna, la risata potrebbe fungere da meccanismo per allineare i ritmi cerebrali, facilitando la comunicazione e la sintonia emotiva tra gli individui. Questo fenomeno è attualmente oggetto di studio in ricerche che analizzano l’attività cerebrale di coppie di volontari mentre ridono insieme.

Un effetto breve ma intenso

Uno degli aspetti più interessanti emersi dalla ricerca è che la sincronizzazione cerebrale indotta dalla risata sembra avere una durata limitata: dopo circa cinque minuti, l’effetto tende a svanire. Questo suggerisce che la risata può essere uno strumento efficace per avviare e rafforzare i legami sociali, ma la sua influenza richiede un continuo rinnovamento attraverso nuove esperienze condivise.

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L’importanza della risata nei bambini

La risata non è solo fondamentale per gli adulti, ma anche per lo sviluppo sociale dei bambini. Studi su bambini in età prescolare stanno esaminando come la risata influenzi la cooperazione e l’apprendimento. L’ipotesi è che il ridere insieme possa facilitare la collaborazione tra coetanei e rafforzare i legami emotivi, offrendo spunti per applicazioni educative che promuovano il benessere e la coesione nei contesti scolastici.

Risate e salute

Quando si ride, il cuore batte più velocemente, inviando maggiore quantità di sangue nel corpo, il petto si alza e si abbassa continuamente facendo muovere i muscoli dello stomaco, che debbono lavorare di più. Poi c’è la pelle: i 15 muscoli facciali sono sottoposti tutti ad un forte esercizio quando si ride. Tutto questo irrobustisce anche il sistema immunitario, che è così maggiormente capace di far fronte ad infezioni come la tosse o il raffreddore.

Una ricerca, commissionata da UKTV Gold, ha scoperto che un’ora di risatissime riesce a bruciare 100 calorie, equivalenti ad esempio ad una barretta di cioccolata. Lo stesso ammontare di calorie viene smaltito, secondo la ricerca, con mezz’ora di sollevamento pesi o con tre quarti d’ora di faccende domestiche, come ad esempio passare l’aspiratore.

Che dire? Meglio sicuramente ridere!

Dr. Giuliana Proietti

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Una intervista sulla violenza domestica

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  • 12 Gen 2025
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La sindrome delle vacanze finite

La sindrome delle vacanze finite

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La “sindrome delle vacanze finite” è un fenomeno psicologico che molte persone sperimentano al rientro dalle vacanze, caratterizzato da una sensazione di malinconia, stress, e difficoltà ad adattarsi alla routine quotidiana. Questo stato emotivo può manifestarsi con sintomi fisici e psicologici, influenzando il benessere generale. La sindrome delle vacanze finite è amplificata da una cultura che associa le vacanze al concetto di felicità assoluta e il lavoro a doveri noiosi e faticosi. Questo dualismo crea un carico psicologico al rientro. Cerchiamo di capire meglio come gestire questa sindrome.

Perché sono utili le vacanze? 

Le vacanze sono estremamente utili per la salute mentale e fisica delle persone, e sia in campo medico, sia psicologico: in vacanza si abbandonano finalmente gli stress quotidiani e questo migliora il sonno, la pressione sanguigna diminuisce, ci si sente più rilassati.

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Cosa si intende per sindrome delle vacanze finite?

La sindrome delle vacanze finite esprime sotto forma di sintomi fisici quello che è un disagio puramente psicologico. La stanchezza, la mancanza di appetito e di concentrazione, la mancanza di sonno, dolori muscolari, tachicardia sono i disturbi somatici più frequentemente lamentati da chi rientra  dalle vacanze e deve aspettare un anno prima di poter pensare ad un altro periodo di riposo dalla routine lavorativa.

Quali sono i sintomi più comuni di questa sindrome?

Le persone che vivono questa sindrome possono presentare:

  • Sensazione di vuoto o tristezza al pensiero del ritorno al lavoro o agli impegni quotidiani.
  • Stanchezza persistente, nonostante il periodo di riposo appena trascorso.
  • Irritabilità, ansia o difficoltà di concentrazione.
  • Disturbi del sonno, come insonnia o risvegli frequenti.
  • Riduzione della motivazione e del rendimento.

Quali sono le cause principali di questo malessere?

