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Curare l'alcolismo con la realtà virtuale

Curare l’alcolismo con la realtà virtuale

Curare l’alcolismo con la realtà virtuale

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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L’alcolismo è una problematica che coinvolge fattori biologici, psicologici e sociali, e la realtà virtuale (RV) rappresenta una nuova frontiera nel trattamento. Negli ultimi anni, la RV ha dimostrato una notevole efficacia nell’affrontare diverse forme di dipendenza, inclusa quella da alcol, grazie alla sua capacità di creare ambienti simulati sicuri in cui i pazienti possono apprendere nuove competenze per gestire le tentazioni e le situazioni di rischio. Cerchiamo di saperne di più.

Quali sono le attuali tendenze per il consumo di alcol?

Secondo l’OMS, il consumo globale di alcol nel 2023 mostra ancora livelli significativi, sebbene si osservino trend differenziati:
– Nel 2022, il consumo medio di alcol puro per persona di età pari o superiore a 15 anni è stato di circa 6,4 litri all’anno. Questa quantità varia notevolmente a seconda del paese e delle condizioni socioeconomiche.
– L’Europa rimane uno dei continenti con i più alti livelli di consumo, seguita dalle Americhe e dal Sud-Est asiatico, mentre l’Africa registra i livelli più bassi. Tuttavia, in alcune regioni europee, si osserva un calo rispetto al decennio scorso.
. Il consumo abituale e giornaliero sta diminuendo, specialmente tra i giovani, mentre aumentano le ubriacature occasionali.
– Anche se gli uomini continuano a essere i principali consumatori, l’aumento del consumo femminile è stato osservato in molte regioni, anche in Italia, dove le donne giovani mostrano una crescita del consumo rispetto alle generazioni precedenti.

Una intervista sulla Eiaculazione Precoce

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Quale è la situazione italiana?

In Italia, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dell’Istat riportano le seguenti statistiche:
– Nel 2023, il consumo pro capite di alcol puro è stato di circa 7,8 litri per le persone sopra i 15 anni, un dato in leggero calo rispetto agli anni precedenti.
– Circa il 66% degli uomini e il 50% delle donne in Italia consumano bevande alcoliche almeno una volta all’anno. Tuttavia, la frequenza e la quantità di consumo variano notevolmente a seconda del gruppo di età.
– Gli uomini tendono a consumare alcol in quantità maggiori rispetto alle donne, sia in Italia sia a livello globale. In Italia, il 24% degli uomini sopra i 18 anni consuma alcol in maniera “rischiosa”, contro il 12% delle donne.

Cosa è il Binge Drinking e quanto è diffuso?

Il binge drinking riguarda il consumo di grandi quantità di alcol in breve tempo; esso è particolarmente diffuso tra i giovani adulti, visto che il 19% dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni ha riferito di aver partecipato a episodi di binge drinking nel 2022.

Gli anziani consumano alcol?

Si. Anche tra gli over 65 si osserva un consumo rilevante, soprattutto in forma abituale. Questo gruppo rappresenta circa il 24% dei consumatori regolari in Italia, con un consumo generalmente giornaliero e associato a problemi di salute correlati.

Quali sono le conseguenze del consumo di alcol?

L’OMS stima che ogni anno il consumo di alcol sia responsabile di circa 3 milioni di decessi a livello globale. In Europa, il 5,3% di tutti i decessi è associato all’alcol. Il consumo eccessivo di alcol è associato a patologie croniche come malattie epatiche, cardiovascolari e alcune forme di tumore. In Italia, il 10% dei casi di cirrosi epatica è attribuito all’alcol.

Cosa è la Realtà Virtuale, o RV?

La realtà virtuale (RV) è una tecnologia immersiva che consente di creare ambienti simulati, dando la sensazione di trovarsi all’interno di spazi tridimensionali. Utilizzando visori e altri dispositivi, la RV permette all’utente di interagire con oggetti e situazioni create digitalmente, replicando esperienze che possono andare dal gioco, alla simulazione di situazioni reali, alla terapia. Negli ultimi anni, la RV ha trovato applicazione in settori come la medicina, l’educazione e la formazione, dove è usata per addestrare in sicurezza, migliorare l’apprendimento o, come nella psicoterapia, aiutare le persone a gestire traumi, dipendenze e fobie in un ambiente controllato.

Relazione sulla Terapia di Coppia dopo un Tradimento - Festival della Coppia 2023

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ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE

Come funziona la realtà virtuale nel trattamento dell’alcolismo?

La RV consente di immergere i pazienti in scenari simulati, spesso realistici e accuratamente progettati, per replicare situazioni in cui potrebbero essere tentati di bere. Questo approccio permette di:

1. Esporre il paziente ai trigger: Vengono ricreate situazioni che potrebbero spingere il paziente a bere, come una festa, un bar o una cena tra amici. La differenza rispetto alla vita reale è che l’ambiente virtuale permette di controllare il grado di difficoltà e intensità delle tentazioni, adattando il percorso terapeutico in modo graduale e sicuro.

