Vai al contenuto
Psicolinea.it

Sito di psicologia, online dal 2001

  • About – Tutte le Info
  • Articoli
  • Terapia online
  • Contatti
  • Privacy
  • Disclaimer
  • Credits
  • Psicolinea Sitemap Page
  • Contatti
Psicolinea.it

Sito di psicologia, online dal 2001

  • Contatti
  • About – Tutte le Info
  • Articoli
  • Terapia online
  • Contatti
  • Privacy
  • Disclaimer
  • Credits
  • Psicolinea Sitemap Page

Tag Archives: Psichiatria

  1. Home
  2.  :: 
  3. Posts tagged "Psichiatria"
  4. ( Page4 )
Antipsichiatria e Legge 180

Antipsichiatria e legge 180

Antipsichiatria e legge 180

PSICOTERAPIA SESSUOLOGIA ONLINE
Anche su Instagram!


ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Alla base di questo modello della malattia mentale vi è un concetto di “violenza”, che il malato subirebbe nei suoi contatti sociali, sin dalla più tenera età. Viene puntato il dito anzitutto sulla famiglia, luogo dove vengono inibite le potenzialità del bambino e dell’adolescente, allo scopo di creare sempre nuovi sudditi del ‘sistema’: occorrono consumatori, carne da cannone, strutture di ubbidienza al potere. Gli individui così condizionati e oppressi possono affollare le fabbriche e ricostituire nuove coppie stabili, procreare altri figli, ricreare altre famiglie, e così perpetuare il ciclo.

In questa visione, tutti coloro che vogliono uscire da questo ingranaggio di mediocrità e di mortale ubbidienza, diventando cittadini liberi, vengono etichettati come nevrotici o pazzi. La famiglia viene dunque individuata come luogo primario di violenza, non solo nei casi di abuso sessuale o maltrattamenti, ma anche solo attraverso il tipo di educazione conformista impartita dai genitori.

Il malato di mente viene visto anzitutto come una vittima dell’oppressione sociale, che tenta in tutti i modi di ‘normalizzarlo’, spingendolo verso il conformismo. In questo senso la follia sarebbe dovuta ad una forma di trasgressione dalla norma sociale, anche laddove si esprima attraverso l’originalità e la genialità.

Psicolinea sempre con te
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta  - Tel. 348 3314908

Con l’antipsichiatria la scienza ufficiale viene accusata di concentrare la propria attenzione sulla malattia individuale e sulle sue basi organiche, trascurando l’origine sociale dei disturbi psichici.

La psichiatria tradizionale viene vista come una funzione necessaria al “sistema” per sopravvivere attraverso il ‘trattamento’ di tutti i devianti, che vengono esclusi definitivamente dalla vita sociale, grazie all’istituzionalizzazione.

Le ‘cure’ somministrate nei manicomi del tempo (dosi elevate di psicofarmaci, medicinali di nuova invenzione ed ancora in fase di sperimentazione, elettroshock, misure costrittive) vengono considerate forme di violenza sociale su persone fragili, che avevano già dovuto subire violenze da parte della famiglia e della società per il loro mancato adeguamento al conformismo sociale. L’antipsichiatria vuole invece tutelare i diritti di queste persone e lasciarle libere di esprimersi e di reinserirsi nel tessuto sociale.

I manicomi, considerati centri di potere molto rilevanti nell’equilibrio della comunità locale, oltre che campi di manovre clientelari e serbatoi di voti (grazie al clientelismo delle assunzioni di un numero spropositato di addetti) dovevano essere aboliti.

Clinica della Timidezza
Dal 2002 parole che curano, orientano e fanno pensare.

Così fu in Italia grazie al massimo esponente di questo movimento, lo psichiatra Franco Basaglia (1924-1980), il quale vedeva nello psicoterapeuta, nell’assistente sociale, nello psicologo di fabbrica, nel sociologo industriale, i nuovi amministratori della violenza del potere: ammorbidendo gli attriti, sciogliendo le resistenze, risolvendo i conflitti provocati dalle istituzioni in forma ‘tecnica’, apparentemente riparatrice e dunque non violenta, consentivano in realtà il perpetuarsi della violenza globale ed impedivano di fatto la guarigione dei malati.

Lo psichiatra doveva dunque rifiutare il suo ruolo, sottolineare l’origine sociale dei disturbi psichici e impegnarsi politicamente nell’eliminazione delle contraddizioni sociali, per la trasformazione della società. Così sarebbe nata una società più libera e giusta e la malattia mentale sarebbe drasticamente diminuita.

La legge n. 180 del 1978, nota come Legge Basaglia, abolì dunque gli ospedali psichiatrici ed istituì i servizi di igiene mentale, per la cura ambulatoriale dei malati di mente.

A posteriori si può senz’altro dire che grazie a questo movimento è stato possibile portare all’attenzione dell’opinione pubblica i numerosi casi di abuso e di violenza perpetrati su persone incapaci di difendersi, la ghettizzazione dei malati, il pessimismo terapeutico che li vedeva come persone ormai definitivamente ‘perse’, che andavano solo sedate ed emarginate, per il bene della società.

Con la legge Basaglia molte persone malate hanno potuto vivere una vita abbastanza ‘normale’, accanto ai familiari, avendo la possibilità di muoversi liberamente, di lavorare, di essere seguiti ‘a distanza’ da un équipe terapeutica che si occupava di migliorare, in tutti i modi, la loro esistenza.

La famiglia infatti ha un ruolo insostituibile nella vita di una persona ed i servizi sociali sono utili solo in quanto riescono ad appoggiare ed aiutare la famiglia dall’esterno.

Chiedere aiuto è il primo passo!

