
Depressione e malattie croniche
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Numerosi studi hanno evidenziato una stretta correlazione tra la presenza di patologie croniche e lo sviluppo di sintomi depressivi. Cerchiamo allora di comprendere meglio il legame tra depressione e malattie croniche, i meccanismi psicobiologici sottostanti, le implicazioni cliniche e gli approcci terapeutici integrati.
Cosa comportano le malattie croniche?
Le malattie croniche, come il diabete, le patologie cardiovascolari, le malattie respiratorie e l’artrite reumatoide, comportano un carico costante per la persona, sia dal punto di vista fisico che psicologico. La presenza prolungata di sintomi, le limitazioni funzionali e i cambiamenti nello stile di vita rappresentano fattori di vulnerabilità psicologica, aumentando significativamente il rischio di sviluppare disturbi dell’umore, in particolare la depressione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione è due volte più frequente nei soggetti affetti da patologie croniche rispetto alla popolazione generale (WHO, 2021).
Cosa indicano le ricerche epidemiologiche?
Le ricerche epidemiologiche indicano che circa il 20–30% delle persone con malattie croniche presenta sintomi depressivi clinicamente rilevanti (Moussavi et al., 2007). In particolare, l’incidenza della depressione è elevata nei pazienti con diabete di tipo 2 (Anderson et al., 2001), insufficienza cardiaca (Rutledge et al., 2006) e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Yohannes & Alexopoulos, 2014). La comorbilità peggiora la prognosi, riduce l’aderenza terapeutica e aumenta il rischio di mortalità.
Possiamo dire che l’interazione tra depressione e malattie croniche è bidirezionale e multifattoriale?
Si. Da un lato, la diagnosi di una malattia cronica può generare stress, ansia e sentimenti di impotenza, facilitando l’insorgenza della depressione. Dall’altro lato, i meccanismi biologici della depressione, come l’attivazione cronica dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), l’infiammazione sistemica e la disregolazione neuroendocrina, possono influire negativamente sul decorso delle patologie croniche. Ad esempio, livelli elevati di citochine proinfiammatorie come l’IL-6 e il TNF-α sono stati associati sia alla depressione che a peggiori esiti nei pazienti cronici (Dantzer et al., 2008).
A cosa è associata la depressione in un paziente con patologia cronica ?
Possiamo osservare:
- peggiore qualità della vita;
- aumento del consumo di risorse sanitarie;
- ridotta aderenza alle cure;
- maggiore rischio di ospedalizzazione e mortalità.
Esistono approcci terapeutici integrati?
Si. Gli interventi più efficaci sono quelli multidisciplinari. La terapia cognitivo-comportamentale ha dimostrato efficacia nel trattamento della depressione nei pazienti cronici, migliorando anche l’autogestione della malattia di base (Katon et al., 2010). L’integrazione tra supporto psicologico e trattamento farmacologico è spesso raccomandata. Inoltre, programmi di “collaborative care” che coinvolgono medici di base, psichiatri e psicologi clinici si sono rivelati efficaci nel migliorare gli esiti clinici e psicologici.
La terapia cognitiva potrebbe essere dannosa per la depressione?
Assolutamente no: la terapia cognitiva di Aaron Beck è stata sviluppata proprio come trattamento di elezione per la depressione. Quando i suoi esperimenti non riuscivano a convalidare le concettualizzazioni psicoanalitiche della depressione, Beck cercava metodi alternativi per studiare la malattia psichica.
Così facendo, partì dall’osservazione che le persone depresse hanno una visione negativa del sé, degli altri, del mondo e del futuro. Piuttosto che un sentimento di rabbia che si rivolge verso l’interno, la depressione vista da Beck è caratterizzata da sentimenti di perdita esterna, che potrebbero derivare anche da una disposizione interna, capace di rendere più sensibile un individuo alle situazioni che sta vivendo.
Cosa si intende per perdita?
Per perdita si intende ad esempio la perdita della salute, della indipendenza, del lavoro, dei soldi, della famiglia, del partner, di una persona cara, della sicurezza di sé, ecc.
Chiedere aiuto è il primo passo!
Cosa comporta la perdita?
La perdita comporta:
- Visione negativa del Sé
Sentire la perdita come un fatto personale, criticarsi in modo inappropriato, ritenersi inadeguati, non amati, senza valore, falliti. - Visione negativa del mondo
Si pensa alla perdita come a un fatto pervasivo (capace di diffondersi anche in altri campi). Gli altri vengono visti come persone che non si interessano, o sono incapaci di prestare aiuto. Il mondo appare ingiusto, freddo, distaccato, pieno di cattiveria. - Visione negativa del futuro
Il sentimento di perdita appare permanente. Il futuro sembra privo di piacere e di gratificazioni, dal momento che le circostanze del presente sembrano incapaci di modificarsi e pertanto si ha la sensazione che non ci si sentirà mai meglio. Il futuro viene visto senza speranza, come un destino che non può essere modificato.
A cosa può essere paragonata la depressione?
La depressione può essere paragonata ad un istinto di ibernazione, dal momento che porta le persone a non sperare in un possibile miglioramento della loro vita, per cui ogni tentativo è uno spreco di tempo e di fatica. La motivazione a fare, l’interesse, il livello di energia diminuiscono e le persone tendono a rallentare, a fermarsi, a ritirarsi nel proprio mondo interiore.
Una presa in carico integrata e centrata sulla persona, che includa il riconoscimento e il trattamento precoce della sofferenza psicologica, è essenziale per migliorare non solo la salute mentale, ma anche gli esiti complessivi della malattia cronica.
Una Conferenza sulla Paura
Le persone depresse hanno, di fatto, un’aspettativa di vita minore?
Si, ma non perché la depressione porti alla morte (a parte i casi di suicidio), ma perché porta a non avere più cura di sé, a non curarsi, a non preoccuparsi più della prevenzione. Questo atteggiamento può portare all’insorgere di nuove malattie. Altre volte la depressione è invece causata da una malattia cronica in corso.
Gli individui depressi che affrontano la malattia cronica possono essere preoccupati per le loro vulnerabilità, tanto da perdere di vista altri aspetti positivi della loro vita.
Cosa si può fare per aiutarsi e aiutare a combattere la depressione?
La chiave è concentrarsi sulle capacità residue della persona, piuttosto che sui punti di debolezza.
E’ importante impostare degli obiettivi per riaccendere la speranza, avere una visione per il futuro (nuovi interessi, nuove frequentazioni, nuovi divertimenti, nuovi lavori, nuove occupazioni, ecc.), sondando i terreni degli interessi personali che possono essere messi in atto.
La persona depressa va spinta verso nuove attività?
La depressione produce pensieri negativi che interferiscono con la motivazione ad impegnarsi in questi obiettivi, per cui è importante che la persona depressa venga incoraggiata, anche se non eccessivamente spinta (per non ottenere effetti contrari), verso nuove attività. E’ inoltre importante fare in modo che il depresso non trascuri la sua salute e non si isoli.
Quali strumenti possono aiutare i sanitari a diagnosticare la depressione?
E’ essenziale che essi adottino strategie di screening precoce e integrato, utilizzando strumenti validati come il PHQ-9 o l’HADS nelle visite di controllo per le malattie croniche.
Dr. Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
Fonte principale:
DEPRESSION AND CHRONIC ILLNESS, Istituto Beck
Immagine:
Pexels

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE
La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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