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Tag Archives: Coppie e Relazioni di coppia

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"Ti amo": dirlo e scriverlo

“Ti amo”: dirlo e scriverlo

“Ti amo”: dirlo e scriverlo

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Le relazioni di coppia dei nostri giorni non seguono più i vari iter che un tempo aiutavano le persone a cercare il partner giusto per un rapporto di coppia stabile.

Fino a qualche decennio fa le persone si incontravano, uscivano per qualche appuntamento, decidevano di non uscire con nessun altro, i due partner imparavano a fidarsi l’uno dell’altra, si innamoravano, pronunciavano quelle classiche due paroline, poi o si fidanzavano e magari si sposavano, oppure si lasciavano e ricominciavano tutto da capo. con un’altra persona.

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Oggi i rapporti sono molto meno lineari e sono più ambigui, nel senso che non si esprimono più con chiarezza i propri sentimenti, dal momento che non si è mai del tutto certi di quello che prova l’altro. L’ambiguità  dà un senso di protezione: se non si specifica all’altro cosa si desidera dal rapporto, qualsiasi strada può essere intrapresa in futuro e la paura del rifiuto o della delusione si attenua.

Dire “ti amo” sembra oggi davvero molto impegnativo, almeno nella nostra lingua. Non c’è alcun problema nel dire “ti voglio bene”: lo si dice a un amico, a un collega, a un compagno di scuola, figuriamoci se non lo si possa dire, senza alcun impegno, anche alla persona con cui si esce. Dire “ti amo” è un’altra cosa.


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La difficoltà nel pronunciare le parole “ti amo” sta nel fatto che oggi è più difficile riconoscere i segni di una relazione “seria”: molte relazioni nascono con un rapporto sessuale, magari mentre entrambi i partner erano ubriachi, poi la storia può trascinarsi avanti con vari stop and go. Anche così, naturalmente, possono nascere dei sentimenti profondi, ma questi potrebbero poi essere difficili da esternare, in quanto non si sa davvero come il/la partner potrebbe prenderli, visto che spesso non si conoscono le sue reali aspettative sulla coppia.

Insomma, non ci sono più le linee-guida che un tempo rendevano le cose più facili e prevedibili. Dire “ti amo” significa impegnarsi in qualcosa che potrebbe poi deludere o comunque non funzionare nel lungo termine, per cui è molto più semplice proteggersi dietro un “ti voglio bene” o un “mi piaci da impazzire”, buttandola cioè o sull’affetto, o sul sesso. 

Allo stesso modo, le coppie scelgono oggi di “vaccinarsi” contro una relazione sbagliata attraverso la convivenza. Spesso le convivenze cominciano molto presto; si condivide tutto, tranne la propria libertà: i beni sono separati, le amicizie sono spesso personali, il tempo libero non è sempre vissuto insieme. E’ un modo per restare completamente indipendenti, in modo che la relazione possa finire senza drammi. Da una parte si tratta di una forma di pessimismo, dall’altra di sano realismo: oggettivamente le coppie che stanno bene insieme e durano nel tempo non sono moltissime.

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Autori: Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta
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C’è una teoria del comportamento del consumatore nota come “sovraccarico di scelta”, che suggerisce che quando le persone hanno troppa scelta, lo sforzo mentale richiesto per selezionare l’opzione giusta è troppo grande, per cui si finisce nell’evitare di scegliere. Le persone che cercano un partner oggi hanno così tante opzioni, fra social e siti di incontri, per cui ogni decisione viene ritardata, certi discorsi non vengono affrontati e si preferisce restare nell’ambiguità della non-scelta.

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Ecco perché dire “ti amo” a un partner può essere oggi una scelta impegnativa: si tratta, infatti, di dire parole che sono esclusive nei confronti di un partner e che, se sono state già dette a qualcuno non si può, almeno secondo le più diffuse regole di comportamento sociale, dirle ad altri.

Gli studi hanno dimostrato che sono gli uomini, di solito,  a rivelare i propri sentimenti per primi, le donne sono più caute: del resto esse rischiano molto più degli uomini nel fare una scelta sbagliata.

Tuttavia, può venire il momento di voler veramente dire “ti amo” al partner, ma di non sentirsi capaci a farlo. Come riuscirci?

Per chi non ce la facesse a dire “ti amo”, il suggerimento è questo: non concentrarsi sulle parole, ma su come vengono dette certe parole. Per far capire al/alla partner che si provano dei sentimenti e ci si sente impegnati nella relazione, può bastare uno sguardo, un gesto, un complimento, un regalo.

Un altro modo per superare la difficoltà di dichiarare il proprio amore è quello di parlarne indirettamente: ad esempio si potrebbe dire: “ho letto diverse definizioni sul concetto di ‘amore’ e sto cercando di capire quale si avvicina di più alla nostra relazione. Tu cosa ne pensi?”