2. Rafforzare il controllo sui comportamenti: Grazie alla RV, il paziente può sperimentare tecniche di coping (strategie per affrontare lo stress) senza il rischio effettivo di cedere all’alcol. Questa esposizione controllata rafforza le capacità di autodisciplina e i meccanismi di difesa contro le ricadute.

3. Simulare situazioni sociali complesse: La RV permette di esercitarsi in contesti difficili, come le situazioni sociali, in cui l’alcol potrebbe essere presente e facilmente accessibile. Il paziente può imparare a dire di no in maniera più efficace, migliorando così la propria autostima e il senso di autoefficacia.

4. Intervento personalizzato e in tempo reale: Gli ambienti virtuali possono essere personalizzati per rispondere ai bisogni specifici del paziente, modificando i dettagli delle scene o la presenza di determinate persone, suoni o stimoli visivi. Inoltre, il terapeuta può osservare la reazione del paziente e intervenire in tempo reale, fornendo feedback immediati o modificando le condizioni del trattamento.

Da quanto tempo si lavora a questi progetti?

Nel 2015 Doug Hyun Han, del Chung-Ang University Hospital di Seul, in Corea, ebbe l’idea di esporre degli alcolisti cronici, in modo virtuale, a situazioni che generano paura e ansia. Il risultato dei suoi studi fu che questo permetteva poi alle persone di comportarsi in modo più adeguato nella vita reale, ad esempio limitando il consumo di sostanze o di alcol.

Dr. Walter La Gatta

Come sono costruiti i programmi di RV per trattare le dipendenze?

Alcuni programmi di RV integrano la terapia cognitivo-comportamentale, fornendo strumenti per riconoscere i pensieri disfunzionali e sostituirli con pensieri più costruttivi. Il paziente, attraverso un’esposizione progressiva, impara a gestire l’ansia e le emozioni negative che potrebbero portarlo a bere.

La realtà virtuale può combinarsi anche con tecnologie di biofeedback per insegnare tecniche di mindfulness e rilassamento. Monitorando parametri fisiologici come il battito cardiaco e la respirazione, la RV può aiutare il paziente a diventare più consapevole delle proprie reazioni emotive e fisiche, migliorando la capacità di gestione delle emozioni.

La simulazione di una ricaduta permette di valutare le reazioni del paziente e aiutarlo a identificare i segnali di rischio. Questo approccio si basa sull’idea che una “ricaduta simulata” possa favorire una migliore consapevolezza dei fattori di rischio reali, preparando il paziente ad affrontare la vita quotidiana con maggiore controllo.

Quali sono i limiti di questo approccio terapeutico?

Anzitutto la tecnologia RV può non essere accessibile in tutte le strutture e presenta costi iniziali elevati. Inoltre, non tutti i pazienti si sentono a proprio agio con la tecnologia RV, specialmente quelli meno abituati all’uso di dispositivi digitali. Infine, la RV richiede terapeuti addestrati per creare ambienti terapeutici appropriati e adattarli alle esigenze del paziente.

Dr. Walter La Gatta

CITTA' DI RICEVIMENTO - COSTI

Costi Psicoterapia e Città

 

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Flickr

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)

Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:

Psicoterapie individuali e di coppia
Terapie Sessuali
Tecniche di Rilassamento e Ipnosi
Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali.

Per appuntamenti telefonare direttamente al:
348 – 331 4908
(anche whatsapp)
email: w.lagatta@psicolinea.it

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Visita anche www.walterlagatta.it

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Terapia psicoanalitica: cosa è e come funziona

Terapia psicoanalitica: cosa è e come funziona

Terapia psicoanalitica: cosa è e come funziona

Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE


La psicoterapia psicoanalitica ha attraversato molte trasformazioni sin dalle sue origini, quando Sigmund Freud pose le basi per la comprensione dell’inconscio e dei processi psichici nascosti. Oggi, la terapia psicoanalitica moderna integra nuove conoscenze scientifiche, mantenendo però un focus profondo sulla comprensione delle dinamiche interiori del paziente. Cerchiamo di saperne di più.

Quali sono i principi fondamentali classici della psicoanalisi?

Sono i seguenti:

  • La mente inconscia è alla base del comportamento e delle emozioni umane;
  • Nessun comportamento è senza causa: tutto il comportamento è determinato;
  • Le esperienze infantili esercitano un’influenza significativa sui pensieri, le emozioni e il comportamento degli adulti;
  • Importanti conflitti durante lo sviluppo dell’infanzia modellano la personalità dell’individuo.

La psicoterapia psicoanalitica moderna si basa ancora su questi principi?

Si, in particolare per quanto riguarda il ruolo dell’inconscio, il concetto di transfert e l’importanza di esplorare le esperienze infantili per comprendere le problematiche attuali.

Tuttavia, la pratica si è ampliata e arricchita grazie ai contributi di diversi teorici, come Melanie Klein, Donald Winnicott e Wilfred Bion, che hanno introdotto nuove prospettive sulle dinamiche interne e sulle relazioni oggettuali.

