Freud e il caso clinico di Dora

Freud e il caso clinico di Dora

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Sopra: Ida Braun (1882–1945) (Dora)

Di che periodo è il caso di Dora?

In una lettera del 14 ottobre 1900, Freud comunicò a Fliess di avere iniziato con successo una nuova analisi. La paziente era una ragazza di diciotto anni, Dora (vero nome: Ida Braun). Freud curò questa paziente nel 1900, ma la sua storia fu pubblicata nel 1905 (Sigmund Freud, Frammento di un’analisi di isteria – caso clinico di Dora – ).

Freud scrisse all’amico:

“Il caso ha ceduto facilmente alla mia collezione di grimaldelli”, probabilmente riferendosi alle sue scoperte relative alle libere associazioni, il complesso edipico, la conflittualità inconscia, la rimozione, la resistenza, i lapsus e soprattutto i sogni, come ‘via regia verso l’inconscio’.

Cosa voleva dimostrare Freud con il caso di Dora?

Con il caso di Dora, Freud voleva soprattutto dimostrare l’origine sessuale della nevrosi isterica.


Chi era Dora?

La famiglia

Dora era una ragazza di 18 anni, appartenente ad una famiglia dell’alta borghesia. Aveva un fratello leggermente maggiore di lei, Otto, che era particolarmente attaccato alla figura materna, mentre Dora preferiva senz’altro suo padre.

La madre era infatti una donna abbastanza fredda e anaffettiva, specialmente nei riguardi della figlia.

Il padre di Dora era un uomo di personalità, un industriale di successo. Dopo aveva avuto la tubercolosi decise di trasferirsi, insieme alla famiglia, in una piccola cittadina vicino Vienna, famosa per il clima mite.

Gli amici di famiglia

Nella cittadina vicino Vienna il padre di Dora conobbe una coppia di amici, i signori K.  Frau K. aveva una relazione con il padre di Dora ed il signor K. sembrava chiudere un occhio su questa relazione, cercando in cambio di ottenere le attenzioni di Dora. Infatti,  quando Dora aveva 14 anni fu invitata dal signor K. ad una gita sul lago, durante la quale la strinse violentemente e la baciò. Dora riferì l’episodio a suo padre, il quale tuttavia non le credette.

Perché Dora venne portata da Freud

La prima volta che Freud vide Dora, la ragazza aveva 16 anni e soffriva di tosse nervosa e raucedine, sintomi che qualche tempo dopo cessarono spontaneamente. In seguito Dora fu portata nuovamente da Freud per dei sintomi psicologici: la ragazza era particolarmente scontenta di sé, trattava sgarbatamente il padre e si ribellava alla madre che voleva renderla partecipe delle vicende casalinghe, cercava di evitare qualunque tipo di relazioni sociali e desiderava abbandonare la famiglia. Il tutto fu diagnosticato da Freud come “pétite hystérie”.

Cosa pensava Freud della molestia sessuale subita dalla ragazza

Freud riteneva che l’abbraccio con il signor K., la pressione del suo membro eretto contro il corpo della ragazza (pur se non consenziente) dovessero aver prodotto eccitamento erotico in Dora, la quale, per rimuovere questa sensazione sconveniente, l’aveva sostituita con un più accettabile senso di nausea.

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Quale era l’origine dei sintomi di Dora

I sintomi somatici di Dora (svenimenti), le sue minacce al padre ed i suoi maltrattamenti, miravano, secondo Freud, ad un allontanamento tra i due amanti. Se, con tutto ciò, Dora non fosse riuscita nel suo intento, Freud vedeva comunque in questo comportamento della ragazza un modo di vendicarsi sul padre, di cui Dora era edipicamente innamorata.

L’innamoramento di Dora verso suo padre si era, per Freud, manifestato già a partire dalla prima adolescenza. Per rimuovere questi sentimenti d’amore, la ragazza, secondo Freud, li aveva convertiti in sentimenti di aperta ostilità.

Dora e i signori K

Allo stesso modo, Dora era innamorata del signor K. e non del tutto indifferente alla signora K. con la quale aveva un tempo condiviso una stanza e potuto ammirare il suo ‘adorabile corpo bianco’. Ma di Frau K. Dora ammirava soprattutto il suo essere riuscita a stabilire una relazione sessuale con suo padre, cosa che a lei non era stato possibile.

La signora K. inoltre aveva influito sulla sessualità di Dora in quanto avrebbe introdotto la ragazza ai segreti della sessualità prestandole un libro, allora considerato pornografico, del Mantegazza (un insegnante italiano che aveva pubblicato un libro sul sesso, tradotto in moltissime lingue e best seller del momento. L’autore si giustificava dicendo che l’esiguo stipendio di insegnante non gli bastava ed aveva così dovuto trovarsi altre fonti di reddito. cit. in Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, cap V).

