John Belushi, un mito degli ultimi decenni

Malgrado abbia fatto una manciata di film e un paio di album musicali a nome dei “Blues Brothers”, John Belushi, forse anche per la morte prematura avvenuta per overdose, si è conquistato un posto fra i miti di questi ultimi decenni.

John nasce a Chicago il 24 gennaio 1949, ma cresce nella periferia e precisamente a Wheaton, nell’Illinois dove i genitori, di origine albanese, si trasferiscono quando ha appena sei anni.

Consegue il diploma nel 1967 ed è già popolare fra i suoi coetanei per la sua attitudine a far ridere nei vari spettacoli organizzati nella scuola. Così, incoraggiato dal suo professore di arte drammatica, decide di abbandonare il suo progetto di diventare allenatore di football per dedicarsi alla carriera di attore, contro il desiderio del padre che lo vorrebbe al suo fianco nella gestione di un ristorante.

Nel febbraio del 1971 và a Chicago per una audizione nella commedia “Seconda città” e viene subito ingaggiato: ha appena compiuto 22 anni e gli altri membri della troupe capiscono che è destinato a rubar loro la scena.

Lo spettacolo, a contenuto prettamente satirico, si svolge sei giorni alla settimana e permette al nostro di imporsi nelle caratterizzazioni che lo contraddistingueranno in futuro: fa la parte del sindaco di Chicago, di Amleto e soprattutto di Joe Cocker, che lo farà notare a certo Toni Hendra, il quale riesce ad averlo per il suo show “Lemming”, che fino a quel momento non va affatto bene.

E’ in questo periodo che comincia a fare uso di droghe, amfetamine; quando gli chiedono come fa a rimanere così rilassato sul palco lui risponde “perché quello è l’unico posto dove so ciò che faccio”. La sua performance di Joe Cocker per il nuovo spettacolo fa letteralmente crollare i teatri dagli applausi e la gente accorre da ogni parte per vederlo. La voce sembra essere una perfetta imitazione, i movimenti del corpo, delle braccia e delle mani, assomigliano in modo impressionante a quelli del cantante nel concerto di Woodstock.

Nel 1975 entra nelle case di tutti gli americani con il programma televisivo “ Saturday night live” uno show che coniuga comicità e musica rock e che si impone soprattutto fra i giovani. Nasce qui l’idea dei Blues Brothers sviluppata con l’amico Dan Aykroyd. Intanto John Landis lo vuole nel film “National Lampoon’s Animal House” e, nonostante appaia in una dozzina di scene, è l’artefice del successo del film che oggi è diventato un cult movie proprio grazie al personaggio laido e goliardico di “Blutarski” interpretato da John.

“Animal House” è del 1978 e ad esso seguono “1941-Allarme ad Hollywood” (1979) di Spielberg, in cui interpreta il pazzo pilota ubriacone e bellicoso, “The Blues Brothers (1980) in cui insieme all’amico Dan Aykroyd interpreta personaggi televisivi già noti riuscendo a coinvolgere nel progetto i suoi idoli musicali di sempre, Ray Charles, Bo Diddley, Aretha Franklin, John Lee Hooker e James Brown.

Ormai John Belushi è una star conosciuta in tutto il mondo.

Sebbene interpreti parti un po’ da …ragazzaccio, nella vita si adopera per gli altri, è un vero e proprio filantropo: aiuta innanzitutto i genitori comprando loro un ranch fuori San Diego, aiuta gli amici di Chicago nei loro affari e aiuta il fratello minore Jim a farsi strada nel cinema (anche Jim diventerà un affermato attore, da lì a qualche anno).

Ma John è di carattere fragile, insicuro, autodistruttivo, diventa sempre più schiavo delle droghe. Farà altri due films più impegnati, “Chiamami Aquila” e “I vicini di casa”, in cui rivela tutta la sua bravura, non solo in ruoli comici.

Il 5 marzo del 1982 viene trovato morto nella camera di un albergo per una overdose di eroina, in circostanze per la verità non ancora del tutto chiarite e simili a quelle che un decennio prima avevano visto privare il mondo della musica rock di artisti come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Brian Jones, Jim Morrison: tutti, fatalità, con una “j” nel loro nome.

Nel funerale, a guidare la processione, è il suo amico di sempre Dan Aykroid a bordo della sua motocicletta, con indosso la giacca di pelle nera e jeans neri, e quando la neve comincia a cadere il suo amico cantautore James Taylor nel cimitero canta “That lonesone road”.

È difficile non aver amato la figura tozza ed espressiva di questo cantante-attore dall’agilità impressionante. La sua comparsa sulle scene, anche se rapida come una meteora, è stata un vero evento negli anni ottanta e molti hanno apprezzato il suo carattere straripante, irascibile, eccessivo, perché fuori di quelle regole convenzionali in cui spesso ci sentiamo ghettizzati.

Concludiamo con alcune

Frasi celebri di John Belushi

“Quando il gioco si fa duro i duri entrano in gioco”

“ Ok ragazzi, abbiamo toccato il fondo! Cominciamo a …scavare”.

“Quando pensi che a nessuno al mondo importi se sei vivo, prova a non pagare per due mesi la rata della macchina”.

Lanfranco Bruzzesi

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