Questa condizione è spesso legata a un brusco cambiamento tra il rilassamento e la libertà delle vacanze e le pressioni della vita quotidiana. Tra i fattori che contribuiscono troviamo:

  • Aspettative irrealistiche: Durante le vacanze, si tende a idealizzare il tempo libero, come se fosse un qualcosa di acquisito per sempre.
  • Carico di lavoro accumulato: Il ritorno al proprio lavoro spesso coincide con un aumento di responsabilità e scadenze.
  • Mancanza di flessibilità: Tornare subito a un ritmo serrato senza un periodo di transizione può accentuare il disagio.

Una Conferenza sulla Paura

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Cosa fare per attenuare il senso di malessere?

Esistono diversi modi per gestire efficacemente questa condizione e favorire un rientro più sereno:

  1. Quando si è in vacanza concentrarsi su quello che si sta facendo e vivendo, perché si tratta di esperienze nuove o insolite, che possono essere utili come spunto per modificare alcune abitudini o comportamenti sbagliati nella propria vita. Queste esperienze della vacanza dunque saranno tanto più interessanti se forniranno una motivazione a cambiare le abitudini di vita sbagliate o non soddisfacenti;
  2. Al ritorno dalle vacanze, invece di lasciarsi andare alla nostalgia, programmare subito la prossima vacanza. Anche l’attesa per una vacanza o la sua preparazione possono rappresentare una gioia, soprattutto nel cercare i modi per fare meglio di quanto si è fatto nell’ultima vacanza (es. scelta di un hotel migliore, di una spiaggia meno affollata, un volo meno costoso ecc.);
  3. Considerare la fortuna che si ha nel potersi concedere delle vacanze: non tutti possono permettersele e dunque essere nati nella parte giusta del mondo, o nella famiglia giusta, quelle cioè in cui sono contemplate le vacanze, dovrebbe essere un aiuto psicologico che permette di apprezzare di più il tempo trascorso in ferie, lontani dalla propria abituale casa;
  4. Suddividere il periodo complessivo della vacanza in più segmenti: questo dà l’impressione che la vacanza sia più lunga;

  5. Stabilire un periodo di ri-adattamento al lavoro, ritornando a casa qualche giorno prima la fine della vacanza, invece di tornare all’ultimissimo momento. In questo modo si potrà tornare alle vecchie abitudini, abbandonando quelle prese in vacanza, come l’andare a dormire tardi o fare il sonnellino pomeridiano.

  6. Mantenere piccole abitudini rilassanti, come passeggiate, hobby o momenti di svago.
  7. Infine, non attribuire troppa importanza a questi malesseri post vacanza e cercare di contrastare la malinconia pensando che la vacanza ci ha permesso di essere più forti e carichi per affrontare un nuovo periodo di lavoro, cercando di trarne dei benefici.

  8. Se i sintomi persistono o diventano invalidanti, può essere utile consultare uno/a psicoterapeuta per approfondire le cause e sviluppare strategie personalizzate.

 

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  • 8 Gen 2025
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Adolescenti stressati per il poco sonno

Adolescenti stressati per il poco sonno

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L’adolescenza è una fase di passaggio all’età adulta che porta con sé importanti cambiamenti, i quali influenzano la vita emotiva, la personalità, la vita sociale e familiare e il mondo scolastico. Il sonno è fondamentale in questo periodo della vita. Il sonno è una componente essenziale per la salute psicofisica, soprattutto durante l’adolescenza, tuttavia, diversi studi dimostrano che gli adolescenti dormono meno del necessario, con conseguenze significative sul loro benessere psicologico e sulle capacità di gestione dello stress.

Di quante ore di sonno avrebbero bisogno gli adolescenti?

Sia la National Sleep Foundation che l’American Academy of Sleep Medicine concordano sul fatto che gli adolescenti hanno bisogno di 8-10 ore di sonno a notte. Queste ore di sonno sono sufficienti per permettere ai ragazzi di mantenere la loro salute fisica, il benessere emotivo e il rendimento scolastico. Il sonno è vitale per le persone di qualsiasi età: non si può vivere senza dormire e dormire poco e male crea molti disagi e malesseri. Per gli adolescenti occorre un sonno di qualità, altrimenti non vi sono le condizioni per lo sviluppo mentale, fisico, sociale ed emotivo.

Cosa favorisce il sonno negli adolescenti?