Fine della Psicoanalisi di Dora

Dopo solo undici settimane, Dora rimase probabilmente scandalizzata dalle audaci interpretazioni del suo psicoanalista, tanto che decise di interrompere bruscamente il trattamento (con un preavviso di 15 giorni).

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Nel caso clinico vengono citati due sogni di Dora: di cosa si tratta?

Nel primo sogno, il padre di Dora sveglia la figlia perché la casa è in fiamme. Dora si veste rapidamente per uscire di casa, ma sua madre si mette a cercare i suoi gioielli prima di scappare. Il padre di Dora esclama allora che non si lascerà morire insieme ai figli per salvare il cofanetto dei gioielli di sua moglie. Freud sottolinea che “cofanetto dei gioielli” è anche una parola gergale con cui si intende la vagina.

La sua interpretazione inizia da questa osservazione. Secondo Freud, Dora era preoccupata che il suo  “cofanetto” fosse in pericolo a causa di Herr K. e che se fosse successo qualcosa sarebbe stata colpa di suo padre. Nel sogno, Dora esprime tutti i suoi sentimenti mascherandoli nel loro contrario. La situazione del sogno riguarda suo padre che la salva dal pericolo, ma suo padre in piedi accanto al suo letto rappresenta Herr K. (Freud crede che il sogno riguardi l’attrazione della ragazza per Herr K.)

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Un altro aspetto significativo del sogno di Dora è che quando la ragazza si sveglia sente l’odore del fumo.
Freud ritiene che il fumo rappresenti il ​​desiderio di Dora di baciare un uomo,  un fumatore (Freud, Herr K. e il padre di Dora sono tutti fumatori). Freud crede, infatti, che Dora abbia pensato di baciarlo durante la psicoterapia e abbia iniziato a sviluppare sentimenti per lui, attraverso il transfert.

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Nel secondo sogno, Dora camminava per una città che non conosceva, vedeva strade e piazze che le erano estranee. Entrò poi nella casa in cui viveva, e nella sua camera trovò una lettera della madre;, la quale le scriveva che, siccome aveva lasciato casa senza che i suoi  genitori lo sapessero, non le aveva voluto scrivere per dirle che il papà stava male, ma ora era morto e se voleva, poteva tornare.

Allora Dora andò verso la stazione, chiedendo ai passanti, per un centinaio di volte: ‘Dov’è la stazione?’, e ogni volta le veniva risposto: ‘A cinque minuti’. Poi vide un bosco fitto davanti a se e un uomo, al quale chiese nuovamente della stazione. La risposta questa volta fu: è a più di due ore e mezzo. L’uomo si offerse di accompagnarla, ma lei  proseguì  da sola.

Vedeva la stazione davanti a sé, ma non poteva raggiungerla. Poi si ritrovò a casa, la cameriera le aprì la porta, dicendo che la mamma e gli altri erano già al cimitero.

Freud sostiene che il sogno di Dora sia nato da una fantasia di vendetta, diretta contro suo padre. Nella sua fantasia, Dora era uscita di casa e in sua assenza, suo padre era morto di dolore.

Per un maggior approfondimento di questi sogni di Dora e del transfert, si consiglia di leggere questo articolo: I sogni di Dora (e la relativa interpretazione di Freud)

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Cosa pensava Freud di questo caso?

Nella sua analisi, Freud interpretò l’isteria di Dora come una manifestazione della gelosia in lei suscitata dal legame tra la signora K. e suo padre, oltre che una reazione ai sentimenti ambivalenti prodotti dagli approcci sessuali del signor K. nei suoi confronti.

Nel Poscritto al caso, Freud si interrogò sulle ragioni dell’insuccesso, facendo autocritica e attribuendo l’esito sfavorevole della terapia a un suo errore. Lo psicoanalista affermò infatti di non essere stato tempestivo nell’interpretare il transfert della ragazza.

Il Poscritto di questo caso è un documento di grande rilievo storico perché Freud costruì proprio con Dora la sua teoria del transfert (che consiste nel rivivere, a livello inconscio, alcuni episodi passati, nei quali il terapeuta viene visto come uno dei protagonisti della propria storia), divenuta poi il pilastro di ogni trattamento psicoanalitico.

Come è stato giudicato questo caso, in tempi più recenti?

Molti critici hanno notato, nella conduzione di questo caso clinico, che Freud non ebbe alcuna cura per il trauma subito dalla ragazza: lo psicoanalista si mostrò del tutto privo di empatia e di comprensione per Dora, a causa del suo maschilismo.

Le studiose femministe hanno visto in Dora il simbolo dell’oppressione del potere maschile sulla donna, dove Freud non aveva la parte dello scienziato neutrale, ma era espressione di quel potere maschile, di quella famiglia patriarcale, che riteneva ‘naturale’ sottomettere le donne.

Fonte principale:
Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Boringhieri

Dott.ssa Giuliana Proietti



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