La psicoterapia psicoanalitica moderna considera la mente come composta da livelli di coscienza diversi, e mira a portare alla luce i contenuti inconsci che influenzano il comportamento e le emozioni.

I contenuti inconsci sono in gran parte determinati da emozioni vissute dal paziente nel passato, in particolare nell’infanzia. Questi ricordi si ritiene che non siano scomparsi, ma solo rimossi, cioè dimenticati a livello cosciente, ma ancora presenti nell’inconscio. Portando questi ricordi in superficie, essi possono essere analizzati (da qui “psicoanalisi”), in modo da comprendere come essi abbiano influenzato il pensiero, il comportamento e le relazioni del paziente nella sua età adulta.

Questa esplorazione profonda consente al paziente di comprendere e rielaborare i conflitti interiori non risolti, favorendo così un cambiamento a lungo termine.

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In cosa si differenzia la psicoterapia psicoanalitica dalle psicoterapie di tipo cognitivo-comportamentale?

La terapia psicoanalitica è una “terapia globale”, mentre altre terapie, come quelle cognitivo-comportamentali, sono “focalizzate sul sintomo”. Questo significa che la prima tenta di esplorare i bisogni, gli impulsi e i desideri profondamente radicati del paziente, mentre le seconde mirano a ridurre o eliminare i sintomi. Ciò si traduce in differenze significative tra queste diverse terapie in termini di obiettivi, tecniche e approccio generale.

Quali tecniche si utilizzano nella psicoterapia psicoanalitica moderna?

Le tecniche psicoanalitiche moderne, pur mantenendo alcuni strumenti tradizionali come l’interpretazione dei sogni e delle associazioni libere, hanno subito importanti revisioni per adattarsi alle esigenze contemporanee.

Oggi, la terapia si svolge spesso in un contesto più flessibile, con sedute meno frequenti rispetto alla classica psicoanalisi a quattro o cinque incontri settimanali.

Inoltre, il setting è meno formale: il paziente non è necessariamente sdraiato su un lettino, ma può interagire direttamente con il terapeuta in un dialogo più interattivo.

Cosa viene “analizzato” in particolare?

In una seduta di psicoterapia psicoanalitica vengono analizzati:

  • Sentimenti ed emozioni. Il terapeuta incoraggia il paziente a dare voce ai propri sentimenti, con l’obiettivo di comprendere la risonanza che essi hanno a livello profondo;
  • Le difese. Il terapeuta esplora i modi con cui un paziente cerca di evitare pensieri e sentimenti disturbanti, come ad esempio saltare le sedute, arrivare in ritardo, cambiare discorso, negare alcune proprie azioni, attribuire ad altri i disagi provenienti dalla proprie azioni, ecc. ;
  • Storia evolutiva del paziente. Vengono analizzate nel dettaglio le esperienze precoci con le figure di attaccamento, nella convinzione che il passato possa gettare luce sulle difficoltà attuali nelle relazioni interpersonali;
  • Il Transfert. Il rapporto tra terapeuta e paziente viene considerato un rapporto interpersonale che può essere analizzato, perché in esso possono essere riscontrati alcuni temi che si ripetono nelle relazioni interpersonali del paziente;
  • Le fantasie mentali. Il paziente è incoraggiato a parlare liberamente di tutto ciò che gli viene in mente, spaziando fra desideri, paure, fantasie. Tutto questo materiale rappresenta una ricca fonte di informazioni su come il paziente vede se stesso e si relaziona con gli altri;
  • Analisi dei sogni. Il terapeuta aiuta il paziente a scoprire il significato del linguaggio simbolico che si esprime nei sogni.

Quanto è importante la relazione terapeutica in questo tipo di psicoterapia?

Molto. L’idea che la relazione tra paziente e terapeuta potesse diventare uno strumento di cambiamento è un concetto sviluppato negli anni grazie a teorici come Winnicott, il quale ha sottolineato l’importanza della “madre sufficientemente buona” nel promuovere lo sviluppo sano del bambino. Oggi, il terapeuta è visto non solo come un interprete dei conflitti inconsci, ma anche come una figura che fornisce un contesto relazionale sicuro e affidabile, permettendo al paziente di esplorare le proprie emozioni in un ambiente protetto.

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Perché per esplorare il proprio inconscio è necessario rivolgersi a uno psicoterapeuta?

Perché l’inconscio non è un’entità direttamente evocabile dall’individuo, o consultabile da parte dello stesso psicoanalista come se fosse un libro aperto: l’esplorazione dell’inconscio richiede un lavoro di rievocazione e di ricerca di significati.

Il ruolo del terapeuta è quello di guidare il paziente attraverso l’esame dei conflitti irrisolti e degli eventi significativi del proprio passato, aiutandolo a collegare tra loro esperienze passate e problemi attuali.

Quanto dura una terapia psicoanalitica?