YouTube player

Tariffe Psicoterapia

Purtroppo però, non tutti i familiari hanno il tempo, la forza, le risorse, per farsi carico dei tanti problemi che sorgono quando qualche familiare si trova in condizioni di disabilità mentale e non sempre i servizi sociali si sono mostrati in grado di sopperire a queste carenze.

In questo senso la legge Basaglia andrebbe forse rivista, in modo da ampliare ulteriormente l’aiuto delle istituzioni alle famiglie che hanno un malato mentale in casa e che non possono essere abbandonate a sé stesse.

C’è da chiedersi tuttavia, ma è solo un’insinuazione, se non esista attualmente una potente lobby di case farmaceutiche, medici psichiatri, e quant’altro, che preme da tempo su certo mondo politico, perché questa legge Basaglia sia definitivamente dichiarata ‘fallita’: non rivista ed adattata ai tempi, ma cancellata dal nostro ordinamento, che potrebbe presto salutare la riapertura dei manicomi. Pardon, delle ‘case di cura’. Private, naturalmente… Rendendo legale ciò che adesso già si fa, tra le pieghe della legge.

Giuliana Proietti

Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti

YouTube player

 

Psicolinea.it ©

Immagine:
Wikimedia, Paola Sena

Una Conferenza sulla Paura

YouTube player

Psicolinea 20+anni di attività

Immagine

Foto di Aleksandr Firstov

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 7 Mag 2018
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
Nevrosi e Psicosi | Freud 1924

Nevrosi e Psicosi | Freud 1924

Nevrosi e Psicosi – Freud 1924

Freudiana

GUARDA I VIDEO DI FREUDIANA SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

La nevrosi è un disturbo caratterizzato da ansia, ossessioni o comportamenti ripetitivi che non alterano significativamente il contatto con la realtà. Al contrario, la psico** comporta una perdita del contatto con la realtà, spesso attraverso allucinazioni, deliri e un pensiero disorganizzato.

Sigmund Freud si occupò sicuramente più di nevrosi che di psicosi.

Questo accadde soprattutto per due differenti ragioni: la prima è che Freud era un libero professionista, che serviva la ricca borghesia viennese e non un medico ospedaliero. Dunque, alla sua osservazione arrivavano sicuramente più soggetti nevrotici che psicotici.  La seconda ragione è che Freud riteneva impossibile curare uno psicotico con la psicoanalisi, perché riteneva impossibile generare con questi soggetti un transfert positivo.

Terapia di coppia onlineINIZIA SUBITO UNA TERAPIA DI COPPIA ONLINE
CON LA DOTT.SSA GIULIANA PROIETTI
Terapia online, Individuale e di Coppia
 Tel. 347 0375949
Telefona o usa whatsapp
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

L’articolo Nevrosi e psicosi fu scritto da Freud nel 1923, mentre nel 1924 uscì “La perdita di realtà nella nevrosi e nella psicosi”. Freud si era in realtà già occupato di psicosi molti anni prima, ne 1910, analizzando il caso del Presidente Schreber, presidente della Corte di Appello di Dresda, che aveva pubblicato un libro di memorie.

Il pensiero di Freud sulla nevrosi e la psicosi può essere sintetizzato come segue:

  • nevrosi e psicosi sono diverse;
  • la nevrosi è caratterizzata dal conflitto tra l’Io e l’Es: essa si costituiva attraverso il meccanismo della rimozione delle pulsioni più arcaiche dell’Es, ad opera dell’Io e a tutela della realtà esterna.
  • la psicosi è il risultato analogo di un disturbo simile, ma che riguarda la relazione tra l’Io e il mondo esterno: la realtà esterna viene negata o sottovalutata, il che rende possibile alle forze dell’Es invadere il territorio della percezione-coscienza, frantumando le fragili difese dell’Io.
  • La nevrosi non rinnega la realtà: semplicemente non si interessa ad essa; la psicosi invece rinnega la realtà e cerca di rimpiazzarla con la realtà interna.
  •  

Una Videoconferenza su Salute e Benessere

YouTube player

Quanto alla sintomatologia,

  • nella nevrosi i sintomi sono caratterizzati dal “ritorno del rimosso” in forma compromissoria, dimostrando un fallimento nella rimozione;
  • nella psicosi si producono deliri e allucinazioni, nel tentativo di ricostruire un ordine, in risposta alla perdita della realtà data dallo strapotere dell’Es.  Ciò accade perché l’Io sente che alcuni desideri sono stati vanificati dalla realtà, per cui la realtà gli diventa intollerabile.

Prima o poi sia le nevrosi, sia le psicosi, rappresentano un ritiro dalla realtà esterna verso un mondo creato dal soggetto: il ritiro libidico dalla realtà esterna è ciò che Freud definisce “la perdita della realtà”. 

Se, nelle nevrosi, il soggetto ricorre alla fantasia per sostituire la realtà (ad esempio le fantasie infantili attorno a cui si costruiscono le basi della nevrosi adulta), nelle psicosi il soggetto sostituisce la realtà esterna con la sua versione della realtà interna.

Se la nevrosi evita un pezzo di realtà che le è intollerabile; la psicosi rimodella completamente la realtà in una forma accettabile per l’Es. Le allucinazioni, ad esempio, aiutano l’Es a evocare immagini mentali che corrispondono ai desideri della realtà interna, mentre ripudiano quelle della realtà esterna.

Nella psicosi, inoltre, non vi è consapevolezza del mancato riconoscimento della realtà esterna. Per evitare la perdita di contatto con la realtà esterna, l’Io può dunque scegliere la via della scissione, o della frammentazione. Questa è la ragione che porta poi il paziente ad esprimere comportamenti stravaganti, incoerenti, folli o perversi.