In particolare, il sonno negli adolescenti favorisce l’attenzione, la memoria e il pensiero analitico: tutte qualità assolutamente fondamentali per l’apprendimento, che è il principale compito degli adolescenti. Data l’importanza del sonno per la funzione cerebrale, è facile capire perché gli adolescenti che non dormono abbastanza tendono a soffrire di eccessiva sonnolenza e mancanza di attenzione, che possono seriamente danneggiare il loro rendimento scolastico.

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Perché gli adolescenti dormono poco?

Le cause della carenza di sonno tra gli adolescenti sono molteplici:

  1. Ritmo circadiano alterato: durante l’adolescenza, l’orologio biologico si sposta naturalmente, portando a un ritardo nell’addormentamento. Questo fenomeno, noto come ritardo di fase del sonno, rende difficile per i giovani andare a dormire presto, anche se devono svegliarsi presto per scuola.
  2. Carico scolastico e attività extracurriculari: gli impegni accademici, sportivi o sociali spesso occupano gran parte del tempo disponibile, riducendo le ore di riposo.
  3. Uso di dispositivi elettronici: l’esposizione alla luce blu di smartphone, tablet e computer interferisce con la produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno.
  4. Ansia e stress: le preoccupazioni legate alla scuola, alle relazioni e alle aspettative sociali possono impedire un riposo sereno.

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Quali sono gli effetti della privazione di sonno?

La mancanza di sonno negli adolescenti è associata a una serie di problemi:

  • Difficoltà cognitive: il sonno è cruciale per la memoria e l’apprendimento. Dormire poco compromette la capacità di concentrazione e di risolvere problemi.
  • Tono dell’umore: dormire poco causa irritabilità e reazioni emotive esagerate. Molti disturbi psicologici come ansia e depressione sono stati collegati a un sonno scarso che, nei casi più gravi, può anche aumentare il rischio di suicidio. 
  • Aumento dello stress: la privazione di sonno altera i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, rendendo gli adolescenti più vulnerabili a irritabilità, ansia e depressione.
  • Problemi fisici: il sonno insufficiente è collegato a un aumento del rischio di obesità, diabete e problemi cardiovascolari, poiché il corpo non ha il tempo necessario per rigenerarsi.
  • Relazioni sociali: la stanchezza cronica può portare a isolamento sociale, conflitti familiari e difficoltà nelle amicizie.
  • Rischio di incidenti: preoccupante è il rischio di incidenti a causa della sonnolenza alla guida. Le ricerche hanno scoperto che la privazione del sonno può ridurre i tempi di reazione con un effetto simile a quello di un consumo significativo di alcol. Negli adolescenti, l’impatto della sonnolenza alla guida può essere, inoltre, amplificato dalla mancanza di esperienza e da un tasso più elevato di possibili distrazioni.

Come migliorare il sonno degli adolescenti?

  • Stabilire una routine regolare: andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora aiuta a regolare l’orologio biologico.
  • Ridurre l’uso di dispositivi elettronici: spegnere smartphone e tablet almeno un’ora prima di dormire favorisce un addormentamento più rapido.
  • Creare un ambiente favorevole al sonno: la stanza dovrebbe essere buia, silenziosa e a una temperatura confortevole.
  • Educare sull’importanza del sonno: sensibilizzare gli adolescenti e le loro famiglie sull’impatto del sonno sulla salute mentale e fisica può motivarli a dare priorità al riposo. 
  • Mettere in preventivo otto ore di sonno  sia nei giorni feriali che nei fine settimana.
  • Evitare caffeina e bevande energetiche, soprattutto al pomeriggio e alla sera.

In conclusione, migliorare il sonno negli adolescenti può avere un ruolo importante sia nella prevenzione dei disturbi psicologici, sia nella riduzione dei sintomi e dei rischi.

 


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Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
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Editore: Xenia, Collana: I tascabili
Anno edizione: 2004 Pagine: 128 p., Brossura
Autori: Giuliana Proietti – Walter La Gatta
 

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  • 31 Dic 2024
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Il Trascendentalismo: Origini, Principi e Impatto Culturale

Il Trascendentalismo: Origini, Principi e Impatto Culturale

Il Trascendentalismo: Origini, Principi e Impatto Culturale

Relazione sull'Innamoramento - Festival della Coppia 2023

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Il trascendentalismo è un movimento filosofico e letterario nato negli Stati Uniti nella prima metà del XIX secolo, con epicentro il New England. Questa corrente ha avuto un’influenza significativa sulla cultura, la letteratura e il pensiero occidentale, promuovendo una visione della vita basata sull’individualismo, la spiritualità e l’armonia con la natura.