Al tempo di Freud un’analisi poteva durare anche poche settimane, al massimo qualche mese o qualche anno. Oggi i tempi medi di una psicoanalisi sono in media di 6-8 anni. Del resto, il metodo si evoluto e la vita di oggi si è fatta molto più complessa.

Tuttavia, con questa modalità, la psicoanalisi sarebbe stata destinata solamente ad una élite, che poteva permettersi un trattamento così lungo (e così costoso).

Per questo motivo, grazie anche alla concorrenza delle terapie brevi, sono sorti dei protocolli terapeutici che si ispirano alle teorie di Freud, ma che hanno una durata assai più limitata rispetto ai trattamenti classici.

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Per chi è indicata la psicoterapia psicoanalitica?

La psicoterapia psicoanalitica è particolarmente indicata per trattare disturbi che coinvolgono conflitti interiori profondi e difficoltà relazionali, come i disturbi d’ansia, la depressione, i disturbi di personalità e le problematiche legate al trauma.

Poiché questo tipo di terapia mira a promuovere una comprensione più profonda delle dinamiche interiori, è spesso scelta da persone che cercano di esplorare non solo i sintomi, ma anche le cause sottostanti del proprio malessere.

Inoltre, l’approccio psicoanalitico è utile nel trattamento di problemi emotivi di lunga data, dove le esperienze di vita passata continuano a influenzare la vita presente. La capacità di lavorare con il transfert e con le dinamiche inconsce rende questo tipo di terapia efficace nel modificare schemi relazionali distruttivi che il paziente può continuare a replicare.

La terapia psicoanalitica porta alla guarigione del paziente?

Si può rispondere a questa domanda con una celebre citazione di Freud, rispetto agli esiti della cura nel paziente:

‘Molto sarà guadagnato se riusciremo a trasformare la sua infelicità nevrotica in una infelicità comune. Contro l’infelicità comune lei potrà difendersi meglio, con una vita psichica risanata’.

La terapia psicoanalitica è di un solo tipo?

No, vi sono diverse sotto-categorie, fondate sullo stesso modello generale di teoria psicodinamica, ma che applicano i principi di questa teoria in modi diversi (Ad es. Terapia Breve Psicodinamica, Terapia Psicodinamica Familiare, Arte-Terapia, Musicoterapia, ecc.).

Dr. Giuliana Proietti

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Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta

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Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

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Doppia personalità e casi giudiziari

Doppia personalità e casi giudiziari

Doppia personalità e casi giudiziari

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

L’alterazione della personalità si riferisce a un cambiamento significativo e persistente nei tratti o comportamenti caratteristici di una persona.

Questo fenomeno può essere causato da diversi fattori, tra cui traumi psicologici, disturbi mentali come il disturbo di personalità borderline o narcisistico, uso di sostanze o malattie neurologiche. Se una persona soffre di questi disturbi deve essere punita?

Cerchiamo di saperne di più.

Dr. Jekill e Mr. Hyde: un caso emblematico di doppia personalità?

Si. Ne “Lo strano caso del Dr. Jekill e Mr. Hyde” di Robert Louis Stevenson (1850-1894) viene ben descritto il caso della doppia personalità, che tanto ha interessato gli psicologi e gli psichiatri, soprattutto nell’800.

Nel romanzo, il Dr. Jekyll, dopo aver sperimentato su di sé una pozione,  subisce una trasformazione tale da far emergere una sua seconda natura, attratta dal male, la quale riesce a soppiantare completamente la propria identità personale.

Durante l’effetto della pozione, Jekyll si trasforma senza volere in un altro essere, con diverso corpo e diversa psiche. La sua prima identità rimane quella tipica del dottor Jekyll: un uomo alto, educato, di buoni principi morali e solidale con i suoi concittadini; la sua seconda identità, quella di mister Hyde, appartiene ugualmente a Jekyll, ma è un’identità nascosta, in genere soppiantata dalla prima, per cui in genere incapace di esprimersi.

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Stevenson, nello scrivere questo romanzo, si ispirò a teorie psicologiche esistenti?

Si. La descrizione di Mr. Hyde è sicuramente ispirata alle teorie di Cesare Lombroso (1835-1909), il quale sosteneva che l’origine del comportamento criminale fosse insita nelle  caratteristiche anatomiche degli individui. 

Mr. Hyde viene infatti descritto come un tipo basso, più giovane del dottor Jekyll, ma gobbo, con braccia corte, mani pelose e tozze, con istinti, intelligenza ed energie tutte inclinate verso il male, la soddisfazione egoistica, la violenza e l’asocialità.

Per quale motivo nell’Ottocento era frequente parlare di “doppia” personalità?

Perché nell’Ottocento l’interesse per la doppia personalità fu molto alimentato dalla diffusione dell’ipnosi: si pensava infatti che questa tecnica avesse potuto spingere le persone  a fare azioni che allo stato vigile non avrebbero mai compiuto.