Psicolinea for open minded people

Né la fantasia nevrotica, né le allucinazioni psicotiche riescono a sostituirsi alla realtà. La conclusione di Freud è quindi che sia nella nevrosi che nella psicosi non si debba esaminare solo la perdita della realtà ,ma anche ciò che, in questi pazienti, sostituisce la realtà.

Inoltre, né in una nevrosi, né in una psicosi la realtà esterna può essere elusa nella sua interezza: la realtà respinta minaccia sempre di ritornare nella coscienza del soggetto, e questo induce ansia.

Dr. Giuliana Proietti

Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti

YouTube player

 

Leggi anche Sessualità Nevrosi e Perversioni secondo Freud 

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 20 Feb 2020
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments

Il disturbo dissociativo dell’identità (DID)

Il disturbo dissociativo dell’identità (DID)

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

YouTube player

La “doppia personalità” è spesso associata al concetto di Disturbo Dissociativo dell’Identità (DID), precedentemente noto come Disturbo di Personalità Multipla. Si tratta di un disturbo caratterizzato dalla presenza di due o più identità o stati di personalità distinti all’interno di una singola persona, ognuno dei quali può avere il proprio modo di percepire, pensare e interagire con il mondo. Cerchiamo di saperne di più.

Cosa si intende per “personalità”?

Quando si parla di personalità ci si riferisce al patrimonio neurobiologico ereditario e all’adattamento di questo alle esigenze socioculturali dell’ambiente: è da questa integrazione dinamica che si determina la ‘identità’ della persona nei suoi aspetti intellettivi, emotivi, volitivi, così come nel suo modo di rapportarsi agli altri.

Tariffe Psicoterapia

Cos’è il Disturbo Dissociativo dell’Identità?

Il Disturbo Dissociativo dell’Identità è una condizione psichiatrica in cui un individuo sperimenta almeno due identità distinte, che prendono alternativamente il controllo del comportamento. Queste identità, o “alter”, possono avere caratteristiche differenti, come nome, età, sesso e persino linguaggio o accento. Oltre a queste identità, le persone con DID spesso soffrono di amnesie, non ricordando ciò che accade mentre un’altra identità è “attiva”.

Quale è la storia psichiatrica di questo disturbo?

All’inizio del 1800, quando la psicologia cominciava ad interessarsi alla mente degli esseri umani ed al mistero del suo funzionamento (cosa che, fino ad allora, era stato argomento più attinente alla religione che alla scienza), si cominciò a parlare di “personalità multipla”.

Da allora sono stati descritti in letteratura non più di 300 casi ‘certi e documentati’ di “personalità multipla”, ma ciò nonostante questa patologia ha sempre avuto grande notorietà e fascino, sia in campo scientifico, sia in letteratura, sia nell’arte o nel cinema, perché argomento sicuramente ‘di confine’ fra scienza e fantascienza.

Il primo caso descritto in letteratura di ‘personalità multipla’ è del 1816: è il caso di Mary Reinolds, una donna che, senza alcun tipo di preavviso, cadeva in un sonno profondo che si protraeva per diverse ore, dal quale si risvegliava mostrando una personalità completamente diversa da quella di base, come se due persone distinte si alternassero in lei, ognuna ignara dell’altra. Altri casi furono descritti nel 1830 e nel 1845.

Nel 1901, attraverso il caso di Miss Beauchamp, venne introdotto nella letteratura medica il concetto di ‘personalità multipla alternante’: la paziente mostrava di essere in alcuni casi remissiva e moralista, in altri ambiziosa e aggressiva. Il medico che l’aveva in cura, Morton Prince, servendosi dell’ipnosi, evidenziò anche una terza personalità, sotto il nome di Sally e spiegò queste alterazioni della personalità postulando l’esistenza di un meccanismo cerebrale responsabile.

Nel 1911 fu introdotto nella medicina psichiatrica la diagnosi di ‘schizofrenia’ il cui sintomo principale era la ‘dissociazione’ dell’affettività del soggetto, dei suoi comportamenti, del suo stile di pensiero, del tutto insolito e scorretto da un punto di vista logico.

Con l’individuazione di questa nuova sindrome, per circa 80 anni non si parlò più di ‘personalità multipla’, in quanto le sue manifestazioni erano state conglobate nel concetto di ‘schizofrenia’, nelle sue diverse forme.

La sindrome ricomparve come categoria diagnostica negli anni ’80 del secolo scorso, nel DSM III R dell’American Psychiatric Association. Dopo una serie di pubblicazioni che avevano contribuito a risvegliare l’interesse su questa materia, essa veniva reintrodotta in ambito clinico nei ‘disturbi dissociativi’ e descritta come ‘disturbo dissociativo dell’ identità’ : con questo atto, la psichiatria medica riconosceva ufficialmente la possibile presenza, in uno stesso individuo, di più identità o stati della personalità ben distinti, indipendenti dalla volontà del soggetto, aventi una propria modalità di percepire l’ambiente, di relazionarsi ed interagire con gli altri.

Dr. Walter La Gatta

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Tariffe Psicoterapia

Il DID è ancora citato nel DSM5?

Si. Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), include il DID tra i disturbi dissociativi.

Quali persone possono andare incontro al DID?

Il DID è spesso collegato a esperienze traumatiche, soprattutto durante l’infanzia. Le persone con questo disturbo in genere hanno spesso subito abusi fisici, psicologici o sessuali intensi e prolungati.

Uno studio condotto da Ross et al. (1991) ha dimostrato che il 90% delle persone con DID riferisce di aver subito abusi infantili, suggerendo un legame forte tra il trauma e lo sviluppo del disturbo .