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Editore: Xenia, Collana: I tascabili
Anno edizione: 2004 Pagine: 128 p., Brossura
Autori: Giuliana Proietti - Walter La Gatta

Un altro modo abbastanza facile è quello di scrivere: le parole scritte mettono meno in imbarazzo, In questo caso, si può ricorrere al classico “ti amo”, ma anche scrivere una poesia, una canzone, o un aforisma. Quello che conta è scegliere un codice di comunicazione condiviso, in modo che l’altro possa intendere il proprio messaggio nel modo desiderato.

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Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
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Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

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  • 22 Feb 2022
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Estate tradimenti e scappatelle

Estate, tradimenti e scappatelle

Estate tradimenti e scappatelle

Relazione sulle Coppie Non Monogamiche

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Arriva l’estate, la stagione che tradizionalmente porta con sé viaggi, vacanze e nuovi incontri, con un colpo di spugna sui ritmi e i limiti di un anno passato in città.

Anche le coppie più solide possono essere messe a dura prova da incontri fugaci e scappatelle di stagione, favorite dal clima caldo e dai tramonti sul mare.

Vi è mai capitato di lanciare un’occhiatina fuggevole ad una lei o ad un lui molto attraente? Qualcosa del genere può essere già tradimento, perché il desiderio fisico di un’altro/a è già un accantonare, magari per poco, chi ci vive accanto; è già l’inizio di una scappatella, magari solo nella fantasia.

L’estate, il caldo, l’abbigliamento succinto, favoriscono pensieri e comportamenti più liberi e disinibiti.

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In estate il sole e la maggiore luminosità dei colori influiscono sui nostri bioritmi, modificandoli e regalandoci atmosfere più sensuali: tanta ricchezza cromatica stimola particolarmente la vista, uno dei due sensi più rilevanti nello scatenare la nostra libido.

L’altro, l’olfatto, è reso particolarmente sensibile dal fatto che il corpo più scoperto dei nostri oggetti del desiderio ci trasmette in un soffio i suoi irresistibili odori e profumi.

La luce e i colori estivi sono anche dei potenti euforizzanti ed antidepressivi: difatti in estate le depressioni tendono a risolversi spontaneamente, anche se col rischio di ritornare prepotenti al primo ingiallir delle foglie …

D’estate quindi, nella stagione che di solito è associata al desiderio di evasione, di fuga, di vacanza anche dalle responsabilità, è più facile cedere alla tentazione di tradimenti e scappatelle: la scappatella, per definizione, è la voglia di scappare, fuggire dalla routine del lavoro, della coppia, delle regole, magari con qualcuno che ci faccia vivere momenti brevi, ma intensi.

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E questo desiderio avvicina di molto uomini e donne, che quasi in pari misura sembrano approfittare volentieri delle occasioni che il caso propone: recenti studi e sondaggi indicano che circa il 60 % di uomini e il 40 % di donne ammettono la propria infedeltà.

Sebbene poi tradire non voglia dire soltanto trasgressione sessuale, ma si può parlare di tradimento anche quando si viene meno all’obbligo di reciproca sincerità e fiducia, anche nelle motivazioni della scappatella estiva c’è un progressivo riavvicinarsi dei due sessi.

Infatti mentre un tempo il luogo comune voleva che l’uomo tradisse solo per piacere sessuale e la donna per gratificazione del proprio bisogno d’amore – trascurato dal suo lui – oggi si può osservare come anche la donna, sull’onda dell’emancipazione erotica, si conceda trasgressioni solo sessuali, senza più l’alibi dell’amore travolgente.

E’ pur vero che spesso, oltre al desiderio di non lasciarsi scappare l’attimo fuggente, si tradisce per ripicca, per vendetta contro i soprusi di partners asfissianti, oppure per rendere pan per focaccia: ma quale miglior momento che non l’estate, che tutto consente, per concedersi una breve scappatella, mai confessata e così corroborante per sé stessi e forse per la coppia?

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Una intervista sulla Timidezza

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Foto di Dainis Graveris

Dr. Walter La Gatta

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  • 1 Gen 2005
  • Dr. Walter La Gatta
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Le origini preistoriche della sessualità moderna (Sex at Dawn)

Le origini preistoriche della sessualità moderna (Sex at Dawn)

Le origini preistoriche della sessualità moderna (Sex at Dawn)

Dr. Walter La Gatta

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Sex at Dawn, in italiano In principio era il sesso, è un libro uscito in lingua originale nel 2010, tradotto in oltre 15 lingue fra cui la nostra, ed è ormai un classico, seppure controverso, sull’evoluzione dei sistemi di accoppiamento umani.

Gli autori del libro, Christopher Ryan e Cacilda Jethá, lui psicologo, lei psichiatra, attaccano in questa trattazione il matrimonio convenzionale e sostengono che la monogamia sia una invenzione umana, mentre avere più partner sessuali sarebbe la normalità nell’ambiente naturale.