A questo si aggiunsero le teorie psicoanalitiche: medicina e diritto fino a questo punto avevano concordato nel considerare l’individuo “signore delle proprie azioni”, con unità di comportamento e di idee.

Con la nascita della psicoanalisi e la pratica dell’ipnosi questa certezza fu messa per la prima volta in discussione. (“L’Io non è signore a casa sua”, diceva Freud).

Le persone cui veniva attribuita questa doppia personalità, in caso di comportamento criminale, venivano punite?

Vi erano diverse scuole di pensiero. Per quanto riguarda il sonnambulismo, ad esempio, alcuni autori ritenevano che chi commetteva un crimine in questo stato alterato della mente dovesse essere punito, ma in maniera lieve, in quanto il suo comportamento era comunque una rappresentazione dell’idea malvagia che il soggetto doveva aver per forza coltivato nella condizione di veglia: per questo motivo l’assoluzione completa non poteva esserci.

Relazione sull'Innamoramento - Festival della Coppia 2023

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Ci sono storie di persone condannate per alterazione della personalità?

Si. Leggendo la cronaca del tempo, si incontrano fatti come quello del dentista che venne condannato a 12 anni di lavori forzati perché ritenuto colpevole di aver ipnotizzato una sua giovane paziente e di averla messa incinta. (Lui peraltro confessò, pur dicendo che la ragazza era consenziente, mentre la ragazza sosteneva di essere stata violentata sotto ipnosi).

Un altro caso del tempo fu quello di un girovago che non aveva fissa dimora e che si recò in una casa di contadini, seducendo la loro figlia nubile e attempata, scappando di casa con lei, fino a che la coppia non venne ritrovata e lui arrestato. Anche in questo caso la donna raccontò di essere stata ipnotizzata (e per questo lui venne condannato a 30 anni di lavori forzati).

E’ ugualmente famoso il caso di Felida, osservato dal dott. Eugène Azam (1822-1899). Felida, nata a Bordeaux nel 1843, era una ragazza molto intelligente, ma nervosa, malinconica, taciturna. A 14 anni veniva presa quasi ogni giorno da un acuto dolore alle tempie che la faceva addormentare, senza possibilità di svegliarla, né con rumori, né con punture. Quando si risvegliava era completamente cambiata: felice, sana, socievole.

Prima della rivoluzione francese il caso sarebbe stato affidato ad un esorcista, ma Azam seguì invece questa paziente per diversi anni e ne scrisse nel libro “Hypnotisme et double conscience” (F. Alcan Paris 1893), introducendo la sindrome della doppia personalità, o “split personality”.

In passato, se una persona commetteva un delitto, come ci si comportava per comprendere se avesse subito una alterazione di personalità?

Sono stati utilizzati vari mezzi, più o meno scientifici. Il diritto ha riconosciuto il valore dell’ipnosi, se non altro quando ha cercato di utilizzarla, ad esempio nell’indurre la persona a confessare il delitto commesso, o a ricordare eventi traumatici di cui potrebbe essere stato utile testimone.

Spesso nei tribunali si è ricorsi anche ad esperti di parapsicologia o chiaroveggenti, persone cioè che sembravano essere capaci di vedere al di là dei limiti fisici, con una sensibilità considerata più ampia.

Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti

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Oggi cosa si pensa della responsabilità penale e della capacità di intendere e di volere di una persona?

Oggi il sistema legale, nella maggior parte dei paesi, si basa sul principio che una persona può essere considerata penalmente responsabile di un crimine solo se ha la capacità di “intendere e volere”, ossia se è in grado di comprendere la natura del proprio comportamento e di controllarlo.

Esistono problematiche cerebrali di origine organica che possono influenzare questa capacità?

Si, ad esempio alcune patologie possono alterare l’autocontrollo, la percezione della realtà o la capacità di distinguere tra il bene e il male.

Quali condizioni organiche possono influenzare il comportamento?

Alcuni esempi di condizioni organiche che possono influenzare il comportamento sono:

– Lesioni cerebrali traumatiche: Danneggiamenti al lobo frontale del cervello, che possono portare a comportamenti impulsivi, difficoltà nel controllo delle emozioni e atti antisociali.
– Tumori cerebrali: Tumori che colpiscono aree del cervello legate al controllo emotivo e al comportamento, come il lobo frontale o il sistema limbico, possono causare cambiamenti nella personalità e comportamenti criminali.
– Malattie neurovegetative: Condizioni come la malattia di Huntington o la demenza possono alterare le funzioni cognitive e portare a comportamenti aggressivi o irresponsabili.
– Epilessia: Alcune forme di epilessia possono causare cambiamenti nella percezione della realtà, portando a comportamenti fuori dal controllo della persona.

Relazione fra sesso e cibo

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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

E’ giusto punire una persona i cui atti criminali siano causati da problemi cerebrali sui quali non ha controllo?

Nel campo della neuroetica, si discute molto su questi temi. Molti esperti sostengono che in questi casi l’individuo dovrebbe ricevere trattamenti medici e non essere sottoposto a sanzioni penali.