Quali sono i sintomi?

I sintomi principali del DID riguardano:

1. Presenza di due o più identità: Ogni identità ha una percezione distinta del mondo e di sé. Le diverse personalità possono emergere in risposta a situazioni specifiche.
2. Amnesia dissociativa: Gli individui non ricordano spesso ciò che accade mentre un’altra identità è attiva. Questa amnesia può variare da episodi brevi a lacune estese nella memoria.
3. Derealizzazione e depersonalizzazione: Le persone possono sentirsi disconnesse dalla realtà (derealizzazione) o dal proprio corpo (depersonalizzazione), sintomi comuni nei disturbi dissociativi.
4. Difficoltà nelle relazioni interpersonali: Il cambiamento tra identità può creare confusione e difficoltà nei rapporti con amici e familiari.
5. Ansia e depressione: Il DID è spesso accompagnato da altri disturbi psichiatrici, come disturbi d’ansia, depressione e disturbi dell’umore.

Una intervista sulla Eiaculazione Precoce

YouTube player

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi del DID viene effettuata attraverso una valutazione clinica approfondita, che include colloqui strutturati, osservazione e uso di strumenti diagnostici come la Dissociative Experiences Scale (DES) per misurare la dissociazione.

È importante distinguere il DID da altre condizioni come la schizofrenia o i disturbi dell’umore, poiché i sintomi dissociativi possono sovrapporsi a quelli di altri disturbi mentali.

I criteri del DSM-5  per diagnosticare il disturbo dissociativo dell’identità sono i seguenti:

  • Devono essere presenti due o più identità distinte, o stati di personalità, ognuno con il proprio modello durevole di percepire, relazionarsi e pensare all’ambiente e al sé.
  • Deve esserci amnesia, definita come incapacità nel ricordare eventi quotidiani, importanti informazioni personali e / o eventi traumatici.
  • La persona deve essere afflitta dal disturbo o avere problemi di funzionamento in una o più aree di vita importanti.
  • Il disturbo non deve derivare da pratiche culturali o religiose.
  • I sintomi non devono essere collegabili agli effetti fisiologici di una sostanza (es. alcol) o a una condizione medica generale (come le crisi parziali complesse).

Come si cura questo disturbo?

Il trattamento del DID è impegnativo e richiede un approccio integrato. Le terapie più efficaci includono:

– Psicoterapia: In questo caso l’obiettivo principale è l’integrazione delle diverse identità in un’unica personalità coesa e la gestione dei sintomi associati, come l’ansia, la depressione e l’elaborazione dei ricordi traumatici.
– Terapia farmacologica Non esistono farmaci specifici per il DID, ma i farmaci possono essere usati per trattare sintomi concomitanti come ansia e depressione.
– Terapie aggiuntive: In alcuni casi possono essere aggiunte anche tecniche di mindfulness, la terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e la terapia dell’esposizione per il trattamento del trauma.

Psicolinea for open minded people

Il DID viene sempre riconosciuto dalla comunità scientifica?

No. Il DID è stato oggetto di molte controversie nella comunità scientifica.

La comprensione di questo disturbo e dello sviluppo di più personalità è difficile, anche per gli addetti ai lavori. La diagnosi stessa rimane controversa, perché molti ritengono che questi disturbi siano semplicemente parte del disturbo  di personalità borderline.

Uno studio di Lilienfeld e Lynn (2003) ha evidenziato che alcuni pazienti con DID possono sviluppare personalità multiple in risposta a domande suggestive da parte dei terapeuti, alimentando il dibattito sull’origine del disturbo.

Tuttavia, la maggior parte degli esperti concorda sul fatto che il DID esista come condizione reale, anche se rara, e che sia legato a meccanismi di coping estremi per affrontare esperienze traumatiche.

In altre parole, il disturbo viene riconosciuto, ma si ritiene che non sia affatto frequente e pertanto non meriti una categoria diagnostica specifica: molti ritengono che si tratti di sintomi che possono essere inclusi in altre categorie diagnostiche e che questi stati dissociati della mente non possano essere considerati personalità pienamente mature, ma piuttosto rappresentino un senso di identità disgiunto.  Ecco perché in alcuni paesi questo disturbo non viene quasi mai diagnosticato, mentre in altri è abbastanza frequente: è solo un problema di definizioni.


Visita il canale YOUTUBE clinicadellacoppia

Quali sono i meccanismi che portano al DID nella visione psicoanalitica?

Secondo la psicoanalisi il DID rappresenta un meccanismo di difesa psicologico, per cui la persona dissocia, cioè separa la propria coscienza, per far fronte all’esperienza traumatica. Questa dissociazione permette di “scindere” l’esperienza dolorosa, creando personalità distinte che si fanno carico di diversi aspetti del trauma.

Lo scopo della dissociazione è quello di creare una barriera fra quello che si vuole conservare e quello che si vuole escludere dalla propria coscienza: il trasferimento avviene in questo caso in senso verticale, con lo stesso principio dei vasi comunicanti, per cui si creano più coscienze parallele.

La personalità multipla dunque potrebbe essere definita, in una visione psicodinamica, come la conseguenza di una dissociazione di una parte dei contenuti della mente, a scopo adattivo, per gestire situazioni particolarmente traumatiche e stressanti, (ad esempio un incidente, un abuso sessuale o fisico vissuto nell’infanzia, il fallimento delle relazioni familiari ecc), verso le quali il soggetto non sarebbe stato in grado di far fronte con i suoi consueti modi di affrontare la realtà, specie se il trauma è avvenuto nei primi anni di vita.

