L’uomo che faceva l’amore con una rosa
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Per Krafft-Ebing, questo curioso caso si spiega seguendo una catena di circostanze sfortunate: un’attrazione del bambino verso le rose lo porta ad un ‘associazione morbosa ‘ fiore-donna. Come sotto l’effetto di un incantesimo, X * comincia a desiderare sterilmente fiori con steli irti di spine. Non si può fare a meno di pensare alla Bella Addormentata nel Bosco, chiamata – secondo le diverse versioni – “Rose Epineuse”, “Fleur-d’Epine”, “Rose d’Epine” o ancora “Rose Dormante” (in italiano Rosaspina). E’ la storia di una giovane ragazza in fiore… a cui il sesso fa paura. Preferisce rimanere vergine. Lei stessa si circonda di spine, che sono le difese naturali della pianta.
La storia è la seguente: alla nascita del loro bambino, un re e una regina organizzano una festa a cui sono invitate le fate del Regno. Su tredici fate, ahimè, soli dodici vengono invitate. La tredicesima, contrariata, mentre l’undicesima fata sta terminando di fare il suo augurio si alza in piedi bruscamente e pronuncia ad alta voce queste parole: ‘La Principessa, quando avrà quindici anni, si pungerà con un fuso e cadrà a terra morta’ e poi lascia la sala. La dodicesima fata, che non aveva ancora pronunciato il suo augurio, poté solo attenuare gli effetti di questa cattivo sorte: “La principessa non morirà’, ma cadrà’ in un sonno profondo che durerà’ cent’anni”. Dopo questo evento, il re ordina di bruciare tutti i fusi del Regno: è vietato filare. Il giorno dei suoi quindici anni, la principessa visita il castello. Va su una torre dove si trova una vecchia che sta filando. Curiosa, afferra il fuso, si punge un dito, e – come da pronostico – cade in un sonno profondo. Questo sonno si diffonde sul castello, che viene circondato da una siepe di spine. Tutti coloro che cercano di attraversare la barriera vegetale per raggiungere quella che la favola chiama Rosaspina, vengono ridotti in brandelli. Passa un secolo. Ed è allora che un principe decide di affrontare a sua volta il muro di rovi che, davanti a lui, si trasforma in una enorme massa di fiori sbocciati. Eccolo davanti alla Bella Addormentata. Il suo bacio la risveglia… E al bacio seguono le nozze.
Come capire questo racconto? Per lo psicanalista Bruno Bettelheim, questa è la storia di una giovane ragazza che, alle sue prime mestruazioni, vedendo il suo sangue, si rifugia in una specie di coma per sfuggire l’angoscia. Lei non vuole diventare adulta e dovrà aspettare il momento in cui un uomo riesca a risvegliare in lei un desiderio… Per il folklorista Pierre Saintyves, è la storia di una proibizione legata all’uso dei fusi. Nel solstizio d’inverno (1), vale a dire il 21 o il 22 dicembre, sotto l’ancien régime, era infatti consigliabile fermare le ruote di tutti i tipi, comprese quelle delle filatricidi lana. Divieto di usare la ruota , la conocchia e il fuso! Perché ? “Nella società tradizionale , nella magia imitativa , filare è come legare, avvolgere il rocchetto è come incatenare, la filatura e il riavvolgimento del rocchetto potrebbero quindi rallentare il movimento di rinnovamento o i primi passi del nuovo anno?” suggerisce Saintyves. L’antropologa Anne Monjaret conferma : “Far cessare gli oggetti circolari di girare, si pensava influisse, per simbolo interposto, sugli astri e agevolasse il regolare svolgimento del cambiamento ciclico. Il sole scompare per rinascere, come la principessa che, ancora adolescente, si addormenta prima di passare nella categoria delle spose. Il tempo incantato può essere inteso come una condizione marginale, resa possibile dalla puntura che provoca il sonno. “
Una Conferenza sulla Paura
Ma la storia è così ricca che è possibile aggiungere molti altri significati … Anne Monjaret suggerisce ulteriori elementi di riflessione . ” Ci si chiede se il divieto della rotazione indirettamente sottolinei il fatto che fino all’età di quindici anni le ragazze hanno scarso accesso a questa attività. La puntura del fuso quindi annuncerebbe l’entrata nell’età in cui è lecito praticare la filatura e cioè la nuova condizione della ragazza.” A 15 anni , la principessa ha le mestruazioni, indicate leziosamente come “Zia Rosa ” che prefigurano il sangue della deflorazione ( 2 ) . ” La stessa filatura, tecnica di trasformazione della materia, si riferisce ai cambiamenti corporei e all’esperienza sessuale che conosceranno le ragazze”, dice Anne Monjaret, rilevando che la maggior parte delle piante assimilate alle ragazze hanno le spine, come se si dovesse scrivere l’idea della puntura ( sangue ) in quella femminile. Non è possibile una trasformazione senza dolore.