Tuttavia, non si può ignorare il fatto che tali individui possono rappresentare un pericolo per la società, motivo per cui è importante bilanciare la necessità di trattamento con la protezione della comunità.

Concludendo, la valutazione del comportamento criminale va analizzata caso per caso. In generale, se si dimostra che una condizione cerebrale ha compromesso la capacità di intendere e volere della persona, la responsabilità penale potrebbe essere ridotta, ma questo non esonera necessariamente l’individuo da tutte le conseguenze legali. Spesso, il trattamento medico diventa parte integrante della soluzione, insieme a eventuali misure di sicurezza per la protezione della società.

Vi sono casi giudiziari moderni accertati di persone che potrebbero aver commesso un reato per motivazioni che non dipendevano dalla loro volontà?

Si. Un esempio famoso è il caso di Charles Whitman, che nel 1966 uccise 16 persone a Austin, in Texas. Dopo la sua morte, si scoprì che Whitman aveva un tumore al cervello, che probabilmente aveva influenzato il suo comportamento violento.

Dr. Giuliana Proietti

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Leggi anche Il Disturbo Dissociativo dell’Identità (DID)

Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

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La tortura psicologica

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Dr. Walter La Gatta

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Tariffe Psicoterapia

La tortura psicologica rappresenta una delle forme più subdole e devastanti di abuso che un individuo possa subire. Mentre la tortura fisica infligge dolore immediato e visibile, la tortura psicologica colpisce la mente e l’equilibrio emotivo della persona, producendo danni duraturi che spesso sono invisibili.

Questa pratica è una grave violazione dei diritti umani e un mezzo di coercizione che mina profondamente i principi di democrazia e giustizia.
Cerchiamo allora di saperne di più.

Cosa è la tortura?

La tortura è un metodo di coercizione fisica o psicologica, talvolta inflitta con il fine di punire o di estorcere delle informazioni o delle confessioni (in alcuni casi solo per puro divertimento e sadismo); molte volte viene accompagnata dall’uso di strumenti particolari atti ad infliggere punizioni corporali.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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Che cos’è la Tortura Psicologica?

La tortura psicologica è una forma di abuso che mira a manipolare e destabilizzare la psiche della vittima attraverso l’uso di minacce, intimidazioni, isolamento e altre tecniche volte a creare ansia, paura e perdita di controllo.

C’è una relazione fra tortura fisica e tortura psicologica?

Spesso questi due tipi di tortura sono usati in combinazione tra loro, dal momento che la tortura fisica provoca paura e dolore, e questo non può che provocare effetti psicologici devastanti.

A differenza della tortura fisica, la tortura psicologica non lascia cicatrici visibili, ma gli effetti sul benessere mentale e fisico della persona possono lasciare cicatrici indelebili.

Quali sono, ad esempio, le pratiche di tortura psicologica?

Le più comuni sono:

– Isolamento prolungato: la vittima viene tenuta in isolamento totale o parziale per settimane, mesi o anni, private della possibilità di dormire, lasciate senza vestiti in temperature estreme, obbligate a farsi i bisogni fisiologici addosso, essere minacciate da cani, ecc. Questo può portare all’incapacità acquisita di percepire il tempo, alla confusione mentale e a sentimenti di disperazione.
– Deprivazione sensoriale: consiste nella privazione di sensazioni (ad es. incappucciamento) o nel sovraccarico di sensazioni (luce, suoni, etc.) per provocare disorientamento e allucinazioni. 
– Minacce e intimidazioni: vengono usate minacce di danni fisici o psicologici alla vittima o ai suoi cari, anche senza l’effettiva intenzione di metterle in pratica, con lo scopo di suscitare paura e ansia.
– Umiliazione e degradazione: vengono imposte alla vittima azioni che la umiliano profondamente, minando la sua dignità e autostima (es. rasatura della testa).
– Manipolazione dell’informazione: consiste nell’inganno o nel confondere la vittima, alimentando sentimenti di paranoia e insicurezza. Questo può avvenire attraverso la distorsione dei fatti o il negare elementi della realtà.
– Deprivazione del sonno: la persona viene privata del sonno per periodi prolungati, riducendo la sua capacità di pensare razionalmente e di resistere psicologicamente.

Quali sono gli obiettivi della tortura psicologica?

Gli obiettivi della tortura psicologica possono variare a seconda del contesto in cui viene praticata. Tuttavia, i principali scopi sono:

  • Ottenere informazioni o confessioni
  • Punizione o vendetta
  • Intimidazione e controllo sociale
  • Distruzione dell’autostima e dell’autonomia
  • Controllare il pensiero e il comportamento della vittima

Da quanto tempo si pratica la tortura psicologica?

La tortura psicologica è una pratica molto antica. E’ sempre stata utilizzata da governi, eserciti e organizzazioni autoritarie per sottomettere e controllare individui e popolazioni. Tuttavia, il concetto di tortura psicologica si è evoluto nel corso del XX secolo, quando le tecniche sono state affinate e rese più sistematiche.