Gli autori ritengono che gli psicologi evoluzionisti abbiano proiettato ipotesi e credenze moderne su società precedenti e che sia una falsa ipotesi quella per cui la nostra specie sia sempre stata principalmente monogama. (Gli psicologi evoluzionisti pensano infatti che la coppia monogama sia stata la migliore, dal punto di vista evolutivo, per permettere la sopravvivenza della specie).


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Nonostante le significative critiche alla ricerca, al ragionamento e alle conclusioni di Sex at Dawn, il libro ha ricevuto elogi da molti recensori, non ultimo il famoso Dan Savage, che ha scritto: ” Sex At Dawn è il libro più importante sulla sessualità umana da quando Alfred Kinsey pubblicò Sexual Behavior in the Human Male nel 1948″. 

Contrariamente alla ricezione dei media popolari, studiosi e accademici hanno recensito Sex at Dawn in modo ampiamente negativo.

Ryan stesso ha raccontato di aver inizialmente provato a pubblicare il libro con il prestigioso editore Oxford University Press, ma che l’opera sia stata respinta dal comitato scientifico di redazione. 

Coloro che non hanno apprezzato il libro sono stati critici sia sulla metodologia utilizzata, sia nelle sue conclusioni; i loro commenti sono apparsi in recensioni di libri, riviste accademiche sottoposte a revisione paritaria, articoli nella stampa popolare, così come in blog autopubblicati.

Sostanzialmente la maggior parte degli studiosi ha ritenuto questo libro una frode pseudo-scientifica, intellettualmente miope e ideologicamente guidata.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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Vale dunque la pena leggere una intervista a Ryan del 2020 su cosa volevano sostenere gli autori, intervista rilasciata a Next Nature a dieci anni di distanza dall’uscita del libro. Segue una sintesi e un adattamento dei contenuti dell’intervista.

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I cacciatori-raccoglitori, che sono stati i nostri antenati per oltre il 98% della nostra esistenza sul pianeta, avevano una comprensione molto diversa della proprietà e del possesso rispetto a noi. È molto importante capirlo.

Oggi la nostra società si basa sulla nozione di proprietà. Proprietà privata. Possiedi la tua casa o la affitti dalla persona che la possiede. Se il proprietario della casa ha un mutuo, ne è proprietario solo in parte, la banca possiede il resto. Possediamo debiti, possediamo credito, possediamo terra, possediamo i diritti sull’acqua. 

I cacciatori-raccoglitori itineranti, invece, sopravvivevano semplicemente cooperando e condividendo. È un concetto che gli antropologi chiamano “feroce egualitarismo”. Ciò significa che al centro della struttura sociale c’era la convinzione, ferocemente difesa, che fossero tutti sulla stessa barca e che l’unico modo per sopravvivere era condividere e aiutarsi a vicenda. 

Secondo Ryan questo è un dato supportato dai resoconti del primo contatto con le civiltà primitive, che si evince, ad esempio, dalle lettere che Cristoforo Colombo scrisse al re e alla regina di Spagna quando arrivò per la prima volta a Espanola o da studi sulla società africana contemporanea, in cui ci sono espressioni come “il posto migliore per conservare il cibo in più è nello stomaco dei tuoi amici”.

I cacciatori-raccoglitori non avevano giardini, non avevano case, non avevano animali domestici, non avevano risorse accumulate di alcun tipo. 

Si muovevano nell’ambiente, trovando ciò di cui avevano bisogno dove andavano. Se c’era una pentola, questa veniva condivisa, e questo rendeva la vita più facile a tutti, facendo a turno per trasportarla.

Nelle società di cacciatori-raccoglitori a volte si aveva successo quando si andava a caccia, ma il più delle volte non ci si riusciva.

Se si tronava a casa dopo aver ucciso un’antilope, non essendoci refrigerazione, non c’era modo di conservare quella carne. Quindi la carne si condivideva. In questo modo il gruppo sociale rimaneva coeso, cooperativo, forte e di beneficio per tutti.

La sessualità funzionava allo stesso modo: se non c’era la proprietà privata, allora perché doveva essere importante sapere chi era il padre biologico di un bambino?

Prima dell’agricoltura, dunque, il sesso era relativamente promiscuo e la paternità non era una preoccupazione. 

Al contrario, le interazioni sessuali fra i vari membri rafforzavano il legame di fiducia nei gruppi, piuttosto che causare gelosia: l’equilibrio sociale e l’obbligo reciproco erano rafforzati proprio da queste interazioni sessuali giocose. 

Con il passaggio all’agricoltura, tutto cambiò. Per la prima volta nella nostra specie, le persone possedevano terreni, edifici e animali. E quando si parla di persone, si parla ovviamente di uomini, non di donne.