Origini e Contesto Storico

Ciò che oggi conosciamo come “trascendentalismo” nacque tra i congregazionalisti liberali del New England nei primi anni del 1800. In ambito calvinista nacque un dibattito fra teologi della “Nuova Luce”, che credevano che la religione dovesse concentrarsi su un’esperienza emotiva, e gli oppositori della “Vecchia Luce”, che valorizzavano, invece, la ragione nel loro approccio religioso.

Queste “Vecchie Luci” si chiamarono prima “Cristiani liberali” e poi Unitariani.

Essi si allontanarono dal calvinismo ortodosso per due aspetti:

  1. credevano nell’importanza e nell’efficacia dell’impegno umano, in contrapposizione al più cupo quadro puritano di completa e ineluttabile depravazione umana;
  2. sottolineavano l’unità piuttosto che la “Trinità” di Dio (da qui il termine “unitariano”) e ritenevano che Gesù fosse un mortale, anche se più grande degli esseri umani.

I trascendentalisti si separarono dall’unitarianismo per la sua presunta razionalità e abbracciarono invece il romanticismo tedesco nella ricerca di un’esperienza più spirituale.

Essi sostenevano l’idea di una conoscenza personale di Dio, credendo che non fosse necessario alcun intermediario per l’intuizione spirituale. Abbracciarono inoltre l’idealismo, concentrandosi sulla natura e opponendosi al materialismo. 

Nel settembre del 1836, Ralph Waldo Emerson organizzò il primo incontro di quello che in seguito sarebbe stato chiamato Transcendental Club. Insieme, il gruppo discusse le frustrazioni dell’Unitarianismo e le loro principali convinzioni, attingendo a idee dal Romanticismo, dai filosofi tedeschi e dai testi spirituali indù, le Upanishad. I trascendentalisti iniziano a pubblicare scritti sulle loro convinzioni, a partire dal saggio di Ralph Waldo Emerson “Nature“. Altri esponenti di rilievo furono Henry David Thoreau, Margaret Fuller e Bronson Alcott, padre di Lousa May Alcott.

Nel 1840, fu creata la rivista The Dial per i trascendentalisti in modo che potessero pubblicare le loro opere.

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Brook Farm: prima comunità “utopica”

Nel 1841, un piccolo gruppo di loro, tra cui l’autore Nathaniel Hawthorne, si trasferì in una proprietà chiamata Brook Farm a West Roxbury, Massachusetts.

Emerson non si unì mai alla fattoria. Approvava la comune ma non voleva rinunciare alla sua privacy, preferendo essere un visitatore frequente. Anche Thoreau si rifiutò di unirsi, trovando l’intera idea poco attraente. Margaret Fuller la visitò ma sentì che la fattoria era destinata al fallimento.

La fattoria si dimostrò inizialmente così prospera che nel suo primo anno i membri dovettero costruire nuove case sulla proprietà per ospitare tutti. C’erano oltre 100 residenti.

Nel 1844, in seguito a una ristrutturazione che portò ulteriore crescita, la comune iniziò a cadere in un lento declino, un po’ perché i membri non credevano più nella missione, un po’ per problemi economici e un po’ per litigi fra i membri. Nel 1847, questo particolare esperimento trascendentalista terminò.

The Dial

Nel 1840 Emerson e Margaret Fuller fondarono The Dial (1840–44), il prototipo della “ piccola rivista ” in cui apparvero alcuni dei migliori scritti di trascendentalisti minori.

Declino

Verso la fine degli anni ’40 dell’Ottocento, molti trascendentalisti chiave avevano iniziato a dedicarsi ad altre attività e il movimento decadde. Con l’arrivo degli anni ’50 il trascendentalismo perse parte della sua influenza, soprattutto dopo la prematura scomparsa di Margaret Fuller, una delle principali trascendentaliste e co-fondatrice di The Dial. in un naufragio, nel 1850.

Lentamente il trascendentalismo svanì gradualmente dal dibattito pubblico.

Questo movimento è particolarmente importante perché affrancò la cultura americana da quella europea.

Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"

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Principi Fondamentali del Trascendentalismo

Il trascendentalismo si fondava su alcuni concetti chiave:

  • Centralità dell’individuo: L’essere umano è visto come dotato di una natura divina e di un’intuizione interiore che gli permette di conoscere la verità senza bisogno di intermediari. (La spiritualità non va spiegata: è qualcosa che senti). Essi consideravano l’individuo un essere puro e credevano che la società e le sue istituzioni corrompessero questa purezza. 
  • Idealismo, derivato dal Romanticismo, un movimento leggermente precedente. Invece di dare valore alla logica e alla conoscenza appresa come facevano molte persone istruite all’epoca, i trascendentalisti davano grande importanza all’immaginazione, all’intuizione e alla creatività. Consideravano i valori dell’Età della Ragione come troppo controllanti e limitanti e volevano riportare in auge un modo di vivere più “ideale” e piacevole.
  • Natura come rivelazione spirituale: La contemplazione della natura è considerata una via privilegiata per comprendere il divino e la propria interiorità. (Ad esempio, visitare un bel luogo è un’esperienza molto più spirituale che leggere un testo religioso). Essi vedevano la natura come sacra e divina. Credevano che fosse fondamentale per gli esseri umani avere una stretta relazione con la natura, che trovavano perfetta così com’era; gli esseri umani non avrebbero dovuto cercare di cambiarla o migliorarla.
  • Autonomia morale e sociale: Il trascendentalismo promuove l’autosufficienza e l’indipendenza, esaltando la libertà di pensiero e il rifiuto delle convenzioni sociali imposte. (La società e le sue istituzioni come la religione organizzata e la politica sono corrotte. Invece di farne parte, gli esseri umani dovrebbero sforzarsi di essere indipendenti e autosufficienti) Molto valore veniva dato al concetto di “pensare con la propria testa”. Le persone venivano considerate migliori quando erano indipendenti e potevano pensare con la propria testa: solo allora gli individui potevano unirsi e formare comunità ideali.
  • Critica alla religione organizzata: Pur riconoscendo la dimensione spirituale dell’esistenza, il movimento respingeva le istituzioni religiose dogmatiche, sostenendo una relazione diretta tra l’individuo e il divino. (La spiritualità dovrebbe provenire dall’io, non dalla religione organizzata).  

Sintetizzando, i trascendentalisti avevano tre valori principali: individualismo, idealismo e divinità della natura.

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Impatto Culturale e Letterario

L’influenza del trascendentalismo si estese ben oltre la filosofia, influenzando la letteratura, la politica e il movimento per i diritti civili.

Thoreau, con il suo Walden (1854), esemplificò la vita semplice e in armonia con la natura, mentre il suo saggio Disobbedienza civile divenne una fonte d’ispirazione per figure come Mahatma Gandhi e Martin Luther King Jr.

Il trascendentalismo contribuì anche all’emancipazione femminile, con Margaret Fuller impegnata nella difesa dei diritti delle donne attraverso l’opera Woman in the Nineteenth Century (1845).

Eredità Contemporanea

Le idee trascendentaliste hanno lasciato un’impronta duratura sul pensiero contemporaneo, in particolare nei movimenti ambientalisti, nella spiritualità laica e nella filosofia del self-help. La loro enfasi sull’autenticità individuale e sul rapporto con la natura risuona ancora oggi in molte correnti filosofiche e culturali. Anche di recente, film come L’attimo fuggente e Il re leone esprimono convinzioni trascendentaliste, come l’importanza del pensiero indipendente, dell’autosufficienza e del godersi il momento.

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Legame tra Psicologia e Trascendentalismo

Il trascendentalismo, pur essendo nato come movimento filosofico e letterario, presenta punti di contatto significativi con la psicologia, specialmente in relazione alla comprensione della mente, della coscienza e del benessere individuale. Il dialogo tra queste due discipline si sviluppa attorno a temi come l’autoconsapevolezza, la ricerca di significato e la relazione tra individuo e ambiente.

Autoconsapevolezza e Intuizione

Uno degli elementi centrali del trascendentalismo è l’idea che l’essere umano possieda un’intuizione innata, una forma di conoscenza diretta e immediata che va oltre la ragione logica. Questo concetto può essere messo in relazione con la psicologia umanistica di Carl Rogers e Abraham Maslow, che enfatizzano la crescita personale e la realizzazione di sé come processi guidati dall’autoconsapevolezza e dall’esperienza interiore.

Maslow, in particolare, con la sua teoria della gerarchia dei bisogni e del concetto di esperienza di picco, sembra richiamare l’idea trascendentalista di un’esperienza diretta e profonda del divino o dell’assoluto nella vita quotidiana.

Relazione tra Mente e Natura

La contemplazione della natura come via di introspezione e guarigione, tipica del trascendentalismo, ha riscontri nella psicologia ambientale e nella terapia basata sulla natura. Studi recenti dimostrano come l’esposizione alla natura possa migliorare il benessere psicologico, ridurre lo stress e favorire la mindfulness. Questa connessione tra natura e salute mentale rispecchia l’idea trascendentalista di una relazione armoniosa tra individuo e ambiente come fonte di equilibrio interiore.

Spiritualità e Benessere

Il trascendentalismo promuove una spiritualità individuale e non dogmatica, che può essere accostata alla psicologia transpersonale, una corrente che esplora le esperienze spirituali e mistiche come parte integrante dello sviluppo umano. Autori come William James, con il suo studio Le Varietà dell’Esperienza Religiosa, hanno analizzato come tali esperienze possano contribuire al benessere psicologico e alla trasformazione personale.

Autodeterminazione e Libertà Individuale

L’accento posto dal trascendentalismo sull’autonomia individuale e sul rifiuto delle convenzioni sociali si riflette nella psicologia positiva e nelle teorie dell’autodeterminazione, che sottolineano l’importanza di perseguire scopi personali autentici per il benessere psicologico. La libertà di pensiero e l’invito all’autenticità, promossi da Emerson e Thoreau, risuonano con il concetto di self-actualization di Rogers e Maslow.

Critiche al Trascendentalismo

Nonostante il trascendentalismo abbia esercitato un’influenza significativa sul pensiero filosofico, letterario e sociale, il movimento è stato oggetto di diverse critiche, sia da parte di contemporanei sia di pensatori successivi. Le principali obiezioni riguardano il carattere idealistico, l’individualismo estremo e l’approccio astratto alla realtà sociale.

Spiritualità sulla religione organizzata

Per la maggior parte delle persone, l’aspetto più scioccante del trascendentalismo era che promuoveva la spiritualità individuale rispetto alle chiese e ad altri aspetti della religione organizzata. La religione era la pietra angolare della vita di molte persone in quel periodo, e qualsiasi movimento che dicesse che la religione era corrotta e occorreva rinunciarvi era incomprensibile per molti.

Idealismo e Astrattezza

Una delle critiche più frequenti al trascendentalismo è il suo eccessivo idealismo. La fiducia nella capacità dell’individuo di raggiungere la verità attraverso l’intuizione è stata considerata da molti come una visione ingenua o irrealistica. Filosofi come George Santayana hanno contestato l’idea di una conoscenza diretta e immediata della verità, sostenendo che la mente umana è soggetta a errori e illusioni.

Inoltre, il trascendentalismo è stato accusato di trascurare la complessità e le contraddizioni della natura umana, offrendo una visione eccessivamente ottimistica delle potenzialità individuali.

Individualismo Estremo

Se da un lato il trascendentalismo ha promosso la libertà di pensiero e l’autenticità personale, dall’altro ha offerto poche risposte alle disuguaglianze sociali e alle dinamiche collettive.

Critici come Orestes Brownson, inizialmente vicino al movimento, sottolinearono come l’enfasi sull’individuo potesse condurre a una visione egoistica e isolazionista, incapace di affrontare le ingiustizie sociali.

Scarso Impegno Sociale

Paradossalmente, pur celebrando la libertà e l’uguaglianza, il movimento non ha sempre affrontato in modo incisivo le questioni sociali del tempo, come la povertà o le discriminazioni di genere e razza.

Visione Antiscientifica

Il trascendentalismo ha privilegiato l’intuizione e l’esperienza soggettiva rispetto all’indagine scientifica, risultando spesso in un rifiuto implicito del metodo empirico. Questa posizione è stata contestata dai sostenitori del positivismo, che consideravano la scienza come l’unico strumento affidabile per conoscere la realtà.

Ideali utopici irrealistici

Alcune persone consideravano l’attenzione dei trascendentalisti sul godersi la vita e massimizzare il loro tempo libero come irrimediabilmente ingenua e idealistica. Le critiche si concentravano spesso sulle comunità utopiche che alcuni trascendentalisti creavano per promuovere la vita in comune e l’equilibrio tra lavoro e fatica. Nathaniel Hawthorne, che soggiornò all’esperimento di vita in comune di Brook Farm, detestò così tanto la sua esperienza che scrisse un intero romanzo, The Blithedale Romance , criticando il concetto e le credenze trascendentaliste in generale.

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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

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