Nei tempi più antichi la tortura fisica poteva essere accompagnata da umiliazione pubblica, esposizione alla paura della morte o delle punizioni corporali.

In contesti religiosi, ad esempio, l’inquisizione medievale utilizzava la minaccia della dannazione eterna e il senso di colpa per sottomettere gli eretici e ottenere confessioni. Sebbene queste pratiche fossero accompagnate da tortura fisica, l’elemento psicologico era fondamentale per creare sottomissione.

Dr. Walter La Gatta

Da quanto tempo la tortura psicologica viene usata come arma di guerra?

Durante le guerre mondiali, e in particolare la Seconda Guerra Mondiale, la tortura psicologica venne applicata su larga scala come parte delle tecniche di interrogatorio dei prigionieri di guerra. Gli esperimenti condotti su prigionieri, soprattutto da parte dei regimi totalitari, come quello nazista e quello stalinista, miravano a trovare modi più efficaci per piegare la volontà delle persone senza lasciare segni fisici evidenti. In questo contesto, tecniche come l’isolamento e la deprivazione sensoriale furono sviluppate e applicate su vasta scala.

Oggi come si pratica la tortura psicologica?

Negli ultimi decenni, la tortura psicologica continua ad essere una pratica utilizzata in vari contesti, anche nei paesi democratici, specialmente nelle situazioni di guerra e di contrasto al terrorismo. Rapporti di organizzazioni internazionali, come Amnesty International e Human Rights Watch, hanno documentato casi di tortura psicologica in numerosi paesi, incluse le democrazie occidentali, dove le tecniche di interrogatorio stressante vengono ancora largamente usate.

Perché le informazioni ottenute attraverso la tortura spesso non sono affidabili?

Perché le vittime forniscono false confessioni per porre fine al proprio tormento. 

Cosa è la tortura indiretta?

E’ un metodo di tortura in cui una vittima è costretta ad assistere alla tortura di un’altra persona, spesso una persona amata. Questo crea sensi di colpa e sofferenza indiretta per l’affetto e la lealtà della vittima verso il compagno, il  parente, l’amico, il  compagno d’armi ecc.



Perché le torture sono incompatibili con la democrazia?

Perché sono antitetiche ai principi fondamentali delle democrazie moderne, che si basano su valori di dignità umana, libertà, e rispetto dei diritti individuali. La tortura, sia fisica che psicologica, rappresenta una violazione dei diritti umani universali. 

Cosa è la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura?

E’ un trattato internazionale sui diritti umani che mira a prevenire la tortura e altri atti crudeli, inumani o degradanti. La Convenzione impone agli Stati di adottare misure efficaci per prevenire la tortura e vieta di trasportare persone in qualsiasi paese in cui vi sia motivo di ritenere che la tortura potrebbe verificarsi. 

Il testo della Convenzione è stato adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite è entrato in vigore il 26 giugno 1987. Per questa ragione il 26 giugno è ora riconosciuto come la Giornata internazionale a sostegno delle vittime della tortura. 

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Foto di Donald Tong

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ciclotimia e disturbo bipolare

Disturbo bipolare: come aiutare chi ne soffre

Disturbo bipolare: come aiutare chi ne soffre

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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Il disturbo bipolare è una patologia psichiatrica, caratterizzata dall’alternanza, talvolta anche repentina, di depressione, euforia o mania e periodi di benessere (ecco perché viene definita “bipolare”. Un altro termine con cui è conosciuta la malattia è “sindrome maniaco-depressiva”.  I sintomi non sono del tutto generalizzabili e ogni persona è “malata a modo suo”, nel senso che può presentare alcuni sintomi, ma non altri. Cerchiamo di saperne di più.

Vivere accanto a una persona con disturbo bipolare può essere impegnativo?

Si, ma anche profondamente arricchente se si imparano strategie adeguate per affrontare le difficoltà. La comprensione, la pazienza e una buona rete di supporto sono elementi chiave per costruire una relazione sana e sostenibile.

Cosa fare per migliorarsi quando si ha a che fare con una persona che soffre di questi disturbi?

Ecco qualche consiglio utile:

  • Cercare di comprendere cosa sia il disturbo bipolare è il primo passo. Leggere libri, articoli affidabili e partecipare a incontri di sensibilizzazione o gruppi di supporto può aiutare a conoscere i sintomi, i fattori scatenanti e le strategie per affrontare gli episodi maniacali o depressivi.
  • Comunicazione aperta e rispettosa. Occorre parlare apertamente dei sintomi e delle emozioni, evitando però giudizi o critiche. Durante i periodi di stabilità, è necessario discutere insieme su come affrontare gli episodi futuri. Ascoltare senza interrompere, cercando di comprendere il punto di vista dell’altrə.
  • Incoraggiare l’aderenza al trattamento, ricordando l’importanza della terapia farmacologica e psicologica.
  • Non attendersi un completo ritorno alla “normalità”. Anche aspettarsi troppo poco però può ostacolare il recupero, quindi è opportuno cercare di trovare un giusto equilibrio tra incoraggiare l’indipendenza della persona malata e fornire il proprio supporto nei suoi momenti di difficoltà.