Una intervista sulla Timidezza

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Il cambiamento comportava un drammatico passaggio di potere a determinati uomini e questo creò, per la prima volta, gerarchie politiche, dove ricchezza e potere andavano a braccetto.

Il motivo per cui la paternità divenne importante fu perché c’era una proprietà da trasmettere ai figli. Senza quella proprietà, non c’era preoccupazione.

Non c’era schiavitù tra i cacciatori-raccoglitori, mentre con l’introduzione dell’agricoltura c’erano case e terreni di proprietà. E le donne, a quel punto, entrarono in questo concetto di proprietà e divennero proprietà degli uomini. 

Il motivo per cui la paternità divenne importante fu perché c’era una proprietà da trasmettere ai figli.


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La non monogamia naturale, secondo gli autori, dipende dal fatto che siamo una specie evoluta. Ogni specie intelligente è curiosa e attratta dalla novità. La curiosità fa parte dell’intelligenza, forse è una delle caratteristiche centrali dell’intelligenza. E molti primati, non solo gli umani, sono attratti dalla novità nei partner sessuali.

Inoltre, in quanto animali, fa parte della nostra natura cercare nuovi partner per stimolare una salute genetica più vigorosa nella nostra prole, non in modo consapevole, ma la selezione naturale ci spinge a cercare nuovi partner. 

Ad esempio, se introduciamo una scimmia maschio in un gruppo di scimmie femmine, tutte ne sono attratte. Non importa quanto sia grande, non è importante il suo colore o il suo grado di dominanza sociale: le scimmie femmine sono attratte dalla semplice novità.

Del resto, non è vero che la passione sessuale svanisce quando svanisce la novità? L’amore, al contrario, si approfondisce grazie all’intimità, perché ci conosciamo meglio. Secondo i due autori non ha senso dire che amore e sesso debbano sempre coincidere.

Ci viene detto, dicono, che la passione sessuale e l’intimità corrano parallele, ma in realtà esse in un rapporto di lunga durata si allontanano sempre più l’una dall’altra: molte coppie oggi lo sperimentano, ne soffrono e se ne incolpano personalmente, o ne incolpano l’altro/a.

Dice ancora Ryan: “Siamo attratti dalla novità nella musica, nei film, nel cibo, nei viaggi; in praticamente ogni aspetto della nostra vita. Gli esseri umani sono sempre attratti da qualcosa di nuovo. Quindi perché la nostra sessualità dovrebbe essere diversa? Non ha senso”.

Questi, sostanzialmente, sono i concetti che Christopher Ryan e Cacilda Jetha,  hanno scritto nel libro “Sex at Dawn”, attaccando a spada tratta la consuetudine alla monogamia, che gli autori considerano niente più che una sorta di saggezza convenzionale, che ha regolato fin qui il comportamento sessuale umano.

Non mancano, nel libro, paragoni con altre culture e società. In Russia, ad esempio, sembra che il tradimento che si fa durante una vacanza estiva non produca effetti a livello di coppia. Allo stesso modo in Francia, i tradimenti non portano necessariamente al divorzio, mentre in America, l’infedeltà è una delle ragioni più comuni di divorzio.

Questo non vuol dire che l’amore romantico e la coppia di lungo termine siano meno importanti del sesso, ma gli autori si rifiutano di guardare all’amore come al miglior legame umano possibile.

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Non che la fedeltà sia impossibile, dicono, ma si tratta di una scelta culturale, volontaria: sicuramente possibile, ma non per questo naturale.

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Relazione sulla Terapia di Coppia dopo un Tradimento - Festival della Coppia 2023

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  • 14 Ott 2024
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L'infedeltà è una cosa che riguarda i maschi?

L’infedeltà è una cosa che riguarda i maschi?

L’infedeltà è una cosa che riguarda i maschi?

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Molti francesi ritengono che i maschi siano naturalmente infedeli (per il desiderio di diffondere i propri geni) e le femmine naturalmente gelose (per il desiderio di avere qualcuno che le protegga). In un libro intitolato Pourquoi les animaux trichent, (Perché gli animali tradiscono), il biologo Thierry Lodé confuta questa teoria. Lo scopo dell’amore non è la riproduzione, ha detto. L’infedeltà non obbedisce ad alcuna logica genetica.