La creazione di personalità multiple è la conseguenza di una forma elaborata di rifiuto di certi contenuti psichici, per consentire la salvaguardia di un nucleo sano del Sé, riferendo tutto il vissuto negativo ad altre persone diverse da Sé.

Questi meccanismi si attiverebbero in particolare nell’infanzia, perché in questo periodo della vita è abbastanza comune abbandonarsi a ricche produzioni fantastiche, che includono la presenza di amici o nemici immaginari.

Clinica della Timidezza
Dal 2002 parole che curano, orientano e fanno pensare.

Come si cura questo disturbo in psicoanalisi?

Il trattamento si orienta verso l’integrazione graduale dei vissuti traumatici del soggetto, così che l’immagine di Sé precostituita possa lentamente assimilare il Sé traumatizzato, imparando a rievocare il proprio passato e a vivere la propria identità personale in maniera meno confusa.

Per risolvere la dissociazione, il trauma deve essere guardato apertamente, anche nei suoi eventuali risvolti di colpa o di vergogna, avendo l’accortezza di non esporre troppo precocemente il paziente a ricordi per lui intollerabili. La terapia deve essere graduale e per questo l’ipnosi si presta molto bene, per le sue caratteristiche di accendere e spegnere i ricordi con una certa facilità.

Terapia di Coppia

Quanto è comune il disturbo dissociativo dell’identità ?

Molte persone possono temere di avere una personalità dissociata, o multipla, perché sentono in se stesse dei cambiamenti repentini nel modo di pensare o di reagire.  In realtà il disturbo dell’identità dissociativa è una forma piuttosto grave di psicopatologia: un processo mentale che produce una mancanza di connessione nei pensieri, nei ricordi, nei sentimenti, nelle azioni o nel senso di identità di una persona.

In particolare, il DID ha la caratteristica di essere rarissimo.

Qual è la differenza tra Disturbo dissociativo dell’identità (DID) e schizofrenia?

Il Disturbo Dissociativo dell’Identità (DID) e la schizofrenia sono due condizioni psichiatriche diverse, sebbene spesso confuse a causa di alcune somiglianze superficiali, come la frammentazione della realtà percepita. Tuttavia, queste condizioni differiscono per sintomi, cause e trattamenti. Ecco una panoramica delle principali differenze tra DID e schizofrenia:

  • La schizofrenia è una grave malattia mentale caratterizzata principalmente dall’ascoltare o vedere cose che non sono reali e pensare o credere cose che non hanno evidenza nella realtà. 
    Gli episodi psicotici, in particolare, sono caratterizzati da allucinazioni (vedere o sentire cose che non esistono) e deliri (credenze false e distorte).

  • Il Disturbo Dissociativo dell’Identità (DID) è caratterizzato dalla presenza di due o più identità o personalità distinte che controllano il comportamento di una persona in momenti diversi. Le persone con DID possono avere lacune nella memoria riguardo ad avvenimenti quotidiani, informazioni personali o eventi traumatici, come se non ricordassero ciò che è accaduto mentre un’altra identità era attiva. 
  • Similitudini e Differenze: sia il Disturbo Dissociativo dell’Identità che la schizofrenia sono disturbi mentali gravi, ma essi differiscono notevolmente in termini di sintomi, cause e trattamenti. Il DID è caratterizzato da identità multiple e dissociazione ed è spesso legato a traumi infantili, mentre la schizofrenia coinvolge principalmente episodi psicotici, allucinazioni e deliri, ed ha cause neurobiologiche. 

Quale è la prognosi del DID?

La prognosi del DID varia in base alla gravità dei traumi e alla risposta alla terapia. Alcune persone possono raggiungere un’integrazione completa delle loro identità e vivere una vita stabile, mentre altre potrebbero continuare a sperimentare episodi dissociativi nel tempo.

Dr. Walter La Gatta

Immagine
Pexels 



Leggi anche Doppia personalità e casi giudiziari

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

Psicoterapie individuali e di coppia
Terapie Sessuali
Tecniche di Rilassamento e Ipnosi
Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali.

Per appuntamenti telefonare direttamente al:
348 – 331 4908
(anche whatsapp)
email: w.lagatta@psicolinea.it

Visita la pagina Facebook e il profilo Twitter

Visita anche www.walterlagatta.it

www.clinicadellatimidezza.it
I Social
  • 20 Ott 2024
  • Dr. Walter La Gatta
  • 0 Comments

Disturbo narcisistico di personalità: che cosa è?

Disturbo narcisistico di personalità: che cosa è?

Dr. Walter La Gatta

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Tariffe Psicoterapia

Cos’è il disturbo narcisistico di personalità?

Il disturbo narcisistico di personalità è un disturbo psicologico caratterizzato da un senso esagerato di autostima, un forte bisogno di ammirazione e una mancanza di empatia verso gli altri. Questo disturbo può influenzare le relazioni personali, lavorative e sociali.

Da cosa prende il nome questa sindrome?

Questa sindrome prende il nome da Narciso, un cacciatore della mitologia greca. Secondo il mito, la dea Nemesi lo fece innamorare della propria immagine riflessa in una fonte, fino a che morì consumato da questa vana passione, trasformandosi nel fiore omonimo.

Dr. Walter La Gatta

Quali sono i sintomi facilmente osservabili di questo disturbo?