Le spine che cedono il passo alla fioritura simboleggiano quindi non solo la stagione sterile (che cede il passo alla primavera ), la notte più lunga dell’anno ( che annuncia il ritorno del sole ), ma il nubilato (che precede l’età adulta ) … Nubilato segnato dalla paura del sesso: l’importante è proteggersi da esso. Il muro di spine che circonda il castello protegge il sonno della Bella Addormentata come quelle spille che le madri mettono sui capelli e sui vestiti della loro figlia, così che lei non possa essere accarezzata. Nella regione Mâconnais (in Francia), Anne Monjaret osserva maliziosamente che esiste l’espressione ” «epenessi sa foeye»” o “épinasser sa fille ” che si riferisce al fatto di circondarla, in senso figurato, di spine, per proteggerla dai molti suoi corteggiatori. «Qui s’y frotte s’y pique !» (Chi si avvicina si picca!) . «Così i fiori sbocciano in vista del matrimonio , quando in alcune comunità, si sceglie la ragazza più virtuosa- conosciuta giustamente come ” la Rosière “- cui le si dona una corona e una dote. Con questo atto termina il tempo del ciclo vegetale che accompagna il tempo dello sviluppo delle bambine e inizia quello della riproduzione “.
Le rose raccontano delle storie che hanno a che fare con i cicli. L’anno che conta 12 mesi possiede un tempo intermedio durante il quale una fata, la tredicesima, sospende il corso delle cose … La rosa evoca quel tempo, sospeso e congelato come il sonno, dove tutti e tutte noi possiamo trovare rifugio in un sogno, protetti dalla realtà nella speranza di poter un giorno sbocciare. E questo è forse il motivo per cui il feticista amava le rose e gli piaceva portarsele a letto … aspettando il momento in cui si sarebbe sentito pronto. Aspettando l’aurora che, come si dice, ha le “dita di rosa” …
Leggi :«De l’épingle à l’aiguille», di Anne Monjaret, nella rivista L’Homme n° 173, gennaio-marzo 2005.
Nota 1 / Il divieto era applicato anche il 25 novembre , il giorno della celebrazione della santa patrona delle vergini e delle sarte, Santa Caterina. Quel giorno, le ragazze non sposate mettevano un cappuccio sulla testa della statua, e lo fissavano con degli spilli. Le spille, ovviamente, fanno riferimento all’idea della spina di rosa . “Inoltre , la ruota sembra simboleggiare il sole ed è uno degli attributi di Santa Caterina d’ Alessandria, che, secondo la leggenda, fu martirizzata su una ruota. Fonte : De l’épingle à l’aiguille», di Anne Monjaret, in L’Homme, 173, gennaio-marzo 2005.
Nota 2 / Il fuso è di forma fallica. Pungersi il dito sul fuso è un precursore dell’atto sessuale che segnerà il passaggio all’età adulta .
Dr. Agnés Giard
Articolo originale:
L’homme qui faisait l’amour avec une rose, Les 400 culs
Traduzione autorizzata e riproduzione a cura di psicolinea.it
Immagine: Walter Crane, Wikimedia
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Agnès Giard autrice di libri, giornalista e dottore in antropologia, ha lavorato in passato su nuove tecnologie, artisti underground e cultura popolare giapponese, prima di dedicarsi alla sessualità. Nel 2000, è diventata corrispondente per la rivista giapponese SM Sniper con cui lavora da più di dieci anni. Nel 2003 ha pubblicato un libro d’arte in Giappone: Fetish Fashion poi ha iniziato una serie di ricerche che saranno pubblicate in collaborazione con artisti contemporanei giapponesi come Tadanori Yokoo, Makoto Aida, Toshio Saeki, etc. Il suo primo libro, L’Imaginaire érotique au Japon, tradotto in giapponese, è classificato 4 ° tra i libri stranieri più venduti. La sua biografia completa è disponibile qui:
http://sexes.blogs.liberation.fr