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Che cosa è l’infedeltà ? Per i sostenitori dell’evoluzionismo “razionale” le storie d’amore riguardano solo storie di adulteri maschi, che cercano di diffondere il loro seme in tutte le donne in età fertile, al fine di perpetuare il loro corredo genetico. “Aumentando il numero di partner, questi signori espandono matematicamente il numero della loro prole, dicono i difensori della teoria neo-darwiniana ( 1 ) , che portano come prova la straordinaria ossessione di Don Giovanni ( ” mille e tre” ) . Al contrario, le femmine sarebbero principalmente interessate alla qualità del ruolo genitoriale. ” Per Thierry Lode, specialista in sessualità animale, Professore di Ecologia dell’evoluzione ed autore di un recente libro, pubblicato da Editions Odile Jacob (Pourquoi les animaux trichent), l’idea che gli animali e gli esseri umani siano guidati in maniera inconsapevole, allo scopo di perpetuare la specie, non regge alla prova della scienza. Non esiste una strategia evolutiva nascosta dietro il nostro comportamento sessuale . “La vita non ha scopo , nessun obiettivo, nemmeno quello di trasmettere un gene ad una chimerica eternità”.

Gli argomenti di Thierry Lodé sono entusiasmanti . Essi si basano su innumerevoli esempi di uccelli, mammiferi, rettili e insetti i cui comportamenti riproduttivi non sono semplicemente anarchici, ma controproducenti, o ancora peggio suicidari. Alcuni di loro sembrano seguire un istinto che non solo non ottimizza le loro possibilità di sopravvivenza, ma che li fa precipitare direttamente nella categoria degli “animali in via di estinzione”. Se i rinoceronti neri Diceros bicornis longipes ( 2) sono scomparsi dal nostro pianeta , non è solo perché essi sono stati cacciati per via delle loro corna, ha detto. Il fatto è che le femmine erano indifferenti nei loro confronti al punto che, dopo diversi giorni di estenuante corteggiamento maschile, al momento della monta essi non avevano più un’erezione sufficiente. Queste femmine, con i loro reiterati rifiuti e l’accettazione dei rapporti ogni tre-quattro anni, hanno quindi portato all’estinzione della specie.

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“L’evoluzione potrebbe essersi sviluppata in modo diverso “, non seguendo la logica di un puro desiderio di riproduzione, conclude Thierry Lodé. I ricercatori che sottomettono gli animali ad un test per studiare il ” trasferimento dei geni” , ottengono sempre dei risultati aleatori. Impossibile dedurre qualsiasi teoria sostenendo l’ esistenza di un progetto nascosto nei comportamenti coitali animali: non vi è alcun vantaggio evolutivo. Ci sono solo unioni e disunioni casuali, che non portano ad alcun beneficio in termini di aumento della fertilità , di gratificazione materiale o di miglioramento genetico. Niente. “La costruzione teorica del neo-darwinismo ha ormai raggiunto i suoi limiti , dice Thierry Lodé . Tutte le recenti scoperte dimostrano che c’è sicuramente bisogno di aprire nuove porte . ” Per aprire queste porte occorre avere le mani libere. Ecco perché Thierry Lodé ha dedicato alla teoria di Darwin i paragrafi più illuminanti, che ci costringono a ripensare ciò che abbiamo ormai acquisito come verità …

In primo luogo, Darwin non è un rivoluzionario. Prima di lui , il francese Lamarck (1744-1829) aveva già sviluppato i fondamenti della biologia evolutiva e classificato migliaia di specie, dopo un lungo lavoro. Ma questo lavoro, nel contesto della Rivoluzione francese, rimase nell’ombra : troppo radicale per il tempo . “La rivoluzione del 1789 aveva stabilito che le cose non avevano nulla di immutabile. Esse cambiavano in ragione dello sforzo di ciascuno, e non era più giustificata l’oppressione dei lavoratori da parte di una nobiltà autoproclamata . ( … ) Intimamente confuso con l’insurrezione , l’ateismo o lo spirito ribelle di questa Francia non sottomessa, il “lamarckismo ” non ha mai goduto di buona stampa”.

Quando Darwin pubblicò L’origine delle specie, il contesto era cambiato e si era maggiormente disposti ad accettare le idee della evoluzione della specie … Soprattutto se queste idee rafforzavano un nuovo sistema che si voleva stabilire. Questo sistema in Inghilterra era un brutale liberismo. La teoria di Darwin si abbinava perfettamente ai valori trasmessi dal colonialista borghese dell’epoca vittoriana. Darwin, infatti , non si contenta di riprendere la teoria di Lamarck . Egli la aggiorna, aggiungendo il concetto di “sopravvivenza del più adatto “.

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Per Lamarck , l’evoluzione è dovuta agli sforzi degli esseri viventi ( 3) . Per Darwin , “I cambiamenti riflettono una feroce lotta per la vita. Più gli organismi si moltiplicano, più peggiora la loro competizione per acquisire risorse vitali che diventano sempre più scarse. I più deboli vengono inesorabilmente sconfitti. Solo i forti possono sopravvivere , trasmettendo alla loro prole i caratteri del successo . Così ha luogo la selezione naturale. “ Poiché esso fornisce , involontariamente ( ? ) , una giustificazione scientifica ad un sistema di sfruttamento economico , il darwinismo ha goduto di un notevole successo , che dura ancor oggi : per molte persone , in Francia , sembra normale che gli uomini legittimamente si definiscano predatori sessuali, in quanto questo sarebbe nella ” loro natura”.