I sintomi più comuni del soggetto con personalità narcisistica sono i seguenti:

  1. Si sente speciale e unico, per cui crede di meritare trattamenti speciali e privilegi: successo, popolarità, ricchezza, bellezza, amore, ecc.;
  2. Spesso attribuisce a sé capacità straordinarie, non sempre realistiche;
  3. Si prefigge spesso standard irragionevolmente elevati;
  4. Si vanta o esagera i propri successi;
  5. E’ preoccupato di sapere cosa pensano gli altri di sé;
  6. Cerca costantemente conferme e approvazioni dagli altri per mantenere l’immagine grandiosa che ha di sé;
  7. Non è in grado di comprendere o sentire i bisogni e i sentimenti degli altri;
  8. Dice cose che potrebbero ferire gli altri;
  9. Non ricambia la gentilezza o l’interesse che gli altri dimostrano nei suoi confronti;
  10. Stringe amicizie o relazioni con persone che accrescono la propria autostima o il proprio status, per poterle utilizzare;
  11. Ha frequenti dubbi su se stesso/a e, in mancanza di complimenti avverte un senso di vuoto dovuto a una autostima molto fragile;
  12. Spesso manifesta invidia per il successo altrui;
  13. Si sente spesso oggetto di invidia da parte degli altri;
  14. Utilizza gli altri per raggiungere i propri obiettivi, senza preoccuparsi delle conseguenze;
  15. Ha atteggiamenti altezzosi o si comporta come se fosse superiore agli altri.

Come viene classificato questo disturbo nel DSM?

 Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, quinta edizione della revisione del testo dell’American Psychiatric Association (noto anche come “DSM-5-TR™” o semplicemente “DSM-5®”) lo classifica sulla base di nove criteri. Occorre averne almeno cinque per ricevere una diagnosi di NPD (disturbo narcisistico della personalità).

Esistono dei test per fare questa diagnosi?

No, non ci sono test diagnostici, di laboratorio o di imaging che possano aiutare a diagnosticare l’NPD.

Una intervista sulla Timidezza

YouTube player

 

L’apprezzamento di sé del narcisista riguarda anche l’aspetto fisico, come nel caso di Narciso?

Si, oltre all’intelligenza, al carisma, alle abilità di vario genere che il narcisista pensa di possedere, sicuramente si ritiene anche di piacevole aspetto.

Quanto è comune il disturbo narcisistico di personalità?

Secondo i dati della ricerca, tra lo 0,5% e il 5% delle persone negli Stati Uniti potrebbe esserne affetto. I soggetti con questa sindrome sono soprattutto maschi. 

Una intervista sulla Eiaculazione Precoce

YouTube player

Quali sono le cause del disturbo narcisistico di personalità?

Per ora si ritiene che i principali fattori che contribuiscono a questo disturbo siano sia genetici che ambientali. Potrebbe esserci un collegamento tra esperienze infantili negative, come traumi, rifiuto, abbandono e mancanza di supporto durante l’infanzia: tutto questo può contribuire allo sviluppo di tratti narcisistici.

Allo stesso modo, avere genitori iperprotettivi può portare un bambino a crescere aspettandosi e pretendendo dagli altri lo stesso trattamento che ha ricevuto dai genitori.

Come si cura il disturbo narcisistico di personalità?

Il trattamento del disturbo narcisistico di personalità solitamente comporta una qualche forma di psicoterapia. Si tratta di un intervento difficile perché in genere il narcisista non riconosce di avere questo disturbo.

Le terapie più efficaci includono:

  • Psicoterapia cognitivo-comportamentale: Mira a modificare i modelli di pensiero disfunzionali e a migliorare la capacità di relazionarsi con gli altri.
  • Psicoanalisi o Terapia psicodinamica: Cerca di esplorare i conflitti interiori profondi e le insicurezze che possono essere alla base del narcisismo.
  • Psicoterapia di gruppo: Permette al paziente di comprendere meglio come si relaziona con gli altri e di sviluppare una maggiore empatia.
  • Terapia farmacologica: In alcuni casi, farmaci antidepressivi o stabilizzatori dell’umore possono essere prescritti se coesistono altri disturbi come depressione o ansia.

Dr. Walter La Gatta

ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE

Quali sono gli eventi della vita che possono aiutare il narcisista ad avere questo disturbo?

Occorrono cambiamenti negativi significativi, come la  perdita del lavoro, un fallimento economico, un divorzio, una malattia, ecc.   

Cosa fare se ci si rende conto di avere questa sindrome?

Anzitutto cercare conferma presso un terapeuta: le autodiagnosi non sono mai oggettive.

Inoltre, è importante riconoscere che una psicoterapia può essere di aiuto per imparare a gestire le proprie emozioni e per formare e gestire le proprie relazioni sociali e personali.

Le persone con disturbo di personalità narcisistica hanno un rischio maggiore di “abbandonare” la psicoterapia, prima che essa possa dare i suoi risultati. Questo è il rischio maggiore per questi soggetti, che sono praticamente incurabili perché nessun terapeuta è mai considerato alla loro altezza e competenza.

Come si sente un narcisista?

Nonostante il comportamento arrogante e il bisogno costante di ammirazione, molte persone con disturbo narcisistico di personalità soffrono interiormente di profonde insicurezze e di scarsa autostima. Vivono nel terrore di essere scoperti come “impostori”, e ogni critica o fallimento può minacciare seriamente il loro fragile ego. Spesso, la grandiosità che esibiscono esternamente è una maschera per nascondere queste paure.



Quali sono le principali paure di un narcisista?

Le sue principali paure sono:

  • Paura del rifiuto: paura di essere rifiutati o respinti, poiché questo mina la propria immagine di perfezione.
  • Paura dell’insuccesso: un fallimento può distruggere l’immagine grandiosa di sé.
  • Paura di perdere il controllo: la perdita di controllo distruggerebbe il castello di carte delle proprie sicurezze esibite, per cui questa paura genera ansia e frustrazione.

Come si vive con un narcisista?