Come si riconosce un episodio maniacale?

Questi sono i sintomi:

  • Riduzione del sonno
  • Umore elevato
  • Irrequietezza
  • Eloquio rapido
  • Aumento del livello di attività
  • Irritabilità o aggressività
  • Sottovalutazione dei pericoli

Come si riconosce un episodio depressivo?

  • Stanchezza e letargia
  • Difficoltà di concentrazione
  • Perdita di interesse nelle attività
  • Ritiro sociale
  • Cambiamenti nell’appetito
  • Atteggiamento di rifiuto verso le persone che desiderano essere di aiuto

Come prepararsi agli episodi critici?

E’ importante essere preparati a vivere episodi critici (pianificare per tempo l’atteggiamento da tenere in questi casi) e a prendere misure di prevenzione, come la gestione delle carte di credito o delle chiavi della macchina.

Nel caso la persona bipolare fosse violenta o avesse intenti suicidi, non cercare di gestire la situazione da soli, ma farsi aiutare da altri familiari, dal medico curante o dai servizi sanitari.

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Cosa fare durante un episodio maniacale?

Ecco cosa fare durante un episodio maniacale di una persona cara:

– Evitare scontri e discussioni; la persona potrebbe essere impulsiva o irritabile.
– Limitare i comportamenti rischiosi, come spese eccessive o azioni impulsive.
– Mantenere un tono calmo e rassicurante.

Cosa fare durante un episodio depressivo?

– Mostrare empatia, evitando frasi come “devi reagire” o “non è così grave”.
– Incoraggiare attività piacevoli e non troppo impegnative.
– Prestare attenzione a segnali di rischio, come pensieri suicidari, e contattare subito un professionista in caso di emergenza.

Perché è necessario prendersi cura di se stessi?

Perché vivere con una persona affetta da disturbo bipolare può essere stressante. Può essere utile parlare con un terapeuta o unirsi a gruppi di supporto per familiari e partner.

Perché è necessario coinvolgere altre persone nella gestione del disturbo?

Perché sentirsi supportati come coppia o famiglia è fondamentale per affrontare insieme le sfide.

Perché è importante mantenere la speranza?

Perché con una diagnosi corretta, un trattamento adeguato e il supporto necessario, molte persone con disturbo bipolare riescono a condurre una vita appagante e mantenere relazioni stabili. La pazienza e la dedizione possono fare la differenza nella vita di entrambi.


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Come si cura il disturbo bipolare?

Il disturbo bipolare di solito risponde bene ad una combinazione di farmaci adeguati e alla psicoterapia. Se non trattato, o trattato in modo inadeguato, il disturbo bipolare può portare a problemi nella vita lavorativa e nelle relazioni, portando la persona a formulare anche pensieri di morte.

La psicoterapia da sola non è efficace per il trattamento del disturbo bipolare, ma può essere utile associarla al trattamento farmacologico per migliorare la vita del paziente, aiutandolo a trovare soluzioni adeguate per una migliore regolazione emotiva, imparando a disporre di strumenti utili a fronteggiare lo stress.

Cosa fare se la persona non pensa di avere un problema?

Spesso le persone con disturbo bipolare tendono a non comprendere la loro condizione e non è sempre facile portarle da uno specialista. Infatti, quando la persona è in stato maniacale si sente bene e non si rende conto che c’è un problema di salute da affrontare; quando è in fase depressiva, può riconoscere che qualcosa non va, ma spesso manca l’energia per cercare aiuto.

Se la persona non riconosce di avere un problema è meglio non discuterne, ma suggerire invece un controllo medico di routine o una visita medica per un sintomo specifico, come insonnia, irritabilità o affaticamento (è possibile prendere contatti in anticipo con uno specialista, per comunicare le proprie preoccupazioni in merito al disturbo bipolare).

Una intervista sui rapporti familiari

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E’ importante essere informati e seguire il trattamento medico per il soggetto con disturbo bipolare?

Si. Una volta iniziato un trattamento, il supporto dei propri cari può fare la differenza nel successo della terapia, quindi può essere una buona idea andare insieme agli appuntamenti e seguire le terapie con affetto e presenza.

Nonostante la necessità di assumere farmaci, molte persone con disturbo bipolare smettono di prenderli perché si sentono meglio, per evitare gli effetti collaterali, o per altre ragioni. Le persone che non ritengono di avere un problema sono particolarmente inclini a interrompere l’assunzione di farmaci. Il supporto in questo caso consiste nel controllo dell’assunzione dei farmaci, nell’osservazione dei progressi e delle ricadute, specialmente in occasione di un cambiamento nei dosaggi o nei farmaci utilizzati.

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Una intervista sulla Eiaculazione Precoce

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Leggi anche: ciclotimia e disturbo bipolare

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