Anche molte donne pensano che sia l’uomo a dover fare la prima mossa … A loro spetta invece quella di selezionare il più
” rassicurante ” (muscoloso , peloso , ricco , virile e possessivo ) , perché è difficile cancellare “migliaia di millenni di comportamento adattivo in un ambiente ostile “ ( 4) con un colpo di bacchetta magica. Parlando di una “memoria rettile ” o di un istinto di sopravvivenza che nasce nel Pleistocene si fa vedere la divisione dei ruoli nella nostra società come il risultato di un lungo processo di selezione naturale; in questo modo una teoria ultra – liberista, nata nell’ Inghilterra del 19 ° secolo, è stata trasformata in una verità assoluta e definitiva.

Nota 1 / Il neo- darwinismo è emerso negli anni ’40 con la ricerca genetica . I ricercatori hanno voluto combinare i risultati di questa ricerca con la logica funzionale proposta da Darwin , la logica per cui le specie sono guidate dall’istinto di sopravvivenza dei loro elementi più forti , a seguito di un sistema di selezione feroce. I migliori sopravvivono. Alcuni genetisti si sono interessati all’idea dei ” buoni geni “.

Nota 2 / ” Il rinoceronte nero Diceros bicornis Longipes dell’Africa occidentale si è ufficialmente estinto nel novembre 2011 . Restano oggi tre sottospecie del rinoceronte nero . ” ( Fonte: Pourquoi les animaux trichent Thierry Lodé , Odile Jacob ed. ) .

Nota 3 / ” Lamarck fu il primo a dare una spiegazione scientifica alla straordinaria biodiversità. Per lui l’utilità è all’origine della differenza, e chiama questo adattamento . Il biologo fa un lavoro da naturalista molto meticoloso e dimostra che gli esseri viventi che devono affrontare le dure condizioni del loro ambiente , si adattano ad esso cambiando a seconda delle circostanze , perché si trasformano da una specie all’altra. Spiega le sue idea rivoluzionaria in Philosophie zoologique ou exposition des considérations relatives à l’histoire naturelle des animaux . Questa nuova idea è la trasmutazione. Il tempo è il ” grande organizzatore ” e già Lamarck introduce il concetto di interruzioni nella “scala degli esseri viventi”, la scala naturale, come la si pensava nel XVIII secolo. Essa suggerisce inoltre che i nuovi caratteri vengano acquisiti sotto la pressione delle condizioni ambientali e quindi consegnati direttamente ai discendenti . E’ questo concetto di ereditarietà dei caratteri acquisiti (inheritance of acquired characteristics) ciò che scatenerà il flusso di inchiostro contro Lamarck , ed è per lo stesso motivo che il termine ” lamarckiano ” viene usato in termini riduzionisti. Nonostante le proteste rabbiose dei creazionisti, Dio non è più una risposta. L’ oscurantismo sta per essere superato e la leggenda della creazione della specie andrà di pari passo. L’idea dell’evoluzione biologica sta ora cercando delle risposte scientifiche . Progressista, Lamarck partecipò con entusiasmo alla rivoluzione francese , ma non fu apprezzato nel suo tempo . ( … ) Il concetto di trasmutazione fu ampiamente diffuso in Europa nel corso del XIX secolo, in particolare in Gran Bretagna nel 1833 , da Charles Lyell , che affermò: ” Ho divorato Lamarck le cui teorie mi hanno deliziato . Mi fa piacere che abbia avuto il coraggio di ammettere al termine della sua argomentazione che l’uomo discende dall’ orangutano . ” Lyell scrisse questo quasi 30 anni prima di Darwin . “ ( Fonte: Pourquoi les animaux trichent Thierry Lodé , Odile Jacob ed. ) .

Nota 4 / Uno dei principali sostenitori del neodarwinismo si chiama Bateman . Se dobbiamo credere al ricercatore , ” i maschi possono massimizzare il loro successo riproduttivo, aumentando il numero di partner. Per questo vantaggio evolutivo, essi si trovano dunque a manipolare le femmine. Così, l’ipotesi consueta della selezione sessuale viene registrata da Bateman come una prospettiva immobile della evoluzione naturale: i maschi cercano costantemente l’opportunità di aumentare le conquiste sessuali, le femmine cercano semplicemente di scegliere il più brillante guerriero. Il neo – darwinismo è salvo e da questi desideri contrastanti nasce l’idea della migliore riproduzione possibile, ci dice Pangloss. Ma poi, a dire il vero, si deve ammettere che gli animali reali sono meno disciplinati. L’inevitabile conflitto tra i sessi produce molti disturbi che la teoria non capisce “ . ( Fonte: Pourquoi les animaux trichente Thierry Lodé , Odile Jacob ed. ) .