Vivere con una persona narcisista può essere estremamente difficile. La mancanza di empatia, il bisogno costante di attenzioni e il comportamento manipolativo possono portare le persone vicine a sentirsi svuotate, ignorate o sfruttate.

Quali consigli si possono dare per chi ha a che fare con un soggetto con personalità narcisistica?

Alcuni consigli per chi si trova in questa situazione sono i seguenti:

  1. Stabilire confini chiari: È essenziale far rispettare i propri limiti e non permettere al narcisista di manipolare o controllare.
  2. Non cercare di cambiarlo: Il narcisista raramente riconosce il proprio disturbo, quindi tentare di “curarlo” senza il suo consenso è quasi impossibile.
  3. Cercare supporto: Parlare con un terapeuta o unirsi a gruppi di sostegno può aiutare a gestire la situazione e a preservare la propria salute mentale.
  4. Mantenere l’autostima: È importante non permettere che le critiche o le manipolazioni del narcisista intacchino il proprio senso di valore personale.
  5. Non credere alle accuse personali che vengono fatte a scopo si manipolazione: Le persone con questa sindrome spesso ricorrono al gaslighting (cercano cioè di convincere gli altri di aver detto o fatto qualcosa in modo diverso) per minare le loro sicurezze. Prendere appunti, registrare le conversazioni o tenere un diario se si desiderano conferme su ciò che si è realmente detto o fatto.
  6. Ricordarsi che il disturbo di personalità narcisistica non è un aspetto negativo del carattere, ma un disturbo riconosciuto di salute mentale e pertanto -va trattato come altri disturbi psichiatrici.

Dr. Walter La Gatta


Ipnosi Clinica

ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE

 

Image by Sammy-Sander from Pixabay

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 30 Set 2024
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
Tutto sulle ossessioni (o quasi)

Tutto sulle ossessioni (o quasi)

Tutto sulle ossessioni (o quasi)

Freudiana

GUARDA I VIDEO DI FREUDIANA SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e indesiderati che causano ansia o disagio. Spesso, queste ossessioni portano a comportamenti compulsivi nel tentativo di alleviare l’angoscia che provocano. Cerchiamo di saperne di più.

Cosa è la nevrosi ossessiva?

Il termine nevrosi ossessiva (o nevrosi compulsiva ) indica una condizione in cui la mente del paziente viene invasa (contro la sua volontà) da immagini, idee o parole disturbanti.

La coscienza del paziente rimane tuttavia lucida e il suo potere di ragionare rimane intatto.

Come vengono vissute le ossessioni?

Le ossessioni incontrollabili sono vissute come morbose in quanto privano temporaneamente l’individuo della libertà di pensiero e di azione. A volte le difese possono eliminare l’ansia e i sintomi, ma al prezzo di spostare le caratteristiche dell’ossessione primitiva (incontrollabilità, compulsioni) sui meccanismi di difesa.

Quando Freud iniziò a parlare di nevrosi ossessiva?

L’opinione di Sigmund Freud sulla nevrosi ossessiva apparve già nel 1894. Nel libro “Le neuro-psicosi da difesa”, Freud ruppe con le concezioni della psichiatria classica e stabilì che la causa della nevrosi ossessiva era da ricercarsi nell’esistenza di un conflitto intrapsichico di origine sessuale che mobilita e blocca tutti i flussi di energia.

C’erano già altre teorie sulla nevrosi ossessiva?

Si e Freud si oppose con questa sua definizione alla teoria classica della degenerazione e all’idea di innata debolezza dell’ego che Pierre Janet aveva usato come base per la sua descrizione della psicastenia.

In cosa si caratterizzava la descrizione di Freud?

Freud propose un’eziologia traumatica per la nevrosi ossessiva; in particolare un evento sessuale precoce che si verifica prima della pubertà.

L’evento traumatico è il medesimo che può causare l’isteria?

Si, ma contrariamente a quanto accade nell’isteria, questo evento è fonte di piacere per il bambino. L’individuo prova forti sentimenti di colpa per cui arriva all’auto-rimprovero.

Psicolinea sempre con te
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta  - Tel. 348 3314908

Come vengono gestiti questi sensi di colpa?

I sensi di colpa vengono anzitutto repressi e poi sostituiti da un sistema primario di sintomi e tratti di personalità: scrupolosità, vergogna, sfiducia in se stessi. Il successo di queste difese consente all’individuo di attraversare un periodo apparentemente sano, ma quando le difese si esauriscono si assiste a un ritorno dei ricordi repressi, con lo scoppio della malattia e i suoi sintomi associati.

Che altre differenze ci sono fra isteria e nevrosi ossessiva?

Ci sono differenze nella struttura del linguaggio utilizzato. Lo spiega Freud stesso in un passaggio dell’Uomo dei Topi:

«Il linguaggio della nevrosi ossessiva – i mezzi con cui esprime i suoi pensieri segreti – è, per così dire, solo un dialetto del linguaggio isterico, ma un dialetto in cui dovrebbe esser più facile immedesimarsi, poiché è più affine che non il linguaggio isterico al modo d’esprimersi del nostro pensiero cosciente. Soprattutto esso non contiene quel salto psichico dell’innervazione somatica – la conversione isterica – di cui non riusciamo mai a farci un concetto»

(S. Freud (1909), Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva. Caso clinico dell’uomo dei topi, Opere)

Quali sono le maggiori differenze fra nevrosi ossessiva e psicosi?

Diversi fattori presenti nelle nevrosi ossessiva mancano nella psicosi: auto-recriminazione da parte dell’ego, aderenza a preoccupazioni insistenti e dispiegamento di difese elaborate. Nel paziente ossessivo, l’isolamento affettivo consente all’ego di staccarsi dal desiderio, mentre nella psicosi l’ego è estraneo alla realtà.