Agnès Giard

Articolo originale:

L’infidélité, c’est mâle ?Les 400 culs

Traduzione a cura di psicolinea.it
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Agnes Giard
Dr. Agnes Giard

Agnès Giard autrice di libri, giornalista e dottore in antropologia, ha lavorato in passato su nuove tecnologie, artisti underground e cultura popolare giapponese, prima di dedicarsi alla sessualità. Nel 2000, è diventata corrispondente per la rivista giapponese SM Sniper con cui lavora da più di dieci anni. Nel 2003 ha pubblicato un libro d’arte in Giappone: Fetish Fashion poi ha iniziato una serie di ricerche che saranno pubblicate in collaborazione con artisti contemporanei giapponesi come Tadanori Yokoo, Makoto Aida, Toshio Saeki, etc. Il suo primo libro, L’Imaginaire érotique au Japon, tradotto in giapponese, è classificato 4 ° tra i libri stranieri più venduti. La sua biografia completa è disponibile qui:
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  • 13 Ott 2013
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L’adulterio, il delitto contro il matrimonio

L’adulterio, il delitto contro il matrimonio

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L’adulterio, o infedeltà coniugale, è un fenomeno che ha suscitato dibattiti e giudizi morali attraverso le epoche e le culture. Rappresenta la violazione di un patto di fedeltà all’interno di una relazione di coppia e può avere conseguenze devastanti sul piano emotivo e relazionale. Nonostante il suo impatto negativo, l’adulterio è un comportamento piuttosto comune, e le sue cause, così come le sue implicazioni psicologiche, sono molteplici e stratificate. Cerchiamo di saperne di più.

Cosa significa “adulterio”?

ll termine “adulterio” nel suo significato originario viene dal latino “adultarare” (corrompere) ed indica la violazione della fedeltà coniugale, attraverso un rapporto sessuale e sentimentale che ha luogo al di fuori del matrimonio. In particolare, molto grave e legalmente punibile è stato sempre considerato, in tutte le culture ed in tutte le epoche, il tradimento operato dalla moglie.

Le parole “infedeltà” e “tradimento” sono sinonimi di “adulterio”?

Si, ma oggi, quando parliamo di “infedeltà” e “tradimento” non diamo a questi termini quelle accezioni particolari di riprovazione morale e di colpa che la parola “adulterio” invece implicitamente comporta.

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Come è stato percepito l’adulterio nelle varie epoche e culture?

Il “delitto contro il matrimonio” che il termine adulterio rappresenta, era considerato atto lesivo della dignità del coniuge e della unità familiare sin da epoche remotissime, in particolare se a commettere adulterio era la donna.

Infatti, nelle società antiche, l’infedeltà femminile era severamente punita, mentre quella maschile veniva spesso tollerata o addirittura ignorata.

Questo doppio standard rifletteva le dinamiche di potere patriarcali e la necessità di controllare la sessualità femminile per garantire la legittimità della discendenza.

Nel diritto greco, il reato di adulterio si configurava ogni qualvolta un uomo aveva un rapporto sessuale con una donna sposata appartenente a una classe sociale elevata, anche se vedova (avere relazioni sessuali con donne plebee era infatti considerato più che naturale e comunque non offensivo).

La donna non era considerata infatti soggetto di reato, ma solo oggetto e dunque non era per questo legalmente punibile, in quanto non considerata responsabile, anche se il marito aveva la facoltà di ripudiarla e di chiedere del denaro per compensare l’offesa subita. L’uxoricidio per motivi d’onore non era punito.

Nella società romana le leggi erano più rigide ed in alcuni periodi storici gli adulteri potevano essere anche puntiti con la morte. Nel 18 a.C. ad esempio, la lex Iulia de adulteriis coercendis concedeva al padre della donna il diritto di uccidere impunemente entrambi gli adulteri colti in flagrante e al marito il diritto di uccidere l’amante della moglie. Inoltre aveva l’obbligo di ripudiare la consorte.

L’adulterio continuò ad essere punito con molta severità, spesso anche con la morte, anche in epoca medioevale.

Nel mondo contemporaneo, l’adulterio continua a essere una questione moralmente divisiva. Alcune culture, specialmente quelle con forti radici religiose o tradizionali, mantengono un atteggiamento severo nei confronti dell’infedeltà, mentre altre sono più tolleranti o accettano la complessità delle relazioni umane. In alcuni paesi, l’adulterio è ancora considerato un crimine, mentre in altre parti del mondo, le leggi e le norme sociali stanno evolvendo verso una maggiore accettazione della diversità di modelli relazionali.

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Come era considerato l’adulterio in Italia fino a non molto tempo fa?

Nel nostro Paese la questione della legittimità del reato di adulterio fu posta alla Corte Costituzionale, per la prima volta, solo nel 1961. Infatti, questo reato appariva in contrasto con l’articolo 29 della Costituzione (che invece sancisce la parità dei coniugi).

La Corte Costituzionale in quella occasione dichiarò infondata la questione di legittimità costituzionale e la rigettò, per accoglierla solo nel 1968, anno in cui il reato di adulterio fu riconosciuto illegittimo.

Con la sentenza sentenza N. 126 del 1968, la Corte Costituzionale fece queste considerazioni sulla posizione della donna e sulla parità fra coniugi, che in Italia fino ad allora non si erano mai sentite prima:

1) la discriminazione non può trovare giustificazione nel fatto che, dovendo vincere particolari ostacoli fisiologici, la moglie adultera dimostra maggiore carica di criminosità; oppure nel fatto che l’adulterio dalla stessa commesso importa maggiori pericoli, implicando i rischi della commistio sanguinis, della usurpazione di stato del figlio, ecc. Ed invero, siffatte circostanze riposano su una distinzione per sesso esplicitamente vietata dall’art. 3 della Costituzione.

2) Non sembra che, attualmente, la coscienza collettiva annetta all’adulterio della moglie un particolare carattere di gravità, come avveniva nei tempi passati, coerentemente allo stato di soggezione morale, giuridica e materiale in cui era tenuta la donna; e non può pertanto sostenersi che esso rappresenti una maggiore offesa al bene della fedeltà coniugale, che l’art. 559 vuol tutelare.

3) Anche in riferimento all’art. 29 della Costituzione, che garantisce l’unità familiare, deve riconoscersi la illegittimità della norma impugnata. L’adulterio rappresenta un fatto dimostrativo dell’avvenuta rottura di tale unità, sicché non si vede quale sia la ragione della discriminazione, mentre qualunque limitazione del principio di eguaglianza incide sull’unità stessa, spostando l’equilibrio a favore di uno ed a danno dell’altro coniuge.

4) L’illecito comportamento della moglie rispetto alla liceità dell’identico comportamento del marito pone la prima in condizioni di inferiorità morale e giuridica e ne offende la dignità personale, costringendola a sopportare le infedeltà del marito.

In base allo stesso principio di parità, nel 1969 la Corte riconobbe anche l’illegittimità della norma che perseguiva il concubinato e abrogò entrambe le figure di illecito.

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In Italia l’adulterio veniva punito severamente?

Si. Quasi stupisce pensare che nel nostro Paese, dove si è sviluppata la civitas romana, il cristianesimo, il rinascimento ecc., l’articolo 559 del codice penale (secondo la codificazione del 1930), abbia previsto la pena di reclusione (fino ad un anno) per la moglie adultera e per il correo (cioè l’amante) e non per il marito adultero (che veniva punito solo nel caso di concubinato, ovvero del completo abbandono del tetto coniugale).

Nel caso la relazione fosse stata abituale e non occasionale, la pena poteva raggiungere i due anni di reclusione.

Oggi il concetto di adulterio rimane alla base di provvedimenti di carattere civilistico, come nelle separazioni, nei divorzi, nell’affido dei minori ecc. Chi tradisce però non è più un criminale, ma solo una persona che non ha saputo o voluto rispettare un patto: quello della fedeltà coniugale.

Cosa era il delitto d’onore?

Il delitto d’onore poteva consistere nell’uccisione della moglie adultera (o il marito), dell’amante o di entrambi: in Italia era sanzionato con pene differenti a seconda del movente alla base del delitto e disciplinato dall’articolo 587 del Codice Penale. 

L’articolo, intitolato “Omicidio e lesione personale a causa di onore” e abrogato dall’art. 1, della L. 5 agosto 1981, n. 442, stabiliva che:

Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in delitto d’onore ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni.

Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona, che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.

Se il colpevole cagiona, nelle stesse circostanze, alle dette persone, una lesione personale, le pene stabilite negli articoli 582 e 583 sono ridotte a un terzo; se dalla lesione personale deriva la morte, la pena è della reclusione da due a cinque anni.

Non è punibile chi, nelle stesse circostanze, commette contro le dette persone il fatto preveduto dall’articolo.

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Cosa accade oggi dopo un adulterio?

L’adulterio, o tradimento, come preferiamo definirlo oggi, mette ancora a dura prova la relazione di coppia. La scoperta di una relazione extraconiugale spesso innesca una crisi che richiede un’attenta valutazione della relazione stessa.

Alcune coppie decidono di separarsi, incapaci di superare il tradimento, mentre altre tentano di ricostruire la fiducia attraverso il dialogo, la terapia di coppia o altri strumenti di supporto.

Tuttavia, la ricostruzione della fiducia richiede tempo, impegno e il desiderio di entrambe le parti di lavorare sulla relazione.

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Marcello Mastroianni nel film del 1961 “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi. 

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Dr. Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

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