Da cosa dipende la nevrosi ossessiva?

In “La disposizione alla nevrosi ossessiva: un contributo al problema della scelta della nevrosi” (1913), Freud ha difeso l’idea che la scelta di questa nevrosi è legata alle inibizioni dello sviluppo, e ha sottolineato il ruolo della fissazione e della regressione allo stadio anale.

Quali sono i principali meccanismi di difesa nella nevrosi ossessiva?

In “Inibizione, sintomo e angoscia” (1925), Freud ha descritto i principali meccanismi di difesa che caratterizzano la nevrosi ossessiva: spostamento dell’affetto, isolamento, annullamento retroattivo e,  dal punto di vista pulsionale ambivalenza, fissazione anale, regressione.

L’annullamento ( Ungeschehenmachen ), significa fare si che qualcosa che è già accaduto “non sia accaduto” per mezzo di un’azione simbolica; si trova anche in pratiche magiche, costumi popolari e rituali religiosi.

L’isolamento, coinvolge la sfera motoria e consiste nel fatto che, dopo un evento spiacevole c’è una pausa durante la quale nessuna percezione è possibile e nessuna azione può avere luogo. L’isolamento permette una rottura nella connessione dei pensieri.

Il desiderio sessuale nella donna infertile
Relazione presentata al Congresso Nazionale Aige/Fiss del 7-8 Marzo 2025 a Firenze. 

YouTube player

Al di fuori della psicoanalisi, nella moderna psichiatria, come viene affrontato il problema della nevrosi ossessiva?

In psichiatria si parla di disturbo ossessivo compulsivo (DOC); un disturbo psichiatrico caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.

Nelle precedenti edizioni del DSM (il manuale diagnostico e statistico degli psichiatri americani pubblicato dall’APA) questo disturbo era inserito nei disturbi d’ansia, ma nel DSM-5 (2013)  il DOC è stato inserito in una nuova categoria, che comprende disturbo ossessivo compulsivo, disturbo da dismorfismo corporeo, disturbo da accumulo, disturbo da escoriazione e tricotillomania.

Quali sono i sintomi?

I  sintomi riguardano le ossessioni e le compulsioni.

Ossessioni

  • paura dello sporco,
  • fobia di  contaminazione,
  • dubbi frequenti su azioni abituali 
  • bisogno di ordine e simmetria 
  • paura di perdere il controllo o fare del male (a se stessi o ad altri)
  • pensieri di tipo blasfemo.

Compulsioni (comportamenti agiti per controllare le ossessioni)

  • lavarsi o disinfettarsi frequentemente le mani
  • controllare oggetti o persone
  • mettere in ordine
  • contare oggetti
  • pensieri “magici” che allontanano il pericolo

Quale è la frequenza del DOC?

Il disturbo ossessivo compulsivo colpisce, nell’arco della vita, circa il 2-3% della popolazione. In genere il 90% di chi soffre di DOC presenta sia ossessioni che compulsioni.

Quando si cominciano a notare i primi sintomi?

Il disturbo ossessivo compulsivo esordisce, frequentemente, in età adolescenziale.

Una Conferenza sulla Paura

YouTube player

Quali sono le cause?

Ad oggi non esistono risposte certe, è comunque probabile che esistano cause predisponenti, cause precipitanti e fattori in grado di mantenere nel tempo il disturbo. Non è possibile rifarsi ad una singola causa.

Quali sono le terapie?

Ad oggi la migliore terapia sul piano psicologico è la psicoterapia cognitivo-comportamentale, con tecniche di esposizione allo stimolo, e tecniche di rilassamento. Le cure farmacologiche  sono quelle che hanno effetti sul sistema serotoninergico. In particolare molti SSRI hanno dimostrato di essere efficaci nel trattamento del DOC.

Dr. Giuliana Proietti

Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti

YouTube player

 

Psicolinea 20+anni di attività

A14

Antoine de Saint-Exupery: una biografia
Antoine de Saint-Exupery: una biografia
Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test
Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test

Immagine
Freepik

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 15 Lug 2020
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments

Paginazione degli articoli

1 … 3 4 5 … 11
Scrivici

psicolinea@psicolinea.it

Terapie Online

Lun-Ven: 08.00 - 20.00

Hai domande?

Contattaci

Ultimi Articoli
  • Antoine de Saint-Exupery: una biografia
  • Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test
  • Le posizioni dell’amore: dal Kamasutra a oggi
  • La scala Kinsey: la sessualità oltre il binarismo
  • Ortoressia, l’ossessione per i cibi sani
Categorie
Archivi
Su Psicolinea si parla di
Ansia e Stress Arte Libri e Opere creative Coppie e Relazioni di coppia Depressione Donne Emozioni e Sentimenti Famiglie e Relazioni Familiari Gravidanza e Parto Infanzia e Adolescenza Intelligenza Lavoro LGBT Politiche e Politiche Sociali Psichiatria Psicoanalisi Psicoterapie Relazioni Sociali Religioni Rete e Nuove Tecnologie Terapie e Tecniche Uomini
Clinica della Coppia
Clinica della Coppia
Clinica della Timidezza
Copyright © 2025. Psicolinea.it
Cookies
Anche Psicolinea usa i cookies di terze parti (Facebook e altri social). Se non sei d’accordo all’utilizzo dei cookie, non premere il pulsante "accetta": in questo modo i cookie presenti sul nostro sito non vengono installati nel tuo dispositivo elettronico (PC, tablet,ecc.). Si precisa tuttavia che in caso di disattivazione dei cookie non sono garantite tutte le funzionalità del sistema. Cookie settingsAccetta
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities...
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA